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domenica 9 agosto 2015

GRILLO: "UN PROGRAMMA IN RAI" Le mosse immediate: subito al voto

Beppe Grillo: "Torno in tv, andiamo a votare e il Movimento 5 stelle sarà al governo"




Beppe Grillo ormai è sicuro: il suo Movimento sta imparando a camminare da solo e dopo anni di opposizione, per il comico genovese è arrivato il momento di fare sul serio, cioè andare al governo. Già dalle scorse elezioni Amministrative, Grillo ha deciso di restare più defilato, almeno evitando di organizzare un vero e proprio tour come nelle occasioni precedenti: "Quest'anno non ho fatto nessun tipo di tour amministrativo - ha detto in un'intervista al Corriere della sera - ed è andata benissimo lo stesso: la gente sta cominciando a capire che non si vota più il personaggio, si vota un'idea e il Movimento è un'idea di mondo diversa".

Il piano - Rispetto ai toni usati nel blog, Grillo in vacanza è più rilassato e riflessivo. Così confessa: "La gente sta vedendo che non c'è altra possibilità oltre a noi, sta capendo che la nostra rivoluzione è l'onestà intellettuale. Il nostro problema - ha aggiunto - è il tempo: dobbiamo andare il prima possibile alle elezioni". Il leader pentastellato sa che i sondaggi premiano il M5S e punta a fare il colpaccio: "Fare l'opposizione tutta la vita non è nel nostro Dna. Dobbiamo affrettare i tempi". Anche nella nuova organizzazione interna, con il direttorio e i responsabili di area, Grillo dice di aver fatto la mossa giusta: "Con la creazione della piattaforma Russeau ci sono dei responsabili dei vari settori: persone di fidata capacità che sono dall'inizio con noi. Piano piano - ha aggiunto - io e Casaleggio stiamo ai margini, la nostra funzione sarà quella di far rispettare quelle poche regole che ci sono da rispettare".

Il ritorno - Ora che l'impegno politico dovrebbe lasciargli più tempo libero, Grillo si è messo a lavoro per tornare a fare spettacolo: "Sto lavorando a uno spettacolo per il prossimo anno, uno show internazionale. Non so ancora se andrà nei palazzetti, nelle piazze...". C'è però un desiderio sotto sotto che lo stuzzica, tornare in tv, magari in Rai ora che anche i grillini hanno messo un piede in azienda con il consigliere nel Cda Carlo Freccero: "Io potrei fare benissimo una trasmissione, perché no? - ha confessato - È chiaro che in veste di leader politico ciò non sarebbe permesso. In ogni caso il sistema attuale sta cambiando, si va verso battaglie epocali. Ci giocheremo il futuro con la banda larga, speriamo diventi fruibile per tutti. La tv generalista forse resisterà qualche anno".

venerdì 7 agosto 2015

Arriva la Polizia da Travaglio Colpa della telefonata segreta

La Procura di Napoli manda la Dia a casa dei cronisti de Il Fatto Quotidiano




Gli agenti della Dia hanno bussato alle porte di casa dei cronisti de Il Fatto Quotidiano Marco Lillo e Vincenzo Iurillo. A mandarli la procura della Repubblica di Napoli che vuole sostanzialmente vedere le "carte" pubblicate dal quotidiano diretto  il dieci luglio scorso dell'intercettazione telefonica del'11 febbraio scorso in cui Matteo Renzi parla al telefono con il Generale della Guardia di  Finanza Michele Adinolfi e dava dell'incapace ad Enrico Letta. La procura di Napoli, informa il Tempo, ha aperto un fascicolo per rivelazioni di segreto di ufficio in quanto quelle telefonata era contenuta in un'informativa riservata dei carabinieri. Secondo gli inquirenti il reato di rivelazione di segreto di ufficio potrebbe essere iscritto a un pubblico ufficiale "allo stato non identificato". I due cronisti non sono indagati e l'indagine è contro ignoti. Il Tempo si chiede come mai ad indagare sia la Procura di Napoli visto che l'inchiesta sulla Cpl Condordia (a cui era allegata quella intercettazione) e non quella di Modena dicharata competente territorialmente dal Tribunale del Riesame. Non solo. Gli atti che erano stati secretati sono arrivati senza gli omissis in Emilia Romagna. E ci si chiede chi ha passato le carte alla stampa perché venissero pubblicate?

Drammatico crollo di Apple in Borsa Futuro nero, il guaio degli iPhone

Apple punita da Wall Street, crollo in Borsa: troppo dipendente da iPhone e indecisa sul futuro


@Juan_R



La Apple dipende in modo vitale dalle vendite degli iPhone e dai rumors che sull'azienda di Cupertino circolano da tempo sul progetto di diventare operatore mobile. Così facendo però scalzerebbe tutte quelle società di telefonia mobile che in giro per il mondo hanno contribuito alla fortuna degli stessi iPhone e iPad. Alle voci Apple ha dovuto rispondere con secche smentite, ma che stia lavorando sul progetto di diventare operatore virtuale, in gergo Mvno (Mobile Virtual Network Operator) e anche da tempo, lo scrivono siti specializzati come Business Insider. Questo clima di indecisione non è piaciuto agli operatori di Wall Street. Il titolo Apple da sempre in crescita ha subito un brusco calo mentre i rumors rimbalzavano da un sito all'altro, prima è calato del 4,4% poi con la smentita dell'azienda ha attutito al 3,1%.

La prospettiva - Diventare operatore virtuale per Apple sarebbe in linea con la filosofia che l'ha sempre contraddistinta dai tempi di Steve Jobs. Il fondatore dell'azienda ha sempre preteso che i prodotti della mela morsicata non dovessero dipendere da nessuno sia per l'hardware che per il software. È stato così per i computer, lo è stato per gli iPod, ma non per gli iPhone che per funzionare hanno sempre avuto bisogno di sfruttare le reti degli operatori. Questi a loro volta cercato di vincolare i clienti, proponendo i melafonini a prezzi più convenienti o con pagamenti rateali. Per Apple diventare operatore virtuale sarebbe il modo per offrire un servizio più affidabile che si appoggerebbe su più reti, così da non far mai venir meno il segnale. Di contro però verrebbe meno il sostegno degli operatori e il loro fondamentale apporto economico. Da qui la reazione di Wall Street che ha bocciato l'idea di Apple di svincolarsi da tutte le telco.

Dipendenza - A impensierire la borsa non c'è solo la prospettiva di una Apple Sim. Di mezzo ci sono i dati di vendita degli iPhone che non brillano più come un tempo. Scrive Italia Oggi che nell'ultimo trimestre le vendite dei melafonini sono state più basse delle attese dei mercati, anche se Apple non smette di farci guadagni stellari. In tutto il mondo è l'intero mercato degli smartphone a rallentare, il che fa sospettare gli analisti che si stia andando incontro a una saturazione da telefonini che hanno tempi di sostituzione sempre più lunghi. Negli ultimi tre mesi Apple ha calato le vendite in Cina, dove è cresciuta la concorrenza delle aziende locali, in Europa è calato il fatturato del 15%, in Giappone del 17.

Il futuro - La bacchettata di Wall Street dovrebbe aver fatto capire ai manager di Cupertino che c'è solo una via per evitare un lento e inesorabile declino, una volta arrivati in cima. La soluzione sta in quello che la Apple ha sempre fatto: innovare e inventare oggetti che cambino la vita della gente. Ci hanno provato con l'Apple Watch, anche se a stento sono stati superati i milioni di pezzi venduti. Gli occhi degli analisti sono quindi puntati sul misterioso progetto dell'iCar, di cui pochissimo si sa, ma tanto si fantastica. Se la Apple saprà rivoluzionare il settore dell'autotrasporto, sarà meno dipendente dall'iPhone, oggi gallina dalle uova d'oro, ma non eterna.

Caivano (Na): Buttol Alcune domande al Sindaco Monopoli, ci rispondesse

Caivano (Na): Buttol Alcune domande al Sindaco Monopoli, ci rispondesse




Dott. Simone Monopoli
Sindaco di Caivano 

1) Signor Sindaco Monopoli, Operazione Trasparenza. Come si evince dalla determina N° 1395 del 06/08/2015, appunto, (Operazione trasparenza), sono stati spesi 150,00 Iva esclusa per Manifesti del Sindaco. Ci può spiegare chi paga le comunicazioni personali del sindaco che non hanno nulla di istituzionale? Infine, chi autorizza questi pagamenti?


2) Con atto N° 1398 del 06/08/2015 cioè, dal 1 luglio 2015 al 31 luglio 2015, la ditta Buttol, veniva comunque liquidata dei servizi non resi adeguatamente al Paese, cioè manutenzione verde pubblico e rimozione rifiuti, al punto che lei, si è dovuto rivolgere (per un solo giorno ad altra ditta). Ci può spiegare perchè lei ha detto di applicare il pugno di ferro nei confronti della Buttol, e poi paga per il solo mese di luglio 391 mila euro? applicando solo una piccola multa alla società di 2.400 euro? Allora tutto quello che ha riferito nel mese di luglio non era del tutto veritiero?

3) Signor Sindaco, nonostante la Buttol non abbia effettuato adeguatamente, nel solo mese di luglio la rimozione dei rifiuti, al di là che lei, il comune, avete comunque pagato la Buttol con un importo pari a 391 mila euro, in più, da indiscrezioni, pare che la stessa società Buttol abbia assunto 11 persone a tempo determinato, ci può spiegare, secondo il suo punto di vista, ovviamente se fossero confermate le indiscrezioni, come può accadere tutto questo?

4) Signor Sindaco Monopoli, che metro di valutazione userà nel scegliere il suo nuovo addetto stampa che l'affiancherà nel suo quinquennio? Dovrà essere di Caivano oppure anche di Cardito? 

5) Signor Sindaco Monopoli, come mai decise di affidare la pulizia del Monumento ai caduti del 15/18, all'associazione di estrema destra, Casa Pound? 

6) Signor Sindaco Monopoli, nei suoi ultimi appelli, comunicati, Post etc etc, attribuisce sempre le colpe alle passate amministrazioni, in ultima quella targata Falco, ma appunto, da come si evince, lei si è insediato nel mese di giungo 2015, perchè nel mese di luglio ha elargito le spettanze alla Buttol, nonostante l'inadempienza nel raccogliere i rifiuti?

7) Sindaco Monopoli, ma lei di tutte queste cose ne è a conoscenza? 







Caivano (Na): Proroga di altri 6 mesi alla Buttol Società inadempiente

Caivano (Na): Il Sindaco Simone Monopoli proroga di altri 6 mesi il contratto alla Buttol, società che non raccoglie regolarmente i rifiuti, perchè? 


di Gaetano Daniele 



Caivano dovrebbe essere uno dei fiori all'occhiello dell'area a nord di Napoli e invece è solo un ricettacolo di rifiuti ed erbaccia. Ancora una volta la politica volta le spalle alla sua Caivano, questa volta è targata Monopoli. La spazzatura per le strade è l'emblema di tutto questo. Sporadici interventi di manutenzione, se non inesistenti, fatti quasi in affidamento straordinario perchè di quella ordinaria non se ne vede neppure l'ombra. 

L'ultima anomalia targata Monopoli, è la proroga di ulteriori mesi 6 alla ditta Buttol, come si evince dal Protocollo del comune di Caivano www.comunedicaivano.it. La società inadempiente, Buttol, che nelle ultime settimane non ha raccolto più la spazzatura, viene premiata. Ma a tutto c'è rimedio. Sì, un rimedio pezza, come il tendone blu che copre il muro del Castello Medioevale impastato con l'amianto. Difatti, il Sindaco Monopoli, affida per un solo giorno, ad un'altra ditta, il compito di ripulire Caivano. E con la Buttol inadempiente, come si comporta? Da un lato la sanziona, dall'altro gli proroga il contratto di altri 6 mesi. Bene. A Caivano, si premiano anche le ditte inadempienti. Ma perchè non  affidare a questa nuova ditta, l'incarico di raccolta rifiuti fino alla nuova gara europea? compito affidato dal Sindaco Monopoli, ad un avvocato esterno, pagato con i soldi dei contribuenti?

Ma non finisce qui, direbbe Mike Bongiorno, in più, da indiscrezioni, si vocifera che la ditta Buttol, in queste ultime settimane stia anche assumendo personale a tempo determinato. E' vero? E se è vero, com'è possibile che una ditta inadempiente, che non riesce neppure a garantire il minimo sindacale, assuma personale? Ovviamente, sono indiscrezioni, proveremo, non sottovalutando il problema, a chiedere alla ditta inadempiente. Nel frattempo però, due le priorità. Mettere in sicurezza il Castello Medioevale e affidare la raccolta rifiuti ad un'altra ditta che riesca almeno a  mantenere fede agli impegni contrattuali. 

I VUCUMPRÀ NON PAGANO LE MULTE La beffa di Renzi: si alzino le tasse

Cesenatico, il comune deve far pagare ai cittadini le multe date ai vucumprà (e mai corrisposte)




Oltre il danno la beffa. A Cesenatico, comune nella Riviera romagnola -ma presto si ipotizza che possa accadere lo stesso anche in tante altre località turisticobalneari d'Italia- si assiste al colmo dei colmi. Il comune suo malgrado si ritrova a dover addebitare ai suoi cittadini le multe date ai commercianti abusivi che imperversano sulle spiagge, e che ovviamente non sono mai state pagate e mai verranno corrisposte. Non è disfattismo, ma la realtà: i commercianti abusivi di cui si parla sono persone provenienti dal Bangladesh, dalla Cina, dal Senegal e da altri paesi del mondo, giunti in Italia per trovar fortuna. Ma la quasi totalità di loro è nullatenente, per non parlare dei clandestini: a pagare le multe non ci pensano neanche. L'assurdo scenario è ritratto in un articolo apparso su Il Giornale, a firma di Fabrizio Boschi.

La beffa - E ora un decreto del Ministero dell'economia approvato in aprile prevede che ci debba essere una copertura totale di tutte queste contravvenzioni. Non si può sgarrare, il comune deve corrispondere tutto al governo, affar suo in che modo se i diretti interessati non pagano. Il sindaco di Cesenatico Roberto Buda ce l'ha con Renzi e si sfoga: "Non solo ci toglie risorse, ma adesso con questo decreto ci impone di pagare di tasca nostra una cifra folle per aver fatto il nostro dovere. Dal 2007 a oggi abbiamo accumulato due milioni di euro che non incasseremo mai e che, nel bilancio, vengono considerate come entrate. Lo Stato, che ci assorbe già buona parte delle imposte locali, ci costringe ora a far pagare ai nostri cittadini le multe che non pagano i vucumprà. È assurdo. Saremo costretti a prendere decisioni drastiche come quella di sospendere la lotta all'abusivismo per non peggiorare i conti". Perché lo scenario che si prospetta è proprio questo: se a combattere il commercio abusivo ci si rimette e basta, tanto vale mollare il colpo e far finta di non vedere. Il lavoro degli agenti di polizia diventa impossibile, e già la situazione non era rosea. Ci sono infatti solo quindici agenti posti a pattugliare e a far rispettare la legge sulle spiagge su cui sorgono 300 stabilimenti. Per non parlare nella crescente violenza con cui i vucumprà rispondono ai sequestri e alle multe. La proposta di dotare gli agenti di spray al peperoncino per l'autodifesa è stata bocciata dal Presidente della procura di Rimini Andrea Gnassi, che ha preferito inasprire le multe per i bagnanti che acquistano merce contraffatta dai venditori abusivi. Con multe salatissime, che arrivano fino a 7mila euro. Forse Gnassi non ha tutti i torti: è più probabile che i turisti e i vacanzieri le paghino tutte con moneta sonante, le multe.

Alga killer, paura sulle spiagge italiane Febbre alta e irritazioni: "È pericoloso"

Puglia, mare infestato da un'alga tossica che provoca problemi respiratori e febbre




Una giornata al mare può determinare terribili conseguenze. In Puglia scatta l'allarme da bollino rosso per la presenza di un'alga tossica nelle acque del mar Adriatico su cui si affacciano le spiagge delle province di Bari, Brindisi e Lecce. L'Arpa, l'Agenzia regionale protezione ambientale mette in allerta i bagnanti diffondendo i dati sulla situazione delle acque pugliesi negli ultimi quindici giorni di luglio: l'alga sarebbe molto pericolosa perché in grado di causare violenti problemi respiratori ed episodi di febbre. Il nome scientifico della specie è Ostreopsis ovata, e si tratta di un'alga microscopica che rimane in sospensione in acqua. Il problema è che anche piccole mareggiate determinano un aerosol che provoca intossicazioni, proprio perché queste avvengono per via respiratoria. Le zone più colpite del tacco d'Italia sono quelle di porto Badisco in provincia di Lecce e Forcatella in provincia di Brindisi, ma l'allarme è esteso a tutte le coste della Puglia. I medici consigliano, in caso di intossicazione, di non assumere antibiotici. Potrebbero infatti bastare normali antipiretici per lenire il malessere, ma non si escludono casi in cui possa rivelarsi necessaria addirittura la somministrazione di cortisone: ogni caso deve essere valutato singolarmente.