La legge: devi cambiare contatore. Paghi tu, un disastro: quanto costa
di Antonio Castro
Oltre 30 milioni di contatori elettrici da sostituire iniziando già da quest’anno, anche se la gran parte verrà cambiata a partire dal 2017. Per aggiornarli alle ultime tecnologie (2G, seconda generazione), monitorare ogni 15 i minuti i consumi, e magari sfruttare l’occasione per far passare anche altri fili ben più redditizi. Come quelli della fibra ottica. L’intenzione del governo è di accelerare la sostituzione (prevista ogni 15 anni) dei contatori per accelerare il processo di digitalizzazione del Paese. L’Enel - l’azionista di riferimento è il Tesoro - ha ovviamente dato la propria disponibilità per realizzare una rete in fibra ottica. Il mega piano di sostituzioni dei contatori potrebbe accelerare il processo di digitalizzazione del Paese.
Ma tutto questo ha un costo: le stime ipotizzano un aggravio complessivo di 2 miliardi (in media la sostituzione costerà circa 70 di euro a contatore, ma dipenderà dal tipo di “macchina” che si sceglierà e dalla tecnologia di cui sarà dotato, l’Autorità per l’Energia ieri ha scelto la 2G). Costo che ovviamente verrà riversato sugli utenti in bolletta e in comode rate. L’Autorità per l’Energia per il momento ha indicato i “requisiti funzionale”. Poi servirà un’altra delibera per affrontare il tema dei costi. E quindi partiranno le gare per realizzare i nuovi contati al minor costo industriale.
Il problema oggi - come anticipato ieri da Il Sole 24 Ore - è su che tipo di tecnologia ci si dirotterà. L’operazione può trasformarsi da un mero costo in azione profittevole sulla lunga distanza. Per l’Enel ma anche per tutti gli altri operatori. L’ex monopolista elettrico, guidato da Francesco Starace, attendeva «da settimane questa delibera, perché necessaria per poter avviare il processo di sostituzione dei contatori cui lo stesso Starace ha collegato la convenienza per il gruppo elettrico di posare la fibra». Ed agganciata a questa delibera - partorita dall’Autorità ieri in tarda serata - c’è il piano dell’Enel per lanciare il grande progetto di cablaggio in fibra.
Questo cambio di contatori offre infatti l’occasione per far passare i cavi della fibra lungo i cavi elettrici evitando doppi scavi, operazione che verrebbe eseguita contestualmente alla sostituzione dei contatori.
Enel è chiaramente interessata a realizzare un’infrastruttura nuova. Proprio ieri il presidente della società, Patrizia Grieco intervista da un programma di Rai Due sul ruolo della società elettrica nel dossier della banda larga, ha ribadito che il gruppo «non diventerà un nuovo operatore. Approfittiamo del fatto che andremo a sostituire i vecchi contatori con quelli di nuova generazione, avendo una rete capillare, e ci limiteremo a fare una infrastruttura aperta a tutti gli operatori delle Tlc». E puntualizza: «Abbiamo colloqui in corso con Vodafone e Wind e anche con Telecom per fare in modo che sia sfruttata da questi operatori».
Insomma, Enel vuol mettere giù i “binari” della fibra, chiedendo poi un gettone ai diversi operatori telefonici per veicolare i rispettivi segnali.
La discussione tecnica sul tipo di contatore è meno noiosa di quanto si potrebbe pensare. Un contatore può registrare sì i consumi, ma grazie alle ultime (e future) tecnologie anche segnalare quasi in tempo reale variazioni e picchi, magari, se collegato con un Sim telefonica. Insomma, sarebbe una centralina domestica importantissima. Logico che la scelta della tecnologia, o dei requisiti che questa macchina, può avere un impatto notevole sui piani di sviluppo delle società: elettriche e delle telecomunicazioni.
La cablatura del nostro Paese è un business enorme: solo Telecom, ad esempio, prevede di investire oltre 3,6 miliardi nei prossimi tre anni per lo sviluppo della propria banda ultralarga. E proprio i manager di alcune società telefoniche hanno sollevato perplessità sulle caratteristiche dei misuratori proposti da Enel. I contatori sarebbero superati, perché, sostengono, a breve potrebbero essere disponibili contatori in grado di interagire con altre tecnologie, dunque anche con i futuri cellulari 5G, e fornire letture dei consumi elettrici sui telefonini in tempo reale, oltre che comunicare con molti altri apparati digitali presenti in una casa. Ma l’Authority ha scelto la 2G, quella preferita da Enel.