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mercoledì 5 agosto 2015

Operazione sorpasso, è quasi fatta Salvini, scatto in ruspa: ora Renzi...

Il sondaggio, fiducia nei leader: Matteo Salvini a due punti da Matteo Renzi




Il malcontento non è solo interno al Pd ma è generalizzato. Matteo Renzi deve vedersela non solo con l'opposizione interna della sinistra dem ma con i suoi elettori. La fiducia nei suoi confronti è crollata: dal 61% all'insediamento nel febbraio 2014 (fino al 70% nel giugno dopo la vittoria alle elezioni europee col 40,81 dei voti) al misero 36 per cento di oggi. Gradimento dimezzato.

Non solo, riporta ItaliaOggi che Renzi è incalzato dall'altro Matteo, Salvini che ora è al 34 per cento. E le ragioni di questo disastro sono diverse: in primis la difficoltà di essere contemporaneamente presidente del Consiglio e segretario del Partito democratico. Tutta via Renzi ha un'arma segreta: il suo nuovo modo di fare politica che personalizza la leadership e vuole rapidità e decisionismo. Soprattutto, finora, manca qualcuno che possa sostituirlo.

Rai, eletto il nuovo Cda: tutti i nomi Silurato De Bortoli: è rivolta nel Pd

Rai, eletto il nuovo Cda. Il Pd si spacca su Ferruccio De Bortoli, c'è Carlo Freccero per il M5s



Carlo Freccero

Dopo giorni di trattative e indiscrezioni, la commissione di Vigilanza della Rai ha eletto il nuovo Cda dell'azienda di viale Mazzini. Il Pd ha tre uomini: Guelfo Guelfi, Rita Borioni e Franco Siddi. In quota Area popolare è stato eletto Paolo Messa, mentre il M5s come indicato in mattinata ha votato per Carlo Freccero. Due i membri per il centrodestra: Artutro Diaconale e Giancarlo Mazzucca. I nomi eletti in quota Pd non piacciono alla minoranza del partito, che puntava su Ferruccio De Bortoli, nome bocciato (sconta i durissimi attacchi a Matteo Renzi ai tempi della direzione del Corriere della Sera). Secondo la minoranza Pd, i nomi proposti dalla segreteria "sono pura e semplice lottizzazione". Il conflitto nel partito, dunque, si aggrava ulteriormente. In precedenza, dal Giappone, Matteo Renzi aveva detto la sua sulla Rai: "Domani mattina il governo indicherà i nomi di direttore generale e presidente. Saranno professionisti di livello, competenza e indipendenza come è giusto che sia". Il premier, inoltre, ha di fatto confermato che il futuro dg sarà Antonio Campo Dall'Orto: "È uno stimatissimo professionista tra i più interessanti innovatori della televisone degli ultimi anni".


Ferruccio De Bortoli

Rammarico per Ferruccio -  "La minoranza è abituata ad esercitare veti ma stranamente si è presentata con un nome secco, quello di De Bortoli". Lo ha detto Matteo Orfini all’uscita di palazzo San Macuto al termine della votazione per l’elezione di sette dei nove nuovi componenti del Cda di viale Mazzini. Il  riferimento di Orfini è alla spaccatura che si è prodotta all’interno del Pd, con la minoranza che ha puntato sull’ex direttore del Corriere della Sera e che non è passato perché ha ottenuto solo due voti. Orfini sottolinea che quella di De Bortoli era sicuramente «una candidatura autorevole", aggiungendo però "è curioso che la sinistra interna lo abbia candidato...". Amareggiato Michele Gotor per il veto che è stato messo su De Bortoli. "Il Pd deve dare indicazioni di alto profilo e invece si è persa questa occasione". Così Michele Gotor, della minoranza Pd, al termine della votazione in commissione di Vigilanza per l’elezione di sette dei nove componenti del nuovo Cda Rai. "De Bortoli è una figura indiscutibile - aggiunge Gotor - di alta professionalità e al di fuori di ogni logica partitoria. Avrebbe dato lustro al Pd, alla proposta politica del governo e alla Rai», ha concluso Gotor. 

Laurea, licenziamenti, polizia cosa cambia con la riforma

Pubblica amministrazione: la riforma, casa cambia




Sì definitivo del Senato alla riforma della Pubblica Amministrazione che è diventata legge. I voti a favore sono stati 145, 97 i contrari e nessun astenuto. Dopo la firma del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale si aprirà la fase di attuazione. Ecco cosa cambia.

Trasparenza -  accesso libero ai documenti e ai dati della pubblica amministrazione  

Digitalizzazione - viene introdotta la “carta della cittadinanza digitale”, gestita da un dirigente ad hoc.  

Licenziamenti più facili -  in caso di azione disciplinare obbligo di portare a termine la pratica, compreso il ricorso alla sanzione più grave.  

Licenziabilità dei vertici - basta incarichi dirigenziali che possano essere ricoperti senza preoccupazione di rimozione. Viene infatti introdotto il criterio della valutazione. Se questa è negativa, due le possibilità: o lasciare l’amministrazione dello Stato, o accettare di passare da un incarico di dirigente a quello di funzionario. Inoltre viene introdotta la revoca o il divieto dell’incarico in settori esposti al rischio corruzione, quando c’è una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei Conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose.  

Abolito il voto di laurea - viene abolito il requisito del voto minimo di laurea per partecipare ai pubblici concorsi.  

Lotta all'assenteismo - Passano dalle Asl all’Imps le funzioni di controllo sulle malattie.  

Fusione del corpo forestale -  con un’altra forza dello stato, come i carabinieri. Si prevede inoltre un riordino di tutte le forze.  

Prefetture -  stessa sorte delle partecipate. Eliminazione anche degli uffici ridondanti tra ministeri e enti di controllo e garanzia.  

Grandi opere -  semplificate le pratiche burocratiche per i cantieri. Si calcola un dimezzamento dei tempi.  

Numero unico per le emergenze -  è il 112 e varrà per tutti i tipi di problema o emergenza.  

Libretto unico auto -  Grazie al previsto trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall’Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione, si punta alla creazione di unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto  

Rimborsi per spese mediche: cosa succede col nuovo 730

730 precompilato, ci saranno anche le spese mediche




Il 730 precompilato del 2016 farà un passo in più rispetto a quello di quest'anno che era di fatto una "sperimentazione". Il modello preparato dall'Agenzia delle Entrate conterrà anche i dati relativi alle spese sanitarie dei contribuenti. Le spese mediche e farmaceutiche sono voci che "pesano" sul calcolo delle detrazioni. Per ottenere lo sconto del fiscale non bisognerà più modificare il 730 e inserire gli importi degli scontrini rilasciati dalle farmacie e delle altre spese mediche. Ma sarà lo stesso "Sistema tessera sanitaria" a trasmettere all'Agenzia delle Entrate, dal primo marzo prossimo, le spese sanitarie sostenute e i rimborsi relativi alle prestazioni erogate parzialmente o non erogate affatto. Finiranno in queste informazioni anche le spese sostenute per il familiare a carico. Una decisione questa che ha fatto discutere molto in quanto i contribuenti se da un lato sono sollevati dal fatto di non dover collezionare tutti gli scontrini e conservarli al Fisco, dall'altro invece non amano essere monitorati dal Fisco. 

I consigli - Per evitare che le proprie spese mediche (tutte o solo alcune) finiscano automaticamente nel data base del fisco il contribuente può non comunicare il proprio codice fiscale in farmacia. Dal prossimo anno, poi, si potrà chiedere al medico o alla struttura sanitaria di riportare la propria contrarietà sulla ricevuta rilasciata. Dal 1° al 28 febbraio 2016 - informa il Sole 24 Ore - sarà possibile comunicare la volontà di non trasmettere i dati sanitari al fisco anche attraverso il sito internet dedicato al Sistema Tessera Sanitaria tramite la tessera o il pin Fisconline. Per le spese sostenute quest' anno, dal 1° ottobre 2015 al 31 gennaio 2016 si potrà comunicare l' opposizione anche via mail (l' indirizzo sarà pubblicato sul sito delle Entrate); via telefono (numero verde 848.800444 o 06.96668907); o presentandosi in uno degli uffici dell' Agenzia e consegnando il modello per l' opposizione all' utilizzo dei dati delle spese sanitarie. Chi non intende proteggere la propria privacy ma preferisce avere la comodità di un Fisco che fa tutto per lui, non deve fare alcuna comunicazione al Fisco. 

martedì 4 agosto 2015

Caivano (Na): Spazzatura, rischio epidemia, i cittadini implorano i loro diritti

Caivano (Na): Spazzatura, rischio epidemia, i cittadini implorano i loro diritti




Emergenza rifiuti a Caivano. I cittadini: "Respirare è un nostro diritto, imploriamo i nostri diritti, vogliamo respirare. Basta". Insomma, i caivanesi, non solo sono costretti a restare in città, perchè non possono permettersi una vacanza, in più, devono anche barricarsi in casa, a causa della puzza nauseabonda che prepotentemente sale fino alle finestre dei loro balconi. Assurdo. Siamo all'inverosimile. 

Da una recente nota, il neo Sindaco, Simone Monopoli, fa sapere che questa situazione è una conseguenza dei precedenti governi. Basta puntare il dito. Si faccia il possibile e l'impossibile, per garantire almeno l'aria da respirare ai propri cittadini. La solita canzone stonata di chi preferisce attribuire colpe al passato, piuttosto che rimboccarsi le maniche, e fare. 

Insomma, il sindaco Monopoli, applichi le penali alle ditte inadempienti. La gente è stufa. E' stanca, teme per la salute dei propri figli. Oggi, soprattutto oggi, non interessa sapere di chi è stata la colpa a monte, interessa respirare e soluzioni immediate. Anche Forza Italia, nel 2011, proprio quando il neo Sindaco Simone Monopoli era consigliere provinciale, sversò all'interno dei capannoni di Ambiente e Energia, circa 5.000 tonnellate di spazzatura, e quindi? Rievocare il passato è segno di debolezza. La campagna elettorale è finita il 13 giungo scorso. Si pensi al futuro dei caivanesi e dei più deboli, dai bambini agli anziani. 

Windows 10, l'accusa del programmatore: "Minaccia la vostra privacy"

Windows 10, l'accusa del programmatore: "Minaccia la vostra privacy"




Il nuovo sistema operativo della Microsoft è arrivato da appena una settimana ma è già nel mirino delle critiche. Windows 10 avrebbe infatti dei problemi di privacy. Lo sviluppatore Jonathan Porta nel suo sito ha pubblicato un post accusatorio nei confronti dell'azienda produttrice di Redmond. In sostanza Microsoft attraverso le impostazioni di default sulla privacy consegnerebbe un alto quantitativo di dati sensibili degli utenti, spiandoli. Windows 10 attiva in automatico sette flussi di informazioni inviando, senza saperlo, i propri dati personali. Per evitare che questo accada è necessario che sia il fruitore stesso a cambiare le impostazioni avanzate.

L'accusa dell'esperto - " Inquietante e spaventoso", ecco come Porta descrive Windows 10. Installando il pacchetto si dà il consenso per inviare i dettagli dei propri contatti e del proprio calendario direttamente a Washington, consentire a Windows e alle app di rilevare la posizione esatta in cui ci si trova e tutta la cronologia dei recenti spostamenti. Il discorso non riguarda solo Microsoft perché l'azienda invierà le informazioni riservate anche ai suoi partner di fiducia per migliorare i servizi di localizzazione. Inoltre imposta la connessione automatica agli hotspot che suggerisce, per incanalare le preferenze degli utenti. Per Microsoft si tratta di impostazioni mirate a migliorare i servizi e l'efficienza del nuovo sistema operativo. Dopo tutte queste polemiche una portavoce dell'azienda ha negato qualsiasi intenzione di vendita di dati dei propri utenti. Secondo Porta lo scopo dell'acquisizione delle nozioni avviene tramite "indicazioni troppo vaghe" perché "non fornisce informazioni sufficienti sulle terze parti (i partner)". Nonostante la Microsoft non sia la prima azienda a forzare un po' la mano pur di ottenere le preferenze dei propri clienti, tuttavia è l'unica ad avere nelle impostazioni di default un consenso esplicito.

Raid nel conto corrente, soldi addio: li hanno usati per salvare due banche

Fondo interbancario, salvate due banche con i nostri soldi: 1,3 miliardi prelevati dai correntisti degli istituti sani


di Ugo Bertone



«La questione bancaria è molto seria e non riguarda solo il Sud, anzi. Vuoi una previsione? Il risiko bancario continuerà ancora a lungo, perché in Italia abbiamo troppi istituti di credito». Così Matteo Renzi, dalle pagine dell’Unità, risponde a un lettore che lamenta la mancanza nel Meridione di banche disposte a finanziare progetti per lo sviluppo. Il problema è che non mancano solo i progetti: in molti casi mancano proprio i soldi. Non a caso s’avanza sulla scena del sistema bancario di casa nostra un nuovo azionista compra tutto: Fidt, Fondo interbancario di tutela dei depositi, alimentato da appositi versamenti delle banche (che a loro volta finanziano l’istituto con specifici prelievi annuali presso la clientela) con una destinazione ben precisa: garantire, fino a 100mila euro, i depositi di persone fisiche e giuridiche in caso di insolvenza. Sarà questa, come continua a ricordare il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, l’unica rete di protezione per i clienti da gennaio 2016, quando entreranno in vigore le regole del Single Resolution Mechanism che non consentiranno più il salvataggio di una banca senza «un sacrificio significativo da parte dei suoi creditori».

Nell’attesa dell’appuntamento, il Fondo dimostra un insolito attivismo con un obiettivo ben preciso: risolvere, prima che scatti la mannaia Ue, i casi degli istituti commissariati da Banca d’Italia, travolti dalla crisi. E così giovedì l’assemblea straordinaria della Cassa di Risparmio di Ferrara ha approvato l’ingresso nel capitale della Fidt che così subentrerà ai commissari nella gestione. Questo dopo un aumento di capitale riservato per la non modica cifra di 300 milioni («a copertura delle perdite registrate») cui si è aggiunta l’emissione di warrant che consentiranno, nel luglio del 2018, agli attuali azionisti di comprare titoli fino a 57 milioni nominali. Il Fondo, insomma, si ritrova così ad essere l’azionista quasi unico di Carife nell’attesa di un compratore che per ora non si vede. Intanto, il 15 ottobre, i vecchi amministratori (31 in tutto) dovranno difendersi in Tribunale a Bologna per l’azione di responsabilità mossa dai commissari e da via Nazionale. La richiesta record è di 309 milioni circa, più o meno quanto l’impegno del Fidt.

Ma non è finita qui. Sempre giovedì gli organi del Fondo hanno deciso di incaricare una società di consulenza per valutare come intervenire in Banca Marche, il caso più spinoso. I tentativi passati, cioè appoggiare l'intervento del Credito Fondiario con un’iniezione di capitali per 100 milioni più 800 come garanzia della cartolarizzazione dei crediti in sofferenza non è andato in porto. L’istituto, infatti, ha accumulato un pesante carico di prestiti a rischio precipitati in sofferenza con la crisi dell’immobiliare. Di qui un buco troppo pesante per un istituto delle dimensioni del Credito Fondiario ma anche un coefficiente di rischio che ha tenuto lontano altri possibili compratori. Non resta che la carta del Fondo che potrebbe esser chiamato ad un esborso nell’ordine di un miliardo di euro. Al più presto, contando sul fatto che il patrimonio, pur ridotto al lumicino, è ancora positivo. A differenza di quel che è accaduto per Tercas, in cui il Fondo ha dovuto ricostituire un patrimonio sotto zero. È una differenza che potrebbe avere il suo peso davanti all'Unione europea, che ha contestato per Tercas un’infrazione sulla normativa per gli aiuti di Stato.

Insomma, nel giro di pochi giorni il Fondo effettuerà interventi per 1,3 miliardi. Nel frattempo il Fondo di garanzia delle Bcc è intervenuto a sostegno della Banca Romagna cooperativa (40 milioni). E l’elenco promette di allungarsi. Gli istituti nel limbo sono una quindicina, tra cui la Popolare dell’Etruria che, in assenza di cavalieri bianchi comporterà nuovi interventi. Un salasso pesante che non servirà tanto a proteggere i depositanti quanto istituti che hanno bruciato capitali, con prestiti spesso arrischiati, piuttosto che mettere i soldi al servizio della crescita. E questo, è utile ricordarlo, con fondi in arrivo dai depositi.