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giovedì 23 luglio 2015

Italiani rapiti in Libia, ipotesi vendetta Alfano: "Forse scafisti ma non si tratta"

Libia, l'ipotesi della vendetta degli scafisti dietro il rapimento dei quattro italiani




Una "vendetta dei trafficanti di uomini": sarebbe questa l'ultima ipotesi dietro il rapimento dei 4 tecnici italiani della Bonatti in Libia. Secondo l'ambasciatore libico in Italia Ahmed Safar "non ci sarebbero motivazioni politiche", e gli inquirenti sono convinti che ad agire domenica sera sull'autostrada tra Tunisi e Tripoli sia stata una banda di criminali legata a un clan. Non si possono escludere però legami tra questi ultimi e lo Stato Islamico, nel panorama molto fluido che regola i rapporti di forza nel post-Gheddafi. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha definito "premature e irresponsabili" le parole di chi etichetta il rapimento degli italiani come un atto para-terroristico, ma alcune fonti di informazione di Tobruk avanzano appunto il collegamento tra la lotta agli sbarchi e l'attività anti-scafisti dell'Italia e il rapimento dei 4 italiani, una rappresaglia a metà strada tra la ricerca di soldi facili e la bandiera "ideologica". Il Ministro degli interni Angelino Alfano ha commentato a caldo questa ipotesi, affermando che "nessuno può dire se il rapimento possa essere attribuito agli scafisti, ma l’unica cosa esclusa è che si tratti con gli scafisti". Linea dura quindi.

Una soffiata - Fajr Libya, la milizia islamista che ha stabilito a Tripoli un governo non riconosciuto dalla comunità internazionale, si è messa in contatto con l'Ansa e ha riferito che non sa chi sia l'autore del rapimento, non essendoci dietro loro, ma sa che gli italiani rapiti si trovano nel sud-ovest del paese e che nel giro di dieci giorni saranno liberi. Le parole sono state riferite da Alaa Al Queck, il capo della milizia di Tripoli, che afferma: "Ignoriamo i rapitori e dunque non ne conosciamo il motivo del gesto, ma quando lo sapremo lo riveleremo". Promettono di collaborare perché gli italiani vengano liberati al più presto. Resta da capire come possano dire con certezza che saranno gli ostaggi liberi in dieci giorni.

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