Visualizzazioni totali

martedì 28 luglio 2015

LA CASSAZIONE Schiaffo delle toghe: perdere il lavoro "non è un grave danno alla persona"

Cassazione: la perdita del lavoro non reca grave danno. Condannato imprenditore che pagò i dipendenti e non il fisco




Un impresario di Cuneo, in un momento di grave crisi per la sua azienda nel 2006, aveva preferito pagare i suoi dipendenti per non lasciarli a casa, piuttosto che pagare 258mila euro di Iva al fisco. All'uomo erano stati inflitti quattro mesi di reclusione dalla Corte d'appello di Torino, e oggi la Cassazione ha confermato la sentenza. Il motivo? La perdita del lavoro non costituisce grave danno alla persona.

Choc - L'imprenditore che sceglie di non pagare le tasse per salvare i propri dipendenti dalla disoccupazione deve dunque essere condannato, nonostante abbia invocato lo stato di necessità che in base al codice prevede che non possa essere punito chi abbia commesso un fatto per salvare sé o altri dal pericolo di un danno grave alla persona. Le tasse prima di tutto, è la sentenza choc della Cassazione. I giudici argomentano così la loro decisione: "Pur essendo fuori discussione che il diritto al lavoro è costituzionalmente garantito, e che il lavoro contribuisce alla formazione e allo sviluppo della persona umana, deve escludersi tuttavia che la sua perdita costituisca, in quanto tale, un grave danno alla persona", e il riferimento è all'articolo 54 del codice penale. Zittita ancora una volta la voce dell'Italia imprenditrice, che vuole continuare a produrre nonostante la drammatica condizione economica. Bisogna ricordare poi l'articolo quattro della Costituzione italiana, che recita: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto". Ma a quanto pare, per quella stessa Repubblica che lo auspica, la perdita di un diritto non costituisce un danno grave alla persona.

NOI LI ACCOGLIAMO E LORO... Protesta per la "qualità del servizio" Gli immigrati gettano a terra il cibo

Eraclea, gli immigrati protestano per la qualità del servizio e buttano a terra il cibo




Ieri sera, all'ora di cena, al residence Mimose a Eraclea (in provincia di Venezia) che ospita numerosi immigrati, è scoppiata una piccola rivolta. Gli ospiti della struttura hanno gettato in terra il cibo che la Cooperativa Solaris -che gestisce il residence- aveva messo in tavola, protestando per la qualità del servizio. Il paese di Eraclea, zona (tempo fa) turistica, si oppone già da settimane all'arrivo di nuovi immigrati, perché la situazione è difficile da gestire già adesso. Il sindaco di Eraclea Giorgio Talon è stato avvisato ieri sera della rivolta in atto nel residence, ed è accorso prima che la situazione degenerasse ulteriormente.

L'opinione - L'eco della vicenda è arrivata anche alla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che così ha scritto sulla sua pagina Facebook: "A chi si lamenta e nel 90% dei casi non ha diritto all’asilo politico e alle solidali cooperative che hanno trasformato l’immigrazione un business, ricordo che lo Stato italiano spende 30 euro al giorno per immigrato. Soldi che l’Italia non prevede invece per i suoi anziani, per i disoccupati, per le famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese e a mettere in tavola la cena". Giorgia Meloni rincara poi la dose, prendendo le parti degli abitanti della cittadina Eraclea e scagliandosi contro il premier Matteo Renzi: "Al Governo invece chiedo: avete già messo in ginocchio Eraclea, la sua immagine di località turistica e gli operatori del settore con le vostre folli politiche sull’immigrazione. Dopo l’ennesima protesta di ieri continuerete a dormire o vi svegliate?". Chissà cosa c'era di tanto terribile in quei vassoi da spingere gli immigrati a una protesta così esplicita. Ma una cosa è certa: ad essere choosy non sono più evidentemente solo i giovani italiani.

lunedì 27 luglio 2015

Visite, analisi, ricoveri e multe ai medici: superticket sulla sanità, i tagli di Renzi

Sanità, tutti i tagli di Renzi a esami, ricoveri e visite. Sanzioni ai medici che sgarrano. Protesta: "Un super-ticket mascherato"




l governo agirà con decreto per far approvare i tagli alla sanità annunciati dal commissario alla spending review Yoram Gutgeld domenica su Repubblica. Oggi in aula arriveranno misure da 2,3 miliardi di euro per il 2015 e altrettanti nei prossimi 2 anni, e non si esclude la fiducia perché la volontà di Palazzo Chigi è quella di blindare ogni provvedimento in cantiere in queste settimane e arrivare a tappe forzate all'annunciata "rivoluzione fiscale". 

Il "super-ticket" su esami e visite - "Non saranno tagli lineari", ha annunciato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ma di certo faranno male, soprattutto a medici e dirigenti sanitari che hanno già criticato apertamente il pacchetto. Taglio alle prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali e di laboratorio) non necessarie. Di fatto, chi sarà fuori dalla lista di esami ammessi dovrà pagare di tasca propria, motivo per cui Costantino Troise, segretario di Anaao-Assomed (medici dirigenti) a Repubblica parla di un "super-ticket mascherato sulla sanità" e di "impoverimento del servizio pubblico". 

Stretta sui ricoveri - Stretta anche  sui ricoveri per riabilitazione, secondo la medesima filosofia: chi resta in degenza oltre le nuove soglie dovrà pagare in percentuale per ogni giorno in più, con controlli e penalizzazioni per medici e strutture.

Stipendio tagliato ai medici - Pagheranno i pazienti e pagheranno anche gli stessi medici che prescrivono esami non necessari, la "medicina difensiva" di cui parlava anche Gutgeld e che evita contese legali con i pazienti. Chi esagera con gli esami, si vedrà lo stipendio tagliato. E anche qui la protesta dei medici è forte: "Chi lo decide se un esame non è necessario? - chiede polemicamente Troise - Un gruppo di tecnocrati? La strada è quella della legge di responsabilità professionale, che invece giace da anni in Parlamento".

Sanzioni agli ospedali in rosso - Gutgeld puntava il dito anche sugli ospedali con i bilanci poco trasparenti o in rosso, per cui saranno previste sanzioni. Inoltre, saranno razionalizzate le strutture: niente ricoveri nelle strutture convenzionate con meno di 40 posti letto e riduzione degli stipendi del personale.

Centrale unica di acquisto - Il Ministero della Salute istituirà un osservatorio che monitori i prezzi dei dispositivi medici (con tetto alla spesa del 4,4%), primo passo per la famosa "centrale unica di acquisto" che permetterebbe di acquistare l'ormai proverbiale siringa allo stesso prezzo al Nord e al Sud. 

Già finita la tregua fresca di Circe In alcune regioni tornano i 40 gradi

Meteo, da lunedì e martedì al sud temperature fini a 40°




E' già finita la tregua dal caldo insopportabile concessa dalla perturbazione "Circe" nelle ultime 72 ore. Difatti già da oggi, lunedì 27 Luglio, sarà caratterizzato da tempo più stabile e soleggiato soprattutto al Centrosud. Il caldo sarà asfissiante nelle regioni meridionali con picchi di temperatura che nel corso della settimana potrebbero superare localmente la soglia dei 40°C.

Lunedì prevalenza di bel tempo ma con più annuvolamenti al Nordest e sull'alta Toscana dove saranno possibili sporadici acquazzoni. Le temperature saranno in rialzo al Centronord ma i picchi massimi di 35 gradi si toccheranno al Sud. Venti di Libeccio su alto Tirreno e Mar Ligure.

Martedì giornata di tempo per lo più stabile; qualche annuvolamento soprattutto al mattino sul versante tirrenico e in giornata sul settore di Nordest, in generale senza precipitazioni, se non per qualche isolato piovasco sulle Alpi centro-orientali e in Friuli Venezia Giulia. Le temperature tenderanno ad aumentare soprattutto sulle regioni centro-meridionali, mentre il Nord rimarrà ai margini della rimonta anticiclonica con un clima un po' meno caldo rispetto alla settimana appena trascorsa, anche se i valori delle temperature massime torneranno ad essere ovunque sopra le medie stagionali.

Napoli - Contromano in tangenziale, l'ipotesi: il litigio, poi la folle decisione del dj

Napoli, auto contromano in Tangenziale. L'ipotesi: il dj non era ubriaco, voleva spaventare la fidanzata




Non un errore, ma un gesto volontario e criminale. Potrebbe essere questa la dinamica che ha portato nella notte tra venerdì e sabato un dj 29enne di Napoli, Aniello Mormile, a imboccare contromano per 5 km la Tangenziale a bordo di una Clio insieme alla fidanzata, provocando lo schianto fatale con un'altra vettura. Nel drammatico incidente hanno perso la vita un 48enne, al volante della seconda auto, e la fidanzata di Mormile, la fotografa 22enne Livia Barbato, deceduta in ospedale, mentre Mormile è ancora ricoverato. Secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, citando l'analisi degli inquirenti su un video delle telecamere di sicurezza, il 29enne sarebbe infatti risultato lucido al momento dell'inversione di marcia, manovra che non sembra essere stata effettuata d'impulso. L'auto, lanciata contromano, non ha evidenziato sbandamenti o incertezze. Bravata omicida o tentato suicidio? Difficile capirlo al momento, anche se una delle ipotesi è che la coppia avesse litigato prima di salire in auto: da lì la decisione folle del dj di imboccare la tangenziale contromano a fari spenti per spaventare la fidanzata.

Taglieranno le agevolazioni fiscali Dai trasporti all'agricoltura, chi rischia

Spending review, tagli alle agevolazioni fiscali per 1,3 miliardi. I settori a rischio: trasporti e agricoltura




Tagli alle agevolazioni fiscali per un miliardo, forse 1,3. A settembre la spending review del governo colpirà certamente la tax expenditures, un riordino necessario ma doloroso. A Palazzo Chigi si punta il dito, come spiega il Sole 24 Ore, contro le sovrapposizioni tra "le attuali agevolazioni e programmi di spesa destinati alla stessa finalità". Nel mirino, ci sarebbero soprattutto due settori: trasporti e agricoltura, che secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) valgono rispettivamente 3,5 e 1,7 miliardi. 

I settori nel mirino - Nel 2015, il pacchetto di sconti fiscali ammonta a circa 161,3 miliardi, l'80% composto da misure "generali" e il 20% (32,1 miliardi) da misure specifiche. Sarà proprio questa fetta, come detto, quella su cui si concentreranno i tagli del governo. Cinque i settori di agevolazioni coinvolti: edilizia e mercati immobiliari (12,9 miliardi di mancato gettito), mercati finanziari e assicurativi (7 miliardi) e sanità (3,1 miliardi), oltre appunto a trasporti e agricoltura. In particolare, secondo l'Upb gli interventi "di impatto contenuto" (quelli che più si avvicinano, dunque, a un taglio virtuoso) sarebbero le accise sui prodotti energetici e dell'Irap.

La stangata d'agosto sui cellulari Tariffe su per tre compagnie

Dal 1 agosto Tim, Vodafone e Wind rincarano le ricaricabili dell'8%




Telefonare, inviare sms e navigare su Internet con la stessa frequenza di prima ma pagando l' 8% in più. Gli italiani in partenza per le vacanze scoprono che i tre principali operatori di telefonia mobile hanno deciso di regalarsi una tredicesima anticipata in pieno agosto a spese dei loro clienti Fra una settimana, Vodafone, Tim e Wind modificheranno i meccanismi relativi alle offerte ricaricabili. Infatti fino ad oggi gli utenti che avevano sottoscritto i pacchetti dovevano ricaricare ogni mese una certa cifra, mentre dal 2 agosto la scadenza del canone sarà fissata a 28 giorni. In buona sostanza, per ricevere lo stesso servizio di prima si verrà costretti ad onorare una bolletta in più: vale a dire 13 anziché 12. Le conseguenze sono piuttosto fastidiose: l' 8% di aumento di costi. La sola compagnia telefonica che non ha modificato il metodo di conteggio è 3 Italia.

BERLUSCONI TORNA CON RENZI Tasse e non solo: perché lo farà

Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Appoggeremo Renzi sul taglio delle tasse, lui rivuole fare il Partito della Nazione"




Un abbraccio mortale. È questo il piano di Silvio Berlusconi, che sul taglio delle tasse ha intenzione di appoggiare (di nuovo) Matteo Renzi. Un nuovo Patto del Nazareno? No, semmai la volontà di impedire al premier di fare il pieno di consensi e riavvicinarsi a quel "Partito della Nazione" di cui si sono intuiti i confini dopo gli 80 euro in busta paga e le Europee del 2014.

"Occhio, perché Renzi..." - "Le tasse sono un segnale forte - è il ragionamento del leader di Forza Italia, secondo quanto riporta Repubblica -, fonti del Pd mi dicono che Renzi è tornato al suo progetto di partito della Nazione, staccandosi dalla sinistra. Se è vero, non possiamo restare indifferenti, dobbiamo seguire questa cosa da vicino". 

Tre vantaggi e uno svantaggio - I vantaggi sarebbero tre: far rientrare, di fatto, la scissione di Denis Verdini, cui Berlusconi continua a guardare con sprezzo ("Se Renzi ha problemi di tenuta non è certo Denis coi suoi quattro gatti a poterlo salvare"), diminuire il peso (anche elettorale) di Angelino Alfano e tornare a pesare, magari anche sulla riforma istituzionale. Lo svantaggio, grande, è già noto: quello di salire sul carro di Renzi e rimanere nascosti, in seconda fila, con tutto quello che ne conseguirebbe nelle urne.

domenica 26 luglio 2015

Caivano (Na): Intervista all'amministratore del blog, Gaetano Daniele

Caivano (Na): Intervista all'amministratore del blog il Notiziario, Gaetano Daniele 



di Angela Bechis


Gaetano Daniele
Amministratore, il Notiziario sul web

Perchè secondo lei, il neo Sindaco di Caivano, Simone Monopoli, si è fatto fotografare insieme ai militanti di Casa Pound? 

Il perchè non lo so. Evidentemente gli saranno simpatici. Si dice fai come sei che non è peccato. Una cosa è molto strana, non ho mai visto un Liberal democratico di estrema destra. 

Perchè?

Perchè il neo Sindaco Monopoli, si è candidato una quindicina di anni fa nel Partito Liberale, facendo flop, nonostante le sue forti vedute di destra, avrebbe potuto per esempio, candidarsi in Alleanza Nazionale, invece non lo fece, forse per seguire qualcuno, non lo so. Poi, a distanza di poco più di 15 anni, si è candidato nell'Udc, un partito di centro, moderato, rappresentato maggiormente dai fuoriusciti della vecchia democrazia cristiana. Infine, passa in Forza Italia. Insomma, non credo sia così coerente con il suo trascorso. 

Lei è favorevole a Casa Pound?

Io sono contrario ad ogni forma di eccesso. Se in una serata d'inverno piove, non è necessario ripararsi per forza sotto a qualche ombrello, preferisco bagnarmi anzichè dimostrare quello che non sono. O peggio rinnegarlo solo per consenso elettorale. Parlo per me, ovviamente. 

Cosa vuole dire? 

Voglio dire che è molto strana questa foto, neanche 20 giorni dopo il suo insediamento. Sul territorio ci sono tantissime associazioni, ci sono i socialmente utili, perchè dimostrare al Paese di far pulire il Monumento ai Caduti del 15/18 all'associazione Casa Pound? Forse per distogliere le opposizioni da cose molto più importanti? oppure lo doveva? Non lo so, ma il tutto sembra inverosimile. 

Come vede l'inizio di Monopoli? 

Io al momento non ho visto nessun inizio, mi sembra che si continuino ad affidare lavori come si faceva prima, la spazzatura per le strade è raddoppiata, numerose segnalazioni di amianto ci sono pervenute via email e le abbiamo subito pubblicate e denunciate. L'unica differenza (che poi tanto differente dai predecessori non è) sono i proclami. Insomma, tutta roba vecchia, stantia. Nulla da dire sulla nuova Giunta, tutti giovani alle prime armi, l'esperienza si fa anche sbagliando, quindi che facciano bene e propongano cose buone per il Paese. 

Una battuta sulle opposizioni. 

Un plauso all'iniziativa presa da Sel, Pd, Italia dei Valori e Liberi Cittadini, cioè di devolvere i loro gettoni di presenza alle associazioni benefiche presenti sul territorio. Insomma, vedo più le opposizioni badare alla sostanza che alla maggioranza che, fino ad oggi oltre alla foto del neo Sindaco Monopoli con Casa Pound, che eliminava un po di erbaccia dal Monumento, non sono ancora riuscito a vedere. 

Caivano (Na) Esclusiva - Intervista all'arch. Sirico Luigi, rappresentante delle forze politiche di opposizione

Caivano (Na) Esclusiva - Intervista all'arch. Sirico Luigi, rappresentante delle forze politiche di opposizione (Pd, Italia dei Valori, Sel, Liberi Cittadini)



a cura di Gaetano Daniele 


Architetto Sirico Luigi
Consigliere comunale PD


Architetto Sirico, sono passati più di 30 giorni dall'insediamento del nuovo Sindaco di Caivano, come reputa l'inizio di questa nuova gestione?

Beh in verità sono passati oltre trenta giorni. Ma non è stato possibile apprezzare questo grande cambiamento promesso in campagna elettorale. Sul piano dell’organizzazione della macchina burocratica è rimasto tutto inalterato, a meno di piccoli aggiustamenti credo non significativi. Aspettiamo con ansia l’introduzione di figure esterne, credo consulenti che possano dare una mano all’amministrazione, che il sindaco ha annunciato nel primo consiglio comunale. Spero siano figure di alto profilo professionale capaci di dare e far recuperare al paese le occasioni perdute. Abbiamo bisogno di persone che ci diano una mano per reperire fondi europei, per avviare una intelligente riorganizzazione della macchina amministrativa, per darci una mano sul piano della tutela ambientale. Aspettiamo. 

Architetto Sirico, sul web, circola una foto del nuvo Sindaco, Simone Monopoli, insieme ai militanti di estrema destra, Casa Pound, cosa si sente di dire?.

Su questa vicenda ho scritto già sulla nostra pagina facebook “ricomincia il futuro”.  Credo sia gravissimo. Casa Pound è una associazione di chiara ispirazione neo fascista e tra l’altro i responsabili della sede napoletana sono stati rinviati a giudizio per attività eversiva per detenzione di armi. Non credo che sia opportuno che il sindaco che rappresenta, o dovrebbe, rappresentare tutti i cittadini ed essere tutore delle istituzioni democratiche si faccia fotografare con esponenti di questo tipo di associazioni.

Architetto Sirico, la sua che opposizione sarà?.

Opposizione seria. A esclusivo interesse del paese. Io mi sono candidato perché ho a cuore il destino di questo paese, dove vivo io e i miei figli. Il destino di questo paese è nel mio cuore anche e soprattutto dall’apposizione. Vigileremo con serietà con rigore sull’attività della maggioranza che ha il dovere nei confronti dei cittadini di attuare il programma elettorale che ha presentato in campagna elettorale. Noi vigileremo che tale programma sia attuato nell’interesse generale. Faremo poi proposte concrete per migliorare il Paese. Proporremo e cercheremo di far attuare alcune iniziative che erano nel nostro programma. Un assetto intelligente del territorio, collegandoci a nord allo sviluppo dei complessi commerciali ad est al nuovo riassetto della stazione porta dell’AV, i cui lavori sono stati ripresi da qualche giorno. Al piano di sviluppo del commercio e alla proposta di sostegno agli esercizi commerciali mediante una esenzione dalla imposte locali. Farò e faremo il nostro dovere come al solito, con educazione con passione e con rispetto delle istituzioni. Spero che il sindaco e la maggioranza faccia lo stesso.

Ricordiamo che, le forze politiche di opposizione (Pd, Sel, Italia dei Valori, Liberi Cittadini) hanno ufficialmente dichiarato di rinunciare al gettone di presenza e saranno devoluti alle associazioni benefiche operanti sul territorio di Caivano. 

La riforma delle bollette Meno consumi, più spendi

Via alla riforma delle bollette: stangata per chi consuma poco




Il paradosso della nuova riforma delle bollette è che meno consumi e più paghi. La stangata, messa a punto dall'Autorità per l'Energia elettrica e il gas è stata trasmessa al governo e in autunno rischia di diventare effettiva. Riporta il Tempo che la riforma ha lo scopo di "superare la struttura progressiva rispetto ai consumi e adeguare le componenti della tariffa elettrica ai costi del relativo servizio, secondo criteri di gradualità".

In sostanza si spostano gli oneri in bolletta dalla parte variabile alla parte fissa, e quindi riducendo il costo del chilowattora. La voce relativa alla quantità di energia consumata avrà un peso inferiore all'interno della bolletta, mentre aumenteranno i costi fissi. Ergo: sarà penalizzato chi consuma meno. Ad essere coinvolte saranno tutte le famiglie italiane per un totale di circa 30 milioni di punti di prelievo (oltre 23 milioni di abitazioni di residenza, a cui si aggiungono circa 6 milioni di altre unità abitative). 

Facciamo qualche esempio. Chi consuma 1.500 Kwh/anno (con potenza impegnata di 3Kw) con una spesa annua (al netto delle tasse) di 233 euro, con la riforma pagherà 71 euro in più: ovvero 304. Chi consuma 2.200 Kwh/anno pagherà 50 euro in più che scendono a 42 se si sale a 3.200 Kw/h anno. Chi invece risparmierà 261 euro è chi ha un consumo di 3.500 Kw/h anno (con potenza impegnata di 3,5Kw). 

PAGHEREMO UNA EURO-TASSA Monti e Berlino, il piano segreto

Unione europea, il piano di Schaeuble e Monti: una super euro-tassa




Una super euro-tassa per salvare l'Unione europea e l'euro. L'idea è del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e al dossier sta lavorando una commissione presieduta dal nostro Mario Monti. Detta così, mette paura e potrebbe essere la pietra tombale sulla fiducia degli europei in Bruxelles. Chi l'ha pensata, però, secondo quanto riferisce il giornale tedesco Der Spiegel, scommette proprio sul contrario: l'obiettivo è quello di trovare un tesoretto "autonomo", da affidare a un ministero creato ad hoc in grado di affrontare le emergenze e le situazioni di crisi in stile Grecia.

Perché sì - L'aspetto più positivo, sottolineano da Berlino, sarebbe quello di dare davvero una svolta alla impostazione dell'Unione europea. Gli Stati, accettando di fatto una tassa sovra-nazionale, imboccherebbero la strada della cessione di sovranità in una materia basilare come il fisco. Schaeuble, tra l'altro, interpreta questa proposta come un atto "distensivo" e di apertura, un concreto segnale di voler rendere l'Unione più solida e solidale.

Perché no - Il piano è complicato, ma Schaeuble, che avrebbe agito alle spalle della sua Cancelliera Angela Merkel, confida nell'appoggio di molti, a cominciare dal presidente francese François Hollande. Due le ipotesi percorribili: i Paesi chiamati al contributo (i 19 dell'Eurozona o tutti i 28 membri dell'Ue) potrebbero devolvere parte delle loro entrate da Iva e Irpef, oppure istituire una tassa autonoma. Da qui la ritrosia della Merkel e degli altri premier per una mossa ad altissimo rischio di impopolarità.

Le ipotesi - A guidare la task force che studia il dossier, come detto, è Mario Monti. C'è l'ex commissario europeo e premier filo-Troika a capo del "High level group on own resources", che riunisce 9 membri designati da Commissione, Europarlamento e Consiglio europeo al lavoro da mesi tra consultazioni e riunioni con commissioni parlamentari, istituzioni finanziarie, e cancellerie dell'Unione. Secondo Repubblica, due sarebbero le opzioni allo studio: ritoccare l'aliquota Iva destinata all'Europa dall'attuale 1% all'1,25% oppure rimodulare la Tobin Tax.

sabato 25 luglio 2015

Le scuole cattoliche finiscono nei guai: anche i preti ora devono pagare l'Ici

Clamorosa sentenza: anche i preti devono pagare l'Ici




Le scuole religiose dovranno pagare l'Ici. Lo ha stabilito una sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto la legittimità della richiesta della tassa sugli immobili avanzata nel 2010 dal Comune di Livorno agli istituti scolastici del territorio gestiti da enti religiosi. Una sentenza clamorosa.

"Con le sentenze 14225 e 14226 depositate l'8 luglio - spiegano dal Comune di Livorno - la suprema Corte ha di fatto ribaltato quanto stabilito nei primi due gradi di giudizio, sentenziando che, poiché gli utenti della scuola paritaria pagano un corrispettivo per la frequenza, tale attività è di carattere commerciale". In sostanza, "il conseguimento di ricavi è di per sé indice sufficiente del carattere commerciale dell'attività svolta".

Il contenzioso che vede contrapposti il Comune e alcuni istituti scolastici paritari, è cominciato nel 2010 a seguito della notifica da parte dell'Ufficio Tributi di avvisi di accertamento per omessa dichiarazione e omesso pagamento dell'Ici, per gli anni dal 2004 al 2009. In particolare gli importi relativi alle scuole Santo Spirito e Immacolata sono pari a 422.178 euro. La commissione provinciale Tributaria di Livorno aveva stabilito che l'Ici fosse dovuta, respingendo i ricorsi degli istituti.

Governo e la tassa di successione: come sarà la "patrimoniale sull'eredità"

Tassa di successione, l'idea del governo: abbassare la franchigia a 200mila euro




Puntuale come l'afa d'estate arriva, anzi torna l'idea di rivedere la tassa di successione. Alle prese con il suo fantomatico piano di riduzione delle tasse, il governo è alla disperata ricerca di coperture finanziarie e cosa ci sarebbe di meglio di una bella "patrimoniale sull'eredità"? Il pacchetto da 50 miliardi, d'altronde, non si può realizzare solo con la spending review e i tagli alla spesa pubblica, né con lo sforamento della soglia del 3% del rapporto deficit-Pil, visto che la Commissione Ue ha già avvertito che al momento non c'è alcuna ipotesi di ulteriore "flessibilità" per l'Italia. 

La patrimoniale sull'eredità - Per questi motivi, spiega il Giornale, al Ministero dell'Economia sarebbe allo studio una modifica della tassa di successione. Allo stato attuale, chi lascia in eredità a moglie e figli beni sopra il milione di euro paga un'aliquota del 4%, l'eredità ai fratelli invece prevede un'aliquota del 6% sopra i 100mila euro. La leva per far guadagnare più soldi allo Stato sarebbe, dunque, quella di ridurre la franchigia a 200mila euro. Un po' più alta della prima proposta lanciata un anno fa, 100mila euro, di cui aveva scritto per primo Libero nel giugno 2014. Ritentare non nuoce.

COSI' CI TOLGONO GLI 80 EURO Tasse sul lavoro: chi stangheranno

Così il governo Renzi ci toglie gli 80 euro




Il governo si riprende gli 80 euro, il famoso bonus elargito da Matteo Renzi a tutti i lavoratori dipendenti con reddito fino a 1.500 euro. Molti lavoratori, infatti, denuncia al Tempo Armando Siri, responsabile Economia di Noi con Salvini, o meglio, tutti quelli che in busta paga percepiscono un premio di produzione, perderanno il bonus. Secondo Siri, infatti, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan non ha trovato le coperture per rinnovare la detassazione del premio di produzione, agevolazione fiscale introdotta nel 2012. "In questi modo molti lavoratori non solo vedono ridursi il premio di produzione, ma in alcuni casi scompaiono anche gli 80 euro. Mentre Renzi dice di voler abbassare le tasse, in realtà le aumenta ai lavoratori".

L'agevolazione fiscale consisteva in una aliquota agevolata del 10 per cento per i premi produzione. Per il 2015 però la norma non è stata prorogata, quindi ai premi non solo non può essere applicata l'aliquota agevolata del 10 percento, ma sono a tutti gli effetti imponibili a livello fiscale le normali aliquote a scaglioni previste dal Tuir. Anche la Uil denuncia "più tasse sui premi di risultato: ogni lavoratore perde oltre mille euro".

Facciamo un esempio: il lavoratore con un reddito di 26.500 euro (di cui 3.000 generati dal premio di risultato) nel 2014 ha pagato l'Irpef su 23.500 euro; per i 3.000 residui ha beneficiato di una tassazione del 10% e di un credito d'imposta di circa 640 euro (gli 80 euro al mese di Renzi). Quindi il reddito netto è stato di 21.790 euro circa. Ora, con l'assenza della proroga dell'agevolazione fiscale per il 2015 lo stesso lavoratore si vedrà tassata l'intera cifra con le aliquote Irpef e, non avendo quote sottoposte a tassazione separata, disporrà di un reddito superiore ai 24mila euro, limite stabilito per poter beneficiare dei famosi 80 euro al mese. Nel 2015, il reddito netto del lavoratore sarà di 20.440 euro circa, con una perdita secca di 1.350 euro.

venerdì 24 luglio 2015

Caivano (Na): INQUINAMENTO Riceviamo e Pubblichiamo

Caivano (Na): INQUINAMENTO Riceviamo e Pubblichiamo



di Sossio Giordano






Riceviamo, pubblichiamo e denunciamo alle autorità competenti, queste foto che ci segnalano numerosi cittadini di Caivano. Questa la situazione in Via Sant'Arcangelo. E' amianto, buttato sul ciglio della strada, forse da tempo. La segnalazione ci è stata inviata via email ieri sera, dall'email si evince che già è stata allertata la Polizia Locale. Bisogna intervenire subito. Reportage di Sossio Giordano. 

Nasa, c'è un pianeta come la Terra Gli scienziati: "Potrebbe esserci vita"

La clamorosa scoperta della Nasa: "C'è un pianeta identico alla Terra"




L'ultima scoperta annunciata dalla Nasa è una di quelle che sin da bambini tutti si aspettano. Secondo l'agenzia statunitense ci sarebbe: "qualcosa che le persone avrebbero sognato per migliaia di anni, un'altra Terra". I dettagli sono rimasti ancora riservati, in attesa che con una conferenza stampa vengano illustrati e spiegati. Sul sito ufficiale, gli scienziati hanno anticipato che la novità sarebbe arrivata da una scoperta del telescopio spaziale Keplero: "Il primo pianeta extrasolare in orbita intorno ad un'altra stella come il nostro Sole è stato scoperto nel 1995". Stavolta però quello che il telescopio ha osservato ha dell'incredibile: "Pianeti extrasolari, soprattutto piccoli mondi della stessa dimensione della Terra, appena 21 anni fa appartenevano al regno della fantascienza. Oggi - dicono gli scienziati - migliaia di scoperte più tardi, gli astronomi sono sul punto di trovare qualcosa che tutte le persone hanno sognato", cioè un pianeta praticamente identico alla Terra, che è stato già battezzato col nome di Kepler 452B. Lo scienziato della Nasa Jon Jenkins afferma: "Gli anni su Kepler 452B sono della stessa lunghezza che qui sulla Terra - ha aggiunto Jenkins, capo analista dei dati provenienti dal telescopio della Nasa - e ha trascorso miliardi di anni intorno la zona abitabile della sua stella. Il che significa che potrebbe aver ospitato vita sulla sua superficie ad un certo punto, o potrebbe ospitarla ora". Gli scienziati danno poi ulteriori dettagli sul nuovo pianeta: Kepler 452B ha un'età di 6 miliardi di anni e riceve il 10% in più di energia dalla sua stella rispetto alla Terra. La sua dimensione è compatibile con quella del nostro pianeta (una volta e mezza il nostro globo) e anche il suo sistema solare. Un cugino della Terra. Si apre dunque uno scenario straordinario per l'astronomia e la scienza in generale, la (quasi) certezza che c'è vita nell'universo.

Ilva, Nichi Vendola rinviato a giudizio Sarà processato per disastro ambientale

Ilva, Nichi Vendola rinviato a giudizio nel processo per disastro ambientale a Taranto




L'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola è tra i 47 rinviati a giudizio nel processo per disastro ambientale dell'Ilva di Taranto. Il leader di Sel dovrà affrontare il processo con i fratelli Fabio e Nicola Riva, Ezio Stefàno, sindaco della città ionica, Bruno Ferrante, ex presidente dell'Ilva, Luigi Capogrosso e Adolfo Buffo, ex direttori dello stabilimento, Giorgio Assennato, direttore dell'Agenzia Ambientale della Regione Puglia. A processo anche le società Ilva, Riva forni elettrici e Riva fire. Il gup Wilma Gilli ha prosciolto invece l'ex assessore regionale all'Ambiente e magistrato Lorenzo Nicastro, che aveva scelto il patteggiamento e per il quale i avevano chiesto la condanna. Condannato invevece a 10 mesi monsignor Marco Gerardo, ex segretario dell'arcivescovo di Taranto, Benigno Luigi Papa.

La Proposta di Di Maio M5S: "Ecco come si può risolvere il caro Rc auto"

Luigi di Maio, M5s: "Ecco come si può risolvere il caro Rc auto"





La soluzione ai rincari delle assicurazioni auto? Esiste, parola di Luigi Di Maio, deputato del Movimento 5 stelle e vicepresidente della Camera. Il grillo in un intervista concessa al quotidiano il Mattino, ha fatto luce sul capitolo sulle Rc auto contenuto del decreto di legge sulla competitività. L'emendamento, suggerito proprio dal M5s, prevede soluzioni per abbassare i costi delle assicurazioni sui mezzi privati. Ma non per tutti. "L’obiettivo da centrare è premiare i virtuosi. Gli automobilisti che non hanno mai fatto incidenti. Inizieremo con la prima classe" afferma Di Maio.

Come funziona - Il provvedimento, se ricevesse l'ok della Camera, prevederebbe che gli automobilisti che non abbiano fatto incidenti negli ultimi cinque anni ricevano un bonus sulle tariffe dell'assicurazione. Questa tariffa-premio dovrà essere corrisposta dalle imprese di Rc auto sia ai nuovi clienti che ai vecchi, in maniera spontanea, anche senza richieste esplicite da parte degli automobilisti. Ma, parlando di soldi, in quanto consisterebbe questo premio? "Questa tariffa-premio dovrà essere riconosciuta con l'applicazione del premio più basso previsto sull'intero territorio nazionale, da ciascuna compagnia di assicurazione, per la corrispondente classe universale di rischio di assegnazione del singolo contraente-assicurato, come risulta dall’attestato di rischio" afferma Luigi Di Maio. Significa che gli assicurati di una qualsiasi classe delle 14 totali previste dalle Rc auto, che negli ultimi cinque anni non abbiano denunciato sinistri, si vedrebbero applicare il premio della stessa classe dell'assicurazione che presenta le tariffe più basse sul suolo italiano.

Il gap - E le differenze fra le regioni del Belpaese in quanto ad assicurazioni sono notevoli: in Campania la media per polizza di aggira intorno ai 700 euro, ad Aosta ai 318. Per non parlare dell'assenza di assicurazioni, in provincia di Napoli il 30% delle automobili circola senza alcun tipo di Rc auto. Questo provvedimento si profila dunque come un premio agli automobilisti meritevoli. Ancora più sconti per coloro che non fanno incidenti da otto anni, per i quali le Rc auto dovrebbero prevedere un'ulteriore riduzione del premio, direttamente proporzionale all'incidenza dei sinistri rilevati nel territorio dalla stessa impresa (più incidenti ci sono in una certa zona, tanto più ti premio per il fatto che non fai incidenti dal almeno otto anni). Luigi Di Maio pensa anche alla possibilità che le compagnie di assicurazione non vogliano sganciare il malloppo: "Il mancato rispetto da parte dell’impresa assicuratrice dell’obbligo di riduzione del premio comporta l’applicazione alla stessa impresa, da parte dell’IVASS, di una sanzione amministrativa pecuniaria da 5mila a 40mila euro e la riduzione automatica del premio di assicurazione relativo al contratto in essere. I relativi importi sono versati all’entrata del bilancio per essere riassegnati al Fondo di garanzia vittime della strada" afferma il vicepresidente della Camera. Le commissioni bilancio e finanze della Camera cominciano oggi a discutere del ddl competitività, al cui interno c'è la parentesi sulle Rc auto. Il difficile sarà mettere tutti d'accordo sull'efficacia di un provvedimento di questo tipo, che premia i migliori. La meritocrazia, questa sconosciuta.

SILVIO-VERDINI, È FINITA Il pranzo d'addio: i retroscena

Forza Italia, Denis Verdini lascia. Berlusconi: "Vai con Renzi, sei politicamente finito"




Tra Silvio Berlusconi e Denis Verdini adesso è finita davvero. Il pranzo a Palazzo Grazioli, presenti anche Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini, ha sancito l'uscita dell'ex coordinatore del Pdl da Forza Italia. I toni sono stati pacati, da vecchi amici quali rimangono il Cavaliere e il suo ex braccio destro. Ma politicamente il dado è tratto: Verdini guiderà ora la sua pattuglia di "responsabili" a sostegno di Matteo Renzi, promettendo di appoggiare le riforme condivise ma non la fiducia, come avverte l'uscente Luca D'Alessandro. 

Quanti sono i responsabili - Sulla carta, si tratta di una mezza dozzina di deputati, forse 8 (che non bastano per creare un gruppo autonomo a Montecitorio, ne servirebbero 20) e di una decina quasi esatta al Senato, dove i numeri ballerini del governo potrebbero giocare a favore dei verdiniani, creando però molti mal di pancia tra quelli del Pd. 

"Denis, con Renzi sei finito" - È proprio su questo punto che Berlusconi picchia per cercare di convincere Verdini a restare: "Stai facendo un errore gravissimo - gli avrebbe detto -. Mi dispiace, umanamente, personalmente, che te ne vai dal nostro partito ma andando con Renzi sei politicamente finito. Che prospettiva hai? Quanto conteresti? Davvero pensi che lì ci sia un futuro per voi?". Non a caso, ai suoi fedelissimi, l'ex premier assicura: "Se ne andranno in 5 o 6, non ci faranno male. Anzi, vedrete, il danno sarà tutto per Renzi, che dovrà gestire gente che nel suo partito considerano impresentabile. Voglio proprio vedere come farà...". 

Lo scontro sul Cerchio magico - Verdini, però, è giunto all'incontro già convinto di cosa fare, forse anche per merito della cena avuta un paio di giorni prima con Luca Lotti, il braccio destro del premier che vede l'appoggio esterno di Verdini più come una pistola alla tempia per la minoranza interna (numericamente non più decisiva) che come una reale stampella governativa. Toni pacati, si diceva, ma irremovibili. D'altronde, da mesi Verdini lamentava una situazione interna a Forza Italia ormai ingestibile, con critiche sia alla linea del partito sia alla sua nuova guida. Grande sponsor del Patto del Nazareno, il fiorentino ha lavorato per ricucire lo strappo di febbraio senza riuscirci. Soprattutto, però, si è sentito via via spodestato da azzurri rampanti come Giovanni Toti, Maria Rosaria Rossi, Deborah Bergamini. Non a caso, i più maliziosi (vedi alla voce: Repubblica) riportano una frase velenosissima che Verdini avrebbe riferito a Berlusconi: "Silvio, non posso farmi comandare da quelle tre ragazzine". E se le prime due sono la Rossi e la Bergamini, la terza è un attacco anche personale al Cav, perché si tratta di Francesca Pascale.

giovedì 23 luglio 2015

BANCHE RIDONO Occhio a case e donazioni: così potranno prendersele

Dl Fallimenti approvato: il creditore potrà rivalersi sui beni del debitore ceduti in donazione




Il creditore potrà rivalersi sui beni che i debitori hanno ceduto in donazione, gratuitamente. E' una delle modifiche introdotte dal governo con il Dl Fallimenti (quello sull'Ilva di Taranto), approvato con voto di fiducia oggi alla Camera. Secondo il Movimento 5 Stelle, come spiega al Tempo il deputato Alfonso Bonafede, si tratta di un "nuovo piacere di Renzi alle banche", perché, questo è l'esempio portato dal grillino, "se una banca deve avere 1.000 euro da Tizio che, sei mesi prima, ha donato alla figlia la casa, ora la banca potrà procedere con esecuzione forzata verso la casa della figlia, senza bisogno di aspettare un giudice e perché la norma è retroattiva di un anno". La misura suscita non pochi malumori anche tra gli addetti ai lavori, che si sono esposti con una nota assai dura. 

Sì all'esecuzione forzata - Fino ad oggi, scrive l'Associazione Nazionale Forense, certamente c'era il rischio che fondi patrimoniali, donazioni e trust fossero "simulati" o "realizzati in frode ai creditori". In quel caso, "i terzi creditori danneggiati erano ammessi a provare la volontà fraudolenta del loro debitore di sottrarre la sua garanzia patrimoniale alla successiva pretesa del creditore". Da oggi, invece, il creditore, "per il solo fatto che ritenga di essere pregiudicato da una donazione, da un fondo patrimoniale, da un trust, da un vincolo, può iniziare l'esecuzione forzata senza alcun permesso del giudice". 

Giustizia in tilt - La norma, spiegano gli avvocati, "limita grandemente la difesa del debitore e del terzo che ha ricevuto il bene, perché essi non sono più chiamati a difendere le proprie ragioni in una causa ordinaria ma possono esclusivamente proporre opposizione all'esecuzione." Il risultato concreto è il rischio che l'esproprio di un immobile prima che vi sia una sentenza di inefficacia dell'atto possa portare ad auto-alimentare il contenzioso in attesa del solito intervento della Cassazione". Con ovvie lungaggini burocratiche, tanto per gradire.

Polizia e Carabinieri: cambia tutto Forze dell'ordine, ecco chi sparirà

Forze dell'ordine, così cambieranno con la riforma Madia: carabinieri fuori dalle città, tagli alla Polizia, Guardia forestale soppressa




Semplificazione in base a materia e territorio, ossia tagli, anche molto criticati. La riforma Madia sulle forze dell'ordine inciderà non poco sulla vita quotidiana degli italiani, ridisegnando la presenza di poliziotti e carabinieri. La mappa della sicurezza, insomma, cambierà profondamente. E per il sindacato della Guardia forestale, soppressa, cambierà in peggio. 

I "nuovi" Carabinieri - I carabinieri manterranno tutti i corpi speciali come il Noe (Nucleo operativo ecologico), che assorbirà parte del personale del Corpo forestale, e i Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità). Sul territorio avranno competenza fuori dalle città, nelle aree extraurbane. Verrà inoltre ridotta la capillarità (pattugliamenti, compagnie, presenze).

Tagli alla Polizia - La Polizia manterrà le proprie specialità: Stradale, Ferroviaria, Postale, Immigrazione/Frontiera. La competenza sarà nel territorio urbano. Il corpo perderà 42 squadre nautiche, con la competenza sul mare ad esclusiva pertinenza della Guardia di Finanza. La razionalizzazione di sedi e strutture dovrebbe portare a circa 40 milioni di euro di risparmi, cui si dovrebbero sommare altri 26 dalla spesa unica dei servizi a carico di ogni struttura, dalla mensa alle lavanderie. 

Guardia forestale addio - È il punto più "doloroso" della riforma Madia: la Guardia forestale scomparirà e verrà smembrata e assorbita in gran parte dai Carabinieri, per evitare doppioni e concorrenze. Su 8mila unità circa del Corpo forestale, le 300 che combattono gli incendi boschivi dovrebbero passare al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Il sindacato autonomo dei forestali, il Sapaf, sta preparando un ricorso in Corte Costituzionale.

Inps, salta la quattordicesima: quali sono i pensionati spennati

Inps, pasticcio sugli assegni: salta la quattordicesima per 80mila pensionati




Non solo rimborsi fiscali in ritardo per colpa del 730 precompilato. Per i pensionati arriva un'altra brutta sorpresa: l'Inps rischia di far saltare anche la cosiddetta quattordicesima (da 336 euro a 504 euro). Sono in 70-80mila, secondo il Giorno, a tremare per colpa di disfunzioni organizzative, gestionali e informatiche. I beneficiari sono i pensionati con almeno 64 anni che si trovino in specifiche condizioni contributive e di reddito (fino a 1,5 volte la minima, meno di 10.200 euro circa annui). "Con evidente imbarazzo - racconta Valentino Minarelli, segretario Spi di Bologna - l'Inps nazionale, dopo venti giorni, ha ammesso che qualcosa nella sua banca dati non sta funzionando. Il risultato è che, mentre tutti i giorni assistiamo a proposte avanzate dal suo presidente sulle povertà, in questo caso, a dei poveri si è negata la prestazione che attendevano". 

Quando arrivano i rimborsi - Come detto, l'altra batosta potrebbe arrivare dal fronte 730 precompilato e i rimborsi saltati che coinvolgerebbero 500mila pensionati. Per chi ha consegnato il 730 entro il 30 giugno i soldi arriveranno l'1 agosto, per gli altri a settembre. Di sicuri ci sono solo i soldi della rivalutazione degli assegni lordi compresi tra 1.450 e 2.900 euro. Merito della Consulta, non di Inps o governo.

Italiani rapiti in Libia, ipotesi vendetta Alfano: "Forse scafisti ma non si tratta"

Libia, l'ipotesi della vendetta degli scafisti dietro il rapimento dei quattro italiani




Una "vendetta dei trafficanti di uomini": sarebbe questa l'ultima ipotesi dietro il rapimento dei 4 tecnici italiani della Bonatti in Libia. Secondo l'ambasciatore libico in Italia Ahmed Safar "non ci sarebbero motivazioni politiche", e gli inquirenti sono convinti che ad agire domenica sera sull'autostrada tra Tunisi e Tripoli sia stata una banda di criminali legata a un clan. Non si possono escludere però legami tra questi ultimi e lo Stato Islamico, nel panorama molto fluido che regola i rapporti di forza nel post-Gheddafi. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha definito "premature e irresponsabili" le parole di chi etichetta il rapimento degli italiani come un atto para-terroristico, ma alcune fonti di informazione di Tobruk avanzano appunto il collegamento tra la lotta agli sbarchi e l'attività anti-scafisti dell'Italia e il rapimento dei 4 italiani, una rappresaglia a metà strada tra la ricerca di soldi facili e la bandiera "ideologica". Il Ministro degli interni Angelino Alfano ha commentato a caldo questa ipotesi, affermando che "nessuno può dire se il rapimento possa essere attribuito agli scafisti, ma l’unica cosa esclusa è che si tratti con gli scafisti". Linea dura quindi.

Una soffiata - Fajr Libya, la milizia islamista che ha stabilito a Tripoli un governo non riconosciuto dalla comunità internazionale, si è messa in contatto con l'Ansa e ha riferito che non sa chi sia l'autore del rapimento, non essendoci dietro loro, ma sa che gli italiani rapiti si trovano nel sud-ovest del paese e che nel giro di dieci giorni saranno liberi. Le parole sono state riferite da Alaa Al Queck, il capo della milizia di Tripoli, che afferma: "Ignoriamo i rapitori e dunque non ne conosciamo il motivo del gesto, ma quando lo sapremo lo riveleremo". Promettono di collaborare perché gli italiani vengano liberati al più presto. Resta da capire come possano dire con certezza che saranno gli ostaggi liberi in dieci giorni.

730, la doppia fregatura del Fisco Addio ai rimborsi delle tasse

Fisco, addio ai rimborsi dell'Agenzia delle entrate per chi usufruisce della proroga per la dichiarazione dei redditi




Se non avete consegnato la dichiarazione dei redditi prima della metà di luglio, potete dire addio agli eventuali rimborsi di cui potevate godere dal datore di lavoro. La notizia nefasta più che da una norma è dettata da un dato di fatto che i Caf hanno provato a comunicare da tempo ai contribuenti, ma che sembra sia passata un po' in sordina visto il caos di quest'anno con gli intermediari impelagati di problemi per la novità del 730 precompilato.

La resa - Gli stessi Caf hanno gettato la spugna davanti ai guai che l'ultima idea del governo Renzi ha introdotto, in teoria per semplificare la vita dei contribuenti. Rispetto ai soliti 10 giorni di proroga, i Caf hanno chiesto più tempo. Non solo per l'incertezza delle regole, ma anche perché da quest'anno è stato introdotto l'onere a carico degli intermediari per le imposte non pagate dal contribuente. Questo li ha portati a stare mille volte più attenti e verificare tutto con più meticolosità, quindi con un allungamento dei tempi necessari notevole.

La beffa - Il monito dei Caf aveva messo in guardia i contribuenti sui rischi di ridursi all'ultimo momento nella compilazione del 730. Superata la metà del mese di luglio, quindi usufruendo della proroga, ci sarebbe stato il rischio molto alto che venisse meno il tempo tecnico per ottenere le compensazioni. Chiarisce il Sole 24 ore, infatti, che una volta compilato dall'intermediario, la dichiarazione dei redditi deve essere poi inviata all'Agenzia delle Entrate che manda il modello al datore di lavoro. Questo a sua volta deve procedere con il rimborso, o eventuale addebito. Qui si inceppa tutto, perché gli uffici amministrativi sbrigano le buste paghe prima della metà del mese e riaprire i cedolini non è sempre operazione possibile in tempi brevi. Il tutto slitterebbe quindi alle buste paga di agosto, ma a quel punto i calcoli verrebbero fatti solo per le compensazioni a favore del Fisco, visto che per rimborsi i tempi sarebbero scaduti.

Strage di piazza della Loggia, è finita: ergastolo per Maggi e Tramonte

Strage di Piazza della Loggia, ergastolo per Maggi e Tramonte, 41 anni dopo




Ergastolo a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, considerati colpevoli dell'attentato di Piazza della Loggia a Brescia che il 28 maggio 1974 provocò 8 morti e oltre un centinaio di feriti. Dopo 41 anni, dunque, si chiude il caso giudiziario di uno dei momenti cruciali dei cosiddetti Anni di Piombo. Una vicenda infinita, piena di polemiche come altre analoghe. L'Appello bis inchioda, dunque, l'ex ispettore veneto di Ordine Nuovo, l'estremista di destra Maggi, e l'ex fonte Tritone dei servizi segreti Tramonte. I loro legali avevano chiesto l'assoluzione dei due imputati per non avere commesso il fatto. 

L'attentato - Alle 10 e 2 del 28 maggio 1974 in Piazza della Loggia a Brescia esplode una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti durante una manifestazione antifascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista. Muoiono otto persone, si contano un centinaio di feriti. 

Il primo processo - Il 2 giugno 1979 i giudici della Corte d'Assise di Brescia condannano all'ergastolo Ermanno Buzzi e a dieci anni Angelino Papa, esponenti dell'estrema destra cittadina. Nel dicembre 1981 Buzzi viene ucciso nel supercarcere di Novara, strangolato coi lacci delle scarpe, da altri due detenuti vicini alla destra più agguerrita, poco prima che inizi il processo d'Appello. I due killer, Mario Tuti e Pierluigi Concutelli, motivano l'omicidio con il fatto che Buzzi fosse un "pederasta" e confidente dei
carabinieri, ma forse temevano le sue possibili dichiarazioni nel processo di secondo grado che stava per aprirsi. Il 2 marzo
1982 i giudici della Corte d'assise d'Appello di Brescia assolvono tutti gli imputati, Papa compreso, e nelle motivazioni definiscono Buzzi "un cadavere da assolvere". 

Il nuovo processo - Il 30 novembre 1984, però, la Cassazione annulla la sentenza di appello e dispone un nuovo processo per Nando Ferrari, Angelino e Raffaele Papa e Marco De Amici. Durante quello stesso anno, Michele Besson e il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi avviano una seconda inchiesta sulla base delle rivelazioni di alcuni pentiti, tra i quali Angelo Izzo. Tra gli imputati il neofascista Cesare Ferri, accusato anche dalla testimonianza di un prete, il fotomodello Alessandro Stepanoff e il suo amico Sergio Latini che gli aveva fornito un alibi. Il 20 aprile 1985 la Corte d'Assise d'Appello di Venezia, davanti alla quale è stato celebrato il nuovo processo di secondo grado, assolve tutti gli imputati del primo processo bresciano. Il 23 maggio 1987 i giudici di Brescia assolvono per insufficienza di prove Ferri, Latini e Stepanoff. I primi due sono assolti anche dall'accusa dell'omicidio di Buzzi che, secondo i pentiti, avrebbero fatto uccidere perché non parlasse. Il 25 settembre 1987 la Cassazione conferma la sentenza di assoluzione dei giudici della Corte da appello di Venezia. Cala il sipario sulla prima inchiesta sulla strage. 

Tutti assolti - Il 10 marzo 1989 la Corte d'assise d'Appello di Brescia assolve, stavolta con formula piena, Ferri, Stepanoff e Latini. Il 13 novembre 1989 la prima sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale sancisce in via definitiva le assoluzioni di Ferri,Stepanoff e Latini, mentre il 23 maggio 1993 il giudice istruttore Gian Paolo Zorzi, accogliendo la richiesta del pm, proscioglie "per non aver commesso il fatto" gli ultimi imputati della inchiesta bis. Nella sentenza, Zorzi scrive che l'ordigno esploso in piazza della Loggia non fu "strumento di una strage indiscriminata, di un atto di terrorismo puro ma di un vero e proprio attacco diretto e frontale all'essenza della democrazia". A ottobre di quell'anno prende il via la terza inchiesta. 

Il terzo processo - Il 16 novembre 2010 i giudici della Corte d'Assise di Brescia assolvono tutti i cinque imputati (Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino e Pino Rauti) con la formula dubitativa dell'articolo 530 comma 2, erede della vecchia insufficienza di prove. Viene revocata la misura cautelare nei confronti dell'ex ordinovista Delfo Zorzi che vive in Giappone e ha cambiato nome. Il 14 aprile 2012 la Corte d'Assise d'Appello conferma l'assoluzione di tutti gli imputati, mentre il 21 febbraio 2014 la Cassazione ha detto "no" alle assoluzioni di Maggi e Tramonte, imputati nel processo per la strage di piazza della Loggia, disponendo per i due
imputati un nuovo processo d’appello. Confermata, invece, l'assoluzione di Delfo Zorzi.

Beffa finale marò: via dall'India ecco dove li vogliono mandare

L'ultima beffa sui marò: potrebbero finire in Belgio




L'Italia continua a mobilitarsi per riportare a casa i due marò. Mentre Massimiliano Latorre sta scontando ancora il permesso accordato di 6 mesi per ristabilirsi dai problemi di salute, la situazione di Salvatore Girone rimane ancora irrisolta. L'Italia ha chiesto al Tribunale Internazionale del diritto del Mare di Amburgo di riportare in patria Girone. L'organo, che si occupa di dirimere le controversie irrisolte attraverso i mezzi diplomatici, però potrebbe bocciare la richiesta. Secondo Angela Del Vecchio, docente di diritto internazionale della Luiss di Roma, "l'esito più plausibile è quella di affidare i due fucilieri della Marina, nelle more della costituzione del tribunale arbitrale, a un terzo Stato, che non sia né l'Italia né l'India".

Entra in scena un terzo paese - Praticamente secondo la Del Vecchio: "Il tribunale potrebbe bocciare la richiesta italiana decidendo che Girone stia bene in India e debba restare lì. Oppure motivando che non si possono rimandare i marò in Italia perché adesso il piatto della bilancia è a favore dell'India, se tornassero si sposterebbe a favore del nostro paese. Dunque l'ipotesi più plausibile è che vengano affidati, come misura cautelare, ad uno Stato terzo". E qui entra in gioco l'opzione Belgio dove ha sede il quartier generale della Nato. Dalla nota della Farnesina si legge che la richiesta è dettata dalle necessità di "tutelare i diritti dei fucilieri di Marina e dell'Italia durante lo svolgimento del procedimento arbitrale avviato il 26 giugno". La richiesta italiana avrà la massima priorità perché rivolto direttamente al presidente del Tribunale, il russo Vladimir Vladimirovich Golitsyn. Il senatore del Pd Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa al Senato sostiene che "gli ultimi atteggiamenti assunti dalle autorità indiane ci inducono ad essere fiduciosi". Ora non resta che aspettare la decisione del Tribunale.

"Occhio, ti rubiamo simbolo e voti" L'assalto da destra alla Meloni

Torna Alleanza nazionale, Gianni Alemanno guida la sfida a Giorgia Meloni (e Salvini)




Una «mozione dei quarantenni» per trasformare la Fondazione di Alleanza nazionale «da museo in soggetto politico». Stamattina, all'hotel Plaza di Roma, sei tra consiglieri regionale e comunali vicini all' ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e attualmente sparsi in Forza Italia e Nuovo centrodestra, hanno illustrato il documento con il quale, in vista delle prossime tappe della Fondazione, daranno battaglia per «scongelare» il simbolo con la Fiamma, adesso concesso a Fratelli d'Italia. Oggi è in programma anche il consiglio nazionale della Fondazione in vista dell'assemblea, decisiva, del 3 ottobre, dove si andrà alla resa dei conti tra chi vuole il ritorno di An sulla scena politica e chi, invece, «punta a conservare la Fondazione in modalità museo».

Quelli che un tempo erano i colonnelli di An sono su schieramenti opposti: favorevoli alla rinascita della Fiamma sarebbero, oltre ad Alemanno, Ignazio La Russa, Francesco Storace, gli ex finiani Andrea Ronchi e Roberto Menia e lo storico leader della destra siciliana Nello Musumeci. Contrari, invece, Maurizio Gasparri, Altero Matteoli (adesso in Forza Italia) e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. Gianfranco Fini sarebbe sullo sfondo, ma tutt'altro che disinteressato all'operazione, a favore della quale avrebbe posizionato il fedelissimo Menia, l'ultimo leader di Futuro e Libertà. Proprio Fini, del resto, dopo il riavvicinamento agli ultimi avversari in An, Storace e Alemanno, avrebbe benedetto l'iniziativa. Il ritorno di An, «con la ricostituzione di una destra forte, punta a portare benefici a tutto il centrodestra», spiega uno dei promotori dell' iniziativa.

Un tentativo per riempire in extremis lo spazio politico che attualmente è appannaggio di Matteo Salvini e della Lega. L' idea è quella di dar vita ad una destra sul modello dell'Ump francese, ridimensionando il Carroccio lepenista.

La stangata sulle strade Così ci faranno pagare anche per utilizzarle

L'Anas vuole introdurre la tariffa stradale




Introdurre un modello tariffario prendendo a riferimento i sistemi di tariffazione per altri servizi di rete  regolamentati, come energia elettrica, gas, acqua, telecomunicazioni e aeroporti. È questa una possibile soluzione per consentire all’Anas  di perseguire l’obiettivo strategico di autonomia finanziaria. A  indicarlo il presidente della società Gianni Vittorio Armani, nel  corso di un’audizione alla Camera. "Stiamo lavorando con il Governo - ha spiegato Armani parlando a  margine dell’audizione - per un piano pluriennale stabile, non legato  ad esigenze del momento, anche politiche". Per questo, serve "un piano di autofinanziamento con risorse certe, prevedendo una tariffa  stradale. Si tratta di un modello più efficiente rispetto a quello attuale che consente di far risparmiare lo Stato e non comporta oneri  aggiuntivi per il contribuente". Armani ha anche specificato che per tariffa stradale "non si intende un pedaggio".

Grazie a questo nuovo sistema di tariffazione, sarà  possibile "attingere al mercato dei capitali" e "finanziare in modo adeguato gli investimenti oggi a carico della fiscalità generale". Andranno definiti, detto Armani, i livelli di servizio a favore  dell’utenza e i corrispondenti parametri tariffari. Il modello tariffario dovrà in ogni caso garantire, insieme all’integrazione del canone di concessione e agli altri ricavi connessi alla gestione della rete, la copertura dei costi operativi, il rimborso del capitale  investito, la remunerazione del capitale investito. La durata della  concessione andrà adeguata almeno fino al 2052.