Truffa milionaria on line: sgominata banda di romeni
2962 transazioni illecite, 49 siti truccati, 351 vittime gabbate e 1 milione di euro raccolto. Questi i numeri della truffa messa in atto da una organizzazione di romeni ben strutturata fra Italia e Romania. Una gang con capi riconosciuti che impartivano gli ordini e due coppie di luogotenenti dislocate tra Lombardia e Veneto per mettere in atto la mega truffa. E, fra gli altri, persino un ragazzo di 23 anni genio del pc, che la polizia di Bucarest ha fermato all’università, proprio mentre stava sostenendo un esame di informatica. L’indagine che ha fatto arrestare cinque persone (più due già in carcere tra Monza e Vercelli) è partita dalla denuncia presentata da una delle vittime per il mancato recapito di un iPad acquistato sul sito techmaniashop.it.
Il metodo - Per raggirare gli utenti dei siti di acquisto on line, la banda aggiungeva parole come «store» o «elettronica» agli Url originali dei rivenditori on line di prodotti di alta tecnologia (2.962 le transazioni illecite accertate) e beneficiare delle recensioni positive che tanto contano tra gli internauti incalliti. Proprio quegli indirizzi, modificati, facevano cadere in errore l’utente di turno, che, convinto di finalizzare l’acquisto, inviava il denaro alle carte prepagate tipo Postepay dei malviventi (che di «bottiglie», così erano definite in gergo al telefono, se n’erano procurate in quantità creando documenti d’identità fasulli e codici fiscali richiesti all’Agenzia delle Entrate); ancor più sfortunati invece, coloro che finivano nella rete del phishing, visto che digitavano i loro dati sensibili su format facsimile di quelli degli istituti di credito per vedersi svuotare il conto corrente (senza possibilità di essere risarciti dalla banca).
Il ricilcaggio - E il passaggio dal denaro virtuale a quello sonante? Il gruppo criminale aveva pensato pure a questo, spiega la dirigente della Postale Lisa Di Berardino: partite a poker on line pilotate dove il vincitore era già designato e, aiutato dai complici, spostavano i soldi in un’unica direzione. Un ingegnoso sistema che poi si concludeva col prelievo dei contanti in quel di Ramnicu Valcea, alias la Hackerville d’Europa per via dell’abnorme numero di truffe on line consumate da quelle parti. In totale, i truffatori erano riusciti a impossessarsi illecitamente di un milione di euro, il valore dei beni oggetto di sequestro preventivo disposto dal giudice. La Di Berardino ha poi aggiunto, non senza una frecciata al primo denunciante che aveva accusato di lentezza le forze dell’ordine: “I tempi della giustizia sono quelli che sono, ma pian piano ci arriviamo sempre”.
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