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venerdì 3 febbraio 2017

Tumori: il Bakken Award 2016 a Elisabetta Iannelli dell’AIMaC

Tumori: il Bakken Award 2016 a Elisabetta Iannelli dell’AIMaC


di Eugenia Sermonti


Elisabetta Iannelli Vicepresidente di AIMaC

Elisabetta Iannelli, vicepresidente dell'Associazione Italiana Malati di Cancro parenti e amici (AIMaC), è stata insignita dalla Medtronic Foundation del prestigioso riconoscimento Bakken Award 2016 per aver impegnato la sua ‘extra life’ dopo il cancro al servizio del volontariato oncologico. Elisabetta Iannelli è uno dei 15 honoree, prescelti tra quasi 200 candidati da tutto il mondo, del Bakken Invitation Award, programma globale creato nel 2013 da Medtronic Foundation. Il Bakken Award, voluto da Earl Bakken (inventore del primo pacemaker nel 1957 e cofondatore di Medtronic), nasce per premiare le persone che, grazie all’utilizzo delle più innovative tecnologie mediche, hanno affrontato e superato malattie gravi e che con il loro impegno hanno portato valore aggiunto, umano e sociale attraverso il volontariato a favore degli altri malati che si trovano ad affrontare la loro stessa patologia. Medtronic Philanthropy ogni anno sostiene diverse iniziative a supporto delle varie comunità locali per promuovere l’accesso alle cure di qualità. In particolare con il Bakken Award si vuole dimostrare che, nonostante qualsiasi problema di salute, non solo è possibile vivere una vita piena, ma si può dare un grande contributo per il miglioramento della vita degli altri. #LiveOnGiveOn è l'ispirazione del premio.

Quest'anno, per la prima volta dall'istituzione del Bakken Award, unica tra gli honoree prescelti nel mondo, è stata premiata una ex malata di cancro italiana. Ogni honoree ha ricevuto il premio personalmente da Earl Bakken, il quale è esso stesso un paziente che beneficia oltre che della sua invenzione, il pacemaker, anche di uno stent coronarico e di un microinfusore di insulina che gli hanno dato la possibilità di una ‘extra life’. Gli honoree sono stati scelti per la forza, il coraggio ed i contributi eccezionali dati alla comunità affinché il loro impegno per il miglioramento della qualità della vita di altri pazienti costituisca un modello di vita per tutti. Al momento della premiazione Elisabetta Iannelli ha dichiarato: “Ho provato una immediata, profonda empatia per la filosofia che ispira il Bakken Award. Posso dire con assoluta convinzione che il concetto di ‘extra life’ e del suo buon utilizzo è nelle mie corde da sempre, probabilmente è ciò che, nel profondo, ha ispirato il mio impegno al servizio degli altri malati di tumore da quando io stessa ho ricevuto, a 24 anni, la diagnosi di cancro. Non mi sono mai chiesta come mai fosse capitato a me. Ho pensato, sperato, anzi voluto con forza, da subito, di poter essere un buon esempio per gli altri malati, un esempio di speranza che dimostrasse che la vita con il cancro e dopo il cancro è possibile e può essere bella, piena, intensa. Così è stato, a 24 anni dalla diagnosi posso ben dirlo e la mia famiglia, il mio lavoro, il mio impegno sociale lo dimostrano. Ma fino ad ora non avevo mai pensato - ha concluso Iannelli - che il mio impegno nel volontariato oncologico potesse essere riconosciuto come fonte di ispirazione per altre persone chiamate, loro malgrado, a investire le proprie risorse per vincere la vita dopo importanti malattie. Invece di lasciare che il cancro cambi la mia vita, cerco di cambiare la vita delle persone con il cancro”.

Elisabetta Iannelli, come ciascuno degli altri honoree, ha scelto l'associazione di volontariato beneficiaria del grant di 20.000$ devoluto da Medtronic Foundation per la realizzazione di iniziative a favore dei malati che, in questo caso, saranno impiegati dall'Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti ed amici (AIMaC onlus) nel  Servizio Informativo nazionale in ONcologia (Sion). Il Sion, costituito da 40 punti informativi attivi in 25 città presso i maggiori centri di studio e cura dei tumori, da una helpline nazionale e da sito internet www.aimac.it e forum, fornisce informazioni su misura per i malati di cancro e per i familiari che li assistono, attraverso un'attenta analisi delle richieste, in una prospettiva bio-psico-sociale avvalendosi anche di libretti ed altro materiale informativo (cartaceo e telematico) realizzato da AIMaC sulle diverse patologie oncologiche e relative terapie. AIMaC, di cui Iannelli è vicepresidente da circa 14 anni, è una organizzazione di volontariato fondata da un gruppo di pazienti nel 1997 per fornire informazioni e sostegno psicologico ai malati di cancro ed alle loro famiglie attraverso una strategia multimediale personalizzata e sempre aggiornata. Nella battaglia contro il cancro uno strumento fondamentale è proprio l’informazione: ‘Sapere vuol dire poter combattere perché oggi di cancro si può guarire’.

Rivoluzione Calcio, arriva il cartellino arancione: quando e dove sarà usato

Calcio, arriva il cartellino arancione: quando e dove sarà usato



Quando si parla di cambiare le regole del calcio i più reazionari vivono la situazione come un vero e proprio attentato a qualcosa di sacro ma negli ultimi tempi pare tiri aria d'innovazione. L'ultima novità, riporta la Stampa, potrebbe essere il cartellino arancione, la "sospensione a tempo", che potrebbe durare dai dieci ai quindici minuti. Una via di mezzo che il direttore di gara potrebbe utilizzare per gestire meglio la partita.

Probabilmente già dal mese prossimo s'inizierà a sperimentare questa nuova regola nei campi giovanili o tra gli amatori, mentre tra un paio di stagioni, se tutto va bene, potrebbe già fare il suo ingresso in qualche competizione Uefa, per esempio nei preliminari di Europa League. Ma il "New Deal" della Fifa non si limita al nuovo cartellino, infatti su consiglio del direttore tecnico ed ex bomber Marco Van Basten si potrebbe parlare in futuro di aumento delle sostituzioni o addirittura dell'eliminazione del fuorigioco.

I templari delle regole si staranno mettendo le mani nei capelli, ma alla fine una decina di minuti in inferiorità si possono gestire. Inoltre questa nuova punizione potrebbe aiutare a raffreddare gli animi dei giocatori più molesti o, chissà, potrebbe persino renderli più aggressivi.

La talpa di Trump in Vaticano Il piano per far fuori Bergoglio

Vaticano, la spia di Donald Trump sulle tracce di Papa Francesco



Dentro le mura del Vaticano c'è un altissimo prelato impegnato a fare da talpa per Donald Trump. Pochi giorni fa ci sarebbe stata l'ultima di una lunga serie di telefonate tra la gola profonda vaticana, arrivato a Roma da oltreoceano, e il presidente degli Stati Uniti, interessato a conoscere più nel dettaglio il vero pensiero di Papa Francesco. Trump non avrebbe nessuna intenzione di passare per acerrimo nemico del Papa, anche se Bergoglio non perde occasione per attaccare le politiche trumpiane, soprattutto in tema di immigrazione.

La fitta conversazione avvenuta quando in Italia era piena notte sarebbe stata tutti incentrata sulla critica alle posizione di Bergoglio. La talpa vaticana, secondo un'indiscrezione del Giornale, fa parte di quella fronda sempre più crescente che non gradisce la linea progressista imposta dal nuovo pontefice. Pur essendo tra i collaboratori del Papa, l'ecclesiastico avrebbe ribadito a Trump la preoccupazion per i cattolici disorientati dalle scelte dottrinali di Francesco.

Non è arrivata casualmente la dichiarazione di monsignor Angelo Becciu, numero tre in Vaticano, che ha espresso la sua "preoccupazione perché noi siamo messaggeri di un'altra cultura, quella dell'apertura; Papa Francesco - ha aggiunto a Tg2000 - insiste anche sulla capacità di integrare coloro che arrivano nella nostra società". Un richiamo proprio a quel gruppo di tradizionalisti che tra le mura vaticane continuano a cercare alleati internazionali per influenzare e limitare le derive terzomondiste di Bergoglio.

SCIVOLONE DI TOTI Quel pasticcio gli costa sedici milioni di euro

Liguria, pasticcio in Regione: Giovanni Toti perde 16 milioni di finanziamento



La Regione Liguria ha perso un finanziamento già riconosciuto da 16 milioni di euro, per risarcire le aziende agricole colpite dall'alluvione del novembre 2014. Colpa della burocrazia, certo, riporta ItaliaOggi, ma non solo. I territori comunali di Albenga e Ceriale, maggiormente colpiti dal maltempo, non vedranno un euro dei soldi promessi e già individuati per coprire i danni.

I due sindaci interessati, Giorgio Cangiano e Ennio Fazio, hanno infatti scoperto dal sottosegretario all'Economia Paola De Micheli che i risarcimenti agli agricoltori non arriveranno perché la Regione Liguria ha commesso alcuni errori nella compilazione dei moduli necessari per richiedere l'accesso al fondo. Non è chiaro se i funzionari dell'Ente guidato da Giovanni Toti si siano dimenticati del tutto o in parte di presentare la documentazione, oppure se abbiano sbagliato la formulazione. Tant'è: i soldi rimangono a Roma. O meglio, saranno elargiti per altre emergenze, a partire dal Centro Italia, devastato dal terremoto.

Ovviamente in Regione è scoppiato il caos. L'assessore regionale all'Agricoltura Stefano Mai si è difeso spiegando che è in contatto con la Protezione civile per definire le procedure da seguire nella richiesta dei risarcimenti, mentre nel frattempo la Regione ha stanziato 1 milione dal fondo di solidarietà. Ma la giunta Toti non ha fatto esattamente una bella figura.

Avete pagato il canone Rai? Che fine hanno fatto i vostri soldi

Canone Rai, il governo si ruba gli incassi



È un po' come ritrovarsi al punto di partenza dopo aver fatto il giro di tutte le caselle. Com'eri e come ti ritrovi. Ecco, grosso modo questo è quello che toccato in dote alla Rai con il canone in bolletta, voluto dall'ex premier, Matteo Renzi, e messo in pratica dal sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. Quel provvedimento, per come era stato «venduto» dal precedente governo, avrebbe dovuto sistemare una volta per tutte i conti della tv pubblica. In realtà si è trattato di un gioco di prestigio per rimpinguare la fiscalità generale. Insomma, una boccata d' ossigeno per le casse dello Stato, più che per Viale Mazzini.

A fotografare la situazione è il Report sui maggiori operatori televisivi italiani (Mediaset, Sky Italia, Rai, Discovery Italia e La7) dell'Area studi di Mediobanca, che ha messo in luce come il canone in bolletta ha ridotto l'evasione dal 30% al 6%, ma ha avuto un impatto neutro sui conti dell'emittente pubblica, visto che degli oltre 2 miliardi di introiti derivanti dal canone del 2016, cifra stimata dall'Agenzia delle Entrate, a viale Mazzini ne restano solo 1,7 miliardi di canone ordinario. Quanto basta a gettare nel panico il vertice aziendale, costretto già a parlare di tagli e ridimensionamenti. Come spiega dettagliatamente lo studio di Mediobanca, il governo scippa a Viale Mazzini una bella fetta di introiti grazie al 5% trattenuto dallo Stato in base alla Legge 190 del 2014, il 33% di extra-gettito da destinare all'Erario, a cui vanno aggiunti tassa di concessione governativa e Iva.

giovedì 2 febbraio 2017

PARLA IL MIGLIORE AMICO "Cosa può ridursi a fare": clamorosa soffiata su Renzi

Dario Nardella: "Matteo Renzi potrebbe non correre per Palazzo Chigi"



Per Matteo Renzi quello in corso è un periodaccio, forse uno dei peggiori. Da alcuni giorni è partito un vero e proprio assalto contro il segretario del Pd, da Emiliano a D'Alema, passando per il governatore della Toscana Rossi, fino a Speranza e il solito Bersani. Tutti puntano a fargli le scarpe, non solo da segretario del partito, ma anzi soprattutto da possibile candidato premier. Chi lo sente con più frequenza, come il sindaco di Firenze Dario Nardella, assicura che Matteo viva con "molta preoccupazione" la situazione del Pd.

L'incrocio di alleanze antirenziane potrebbe anche spingere il segreterio Pd a una decisione drastica. O almeno di questo Nardella ha un forte sospetto: "Non mi stupirei se si tirasse fuori dalla corsa a premier, restando alla guida del partito, per vedere davvero cose c'è dietro questi appelli congressuali: temo niente".

Stringe il cuore pensare a Renzi in ansia perché il dibattito nel partito, ha aggiunto Nardella al Corriere Fiorentino, non si stia sviluppando su temi di alte virtù: "Vedo solo uno scontro sulle persone e non sulle idee". E quasi ci si commuove davanti al candore dei sospetti appena accennati del sindaco fiorentino: "forse il problema - ha detto ancora Nardella - è solo come costruire le liste per le prossime elezioni". Ma va.

Quanto prende per sparare su Trump: Giovanna Botteri, uno scandalo italiano

Botteri, lo scandalo: ecco quanti soldi prende dalla Rai (cifra imbarazzante)



"Ma perché i cittadini italiani sono obbligati a pagare il canone Rai, e quindi lo stipendio della corrispondente da New York Giovanna Botteri (200mila euro all'anno più benefit), per sentire ogni giorno la cronaca politica distorta dalla faziosità? Una bella domanda". E' quella che si pone il Giornale, che rivela il cachet dell'inviata della Rai negli Stati Uniti, e molti telespettatori italiani. 

In effetti la giornalista, 59 anni, è nota per la sua faziosità, per le corrispondenze completamente orientate contro Donald Trump. Un approccio non molto corretto se si tiene presente che lavora per il servizio pubblico, che dovrebbe garantire equilibrio e pluralismo.