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giovedì 10 marzo 2016

NUOVO BALZELLO La legge: nuovi contatori Paghi tu: quanto ti costa

La legge: devi cambiare contatore. Paghi tu, un disastro: quanto costa


di Antonio Castro



Oltre 30 milioni di contatori elettrici da sostituire iniziando già da quest’anno, anche se la gran parte verrà cambiata a partire dal 2017. Per aggiornarli alle ultime tecnologie (2G, seconda generazione), monitorare ogni 15 i minuti i consumi, e magari sfruttare l’occasione per far passare anche altri fili ben più redditizi. Come quelli della fibra ottica. L’intenzione del governo è di accelerare la sostituzione (prevista ogni 15 anni) dei contatori per accelerare il processo di digitalizzazione del Paese. L’Enel - l’azionista di riferimento è il Tesoro - ha ovviamente dato la propria disponibilità per realizzare una rete in fibra ottica. Il mega piano di sostituzioni dei contatori potrebbe accelerare il processo di digitalizzazione del Paese.

Ma tutto questo ha un costo: le stime ipotizzano un aggravio complessivo di 2 miliardi (in media la sostituzione costerà circa 70 di euro a contatore, ma dipenderà dal tipo di “macchina” che si sceglierà e dalla tecnologia di cui sarà dotato, l’Autorità per l’Energia ieri ha scelto la 2G). Costo che ovviamente verrà riversato sugli utenti in bolletta e in comode rate. L’Autorità per l’Energia per il momento ha indicato i “requisiti funzionale”. Poi servirà un’altra delibera per affrontare il tema dei costi. E quindi partiranno le gare per realizzare i nuovi contati al minor costo industriale.

Il problema oggi - come anticipato ieri da Il Sole 24 Ore - è su che tipo di tecnologia ci si dirotterà. L’operazione può trasformarsi da un mero costo in azione profittevole sulla lunga distanza. Per l’Enel ma anche per tutti gli altri operatori. L’ex monopolista elettrico, guidato da Francesco Starace, attendeva «da settimane questa delibera, perché necessaria per poter avviare il processo di sostituzione dei contatori cui lo stesso Starace ha collegato la convenienza per il gruppo elettrico di posare la fibra». Ed agganciata a questa delibera - partorita dall’Autorità ieri in tarda serata - c’è il piano dell’Enel per lanciare il grande progetto di cablaggio in fibra.

Questo cambio di contatori offre infatti l’occasione per far passare i cavi della fibra lungo i cavi elettrici evitando doppi scavi, operazione che verrebbe eseguita contestualmente alla sostituzione dei contatori.

Enel è chiaramente interessata a realizzare un’infrastruttura nuova. Proprio ieri il presidente della società, Patrizia Grieco intervista da un programma di Rai Due sul ruolo della società elettrica nel dossier della banda larga, ha ribadito che il gruppo «non diventerà un nuovo operatore. Approfittiamo del fatto che andremo a sostituire i vecchi contatori con quelli di nuova generazione, avendo una rete capillare, e ci limiteremo a fare una infrastruttura aperta a tutti gli operatori delle Tlc». E puntualizza: «Abbiamo colloqui in corso con Vodafone e Wind e anche con Telecom per fare in modo che sia sfruttata da questi operatori».

Insomma, Enel vuol mettere giù i “binari” della fibra, chiedendo poi un gettone ai diversi operatori telefonici per veicolare i rispettivi segnali.

La discussione tecnica sul tipo di contatore è meno noiosa di quanto si potrebbe pensare. Un contatore può registrare sì i consumi, ma grazie alle ultime (e future) tecnologie anche segnalare quasi in tempo reale variazioni e picchi, magari, se collegato con un Sim telefonica. Insomma, sarebbe una centralina domestica importantissima. Logico che la scelta della tecnologia, o dei requisiti che questa macchina, può avere un impatto notevole sui piani di sviluppo delle società: elettriche e delle telecomunicazioni.

La cablatura del nostro Paese è un business enorme: solo Telecom, ad esempio, prevede di investire oltre 3,6 miliardi nei prossimi tre anni per lo sviluppo della propria banda ultralarga. E proprio i manager di alcune società telefoniche hanno sollevato perplessità sulle caratteristiche dei misuratori proposti da Enel. I contatori sarebbero superati, perché, sostengono, a breve potrebbero essere disponibili contatori in grado di interagire con altre tecnologie, dunque anche con i futuri cellulari 5G, e fornire letture dei consumi elettrici sui telefonini in tempo reale, oltre che comunicare con molti altri apparati digitali presenti in una casa. Ma l’Authority ha scelto la 2G, quella preferita da Enel.

NOVE COSE DA NON FARE Conto corrente, le dritte: sgarri? Il Fisco ti demolisce

Conto corrente, 9 cose da non fare: se sgarri, il Fisco ora ti demolisce




Il Fisco affila le unghie: entro fine mese, come è noto, il Grande Fratello delle Entrate entrerà nei nostri conti correnti. L'obiettivo degli sceriffi delle tasse è ambizioso: recuperare 20 miliardi di nero. Si sta parlando dell'Anagrafe tributaria, che già oggi, come sottolinea Camilla Conti su Il Giornale, ha "in pancia" i dati relativi al triennio 2011-2014, raccolti retroattivamente, mentre quelli del 2015 andranno inviati entro il 31 marzo. Ma i dubbi restano parecchi. Dunque, cerchiamo di fugarli.

Cosa cercherà il Fisco? - Nel mirino ci saranno tutti i movimenti in entrata e in uscita e i saldi di inizio e fine anno, oltre alla giacenza media dei conti. Interesseranno anche operazioni fuori conto come richieste di assegni per contanti, bonifici, cambio valuta, cambio assegni e prodotti finanziari e assicurativi.

Cassette di sicurezza - All'anagrafe banche gli operatori finanziari dovranno riversare anche la titolarità delle cassette, indicando il numero di accessi e le posizioni con relativi importi e operazioni effettuate.

Conti online e all'estero - Entrambi verranno monitorati se gli istituti su cui si basano operano con stabile organizzazione in Italia o in filiali tricolore. I poteri del GF del Fisco valgono anche per i titolari dei conti Banco Posta.

Paypal - Le operazioni effettuate col servizio di pagamento online che si appoggia su un conto o una carta di credito finiranno tra i dati dell'anagrafe fiscale.

Quando scatta l'allarme - Non esistono soglie o scostamenti tra entrate e redditi precise in base alle quali scatta l'allarme. Comunque sia, il contribuente, in caso di indagine sul suo conto, verrà avvisato.

Possibilità di giustificarsi - Il contribuente, in caso di indagine sul suo conto, potrà (e dovrà) fornire ogni tipo di spiegazione possibile per giustificare le anomalie riscontrate.

Privacy - Sarà semplicemente indifendibile: in nessun caso potranno essere impediti i controlli dell'Agenzia.

Il controllo dei controllori - In caso di contenzioso si esprimerà il giudice tributario.

mercoledì 9 marzo 2016

Caivano (Na): Gaetano Daniele: La nuova Giunta? Non durerà

Caivano (Na): Gaetano Daniele: La nuova Giunta? Non durerà


di Angela Bechis

Gaetano Daniele
Amministratore il Notiziario sul web

Le sue previsioni si sono rivelate esatte.

In effetti lo preannunciai nella scorsa intervista, più che rimpiazzare i due assessori messi alla porta, hanno indotto alle dimissioni tutta la vecchia Giunta proclamando appunto una nuova Giunta di tecnici tutti stranieri, con la sola quota rosa di Lina Cantone, che tra l'altro pare sia anche imparentata con la moglie del Sindaco Monopoli, la cosiddetta ciliegina che da sapore alla Torta. 

Perchè secondo Lei i partiti che compongono la maggioranza hanno accettato in silenzio? 

Non so quanto c'entrino con la nuova formazione, ma parliamoci chiaro, sono tutte persone perbene, ma chi degli eletti ha ben chiaro il concetto di politica? 

Quindi secondo Lei si sono affidati?

E' certo, ovviamente non a gratis, le velleità in politica le hanno tutti. 

Cosa vuole dire?

Che hanno accettato, avendo degli altri tornaconti politici. A qualcuno poteva ad esempio interessare qualche accorpamento di settore, ad altri potevano interessare altre cose, insomma, per poco, almeno credo, hanno affidato il Paese a completi estranei nominati da Monopoli, dietro consiglio di qualcuno? 

Secondo Lei dal Capo di Staff De Cicco?

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Quindi è stata nominata anche una donna, da indiscrezioni pare sia imparentata con la moglie del Sindaco Monopoli?

Le indiscrezioni così riferiscono. Insomma, se proprio non posso nominare 5 parenti, ne nomino solo una, poi gli altri 4 li nomino a mio piacimento, se riflette bene, è la stessa cosa, e come se avesse nominato 5 parenti, soprattutto senza contraddittorio, e questo è molto grave in un Paese Democratico. 

Secondo Lei dureranno?

Affatto. Un anno, non di più. Il tempo necessario di capire le reali intenzioni Non basta una laurea in economia e commercio per risolvere i problemi di Caivano. Caivano ha tanti commercialisti, avvocati e biologi, quindi perchè arrivare ad Afragola oppure a Portici?, soprattutto quando questi non hanno vissuto e non vivono i problemi del Paese. Avverranno di conseguenza scissioni all'interno della maggioranza. E' solo questione di tempo. A Napoli si dice: "Il Polipo si cuoce nella propria acqua". 

Quindi non è fiducioso?

Fiducioso di chi? di persone che non conosco? di persone che sono state quasi tutte nominate da una sola persona e che si rivolgono principalmente a chi le ha nominate? No, grazie. 

Vuole aggiungere altro?

Monopoli si è assunto una bella responsabilità. Il futuro di Caivano ora è tutto nelle sue mani. Non avrà più scusanti. I nominati sono tutte persone indicate da lui, e se faranno male, non potendo rincorrerli in chissà quali paesi dell'hinterland napoletano, si ripercuoteranno tutti fuori il suo ufficio. Una responsabilità che non ha precedenti. 

Rc auto, il trucco per pagare meno: che cosa ti permette la nuova legge

Rc auto, il trucco per pagare meno: che cosa ti permette la nuova legge



Le buone notizie per gli automobilisti vessati dai costi della Rc Auto arrivano dalla commissione Industria del Senato, dove a piccoli passi sta andando avanti il Ddl Concorrenza. La direzione che starebbe prendendo la riforma del settore punta a premiare i più virtuosi al volante, tenendo in considerazione ancora le differenze territoriali. In commissione si era affacciata l'ipotesi di imporre una tarrifa unica nazionale per tutte le regioni, con un inevitabile rincaro per quelle zone d'Italia, soprattutto al Nord, dove truffe e sinistri sono quantitativamente inferiori rispetto ad altre, come il Centro e soprattutto il Sud.

La novità - Secondo le indiscrezioni raccolte dal Giornale, arriveranno sconti considerevoli per tutti gli automobilisti che accetteranno di installare una "scatola nera" a bordo dell'auto, così da tracciare ogni movimento dei veicoli e limitare il più possibile eventuali taroccamenti dei sinistri. I criteri per gli sconti li indicherà l'Ivass, l'Authority delle compagnie assicurative, tenendo in considerazione le caratteristiche delle singole regioni. In zone come la Campania, per esempio, gli sconti potranno essere applicati a chi non ha denunciato sinistri almeno negli ultimi quattro anni.

LA LITTIZZETTO UMILIATA Briatore spara: "Mi insulta? Allora guardatela qui" / Foto

Flavio Briatore umilia la Littizzetto: "Mi insulta? Guardatela qui" / Foto



"Luciana Littizzetto mi ha preso di mira a Che tempo fa: Ha fatto il tagliando. E' incredibile... ha tirato in ballo anche mia moglie. Da che pulpito": così, con questa frase corredata da una foto incredibile, Flavio Briatore si vendica di Luciana Littizzetto, che nella trasmissione di Fabio Fazio, domenica 6 marzo, ha pesantemente ironizzato sul suo nuovo look. Ecco quindi la comica in uno scatto da giovane, dove appare decisamente diversa da come è. 

Durante Che tempo che fa, la Littizzetto aveva detto di Briatore: "Ha fatto il tagliando. Si è califanizzato è un incrocio tra Califano, Della Valle e Sting dopo dieci caipirine. Secondo me non lo riconosce neanche la Gregoraci. Se se lo trova nel letto gli dice scappa che arriva mio marito".

Caivano (Na): Monopoli pesca ancora una volta fuori casa e nomina i primi 5 assessori

Caivano (Na): Monopoli pesca ancora una volta fuori Caivano e nomina i primi 5 assessori (Schiaffo alle professionalità territoriali?)



Simone Monopoli
Sindaco di Caivano 

Gianni Morandi cantava uno su mille ce la fa, a Caivano invece, uno su 4, difatti è stata fortunata la Prof. Lina Cantone che dopo 4 assessori tutti esterni all'area caivanese, è stata appunto nominata assessore alla pubblica istruzione, sport e spettacolo. La Cantone, dirigente scolastica a Cardito, ce l'ha fatta!. Seguono Rosario Poliso, dottore commercialista con delega al bilancio, (non caivanese); Antonio Baldi, geologo, delega all'ambiente (non caivanese); Michele Dulvi Corcione, delega Affari Generali (non caivanese); Marco Fiorucci, delega Urbanistica (non caivanese). 

Insomma, per la prima volta nella storia caivanese, un sindaco che dichiara alle telecamere: "famiglia, patria e onore", forma una Giunta tutta esterna alla sua terra, Caivano. Nomina un Capo di Staff carditese, ed altri carditesi nel nucleo valutazione. In breve, il Sindaco Monopoli, mortifica i professionisti locali?. Dopo aver rispedito a casa una Giunta tecnica formata da professionisti locali che hanno contribuito alla sua vittoria, oggi, continua a pescare fuori Paese, da Afragola a Portici. Nulla a togliere alle intelligenze nominate, ma secondo Monopoli, o peggio secondo le forze politiche che hanno sostenuto il candidato Monopoli, a Caivano non esistevano professionisti in grado di gestire la cosa pubblica? Perchè hanno taciuto? Perchè Monopoli dopo aver nominato un Capo di Staff carditese, e dopo averne messo un altro nel nucleo di valutazione (sempre carditese) oggi opta per una Giunta tutta esterna al proprio territorio? Ai cittadini l'ardua sentenza. 

La modella campana Ines Trocchia proiettata in ambito internazionale

La modella campana Ines Trocchia proiettata in ambito internazionale


di Francesco Celiento



NAPOLI – La sex symbol Ines Trocchia, cresciuta a Nola, continua a far parlare di se. Dopo le numerose pubblicazioni su giornali di gossip, oltre ad editoriali su riviste come Playboy, Maxim, Gq, Panorama, questa volta la giovane modella è protagonista sull’ultimo numero di For Men. Il servizio fotografico è stato realizzato da Nanni Sibona Tacco, che ha esaltato tutta la sensualità e la femminilità della giovane Ines, ottenendo degli scatti che lasceranno i lettori di For Men senza fiato. Da quanto emerge dai social, il solo territorio italiano sembra star stretto ad Ines. Ultimamente, infatti, sulle pagine della giovane modella sono comparse delle foto di un suo viaggio a Barcellona, mentre in questo momento si trova a Monaco di Baviera. Che sia qualche progetto internazionale non ancora reso di dominio pubblico? Non ci resta che continuare a seguirla e nel frattempo goderci i suoi scatti.

Donna Assunta spara sull'8 marzo "Donne in politica? Sono solo delle..."

Donna Assunta spara sulla festa delle donne  "In politica? Sono solamente delle..."



Il suffragio universale "fu un evento di spettacolo" perché in fondo le donne "ieri, come oggi, erano presenti fisicamente ma non mentalmente". Assunta Almirante, vedova di Giorgio, considerata la memoria storica della destra italiana, ricorda perfettamente quel 10 marzo del 1946, ma non lo riconosce come giorno di svolta per la condizione femminile. La signora Assunta, 90 anni, che per una manciata di mesi non partecipò al primo voto aperto alle donne, condivide con LaPresse i ricordi e le impressioni di una giornata che comunque resta storica per l'Italia, ma su cui la vedova di Almirante rileva: "Si preferiva, perché faceva comodo, fare le ancelle. Le donne erano le mamme di casa, mandavano avanti le famiglie e amministravano i soldi dei mariti, ma in realtà non c'era una vera e propria partecipazione, corale intendo, delle donne nella politica e nella rivendicazione dei diritti, opera diciamoci la verità, di poche figure femminili" anche se, sottolinea "non c'è stata in Italia una donna che ha fatto veramente da capobanda". 

Almirante però non si riconosce in questo quadro femminile. Forte, decisa, una voce ascoltata e rispettata della politica italiana, centro dei salotti romani, non ha difficoltà nel dire: "Io sono sempre stata un capo famiglia. In quel periodo dirigevo le aziende agricole" a Catanzaro "e non era una cosa ovvia. Ogni giorno avevo a che fare con gli uomini, uomini che avevano di certo qualche difficoltà a prendere ordini da una donna". E di momenti duri ce ne sono stati ma, ammette donna assunta, "non mi sono mai sentita messa all'angolo , certamente non era un periodo facile, soprattutto per una donna, perché bisognava lottare con i gomiti per cercare di avere quello che per legge ci spettava. E io però non ho mai scelto una strada di comodo. Insomma ho deciso di non fare l'ancella, ma la capobanda". Donna Assunta non ha avuto una vita convenzionale: sposata con un uomo più anziano di 21 anni, tre figli, e poi l'amore per Giorgio Almirante, con cui convolò a nozze, con un matrimonio di coscienza, dopo 11 anni di convivenza e solo dopo la morte del primo marito.

Lucida come una ventenne e a volte spietata, non è tenera infatti quando parla del panorama femminile dei nostri giorni: "Oggi diamo l'impressione che siamo presenti, ma se si scava affondo non è così" perché "il difetto delle donne in realtà è che non indossano mai fino i fondo i pantaloni mentali. Vogliono sentirsi amate, coccolate, rendendosi quotidianamente suddite e non padrone. E' per questo che spesso raccolgono frutti anche amari".

Carte, assegni, case e conti correnti: ecco come il Fisco ci spia (tutto)

Il fisco ci spia: ecco come accede a 128 banche dati



20 miliardi di euro di evasione fiscale da recuperare nel 2016. Questo l'obiettivo per il governo e l'Agenzia delle entrate che nel mese di gennaio, secondo quanto riportato da Il Giornale, ha diramato una circolare interna con la quale ha dato notizia che dal prossimo mese tutti gli operatori finanziari del Paese dovranno fornire i dati all'Anagrafe tributaria. 

Monitoraggio - Si tratta di conoscere non solo tutti i movimenti di denaro con carte di credito, assegni e quant'altro, ma anche di andare a censire i beni mobili e immobili, spingendosi fino ai preziosi in possesso dei cittadini per andare a svelare le incongruenze tra dichiarazioni di redditto e reddito effettivo. Inoltre la Sid (Sistema interscambio dati) censirà le giacenze medie nei conti bancari per verificare la presenza di differenze tra il tenore di vita e quanto dichiarato con Unico e 730. 

Montagna di dati - Saranno 128 le banche dati che, sempre secondo Il Giornale, porteranno numeri e notizie all'agenzia dell'entrate, dall'anagrafe dei Comuni al catasto passando per archivi Inps e registri automobilistici. Numeri incredibili che spieranno la nostra vita come in un Grande Fratello economico, andando a sviscerare abitudini e vizi per combattere l'evasione fiscale. Attualmente, l'imposizione si attesta sul 43% del Pil nazionale e non sembra che le prossime mosse governative vogliano abbattere questa soglia, storicamente tra le più alte al mondo. 

Primarie truccate, lo zampino di Verdini La mossa con cui ha disintegrato il Pd

Primarie truccate, lo zampino di Verdini: la mossa con cui ha disintegrato il Pd



Alleato o bomba ad orologeria? Nel caso delle primarie di Napoli che sta travolgendo il Pd di Matteo Renzi, avrebbe avuto un ruolo di rilievo Denis Verdini. Già, perché se già si era "respirato" che diversi esponenti di centrodestra fossero in prima linea per orientare il voto, ora a dare ulteriori conferme è il diretto interessato.

Secondo Il Giornale, infatti, avrebbe raccontato a diversi interlocutori politici di essersi attivato, eccome, per orientare le consultazioni vesuviane, portando ai seggi un nutrito numero di persone (per la precisione, settecento persone). Voti, ovviamente, incassati dalla candidata renziana, Valeria Valente, scesa in campo per frenare l'ennesima corsa elettorale del sempiterno Antonio Bassolino.

In Ala, per onor di cronaca, c'è chi però smentisce il ruolo nelle primarie. Si tratta di Vincenzo D'Anna, che spiega: "Ci siamo fatti gli affari nostri". Insomma, il vulcanico D'Anna smentisce in pubblico il leader Verdini: "Non volevamo che la sinistra strumentalizzasse la nostra presenza com'è avvenuto a Roma. Noi - ha aggiunto -, del resto, siamo distinti dal Pd, e per ora anche distanti perché non siamo ancora in maggioranza. Abbiamo, insomma, le mani libere".

Bignardi-Fazio, si inizia malissimo Sono guai: che c'entra la Gabanelli

Bignardi e Fazio, è già guerriglia. Occhio: che c'entra la Gabanelli



Contro Daria Bignardi, neo-direttrice di Rai3, lavora sodo Fabio Fazio. L'indiscrezione corre sulle pagine di Italia Oggi, dove si spiega che mister Che tempo che fa, abituato da tempo ad essere una sorta di "direttore ombra" della rete precedentemente guidata da Andrea Vianello, fatichi a digerire l'ingresso della Bignardi, che a farsi mettere "in ombra" non ci pensa neppure. E così, i due, amici da sempre, ora rischiano di incrinare il loro rapporto.

Il peso di Fazio a Rai3 lo si comprende semplicemente dalla sua presenza sul piccolo schermo: due serate top (sabato e domenica) e una striscia quotidiana con Rischiatutto (a cui si aggiungono poi speciali e suggerimenti sul palinsesto). Un ruolo ingombrante, insomma, soprattutto per la Bignardi, intenzionata a dare la sua impronta alla rete.

Fazio, inoltre, conta su un "cerchio magico" di assoluto rilievo: la sua prima alleanza, sempre secondo Italia Oggi, è infatti niente meno che Milena Gabanelli, lady Report. E ancora, tra i fedelissimi, ci sono Riccardo Iacona di Presa Diretta e Diego Bianchi di Gazebo. Infine, una nota su Federica Scairelli, l'unica che osserva dall'alto queste manovre, forte degli ascolti-record del suo Chi l'ha visto

martedì 8 marzo 2016

Le toghe adesso vogliono in galera Pier Silvio e Fedele Confalonieri

Le toghe adesso vogliono in galera Pier Silvio e Fedele Confalonieri



Il pm di Milano Fabio De Pasquale con il ruolo di Pg al processo in appello per il caso Mediatrade ha chiesto alla corte di condannare a 3 anni e 2 mesi e a 3 anni e 4 mesi di carcere Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, accusati di frode fiscale al processo di secondo grado sul caso Mediatrade. Il Pg ha inoltre chiesto di condannare gli altri imputati a pene che vanno dai 3 anni ai 5 anni di carcere. Le pene sono le stesse proposte nel processo di primo grado. Tutti gli imputati furono assolti nel luglio 2014.

Silvio pronto a cedere la poltrona: trovato il leader di Forza Italia / Chi è

Berlusconi pronto a cedere la poltrona: ha trovato il leader di Forza Italia / Chi è




Guido Bertolaso senza se e senza ma. Silvio Berlusconi lo ha voluto fortemente come candidato sindaco del centrodestra e alacremente sta lavorando per lui, per la sua campagna elettorale. Come scrive Ugo Magri nel suo retroscena su La Stampa il Cav ha riunito tutto lo stato maggiore forzista con la mappa di Roma sul tavolo per decidere dove piazzare i gazebo che sono stati ordinati presso una ditta che vende articoli da giardini. Berlusconi è quindi in prima linea per il "lancio" dell'uomo delle calamità al Campidoglio. Tra un paio di giorni verrà inaugurata la sede del comitato pro-Bertolaso, sulla via Aurelia appena fuori dal Gra, e in più un comodo ufficio di rappresentanza al centro.

Eredità politica - E pare proprio che Silvio si accollerà le spese. Sì perché pare che ormai l'ex premier non abbia più dubbi sul nome del suo erede. E' Bertolaso. Di più. Se non ci fosse stata di mezzo la scelta tra lui e Verdini Silvio avrebbe giocato d'anticipo e già due anni fa lo avrebbe messo a capo di Forza Italia. Molti forzisti considerano Bertolaso in testa ai tanti possibili candidati anti-Renzi alle prossime elezioni politiche. Più di Toti e di Salvini. 

giovedì 3 marzo 2016

La fine di tutto: né Stefano né Borriello. Notte bollente: Belen beccata a casa di...

La fine di tutto: né Stefano né Borriello. Notte bollente: Belen beccata a casa di...



Una voce-terremoto. Gossip all'ennesima potenza. Si parla di Belen Rodriguez e di un ritorno di fiamma. E no, Stefano De Martino non c'entra, come invece si sostiene da più parti. La showgirl, infatti, starebbe rifrequentando Fabrizio Corona, anche lui fresco di rottura con la "Donatella" Silvia Provvedi. La voce viene rilanciata da Diva e Donna, secondo cui Belen avrebbe incontrato di nascosto, di notte, lo storico ex. Due incontri, avvenuti a Milano. "Noi possiamo svelare questi incontri, confermati da fonti certe e vicinissime a Corona", si legge sul rotocalco. In particolare, i due si sarebbero visti proprio a casa di Corona. Bene ricordare che Fabrizio, più volte, lo aveva detto: "Belen tornerà da me". Aveva ragione?

Calcio, la bomba gay nello spogliatoio: "Nella squadra famosissima quei due..."

Calcio, esplode la bomba gay: "I due compagni della famosissima squadra che si amano"



Una pruriginosa soffiata su Oggi a firma di Alberto Dandolo, che stuzzica l'attenzione dei lettori con un indovinello: "Chi è quel calciatore della più importante squadra sarda che ha molto sofferto dell'allontanamento di un suo collega e che ha stretto una intima amicizia con il nuovo arrivato? Ah, saperlo...". Se ne deduce, dunque, che "nella più importante squadra sarda" (fate voi) ci siano due giocatori omosessuali, e che un terzo se ne sia appena andato...

Fisco, dite addio a queste detrazioni Una rovina: ecco quali soldi perderai

Fisco, dite addio a queste detrazioni. Una rovina: ecco quali soldi perderai


di Francesco De Dominicis



L’idea non è nuova, ma stavolta il governo di Matteo Renzi ha deciso di «vestirla» in maniera diversa. Stiamo parlando del progetto, già presentato nella primavera del 2015 e subito ritirato, volto a mettere mano agli sconti e alle detrazioni fiscali. Una giungla di quasi 300 voci - cresciute anche negli ultimi anni - che valgono 175 miliardi di euro. Dal 2011 si tenta di riordinarle, ma sia il governo tecnico di Mario Monti sia l’esecutivo guidato da Enrico Letta non sono riusciti a fare granché. Intervenire in quel terreno, del resto, vuol dire, a conti fatti, aumentare le tasse a carico dei contribuenti, sia famiglie sia imprese: perché si tratta di sconti che riducono il prelievo sull’Irpef (nel caso delle persone) o sulle imposte societarie. Il rischio «politico» è altissimo.

Ragion per cui a palazzo Chigi stanno studiando il modo per «vendere» ai cittadini la manovra alla stregua di una sforbiciata alle tasse. Come? Semplice: il riassetto delle cosiddette tax expenditure servirà come fonte di copertura finanziaria per ridurre, forse già dal prossimo anno, le aliquote Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche. Ed è assai probabile che lo stesso presidente del Consiglio spinga per questa soluzione, in modo da poter annunciare l’intervento nel corso della campagna elettorale per le amministrative di maggio-giugno. Gli annunci di Renzi si limiteranno a raccontare solo il lato «buono» della riforma, vale a dire l’abbattimento di qualche punto percentuale dell’Irpef; mentre resterà «coperto», il rovescio della medaglia, ossia i tagli alle agevolazioni. Tagli che, alla fine della giostra, finiscono per sterilizzare i vantaggi sul versante del prelievo Irpef. Facciamo un esempio: è assai probabile che vengano ridotte, tra altro, le detrazioni per spese sanitarie e ciò comporterebbe un minor sconto Irpef che, nella migliore delle ipotesi, verrebbe compensato da un abbattimento delle aliquote della stessa imposta.

Grosso modo, per dirla tutta, quel che l’esecutivo sta per servire sul tavolo è un classico gioco delle tre carte: un taglio delle tasse accompagnato da un aumento delle tasse. La faccenda, messa in questi termini, spiega un po’ meglio, forse, le dichiarazioni del viceministro dell’Economia. In una intervista al Corriere della Sera, lunedì, Enrico Morando aveva fatto accenno alla possibilità di anticipare al 2017 gli interventi sull’Irpef programmati per l’anno successivo. L’esponente del Pd probabilmente ha giocato d’anticipo rispetto a Renzi, costringendo il ministro Pier Carlo Padoan, ieri, a tirare il freno a mano. Sta di fatto che il doppio intervento è allo studio dei tecnici di palazzo Chigi. Per quanto riguarda la revisione di sconti e agevolazioni, si ripartirà dal dossier elaborato ad aprile dello scorso anno. In quel documento, preparato al Tesoro, erano state elencate tutte le ipotesi di azzeramento o riduzione delle detrazioni fiscali.

Il progetto poggia sull’idea di legare al reddito alcune agevolazioni: il che vuol dire dare una mazzata a chi guadagna di più, guarda caso una categoria tendenzialmente meno appetibile, sul piano squisitamente elettorale, al centro sinistra. Un primo elenco messo a punto a via Venti Settembre conteneva una cinquantina di voci da rivedere, tra le quali i principali sconti candidati progressivamente a scomparire all’aumento del reddito sarebbero appunto le detrazioni (ora al 19% per tutti), per le spese mediche, così come quelle sostenute per i contributi previdenziali per l’assistenza personale e familiare, cioè per i «badanti». Stretta pure sulle spese funebri oltre che su una serie di «sconti» per le imprese, dall’autotrasporto alla agricoltura. Chi oggi porta in detrazione 5mila euro per spese di ristrutturazione edilizia potrebbe vedersi ridotta l’agevolazione a 3-4mila euro nel caso di un reddito superiore al tetto fissato dalla riforma.

Valeria Valente apre a Napoli un'agenzia unica per imprese e professioni

Valeria Valente apre a Napoli un'agenzia unica per imprese e professioni



"Istituiamo a Napoli l'Agenzia Unica delle Imprese e delle Professioni così che chiunque voglia investire a Napoli, possa trovare un interlocutore capace di valutare le esigenze, offrendo soluzioni concrete in tempi definiti. Immagino un organismo che, in sinergia con la macchina burocratica, sia al servizio di chi crede in Napoli": così Valeria Valente (Pd), candidata per le primarie a sindaco di Napoli. "Non è vero che un sindaco non possa contribuire a creare o agevolare la creazione di lavoro - continua Valente - E' dovere di una città metropolitana attrarre investimenti, facilitare le imprese, favorire nuovi insediamenti o l'implementazione di quelli esistenti. L'obiettivo è offrire le migliori opportunità ai cittadini. Spesso, infatti, a mancare non sono gli imprenditori sani, ma la capacità di affiancarli, ascoltarli e sostenerli nelle loro attività". La candidata, inoltre, ribadisce il suo impegno per un regime fiscale vantaggioso per Napoli. "Mi batterò affinché Napoli possa avere forme di fiscalità vantaggiose, in particolare per le startup. Fare impresa al Sud, in particolare nella nostra città, è sempre più difficile rispetto ad altre aree dell'Italia. Avvierò un’immediata trattativa con il Governo nazionale, affinché già con le prossime leggi di stabilità possano essere introdotte norme fiscali di sostegno ai nuovi investimenti. Non chiediamo soldi a pioggia, bensì un equo bilanciamento affinché il nostro territorio abbia le stesse condizioni di partenza del resto del Paese", conclude Valente.

Renzi svende pure la "sua" Toscana Italia umiliata, addio paradiso marino

Renzi vende la Toscana alla Francia: dite addio al paradiso marino



Non ci sono solo pezzi del mare della Sardegna e a largo della Liguria tra i regali fatti dal governo Renzi alla Francia. Anche una parte di mar Tirreno a largo dell'isola di Capraia non è più italiana, stando a quanto ha detto l'assessore regionale della Toscana, Marco Remaschi: "Sono state cedute porzioni di superficie marina per 339,9 kmq e acquisite per 23,85 kmq con una diminuzione di 316,05 kmq". La conferma dell'assessore è arrivata in risposta a un'interrogazione del leghista Claudio Borghi, che ha preteso chiarimenti proprio su quell'accordo tra Roma e Parigi per la cessione di acque territoriali italiane, di cui Libero ha ampiamente scritto.

Dove - Le acque italiane cedute, secondo l'assessore toscano, sono davanti alle coste toscane, all'isola di Capraia, mentre quelle acquistate si trovano davanti alle isole d'Elba e di Pianosa. La perdita per l'Italia non è solo in termini territoriali, ma anche dal punto di vista naturalistico: "Le risorse contenute nel tratto di mare interessato - ha detto ancora l'assessore Remaschi, facendo riferimento al Santuario per i mammiferi marini - sono di altissimo pregio naturalistico. L'accordo Italia-Franca sembra penalizzi in maniera rilevante il settore della pesca professionale marittima".

UFFICIALE: MAXI-FUSIONE Così Repubblica e Stampa mettono all'asta il Corsera

Si fondono Repubblica e La Stampa. Agnelli addio: chi prende il Corriere



Rivoluzione (annunciata) nell'editoria italiana: nasce ufficialmente l'alleanza tra le famiglie Agnelli, De Benedetti e Perrone, in una maxi-fusione che interessa i quotidiani Repubblica, La stampa e Il Secolo XIX. Il Gruppo Espresso, Fiat Chrysler e la Itedi della famiglia Perrone hanno infatti firmato un memorandum d’intesa "finalizzato alla creazione del gruppo leader editoriale italiano", dove una quota del 20% del mercato domestico, e "uno dei principali gruppi europei nel settore dell’informazione quotidiana e digitale" attraverso la fusione per incorporazione di Itedi nel gruppo Espresso. Questo è quanto si legge in un comunicato, dove si mette in evidenza come il Memorandum sia vincolante per entrambe le parti (si prevede che accordi definitivi relativi all'operazione vengano sottoscritti entro il 30 giugno 2016).

Cir manterrà il controllo del gruppo editoriale, che nascerà dalla fusione per incorporazione di Itedi, che è la società editoriale a cui fanno capo La Stampa e Il Secolo XIX, nel gruppo Espresso, proprietario di Repubblica. La holding dei De Benedetti avrà "una quota superiore al 40%" della società, che resterà quotata alla Borsa italiana. La fusione, si apprende, "avverrà sulla base di un concambio che sarà stabilito puntualmente negli accordi definitivi, subordinatamente alla due diligence e ad altre condizioni". Le testate che saranno riunite nel Gruppo Espresso dopo la fusione per incorporazione di Itedi, però, "manterranno piena indipendenza editoriale".

L'operazione, però, riguarda anche il Corriere della Sera, controllato da Rcs. Rispettando la volontà espressa da Sergio Marchionne di concentrarsi esclusivamente nelle attività automobilistiche, prima della fusione, FCA distribuirà ai propri soci l'intera partecipazione detenuta in RCS MediaGroup, pari al 16,7%: de facto, Marchionne "scarica" il Corriere della Sera (anche se la decisione è tutta di John Elkann). In una nota, FCA, scrive: "Con questa operazione giunge a compimento il ruolo svolto, prima da Fiat e poi da FCA, per senso di responsabilità nel corso di oltre quarant’anni, che ha permesso di salvare il gruppo editoriale in tre diverse occasioni, assicurando le risorse finanziarie necessarie a garantirne l’indipendenza e quindi a preservarne l’autorevolezza".

Ora, va da sé, si apre la partita per il controllo del Corriere della Sera, da sempre sotto l'ala della famiglia Angelli, ma ora non più. John Elkann ha scelto di uscire dal quotidiano di Via Solferino, ed in questo contesto l'ad del Pietro Scott Jovane non avrebbe intenzione di partecipare al possibile aumento di capitale, necessario da qui a un anno. Non è ancora chiaro se qualcuno degli altri soci sia interessato a rilevare la quota di controllo. Ora, il maggiore azionista, è Diego Della Valle, con il 7,325% del capitale (a seguire Mediobanca col 6,2% e il fondo Schroeder, con il 5,015%). C'è poi Urbano Cairo, socio con una quota pari al 4,616 per cento.

Della Valle e Cairo, che spesso hanno contestato la gestione del quotidiano, non avrebbero però intenzione di spendere quanto necessario per assicurarsi la quota di controllo. La rivoluzione copernicana, dunque, non riguarda soltanto il nuovo maxi-gruppo ma anche il Corsera, la cui partita per il controllo si apre proprio ora.

mercoledì 2 marzo 2016

Caivano (Na): Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota del Leader del Pd Sirico Luigi

Caivano (Na): Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota del Leader del Pd Sirico Luigi


di Luigi Sirico


Luigi Sirico
Consigliere PD

Caro direttore, tra gli indovinelli a cui mio nonno mi sottoponeva da piccolo, ce n’era uno che mi è rimasto particolarmente impresso: mio nonno mi chiedeva: o muollo rompe o tuosto, cos’è? L’indovinello era inserito in un racconto più ampio, tipo Bertoldo, e si riferiva all’acqua che gocciolando dagli spalti di un castello aveva provocato un buco nella durissima roccia sottostante. 

Io non sono una roccia e dunque come avrei potuto sottrarmi al gocciolio simpatico ma costante della sua provocazione quotidiana? Cosa fa il PD, perché non dice nulla davanti all’inerzia di un’amministrazione indaffarata da mesi con il cambio degli assessori, con la famosa fase 2 , con la definizione di assessore tecnico o politico, di basso o alto profilo ecc?

E allora gatta ci cova. Vuoi vedere che il PD intende dare una mano alla maggioranza o addirittura entrare in giunta? Ovviamente cose inverosimili e di pura fantasia. Ma che un giornalista ha il compito di scrivere se non altro per sollecitare il dibattito politico.

E allora eccomi. Cosa vuole che dica in proposito?  Perché non diciamo nulla? posso risponderle per me. Perché mi sono annoiato. Non trovo né divertente né interessante né utile perdere tempo a parlare di assessori, di giunte di tecnici ecc. Mi scoccio. Il  tempo sottratto al lavoro, alla famiglia e alle mie passioni cerco di utilizzarlo nel migliori modo possibile: per dare un contributo serio e spero concreto al paese.

Non so se sono un tecnico o un politico, se sono di alto o basso profilo, ma negli ultimi giorni, anziché occuparmi del gossip politico locale ho cercato di elaborare qualche idea per il futuro di Caivano. 

La invito a dare una occhiata ai punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale. Oltre alle interrogazioni e alle interpellanze della minoranza (quindi nostre) ci sono i seguenti punti:

- Costituzione di una commissione Consiliare Speciale di indagine conoscitiva per la determinazione del danno subito dal Comune in seguito ai lavori di restauro del Castello Medievale 

- Accordo territoriale ai sensi dell’art. 2 della L 431/98 per agevolazione fiscale per gli affittuari e per i proprietari di immobili

- Indirizzi per ampliamento del cimitero 

- Indirizzi per la redazione del SIAD ovvero piano di sviluppo commerciale

- Indirizzi per la redazione del PUC ovvero il nuovo piano urbanistico comunale

Credo siano tutti punti di grande interesse per il paese. Tutti proposti dalla minoranza. TUTTI. E la maggioranza che fa? E il sindaco e la giunta? Un po’ di pazienza. Sono impegnati in uno sforzo esegetico senza precedenti, ovvero in ordine, definire: cosa è stata la giunta precedente? Se trattasi di giunta tecnica o politica? Come dovrà essere la nuova giunta? Tecnica: e la  differenza rispetto alla precedente  composta di tecnici (4 avvocati, un architetto, un geometra)? Il profilo: sarà alto. Ergo per otto mesi circa siamo stati governati da una giunta di basso profilo? Boh? E altre amenità, verso le quali confesso il mio inadeguato agnosticismo. 

Nel frattempo, però,  ho scritto una ventina di pagine di indirizzo per il nuovo strumento urbanistico e una decina per il nuovo piano di sviluppo commerciale. Insomma sommessamente, con profilo basso, voglio tentare di dare una mano al paese, al mio paese, sollecitando la maggioranza a confrontarsi sui temi dello sviluppo economico e culturale della nostra comunità.

Altrettanto stanno facendo gli altri consiglieri di minoranza con l’aiuto non trascurabile di nostri militanti, di amici e  di sostenitori, che ancora vorrebbero sperare di poter elevare il dibattito politico al di sopra del seppure apprezzabilissima, start up, fase 2 e altre chiacchiere del genere, che ormai scopertamente nascondono un vuoto e una assenza di progettualità e di visione strategica per il paese allarmante.

Ecco questo stavo facendo. Scrivevo le proposte da portare in Consiglio Comunale. Adesso che ho adempiuto al mio compito istituzionale, mi sono arreso volentieri  alla perseveranza della sua simpatica goccia, quasi quotidiana, e ho risposto con il tradizionale affetto.

Caivano (Na): Gaetano Daniele: La Giunta tecnica? Difficilmente arriverà

Caivano (Na): La Giunta tecnica? Difficilmente arriverà



di Angela Bechis


Gaetano Daniele
Amministratore il Notiziario sul web


A Caivano il Sindaco Monopoli a distanza di un mese e mezzo non riesce a formare il nuovo esecutivo, secondo Lei perchè?

Il fallimento ormai è ufficiale. La lista Civica La Svolta mette alla porta lex assessore Mena Sorrentino. Forza Italia, spinge alle dimissioni, parlando in politichese, l'ex vicesindaco Diana Bellastella. Da allora sono trascorsi circa due mesi, riunioni su riunioni, strategie su strategie, ma secondo me, più che nominare i due rimpiazzi, nei prossimi giorni vedremo altri assessori tagliati fuori. 

Perchè?

Il giro nella giostra è stato offerto, ora tocca, almeno per facciata, proporre dei nomi tecnici esperti, coloro i quali porteranno altri consensi ai rispettivi partiti. 

Perchè non avviene?

Non avviene perchè qualche Lista o partito ha intuito qualche manovra che non gli torna. Ad esempio, che qualsiasi nome tecnico verrà proposto sarà sempre cestinato. Ciò sta destando molta preoccupazione all'interno delle liste, aldilà che qualche rapporto diretto di qualche consigliere comunale, sta finendo di mortificare la politica locale.

Qual'è la sua ricetta.

E' semplice, ogni partito o lista di maggioranza porti in busta chiusa il proprio nome (tecnico) al primo cittadino. Ovviamente dopo averne discusso la delega. Quando c'è lealtà, basta veramente poco a formare una Giunta di alto spessore. Di solito si tarda o non si trova la quadra quando si vuole mettere alla porta qualche consigliere comunale o lista, per dare spazio ad altri di altri schieramenti?. 

Si riferisce alle opposizioni?

Perchè no! Non ci dimentichiamo che il Partito Democratico tace. Non ci dimentichiamo che alla Regione c'è il Presidente  De Luca del Partito Democratico e, una mano lava l'altra e tutte e due "potrebbero" lavare la faccia. Non ci dimentichiamo che l'ex assessore del Partito Democratico, Bartolomeo Perna, dovrà succedere alla Preside Carfora (Caso Viviani), una manovra che non è dispiaciuta affatto all'attuale Sindaco Monopoli. Insomma, queste sono esclusivamente opinioni personali. 

Secondo Lei chi consiglia Monopoli?

Questo non lo posso sapere. Di certo so che si affida spesso al consiglio del dirigente del V° Settore dott. Vito Coppola di Caserta, e ha assunto come Capo di Staff un carditese. Per poi mettere nel nucleo di valutazione un altro carditese. In breve, tutte persone che vivono da poco i problemi reali dei caivanesi, nulla a togliere alle loro professionalità. 

Come mai tutti carditesi?

Questo bisognerà chiederlo al diretto interessato. 

Insomma, secondo lei si formerà questa Giunta?

La vedo dura. Non escludo nuovi colpi di scena a breve, ovviamente lo dico a malincuore, perchè sarà tutto a discapito dei cittadini caivanesi. 

Chi secondo Lei è la persona giusta per Caivano?

Lo è stato e a tutto oggi lo è, il dott. Giuseppe Papaccioli. L'unico che non scese a compromessi, difatti fu mandato a casa da pochi consiglieri comunali, gli stessi che dopo un anno, nella Giunta Falco, si allearono passando dalle fila dell'opposizione in maggioranza dicendo che la scelta fu solo ed esclusivamente per il bene del Paese. Il cosiddetto due pesi e due misure. Con Papaccioli non esitarono un sol giorno a mandarlo a casa, evidentemente con Papaccioli non c'era trippa per gatti. I Caivanesi questo non lo hanno apprezzato, si sono affidati nuovamente ai soliti personaggi, e oggi, ancora oggi, ne stanno pagando le conseguenze. 

I deputati non pagano al bar, il blitz Panico alla Buvette: i big beccati

Panico alla Camera, blitz alla buvette: stanati i deputati scrocconi


di Salvatore Dama



A dirla tutta il giubileo della legalità, alla Buvette, era stato celebrato già nel 2006 con l’introduzione dello scontrino obbligatorio (e propedeutico al consumo: orrore!). Dieci anni dopo il bar di Montecitorio, passato nel frattempo in mano a gestori privati, non ha fatto altro che perfezionare i meccanismi “anti-taccheggio”. Adesso, all’uscita del ristoro del Transatlantico, c’è del personale addetto al controllo delle consumazioni. Uomini in livrea stanno attenti a che tutti paghino regolarmente il conto prima di andare. Ma, soprattutto, che dichiarino quello che realmente hanno mangiato, senza “amnesie” (al Senato, invece, vale ancora la regola dell’autocertificazione). 

Ma chiariamo: fregare un caffè alla Buvette, al giorno d’oggi, è un concentrato di sfacciataggine e destrezza. Lo scroccone può far leva sul pudore del banconista nel chiedere il rispetto della legge a uno che, le leggi, sta lì per scriverle. O approfittare dei momenti di caos, quando un’improvvisa votazione fa svuotare il bar in un secondo. E allora ciao: valli a recuperare uno per uno, i portoghesi! Eppure i “furti” succedono più di quanto si pensi, visto che la società appaltatrice del servizio di ristorazione denuncia una falla nella contabilità. La soluzione allora è la repressione: far sentire il fiato sul collo agli onorevoli che soffrono di disturbi della memoria non appena vedono un registratore di cassa. Ma è uno scandalo, si indigna Pasquale Laurito denunciando il caso sulla Velina Rossa: «Ci sono guardie “naziste” che chiedono ai consumatori gli scontrini quando escono dalla Buvette». 

Laurito, che è il decano della stampa parlamentare, sa bene che le cose in passato andavano diversamente. C’è stato un tempo in cui il bar dei parlamentari era assoggettabile più al concetto di circolo che a quello di esercizio commerciale. Pagare le consumazioni era un gesto di generosità più che un obbligo. Nessuno ti rincorreva con il conto in mano. I deputati con un po’ di legislature alle spalle ricordano che, prima dell’introduzione dello scontrino obbligatorio, alla Buvette non c’erano barriere di fronte alla fame. Quelle odiose vetrine. All you can eat: frutta, panini, pizze, frittini e quiches. L’onorevole si serviva da solo e, al momento di pagare, andava sottraendo. Prendo tre, pago uno. 

I supplì erano uncountable: un deputato di Caserta una volta si vantò di averne mangiati otto di fila, pagandone uno. Un altro suo collega democristiano fece fuori 26 panini, omettendone venticinque al cassiere. Casi di gastroenterite o di etilismo erano all’ordine del giorno. Un vice presidente della Camera era solito ordinare il primo Negroni della giornata alle 11 del mattino. Il primo di una lunga serie. Sicché i turni dei lavori d’Aula erano organizzati in maniera tale che non capitasse mai a lui di presiedere le sedute pomeridiane. D’altronde con quei prezzi: un long drink alla Buvette costava due euro, un calice di rosso un euro. Per una porzione di frutta bastavano cinquanta centesimi, stesso prezzo per una rosetta col prosciutto. Possibile? Sì, perché almeno fino a un certo punto la Camera si accollava la spesa dei generi alimentari, dei cuochi e del personale di servizio. Il prezzo di vendita del prodotto finale era più che altro simbolico. Poi...

Poi è cominciata la stagione della razionalizzazione delle spese. Il terrore. L’oscurantismo. La Buvette della Camera dei deputati ha preso a praticare gli stessi prezzi dei bar che si trovano nei paraggi del Parlamento. L’onorevole ha smesso di sentirsi coccolato dall’istituzione. Tanto che spesso preferisce farsi quattro passi fuori dal Palazzo. Anche perché, esternalizzando il servizio, la qualità non sembra essere migliorata. Anzi. È emblematico il caso dell’onorevole Luciano Cimmino, di Scelta Civica, che, insoddisfatto dell’espresso servito alla Buvette, ha comprato di tasca sua (è il padron dei marchi Yamamay e Carpisa) cinque diverse miscele derivanti da altrettanti chicchi pregiati, «tutti provenienti da Napoli». Ne ha regalato un’intera fornitura alla Camera: «Ora sì che il caffè è buono». Almeno quello. 

La bomba, centrodestra sconvolto: Pivetti si Candida Sindaco a Roma

Irene Pivetti scende in campo: si candida sindaco a Roma



Alle primarie della Lega Nord è arrivata seconda di mille voti dietro ad Alfio Marchini. Ma Irene Pivetti ormai ha deciso: scenderà in campo come candidata sindaco di Roma, una scelta che spariglia le carte in un centrodestra capitolino mai così nel caos. L'annuncio ufficiale è arrivato via Facebook, con un post in cui chiede ai romani di segnalare i loro problemi quotidiani e quali sono i più gravi difetti della Capitale.

Gli aspiranti sindaco - L'ex presidente della Camera si aggiunge così a un nutrito gruppo di aspiranti primi cittadini: Guido Bertolaso, in campo senza più rappresentare il fronte unito che va da Forza Italia alla Lega passando per Fratelli d'Italia, il leader della Destra Francesco Storace e Alfio Marchini che da indipendente potrebbe soffiare voti utili sul fronte dei moderati. Senza contare Giorgia Meloni, che potrebbe scegliere di candidarsi per FdI una volta appurato il liberi tutti nella (mai nata davvero) coa
lizione.

"OPERAZIONE VERDINI" Il piano diabolico di Renzi per azzerare Alfano e Ncd

"Operazione Verdini": il piano diabolico di Renzi per far fuori Alfano e Ncd



Il piano di Matteo Renzi è diabolico: rinsaldare il suo governo e indebolire Angelino Alfano in un colpo solo. Come fare? Francesco Verderami sul Corriere della Sera la chiama "la battaglia dei centri": creare un nuovo gruppo "moderato" fondendo Ala di Denis Verdini a quel che resta di Scelta civica che fu di Mario Monti. Il premier sarebbe dunque il gran manovratore di un'operazione politica garibaldina, che punterebbe a creare una sorta di "Pd-2" in aperta contrapposizione a Ncd. In caso di fusione dei gruppi parlamentari, Verdini si ritroverebbe non solo in maggioranza, ma addirittura al governo, e senza la necessità formale di passare dal Quirinale. Enrico Zanetti, viceministro dell'Economia e leader degli ex montiani, per ora rifiuta l'ipotesi di accorpamento, "e non per questioni di antropologia politica, sia chiaro". E che le grandi operazioni di avvicinamento di Verdini al Pd siano iniziate (da tempo) lo ha certificato anche Eugenio Scalfari su Repubblica, chiedendo a politici ed elettori di sinistra perché "non potesse accettare in maggioranza Verdini, che è perfino più ragionevole di Alfano". Interrogativo a cui, in effetti, Renzi ha già dato una risposta. Di sicuro per ora Pierluigi Bersani e i suoi fanno muro ("Renzi vuole ricreare la Casa delle Libertà di Berlusconi", ha ironizzato l'ex segretario) ma anche in sede elettorale un partito di centro forte ma non fortissimo e alleato del Pd e non del centrodestra farebbe molto comodo. 

Bersani al tritolo, la frase contro Renzi: "Mi vuole cacciare? Ma prima si deve..."

Bersani al tritolo, la frase contro Renzi: "Mi vuole cacciare? Ma prima si deve..."




Se non è il preludio per una scissione, poco ci manca. Almeno stando a sentire le parole di Pierluigi Bersani ai giornalisti nei corridoi di Montecitorio, a pochi giorni dal voto di fiducia al governo Renzi del gruppo Ala di Denis Verdini. Se l'ex fedelissimo del Cav sia o meno entrato in maggioranza, per Bersani ci sono pochi dubbi e da parte sua partono una serie di attacchi ferocissimi contro il segretario del Pd: "Non è vero che abbiamo bisogno di Verdini come non era vero che avevamo bisogno di Berlusconi con il Patto del Nazareno. È una scelta - ha ribadito - Renzi scelga se vuol fare quello che rottama o quello che resuscita e su questo bisognerebbe fare una discussione anche congressuale".

Porta in faccia - La minoranza di sinistra del Pd ha chiesto alla segreteria di anticipare il congresso, ma da Renzi è arrivato un secco no: "Una risposta arrogante, tranciante - ha rimbrottato Bersani che ormai sembra quasi rassegnato a un'idea - eccoci finalmente approdati alla Casa delle Libertà. Se uno che vota la fiducia non è in maggioranza - come hanno tentato di chiarire alcuni ministri Pd - allora uno che non la vota non è all'opposizione... siamo tra aggiuntivi e disgiuntivi, siamo nella Casa delle Libertà".

Metamorfosi - A Renzi Bersani riconosce con acidissimo sarcasmo un grande merito: "È riuscito a cambiare la papille gustative di un bel pezzo dell'area democratica e del mondo dell'informazione, visto che ora Verdini risulta improvvisamente commestibile. Io continuo a trovare questa cosa piuttosto sorprendente". Più volte pungolato, Bersani dice di non avere nessuna intenzione di mollare il partito: "Se uno riesce a buttarmi fuori, deve aver un gran fisico..."

Il colpo basso alla famiglia Boschi: la mossa di Verdini, governo a rischio

Il colpo basso alla famiglia Boschi: mossa-Verdini, governo a rischio


di Fosca Bincher



Il proposito è quello di «verificare l’attività degli organi di gestione degli istituti bancari coinvolti in situazioni di crisi o di dissesto» e in primis Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio della provincia di Chieti. Poi certo di dare un’occhiata a tutto il sistema bancario italiano e ai fattori che ne hanno provocato la crisi da quando è entrato in vigore l’euro. Presentata al Senato questa è l’ultima richiesta formale di istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare che abbia gli stessi poteri della magistratura per indagare anche su Pier Luigi Boschi, papà del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e già membro del comitato esecutivo e vicepresidente di Banca Etruria fino al commissariamento deciso dalla Banca d’Italia l’11 febbraio 2015.

Non è la prima proposta di commissione di inchiesta sulle quattro banche finite in procedura di risoluzione approdata in Senato da dicembre ad oggi, e molte altre sono state depositate dai gruppi di opposizione alla Camera dei deputati. Questa però è una proposta di inchiesta speciale, specialissima. Perché porta la firma del nuovo alleato di Renzi e della Boschi: Denis Verdini, il leader di Ala. Il primo firmatario per altro è Lucio Barani, quell’ex socialista che porta sempre il garofano all’occhiello che siede nel banco a fianco di Verdini in Senato.

Poi però in ordine alfabetico ci sono le firme di tutti i senatori del nuovo gruppo. C’è Sandro Bondi con la sua Manuela Repetti, ci sono gli altri volti più o meno noti della compagnia come Ciro Falanga, Eva Longo, la ex grillina Adele Gambaro e l’ex cosentiniano Vincenzo D’Anna. Potrebbe sembrare un colpo basso da parte del nuovo alleato, ma in fondo anche il Pd sulla carta ha appoggiato la proposta di una commissione che facesse luce su quegli scandali bancari. Renzi ha oscillato però fra commissione di indagine e commissione di inchiesta, e fra le due c’è una bella differenza. La prima disegna un banale quadro dei fatti con la matita saldamente in mano alla maggioranza parlamentare che decide poi che forma debba avere quel disegno. La seconda di solito viene guidata da un membro dell’opposizione e avendo poteri della magistratura quando interroga un testimone pretende la verità dei fatti, e se quello sgarra rischia pure l’arresto.

La differenza è sostanziale. Verdini comunque sceglie la versione più dura e incisiva della commissione di inchiesta, anche se nel titolo e nelle premesse resta un pizzico generica: “Sul sistema bancario e finanziario, con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori”. E anche l’arco di tempo della inchiesta è piuttosto largo, prendendo in considerazione ben tre lustri: quelli intercorsi fra il 10 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2015. Apre un faro sui comportamenti di Banca di Italia e di Consob in quel periodo, ma poi punta diretta proprio alle quattro banche che sono finite al centro della polemica politica, Etruria in testa, chiedendo di verificare «l’attività degli organi di gestione degli istituti bancario coinvolti in situazioni di crisi o di dissesto, con particolare riguardo all’osservanza degli obblighi di diligenza, trasparenza e correttezza nell’allocazione di prodotti finanziari, nonché degli obblighi di corretta informazione degli investitori». Davanti a Verdini & c- spiega la proposta di inchiesta parlamentare- non potrà «essere opposto il segreto di ufficio né il segreto professionale o quello bancario».

Luci spente al decollo: sì, ma perché? Un pilota svela questo e altri misteri

Perché spengono le luci quando l'aereo decolla? Un pilota svela questo e altri misteri



Non sono solo "capricci" del pilota o regole che non servono a nulla. Cosa c'è dietro tutte le procedure di decollo e atterraggio degli aerei? L’abitudine di oscurare le luci della cabina passeggeri durante il decollo e l’atterraggio ha un perché. Un pilota ha finalmente rivelato il vero motivo di questa procedura. Dice Chris Cooke al magazine Travel + Leisure che si tratta di una misura di precauzione per permettere agli occhi dei passeggeri di adattarsi al buio più rapidamente, in caso qualcosa dovesse andare storto durante le due fasi più delicate del volo. Aggiunge: "Immaginate di trovarvi in una stanza luminosa a voi familiare e piena di ostacoli. All’improvviso qualcuno spegne le luci e vi chiede di uscire rapidamente". 

È lo stesso motivo per cui viene richiesto di tenere i finestrini alzati. In caso di emergenza, la prima cosa a saltare sono le luci interne e la luce naturale seppur minima può aiutare a salvare i passeggeri a mettersi in salvo.

Scoperta inquietante nel golfo di Napoli Un altro Vesuvio "gonfio di gas"

Sta per nascere un secondo Vesuvio. La scoperta inquietante nel golfo di Napoli



I ricercatori mantengono la massima prudenza, ma quel che è stato scoperto nel fondo del golfo di Napoli potrebbe essere il principio di un nuovo vulcano a ridosso del capoluogo campano. Si tratterebbe tecnicamente di un "duomo", un rigonfiamento che emette gas alto circa 15 metri e che copre un'area di 25 chilometri quadrati. Scrive il Mattino che la scoperta è stata pubblicata dalla rivista Scientific reports ed è stata frutto del lavoro di una campagna oceanografica coordinata da Consiglio nazionale delle ricerche, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e Università di Firenze.

I dettagli - L'osservazione delle attività sul fondo del golfo napoletano hanno permesso di scorpire che: "siamo in presenza di un'attività correlabile a un fenomeno vulcanico secondario - ha detto Guido Ventura dell'Ingv - non associato, per ora, a una risalita diretta di magma". Nel corso del lavoro sono stati rilevate 35 emissioni di gas attive e oltre 650 piccoli crateri legati a emissioni di gas avvenute negli ultimi 12mila anni. Secondo Salvatore Passaro del Cnr: "La struttura si trova a metà strada tra i vulcani attivi dei Campi Flegrei e del Vesuvio, a profondità variabili tra i 100 e i 170 metri".

Bolletta elettrica, la rapina da paura Aumentano (e tanto): ecco tutte le cifre

Bolletta elettrica, rapina da paura. Aumentano (e tanto): ecco le cifre



Una nuova stangata per i contribuenti arriverà dalle bollette elettriche se verrà approvata senza modifiche la norma contenuta nel ddl Concorrenza ora all'esame del Senato. Dal primo gennaio 2018 la fine del mercato tutelato può portare a un considerevole aumento delle bollette.

Al momento chi non ha ancora scelto il proprio fornitore sul libero mercato sta sotto l'Acquirente unico, la società pubblica che acquista elettricità per il mercato tutelato. In sostanza, fra due anni, i 25 milioni di utenti che ora sono nella fascia protetta devono per forza migrare sul libero mercato. Nella nuova versione del ddl concorrenza coloro che a quella data non hanno fatto il salto nel libero mercato verranno riforniti, per un periodo di transizione, da un "servizio di salvaguardia". Le utenze verranno assegnate ai fornitori di energia attraverso aste, a condizioni che incentivino il passaggio al mercato libero.

Questo servizio di salvaguardia potrà costare anche quattro volte il normale prezzo dell'energia. Le associazioni dei consumatori hanno sollevato il problema con una lettera a Renzi ma finora non c'è stato alcun cambiamento. Le bollette quindi rischiano di schizzare in alto. L'aggravio risulterà ancora maggiore perchè nel costo dell'energia confluirà pure quello del canone Rai.