Visualizzazioni totali

martedì 17 maggio 2016

L'UNITÀ, ROSSI UMILIATI A tre settimane dal voto... Renzi caccia il direttore / Foto

L'Unità, crisi rossa. Renzi licenzia il direttore: chi ha scelto



L'Unità passa dalla rivoluzione gramsciana a quella dei direttori renziani. I conti del quotidiano per il 20% di proprietà del Pd sarebbero in profondo rosso, secondo il Corriere della sera, e la redazione è sul piede di guerra perché la proprietà ha in mente di dimezzarla, passando da 33 a 16 giornalisti per contenere i costi. Non sarà però l'attuale direttore Erasmo D'Angelis a far partire la mannaia. La sua missione si è spenta dopo appena un anno, ora tornerà a fare il dirigente a palazzo Chigi per lasciare il posto a un renziano più renziano di lui. Il nuovo direttore de L'Unità sarà Riccardo Luna, già primo direttore di Wired Italia e il Romanista, oltre che collaboratore di Repubblica. Per Renzi, Luna è stato il guru dell'innovazione al quale ha affidato tanti progetti la cui realizzazione è tanto difficile da definire, da farli passare per geniali. Come i Digital champion, gli innovatori sparsi per la nazione che avrebbero rivoluzionato il sistema Paese, non pervenuti. A Luna innanzitutto l'ingrato compito di risollevare le sorti del quotidiano Dem, con un occhio più attento al digitale e al web, dove L'Unità non sembra brillare. E poi una missione ben più delicata in vista del referendum di ottobre, il quotidiano sarà chiamato al disperato obiettivo di sostenere il caro leader ed evitare il tracollo delle urne.

Feltri, profezia sulle unioni gay: "Vedrete che fine faranno"

Unioni omosessuali. la profezia di Vittorio Feltri: "Vi dico io che fine faranno"


di Vittorio Feltri



A bocce ferme si può tentare un ragionamento sulle unioni civili e le varie convivenze approvate dal Parlamento. Molti - non so quanti - sono contrari alla legge e protestano. In particolare, non tollerano che gli omosessuali contraggano una specie di matrimonio, che poi matrimonio non è. Se si fa notare che ormai mezzo mondo ammette ufficialmente l’accoppiamento stabile fra gay, i tradizionalisti rispondono che l’Italia è un Paese di mentalità e cultura cattolica, pertanto è logico che la maggioranza rifiuti ciò che contrasta con le proprie idee.

Non ho intenzione di polemizzare con chi è ostile alle nuove norme. Vorrei solo ricordare a chi è giovane o non ha buona memoria, che anche il divorzio - a suo tempo - generò scontri micidiali fra credenti (di fede intransigente) e laici (esagero) libertari. Era l’inizio degli anni Settanta. Allora i cristiani promossero un referendum il cui risultato premiò i divorzisti, e quasi per incanto cessarono le diatribe. Adesso nessuno oserebbe scendere sul sentiero di guerra in difesa dell’indissolubilità del matrimonio.

La gente ha capito: non è obbligatorio divorziare, così come non è obbligatorio sposarsi. Trattasi di facoltà (cioè atti facoltativi). In altri e più espliciti termini chi desidera unirsi per sempre è libero di fare simile scelta e chi, viceversa, decide di rompere il legame, allo stesso modo è libero di procedere in questo senso. Alcune formazioni cattoliche, legittimamente, si stanno organizzando allo scopo di sottoporre a plebiscito la materia relativa agli omosessuali e ad altri soggetti. Si può fare. Sono certo però che se la legge non verrà abrogata, tra un lustro al massimo essa sarà stata metabolizzata dalla società e non sarà più contestata.

Non mi sembra quindi il caso di alimentare lo scandalismo in assenza di un autentico scandalo. Indubbiamente, le novità turbano gli animi e suscitano apprensione, ma non appena digerite entrano a pieno titolo nel costume e si accettano. La medesima cosa accadde per l’aborto. In breve, si passò dalle polemiche infocate all’accoglimento pacifico della interruzione della gravidanza. Giusto o sbagliato? Personalmente non sono del tutto convinto sia lecita la soppressione del feto (che poi è un bambino). Però mi sono inchinato e mi inchino alla volontà popolare. La democrazia non mi piace in ogni circostanza, ma me la faccio piacere perché, come diceva Churchill, le altre formule di governo sono peggiori, dato che è inattuabile una dittatura con me al vertice.

Tornando agli omosessuali, sui quali si è legiferato fra tanti contrasti, devo confessare che non comprendo il motivo del contendere. Brutalmente. Se due gay campano sotto il medesimo tetto e convivono more uxorio a me non importa niente e non vedo perché dovrei impedire loro di realizzare il progetto. Scusate: non me ne frega un accidente. Agiscano come preferiscono. Che disturbo danno?

Gli omosessuali, “sposati” o no, esistono comunque, tanto vale lasciare che stiano in coppia. Non cambia nulla. Per noi etero la fedeltà coniugale sarebbe richiesta, una specie di precetto, ma alzi la mano chi non l’ha impunemente violato. Un minimo di pragmatismo e di realismo bisogna praticarlo e non stracciarsi le vesti dinanzi a chi “sgarra”. Inoltre, vogliamo prendere atto che le famiglie cosiddette regolari non sono in genere esempi di moralità e di cura della prole, se sono attendibili le statistiche secondo le quali una moltitudine di genitori picchia i figli?

Da qui la certezza che le future unioni civili e di fatto non saranno né buone né cattive, ma esattamente come le altre, quelle consacrate. L’umanità è quella che è a prescindere dalle preferenze sessuali. È destinata all’imperfezione.

"Armi e aiuti, niente intervento militare" Usa e Italia in Libia staranno a guardare

Vienna, accordo sulla Libia: "Via l'embargo sulle armi, aiuti ma niente intervento straniero"



Niente eserciti stranieri in Libia, ma più aiuti militari. Stati Uniti, Italia e altre venti potenze internazionali hanno convenuto sulla necessità di armare il governo di unità libico per continuare la lotta contro lo Stato islamico, che sta guadagnando terreno grazie allo stallo della situazione politica e al vuoto di potere nel Paese dal 2011. Nel vertice ministeriale che si è tenuto oggi a Vienna, i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito), insieme all'Italia e ad altri 14 stati europei e arabi hanno concordato infatti di cercare di revocare l'embargo sulle armi imposto alla Libia. 

Usa e Italia: "Via l'embargo sulle armi" - "Ribadiamo il nostro appoggio alla sovranità della Libia, alla sua integrità territoriale e alla sua unità", si legge in una nota diffusa dal Dipartimento di Stato Usa. Il presidente del Governo di unità libico designato dall’Onu, Mohammad Fayez al Serraj, che da marzo cerca di stabilire la sua autorità nel Paese, ha chiesto alle potenze internazionali aiuto nella lotta contro i jihadisti dell'Isis e la revoca dell'embargo, in vigore dal 2011. La richiesta è stata accolta dalle potenze, che si sono dette "disposte a rispondere alla proposta del governo libico per addestrare ed equipaggiare le forze e stabilire esenzioni dall'embargo". Il segretario di Stato Usa, John Kerry ha fatto sapere in una conferenza stampa a seguito del vertice che "la comunità internazionale appoggia il governo di unità libico per aiutare il Paese ad affrontare la crisi economica e aiutare la popolazione". Francia, Germania e Italia hanno inoltre precisato che l'instabilità in Libia e l'avanzata dello Stato islamico in una situazione di vuoto al potere rappresentano una minaccia diretta per l’Europa. "La stabilizzazione della Libia è la chiave per combattere il terrorismo. Senza stabilità si rischia un conflitto interno, anche armato", ha dichiarato il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, secondo cui "la stabilizzazione della Libia è necessaria anche per fronteggiare l’emergenza migranti". 

Al Serraj: "Sostegno straniero, non intervento" - Al Serraj ha ribadito di aver chiesto un aiuto ma non un intervento di forze straniere: "Chiediamo alla comunità internazionale di aiutarci, non parliamo di un intervento ma di sostegno". Al Serraj ha segnalato che la situazione in Libia è molto precaria anche per l'aggravarsi della crisi umanitaria, l'aumento di sfollati e il terrorismo, e ha segnalato la necessità di combattere questi problemi per evitare di compromettere altri Paesi. Ad esempio, ha ribadito, gli aiuti internazionali in materia di sicurezza sono essenziali per proteggere le frontiere e per evitare l’immigrazione illegale. La nomina lo scorso dicembre di un governo di unità non ha concluso la dualità istituzionale che divide il Paese per l'esistenza di due Parlamenti che non si riconoscono a vicenda. Da un lato il Parlamento di Tripoli, considerato ribelle, e dall'altro Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale e che a sua volta non ha riconosciuto il governo di unità designato dall'Onu. Kerry ha quindi chiesto a Tobruk di riconoscere il governo di Serraj, definito "l'unico strumento per ridare stabilità al Paese".

"Consumi bugiardi", la Fiat in tribunale: tutta colpa di questo modello / Guarda

Fiat, la class action contro la Panda: "Consumi bugiardi"



Guai in vista per la Fiat: 21.031 automobilisti hanno aderito a una class action contro Fca contro i presunti "consumi bugiardi" della Panda ammessa dal Tribunale di Torino. Come riporta Altroconsumo, le domande sono giunte dai possessori della Panda 1.2 benzina 51 kw: il 20,6% provengono dalla Lombardia, il 13,3% dal Piemonte, il 9,63% dalla Toscana e il 9,21% dal Lazio. Per il momento Fca non ha rilasciato alcun commento. 

I 28 preconvocati di Conte per gli Europei: sette debuttanti, 3 stranieri e un assente

Italia, i 28 preconvocati di Conte per gli Europei: ci sono 7 debuttanti


Il ct Antonio Conte ha reso noti i 28 preconvocati per la fase finale degli Europei di calcio. In attesa dei giocatori di Juventus e Milan, impegnati nella finale di Coppa Italia del 21 maggio (così come dei papabili nelle rose di Psg, Manchester United e Anderlecht, anche loro alle prese con gli ultimi impegni), la Nazionale si ritroverà a Coverciano per lo stage e tra gli azzurri ci sono 7 debuttanti assoluti: Benassi, Cataldi, Izzo, Pavoletti, Sportiello, Tonelli e Zappacosta. Tornano in Nazionale Borini e Mirante mentre sono novità assolute nell'era Conte Ogbonna e Marchetti, assenti rispettivamente dall'ottobre 2014 e dal marzo 2015. Torna in azzurro anche Daniele De Rossi mentre si chiude definitivamente la porta per Andrea Pirlo, da un anno a New York e non richiamato dal mister che lo aveva "rigenerato" alla Juventus.

I 28 preconvocati - Questo l’elenco completo dei convocati. Portieri: Federico Marchetti (Lazio), Antonio Mirante (Bologna), Marco Sportiello (Atalanta); Difensori: Francesco Acerbi (Sassuolo), Davide Astori (Fiorentina), Leonardo Bonucci (Juventus), Armando Izzo (Genoa), Angelo Obinze Ogbonna (West Ham), Lorenzo Tonelli (Empoli); Centrocampisti: Marco Benassi (Torino), Federico Bernardeschi (Fiorentina), Antonio Candreva (Lazio), Danilo Cataldi (Lazio), Daniele De Rossi (Roma), Lorenzo De Silvestri (Sampdoria), Stephan El Shaarawy (Roma), Alessandro Florenzi (Roma), Emanuele Giaccherini (Bologna), Jorge Luiz Jorginho (Napoli), Marco Parolo (Lazio), Roberto Soriano (Sampdoria), Davide Zappacosta (Torino); Attaccanti: Fabio Borini (Sunderland), Citadin Martins Eder (Inter), Ciro Immobile (Torino), Lorenzo Insigne (Napoli), Leonardo Pavoletti (Genoa), Graziano Pellè (Southampton).

La strada verso l'Europeo - Lo stage è fissato per mercoledì 18 a mezzogiorno e prevede sei sessioni di allenamento. Lunedì 23 maggio - riferisce la FIGC nella nota - verranno annunciati i convocati per la seconda parte del raduno pre Uefa Euro 2016 con ritrovo a Coverciano il giorno seguente. Previsti due periodi di lavoro di circa una settimana ciascuno per un totale di 12 giorni, comprese le amichevoli contro Scozia (29 maggio a Malta) e Finlandia (6 giugno a Verona), ultimi test prima della partenza per Montpellier dall'eroporto di Milano Malpensa (8 giugno). Tra le due gare, è prevista anche una serata evento dedicata alla Nazionale su Rai 1 il 31 maggio alle ore 20.35: Sogno Azzurro, in diretta dall'Auditorium Rai del Foro Italico di Roma, ospiterà la Nazionale al completo guidata dal ct Conte e tutta la delegazione che accompagnerà gli azzurri nell'avventura europea, a cominciare dal Presidente federale Carlo Tavecchio. Nella stessa occasione, Conte annuncerà la lista ufficiale per il torneo francese.

La sua nomina? Occhio, è illegale: Boschi, il nuovo grosso guaio

La bomba: la sua nomina è illegale. Guai per la Boschi


di Tommaso Montesano



La nomina di Maria Elena Boschi alla presidenza della Commissione per le adozioni internazionali (Cai), decisa da Matteo Renzi nel consiglio dei ministri dello scorso 10 maggio, è avvenuta in violazione della normativa che regola l’organizzazione della Commissione. La guida della Cai sarebbe dovuta andare ad Enrico Costa (Ncd), già in possesso della delega alla Famiglia.

A denunciarlo, nel corso del question time andato in scena al Senato giovedì scorso, è stato Carlo Giovanardi, senatore di Idea, il movimento fondato da Gaetano Quagliariello. «La legge prevedeva che fosse il ministro per la Famiglia a presiedere la Commissione», ha ricordato l’ex esponente di Ncd. Il riferimento di Giovanardi è al decreto del presidente della Repubblica numero 108 del 2007, contenente il «Regolamento recante il riordino della Commissione per le adozioni internazionali». Nel testo, infatti, all’articolo 3, relativo alla Presidenza della Cai, è stabilito che «la Commissione è presieduta dal Presidente del consiglio dei ministri o dal ministro delle politiche per la Famiglia». «Io stesso, quando dal 2008 al 2011 sono stato sottosegretario di Palazzo Chigi con delega alla Famiglia, ho guidato la Cai», ha ricordato Giovanardi. Invece Renzi, che ha affidato le deleghe per la Famiglia a Costa, nominato ministro degli Affari regionali lo scorso gennaio, ha preferito affidare la Commissione per le adozioni a Boschi, già in possesso dei ministeri delle Riforme, dei Rapporti con il Parlamento e delle Pari Opportunità.

Una nomina che, nel momento in cui il Pd annuncia la riapertura della partita sulle adozioni per le coppie omosessuali, non va giù a Giovanardi, che insieme agli esponenti degli altri partiti del centrodestra sta per depositare il quesito su cui raccogliere le firme per l’abrogazione della legge Cirinnà. «Boschi è notoriamente a favore delle adozioni per le coppie gay, quindi totalmente al di fuori dal contesto delle adozioni internazionali», ha attaccato Giovanardi a Palazzo Madama. Tutto il contrario di Costa, che con il suo partito, Area popolare, ha già annunciato di non avere alcuna intenzione di far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta, ossia la stepchild adoption. Da qui il sospetto che Renzi abbia voluto depotenziare un ministero, quello di Costa, che sul tema sta dando filo da torcere al Pd.

Il ministro degli Affari regionali, in Aula, ha preferito glissare: «Ci sono delle articolazioni e delle attività organizzative nell’ambito delle deleghe assegnate che sono funzionali all’attività del governo. Ritengo che la delega alla famiglia sia completa e consenta di dare uno stimolo ai miei colleghi di governo per arrivare a una disciplina organica».

A Montecitorio, però, il clima è destinato a surriscaldarsi di nuovo. Oggi, infatti, in commissione Giustizia inizia il ciclo di audizioni per l’indagine conoscitiva sullo stato della legge per le adozioni. Un passo propedeutico a quella riforma osteggiata dai centristi. Il primo a intervenire sarà Andrea Orlando, ministro della Giustizia.

SGAMBETTO CAPITALE Il Pd a Roma ora trema: l'uomo che gli toglie il 5%

Comunali, ammesse le liste di Fassina a Roma e Fratelli d'Italia a Milano



Brutte notizie per Matteo Renzi: la terza sezione del Consiglio di Stato ha ammesso la lista di Stefano Fassina, candidato sindaco per Sinistra italiana e Sel a Roma, e quella di Fratelli d'Italia a Milano. In particolare la presenza nella competizione elettorale del fuoriuscito dal Pd, quotato intorno al 5%, soffierà voti preziosissimi al dem Roberto Giachetti, già in grave difficoltà nei confronti della grillina Raggi. A questo punto è in dubbio la corsa stessa al ballottaggio contro i due candidati del centrodestra, Meloni e Marchini. A Milano viceversa la presenza di Riccardo De Corato e FdI sarà un sostegno ulteriore a Stefano Parisi del centrodestra, praticamente certo di arrivare al ballottaggio contro Beppe Sala del Pd.