Filippo Facci: per il delitto Meredith i colpevoli certi sono i pm
di Filippo Facci
No, non è una battuta dire che il processo per l' omicidio a Meredith Kercher ha prodotto dei colpevoli certi: i magistrati. Non è una battuta perché a dirlo sono altri magistrati, anzi, è il fior fiore dei magistrati riuniti in quella Corte di Cassazione che, a marzo, ha assolto gli imputati con motivazioni che da ieri sono finalmente note. E che cosa dicono, che cosa si legge nelle motivazioni? Non si apprende tanto di fisiologia giudiziaria, di confronti giurisprudenziali, insomma le solite balle di chi sostiene che a suo modo l' elefante della giustizia italiana infine funziona: si legge di «amnesie», «defaillance», addirittura «colpevoli omissioni» che hanno originato un processo che ha avuto «un iter obiettivamente ondivago».
INGIUSTA DETENZIONE E sarà stato anche ondivago, ma la carcerazione degli imputati (innocenti) non lo è stata: Amanda Knox e Raffaele Sollecito hanno scontato quattro anni di carcerazione (tre per calunnia, nel caso della Knox) e ora qualcuno dovrà pagarglieli: state certi che a farlo non saranno certo dei togati. Sollecito, in particolare, fu rinchiuso in un carcere di massima sicurezza con i primi sei mesi in isolamento e le prime due settimane senza poter incontrare nessuno: neanche gli avvocati o i parenti. II tutto a cura del Tribunale del Riesame di Perugia e del Tribunale del Riesame presso la Cassazione: respinsero ogni ricorso della difesa.
È così strano - domanda - che gli avvocati parlino di risarcimento per errore giudiziario e danni morali e ingiusta detenzione, che nel caso di Sollecito corrispondono a una richiesta di 516mila euro? Quanto vale il prolungato terrore (a scacchi) di non poter avere un futuro, di non poter fare piani a lungo termine «che non superino i tre giorni», come disse lui stesso? Occorre essere giuristi - altra domanda - per valutare che Sollecito aveva semplicemente chiesto la detenzione domiciliare con ritiro del passaporto (accordato dopo la seconda condanna, quando già era in libertà da tre anni) e che i legali della Knox si siano rivolti alla Corte Europea per i Diritti dell' Uomo?
Forse tocca ricordare che i due furono condannati in primo grado come concorrenti nell' omicidio (2009) ma poi assolti e scarcerati dalla Corte d' Assise d' appello per non avere commesso l' omicidio (2011) mentre la Knox fu soltanto condannata a tre anni per calunnia verso Patrick Lumumba (da lei accusato dell' omicidio e risultato estraneo ai fatti) ma poi ecco che la Cassazione annullò la sentenza assolutoria d' appello (2013) e rinviò gli atti alla Corte d' Assise d' Appello di Firenze in quanto la sentenza era già allora minata da «tantissime omissioni» ed «errori» e «inconsistenza delle motivazioni»: questo prima che la Corte d' Assise d' Appello di Firenze sancisse nuovamente la colpevolezza degli imputati (2014) condannando la Knox a 28 anni e Sollecito a 25, prima ancora - ci siamo - che nel marzo scorso la quinta sezione della Cassazione annullasse senza rinvio le due condanne e insomma li assolvesse per non aver commesso il fatto, facendo a pezzi l' operato di tutti i magistrati dell' accusa e mettendo la parola fine al caso giudiziario.
Non stupisce che l' avvocato Giulia Bongiorno, legale di Sollecito, abbia detto che non si servirà della (nuova) normativa sulla responsabilità civile dei igudici: in parte perché lei è fatta così - sui buoni rapporti con i magistrati ha impostato una carriera - ma in parte anche perché, osserviamo noi, davvero non servirebbe a un accidente. Ci siamo arroventati per mesi in un vetusto dibattito sulla responsabilità civile dei giudici e sulla legge-topolino partorita dal governo Renzi: è cambiato qualcosa? Cambierà qualcosa? Se gli errori ci sono, e sono stra-evidenti a detta degli stessi giudici, possibile che non li abbia commessi nessuno?
CLAMORE MEDIATICO Potremmo chiedercelo, a questo punto, nel leggere le citate motivazioni della stessa Cassazione. Secondo la Corte, se non ci fossero state le falle dei pubblici ministeri, si sarebbe «con ogni probabilità consentito, sin da subito, di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell' estraneità» dei due ragazzi. I giudici infatti escludono «la loro partecipazione materiale all' omicidio, pur nell' ipotesi della loro presenza nella casa» ma soprattutto «sottolineano la assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili» nella stanza dell' omicidio.
Ed eccoci al punto che comprendere era alla portata di chiunque: non hanno «certamente giovato alla ricerca della verità il clamore mediatico» e i «riflessi internazionali» della faccenda, ciò che ha sicuramente provocato una «improvvisa accelerazione» delle indagini «nella spasmodica ricerca» di colpevoli. Non basta: fare un nuovo processo (l' ennesimo) non servirebbe a niente anche perché i computer degli imputati «forse avrebbero potuto dare notizie utili, ma sono stati, incredibilmente, bruciati da improvvide manovre degli inquirenti». Complimenti a tutti. Poi si stupiscono se all'estero ci fanno i film.
IL DELITTO Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia nell'ambito del progetto Erasmus presso l'Università di Perugia, fu trovata priva di vita con la gola tagliata nella propria camera da letto, all' interno della casa che condivideva con altri studenti, il 1° novembre 2007. Aveva quasi 22 anni.
UN CONDANNATO Per il delitto è stato condannato a 16 anni con rito abbreviato Rudy Guede, oggi 28enne, ivoriano adottato da una famiglia italiana. Raffaele Sollecito e Amanda Knox, anch' essi inizialmente accusati di aver partecipato all' omicidio, sono stati alla fine assolti. Le motivazioni delle assoluzioni di Sollecito e Amanda Knox Cassazione durissima con i magistrati che condussero l' inchiesta: «amnesie», «gravi omissioni», «processo ondivago». E Raffaele chiede il risarcimento (che pagheremo noi)Per il delitto di Meredith i colpevoli certi sono i pm In alto, Raffaele Sollecito (a sinistra) e Amanda Knox, entrambi assolti dall' accusa di omicidio.
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