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lunedì 31 ottobre 2016

L'intervista di Enrico Paoli a Enrico Mentana I diktat di Renzi: "Chi vuole contro di lui in tv e chi no"

Enrico Mentana rivela i diktat di Renzi: "Chi vuole contro di lui in tv e chi no"


di Enrico Paoli
twitter@enricopaoli1



Direttore Enrico Mentana, ma il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato contento o no del faccia a faccia con Ciriaco De Mita?

«Di sicuro, se non fosse stato di suo gradimento, non avrebbe accettato. Non se a posteriori era altrettanto soddisfatto. Non glielo ho chiesto, non sono andato a fare spogliatoio. Forse non aveva letto l' editoriale di Vittorio Feltri di sabato mattina su Libero».

Possibile. Però con la scelta di De Mita a qualcuno è venuto il dubbio che ci sia una sorta di posizione renziana di Mentana?

«Una posizione renziana? No...(pausa, silenzio...). Perché renziana? (altro sospiro lungo). Ma no... Faccio solo il mio mestiere, senza favorire l'uno o l'altro. Non inizio certo a 61 anni, non avendolo fatto prima. La questione, in realtà, è un'altra….».

E qual'è?

«Non abbiamo messo sotto contratto i politici. In tutto il mondo i capi di governo si misurano solo con il capo dell'opposizione e in piena campagna elettorale. In Italia pretendiamo tutto, ma è già grasso che cola se riusciamo a fare queste cose. La nostra è l'unica democrazia in cui, per sua necessità, il premier fa dei faccia a faccia paritari con altre figure».


Il dubbio della deriva renziana è venuto vedendo in trasmissione De Mita e non Massimo D'Alema…

«D'Alema per ora ha detto di no, altrimenti lo avrei invitato. Chiariamo un punto. Nella disponibilità di Renzi, e non è un segreto, ci sono gli ex presidenti del Consiglio schierati per il no (De Mita, Dini, D'Alema e Monti, ndr) e il leader del Movimento 5 Stelle, ovvero Beppe Grillo. Questo è il perimetro».

Un perimetro molto ristretto, a dire il vero. E Silvio Berlusconi?

«Certo che il Cavaliere ne fa parte. Sto lavorando per portarlo in trasmissione. Solo che l' ex presidente del Consiglio ha dato la sua disponibilità solo per le ultime settimane di campagna elettorale. Non prima. Gli amanti delle dietrologie, semmai, si arrovelleranno sul perché non ho invitato Monti o Dini».

Ecco appunto.

«Monti rappresenta una stagione ben precisa della politica italiana. In pratica quando tutte le macchine da gara erano ai box in pista c' era la safety car. Ho scelto De Mita perché, teoricamente, con Renzi hanno radici comuni. Ed era quello che mi intrigava. Come si è visto, poi, il confronto è iniziato in modo accademico ed è finito con un regolamento di conti».

Ma chi ha vinto?

«Non è paraculismo, ma in questi casi non c' è mai un vincitore. Sono due spartiti diversi e ognuno di loro ha il proprio pubblico. Scorrendo le reazioni ad ogni livello, dai social in su, trovi chi dice che De Mita ha asfalto Renzi o viceversa».

E fra Gustavo Zagrebelsky e De Mita?

«Io faccio l'arbitro non l' esaminatore, anche se al confronto fra il professore e il premier tengo molto. Facile dire "ecco a voi Matteo Salvini contro Angelino Alfano". Troppo facile, anche se interessante».

D' accordo, ma chi l'ha colpita di più fra il costituzionalista e l'ex segretario della Dc?

«Sono due persone diverse, uno è un professore e l'altro un politico. Diciamo che De Mita, politicamente, ha messo maggiormente in difficoltà Renzi. Questo vuol dire che il faccia a faccia di venerdì sera è stato il primo vero confronto politico del premier da quando è segretario del Pd e presidente del Consiglio. È un dato di fatto».

Com'è un dato di fatto la voglia di vedere un confronto con Berlusconi. Lo vedremo?

«Sarebbe una cosa molto interessante. Anche perché esiste una foto che documenta il rapporto storico fa fra Renzi e De Mita mentre non esiste una che immortala il premier con il leader di Forza Italia. Sarebbe una prima volta, al di là degli incontri al Nazareno o a Palazzo Chigi».

A proposito di Forza Italia e Cinque Stelle. Non vedremo il match fra Renato Brunetta e Renzi e nemmeno quello con Grillo?

«Brunetta non rientra nella lista di Renzi, però sto lavorando per farlo incontrare con il ministro Maria Elena Boschi. E sarà un bel match. Fra Renzi e Grillo, invece, sarebbe un nulla di fatto, solo rissa. Puro spettacolo, diciamo. I due sono asimmetrici, ma paralleli. Non ne esce nulla, potremmo già scrivere tutto. Meglio, molto meglio, la Boschi con il pentastellato Alessandro Di Battista. Sono sicuro che ne verrà fuori un bel faccia a faccia. Le cosiddette seconde linee grilline sono una presenza importante».

Dato il quadro Mentana stavolta andrà a votare?

«Non credo... Anche se ai referendum, contrariamente alle politiche, qualche volta sono andato».

Ma se ci andrà?

«Vediamo. In questo momento sono nelle classica posizione dell' arbitro a cui viene chiesto per chi fa il tifo. Non chiedetemelo, per giunta in pieno campionato, sapendo quanto sia tiepido. Mi interessa di più fare un bel programma che dare una mano a qualcuno».

Ma la televisione è determinante o no per il risultato del voto?

«No. Io non credo, e lo dico contro il mio stesso interesse. Sono convinto che le scelte maturino in mille altri modi, leggendo i giornali e seguendo il libero dibattito sui social network. Conta più la lettura della televisione».

E della Rai che dice?

«Che dire, il problema della Rai è che la politica è l' editore. Difficile organizzare i confronti politici»

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