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giovedì 10 settembre 2015

Perché hanno massacrato Vespa Rai, ombre nere: tutta la verità

Rai, dietro alle polemiche sui Casamonica a "Porta a Porta" c'è la battaglia per il giro di poltrone



di E. PA


E ora che farà il neo direttore generale della Rai, Antonio Campo dall’Orto? Darà un colpo di acceleratore oppure innesterà una marcia più bassa, in modo da allungare i tempi in attesa, magari, del varo della riforma che gli consegnerà i poteri di amministratore delegato? A viale Mazzini, sede della dirigenza della tv pubblica, le domande che circolavano ieri sera erano queste. E non sono affatto domande retoriche, dato che dalle prime mosse, anzi dalla prima mossa per essere esatti, «si capirà quale idea di azienda ha in testa» l’uomo di Renzi. Però un primo «indizio» forte e nitido c’è già. E da quello bisogna partire.

Il nuovo Dg ha delegato la gestione del cosiddetto «caso Bruno Vespa» al direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, e non tanto perché ad ospitare la puntata finita nel mirino è stata la rete ammiraglia della Rai, quanto per il fatto che Leone, uomo azienda per antonomasia, è destinato a diventare il nuovo vice direttore generale al posto di Antonio Marano, con l’avallo della maggioranza delle forze politiche. Marano, il più longevo vice direttore generale nella storia della Rai, verrebbe spostato alla guida della Sipra, l’agenzia pubblicitaria della Rai in forte calo di fatturato e risultati. L’attuale numero due dell’azienda, al pari di Leone, conosce perfettamente il mondo della tv pubblica ed considerato l’unico in grado di risollevare i conti della Rai. Questo passaggio, ritenuto strategico da tutti, potrebbe avvenire in occasione del consiglio di amministrazione fissato per il prossimo 24 settembre. La gestione non proprio «brillante» dell’attuale amministratore delegato di Rai Pubblicità, Fabrizio Piscopo, scelto e imposto dal predecessore di Dall’Orto, avrebbe spinto la nuova governance ad operare un «intervento d’urgenza». Soprattutto «per non compromettere la raccolta del 2016», dicono a Viale Mazzini, «che si deve impostare proprio in questi mesi», definendo una volta per tutte la politica degli sconti e quelle iniziative a sostegno del prodotto che fino ad oggi hanno latitato. Tanto per dare un’idea nel mezzo a tutto questo c’è anche il Festival di Sanremo.

È evidente che se il Dg deciderà di mettere sul tavolo queste due nomine, il valzer dei nomi è destinato ad iniziare subito, anticipando la legge di riforma della Rai. Anche perché Rai Uno non può certo restare senza una guida forte e sicura. Uno dei nomi forti per la sostituzione di Leone alla guida della rete ammiraglia è quello di Maria Pia Ammirati, attualmente al timone delle Techè Rai. La Ammirati gode della stima del sottosegretario Luca Lotti, con il quale dialoga spesso, ed anche in sintonia con il ministro Maria Elena Boschi. Il fatto poi che nel suo curriculum ci sia un passato da vice direttore di Rai Uno depone ampiamente a suo favore. Stando al disegno minimal tratteggiato dai bene informati, il primo giro di valzer potrebbe fermarsi qui, in modo da non creare un eccessivo effetto domino a viale Mazzini.

Campo Dall’Orto, dicono in Rai, «si sta muovendo con i piedi di piombo» e non come i predecessori che avevano fretta. Semmai a cambiare di poltrona potrebbero essere le cosiddette direzioni tecniche, non editoriali per intenderci, a partire dalla direzione del personale, passando per lo staff e le aree tematiche. Solo in seconda battuta Campo Dall’Orto metterebbe mano ai direttori di rete e testata. Non a caso gli «indiziati», da Andrea Vianello a Bianca Berlinguer, hanno ripreso a tessere la ragnatela dei rapporti politici. Meglio attrezzarsi per tempo. «Del resto in questa fase le voci di corridoio», spiegano a viale Mazzini, «sono diventate spifferi, che rimbalzano da un piano all’altro. Senza fermarsi mai». Soprattutto ora che il «caso Vespa» ha scegliato dal torpore anche quelli dche stavano dormendo in attesa degli eventi.

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