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sabato 14 maggio 2016

PIEPOLI AFFONDA RENZI Quella notizia "luttuosa": la verità del sondaggista

Piepoli incenerisce Renzi: "Le unioni civili non spostano nulla"


Le Unioni Civili sono legge. Matteo Renzi esulta: “È un giorno di festa per tanti, oggi. Per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi”. Ma a guastargli la festa ci pensa Nicola Piepoli, presidente e fondatore dell’Istituto Piepoli, leader nel campo delle ricerche di marketing e di opinione, che in un intervista a ItaliaOggi, ha fatto il punto sugli effetti del ddl Cirinnà: “L’approvazione della legge sulle unioni civili non fa guadagnare consensi a Renzi perché gli italiani decidono chi votare soltanto sulla base della situazione economica”.

Una doccia fredda per il leader del Pd che, nella rilevazione effettuata lunedì, resta fermo al 31,5%, esattamente come la settimana precedente. Dati che Piepoli spiega con il fatto che sono pochi gli italiani a cui interessa davvero la legge approvata ieri dalla Camera: “Chi è regolarmente sposato non è interessato alle unioni civili, e in Italia ci sono 24-25 milioni di famiglie. Mentre gli omosessuali sono l’un per cento della popolazione, 600mila persone tra maschi e femmine, una percentuale marginale”. Contando anche gli eterosessuali, in Italia ci sono alcuni milioni di coppie che convivono. “Presto o tardi però le convivenze si trasformano in matrimoni, quantomeno civili, perché capiscono che ci sono dei diritti a partire dall’eredità. Quest’ultima in Italia è molto importante perché come italiani investiamo nel mattone. Per non parlare degli altri diritti legati alla formazione di una famiglia – ha spiegato Piepoli, che è convinto che saranno molto pochi a stipulare un’unione civile.

C’è un altro dato rilevato dall’Istituto Piepoli che il Pd non dovrebbe sottovalutare. “Martedì Alfio Marchini ha dichiarato che come futuro sindaco di Roma non presiederà personalmente alla celebrazione di unioni gay, ma delegherà questo compito ai suoi collaboratori – ha riferito Piepoli -. Il risultato di questa affermazione è stato che Marchini ha guadagnato il due per cento alle comunali di Roma. Questo è il tipo di sentimento che circola in Italia: siamo un Paese fondamentalmente cattolico. Non a caso l’ex sindaco Ignazio Marino ha fatto qualche dichiarazione anticlericale, celebrando le unioni civili al municipio, ed è stato “licenziato””.

Un motivo per festeggiare, però, sembra che ci sia per Renzi. “A ottobre due italiani su tre voteranno sì al referendum costituzionale: le ultime rilevazioni danno i sì al 65 per cento e i no al 35 per cento - ha detto Piepoli, che continua – In questo momento il Pd è al 31,5 per cento, M5S al 26,5 per cento, la Lega Nord al 13,5 per cento, Forza Italia al 12 per cento, i Fratelli d’Italia al cinque per cento, Sinistra Italiana al 3,5 per cento e Ncd/Udc al 2,5 per cento. L’unico partito a guadagnare consensi rispetto alla settimana precedente è la Lega (+0,5 per cento), mentre tutti gli altri rimangono invariati”.

"Donne-prete? Affonda la Chiesa" Socci attacca: "Il suicidio del Papa"

"Donne-prete? Affonda la Chiesa". Socci attacca: "Il suicidio del Papa"


di Antonio Socci



In una recente conferenza in Spagna, il card. Gerhard Müller, custode della dottrina cattolica, cercando di mettere una toppa sulle esplosive trovate eterodosse dell’Amoris laetitia di Bergoglio, ha affermato che nessun papa può cambiare la dottrina sui sacramenti istituiti da Cristo.

Poi Müller ha spiegato la loro centralità: «Sant'Agostino ha visto nell'economia sacramentale della Chiesa l’architettura fondamentale dell’arca di Noè, che è il corpo di Cristo, con il battesimo come grande porta. La Chiesa può navigare perché il suo guscio e la sua alberatura hanno la forma di questo amore di Gesù, comunicato nei sacramenti».

Eppure proprio contro i sacramenti si è scatenata l’opera demolitrice di papa Bergoglio che rischia di far affondare la nave. 

Quelli più colpiti - con atti ufficiali - sono stati i sacramenti del matrimonio, dell’eucaristia e della confessione (insieme con un paio di Comandamenti). Ma anche il battesimo - con artiglieria minore - è stato bersagliato.

Ora è arrivato il momento di colpire il sacerdozio e Bergoglio lo fa in diversi modi. Anzitutto c’è il simbolico linguaggio dei gesti.

Per esempio, il papa argentino non ha mai voluto celebrare la “Messa in coena Domini” in Laterano col clero romano. 

Era tradizione dei papi lavare i piedi a dodici preti romani perché il giovedì santo si fa memoria dell’istituzione dei sacramenti dell’eucaristia e dell’ordine sacerdotale, connessi l’uno all'altro.

Invece i giovedì santi bergogliani sono stati dedicati alla lavanda dei piedi di immigrati di tutte le religioni da parte del papa (sempre in favore di telecamera).

Poi c’è la delegittimazione del celibato ecclesiastico, a proposito del quale Bergoglio ebbe a dire: «Non essendo un dogma di fede, c’è sempre la porta aperta».

Ma c’è pure chi spinge per l’ordinazione delle donne.

Su questo Bergoglio sa che la strada gli è sbarrata dalla Lettera Apostolica “Ordinatio Sacerdotalis” di Giovanni Paolo II che - in continuità con tutto il magistero della Chiesa - ha definito “infallibilmente” l’esclusività maschile dell’ordinazione.

Può forse essere aggirata con il diaconato alle donne? Ieri qualcuno deve averlo pensato leggendo i siti dei giornali di tutto il mondo che annunciavano “il papa apre alle donne diacono”.

Bergoglio vuole istituire una Commissione per studiare la cosa. Ma dovrebbe sapere che una tale “commissione” c’è già stata e lavorò per dieci anni, pubblicando le conclusioni nel 2003. Dunque non c’è più nulla da chiarire e studiare.

Il professor Roberto De Mattei, storico della Chiesa, spiega: «Fin dalle origini la gerarchia apostolica istituita da Gesù Cristo ebbe tre gradi: diaconi, presbiteri e vescovi. Questo ministero ecclesiastico è di diritto divino e ha natura sacramentale. Fin dall’inizio la partecipazione a questo ministero fu riservata ai soli battezzati maschi. Le cosiddette “diaconesse” dei primi secoli non ricevevano alcuna ordinazione sacramentale, e non avevano niente a che fare con questa sacra gerarchia, come spiega sant’Epifanio, nel suo Panarion, e san Tommaso nella Summa Theologica». Dunque da sempre “la tradizione e la prassi” della Chiesa sono chiare e univoche.

De Mattei aggiunge: «Nei primi secoli della Chiesa furono gli eretici (gnostici, marcioniti, montanisti) ad inserire le donne nella gerarchia ecclesiastica, ammettendole ai compiti del predicatore o del sacerdote. A questi eretici i Padri della Chiesa hanno sempre opposto il comportamento di Gesù che scelse gli Apostoli solo tra gli uomini e non affidò a Maria alcun ministero all’interno della Chiesa, pur costituendone Ella il cuore. Infatti, come afferma papa Innocenzo III, “anche se la beatissima Vergine Maria si trova in un grado più alto ed è più di tutti gli apostoli messi insieme, il Signore non ha affidato a lei, ma agli apostoli, le chiavi del regno”».

Ma qual è allora il senso di questa nuova “apertura” di Bergoglio? Semplice. Fino a Benedetto XVI la Chiesa è stata un ostacolo (katéchon) per certi poteri mondani. Chi ha spinto per “dimissionare” Benedetto e lanciare Bergoglio vuole omologare la Chiesa al mondo, diluendola nell’ideologia dominante.

Bergoglio dice che tale “adeguamento” serve per permettere alla fede cristiana di raggiungere gli uomini moderni. Ma i fatti dimostrano l’esatto contrario, dicono che è un suicidio.

Le confessioni protestanti che sono andate in questa direzione modernista sono alla canna del gas, ormai irrilevanti e inesistenti.

Al contrario - come ha rilevato il sociologo americano Rodney Stark - dove e quando si propone una vita cristiana impegnativa e rigorosa, con una forte connotazione ideale, fedele al Vangelo, si ha una risposta (anche vocazionale) straordinaria.

La strada da intraprendere per la Chiesa sarebbe dunque chiara. Ma la via scelta da Bergoglio è invece quella della resa alle ideologie mondane.

Egli imita le confessioni protestanti con cui - peraltro - Bergoglio prospetta una specie di ricongiungimento nel 2017, in occasione dei 500 anni dal devastante scisma luterano.

Anche la scelta bergogliana di abbandonare e rinnegare tutte le battaglie pubbliche sui “principi non negoziabili” ha questa ragione: non ostacolare l'ideologia e i poteri dominanti. Per questo Bergoglio ha (mal)trattato con gelido disprezzo il Family day e la recente “Marcia per la vita”.

Egli preferisce loro il Centro sociale Leoncavallo e cavalca le battaglie “politically correct” amplificate dai media: immigrati, ecologia, riscaldamento globale, ecumenismo.

Il caso della recente legge sulle unioni gay è emblematico. A vararla è stato il trio Renzi-Boschi-Alfano, cioè tre “cattolici”.

Nessuno di loro - se non altro per motivi di bottega elettorale - avrebbe firmato un'operazione simile avendo contro la Chiesa. Con Benedetto XVI, per capirci, non sarebbe accaduto.

Invece da Bergoglio hanno avuto rassicurazioni: egli disse che su queste materie “io non m'immischio” (mentre però s'immischiava nelle presidenziali americane bombardando Trump per il tema dell'emigrazione).

Poi il sì bergogliano alle unioni gay è stato addirittura messo nero su bianco in quella “Amoris laetitia” che è un vero manifesto per la demolizione della Chiesa.

Leggere per credere: «Dobbiamo riconoscere la grande varietà di situazioni familiari che possono offrire una certa regola di vita, ma le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso, per esempio, non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio». (n. 52)

Attenzione alla furbizia gesuitica. Solo in apparenza qua si nega il riconoscimento. In realtà queste parole implicano: (1) che «le unioni omosessuali» fanno parte della «grande varietà di situazioni familiari» da «riconoscere» (fino a ieri la Chiesa affermava che esiste una sola famiglia); (2) che «le unioni dello stesso sesso» offrono una «certa regola di vita (stabilità)» e (3) che «le unioni omosessuali» possono essere «equiparate» al matrimonio, però non in maniera «semplicistica»: con qualche finzione.

È precisamente quanto fa la legge appena approvata, che di fatto equipare le unioni gay al matrimonio senza dirlo ufficialmente. 

Mons. Galantino ha finto una “protesta”, ma - attenzione - sul metodo di approvazione, non sul merito. Era un modo per salvare le apparenze di fronte ai cattolici, come ha scritto Marcello Sorgi sulla Stampa. La solita furbatella bergogliana.

Chi ha capito benissimo che con Bergoglio ci troviamo davanti a un’ “altra Chiesa” (non più cattolica) è Emma Bonino che dichiara: «Questa Chiesa non ha nulla a che vedere con la veemenza intrusiva di Ruini». E infatti il titolo della sua intervista sulla Stampa è: «Ora avanti con eutanasia, cannabis, cittadinanza e asilo». Bergoglio e la “sua” chiesa non saranno certo d’ostacolo. I papi per duemila anni hanno detto di seguire l’esempio dei santi, ma invece il “papa argentino” di recente ha indicato proprio la Bonino e Napolitano come i «grandi italiani» da ammirare.

Il bollettino ufficiale su Schumacher "Come sta davvero". Cattive notizie

Schumacher, il bollettino ufficiale: "Ecco come sta". Non sono buone notizie


Nuove indiscrezioni sulle reali condizioni di salute di Michael Schumacher. Recentemente erano trapelate voci relative a un repentino peggioramento, riferite da una fonte statunitense citata dal News Every Day. Voci secondo le quali la vita del sette volte campione del mondo era appesa a un filo. Dopo un silenzio durato parecchi giorni, arrivano notizie da fonti ufficiali, questa volta citate dal quotidiano spagnolo Marca: "Come riportato da fonti ufficiali - si legge - l’ex pilota tedesco versa nella stessa situazione degli ultimi mesi, senza significativi progressi, in una condizione delicata e tenuta sotto stretta osservazione, ma non critica”. Nessun peggioramento, ma neppure alcun miglioramento.

La manager dell'ex ferrarista, Sabine Kehm, nell'ultimo aggiornamento sulle condizioni di salute che aveva diffuso, non aveva parlato di repentini peggioramenti. Da quel momento, come detto, la Kehm si è trincerata in un impenetrabile silenzio. Le ragioni dello scarso filtrare di notizie ufficiali, per inciso, la manager lo ha recentemente spiegato, sottolineando come la sua condotta rispecchi i desideri di Schmacher: prima dell'incidente di Meribel, infatti, le disse di "voler sparire dai riflettori dell'opinione pubblica" una volta terminata la carriera in Formula 1.

Strage Thyssen, condanne confermate Cassazione, la decisione sui 6 imputati

Strage Thyssen, condanne confermate: Cassazione, la decisione sui 6 imputati



La Cassazione ha reso definitive le sei condanne nell’ambito del processo per il rogo alla Thyssen Krupp che nel 2007 fece sette vittime. Si tratta dei sei dirigenti dell’acciaieria processati a Torino: l’amministratore delegato di Thyssen, Harald Espenhahn, i dirigenti Marco Pucci e Gerald Priegnitz, il membro del comitato esecutivo dell’azienda Daniele Moroni, l’ex direttore dello stabilimento Raffaele Salerno e il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri condannati per omicidio colposo. I familiari delle vittime, subito dopo la conferma della condanna, hanno affermato che "giustizia è stata fatta".

Nel processo d’appello bis, che si è chiuso il 29 maggio 2015, le pene sono state ridotte. Espenhahn è stato condannato a nove anni e otto mesi, con uno sconto di due mesi; Pucci e Priegnitz a sei anni e dieci mesi (sette anni), Moroni a sette anni e sei mesi (nove anni), Salerno a otto anni e sei mesi (pena ridotta di due mesi), Cafueri a sei anni e otto mesi (otto anni). La Procura di piazza Cavour in mattinata aveva chiesto di annullare le condanne per tutti e sei gli imputati del processo Thyssen, per rideterminare le pene per i reati di omicidio colposo plurimo e per riconsiderare il no alle attenuanti per quattro degli imputati.

Arrestato il ginecologo Antinori L'accusa gravissima: a una paziente...

Grossi guai per Antinori: polizia nella clinica. L'accusa gravissima: che cosa ha rubato


Nell’aprile scorso, all’interno della clinica, con la complicità di alcune collaboratrici, avrebbe espiantato alcuni gameti da una giovane spagnola, di 24 anni, contro la sua volontà. È questa l’accusa alla base dell’arresto del ginecologo Severino Antinori, nei cui confronti i carabinieri del Nas di Milano hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari per i reati di rapina aggravata e lesioni personali aggravate.

In particolare, a quanto ricostruito dagli investigatori, la ragazza, sottoposta a una cura ormonale fatta passare per una terapia per il trattamento di una cisti ovarica, ha riferito di essere stata immobilizzata, anestetizzata e costretta a subire un’asportazione di ovuli, nonché privata del proprio telefono cellulare, per impedirle di chiedere aiuto.

La donna, al risveglio dall’anestesia, approfittando della distrazione del personale infermieristico, è riuscita però a raggiungere un  telefono della clinica e a chiamare, di nascosto e in lacrime, il 112. Agli agenti però non aveva saputo chiarire cosa le era successo perché si esprimeva solo in spagnolo. La giovane è stata quindi riaccompagnata nel suo albergo, poco distante. Dopo solo poche ore, però, si è sentita male e il personale dell’hotel ha richiesto l’intervento del 118. La donna è stata trasportata presso la Clinica Mangiagalli, dove, ai medici e alle operatrici del Soccorso Violenza Sessuale, grazie all’aiuto di un interprete, è riuscita finalmente a spiegare cosa era successo.

Gli accertamenti condotti presso la Clinica hanno confermato, riferiscono gli inquirenti, l’intervento di prelievo ovocitario e uno stato psicologico prostrato dal trattamento subito e dall’angoscia per l’impiego degli ovuli prelevati in operazioni di fecondazione assistita a favore di terzi. Una accurata visita medico legale, inoltre, rilevava la presenza di ecchimosi sul corpo, compatibili con le manovre di immobilizzazione per l’anestesia forzata.

La ragazza, nelle ore successive, è stata sentita come testimone, prima da personale del Nas, poi dai magistrati, ai quali ha confermato il racconto reso in Mangiagalli. La giovane ha poi presentato una formale denuncia nei confronti di Antinori e del personale della Matris. Nei giorni scorsi è stata eseguita la perquisizione della Clinica, in via dei Gracchi, in centro a Milano.

Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati 6 embrioni, derivati dalla fecondazione degli ovociti prelevati alla persona offesa e destinati, secondo l’accusa, a essere impiantati il giorno successivo a pazienti di Antinori. È stata inoltre sequestrata documentazione sanitaria, tra cui i moduli di consenso informato, firmati dalla ragazza. Quest’ultima però non avrebbe riconosciuto come sue le firme appostate che, sostengono gli inquirenti, "appaiono in effetti significativamente difformi rispetto a quelle sicuramente riconducibili alla medesima".

venerdì 13 maggio 2016

Caivano (Na): Intervista al Consigliere comunale Antonio Angelino (PD)

Caivano (Na): Intervista al Consigliere Antonio Angelino (PD)


di Gaetano Daniele

Antonio Angelino
Consigliere comunale (PD)

Consigliere Angelino, Bilancio. Il Sindaco Monopoli si lava le mani e scarica le responsabilità al commissario ad Acta, secondo lei perchè?

Caro Direttore il perché è lampante, lo dissi proprio all'inizio di questa consiliatura che ci trovavamo di fronte ad un'amministrazione di dilettanti allo sbaraglio e purtroppo per Caivano non mi sbagliavo. Scaricabarile costante e deleghe di responsabilità sono all'ordine del giorno con Monopoli e quindi la totale incapacità amministrativa si traduce nell'arrivo del commissario ad acta per votare un bilancio che nemmeno la giunta tecnica di alto profilo si è sentita di votare, d'altronde se al riaccertamento di giugno le deleghe al bilancio le aveva lo stesso "primo cittadino" non potevamo aspettarci cose diverse. 

Consigliere Angelino, gara rifiuti, a che punto siamo.

Sui rifiuti tocca una nota dolente, tanto clamore, tanti soldi pubblici sprecati per annunciare finalmente la gara europea, e poi ?? È di oggi la notizia di un ulteriore proroga di 2 mesi. D'altronde non vedo orizzonte differente, soprattutto alla luce del mancato rateizzo trentennale, che costringe il paese a spalmare i debiti nei solo 4 anni di durata del mandato elettorale, a questo punto una gara europea di 30 milioni per 5 anni, verrebbe a costare circa 6 milioni all'anno a bilancio e considerata la situazione in cui questa maggioranza ci ha trascinato, non penso ci saranno le possibilità di affidare la gara.

Consigliere Angelino, mensa scolastica, cosa sta facendo Monopoli per tutelare le fasce deboli?

Sulla mensa, dopo il nostro puntuale intervento in consiglio comunale che ha di fatto interrotto una consuetudine assurda fatta di proroghe ritenute anche dall'ANAC illegittime, stiamo lavorando all'interno della IV commissione per portare una proposta più equa, a garanzia delle fasce deboli. La discussione è ancora aperta ed anche il settore sembra ben predisposto ad attuare gli indirizzi. Spero non si paghino anche su questo tema, le tragiche conseguenze di questa approvazione del bilancio, che da tanto ormai aspettiamo.

Consigliere Angelino, che rapporto ha con Giovanni De Cicco, responsabile di napolimetropoli, julie news e addetto Stampa del Sindaco Monopoli?

Ho un buon rapporto con De Cicco, anche se devo dire lo apprezzo molto di più quando svolge il suo ruolo di portavoce istituzionale del sindaco ed un po meno quando si diverte a prendere parola anche in sostituzione di vari consiglieri di maggioranza, guarda caso spietati oratori e sofisti da web e silenti spettatori in consiglio comunale. Ma abbiamo imparato che la "politica" a Caivano è anche questa è quindi ne prendiamo atto, dal punto di vista personale invece nulla da dire, credo e spero solo stima e rispetto reciproco.

Dona il tuo 5x1000 Cosa aspetti fai battere un Cuore

Dona il tuo 5x1000 Cosa aspetti fai battere un Cuore



Un gesto che non ti costa nulla. Con la dichiarazione dei redditi è possibile destinare il 5x1000 dell'IRPEF all'Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo: un gesto che non ti costa nulla ma di grande valore sociale e umanitario. 

Per salvare un bambino cardiopatico è sufficiente apporre la tua firma nel riquadro “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute...”. e scrivere il numero di codice fiscale dell'Associazione: 97134220157

Grazie a te i nostri volontari - medici, chirurghi, infermieri... - potranno infatti partire ogni mese in missione e salvare tutti i bambini malati di cuore che non avrebbero speranza di vita perché nati in un Paese povero. Visita il sito: www.bambinicardiopatici.it

Ecco i quattro segnali per capire se i vostri figli sono stati abusati

Abusi sessuali sui minori, i 4 segnali per capire se vostro figlio ha subito violenze



Capire se un minore ha subito un abuso sessuale è impresa difficile, anche per un pediatra. Tuttavia ci sono segnali-spia che devono far alzare il livello di allerta. A spiegarli è il professor Pietro Ferrara, docente alla Cattolica-Campus Biomedico di Roma, intervistato dal Giorno. Si parte però con un'accusa al sistema scientifico italiano: "Il pediatra è al centro di un sistema inadeguato ad affrontare e riconoscere i segnali dell'abuso - spiega Ferrara, referente per l'abuso e maltrattamento della Società italiana di pediatria. Negli Stati Uniti ad esempio c'è una specializzazione di tre anni in child abuse. Questo progetto è un primo passo molto importante per l'Italia".

I quattro segnali - Per riconoscere i segni di possibili violenze, dunque, occorre lavorare d'intuito: "È un problema ad alto indice di occultamento, perché spesso non ci sono segni evidenti da cercare, come può essere nel caso di una polmonite. Dobbiamo fare attenzione ad altri fattori comportamentali attraverso i quali il bambino esplicita il suo disagio. E poi dobbiamo osservare i genitori". "Ci sono segnali spia - prosegue Ferrara -. Per esempio, il tempo intercorso tra l'avvenimento di un trauma e il ricorso all'ospedale. Oppure i racconti inverosimili o incongrui fra i genitori o le persone che accompagnano il bambino dal medico. Osservare poi l'atteggiamento del minore che, se grandicello può essere condizionato dai genitori su quello che deve o non deve dire". Un esempio? "Il caso di un bambino con un femore rotto: se ha meno di diciotto mesi è davvero strano. Oppure: noi medici possiamo datare le ecchimosi in base al colore. Se ci viene raccontato che un bambino è caduto il giorno prima e vediamo lividi gialli, c'è qualcosa di strano, perché di solito i lividi di quel colore risalgono a diversi giorni prima". 

L'unica soluzione - Un consiglio ai pediatri? Stare più vicino alle famiglie: "Molte situazioni di maltrattamento e abuso si possono comprendere se si cerca di inquadrare il contesto, cercando di intuire i fattori di rischio. Io dico sempre che gli abusi sono l'unica patologia in cui abbiamo la famiglia contro. Per questo è difficile intervenire senza gli strumenti giusti per aiutare i minori. Ma si potrebbe dire lo stesso per i disabili. Sono in aumento anche gli abusi ai danni delle persone con disabilità, che spesso hanno ancora più problemi a esprimere la loro sofferenza rispetto a un bambino. Eppure a volte ematomi, graffi e lesioni sono molto sospette".

Marcello Dell'Utri, la grande paura: "Aiuto si sente male", la corsa disperata

Marcello Dell'Utri, la grande paura: malore in carcere, ricoverato d'urgenza


Marcello Dell'Utri, ex parlamentare di Forza Italia, è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale Pertini di Roma, per problemi cardiaci. Lo si apprende da fonti parlamentari azzurre. Dell'Utri, condannato in via definitiva a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa, era stato trasferito dal carcere di Parma a Rebbibia domenica.

"Come il Re sole". "Servo dei poteri forti" Renzi-De Bortoli: rissa in studio da Vespa

Renzi-De Bortoli: rissa in studio a "Porta a Porta" su banche, referendum e nomine



Scontro doveva essere e scontro è stato. Su tutto o quasi. A "Porta a porta" da Bruno Vespa, è andato in onda il match tra il premier Matteo Renzi e l'ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. Che dagli editoriali del Corriere, al presidente del Consiglio non le ha mai mandate a dire. E così è stato stasera.

Renzi l'ha buttata sui poteri forti, accusando De Bortoli e il Corriere di far parte di quei salotti buoni che sempre hanno taciuto le più scomode vicende italiche, se a loro o ai loro azionisti faceva comodo. Così, ha incalzato l'ex direttore sulle banche: "Perchè quando era direttore del Corriere o del Sole non ha scritto sulla Popolare di Vicenza?". "Beh, su quella di Lodi lo abbiamo fatto" è stata la replica. E ancora, Renzi: "La verità è che sulle banche il gruppo dirigente di questo Paese ha sempre taciuto e ora fa credere che il problema siano quelle quattro banchette", facendo riferimento a Etruria, Carichieti, Cariferrara e Banca Marche.

Lite anche sul referendum istituzionale di ottobre: "Lei è il primo a personalizzarlo. Lei dice 'apres moi le deluge'", affonda De Bortoli citando il re di Francia Luigi XV. "Figuriamoci: l'ultima volta lei mi ha dato del caudillo, se già andiamo su un imperatore francese...", gli ribatte il premier. "Se però perdo, mi dimetto il giorno dopo. Sulle elezioni decide il presidente della repubblica". "Si ricandida?", chiede Vespa. "No, certo che smetto".

De Bortoli: "Comunque, sono stupito che lei legga i miei editoriali". Renzi: Io sono un lettore - risponde Renzi - il fatto che lei non sia elettore non fa di me un non lettore...". Sulle nomine: "Gli amici di infanzia a Palazzo Chigi..." accusa De Bortoli. E il premier: "È riduttivo considerare un amico di infanzia uno che ha creato una roba sui big data per cui guadagna una milionata di euro l'anno, che non guadagnerà più se viene a lavorare con me. Potrei citarle Descalzi, Starace, De Vincenti: persone che ho conosciuto poco prima di sceglierle...".

Caivano (Na): Daniele: Monopoli scalda sedia

Caivano (Na): Daniele: Monopoli scalda sedia


di Gaetano Daniele


Che Satira tira....

E' notizia di questi ultimi giorni che l'amministrazione a guida Simone Monopoli ha deciso di affidarsi ad un commissario ad Acta per far chiarezza sui conti comunali, nonostante la scelta di azzerare una Giunta politica espressione democratica dei partiti per promuoverne un'altra cosiddetta di "Alto Profilo" sia stato solo un gioco di parole. Difatti, nulla hanno fatto e nulla hanno potuto. Anzi, una cosa l'hanno fatta, hanno affidato le loro responsabilità nelle mani di un commissario ad Acta. Monopoli scalda sedia!

Il potere sostitutivo implica, a partire dall'investitura, la surroga ex legge dell'amministrazione inadempiente ad opera del commissario ad acta, il quale acquisisce la natura di organo straordinario della stessa amministrazione e quindi di titolare esclusivo dell'attribuzione. Ne consegue che una volta adottato e comunicato il provvedimento di nomina del commissario all'Amministrazione, quest'ultima non può più esercitare, essendone stata privata, il potere che costituisce oggetto dell'intervento sostitutivo e del conferimento in via esclusiva al commissario ad acta. Monopoli scalda sedia!

Insomma Monopoli impone un modello politico e poi si contraddice. Come al solito. Si fa ritrarre con i militanti di Casa pound, decanta idee di destra e poi si candida nell'Udc di Casini. Azzera una Giunta composta di professionisti caivanesi, tra l'altro espressione democratica dei partiti, ne nomina 5 lui (secondo quale criterio poi?) e i partiti che fanno? Rispondono: va bene, governiamo. Governiamo cosa? se hanno affidato tutto nelle mani del primo cittadino? Ma nel momento in cui deve dimostrare di avere gli attributi si affida al commissario ad Acta. Non vuole responsabilità. Ha paura. Non sa dove mettere le mani. Si consulta con i suoi più stretti collaboratori, un reduce politico, e alla fine decide di non assumersi nessuna responsabilità facendo gravare ulteriormente sulle spalle dei cittadini il peso di una eventuale spesa. Monopoli scalda sedia!

Ma pronti. Partono subito i titoloni dei giornali: "Monopoli fa saltare il sistema". Il titolo è azzeccato, un plauso al giornalista. 

Questa è un'amministrazione-cartolina, raggiunto l'obiettivo, raggiunta la fascia, ora si nasconde dietro ai titoli di giornali, dietro ai titoli di blog d'informazione, che tra l'altro sbagliano anche a fare i titoli. Ma vi è un dato sorprendente. Tutti gli assessori politici trombati, si lamentano ma non intervengono. Hanno paura. Non parlano. Perchè tutti si lamentano ma nessuno parla?

Addirittura da indiscrezioni, ci sono consiglieri comunali che affidano le loro pagine facebook o i loro interventi (interviste, discorsi etc etc) a terze persone. E come diceva Kant, la libertà di pensiero è la capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. A questa visione di società si contrappone un'idea di società in cui l'espressione e la coscienza dell'individuo siano sottoposte alla amorevole tutela del potere, sia esso manifestamente violento oppure celato e paternalistico. L'unica salvezza dalla massa, dallo Stato, dal regime, consiste nel rifugiarsi nel "corretto dispiegarsi del pensiero": l'unica autorità riconosciuta è la ragione. Il pensiero reca in nuce le condizioni per l'esercizio della libertà. Monopoli scalda sedia!

Insomma, Monopoli in meno di un anno ha dimostrato come si può governare un Paese senza far nulla. E' proprio il caso di dire Monopoli scalda sedia!

Lo sfregio di Obama a due passi da Putin Tensione a mille, missili pronti a partire

Lo sfregio di Obama a pochi metri da Putin. Tensione a mille, razzi e missili pronti a partire


Sale ulteriormente la tensione tra Stati Uniti e Russia dopo che oggi è stata inaugurata in Romania la prima porzione del controverso scudo antimissile americano/Nato in Europa, che domani vedrà l’attivazione della seconda parte in Polonia. Il progetto, inizialmente voluto da George W. Bush, è stato poi ereditato, con minime modifiche, da Barack Obama. Il sistema, secondo Washington e la Nato, dovrebbe - in teoria - proteggere i Paesi eruopei dell’Alleanza dalla minaccia di missili bilistici a cortio e medio raggio (tra 300 e 3.500 km di gittata) lanciati da Paesi medioriernali (inizialmente si indicava Corea del Nord o Iran). Ma la Russia ritiene che un tale sistema schierato ai suoi confini rappresenti una minaccia alla sua sicurezza perchè altera l’equilibrio del deterrente nucleare tra le due superpotenze, come l’ex Urss provò a fare nel 1961 schierando missili a Cuba in risposta a quelli americani installati in Turchia e Italia. Nel sud della Romania nella base di Deveselu, 180 km a sud-ovest di Bucarest è stato installato il più grande sistema ’Aegis’ (dal latino scudo) mai realizzato, il più avanzato sistema di intercettazione di aerei e missili Made in Usa e una batteria di missili intercettori SM-2 in grado di abbattere qualsiasi oggetto in volo ad una distanza tra i 700 e i 2.500 km. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha difeso il nuovo centro anti missilistico sostenendo che non può rappresentare una minaccia per la Russia perchè «è stato progettato per rispondere rispondere a potenziali minacce di attacchi con missili a corto e medio raggio, provenienti dall’esterno della zona Euro-Atlantica» e poi «i missili (intercettori, ndr) sono troppo pochi, localizzati troppo a sud o troppo vicini alla Russia per poter intercettare i missili balistici intercontinentali russi».

Originariamente installato sui cacciatorpedinieri e gli incrociatori Usa più moderni (oltre ai missili intercettori schierati a terra in Romnia e Polonia altri saranno a bordo di diverse navi da guerra schierate nel Mediterraneo per completare l’ombrello a protezione dell’Europa) l’Aegis mon è solo un sistema radar ma un vero e proprio sistema di combattimento, con numerosi sottosistemi architettati in una struttura complessa, paragonabile ad un vero e proprio sistema nervoso in grado - solo su una singola unità - di intercettare contemporaneamente fino a 100 obiettivii

L’Aegis in versioni diverse è presente a bordo di 64 cacciatorpediniere Usa classe Arleigh Burke e 22 incrociatori classe Ticonderoga. Il sistema è stato venduto anche alle marine di Norvegia, Spagna, Giappone e Corea del Sud. Le componenti più vistose del sistema, nonchè le più delicate per la riuscita dello stesso, sono le antenne a schiera dell’elemento radar, chiamato SPY-1. È costituito da 4 antenne piatte su cui sono installate 4080 phase shifters, ovvero singole antenne a dipolo, capaci di cambiare la direzione dell’emissione del segnale rada.

Controllati singolarmente, ognuno di questi piccoli radar è capace di concentrarsi in un singolo settore di ricerca, assieme agli altri, oppure controllare simultaneamente bersagli multipli. In sostanza essi funzionano come gli occhi compositi degli insetti, e quindi sono capaci di esplorare un ampio settore dell’orizzonte restando immobili, seguendo più oggetti in simultanea. In meno di mezzo secondo, l’antenna dell’SPY-1 può osservare uno spazio di 100 gradi, pertanto 4 antenne sono più che sufficienti per tutto l’orizzonte. Non solo le capacità di localizzazione sono state ottimizzate su grandi distanze ma sono stati anche sviluppati missili che permettono l’ingaggio di missili balistici a medio raggio SM-2 accanto alla base romena a sud, dove i lavori sono iniziati nel 2013 e sono costati 800 milioni di dollari, sarà inaugurata domani quella a nord in Polonia a Redzikovo, vicino al Mar Baltico. Lo scudo antimissile Usa/Nato sarà pienamente operativo dal 2018

Lupi vota pro-gay, travolto dagli insulti L'anatema terribile: cosa gli hanno scritto

Maurizio Lupi spiega su Facebook perché ha detto di sì alle unioni civili ma raccoglie una raffica di insulti


Maurizio Lupi, cattolico, spiega su Facebook con imbarazzo perché ha votato sì alle unioni civili e il suo pubblico lo travolge. "Abbiamo approvato la legge sulle ‪#‎unionicivili‬ perché era un nostro dovere costituzionale dare diritti a queste nuove unioni sociali. Riconoscere un diritto non è, per noi cattolici, un cedimento rispetto ai propri principi". Continua Lupi: "Lo abbiamo fatto a precise condizioni, difendendo il diritto del più debole, in questo caso i bambini, a nascere in una famiglia, con un padre e una madre, e il diritto di un bambino senza genitori di essere inserito in una famiglia tradizionale. Da qui il nostro sì alle unioni civili e il nostro NO alle ‪#‎adozioni‬, alla ‪#‎stepchildadoption‬ e all’utero in affitto. Tutte cose che questa legge afferma chiaramente".

Il pubblico religioso di Lupi ovviamente non ha gradito la sua apertura ai gay.  "Onorevole lei sa di aver fatto qualcosa di molto grave, per la sua coscienza prima che per gli italiani", scrive un utente. "Per cortesia Lupi, togli la parola Cattolico per definirti e per giustificare le tue malefatte", aggiunge una signora. E ancora:  "Lupi ma quale dovere!!!!!!! Ipocriti cadreghusti! Politicamente siete già finiti. Iniziate a sbaraccare. Avete ucciso la vostra posizione politica". "Rabbia, delusione, schifo", si legge. "Attaccato alla poltrona" è il commento più frequente. Il più apocalittico: "Tutti dobbiamo dare conto delle nostre azioni e davanti a Dio non sarà possibile modificare gli errori e il male che abbiamo fatto nella nostra vita a discapito degli innocenti". 

Ma c'è anche qualche inaspettato fan: "CattoTalebani integralisti fatevene una ragione non siamo una teocrazia e questa legge sulle unioni civili è davvero il minimo sindacale. Alfano e Lupi grazie!".

"Rolex e gioielli", Pinotti nei guai L'incontro drammatico con Renzi

"Rolex e diamanti", la Pinotti nei guai. Incontro drammatico con Matteo Renzi


La vicenda del Rolex e dei gioielli regalati a Roberta Pinotti durante in occasione della firma dell'accordo con il Kuwait con Finmeccanica per la vendita di 28 caccia sta montando. Oggi Dagospia che ha dato la notizia torna sulla vicenda con un nuovo retroscena. Mercoledì 11 maggio ci sarebbe stato un acceso confronto tra il ministro della Difesa e Matteo Renzi. Non si sa se il colloquio sia stato telefonico o di persona, ma è certo che i toni fossero tutt'altro che gradevoli. Di più. Pare anche che insieme ai gioielli "importanti" destinati ufficialmente alle figlie della Pinotti e al Rolex d'oro bianco tempestato di brillantini, al ministro sia stato regalato anche un collier di preziosi, con ogni probabilità diamanti.

E come se non bastasse, a preoccupare la Pinotti c'è anche l'inchiesta Tempa rossa, per la quale si è già dimessa Federica Guidi. Oltre al suo portavoce, Andrea Armaro, sembra che i giudici vogliano chiarire quale ruolo ha avuto nell'operazione la società Difesa servizi guidata dal segretario particolare della Pinotti, Fausto Recchia. Recchia a cui è stata affidata la gestione del protocollo dell'eventuale consegna dei regali ricevuti dal ministro. 

L'altro ieri il ministero della Difesa ha smentito: "Il ministro Pinotti ha sempre seguito le prescrizione contenute nel Dpcm del 20.12.2007 riguardo i cosiddetti doni di rappresentanza. Ove ne ricorrono le condizioni detti doni vengono quindi presi in consegna e custoditi dall'Amministrazione Difesa. Sono perciò da considerare prive di qualsiasi fondamento le notizie apparse oggi". Dubbio: è tutto falso o i regali ci sono ma il ministro non li ha tenuti per sé?

giovedì 12 maggio 2016

I grillini mettono il turbo, uno choc Il sondaggio-bomba: ecco le cifre

I grillini mettono il turbo, uno choc. Il sondaggio-bomba: ecco i numeri tondi


I voti di Stefano Fassina stanno già dando i loro frutti. E non in favore del Pd, come ci si aspetterebbe. Bensì del Movimento 5 stelle, che in questo momento a Roma, vola. Secondo il sondaggio Euromedia Research per Ballarò, e ripreso dal Tempo la bocciatura della lista della Sinistra italiana sta già favorendo Virginia Raggi. In sostanza il M5s è il primo partito con un range tra il 30,4 e il 34,6 mentre la candidata sindaco Raggi si attesta tra il 29,2 e il 33,2 per cento.

Le liste che sostengono Roberto Giachetti non guadagnano nulla e si attesterebbero in un range tra il 22 e il 25,8%, mentre il candidato del Pd è dato tra il 20 e il 23,6%. Testa a testa per le liste a sostegno rispettivamente di Giorgia Meloni, al 16,8% e il 20,2% e di Alfio Marchini tra il 16,5 e il 19,9%. Mentre i due candidati sindaco si attesterebbero tra il 17,8 e il 21,2% la Meloni e tra il 17,3 e il 20,7 Marchini. Gli indecisi oscillerebbero, sempre secondo il sondaggio di Euromedia, tra il 43 e il 45 per cento. 

Maggio dei Monumenti Il Consiglio dell'Ordine organizza: "Il regno delle due Toghe"

Scuola Forense della Fondazione dell'Avvocatura Napoletana organizza: "Il regno delle due Toghe"

di Mario Setola




In occasione del “maggio dei monumenti”, il Consiglio dell’Ordine, unitamente alla Biblioteca “De Marsico” e la Scuola Forense della Fondazione dell’Avvocatura Napoletana per l’Alta Formazione Forense, hanno organizzato l’evento dal titolo “Il regno delle Due toghe, da Carlo di Borbone ad Enrico De Nicola” in Castel Capuano, dove le Stanze di Temi faranno da cornice a due mostre sulla storia del diritto e sulla storia dell’Avvocatura, esponendo i preziosi testi della Biblioteca e dell’Archivio Storico del Consiglio dell’Ordine.

Il percorso storico, tra le sale dell’antico Maniero ed i testi esposti nelle due mostre, sarà illustrato dagli allievi della Scuola Forense che fungeranno da ambasciatori della nostra tradizione e della nostra cultura.

In un momento di crisi profonda, la storia dell’Avvocatura Napoletana costituisce la più grande risorsa per affrontare, con fiducia, un futuro incerto e nebuloso.

Con questo animo, Ti invito a partecipare e scoprire la vera ricchezza dell’Avvocatura Partenopea.

UN "VIRUS" DA ELIMINARE Porro "cancellato" dalla Rai La durissima accusa a Renzi

Un "virus" da eliminare, Nicola Porro "cancellato": la durissima accusa a Renzi


di Enrico Paoli



Quando si dice l’ironia della sorte. La puntata di stasera di Virus, il programma di Rai Due condotto da Nicola Porro che l’azienda sembra fortemente intenzionata a chiudere tanto da aver sollevato un’ondata d’indignazione generale, s’intitola «Siamo un Paese insicuro». In effetti lo siamo, dato che nessuno ha la sicurezza di poter continuare a fare quel che fa, anche se lo fa bene. Il merito, insomma, non è di questa Italia. Figuriamoci dentro la Rai di Antonio Campo Dall’Orto, dove l’unico disegno seguito è quello di non disturbare il «manovratore», ovvero il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che stasera sarà ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, altro conduttore nel vortice delle polemiche per l’intervista al figlio di Riina, il capo dei capi di Cosa nostra. Ma questa è un’altra storia.

A mettere in piazza la storia di Virus epurato dal palinsesto Rai e di Porro parcheggiato nel limbro dei «vedremo» è il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «La trasmissione Virus non andrà più in onda», afferma il vice presidente del Senato, «quella di Porro è una presenza che aggiungeva un pizzico di pluralismo in una Rai appiattita sulle posizioni della sinistra e del governo. Né si venga a dire che l’azienda ha fatto proposte alternative a Porro perché si tratta di ipotesi risibili. Si tratta di un’epurazione a tutti gli effetti». E di «epurazione» parla la deputata azzurra Daniela Santanché. «Anche il governo Renzi, come i migliori regimi sovietici, toglie di mezzo l’informazione che ritiene scomoda», afferma l’esponente azzurra, «siamo al redde rationem: stanno venendo al pettine tutti i nodi e le storture delle nuove norme che lasciano troppo potere al governo e al direttore generale della Rai e niente al Consiglio di amministrazione». Preoccupati della scelta indicata da Campo Dall’Orto anche gli esponenti del Nuovo Centrodestra e di Scelta Civica. In ballo c’è il pluralismo dell’informazione. Un tema, quello della pluralità delle voci, che all’amministratore delegato non deve stare particolarmente a cuore, nonostante i richiami che arrivano anche dal Pd.

Nei giorni scorsi Michele Anzaldi, deputato dem e membro della commissione di Vigilanza, aveva sollevato proprio la questione dell’informazione. «Il grande assente del nuovo piano industriale della Rai è l’informazione, che rappresenta il cuore e la vera legittimazione del servizio pubblico», afferma il deputato del Partito democratico, «eppure è proprio l’informazione il campo su cui il servizio pubblico può e deve differenziarsi dalla concorrenza privata». Più chiaro di così. La Rai non deve togliere, semmai aggiungere, essendo Servizio pubblico. Il problema è che la logica dominante, sposata dall’amministratore delegato dell’azienda, è che la Rai deve essere al servizio del governo e non del cittadino. Porro ha saputo reggere il confronto quando doveva confrontarsi con Michele Santoro, in onda su La7, e si è sempre difeso bene nel match televisivo con Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita, altalenante fra la prima serata del lunedì e quella del giovedì. Ma tutto questo in Rai, in questa Rai non conta affatto.

Sarà pure un caso ma un altro conduttore poco allineato, tanto per usare un simpatico eufemismo, è destinato a ritrovarsi senza un programma da condurre nella prossima stagione. Certo, c’entra anche il fatto che la concorrenza lo ha definitivamente superato, martedì sera c’è stata un’altra netta vittoria per Giovanni Floris con il suo DiMartedì in onda su La7 che ha battuto Ballarò sia in share che in ascolto medio, ma non è la sola ragione per la quale Ballarò, il programma di punta di Rai Tre, nella prossima stagione non sarà condotto da Massimo Giannini. L’ex vice direttore di Repubblica, parlando a Dogliani ha detto che «questa non è la Rai, questa è l’Eiar (l’ente monopolista delle radiodiffusioni durante il periodo fascista, ndr)», dice il giornalista, «è un’altra cosa. Lo dico con assoluta trasparenza e serenità, non c'è un discorso ideologico in quello che sto dicendo, né un atteggiamento contro il governo o Renzi». No, non è solo una questione di share.

Il punto, ora, è che l’amministratore delegato della Rai, ad un anno dal suo insediamento, dovrà pur iniziare a spiegare cosa deve essere realmente la tv pubblica e se al posto dei talk show devono esserci solo spazi in cui il premier si auto intervista. Perché questa sembra essere la deriva.

IL PD CADE A PEZZI Schiaffo a Boschi e Renzi La big che se ne va / Foto

Unioni civili, la Marzano lascia il Pd



Come annunciato, Michela Marzano ha scritto al capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, per comunicare le proprie dimissioni dal gruppo. Una scelta, spiega la docente universitaria e filosofa nei passi della lettera riportata da Repubblica e postati dalla stessa Marzano su Facebook dettata dal voto sulle unioni civili. "Sui temi dei diritti e dell'etica ho sempre detto e difeso gli stessi valori e gli stessi principi. E non me la sento, oggi, di non essere coerente con me stessa e con le mie battaglie per opportunità politica".

Sulle unioni civili, continua la Marzono, "non si poteva forse fare diversamente e considero che sia importante per l'Italia avere finalmente una norma che garantisca e protegga le persone omosessuali. Aver però eliminato ogni riferimento a famiglia e familiare, parlando delle unioni civili come una semplice specifica formazione sociale, e aver stralciato la stepchild adoption rappresentano un vulnus per me difficile non solo da accettare, ma anche da giustificare pubblicamente".

Caivano (Na): Comunicato PD Giunta Monopoli Commissariata "Ulteriori spese per i cittadini"

Caivano (Na): Comunicato PD Giunta Monopoli Commissariata "Ulteriori spese per i cittadini"


Che Satira tira...

La nuova giunta Monopoli non riesce ad approvare il Bilancio Preventivo. Per la prima volta dal 1994, anno del nuovo sistema elettorale, il Presidente del Consiglio Comunale Del Gaudio è costretto a nominare un Commissario ad Acta, per redigere il Bilancio Comunale. Il paradosso è che una Giunta Tecnica di "Alto Profilo" nominata per garantire un "Valore Aggiunto " ai dirigenti comunali, mostra grande inefficienza e porta un altro onere al comune di Caivano, quello che si deve pagare al Commissario ad Acta nominato. Altro che "Valore Aggiunto " qua parliamo di altre "Spese Aggiunte" per i cittadini Caivanesi, dovute alla incompetenza e alla irresponsabilità della Giunta e del Sindaco Monopoli.

Caivano (Na): "Mi dai la fiducia? Mezza adesso il resto alla consegna"

Caivano (Na): "Mi dai la fiducia? Mezza adesso il resto alla consegna" 

di Biagio Guerra



Il Comune di Caivano dà il benservito alla legalità. Il primo cittadino Simone Monopoli chiede aiuto alle istituzioni nazionali e invece abbandona alla luce delle allargate competenze conferite dalla riforma della Magistratura onoraria, l'ultimo presidio di legalità sul territorio. Avvocati, Magistrati e operatori di giustizia sul piede di guerra nonostante in consiglio comunale siedono il più alto numero di avvocati nella storia del civico consesso. 

A cosa serve una amministrazione? A scrivere lettere? A nominare commissari per fare cose a cui sarebbe chiamata in prima persona? Come ad esempio nel caso del Bilancio. Ma ora che c'è il commissario al bilancio il dirigente al bilancio almeno viene cacciato? 

Per non parlare della situazione dei rifiuti oramai incancrenita che ancora non vede uno sbocco. Intanto si continuano a danneggiare i cittadini e l'erario, i primi che pagano troppo per un servizio che non esiste quello della NU, e il danno all'erario è palese o per dolo conveniente o per omissione dei normali obblighi di atto d'ufficio.. Ah ...saperlo a chi conviene?

Oramai è venuta meno la iniziale fiducia dei caivanesi, Monopoli commissariato da Del Gaudio?

"Sono i genitori più anziani del mondo" Un record da horror: ecco la loro età

A 72 anni è la neomamma più anziana del mondo: come ha fatto


72 anni lei, 79 lui. Sono i due nuovi neo-genitori più anziani del mondo. I coniugi indiani Mohinder Singh Gill e Daljinder Kaur, hanno appena dato alla luce con parto cesareo un bambino di nome Arman, il loro primogenito, che attualmente è in perfetta salute. La coppia, Sikh del Punjab, sono sposati da 46 anni ma non sono mai riusciti a concepire. Solo da ultrasettantenni, e grazie all'inseminazione di ovuli in vitro e un trattamento di fertilità, la coppia ha potuto realizzare il desiderio più grande: avere un figlio. In India i trattamenti per la fertilità non sono regolati dalla legge e sono molto più economici che in Occidente (poco più di mille euro).

“Tutti mi dicevano di adottare un bambino, ma non ho mai voluto. Ora ho un figlio tutto mio - ha detto la donna al Telegraph - Lo cresceremo e gli daremo un'educazione adeguata. Ho avuto fede che Dio mi avrebbe fatto il dono di un figlio mio, e Waheguru (il nome che i Sikh usano per chiamare Dio ndr.) ha risposto alle mie preghiere".

I due coniugi si sono sempre sentiti profondamente a disagio per il loro lungo matrimonio senza figli perché in una società come quella indiana, l'infertilità è una sorta di maledizione e non avere figli è una possibile causa di esclusione sociale. Daljinder con i suoi 72 anni avrebbe battuto il record della più anziana neomamma del mondo, battendo la 66enne Maria del Carmen Bousada Lara che ha dato alla luce due gemelli nel 2006 a Barcellona. Tuttavia, la neomamma indiana non ha un certificato di nascita, anche se lei sostiene di avere sette anni in meno del marito, che ne ha 79 (regolarmente certificati).

Truffa milionaria sugli affari online Ecco i 49 siti-trappola: tutti i rischi

Truffa milionaria on line: sgominata banda di romeni



2962 transazioni illecite, 49 siti truccati, 351 vittime gabbate e 1 milione di euro raccolto. Questi i numeri della truffa messa in atto da una organizzazione di romeni ben strutturata fra Italia e Romania. Una gang con capi riconosciuti che impartivano gli ordini e due coppie di luogotenenti dislocate tra Lombardia e Veneto per mettere in atto la mega truffa. E, fra gli altri, persino un ragazzo di 23 anni genio del pc, che la polizia di Bucarest ha fermato all’università, proprio mentre stava sostenendo un esame di informatica. L’indagine che ha fatto arrestare cinque persone (più due già in carcere tra Monza e Vercelli) è partita dalla denuncia presentata da una delle vittime per il mancato recapito di un iPad acquistato sul sito techmaniashop.it.  

Il metodo - Per raggirare gli utenti dei siti di acquisto on line, la banda aggiungeva parole come «store» o «elettronica» agli Url originali dei rivenditori on line di prodotti di alta tecnologia (2.962 le transazioni illecite accertate) e beneficiare delle recensioni positive che tanto contano tra gli internauti incalliti. Proprio quegli indirizzi, modificati, facevano cadere in errore l’utente di turno, che, convinto di finalizzare l’acquisto, inviava il denaro alle carte prepagate tipo Postepay dei malviventi (che di «bottiglie», così erano definite in gergo al telefono, se n’erano procurate in quantità creando documenti d’identità fasulli e codici fiscali richiesti all’Agenzia delle Entrate); ancor più sfortunati invece, coloro che finivano nella rete del phishing, visto che digitavano i loro dati sensibili su format facsimile di quelli degli istituti di credito per vedersi svuotare il conto corrente (senza possibilità di essere risarciti dalla banca).

Il ricilcaggio - E il passaggio dal denaro virtuale a quello sonante? Il gruppo criminale aveva pensato pure a questo, spiega la dirigente della Postale Lisa Di Berardino: partite a poker on line pilotate dove il vincitore era già designato e, aiutato dai complici, spostavano i soldi in un’unica direzione. Un ingegnoso sistema che poi si concludeva col prelievo dei contanti in quel di Ramnicu Valcea, alias la Hackerville d’Europa per via dell’abnorme numero di truffe on line consumate da quelle parti. In totale, i truffatori erano riusciti a impossessarsi illecitamente di un milione di euro, il valore dei beni oggetto di sequestro preventivo disposto dal giudice. La Di Berardino ha poi aggiunto, non senza una frecciata al primo denunciante che aveva accusato di lentezza le forze dell’ordine: “I tempi della giustizia sono quelli che sono, ma pian piano ci arriviamo sempre”.

TERREMOTO FORZA ITALIA Prestigiacomo e la fronda "Ecco tutti i nomi": la lista

Forza Italia, Stefania Prestigiacomo guida la fronda sulle unioni civili


"Questa legge è importante, non crediamo che le leggi siano strumenti di potere, indipendentemente dalla sua arroganza, presidente Renzi, in nome dei valori con alcuni deputati di Forza Italia voteremo a favore di questa legge che pure ha alcune criticità ma fa compiere al Paese un passo avanti, allineandolo non solo e non tanto all’Europa ma soprattutto al comune sentire degli italiani". Così Stefania Prestigiacomo, in aula alla Camera, ha annunciato il sì alla legge sulle unioni civili in dissenso dal gruppo di FI.

"Ci sono valori più importanti di lei e della sua ossessione di personalizzare ogni passaggio" ha detto Prestigiacomo parlando del premier. Prestigiacomo ha citato Mara Carfagna, Elena Centemero, Nunzia De Girolamo, Elio Vito, Renata Polverini, Giorgio Lainati tra coloro che voteranno sì: «Sì alle unioni civili, no al governo Renzi». Anche Laura Ravetto, subito dopo, ha annunciato il suo sì.

mercoledì 11 maggio 2016

L'intervista - Unioni civili, trappolone per i conviventi L'avvertimento della Bernardini De Pace

Unioni civili, l'avvocato Bernardini De Pace avverte i conviventi: per loro ci sarà un trappolone


intervista a cura di Brunella Bolloli



«È incostituzionale privare chiunque della libertà di scelta. E, da liberale, sono contro l' ingerenza dello Stato nella sfera affettiva e sentimentale delle persone». L' avvocato Annamaria Bernardini De Pace, celebre matrimonialista, titolare dell' omonimo studio legale specializzato in diritto della persona e della famiglia, bacchetta il disegno di legge Cirinnà che sta per passare alla Camera. «Ma davvero l' approvano così com' è? Non sanno davvero più cosa fare».

Quali sono gli aspetti controversi di questa legge?
«Intanto è scritta male. La materia riguarda tutti e quindi la legge dovrebbe essere di immediata comprensione, ma così non è. Il risultato è una norma che apre il campo a un' infinità di ricorsi e darà molto lavoro in più agli avvocati. Sembra scritta apposta per accontentare certe lobby...».

Veniamo agli aspetti tecnici. Alla regolamentazione delle unioni civili.

«Innanzittutto la legge è divisa in due parti: una che regola le unioni civili tra omosessuali e l' altra che disciplina le convivenze tra eterosessuali. Dico subito che per me le unioni civili sono un compromesso partorito dalla politica, in realtà il matrimonio civile non si dovrebbe negare a nessuno perché non consentirlo significa discriminare. Perché impedire ai gay le tutele e le protezioni dello Stato quali il diritto alla pensione, le detrazioni, le riserve successorie, solo a causa dell' orientamento sessuale?».

L' articolo 1 della proposta di legge Cirinnà, al primo comma, definisce le unioni civili.

«Sì. Le chiama "specifica formazione sociale", che non si capisce bene cosa voglia dire, anche questo è un modo per non scontentare nessuno e per evitare polemiche. Ma come chiamiamo due gay o due lesbiche che hanno contratto un' unione civile? Unionisti? Nel testo si ricorre a frequenti perifrasi perché certo non si può dire "coniugi", visto che non è un matrimonio. Però la parte del disegno di legge che genererà maggiori complicazioni è la seconda, quella che riguarda le convivenze».

Cosa intende la legge Cirinnà per convivenze?

«È scritto nel comma 36, dove non si fa riferimento al sesso, e si specifica che conviventi di fatto sono "due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un' unione civile».

Ma quale elemento stabilisce la convivenza di fatto? Non soltanto la circostanza di coabitare...

«Il comma 37 sancisce che per stabile convivenza si fa riferimento alla dichiarazione anagrafica (prevista dal Dpr 223 del 1989). In sintesi, basta presentare agli uffici comunali questo semplice documento e si hanno quasi in automatico gli stessi diritti e doveri dei coniugi perché si ufficializza il nuovo nucleo familiare. Infatti scattano le stesse prerogative».

Anche a livello economico? Di affitto della casa, di rapporti patrimoniali?

«Il disegno di legge comprende tutto questo e, in sintesi, accomuna le convivenze di fatto a un matrimonio. Quindi è come se i conviventi di fatto fossero sposati a loro insaputa. Però questo è incostituzionale: non si può obbligare una coppia che vuole solo convivere a sottoscrivere un contratto di convivenza con diritti e doveri che non ha chiesto. Lo Stato trasforma i sentimenti in doveri economici, e non è giusto».

Parliamo della casa. Cosa accade se uno dei due conviventi muore?

«Se muore il convivente proprietario della casa di comune residenza, il convivente di fatto superstite ha diritto a continuare ad abitare nella stessa dimora almeno per due anni o per il tempo in cui è durato il rapporto. Bisogna poi anche considerare se ci sono dei figli. Per questo insisto: ci sarà molta materia anche per gli avvocati perché prevedo ricorsi e congestionamento dei tribunali. Ma credo anche che faranno affari le agenzie immobiliari, visto che adesso magari in tanti rinunceranno alle convivenze fondamentalmente per timore di pagare dopo quattrini che si preferirebbe tenere per sé».

Se poi un uomo è già stato sposato e molla pure la nuova convivente, deve pagare gli alimenti sia all' ex coniuge che all' ex convivente?

«Come avviene nei matrimoni tradizionali. Qui, nell' ultima versione del ddl, comma 65, c' è scritto che "il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall' altro gli alimenti nella misura determinata ai sensi dell' articolo 438 del codice civile"».

Qualcuno ventila il rischio di badanti diventate conviventi di fatto, e dunque eredi, in ragione del legame di assistenza, o storie passeggere trasformate in convivenze forzate. Sarà così?

«I problemi maggiori si avranno dal punto di vista economico ed io temo che la legge Cirinnà possa aprire la strada a una serie di soprusi se non proprio di truffe. Il rischio è concreto. Sa come si dice: fatta la legge, trovato l' inganno».

Caivano (Na): Esclusiva / Intervista Video ai rappresentanti di Liberi Cittadini

Caivano (Na): Esclusiva / Intervista Video ai rappresentanti di Liberi Cittadini, Francesco Emione e Domenico Acerra

a cura di Gaetano Daniele
Riprese a cura di Pasquale Tartaglione


Intervistiamo i rappresentanti della Lista Civica Liberi Cittadini. Ad intervenire è l'arch. Francesco Emione, il più votato a Caivano con oltre 800 preferenze, e il coordinatore della Lista, l'avv. Domenico Acerra. Emione: "Monopoli ha offeso le professionalità locali. I partiti sono stati svuotati e resi nulla. La nuova Giunta non ha il consenso popolare". Acerra: "Monopoli non è in grado di tutelare i cittadini caivanesi, lasci al più presto per il bene del Paese e dei caivanesi"


L'ultimo scandalo di Banca Etruria: a chi prestava decine di milioni di euro

L'ultimo scandalo di Banca Etruria: a chi prestava decine di milioni di euro



Banca Etruria concedeva prestiti a grandi gruppi amici coi conti disastrati e senza criteri ragionevoli. Una modalità che evidenzia una "incapacità generalizzata a gestire il credito", dice il commissario Giuseppe Santoni nella relazione finale sull'insolvenza. Riporta Repubblica che Santoni, in oltre 150 pagine, elenca le ragioni del fallimento dell'istituto di credito e non risparmia i vertici: "Nonostante le pressanti indicazioni di Bankitalia, restavano singolarmente inerti". Aggiunge "difetti nei controlli di primo e secondo livello sui conti transitori, e anomalie nelle verifiche anti-riciclaggio".

Il documento servirà al pool di magistrati di Arezzo a definire le ipotesi della bancarotta fraudolenta. A cominciare dalla gestione disastrosa dei grandi creditori. Quattro in particolare che, insieme, hanno accumulato un'esposizione superiore a cento milioni, soldi che Etruria non ha più avuto indietro. Il primo è il gruppo Sacci spa (50 milioni), storica azienda del cemento di proprietà della famiglia Federici ritenuta vicina a Gianni Letta. Il secondo è Privilege Yard spa che ha avuto una ventina di milioni per il progetto dello yacht più grande del mondo fallito prima di essere completato. Altri 20 milioni sono andati a Villa San Carlo Borromeo, una srl che possiede l' omonimo hotel cinque stelle di Senago fallita l' 11 giugno scorso. Infine, l'immobiliarista Pierino Isoldi, diversi guai con la giustizia alla spalle, che ha ottenuto una quindicina di milioni di euro nel 2010 per la Isoldi Holding spa, poco prima di finire in amministrazione controllata.

MILANO, SALA È INCANDIDABILE Scandalo e disastro, Renzi demolito

Milano, Giuseppe Sala è incandidabile. Scandalo e disastro: Renzi demolito



Giuseppe Sala, il candidato Pd (o meglio, il candidato di Matteo Renzi) a Milano non è candidabile. Ad oggi non può correre per Palazzo Marino. Un'ultima bomba su una già travagliata campagna elettorale, in cui ha visto il suo consenso ridursi di giorno in giorno, fino a subire il sorpasso, almeno secondo diversi sondaggisti. Ora, l'ultima bomba sganciata da Panorama in edicola domani, giovedì 12 maggio. Le dimissioni di Sala da commissario di Expo2015, secondo quanto riporta il settimanale, non sono mai state protocollate. Una circostanza che lo rende ineleggibile a Milano, oltre che incompatibile come consigliere di una società pubblica, come la Cassa Depositi e Prestiti, nella quale un posto in Cda dallo scorso ottobre.

La storia è un pelo intricata. Secondo quanto scrive Panorama, Sala il 28 ottobre 2015 ha firmato l'"autodichiarazione di compatibilità", necessaria appunto alla nomina in Cdp, affermando di non ricoprire incarichi politici nazionali. Falso: in quel momento, infatti, Sala era commissario straordinario di governo all'Expo, e questo lo rendeva incompatibile con il nuovo ruolo. Ma non è tutto: in seguito il candidato "preferito" da Matteo Renzi si è dimesso soltanto dal ruolo di ad della società Expo, atto annunciato il 18 dicembre 2016 e ratificato due mesi dopo, a campagna elettorale già in corso. Lo staff di Sala, interpellato da Panorama, si difende affermando che "le dimissioni inviate al cda di Expo lo hanno fatto automaticamente decadere anche da commissario".

Ma in base alla giurisprudenza le due cariche non cessano assieme. La volontà di terminare l'incarico da commissario, infatti, andrebbe comunicata al governo, e dovrebbe poi seguire un "atto di pari efficacia costituzionale" rispetto a quello d'incarico (poiché Sala è stato nominato da un decreto del presidente del Consiglio, un successivo decreto avrebbe dovuto notificare l'accettazione delle dimissioni, nominando contestualmente un nuovo commissario, oppure sopprimendo la carica). Panorama, infine, sottolinea di non aver trovato traccia del decreto necessario. Ma non è tutto, ecco l'ultima "bomba": per firmarlo, Renzi aveva tempo soltanto fino alla data di presentazione delle liste, l'8 maggio. Qualsiasi mossa successiva sancirebbe l'ineleggibilità dell'ex numero uno di Expo. Sala, dunque, non può correre a Milano.