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martedì 15 settembre 2015

Giovanni Toti parla già da leghista Le sue 10 domande a Matteo Salvini

Le dieci domande di Giovanni Toti a Matteo Salvini




Nei giorni scorsi, il tira e molla tra Berlusconi e Salvini aveva registrato una fase di allontanamento, col cavaliere che dalla Crimea aveva detto che "con la Lega vanno solo gli incazzati". Parole alle quali il suo consigliere politico (e governatore della Liguria dove è stato eletto anche coi voti decisivi del Carroccio) Giovanni Toti aveva replicato: "Non è il momento delle polemiche. Continuo a ritenere che gli elementi e le valutazioni politiche della Lega e Forza Italia siano ampiamente convergente su molti argomenti, più di quanti siano quelli che ci dividono". Toti, oggi, è tornato sul punto, sottolineando come serva al più presto "un tavolo di confronto tra tutti i partiti che si considerano alternativi al governo in carica" e invitando su Facebook il leader leghista a rispondere a dieci domande, dalle quali dovrebbe risultare a suo parere l'affinità esistente tra le due forze politiche del centrodestra.

1) "Siamo d’accordo su una sensibile riduzione delle imposte per famiglie e imprese, tale da far ripartire consumi e investimenti e tendente in prospettiva all’introduzione della Flat Tax? 2) Siamo d’accordo su una politica di sostegno ai ceti più deboli, a partire dai pensionati sociali al minimo il cui assegno deve essere aumentato almeno a 1000 euro? 3) Siamo d’accordo su una politica di contenimento dell’immigrazione clandestina, attuata attraverso mirate operazioni di polizia internazionale sulle coste libiche, l’istituzione di centri di assistenza e identificazione, su quelle stesse coste, e meccanismi di espulsione dal nostro paese più efficaci? 4) Siamo d’accordo su una politica di sicurezza che restituisca serenità ai cittadini italiani, attivata anche attraverso l’utilizzo di militari come presidio fisso nelle nostre città e la reintroduzione di carabinieri, poliziotti e vigili di quartiere? 5) Siamo d’accordo sulla necessità di esercitare una fortissima pressione sulla Unione Europea, al fine di rivedere tutti i trattati che regolamentano la vita degli stati membri, a partire dal Patto di stabilità? 6) Siamo d’accordo nel ritenere insoddisfacenti, e dunque non votabili in parlamento, le riforme istituzionali così come proposte dal governo Renzi? 7) Siamo d’accordo nel comune impegno di reintrodurre nella legge elettorale il premio alla coalizione vincente e non al singolo partito? 8) Siamo d’accordo nel sostenere politiche di integrazione nelle Regioni italiane, tendenti alle cosiddette macroregioni alla quali deve essere garantita (al contrario di quanto previsto oggi dal governo Renzi) sufficiente autonomia fiscale e amministrativa nei confronti dello Stato centrale? 9) Siamo d’accordo, al fine di effettuare un’efficace spending review, nell’introdurre i costi standard come principio generale dell’intera amministrazione? 10) Siamo d’accordo nel portare avanti una precisa politica di sburocratizzazione, tale da garantire competitività alle nostre imprese e una semplificazione alla vita dei cittadini?

"Se la risposta è sì a tutte queste domande, come io credo" conclude il big di Forza Italia, "esistono prospettive concrete per un’efficace e congiunta azione di governo come quella che Forza Italia e Lega già portano avanti in tre importanti Regioni: Lombardia, Veneto e Liguria. Sottolineare le diversità non fa che aiutare il governo della sinistra".

Hai una mail dall'Agenzia delle Entrate? È un'altra truffa: ecco come funziona

Agenzia delle Entrate, la nuova truffa online: la mail con "rimborso fiscale" che svuota le carte di credito




Dopo quella della "verifica tributaria", arriva anche la mail con il "rimborso fiscale" a nome dell'Agenzia delle Enrate. Mail naturalmente falsa, come nella migliore tradizione delle truffe online. Il phishing con il logo contraffatto del Fisco è ormai una consuetudine, a cambiare sono le tecniche per accalappiare i più ingenui e svuotare le loro carte di credito. 

Occhio alla carta - La mail-esca arriva nella casella postale con l'oggetto "Rimborso fiscale per 2014–2015", con tanto di logo. Nel testo si invita invece l'ignaro destinatario a cliccare sul link "Accedi al tuo rimborso fiscale", pagina in cui come da prassi il contribuente-preda deve inserire dati personali ed estremi della carta di credito. Chi ci casca, rischia di vedersi prosciugato il conto. 

I (veri) rimborsi - Come spiega anche Quifinanza.it, però, l'Agenzia delle Entrate non comunica mai via mail, ma sempre per posta raccomandata. Online, l'unica modo per accedere a eventuali rimborsi è andare sul sito www.agenziaentrate.gov.it, cliccare su "Cosa devi fare" e quindi scegliere nel menù le voci "richiedi" e "rimborsi".

lunedì 14 settembre 2015

"VOI MI AVETE USATO" L'accusa senza precedenti: Francesco attacca i politici

Papa Francesco contro i politici argentini: "Mi sono sentito usato"




Papa Francesco non ha mai avuto tanti "amici" come ora. Il motivo? I politici argentini fanno di tutto per aggiudicarsi uno scatto in compagnia del Pontefice in modo da diventare più popolari e più amati in vista delle prossime elezioni presidenziali. Ad affrontare la questione è stato il Papa stesso, in un'intervista rilasciata a una radio argentina, Fm Milenium, condotta dal giornalista evangelico Marcelo Figueroa. Una questione che, come spiega Bergoglio, è causa di dolore. Un'accusa, quella alla classe politica argentina, che forse, in una qualche misura, è rivolta anche all'omologa italiana.

La sofferenza del Pontefice - "Mi sono sentito usato da persone che si sono presentate come amiche e che io forse non avevo visto più di una o due volte in vita mia. Hanno usato questo per il loro vantaggio", ha affermato il Pontefice. Poi ha aggiunto: "A me questo fa male". Francesco ha poi ribadito che l'amicizia è, sì un valore cristiano imprescindibile, ma ci vuole tempo perché venga messa alla prova la fiducia di chi abbiamo davanti. Gli amici veri, per il Papa, sono quelli che arrivano da legami non sbandierati in giro. Semplicemente, le relazioni più belle e durature sono quelle che "succedono" e basta. Perché, come ci ha tenuto a precisare il Papa, "l'amicizia è accompagnare la vita dell'altro partendo da un presupposto tacito". Senza foto, ostentazione o secondo fini.

IL FISCO ENTRA NEL BANCOMAT Quel prelievo che ti può condannare

Bancomat, marcia indietro sulla sanzione sui prelievi: resta però il rischio di contestazioni




Nel mirino dell'Agenzia delle Entrate ci sono i liberi professionisti, nel dettaglio i loro movimenti bancari senza giustificativo. In materia, come spiega Il Sole 24 Ore, arriva un pacchetto di novità: nei controlli anti-evasione il Fisco potrà avviare indagini finanziarie nei confronti di lavoratori autonomi e titolari di reddito di impresa. Occhio ai prelievi non contabilizzati o di cui non viene indicato il beneficiario, poiché sono considerati come maggiori compensi o ricavi: in assenza di giustificazione, il Fisco riterrà che la somma prelevata sia stata utilizzata per acquisti in nero, che hanno dunque consentito di produrre beni o servizi venduti a loro volta in nero.

Modifiche - Nello schema del decreto di riforma delle sanzioni amministrative tributarie citato dal quotidiano di Viale Monterosa, viene confermata la presunzione legale che attribuisce ai prelievi non giustificati dei titolari di reddito di impresa il valore di ricavi non dichiarati: in questa chiave, però, è stata cancellata la sanzione dal 10 al 50% dell'importo del prelievo, che era stata prevista in caso di omessa o inesatta indicazione del beneficiario dei prelievi non transitati nelle scritture contabili.

Prova contraria - Inoltre, i titolari di impresa interessati dai controlli fiscali sui versamenti e sui prelievi bancari non giustificati saranno chiamati a fornire la prova contraria; tale prova non potrà essere generica, ma è necessaria una dimostrazione sulle "diverse cause giustificative degli accrediti e dei prelievi" (come recentemente precisato da una sentenza della Cassazione). La questione riguarda anche le categorie più affini al lavoro autonomo, come il caso degli agenti di commercio, mediatori immobiliari, procacciatori d'affari e promotori finanziari, retribuiti di norma attraverso provvigioni sugli affari conclusi.

La circolare - Chi, in regola, punta a difendersi, troverà utile quanto affermato dalle stesse Entrate nella circolare 32/E/2006: in base al documento redatto dall'Agenzia delle Entrate, "i verificatori devono astenersi da una valutazione rigida dei dati acquisiti, non trascurando le eventuali dimostrazioni, anche di natura presuntiva, che trattasi di spese non aventi rilevanza fiscale sia per la loro esiguità, sia per la loro occasionalità e, comunque, per la loro coerenza con il tenore di vita rapportabile al volume di affari dichiarato".

Caivano (Na): Il Notiziario sul web: Il sorriso dell'Ingegnere Giuseppe Peluso sarà sempre vivo nei nostri cuori

Caivano (Na): Il Notiziario sul web: L'ultimo saluto all'Ingegnere Giuseppe Peluso


di Gaetano Daniele




Familiari, politici locali, ma soprattutto tantissimi giovani, amici e non, a salutare la salma dell'ingegnere Giuseppe Peluso, scomparso prematuramente l'8 settembre 2015, a causa di un incidente stradale. 

"Voglio rendere omaggio e ricordare ancora una volta, l'amico Giuseppe Peluso. Un ragazzo esemplare. Sono sempre stato colpito da Giuseppe, il suo sorriso, la sua sincerità, il suo spirito di sacrificio verso il prossimo, il suo entusiasmo, lo rendevano unico. Difatti, mi piace ricordarlo in questa foto, dove appunto, conseguì il suo primo traguardo di vita, la laurea in ingegneria. Ogni volta che passo per Caivano, penso al suo sorriso, un sorriso bianchissimo e bellissimo. Era sempre sorridente, divertito, semplice". 

Ciao Giuseppe.

Caivano (Na): Gara rifiuti Settembre se ne va... I nodi vengono al pettine?

Caivano (Na): La gara per la gestione dei rifiuti stenta a decollare, i nodi, uno ad uno vengono al pettine? 


di Gaetano Daniele


Simone Monopoli
Sindaco di Caivano

L'amministrazione a guida Monopoli è partita decisamente male, a soli 3 mesi di attività politica e di proclami scritti, si sta rivelando, a nostro dire, un totale fallimento. Proclami e slogan stanno affossando ancora di più un Paese che, deluso e stanco, aveva riposto in Monopoli la sua fiducia,  la sua stima, cercando, con le ultime votazioni, di voltare pagina. Invece no. Altro che voltare pagina, questa amministrazione non solo stenta a decollare, ma, appunto, in meno di 4 mesi di attività politica, come denuncia l'Architetto Emione, sperpera in maniera plateale il denaro dei contribuenti caivanesi. Non sono denunce politiche basate su propaganda elettorale, sono viceversa, reali manovre, per detta nostra non prioritarie, che l'attuale maggioranza sta portando avanti in queste ultime settimane. Oltre 50 mila euro spesi. La raccolta differenziata nonostante il caldo rimane ai gradi di Bolzano in una giornata di mezza estate, all'opposto, la tassa sui rifiuti non diminuisce pesando gravemente sul bilancio economico dei caivanesi.  

Sperpero 

-  Circa 10 mila euro per ripulire da carta e cartone l'esterno del Campo Rom. 
-  Circa 10 mila euro per un intervento di sfalciamento di verde nelle scuole
-  8 mila euro per la raccolta di materiali inerti
-  Circa 8 mila euro per la raccolta di amianto 
-  1.500 euro sempre per la raccolta di amianto
-  1470 euro per manutenzione Fiat Punto
-  Contratto D1 Capo di Staff del Sindaco (Circa 45 mila euro per un quinquennio)

Insomma, questi solo alcuni aspetti di chi, come nel caso del Sindaco Monopoli, in campagna elettorale predicava il cambiamento e la discontinuità, ma soprattutto, di combattere gli sprechi, quali? a quali sprechi alludeva il neo Sindaco Monopoli? Innanzitutto, a che stiamo con la gara dei rifiuti? Se questi sono i primi mesi, figuriamoci i secondi. 

Degrado e follia a bordo dell'aereo: si mette a fare la pipì sui passeggeri...

Degrado a bordo dell'aereo: si alza dal sedile e fa la pipì sui passeggeri




Dopo aver dormito per quasi tutto il volo, un 27enne si è alzato e ha cominciato a urinare tra i sedili e su passeggeri, sedili e bagagli. Una volta finito, si è rimesso a sedere e si è riaddormentato. Come riporta Metro.uk.com, Jeff Rubin è stato preso in custodia dopo l'incidente accaduto su un volo Jet Blue da Anchorage a Portland, in Oregon. Secondo i passeggeri e i dipendenti della compagnia aerea il giovane avrebbe dormito per la maggior parte del volo. Poi, circa 30 minuti prima dell'atterraggio, si è alzato e ha cominciato a urinare. Nel rapporto della polizia si legge, avendo a un certo punto perso l'equilibrio, è caduto all'indietro bagnando così chi gli stava intorno.

I 100 siti (pirata) che usate tutti i giorni E che Google vuole chiudere

L'elenco dei 100 siti usati dai pirati di film e musica, ma che Google cerca di combattere




Ci sono almeno un centinaio di siti che consultiamo ogni giorno, ma che a Google proprio non piacciono. Il motore di ricerca riceve di continuo segnalazioni per violazioni sul copyright, che si tratti di film, musica, eventi televisivi e libri. A fare le segnalazioni sono naturalmente le case discografiche, oltre che le reti televisive e tutti quelli che si vedono depredati dalla pirateria che diffonde gratuitamente prodotti di solito distribuiti a pagamento. Sono ormai quattro anni che Google ha messo in piedi un programma per la trasparenza, con il quale ha reso pubblico l'elenco dei siti più segnalati. Non sempre BigG riesce a oscurarli dalle proprie ricerche, così il tentativo è quello di informare gli utenti su quel che stanno visitando. Il lungo elenco comprende numerosi siti che per tanti sono entrati nell'uso quotidiano, soprattutto i più avvezzi ai torrent e allo streaming pirata.

"Fai schifo". Claudio Lippi umilia Fedez Il rapper sbrocca e insulta "il vecchio"

Claudio Lippi contro Fedez: "Fai schifo". La replica: "Basta stronzate. Paleolitico"




Subito una polemica alla prima puntata della nuova stagione di Tale e quale show, il talent condotto da Carlo Conti. Sul metaforico ring, Fedez e Claudio Lippi. A sferrare il primo colpo è stato il giurato dello show di Rai1, che commentando l'esibizione di due concorrenti (uno dei quali interpretava il rapper meneghino), ha sparato ad alzo zero: "Hai perfettamente interpretato le caratteristiche milanesi di Fedez, fai schifo proprio uguale, con quelle robe. Il trucco è perfetto, lui è nato con i tatuaggi poi gli hanno pulito una parte sola, vero?". Claudio Lippi, insomma, ci è andato giù con il badile contro il "coso dipinto" (definizione di Maurizio Gasparri). E da par suo, il rapper più amato dalle teenagers ha risposto con il suo consueto "stile". Su Twitter, ovviamente, dove ha cinguettato: "A Tale e quale show mi sono sentito dire che farei schifo per via dei miei tatuaggi. Per me lo schifo è asserire certe stronzate da delegazione degli Anni '50. Paleolitico". Successivamente, è stato Carlo Conti che ha provati a gettare acqua sul fuoco: "Fedez - ha spiegato in diretta - per noi rimane un grandissimo artista, ci tenevo a precisarlo. Qualcuno ha fatto commenti non corretti sui suoi tatuaggi che possono piacere o non piacere ma questo, lo ribadisco, non significa che lui non sia per noi un grandissimo artista". Risultato? Fedez ha cinguettato "Grande Carlo Conti!", e subito dopo ha cancellato gli insulti a Claudio Lippi.

Si schianta con la moto, poi si sveglia: "Morto due volte: vi dico com'è l'aldilà"

Il racconto dell'uomo che è morto due volte: "Uno spazio senza coscienza, come un sonnellino"




Sopravvissuto dopo esser morto due volte. Il racconto arriva da un uomo che ha scritto la sua esperienza sul sito americano Reddit, firmandosi con il nickname r00tdude. L'uomo aveva fatto un violento incidente in sella alla sua moto e arrivato al Pronto soccorso sostiene di aver perso la vita per ben due volte: "La prima volta è stata ppoco prima dell'incidente, la seconda volta in sala operatoria - ha continuato l'uomo - sentivo dolore ovunque e a un certo punto non ho sentito più nulla, non ho sentito più la vita. Poi mi sono svegliato e ho sentito di nuovo dolore". Qualche utente gli chiede quali sono le sensazioni che si provano quando ci si crede morti: "È come quando schiacci un sonnellino: ti addormenti per un po' e non sogni, ti svegli e hai la sensazione di aver dormito a lungo, mentre in realtà sono stati solo 15 minuti. Uno spazio vuoto, senza pensieri e senza coscienza". Per qualcuno è tutta sensazione soggettiva, ma a detta dell'uomo un medico al suo risveglio gli ha confermato: "Sei morto per un paio di minuti".

Mafia capitale, rispunta il nome di Totti Così i suoi soldi saranno utili al processo

I finanziamenti di Totti per salvare Odevaine




I finanziamenti di Francesco Totti potranno salvare Luca Odevaine, arrestato il 2 dicembre scorso insieme a Salvatore Buzzi nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale. Riporta il Fatto quotidiano che in vista del patteggiamento la difesa di Odevaine vuole "placare" la Procura offrendo il tesoretto della società Reluca srl, creata nel dicembre del 2010 da Odevaine e dal fratello maggiore di Francesco Totti, Riccardo, finanziata anche grazie ai soldi del capitano romanista.

Odevaine può patteggiare per il secondo arresto di giugno, effettuato per i soldi incassati dalle cooperative bianche ma prima dovrà risarcire il danno. Per questo vuole usare i soldi e gli immobili della Reluca. I carabinieri, scrive il Fatto, spingevano per un sequestro ma l'avvocato di Odevaine, Luca Petrucci, propone ai pm di rivalersi sulla società. Del resto i soldi da restituire sono parecchi: il "profitto attribuibile a Odevaine, dal 2012 alla data dell'arresto" per i suoi rapporti illeciti con Eriches 29, la coop di Salvatore Buzzi, e Cascina, la coop vicina al mondo di Cl, "ammonta a 634 mila. I pm contestano a Odevaine di aver ottenuto dalla coop bianca 10 mila euro al mese per favorirla nelle gare per i centri di immigrati".

Giovanni Toti, la rottura con il Cav? Quelle (scomode) frasi su Salvini

Giovanni Toti difende Matteo Salvini: "Forza Italia e Lega Nord convengono su molti temi"




Una "fuga" di pochi giorni, quella di Silvio Berlusconi in Crimea. Una "fuga" durante la quale nel suo partito è successo di tutto. A tener banco non è tanto l'annosa questione della leadership, né i sondaggi che danno Forza Italia sempre più in basso. A tener banco è Matteo Salvini, con grandi fette del partito in rivolta contro il leader leghista, accusato di rubare altri voti al movimento e di essere fuori dalla tradizione moderata di Forza Italia. Allarmi che il Cav non può sottovalutare: appena atterrato ha convocato ad Arcore tutto lo stato maggiore del partito. Appuntamento per lunedì sera con tutti i vertici del partito. Nel frattempo, dalla Crimea, Berlusconi ha mandato un messaggio chiaro a Salvini, marcando la crescente distanza dal Carroccio: "Con loro - ha commentato sornione - si schierano gli incazzati". Ma in Forza Italia c'è anche chi, su Salvini, ha idee diverse. Si parla di un elemento di spicco: Giovanni Toti, che proprio grazie ai voti della lega è stato eletto in Liguria. Il governatore, da par suo, ha rotto gli indugi, schierandosi de facto in opposizione a Berlusconi: "Non è il momento delle polemiche - ha affermato -. Continuo a ritenere che gli elementi e le valutazioni politiche della Lega e Forza Italia siano ampiamente convergente su molti argomenti, più di quanti siano quelli che ci dividono". Due linee contrapposte, dunque, quella del Cav e quella del governatore, sempre più presente in un partito che cerca di trovare la strada per ridestarsi.

domenica 13 settembre 2015

Casa Pound, Comi F.I: Non parteciperò a raduno per coerenza con la mia lotta contro le occupazioni abusive

Casa Pound, Comi F.I: Non parteciperò a raduno per coerenza con la mia lotta contro le occupazioni abusive 



di Gaetano Daniele



On.Le Lara Comi
Eurodeputata Forza Italia
Vicepresidente Gruppo PPE

 "Non parteciperò alla festa di Casapound a Castano Primo per coerenza con la mia battaglia di sempre contro le occupazioni illegali. Era previsto il mio intervento, ma ho deciso di rinunciare, non certo per un pregiudizio ideologico, ma solo ed esclusivamente per la mia opposizione alle occupazioni abusive. Così l'On. Lara Comi ai nostri microfoni, e nota: Ho chiamato i responsabili del raduno e ho spiegato la mia posizione. Il Sindaco di Castano Primo ha ritirato l'autorizzazione, supportato nella sua decisione dal Prefetto di Milano. Per me quindi il raduno non si sarebbe dovuto tenere in quegli spazi. Certo, revocare il permesso all'ultimo fa venire qualche sospetto, sia sui reali motivi del diniego che sembra derivare da un'ostilità politica sia sull'efficienza amministrativa di un Comune che nega un permesso alla vigilia di un'iniziativa nazionale dopo averlo rilasciato diverso tempo fa. 

Conclusioni - Voglio capire cosa sia davvero accaduto e per questo parlerò con il Sindaco, il Prefetto, il Questore. Mi impegno a contribuire ad un chiarimento. Non scappo - conclude Comi - ma voglio poter avere tutti gli elementi. A Saronno, la mia città, combatto da sempre contro le occupazioni abusive del centro sociale Telos, sono in prima linea. Non andrò a Castano per una questione di linearità e di rispetto delle istituzioni."

LA MINACCIA SUI CONTI CORRENTI Ecco come difendersi dalle banche

Salvataggi delle banche a spese nostre, in pericolo anche i conti correnti



di Antonio Castro


L' intento è di scongiurare - in futuro - altri casi Lehman Brothers. E il contagio finanziario mondiale che secondo stime ha fatto evaporare dal 2008 una ricchezza pari a 100 miliardi di dollari (fonte Credit Suisse). L' airbag del sistema creditizio europeo - per evitare di andare a sbattere in nuove crisi a vortice che ingoiano tutta l' economia mondiale - è di coinvolgere azionisti, obbligazionisti, e anche correntisti, nell' eventuale salvataggio di una banca in crisi. Come? Trasformando l' eventuale capitale versato o sottoscritto in azioni della banca in difficoltà. Piccolo dettaglio: in caso di bail-in azionisti, obbligazionisti e anche titolari di semplici conti correnti vengono chiamati alla casa per pagare proquota (e oltre la soglia garantita di 100mila euro), il salvataggio. Tralasciando il fatto che in Europa il bail-in partirà senza un accordo politico comune (al contrario degli Usa dove si è già messo in piedi un sistema di protezione per evitare un nuovo caso Lehman Brothers), c' è da dire che la rivoluzione concettuale è notevole. Prima intervenivano gli Stati per evitare il fallimento e il contagio finanziario a catena, ora gli Stati hanno deciso che i salvataggi li pagano prima gli azionisti, poi gli investitori e in caso di correntisti facoltosi (sopra la fatidica soglia dei 100mila euro), anche i ricchi correntisti.

Paracadute teorico - Eppure il sistema di bail-in adottato in Europa (la direttiva Ue è del 2 luglio, ma solo giovedì scorso sono stati emessi di decreti delegati dal governo che prevedono l' onere della compartecipazione al rischio dal 1 gennaio 2016), pur molto approfondito non è stato ancora testato con una vera crisi. Esempio: è vero che fondi pensione, fondi previdenziali integrativi e sistemi simili sono immuni da possibili rischi. O meglio: dovrebbero esserlo. Però negli Usa ancora tremano per il fallimento, giusto prima del 2008, di alcuni fondi pensione. E poi se in affanno entrasse una banca che gestisce il capitale previdenziale accumulato? O i prudenti - per legge - investimenti del fondo? Chi pagherebbe? Forse gli aspiranti pensionati che pensano di avere una pensione a prova di bomba e che invece potrebbero ritrovarsi con una mina sotto al letto della vecchiaia? Bel dilemma: la crisi del 2008 ha scatenato la tempesta perfetta.

Troppa ricchezza - Gli italiani hanno "il brutto vizio" del risparmio. Soprattutto in tempi di magra si mette via qualcosa per i periodi ancora più neri. Retaggio dell' Italia contadina parsimoniosa e pronta alla bastonate dopo la grandine. Secondo il rapporto 2014 della Banca d' Italia - che del bail-in sarà gestore e arbitro - le famiglie italiane nel 2013, hanno accumulato una ricchezza complessiva pari a 3.848 miliardi di euro. Di questi il 30,5% (ovvero 1.154,4 miliardi) è costituito da banconote, monete, depositi e risparmio postale. Peccato che il sistema di garanzia pubblico, che copre i rischi dei correntisti fino a 100mila euro, riesce a dare copertura solo a 508 miliardi. La "massa fiduciari protetta" (al giugno 2014 secondo il Fondo interbancario di tutela dei depositi), era pari a 749,45 miliardi, e i fondi rimborsabili appunto 508,06 miliardi (il 67,8% dei fondi rimborsabili). Già così ci sarebbero oltre 250 miliardi fuori garanzia. Ma allargando il perimetro alla ricchezza contante della famiglie (quella stimata da Bankitalia) fuori copertura ci sarebbero prudentemente dai 500 ai mille milioni.

E Bruxelles latita - Mentre in Italia ci dobbiamo forzatamente adeguare alla direttiva europea di luglio, il paradosso è che in Europa manca un accordo e anche un meccanismo di protezione. O meglio: se ne discute ma non c' è un' intesa politica robusta per implementare un paracadute anti crisi bancarie sistemiche. Giusto ieri all' Ecofin i ministri europei ne hanno continuato a discutere: risultato ognuno andrà avanti da solo, però a livello europeo (cosa che negli Stati Uniti è stato già attuato), manca un organismo di controllo e garanzia. Insomma, un' assicurazione europea unica che garantisca le grandi banche. Venerdì 11 settembre a Lussemburgo i ministri finanziari hanno ristretto il campo delle ipotesi a tre: una linea di credito degli Stati, garanzie nazionali e una linea di credito dell' European Stability Mechanism (Esm), il fondo salva-stati. Il Fondo unico di risoluzione dovrebbe essere alimentato dai contributi versati dalle singole banche. Il problema è che il coinvogimento dell' Esm non è previsto dallo statuto attuale. E quindi i singoli Paesi dovrebbero votare la novazione, cosa tutt' altro che semplice e tantomeno rapida con tutti gli euroscettici che ci sono in giro.

La Chiesa cattolica è spaccata in due Rivolta contro il Papa, verso la scissione

Socci: Papa Francesco scatena il divorzio nella Chiesa



di Antonio Socci 


Newsweek ha messo in copertina Bergoglio e questo titolo: «Il papa è cattolico?». Sottotitolo: «Naturalmente sì. Ma non lo diresti stando a ciò che si legge sulla stampa».

In effetti è lecita la domanda, visto che il Papa argentino va a pregare alla Moschea e dichiara nell' intervistaa Scalfari: «Non esiste un Dio cattolico». Dentro la Chiesa la preoccupazione si è ingigantita dopo l' 8 settembre scorso. Infatti, con i due Motu proprio sulla nullità matrimoniale, abbiamo un atto ufficiale del magistero di Bergoglio dove - secondo autorevoli pareri - si esce dai binari istituendo una sorta di «divorzio cattolico».

Cosa che significherebbe il rinnegamento del comandamento di Cristo sull' indissolubilità del matrimonio e la cancellazione di duemila anni di magistero della Chiesa. Per capire la gravità della materia basti dire che la Chiesa ha subito uno scisma gravissimo nel XVI secolo, perdendo l' Inghilterra intera, lo scisma anglicano, solo perché il Papa non ha riconosciuto un solo divorzio, quello del re Enrico VIII, basato su una pretestuosa ragione di nullità del primo matrimonio.

Il Motu proprio bergogliano potrebbe provocare un nuovo scisma? Può essere. Del resto se lo stesso cardinale Müller, capo dell' ex Sant' Uffizio, nei giorni scorsi, ha parlato di scisma possibile in riferimento al Sinodo, a maggior ragione lo si paventa dopo l' 8 settembre. Già si sono segnalate, nei giorni scorsi, liti molto rumorose a Santa Marta con qualche importante cardinale. E il Sinodo si annuncia esplosivo.

Bergoglio, in barba alla «collegialità» che proclama a parole, ha deciso tutto prima del Sinodo convocato proprio su questo argomento. E non per dare attuazione a quanto chiesto dai vescovi nell' ottobre 2014, perché la Commissione che ha elaborato il Motu proprio è stata istituita da lui, con quel mandato, ben due mesi prima, il 27 agosto 2014. In pratica perché il Motu proprio dal punto di vista cattolico sarà contestato?

Anzitutto - spiega il professor De Mattei - l' insieme delle riforme (apparentemente di facilitazione e sveltimento) vanno in senso opposto a quello sempre percorso dalla Chiesa. È un totale ribaltamento di prospettiva: non più la difesa del sacramento prima di tutto (per la salvezza delle anime), ma anzitutto la facilità e la velocità dell' ottenimento della nullità.

Basti pensare all' abolizione della doppia sentenza. Scrive De Mattei: «il cardinale Burke ha ricordato come esiste in proposito una catastrofica esperienza. Negli Stati Uniti, dal luglio 1971 al novembre 1983, entrarono in vigore le cosiddette "Provisional Norms" che eliminarono di fatto l' obbligatorietà della doppia sentenza conforme. Il risultato fu che la Conferenza Episcopale non negò una sola richiesta di dispensa tra le centinaia di migliaia ricevute e nella percezione comune il processo iniziò ad essere chiamato "il divorzio cattolico"».

D' altra parte quale sia l' obiettivo di questa riforma lo ha apertamente proclamato mons. Pinto, decano della Rota romana e presidente della Commissione che ha partorito il Motu proprio. Ha scritto sull' Osservatore romano che papa Bergoglio chiede «ai vescovi una vera e propria "conversione", un cambiamento di mentalità che li convinca a seguire l' invito di Cristo».

Secondo monsignor Pinto «l' invito di Cristo, presente nel loro fratello, il vescovo di Roma», sarebbe quello «di passare dal ristretto numero di poche migliaia di nullità a quello smisurato di infelici che potrebbero avere la dichiarazione di nullità». Non si era mai saputo che Cristo volesse uno «smisurato» numero di nullità. Ma ora è chiaro che l' obiettivo del Motu proprio è un divorzio di massa, ancor più veloce, gratuito e facile di quello statale (e c' è già chi fa i conti per capire se conviene divorziare dai preti).

Finora, fino a Benedetto XVI, i tribunali ecclesiastici sono stati rimproverati dai papi perché erano troppo di manica larga nei riconoscimenti di nullità. Con Bergoglio si ribalta tutto e vengono attaccati per la ragione opposta: se ne vuol fare delle fabbriche di annullamenti di massa. Ha ragione dunque l' onorevole Alessandra Moretti quando afferma trionfante che «la riforma epocale» del Papa «ricalca la legge sul Divorzio breve che mi ha vista come relatrice alla Camera». E sottolinea «la comune visione di Stato e Chiesa su questo tema».

Ma c' è di più. Con questo Motu proprio si prospettano - senza alcuna base magisteriale e teologica - nuove ragioni di nullità che potrebbero ribaltare di fatto lo stesso ruolo della Chiesa: non sarebbe più colei che deve verificare la nullità originaria del matrimonio sacramentale agli occhi di Dio, ma rischia di diventare un' entità che di fatto «scioglie» matrimoni, sacramentalmente validi per ragioni inventate oggi.

Infatti nel Motu proprio, scrive De Mattei, «l' affermazione teorica dell' indissolubilità del matrimonio si accompagna nella prassi, al diritto alla dichiarazione della nullità di ogni vincolo fallito. Basterà, in coscienza, ritenere invalido il proprio matrimonio per farlo riconoscere come nullo dalla Chiesa».

La carica di dinamite sta specialmente dall' articolo 14 delle «Regole procedurali» dove si evoca la «mancanza di fede» dei nubendi come possibile causa di simulazione o errore nel consenso e quindi di nullità del matrimonio. Finora la carenza di fede come causa di invalidità del matrimonio è sempre stata esclusa dalla Chiesa, la quale si limita a elevare a sacramento il matrimonio naturale. Spiegava Benedetto XVI: «Il patto indissolubile tra uomo e donna, non richiede, ai fini della sacramentalità, la fede personale dei nubendi; ciò che si richiede, come condizione minima necessaria, è l' intenzione di fare ciò che fa la Chiesa». Cioè l' intenzione di sposarsi. Tanto è vero che la Chiesa riconosce come sacramentale anche i matrimoni misti, con un coniuge ateo o di altra religione: basta volere il matrimonio naturale.

Ora tutto si ribalta. E, secondo lo stile bergogliano, si usa una forma ambigua per far credere al mondo cattolico che la dottrina non cambia. Così il 9 settembre, su Avvenire, il canonista Paolo Moneta sosteneva che «la mancanza di fede non era causa di nullità prima e non lo è neppure oggi». Ma, nelle stesse ore, monsignor Pinto, presentando il Motu proprio, ha esaltato «la novità del pontificato di Francesco» e ha parlato del «sacramento celebrato senza fede» che porterà a uno «smisurato» numero di nullità «per l' evidente assenza di fede come ponte verso la conoscenza e quindi la libera volontà di dare il consenso sacramentale».

Cosa che apre davvero la strada a milioni di annullamenti. Milioni! Ma da quando in qua per sposarsi validamente occorre essere santi o prendere una laurea in teologia alla Gregoriana? La Chiesa, per riconoscere un matrimonio ha sempre chiesto solo la libera decisione di sposarsi, secondo le caratteristiche del matrimonio naturale. E ha sempre insegnato che la disposizione spirituale degli sposi (la loro santità) incide sui frutti del sacramento, non certo sulla sua validità.

Ora tutto cambia. E tra le circostanze che spalancano la possibilità del divorzio superveloce c' è «la brevità della convivenza coniugale», o il fatto che due fidanzati si siano sposati «per la gravidanza imprevista della donna». E che c' entra con la validità del consenso? L' incredibile elenco si conclude addirittura con un «eccetera». Vuol dire che si può ampliare ad arbitrio? Ma che giurisprudenza è? Saranno le parti più deboli (donne e figli) a fare le spese di questa rivoluzione che destabilizzerà le famiglie, già sotto pesante attacco dalla cultura mondana.

Suor Lucia, la veggente di Fatima, un giorno disse al cardinal Caffarra: «Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva di Satana con Cristo sará il matrimonio e la famiglia». Ci siamo. Se è il tempo del «vescovo vestito di bianco» saranno dolori per tutti (ricordate la visione della città in rovina?).

SONDAGGIO, CAMBIA TUTTO Cosa votano i delusi di centrodestra

L'elettorato del M5S si sposta a sinistra: chi è di centrodestra non lo sceglie più


di Arnaldo Ferrari Nasi 



È cambiata molto la struttura politica dell' elettorato del Movimento 5 Stelle nel corso dell' ultimo anno. Nel 2014, votava Grillo sia l' elettore di centrodestra che quello di centrosinistra, in maniera quasi paritaria. Diversa era invece la radicalizzazione nelle due anime del movimento: se il 31% del voto grillino si sentiva di sinistra-sinistra, appena la metà, il 16%, si dichiarava di centrosinistra; al contrario il 28% si riteneva di centrodestra, mentre l' 8%, neanche un quarto, di destra-destra.

Sintetizzando, gli elettori a 5 Stelle erano due: uno di sinistra, radicale, deluso dal Pd e anche da Sel; uno moderato, di destra, in fuga dallo sbandamento dei tradizionali partiti d' area. Oggi è tutto diverso. La sinistra radicale perde dieci punti percentuali, mentre il centrosinistra grillino ne acquista trenta e passa dal 16% al 46%! Allo stesso modo, la destra moderata perde venti punti e la destra radicale passa dall' 8% all' 11%. A questo si deve aggiungere anche che mentre lo scorso anno il 51% dei grillini erano giovani sotto i 35 anni, oggi questo dato precipita al 29%; al contrario, i 35-55enni - giudiziosi e produttivi - passano dal 27% al 47%. Si potrebbe dire che il Movimento 5 Stelle stia diventando un partito di sinistra moderata.

Affermazione avvalorata dal fatto che la distribuzione geografica degli elettori registra un aumento Nord-Est (+4%) dove, si è visto anche alle Amministrative, l' attuale sinistra non piace. Cosa sta succedendo? Il Movimento sta diventando da «antipolitico» a «politico», in politologia, la routinizzazione del carisma; e sta cambiando faccia, a quella di Grillo, viene sostituita quella dell' istituzionale Di Maio: giovane, capello corto, viso pulito, educato.

Ha risvegliato nei grillini la voglia del partito tradizionale. Se chiediamo loro cosa sarebbe meglio succedesse dopo l' eliminazione della vecchi e corrotti partiti, piuttosto sciogliersi in nuove ed oneste forze, l' 83% preferirebbe «diventare un partito come gli altri: governare o stare all' opposizione, anche allearsi». Un partito politico, guidato da un politico, con un padre ex-dirigente politico (Msi poi An) che sicuramente gli ha insegnato bene e lo consiglia nella maniera giusta.

Caivano (Na): Sperpero di denaro pubblico Emione bacchetta la maggioranza a guida Monopoli

Caivano (Na): Giù le mani dalle tasche dei cittadini! Emione bacchetta la maggioranza a guida Monopoli 



Architetto Francesco Emione

Giù le mani dalle tasche dei contribuenti caivanesi. Così, il candidato più votato (800 preferenze circa alle scorse amministrative) leader dell'opposizione, Francesco Emione. 

“L’amministrazione Monopoli è partita decisamente male. In campagna elettorale il sindaco ed i suoi avevano promesso discontinuità, ergendosi a pubblici moralizzatori. Non hanno rispettato nessuno dei proclami” - ha dichiarato Francesco Emione, architetto, primo eletto a Caivano e leader dell’opposizione moderata.

L’affondo è di quelli che fanno rumore.

“Da quando hanno preso le redini del settore ecologia, affidando al bibliotecario comunale la gestione del settore, stanno sperperando il denaro pubblico.

Oltre 50 mila euro spesi in due mesi. La raccolta differenziata stenta a decollare, puzze e roghi non sono diminuiti poiché  non v’è  alcuna attività  di controllo. Persino i cartelli che indicano la presenza di telecamere sono falsi, non ci sono gli impianti.

Ma soprattutto, a dispetto delle promesse, la tassa sui rifiuti non è diminuita, una larga parte della popolazione è vessata poiché stanno addirittura pignorando i conti correnti, oltre al danno la beffa di vedere continue determine di spesa per migliaia di euro. Per non parlare di procedure che dovranno essere chiarite dagli organi competenti”.

Emione apre lo scenario a sospetti inquietanti sul capitolato d’appalto per la raccolta dei rifiuti

“Il sindaco ha nominato assessore all’ambiente un avvocato e poi in maggioranza vi sono tanti legali mentre in pianta organica due ottimi professionisti oltre a molti tecnici.

Non si capisce perché per scrivere un semplice capitolato di appalto è stata affidata una consulenza per 20  mila euro ad un avvocato esterno.

Non serviva un sarto, ma una figura professionale presente in organico.

Non si capisce perché abbiano affidato il servizio ecologia ad un funzionario che se non sbaglio è laureato in filosofia per poi dare una consulenza per aiutarlo a scrivere il bando. Si doveva scegliere una figura professionalmente competente.

Si sprecano i soldi dei cittadini. Si vede dalle ultime determine. Per ripulire l’esterno del campo Rom di materiale in plastica, cartone e scarti domestici si è incaricata una ditta per novemila 590 euro.  Questo servizio lo svolge anche la nostra ditta di raccolta dei rifiuti, alla quale paghiamo circa 400 mila euro al mese e poi si affidano, con cottimo fiduciario senza una vera gara, identici lavori. Nella determina si legge che si tratta di normali rifiuti domestici.

Tutto è poco trasparente: : si spendono novemila 760 euro per un intervento di sfalciamento di verde nelle scuole, quando si paga la ditta Buttol, affidataria del servizio raccolta, per curare il verde pubblico.

Si tratta di un’altra urgenza?

Ricordo gli interventi di Monopoli all’opposizione. Monopoli gridava allo scandalo. Sta facendo peggio.

Non è finita. 8000 euro per raccolta di materiali inerti.

Il 27 luglio sono stati spesi altri 7 mila 758 per raccolta di amianto.

L’8 settembre si integrava un determina spendendo altri 1.500 euro ancora per l’amianto.

Vi sono cose farebbero sorridere se non si trattasse dei soldi pubblici, per una Fiat punto  c’è stato un intervento di manutenzione di € 1.407,00.

Stiamo parlando di oltre 30 mila euro di incarichi urgenti più 20 mila per scrivere un bando…Per non parlare della pulizia delle caditoie. Lo deve fare la ditta di raccolta, invece, si affidano commesse esterne. Oltre 50 mila euro spesi in meno di due mesi. Altro che discontinuità.per un intervento di sfalciamento di verde nelle scuole per altri 8000 euro, quando si paga la ditta Buttol, affidataria del servizio raccolta, per curare il verde pubblico.  Si tratta di un’altra urgenza? Questo Monopoli è lo stesso che sedeva all’opposizione pochi mesi fa?

E’ quello che gridava contro le somme urgenze?  

Sta facendo peggio della passata amministrazione.

Ha oltre 30 mila euro di incarichi urgenti più 20 mila per scrivere un bando…Oltre 50 mila euro spesi in meno di due mesi da quando c’è il “nuovo” funzionario di fiducia. Solo nel settore ambiente, ma segnali di spereperi si vedono in tutti i settori.

Tarsu - Stanno aumentando la spesa  pubblica mentre abbiamo la Tarsu più alta.

Sto raccogliendo tutta la documentazione per un’iniziativa innanzi agli organi competenti. Ho scoperto che una gara per la raccolta dei rifiuti era stata fatta per un anno, poi a buste aperte è stata revocata.

La nuova amministrazione l’ha revocata. Il funzionario incaricato, dott. De Lucia, si è voluto distinguere ed ha chiesto di cambiare mansione. Così è arrivato il dott. Vito Coppola, fiduciario del sindaco.

Pare che la stessa Buttol si fosse aggiudicata l’appalto con l’otto per cento in meno rispetto alla spesa attuale. Invece, la gara è stata revocata, lo stesso servizio è stato affidato in proroga sempre alla Buttol, ma pagando un costo più alto. Roba da Corte dei Conti e non solo.

Si è partiti malissimo. Sto solo ascoltando di litigi interni alla maggioranza per la spartizione di incarichi, ditte e poltrone. Non vedo nessuna novità, ma solo che si stanno sperperando i soldi pubblici e che le procedure adottate spesso sono anomale. Il sindaco e l’amministrazione avevano promesso discontinuità, trasparenza, competenza invece stanno facendo anche peggio dei predecessori. Altro che discontinuità e meritocrazia. La tassa sui rifiuti è rimasta alta, i cittadini hanno difficoltà a pagare e loro sperperano danaro. Si stanno pignorando i conti corrente.

La gente è in difficoltà e loro si spartiscono gli incarichi. Giù le mani dai soldi pubblici.

Così non va, ora chi si deve vergognare??

giovedì 10 settembre 2015

"Immigrati...?": Briatore bastona Morandi Colpo da ko: la frase che stende Gianni

Flavio Briatore: "Gianni Morandi ospita gli immigrati in casa? Non so quante stanze abbia, comunque non è questa la soluzione"




"L'emergenza profughi in Europa è una situazione drammatica, ciascuno deve fare la sua parte, fa molta pena vedere questa situazione però la pena non basta bisogna fare qualcosa tutti assieme". Così Flavio Briatore a margine del business forum dedicato al Kenya che si è tenuto in regione Lombardia. L'imprenditore, poi, snocciola la sua soluzione all'emergenza: "In Italia - spiega - ci sono caserme dismesse e alberghi che non lavorano più e che potrebbero essere utilizzati per dare una prima accoglienza ai migranti. Bisogna fare un'azionee del genere perché usare solo le case non credo sia una soluzione".

La battuta - Dunque, super Flavio mette nel mirino Gianni Morandi, che ha annunciato su Facebook di aver preso in considerazione l'ipotesi di ospitare alcuni immigrati in casa. "Non so quante camere abbia la casa di Gianni - ha commentato ironico -, dire solo che ci sono le camere di casa non credo sia la soluzione". Dopo la freddura, Briatore ribadisce: "Pensate quante caserme dismesse ci sono in Italia, chiese, conventi, credo bisogna fare un'azione del genere e in più cercare di aiutarli economicamente". Quando chiedono a Briatore quale potrebbe essere il contributo degli imprenditori nell'emergenza, il manager ricorda come, ai tempi dell'alluvione in Sardegna, mise a disposizione gli appartamenti del Billionaire per ospitare 140 persone, e puntualizza: "Io prima l'ho messa a disposizione per gli italiani, ora per i siriani e i rifugiati bisogna trovare soluzioni perché il flusso non può continuare così".

Sì" all'arresto del senatore di Ncd Dal Pd un "messaggio" ad Alfano

Sì" all'arresto del senatore di Ncd Dal Pd un "messaggio" ad Alfano




Dalla Giunta per le immunità di Palazzo Madama arriva il "sì" agli arresti domiciliari per Giovanni Bilardi, senatore di Ncd coinvolto nell'inchiesta sulle "spese pazze" in Regione Calabria. A favore dell'arresto si sono espressi il Pd e il M5s. Contrario, invece, il centrodestra, al quale si è aggiunto Enrico Buemi (Psi eletto con il Pd). Si è rivelato determinante il voto della grillina Serenella Fucksia, che secondo quanto affermato dai senatori di Ncd e Forza Italia, "sarebbe stata coartata e intimidita" dagli altri componenti del gruppo. La richiesta dell'applicazione della misura cautelare era stata avanzata dal gip di Reggio Calabria nell'ambito di un'inchiesta sui fondi ai partiti in Regione.

"Quelle strane frasi" - Un primo commento alla vicenda è arrivato proprio da Buemi, che all'agenzia Adnkronos ha dichiarato: "Nel M5s c'è stato un atteggiamento intimidatorio del senatore Giarrusso nei confronti della senatrice Serenella Fucksia, che evidentemente non era convinta della linea del gruppo. Ho sentito distintamente delle frasi, e porrò domani in aula la questione al presidente del Senato, Pietro Grasso".

Implicazioni politiche - Ma il sì all'arresto - come detto, arrivato anche da parte dei membri Pd della Giunta - ha anche altre (chiare) implicazioni politiche. Il voto è arrivato a poche, pochissime ore, dal ritorno in Senato del travagliato e contestato ddl Boschi, la riforma costituzionale che, tra le altre, riguarda Palazzo Madama. È cosa nota, il governo ha una maggioranza risicatissima, secondo alcune ricostruzioni di stampa addirittura inesistente. Inoltre, nelle ultimissime ore si sono rincorse le voci relative a un gruppo di dissidenti Ncd, pronti a non sostenere il testo, condannando dunque il governo ad andare sotto e, con discreta approssimazione, Renzi ad andare a casa.

Lo scambio? - Il "sì" del Pd agli arresti domiciliari di Bilardi, dunque, arriva in un momento politico tesissimo, decisivo. Un "sì" che assume, indirettamente, anche la connotazione di un messaggio, rivolto dai vertici del Nazareno agli alfaniani: sul Senato non si può scherzare. Al contrario, in caso di rotture in grado di spedire a casa l'esecutivo, nel momento del decisivo voto in aula su Bilardi il Pd potrebbe confermare il parere della Giunta (in una sorta di riedizione del celeberrimo caso-Azzollini che, però, arriverebbe a un finale ben differente).

Perché hanno massacrato Vespa Rai, ombre nere: tutta la verità

Rai, dietro alle polemiche sui Casamonica a "Porta a Porta" c'è la battaglia per il giro di poltrone



di E. PA


E ora che farà il neo direttore generale della Rai, Antonio Campo dall’Orto? Darà un colpo di acceleratore oppure innesterà una marcia più bassa, in modo da allungare i tempi in attesa, magari, del varo della riforma che gli consegnerà i poteri di amministratore delegato? A viale Mazzini, sede della dirigenza della tv pubblica, le domande che circolavano ieri sera erano queste. E non sono affatto domande retoriche, dato che dalle prime mosse, anzi dalla prima mossa per essere esatti, «si capirà quale idea di azienda ha in testa» l’uomo di Renzi. Però un primo «indizio» forte e nitido c’è già. E da quello bisogna partire.

Il nuovo Dg ha delegato la gestione del cosiddetto «caso Bruno Vespa» al direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, e non tanto perché ad ospitare la puntata finita nel mirino è stata la rete ammiraglia della Rai, quanto per il fatto che Leone, uomo azienda per antonomasia, è destinato a diventare il nuovo vice direttore generale al posto di Antonio Marano, con l’avallo della maggioranza delle forze politiche. Marano, il più longevo vice direttore generale nella storia della Rai, verrebbe spostato alla guida della Sipra, l’agenzia pubblicitaria della Rai in forte calo di fatturato e risultati. L’attuale numero due dell’azienda, al pari di Leone, conosce perfettamente il mondo della tv pubblica ed considerato l’unico in grado di risollevare i conti della Rai. Questo passaggio, ritenuto strategico da tutti, potrebbe avvenire in occasione del consiglio di amministrazione fissato per il prossimo 24 settembre. La gestione non proprio «brillante» dell’attuale amministratore delegato di Rai Pubblicità, Fabrizio Piscopo, scelto e imposto dal predecessore di Dall’Orto, avrebbe spinto la nuova governance ad operare un «intervento d’urgenza». Soprattutto «per non compromettere la raccolta del 2016», dicono a Viale Mazzini, «che si deve impostare proprio in questi mesi», definendo una volta per tutte la politica degli sconti e quelle iniziative a sostegno del prodotto che fino ad oggi hanno latitato. Tanto per dare un’idea nel mezzo a tutto questo c’è anche il Festival di Sanremo.

È evidente che se il Dg deciderà di mettere sul tavolo queste due nomine, il valzer dei nomi è destinato ad iniziare subito, anticipando la legge di riforma della Rai. Anche perché Rai Uno non può certo restare senza una guida forte e sicura. Uno dei nomi forti per la sostituzione di Leone alla guida della rete ammiraglia è quello di Maria Pia Ammirati, attualmente al timone delle Techè Rai. La Ammirati gode della stima del sottosegretario Luca Lotti, con il quale dialoga spesso, ed anche in sintonia con il ministro Maria Elena Boschi. Il fatto poi che nel suo curriculum ci sia un passato da vice direttore di Rai Uno depone ampiamente a suo favore. Stando al disegno minimal tratteggiato dai bene informati, il primo giro di valzer potrebbe fermarsi qui, in modo da non creare un eccessivo effetto domino a viale Mazzini.

Campo Dall’Orto, dicono in Rai, «si sta muovendo con i piedi di piombo» e non come i predecessori che avevano fretta. Semmai a cambiare di poltrona potrebbero essere le cosiddette direzioni tecniche, non editoriali per intenderci, a partire dalla direzione del personale, passando per lo staff e le aree tematiche. Solo in seconda battuta Campo Dall’Orto metterebbe mano ai direttori di rete e testata. Non a caso gli «indiziati», da Andrea Vianello a Bianca Berlinguer, hanno ripreso a tessere la ragnatela dei rapporti politici. Meglio attrezzarsi per tempo. «Del resto in questa fase le voci di corridoio», spiegano a viale Mazzini, «sono diventate spifferi, che rimbalzano da un piano all’altro. Senza fermarsi mai». Soprattutto ora che il «caso Vespa» ha scegliato dal torpore anche quelli dche stavano dormendo in attesa degli eventi.

mercoledì 9 settembre 2015

RIVOLTA DI 15 SENATORI NCD Renzi? Lo facciamo cadere noi

Senato, 15 senatori Ncd sarebbero pronti a votare contro Renzi




Si ricomincia dopo la pausa estiva con un tema caldissimo, anzi il tema: la riforma del Senato.  "Non si può cambiare l'articolo due perché si dovrebbe ripartire daccapo. E poi, se è una Camera delle autonomie, siano le autonomie a decidere", ha ribadito ieri Matteo Renzi all'assembela dei senatori democratici a Palazzo Madama.  Ma il premier non deve solo fare i conti con la minoranza interna, in realtà anche dentro Ncd c'è molta maretta. In soldoni, come spiega Il Giornale, molti senatori di Alfano (una quindicina) sarebbero pronti a non votare le riforme del governo perché temono di perdere lo scranno in un'eventuale futura allenza con i dem. Insomma per Renzi si materializza lo spettro dei franchi tiratori il cui numero potrebbe aumentare se la legge elettorale resta così com'è. L'insofferenza all'interno del partito di Alfano è molto alta, soprattutto per l'incertezza sul futuro e così il partito è sempre più nel caos. 

Nemici-amici - Schifani in questo giorni è uscito allo scoperto. «Il nuovo centrodestra si chiama così per contribuire alla ricomposizione del centrodestra. Prendo atto che in questi mesi è avvenuta un' evoluzione interna al partito che ho fondato. Sono però dell' idea che occorrerà un momento straordinario per decidere se è stato cambiato e si deve cambiare l' oggetto sociale. La mia convinzione è che non dovrebbe essere un confronto interno, ma piuttosto che occorrerebbe un momento più ampio di dibattito, perché si tratterebbe eventualmente di modificare quella che è la missione per la quale siamo nati". Chiede quindi un'assemblea costituente.  Una grana in più per Renzi che, oltre a guardarsi dalla minoranza del suo partito, adesso deve diffidare anche dei suoi alleati. I quali, sono pronti a staccargli anche la spina, pur di non approvare una riforma che rischia di far saltare le loro poltrone. 

Basket, l'Italia gioca alla grande e schianta la corazzata spagnola

Basket, l'Italia batte la Spagna




Un'Italia spettacolare che martedì 8, frantuma la corazzata spagnola agli Europei di basket. Le bombe da tre punti di Belinelli e le invenzioni di Gallinari trascinano gli azzurri fino al 105 a 98 finale. Dopo il deludente esordio con la Turchia e la risicata vittoria contro la modesta Islanda i ragazzi di Pianigiani sono finalmente stati sicuri in difesa e spietati in attacco. Il prossimo impegno oggi contro la Germania. 

Marchionne, la mossa sbalorditiva: ora nel suo mirino c'è la Mercedes

Ferrari, la mossa di Sergio Marchionne: motori alla Red Bull, l'accordo a un passo




Un nuovo colpo di scena, firmato Sergio Marchionne: la Ferrari è in lizza, anzi sarebbe molto vicina, a fornire i motori alla Red Bull per la stagione 2016. La macchina con le ali, fino a poche ore fa, era vicina a chiudere la trattativa con la Mercedes, che però, anche a causa dei malumori di Lewis Hamilton che teme di rafforzare la concorrenza, ci avrebbe ripensato. E così il presidente del Cavallino ha incontrato Helmut Marko e Christian Horner, i vertici Red Bull, arrivati in visita domenica mattina a Monza nel motorhome della rossa. Hanno parlato dell'affare, Marchionne, come spiega La Gazzetta dello Sport, ha avanzato la sua proposta: gli spiragli per la trattativa sarebbero significativi. Il team principal, Maurizio Arrivabene, ha confermato di fatto la trattativa: "Non vedo perché in teoria dovremmo farci dei problemi a dare i nostri motori alla Red Bull, anche se hanno Newey. La competizione è bella per questo". L'accordo, inoltre, prevederebbe anche che la Ferrari fornisca i propulsori anche alla Toro Rosso, la scuderia gemella della Red Bull.

La prossima stagione - In tutto, con l'intesa, la Ferrari incasserebbe una cifra intorno a 80 milioni di euro: un tesoro da investire nello sviluppo. Un tesoro, per giunta, del quale non potrebbe più disporre la Mercedes. La scuderia tedesca era in vantaggio, ma come detto si sarebbe tirata indietro: troppi i rischi, secondo il team di Toto Wolff e Niki Lauda. La Ferrari, al contrario, vede l'affare come un'opportunità. Se da un lato è pur vero che rischia di far crescere la Red Bull, dall'altro scongiura il rischio accerchiamento: con il motore Mercedes sulla macchina di Newey, il rischio sarebbe quello di diventare terza potenza del mondiale. Inoltre, con margini di sviluppo per la vettura della prossima stagione così ridotti (il telaio deve essere pronto entro ottobre), difficilmente la Red Bull riuscirà a confezionare una macchina che si adatterà perfettamente ai nuovi motori, l'ultima evoluzione dei propulsori del Cavallino.

"Dovete approvare i matrimoni gay" L'Ue bacchetta il nostro Parlamento

Il Parlamento europeo bacchetta l'italia sui matrimoni gay




Il Parlamento europeo ha richiamato nove stati membri tra cui l'Italia sui matrimoni gay. In materia di unioni tra persone dello stesso sesso, Strasburgo ha raccomandato di adeguare il sistema legislativo, offrendo la possibilità di istituzioni giuridiche come la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio per le coppie gay. La richiesta è inserita nel paragrafo 85 del rapporto sulla situazione dei diritti fondamentali nella Ue approvato oggi a Strasburgo. 

La condanna - Già due mesi fa la Corte europea dei diritti umani aveva condannato l'Italia per il mancato riconoscimento legale delle coppie dello stesso sesso.

La situazione - In questo contesto il ddl Cincinnà sulle Unioni civili è arenato al senato. La maggioranza è fortemente divisa su questo tema. Area popolare (spalleggiata da Forza Italia) e Pd continuano a scambiarsi accuse sulle responsabilità della frattura. Questa mattina in commissione Giustizia al Senato, sono stati respinti 11 emendamenti centristi al ddl. Gli emendamenti dei popolari puntano a fare in modo che le unioni civili non siano equiparate in termini di garanzie sociali, quali ad esempio reversibilità delle pensioni assegni familiari, ai matrimoni, orientati alla procreazione.

LA VERITA' DI FILIPPO FACCI Il delitto di Perugia: "Chi ha ucciso Mez"

Filippo Facci: per il delitto Meredith i colpevoli certi sono i pm


di Filippo Facci



No, non è una battuta dire che il processo per l' omicidio a Meredith Kercher ha prodotto dei colpevoli certi: i magistrati. Non è una battuta perché a dirlo sono altri magistrati, anzi, è il fior fiore dei magistrati riuniti in quella Corte di Cassazione che, a marzo, ha assolto gli imputati con motivazioni che da ieri sono finalmente note. E che cosa dicono, che cosa si legge nelle motivazioni? Non si apprende tanto di fisiologia giudiziaria, di confronti giurisprudenziali, insomma le solite balle di chi sostiene che a suo modo l' elefante della giustizia italiana infine funziona: si legge di «amnesie», «defaillance», addirittura «colpevoli omissioni» che hanno originato un processo che ha avuto «un iter obiettivamente ondivago».

INGIUSTA DETENZIONE E sarà stato anche ondivago, ma la carcerazione degli imputati (innocenti) non lo è stata: Amanda Knox e Raffaele Sollecito hanno scontato quattro anni di carcerazione (tre per calunnia, nel caso della Knox) e ora qualcuno dovrà pagarglieli: state certi che a farlo non saranno certo dei togati. Sollecito, in particolare, fu rinchiuso in un carcere di massima sicurezza con i primi sei mesi in isolamento e le prime due settimane senza poter incontrare nessuno: neanche gli avvocati o i parenti. II tutto a cura del Tribunale del Riesame di Perugia e del Tribunale del Riesame presso la Cassazione: respinsero ogni ricorso della difesa.

È così strano - domanda - che gli avvocati parlino di risarcimento per errore giudiziario e danni morali e ingiusta detenzione, che nel caso di Sollecito corrispondono a una richiesta di 516mila euro? Quanto vale il prolungato terrore (a scacchi) di non poter avere un futuro, di non poter fare piani a lungo termine «che non superino i tre giorni», come disse lui stesso? Occorre essere giuristi - altra domanda - per valutare che Sollecito aveva semplicemente chiesto la detenzione domiciliare con ritiro del passaporto (accordato dopo la seconda condanna, quando già era in libertà da tre anni) e che i legali della Knox si siano rivolti alla Corte Europea per i Diritti dell' Uomo?

Forse tocca ricordare che i due furono condannati in primo grado come concorrenti nell' omicidio (2009) ma poi assolti e scarcerati dalla Corte d' Assise d' appello per non avere commesso l' omicidio (2011) mentre la Knox fu soltanto condannata a tre anni per calunnia verso Patrick Lumumba (da lei accusato dell' omicidio e risultato estraneo ai fatti) ma poi ecco che la Cassazione annullò la sentenza assolutoria d' appello (2013) e rinviò gli atti alla Corte d' Assise d' Appello di Firenze in quanto la sentenza era già allora minata da «tantissime omissioni» ed «errori» e «inconsistenza delle motivazioni»: questo prima che la Corte d' Assise d' Appello di Firenze sancisse nuovamente la colpevolezza degli imputati (2014) condannando la Knox a 28 anni e Sollecito a 25, prima ancora - ci siamo - che nel marzo scorso la quinta sezione della Cassazione annullasse senza rinvio le due condanne e insomma li assolvesse per non aver commesso il fatto, facendo a pezzi l' operato di tutti i magistrati dell' accusa e mettendo la parola fine al caso giudiziario.

Non stupisce che l' avvocato Giulia Bongiorno, legale di Sollecito, abbia detto che non si servirà della (nuova) normativa sulla responsabilità civile dei igudici: in parte perché lei è fatta così - sui buoni rapporti con i magistrati ha impostato una carriera - ma in parte anche perché, osserviamo noi, davvero non servirebbe a un accidente. Ci siamo arroventati per mesi in un vetusto dibattito sulla responsabilità civile dei giudici e sulla legge-topolino partorita dal governo Renzi: è cambiato qualcosa? Cambierà qualcosa? Se gli errori ci sono, e sono stra-evidenti a detta degli stessi giudici, possibile che non li abbia commessi nessuno?

CLAMORE MEDIATICO Potremmo chiedercelo, a questo punto, nel leggere le citate motivazioni della stessa Cassazione. Secondo la Corte, se non ci fossero state le falle dei pubblici ministeri, si sarebbe «con ogni probabilità consentito, sin da subito, di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell' estraneità» dei due ragazzi. I giudici infatti escludono «la loro partecipazione materiale all' omicidio, pur nell' ipotesi della loro presenza nella casa» ma soprattutto «sottolineano la assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili» nella stanza dell' omicidio.

Ed eccoci al punto che comprendere era alla portata di chiunque: non hanno «certamente giovato alla ricerca della verità il clamore mediatico» e i «riflessi internazionali» della faccenda, ciò che ha sicuramente provocato una «improvvisa accelerazione» delle indagini «nella spasmodica ricerca» di colpevoli. Non basta: fare un nuovo processo (l' ennesimo) non servirebbe a niente anche perché i computer degli imputati «forse avrebbero potuto dare notizie utili, ma sono stati, incredibilmente, bruciati da improvvide manovre degli inquirenti». Complimenti a tutti. Poi si stupiscono se all'estero ci fanno i film. 

IL DELITTO Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia, fu trovata priva di vita con la gola tagliata nella propria camera da letto, all' interno della casa che condivideva con altri studenti, il 1° novembre 2007. Aveva quasi 22 anni. 

UN CONDANNATO Per il delitto è stato condannato a 16 anni con rito abbreviato Rudy Guede, oggi 28enne, ivoriano adottato da una famiglia italiana. Raffaele Sollecito e Amanda Knox, anch' essi inizialmente accusati di aver partecipato all' omicidio, sono stati alla fine assolti. Le motivazioni delle assoluzioni di Sollecito e Amanda Knox Cassazione durissima con i magistrati che condussero l' inchiesta: «amnesie», «gravi omissioni», «processo ondivago». E Raffaele chiede il risarcimento (che pagheremo noi)Per il delitto di Meredith i colpevoli certi sono i pm In alto, Raffaele Sollecito (a sinistra) e Amanda Knox, entrambi assolti dall' accusa di omicidio.