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sabato 21 gennaio 2017

Draghi, l'ultima sberla alla Merkel: mossa salva-Italia, la rabbia di Berlino

Draghi, l'ultima sberla contro la Merkel. Così Supermario fa irritare Berlino



È ancora troppo presto per ridurre il quantitative easing: è il giudizio, in contrasto con quello dei tedeschi, del presidente della Bce, Mario Draghi (nella foto LaPresse), al termine del direttivo dell' Eurotower. L' inflazione in Europa non mostra ancora «un trend convincente al rialzo» e per questo il direttivo dell' istituto lascia i tassi invariati, e va avanti con le misure straordinarie decise lo scorso 8 dicembre. Ma è in Germania che l' inflazione inizia a tirare su la testa: a dicembre il costo della vita è salito a sorpresa all' 1,7%. Un dato che immediatamente ha scatenato dalle parti di Berlino un invito collettivo alla Bce affinché abbandoni la politica dei tassi zero (o addirittura negativi). Draghi però è riuscito a mantenere la rotta della Banca centrale.

La vignetta-insulto ai morti di Rigopiano Così i francesi li "omaggiano" / Guarda

La vignetta di Charlie Hebdo che insulta le vittime della slavina



"La neve è arrivata, ma non per tutti". Charlie Hebdo torna a occuparsi dell'Italia, dopo le vignette satiriche sul terremoto che ha colpito a settembre il Centro Italia, pubblica una nuova immagine. Mostra la morte, con tanto di falci sulle spalle a m0' di racchette e sci ai piedi, che viene giù a valanga da una montagna. Certo, c'è la solita dissacrazione dei luoghi comuni, in questo caso quello  della neve puerilmente associata a vacanze e divertimento. Ma la frase che accompagna il disegno è davvero feroce: perchè quei "tutti" sono le persone morte nell'albergo di Rigopiano.

Terrificante incidente sull'autostrada Bus contro pilone, morti 16 ragazzi

Pauroso incidente sulla A4: pullman contro pilone, morti 16 ragazzi



È di 16 morti e 36 feriti il bilancio definitivo del terribile incidente stradale sull’autostrada A4 all’altezza dell’uscita di Verona Est, in territorio di San Martino Buon Albergo, avvenuto nella tarda serata di venerdì e che ha coinvolto un autobus ungherese carico di giovani di ritorno da una gita in Francia e in transito in Italia. Lo apprende l’AGI da fonti investigative. La gran parte delle vittime è carbonizzata: dopo il violento impatto contro un pilone dell’autostrada, l’autobus ha preso fuoco intrappolando mortalmente diversi passeggeri. Altri sono invece morti in seguito all’impatto e sbalzati fuori dall’abitacolo.

La ricognizione degli investigatori della Polizia scientifica di Verona e dei vigili del fuoco ha portato a definire con certezza il numero delle vittime sul posto, anche se l’operazione ha richiesto delle ore proprio a causa delle fiamme che hanno devastato i corpi delle vittime. I vigili del fuoco hanno operato con 18 operatori, 7 automezzi, tra cui un carro luce e un furgone NBCR per dotare di protezione il personale incaricato del recupero delle salme.

Il casello di Verona Est è stato chiuso in direzione di Venezia perché il percorso comprende anche un cavalcavia la cui staticità dev’essere verificata dai vigili del fuoco, mentre è stata predisposta uscita obbligatoria a Verona Sud e rientro al casello di Soave in direzione Milano-Venezia.

venerdì 20 gennaio 2017

22 gennaio: la diocesi di Aversa celebra la Giornata del Migrante

L’evento sarà ospitato dalla Chiesa San Giovanni Battista. Don Nicola Barbato (Migrantes): “Pregheremo per le vittime e per i minori”


a cura di Gaetano Daniele



Domenica 22 Gennaio 2017, la diocesi di Aversa celebra l’annuale Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà ospitata dalla Parrocchia San Giovanni Battista in Aversa (Piazza Savignano, 3). Quest’anno la giornata è dedicata al tema dei 'Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce’, che Papa Francesco ha definito tre volte indifesi “perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari”.

È un fenomeno sempre più esteso quello del “dramma della migrazione”: così lo definisce don Nicola Barbato, direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano. “Non possiamo dimenticare cosa spinge i migranti ad abbandonare le loro case per trasferirsi altrove: essi sono mossi dalla speranza di un avvenire migliore, dalla prospettiva di vivere con onestà e dignità. Bisognerebbe poi toccare con mano in quali condizioni di vita si trovano i tanti disperati che fuggono da situazioni di guerra”.

La giornata diocesana si aprirà dunque domenica alle ore 9.00 al cimitero di Aversa dove, con un gruppo di bambini, si pregherà per le vittime degli sbarchi e dei viaggi della speranza. Ricordiamo che nel 2016 si è registrato il più alto numero di persone che hanno perso la vita in mare: oltre cinquemila. Poi il corteo raggiungerà la Parrocchia San Giovanni Battista in Piazza Savignano: qui si parteciperà alla messa delle 10.00, che sarà seguita dall’apertura degli stand etnici e da un momento di scambio interculturale. Concluderà la giornata la Concelebrazione Eucaristica delle 18.00 presieduta dal vescovo di Aversa, Mons. Angelo Spinillo, e un momento di intrattenimento con musiche e danze etniche. Segui l'intervista Video di Don Nicola su: https://youtu.be/e4tTAXg3OoA 

"Se il lavoro ha a cuore la salute" Nuovo approccio alla prevenzione

"Il lavoro ha a cuore la salute" Nuovo approccio alla prevenzione


di Matilde Scuderi



“Sono convinto che si stia aprendo una nuova stagione illuminata, in cui il mondo del lavoro si coalizza sempre più con tutti i soggetti che si occupano della salute dei cittadini” commenta così l’onorevole Luigi Bobba, sottosegretario di Stato del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il sodalizio tra mondo del lavoro e salute in occasione dell’evento 'Insieme al mondo del lavoro per ridurre la mortalità delle malattie cardiovascolari' promosso dalla Fondazione italiana per il cuore.

La campagna 'lavora con il cuore'. Alla luce dell’impatto delle patologie cardiocircolatorie sulla vita lavorativa e dei costi previdenziali che ne derivano, oltre che in considerazione della recente manovra finanziaria che, con la legge di stabilità 2017, potenzia il ruolo del welfare aziendale - sia in realtà pubbliche che private - risulta sempre più evidente come aziende e istituzioni ricoprano un ruolo centrale nella promozione della salute, a partire da quella dei propri dipendenti. “La promozione di una sempre più forte cultura della prevenzione cardiovascolare è un passo fondamentale verso un approccio congiunto tra aziende e istituzioni e più efficace a queste patologie in costante aumento - afferma Emanuela Folco, presidente di Fondazione italiana per il cuore - Come fondazione ci siamo sempre posti in qualità di garante della bontà di progetti di alto valore sociale come 'Lavora con il cuore'. Per proseguire in questo percorso è imprescindibile la collaborazione e l’alleanza con altri gruppi che condividono con noi gli stessi scopi. Proprio in questi giorni si è concluso il lungo percorso dei livelli essenziali di assistenza (Lea) dove il Ministero della Salute ha voluto consolidare non solo sugli assistiti ma sulle singole persone la sua attenzione sulla salute del cittadino”.

'Lavora con il Cuore' è la campagna di prevenzione avviata nel 2015 dalla Fondazione italiana per il cuore con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’intento di valutare i principali fattori di rischio cardiovascolare tramite un semplice test del sangue. “La salute del singolo individuo -afferma Bobba - è certamente un bene primario, ma lo è ancor più se anche il contesto lavorativo lo sostiene con adeguate ed integrate politiche di welfare. In questa ottica il Ministero del lavoro con la Fondazione italiana per il cuore è riuscito a realizzare un significativo intervento per i suoi dipendenti mirato all’individuazione di eventuali patologie cardiovascolari, purtroppo in crescita in molti paesi europei. L’iniziativa, portata avanti nel 2015 e nel 2016, rappresenta un grande esempio di sensibilità rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori che può indurre ad adottare stili di vita corretti, attivando un circolo virtuoso. Per un datore di lavoro, avere collaboratori in salute favorisce un ambiente di lavoro più armonioso, riduce i costi e incrementa efficienza e produttività. Questa importante azione di welfare rappresenta, altresì, un esempio di politiche di gestione del personale moderno volto a facilitare un rapporto di coalizione tra amministrazione e dipendenti”.

"Tra dicembre 2015 e febbraio 2016, infatti, la campagna si è svolta nelle sedi centrali del Ministero del lavoro a Roma, e ha coinvolto circa 550 persone (25,8 per cento uomini e 74,2 per cento donne), il 56 per cento dei dipendenti, con ottimi risultati in termini di informazione e sensibilizzazione - afferma Stefania Cresti, direttore generale per le politiche del personale e l’innovazione organizzativa del Ministero del lavoro e delle politiche sociali - A dimostrazione del fatto che il mondo del lavoro rappresenta un’area privilegiata per iniziative di questo tipo, ricordiamo che il 10,5 per cento delle persone coinvolte non aveva alcuna conoscenza dei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari ma un 35 per cento era composto da fumatori o ex fumatori, un 20 per cento con stile di vita sedentario, e che circa il 21 per cento ha scoperto in quella occasione di presentare fattori di rischio cardiovascolare aumentato”. Inoltre, dalle valutazioni effettuate sui dati della campagna in collaborazione con il servizio prevenzione e protezione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Roma e la Società italiana studio arteriosclerosi sezione Lazio, è emerso che il 98 per cento dei lavoratori intervenuti ha giudicato molto positiva l’iniziativa affermando, nell’81 per cento dei casi, che la campagna ha permesso di migliorare le proprie conoscenze sui fattori di rischio cardiovascolari. Il 97 per cento ha dichiarato che avrebbe tenuto conto dei consigli ricevuti e ben il 68,5 per cento si è detto intenzionato a parlarne con il proprio medico.

“Con particolare riferimento alle considerazioni sui fattori di rischio cardiovascolare, la campagna ha permesso di evidenziare che il 15 per cento dei soggetti era iperteso, il 44 per cento presentava alti livelli di colesterolo nel sangue, il 23 per cento fumatore, il 20 per cento non svolgeva alcuna attività fisica e il 44 per cento era in sovrappeso, di cui l’11 per cento obeso - afferma Roberto Volpe, ricercatore del servizio di prevenzione e protezione del Cnr di Roma - La bontà di iniziative come questa e l’apporto che può dare la medicina sui posti di lavoro risiede, dunque, proprio nell’opportunità di andare ad evidenziare quei fattori di rischio su cui si può e si deve agire per una migliore prevenzione”.

I costi e l’impatto sul lavoro. In Italia tali costi diretti delle malattie cardiovascolari per il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) sono di circa 16 miliardi di euro all’anno, ai quali vanno aggiunti circa 5 miliardi di euro in termini di costi indiretti calcolati principalmente come perdita di produttività. “E’ importante considerare, comunque, che i costi indiretti non comprendono solo la produttività ma anche le spese sostenute dal sistema previdenziale che è responsabile di fornire prestazioni assistenziali e previdenziali a tutte le persone affette da patologie e che eroga pensioni di inabilità ed assegni di invalidità. - afferma Massimo Piccioni, coordinatore generale e medico legale dell'Inps di Roma - Le malattie del sistema cardiocircolatorio sono, infatti, al secondo posto tra le cause di invalidità previdenziale, dopo le malattie oncologiche. Sul versante assistenziale, che riguarda invece i cittadini di tutte le età e non solo in età lavorativa, le malattie cardiovascolari rappresentano la quarta causa di morte”.

Da un’analisi condotta dal Centre for health economics and management (Chem) dell’Università Tor Vergata di Roma, in collaborazione con la banca dati Inps, le malattie del sistema cardiocircolatorio rappresentano una voce importante di costo, rispetto agli altri gruppi patologici, se consideriamo le singole prestazioni previdenziali - gli assegni ordinari di invalidità e le pensioni di invalidità previdenziali con una spesa dal 2009 al 2015 rispettivamente di 4,7 miliardi e 669 milioni in media all’anno - corrispondente al 23 per cento, su un totale di spesa complessiva per assegni ordinari di invalidità, e 8,8 miliardi pari al 19 per cento, su un totale di spesa per pensioni di invalidità. “La spesa annuale complessiva in Italia per invalidità previdenziale ammonta a circa 10 miliardi di euro che sale a 16 miliardi per invalidità assistenziali, voci di costo per lo stato che sono molto impegnative e comunque non esaustive in considerazione del fatto che non tengono conto dei lavoratori del settore pubblico e che mancano informazioni e dati riguardanti le assenze da lavoro per malattia - conclude Piccioni - In questo contesto è fondamentale considerare che, a costi invariati, è possibile una redistribuzione delle risorse a favore di una maggiore allocazione sul versante della prevenzione, come investimento volto ad evitare l’invalidità. Redistribuzione che noi, come Istituto, auspichiamo fortemente”.

L’importanza della prevenzione e dell’aderenza alle terapie. La prevenzione gioca un ruolo cruciale in questo quadro. Favorire politiche e azioni di prevenzione è possibile attraverso diverse azioni, tra cui, in particolare per le malattie cardiovascolari la principale è garantire l’aderenza alla terapia. E’ stato dimostrato, infatti, che una più efficace prevenzione, unita ad una migliore adesione alle terapie per coloro che sono in trattamento, è in grado di ridurre la spesa pubblica. Uno studio pubblicato nel 2015 sull’European Journal of Health Economics sull’impatto di una corretta adesione terapeutica per la cura nello studio della sola ipertensione - uno dei fattori di rischio predominanti delle malattie cardiovascolari - ha dimostrato come, all’interno di una analisi su 5 Paesi Europei, una adeguata aderenza alla terapia si associa a un miglioramento dello stato di salute dei pazienti e può far risparmiare risorse al sistema sanitario. Infatti, in una proiezione a 10 anni è stato calcolato che il raggiungimento di un livello di aderenza alla terapia del 70 per cento in Italia - contro il solo 40-41 per cento attualmente registrato nel nostro paese - determinerebbe un risparmio pari a circa 100 milioni di euro. Il tutto, ovviamente accompagnato da un miglioramento dello stato di salute dei pazienti. “Prevenzione, corretta gestione del paziente e corretta somministrazione delle tecnologie e delle terapie possono dunque incidere positivamente innanzitutto sul miglioramento dell’efficacia dell’intervento e della qualità di vita del paziente e garantire, nel medio-lungo periodo, anche una riduzione importante della spesa sanitaria, previdenziale e dei costi sostenuti direttamente dalle famiglie - precisa Francesco Saverio Mennini, direttore del Centre for economic evaluation and HTA (Eehta) dell’Università Tor Vergata, Roma - In Italia solo il 14 per cento del totale della spesa pubblica è dedicato alla salute. Siamo un paese, dunque, che non spende molto in questo ambito - ben al di sotto della media dei paesi dell'Ocse – un segno anche questo della necessità di incrementare le politiche di prevenzione”.

In Italia, secondo i dati del 2014 forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, ben 127 mila donne e 98 mila uomini muoiono ogni anno per ictus e per malattie del cuore, tra cui infarto e scompenso; inoltre, molte di queste morti avvengono prima dei 60 anni di età. La collaborazione tra le Istituzioni, associazioni e aziende, sia del mondo del lavoro che della salute, resta dunque un aspetto fondamentale con l’obiettivo comune di salute di tutti i cittadini.

Lo chef Simone Salvini in cattedra: “Come nutrirsi in modo sostenibile”

Lo chef Simone Salvini in cattedra: “Come nutrirsi in modo sostenibile”


di Matilde Scuderi



La mensa dell’ateneo romano della Luiss si è trasformata per un pomeriggio in un vero e proprio laboratorio gastronomico sull’alimentazione sana e senza sprechi, che ha dato il via alla prima edizione del corso di 'Wellbeing e sostenibilità', diretto dalla nutrizionista Sara Farnetti, in partenza a marzo e rivolto a tutti gli studenti degli indirizzi triennali e a ciclo unico, con l'obiettivo di fornire loro strumenti per alimentarsi e vivere in modo migliore, e di sfatare alcuni miti che si sono radicati nella nostra cultura culinaria e che andrebbero invece eliminati, come ad esempio quello della colazione a base di cibi dolci, che invece di aiutare a concentrarsi - quindi a focalizzarsi sullo studio - conduce a un eccesso di zuccheri nel sangue che non solo è dannoso per la concentrazione ma porta ai famigerati picchi di ipoglicemia, responsabili del senso di fame che spesso sopraggiunge a metà mattina. Tanti i temi affrontati nel corso delle lezioni: dalla nutrizione funzionale all’alimentazione nello sport, dal diritto sanitario alla prevenzione come presupposto di sostenibilità.

A dimostrazione che una cucina sana e attenta non solo all'ambiente ma anche alla nutrizione equilibrata può - anzi deve - essere allegra e gustosa, lo chef stellato Simone Salvini si è esibito in uno show cooking di cucina vegetale, con la preparazione di piatti 100 per cento a tutela dell’ambiente utilizzando i prodotti biologici dell’orto Luiss per la preparazione di due appetitose ricette: un'insalata russa con una colorata maionese preparata esclusivamente con ingredienti vegetali e un carpaccio invernale di verdure integrali. Ma questa iniziativa è solo la punta dell'iceberg: l'ateneo infatti è da lungo tempo impegnato nella creazione di una cultura dell'attenzione - all'individuo, all'ambiente e alla società - e del rispetto delle risorse ambientali: introducendo i lavori, il direttore generale dell’ateneo, Giovanni Lo Storto ha detto: “Abbiamo deciso di proporre ai nostri studenti un corso formativo di alimentazione sostenibile, perché ci permette di insegnare loro che mangiare sano ha un impatto non solo su noi stessi ma anche sulla collettività. In Luiss portiamo avanti iniziative anti spreco e di cultura della terra, con il nostro orto condiviso, con l’obiettivo di fornire a giovani, futuri manager, più strumenti possibili per stimolare la consapevolezza di ciò che li circonda”. Gli studenti hanno accolto con entusiasmo questa iniziativa e si sono mostrati  attenti e volenterosi di imparare a operare delle scelte consapevoli per sè stessi e per l'ambiente, dimostrando che la via per un futuro sostenibile esiste e passa attraverso l'educazione delle nuove generazioni. 

Risultati promettenti per la terapia dell’atrofia muscolare spinale (Sma)

Risultati promettenti per la terapia dell’atrofia muscolare spinale (Sma)


di Matilde Scuderi



Buone notizie per i malati di atrofia muscolare spinale (Sma): la terza fase dello studio ENDEAR su nusinersen, farmaco sviluppato da Biogen per combattere la Sma, si è conclusa con ottimi risultati, presentati durante il congresso annuale della British Paediatric Neurology Association (Bpna). I dati hanno infatti mostrato una consistente riduzione - pari al 47 per cento -  del rischio di morte o di ventilazione assistita permanente per i neonati trattati con il farmaco rispetto ai neonati non sottoposti ad alcun tipo di terapia. La  Sma è una patologia neuromuscolare caratterizzata da una perdita di neuroni motori nel midollo spinale e nella parte inferiore del tronco encefalico che conduce a una progressiva atrofia dei muscoli. Nei casi più gravi si arriva alla paralisi totale che impedisce persino azioni basilari quale deglutire e respirare. Biogen, considerata la positività dei risultati provvisori ottenuti e l’urgenza di somministrare terapie efficaci al maggior numero possibile di persone affette da Sma, ha deciso di chiudere precocemente lo studio ENDEAR, al fine di garantire nel minor tempo possibile l’accesso ad un futuro studio ‘in aperto’ che prevede la somministrazione di  SPINRAZA a tutti i piccoli partecipanti.

“Benché ENDEAR sia stato concluso precocemente sulla base dei risultati positivi, lo studio dimostra che un numero significativamente maggiore di bambini trattati con SPINRAZA è sopravvissuto e non ha avuto necessità di ventilazione assistita permanente. Questi dati sottolineano ulteriormente l’impatto che SPINRAZA potrebbe avere sulle persone che convivono con questa malattia devastante - ha dichiarato Wildon Farwell, senior medical director, Clinical Development di Biogen - Siamo molto incoraggiati dal fatto che già questa settimana alcune persone affette da Sma abbiano iniziato il trattamento con SPINRAZA negli Stati Uniti e continueremo a lavorare a stretto contatto con le agenzie regolatorie per rendere disponibile nel minor tempo possibile questa terapia ai pazienti di tutto il mondo”