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domenica 28 agosto 2016

SCIACALLI E LINCIAGGI La vergogna nel terremoto: chi fingevano di essere

Sciacalli del terremoto: fermati altri due, evitato il linciaggio. Chi fingevano di essere



Si spacciano per agenti di polizia e carabinieri, esponenti della Protezione civile o semplici volontari. Invece di angeli del terremoto, però, sono sciacalli. Ieri ne sono stati arrestati due nella martoriata Amatrice: si aggiravano con fare sospetto tra le rovine di uno stabile sgomberato, gli agenti del contingente della Polizia di Roma Capitale, in attività sul posto, si sono subito avvicinati fermandosi per un controllo. Sospettati di sciacallaggio, sono stati condotti presso la base operativa, anche per allontanarli dalla folla che iniziava ad inveire e voleva linciarli. I sospettati, due, italiani di 30 anni circa, hanno dichiarato di aver viaggiato per 700 km e di essere lì per aiutare: agli accertamenti, condotti con l'ausilio di una stazione mobile dei Carabinieri, sono risultati pregiudicati con numerosi precedenti specifici tra cui furto e rapina. Indagini sono tuttora in corso per stabilire se avessero nascosto eventuali beni. Nelle stesse ore un uomo si era spacciato per agente in perlustrazione, è stato allontanato da una donna che gli ha chiesto il tesserino. 

Occhio al nome, Renzi ha già scelto: ecco chi guiderà il post-terremoto

Terremoto, Renzi ha scelto il commissario per la ricostruzione: sarà Vasco Errani



Il commissario per la ricostruzione di Amatrice e delle zone distrutte dal terremoto Matteo Renzi l'ha già scelto: sarà Vasco Errani, già governatore dell'Emilia Romagna e uomo fortissimo del Pd nella regione più rossa d'Italia. Una nomina molto politica, perché Errani, oltre a essere stimato a Palazzo Chigi, è anche un uomo vicinissimo a Pierluigi Bersani e all'ala sinistra dei democratici. Un nome, dunque, che metterà d'accordo tutto il partito ed eviterà a Renzi insidie, critiche e veleni interni. Tra l'altro, Errani è gradito anche a tutti i presidenti delle Regioni interessate dalla devastazione, che si sono detti d'accordo.

Già subito dopo il sisma il premier aveva lanciato la linea della "concertazione" tra maggioranza e opposizioni in Parlamento, linea che ha trovato subito sponda in Silvio Berlusconi, che si è detto pronto a votare le misure varate dal governo. "Noi dobbiamo far sentire a questa gente che lo Stato c'è e, nel contempo, dobbiamo far capire che vogliamo rispettare la volontà dei sindaci dei paesi coinvolti", ha spiegato Renzi, di fatto ribaltando l'impostazione che il leader di Forza Italia usò dopo il terremoto dell'Aquila. Saranno i sindaci a scegliere come gestire il post-sisma e la ricostruzione, se cioè creare new town oppure (è questa l'ipotesi favorita) intervenire negli stessi luoghi colpiti.

Feltri, la verità amara sul terremoto: "Pensano ai morti, ignorano i vivi"

Feltri, la verità amara sul terremoto: "Perché pensano ai morti, ignorano i vivi"



Di solito succede questo: le grandi tragedie nazionali mobilitano i mezzi di comunicazione, che per qualche giorno non fanno altro che parlarne in tutte le salse fino alla saturazione. Le maratone televisive, che riprendono da ogni angolazione i danni provocati dal terremoto, durano meno di una settimana, sempre le stesse, i soliti cumuli di pietre, mani nude che scavano, cadaveri, gente disperata, lacrime.

D'altronde che altro potrebbero fare i giornalisti se non raccontare ciò che hanno sotto gli occhi? Ma la ripetitività a lungo andare spegne le emozioni che si tramutano in noia. Tra un po' i riflettori si trasferiranno dall’Umbria, dalle Marche e dal Lazio in altri luoghi e anche l'ultima sciagura sarà archiviata, salvo tornare a bomba quando si scoprirà che qualche malfattore, approfittando del dolore altrui, avrà trovato il modo di arricchirsi: appalti, stecche, prezzi gonfiati.

C'è una regola che non muta mai: le disgrazie sono occasioni d'oro per chi non ha scrupoli. L'esperienza ci ha istruiti. Cosicché alla fine di settembre saranno pochi, oltre ai terremotati, a ricordarsi del flagello che ha martoriato il Centro Italia. Compariranno qua e là notizie riguardanti la ricostruzione, che tarderà a cominciare, il recupero dei capitali necessari a finanziare le opere, le beghe tra le imprese che cercheranno di accaparrarsi gli appalti. Nulla di appassionante. E le nostre coscienze si quieteranno. Ecco quanto è sempre successo e succederà ancora. Le brutte abitudini sono le più resistenti.

Personalmente, in veste di cronista ho seguito parecchie calamità: il sisma che distrusse il Friuli nel 1976, quello che sbriciolò l'Irpinia nel 1980, quello di Perugia e dintorni nel 1997 e, assai recente, quello che ha violentato l'Emilia. L'indomani di ogni catastrofe si è assistito alle medesime immancabili scene e si sono uditi i medesimi discorsi improntati a buone intenzioni, a prescindere dal colore del governo in carica: faremo, brigheremo, ci impegneremo affinché le prossime scosse non ci colgano impreparati.

Parole, parole, soltanto parole. Esportiamo in vari Paesi le nostre tecnologie da applicarsi agli edifici al fine di renderli sicuri, ma non le applichiamo in Patria. Siamo bravi nella cura di ogni territorio tranne quello che calpestiamo. Perché? Si possono avanzare soltanto ipotesi: non siamo capaci di organizzarci, abbiamo una classe politica scucita e perennemente in polemica con se stessa. Risultato, anziché fare, discutiamo. Si pensi che non abbiamo ancora un piano per le zone attualmente disastrate. Le istituzioni, la Boldrini in testa, si dannano per ottenere esequie collettive per le vittime. Sono più preoccupate dei morti che dei vivi. Spendono molti quattrini per i profughi e lesinano aiuti per i nostri connazionali bisognosi. 

Insomma, questa è la situazione e non promette niente di buono. C'è il timore che i terremotati siano costretti a stare in tenda mesi, mentre gli extracomunitari si crogioleranno in belle camere d'albergo, ben pasciuti, nutriti e riveriti. L'accoglienza e la solidarietà sono solo per individui di importazione.

Straziante lettera del vigile del fuoco sulla bara della piccola Giulia

La lettera straziante del vigile sulla bara della piccola Giulia



Ha salvato la vita a Giorgia, rimasta 16 ore sotto le macerie. Non è riuscito invece a strappare alla morte la sua sorella maggiore, Giulia. E così il Vigile del fuoco Andrea ha voluto lasciare sulla bara della bambina una lettera, straziante. È uno dei tanti momenti commoventi di oggi, giorno di lutto nazionale: ad Ascoli si sono celebrati i funerali delle vittime marchigiane del terremoto che ha raso al suolo, oltre ad Amatrice e Accumoli, anche Arquata e Pescara del Tronto.

La lettera da brividi - "Ciao piccola, ho solo dato una mano a tirarti fuori da quella prigione di macerie. Scusa se siamo arrivati troppo tardi, purtroppo avevi già smesso di respirare ma voglio che tu sappia da lassù che abbiamo fatto tutto il possibile per tirarvi fuori di lì". "Quando tornerò a casa mia a l'Aquila - scrive il Vigile del Fuoco - saprò che c'è un angelo che mi guarda dal cielo e di notte sarai una stella luminosa. Ciao Giulia, anche se non mi hai conosciuto. Ti voglio bene".

La frase commossa del Cav sul sisma "Il precedente drammatico negli occhi"

Berlusconi, la frase commossa per i terremotati. "Il precedente drammatico davanti agli occhi"



"Questo è il momento dell’unità e dello sforzo comune per assicurare la massima efficacia e sollecitudine degli interventi". Silvio Berlusconi rompe il silenzio per unirsi al dolore dei familiari delle vittime del terremoto che ha sconvolto il Centro Italia. Il Cav sceglie il giorno dei funerali solenni ad Ascoli Piceno per invocare lo spirito di solidarietà nazionale che in questi casi deve prevalere su ogni polemica. Da qui l’invito all’unità rivolto ai partiti. Con una dichiarazione diffusa dalla segreteria del suo fedelissimo Valentino Valentini, l’ex premier ricorda il sisma dell’Aquila di sette anni quando era al governo ("Ho davanti agli occhi quel drammatico precedente") e promette che Fi è pronta a collaborare con la maggioranza per aiutare le popolazioni colpite: "Siamo pronti a sottoscrivere in Parlamento ogni provvedimento legislativo utile a favorire i soccorsi e la ricostruzione". Con queste parole, raccontano, il leader azzurro forse ne approfitta anche per replicare a chi lo ha criticato per il suo silenzio fino ad ora sul terremoto e per dare un segnale politico a tutti (da Matteo Renzi agli stessi alleati di Fi), facendo sentire la sua voce di leader del centrodestra e delle opposizioni. "So bene - scrive Berlusconi - quanto sia difficile in questi momenti coordinare con efficacia e rapidità gli sforzi per prestare i primi soccorsi e insieme riavviare la ricostruzione nei temi più brevi possibili". Per questo, avverte: "È necessaria la collaborazione costruttiva di tutti gli organi e le amministrazioni pubbliche". L’auspicio del presidente di Fi "è che oggi come allora si possa dare al più presto un tetto dignitoso a chi lo ha perduto". Di fronte alla "tragedia che ha colpito le popolazioni di diversi comuni dell’Italia centrale - continua - non ci sono parole adatte ma solo il cordoglio, la solidarietà, la preghiera. Sono vicino con il cuore alle vittime, ai feriti, ai loro famigliari e a tutti coloro che hanno perso la propria casa e i propri beni". Berlusconi, dunque, preferisce tirarsi fuori dalle polemiche interne a Fi e al centrodestra di queste settimane, lasciando la scena a Stefano Parisi, ma decide di rompere il silenzio sul terremoto, offrendo la sua disponibilità a collaborare con il governo Renzi per senso di responsabilità nazionale.

L’ex presidente del Consiglio resterà a Villa La Certosa anche la prossima settimana, circondato dall’affetto della famiglia (figli e nipoti). Il rientro ad Arcore è atteso per lunedì 5 settembre o al massimo per il 12. In giornata, raccontano fonti azzurre, si è diffusa la voce su qualche problema di salute per Berlusconi. Voce alimentata, forse, da chi segnalava la presenza del medico di fiducia Alberto Zangrillo, a Porto Rotondo, per controlli di routine. Un rumor smentito seccamente dagli stretti collaboratori del Cav ("È una voce falsa e infondata"), visto che il presidente di Fi ha anche voluto fare una nota sul sisma. Le parole di Berlusconi fanno seguito a quelle del presidente del Senato, Pietro Grasso, che oggi, per primo, in visita ad Amatrice, lancia un appello all’unità, in particolare alle opposizioni: " La politica deve essere unita in questo momento. Compito delle opposizioni è controllare e migliorare le scelte e i provvedimenti del governo" e non contrastarli per partito preso. Ad accogliere subito l’invito di Grasso Renato Brunetta, presidente dei deputati di Fi, che chiede a Renzi di allargare il Tavolo della coesione nazionale. "Adesso -spiega in un comunicato l’ex ministro- chiediamo al presidente del Consiglio un salto di qualità: dopo il tragico terremoto che nei giorni scorsi ha così duramente colpito il centro Italia, estendiamo il Tavolo di coesione nazionale all’emergenza che stiamo vivendo dopo questo sisma, al tema della ricostruzione, e alla prevenzione da attuare in tutto il Paese per far in modo che simili sciagure siano quanto meno attutite da un corretto e virtuoso rapporto con il nostro territorio".

Napoli, doppio Milik e doppio Callejon Milan tenta l'impresa, è disastro: 4-2

Napoli, doppio Milik e doppio Callejon. Milan tenta l'impresa, è disastro: 4-2



Non basta l'espulsione di Maurizio Sarri per rallentare il Napoli che si impone al San Paolo contro il Milan 4-2. I padroni di casa erano partiti col botto nel primo tempo, grazie alla doppietta di Milik al 18' e al 33'. L'intervallo serve a Viincenzo Montella per scuotere i suoi e ha ragione: Niang infila angolatissimo la prima rete rossonera al 51'. Quattro minuti dopo firma il capolavoro Suso, per il momentaneo pareggio. Gli assalti continui dei partenopei trovano sfogo al 74' con Callejon che riporta il vantaggio di casa. Un minuto dopo il Milan resta in dieci con l'espulsione di Kucka, all'87' lo seguirà Niang che ostacola Reina. In pieno recupero arriva il secondo gol di Callejon che fa partire la festa al San Paolo. C'è spazio anche per la parata di Romagnoli che gli costa solo un giallo.

sabato 27 agosto 2016

LA BUFALA PIU BECERA "Governo ha falsato il sisma": così ingannano i terremotati

La bufala becera. "Il governo ha falsato il sisma": come funzionano i risarcimenti



Sui social circola un testo secondo cui il governo italiano e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia avrebbero ridotto di proposito la magnitudo registrata dal terremoto che lo scorso 24 agosto ha colpito l'Italia centrale. È una delle bufale più popolari degli ultimi giorni. Secondo il testo delirante, la vera magnitudo sarebbe stata di 6.2, citando una legge del maggio 2012 in base alla quale lo Stato non riconosce i danni per scosse inferiori a 6.1, scaricando tutto sugli enti locali.

La falsità del testo nasce innanzitutto dalla profonda ignoranza di chi l'ha inventata (e chi l'ha condivisa) sul meccanismo di risarcimento dei danni, non basato in realtà sulla magnitudo ma sugli effetti che le scosse hanno provocato sul territorio colpito.

La legge citata nel testo della bufala è esistita per pochi mesi, era il decreto legge n.59 del 15 maggio 2012 approvato dal governo di Mario Monti. Nel testo della legge era riportato che: "al fine di consentire l'avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali" in alcuni casi veniva escluso "l'intervento statale, anche parziale, per i danni subiti dai fabbricati". Nonostante cinque giorni dopo il varo della legge ci fosse stato il terremoto dell'Emilia inferiore a 6.2, il governo si impegnò comunque a coprire al cento per cento le spese per la ricostruzione. Quella stessa legge è stata poi soppressa con la n.100 del 12 luglio 2012.