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domenica 21 dicembre 2014

Mafia Capitale, l’ultima intercettazione: “Ahmadinejad? Faceva il mio autista”

Mafia Capitale, l’ultima intercettazione: “Ahmadinejad? Faceva il mio autista”

di Franco Bechis 


E’ l’ultima sorpresa che emerge dalle intercettazioni di Mafia Capitale: molti anni prima di diventare presidente dell’Iran, Ahmadinejad faceva l’autista di un personaggio intercettato con Massimo Carmignani, detto il Nero o il Cècato, l’uomo chiave dell’inchiesta che sta facendo tremare la capitale. A rivelarlo è Paolo Pozzessere, ex direttore commerciale di Finmeccanica, che a Carminati racconta la sua esperienza in Iran e l’amicizia nata negli anni conAhmadinejad, che definisce “ragazzo serio”, ottenendo l’approvazione di Carminati: “Eh, ma si vede…, solo che per cose di cattiva stampa…”

Ecco il passaggio di quella intercettazione ambientale del 13 giugno 2013:

Pozzessere- Allora pensa che il mio agente in Iran…

Carminati- … sono belle poi, eh, le persiane… sono belle, eh?

Pozzessere- … poi c’hanno una voglia di occidentale, che se le porta via, poi insomma devi entrare nel giro giusto (…) ma a parte quello, lì che ci stava l’agente nostro era il braccio destro di Khomeini, quando ci fu la guerra Iran-Iraq… c’era l’embargo, questo comprava le armi con…

Carminati- Faceva le trinagolazioni, le cose…

Pozzessere- Uno dei ragazzi che studiava, che lavorava dentro il suo ufficio era Ahmadinejad, che era quello che mi portava la sera in albergo, no, con la macchina…

Carminati- Ah…

Pozzessere- Semo pure amici

Carminati- Guardiano de… guardiano della rivoluzione…

Pozzessere- Ragazzo serio!

Carminati- Eh, ma si vede!

Pozzessere- Ragazzo serissimo…

Carminati- Solo che per cose di cattiva stampa… Vengono rappresentati, vengono rappresentati ovviamente…

Pozzessere- Ragazzo che alle cinque del pomeriggio, lui dove stava si buttava per terra a pregà, cioè uno di quelli seri, hai capito?

Carminati- Ahò, ma lo sai che è… quella è una cosa rispettabile là…

Pozzessere- e ci siano sentiti fino a 7-8 anni fa, poi ovviamente…

Carminati- la congiuntura, vai a sapere (…)

La lista segreta per la corsa al Quirinale Ecco tutti i nomi "nascosti" per dopo-Re Giorgio

Quirinale, i nomi in corsa per il dopo Napolitano




Dopo l'annuncio delle "imminenti dimissioni" di Giorgio Napolitano, si infiamma la corsa per il Quirinale. I nomi in campo sono tanti, ma i partiti stentano a trovare un accordo per un candidato che possa trovare la convergenza di tutti. Così le candidature esplicite e non si susseguono in un turn over di nomi senza sosta. E così tra i pretendenti al Colle spunta anche il nome di Piero Grasso che è pronto già per il flash accanto ai corazzieri quando dovrà sostituire Re Giorgio nei momenti della sede vacante quando il presidente farà un passo indietro: "Affronterò quei giorni di supplenza nel pieno rispetto della prassi costituzionale e con il massimo impegno", spiega durante la cerimonia degli auguri di Natale. Il presidente del Senato è la seconda carica della Repubblica e quindi entra di diritto nell'elenco teorico dei candidati. Ma altri nomi cominciano ad emergere nelle stanze quirinalizie. 

I nomi - Il primo è quello di Giuliano Amato che aveva proposto anche Silvio Berlusconi. Bisogni capire quanti consensi possa raccogliere la sua candidatura. A seguire c'è la cinquantenne costituzionalista lombarda Marta Cartabia, appena nominata vicepresidente della Consulta. E' invece di ieri, secondo quanto racconta il Corriere, la "nomination" per Sergio Mattarella. Figlio del Piersanti presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia, ministro della Dc e poi dell'Ulivo, ex giudice della Corte Costituzionale, inventore del Mattarellum, il sistema elettorale semi-maggioritario degli anni '90. Infine l'altro nome che è entrato prepotentemente nel Toto-Colle è quello di Sabino Cassese, giurista, ex membro della Consulta, ministro della Funzione pubblica del governo Ciampi. 

SALVINI NON SI FERMA PIU' Ecco quanto vale il Carroccio del sud

Matteo Salvini, il sondaggio sulla Lega al Sud: "E' già al 5 per cento"




"Noi con Salvini", il partito della Lega Nord lanciato da Matteo Salvini per il Centro-Sud, vale tra il 2 e il 5%. I numeri sul nuovo movimento del Carroccio Coesis Research. "Molto dipende da che cosa si associa a quel logo e da quale sarà il programma e l'atmosfera. Noi con Salvini insieme alla Lega Nord può portare il valore complessivo di Salvini a livello nazionale tra il 16 e il 20%, sommando appunto le due formazioni politiche", spiega Alessandro Amadori ad affaritaliani. Quanto alla distribuzione su base regionale, "la Sicilia ha un voto più mobile - abbiamo visto i 5 Stelle primo partito e l'elezione di un Governatore gay - quindi Noi con Salvini potrebbe arrivare addirittura al 10%. Interessante anche il dato in Puglia. Mentre sono più tradizionaliste e quindi più difficili per Salvini la Campania, la Calabria, l'Abruzzo, il Molise e la Basilicata".

La sfida in tv - Con queste proiezioni nelle intenzioni di voto, Matteo Salvini prepara la sua sfida a Renzi: "Voglio sfidare Renzi in diretta tv. Già da domattina sono pronto a confrontarmi con lui su tasse, immigrazione, euro, su tutto". Lo afferma il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, intervenendo a Sky Tg 24. "Il presidente della Repubblica è l'ultima delle mie preoccupazioni e degli italiani. Basta che non sia un vecchio rottame della sinistra, come Prodi o Amato". "Renzi è pericoloso. Votare una legge finanziaria alle 5 della mattina con tasse occulte non capitava neppure in Unione Sovietica. Prima se ne va a casa e meglio è. Presto vedremo quanto pagheranno di più gli italiani sulla casa e sull'elettricità. Mentre Renzi fa i compiti di Bruxelles, gli italiani passeranno un Natale meno felice". Secondo Salvini, infatti, la manovra "è una porcata. Hanno votato una legge di stabilità - ha aggiunto - piena di errori e di tasse occulte. Noi non ci arrendiamo, questi non solo sono incapaci ma sono anche pericolosi".

sabato 20 dicembre 2014

Manovra, mutui bloccati per 3 anni Imu e Tasi, tasse sulla casa congelate

Legge di stabilità, tutte le novità: Irap, fondi pensione, cuneo fiscale, Tasi, Imu e tagli alla spesa pubblica





Tra pasticci e ripensamenti, la stabilità è legge dopo una seduta fiume al Senato. Come da costume italiano, gli ultimi giorni hanno rischiato di stravolgere il volto della manovra a suon di "marchette" e "assalto alla diligenza". Alla fine il governo è riuscito più o meno a limitare i danni, confermando il profilo fondamentale dei provvedimenti: 16 miliardi di tagli alla spesa (ma il rischio è che diventino lineari, poco mirati, e dunque più dannosi che utili) e 6,5 miliardi di euro di interventi a favore di lavoro e nuove assunzioni. L'impressione generale e condivisa, però, è che questa legge di stabilità non sia risolutiva e non riesca nel suo unico obiettivo: aiutare l'Italia ad uscire la crisi. La fotografia, sbiadita, l'ha scattata anche il Sole 24 Ore, il principale quotidiano economico italiano, che non è riuscito a mascherare lo scetticismo. 

Mutui sospesi per tre anni - Anticipata qualche settimana fa, viene confermata nel testo approvato a Palazzo Madama la sospensione per tre anni della quota capitale delle rate dei mutui., introdotta grazie ad un emendamento del Movimento 5 Stelle. Scatterà dunque la moratoria su mutui e finanziamenti per famiglie e piccole e medie imprese. con l'obiettivo di congelare il pagamento della quota capitale delle rate per tutto il triennio 2015-2017.

Tasi e Imu - Niente maxi-aumento delle tasse sulla casa nel 2015. In attesa della nuova tassa comunale unica (la local tax), sono state prorogate le aliquote Imu e Tasi del 2014 scongiurando l'innalzamento del tetto al 6 per mille per Imu e Tasi rispetto all'attuale 2,5 per mille per la Tasi sulla prima casa. Senza local tax, però, i problemi (e il caos) restano.

Irap e cuneo fiscale - L'intervento più efficace e di maggior realizzabilità secondo il Sole è quello sul taglio al cuneo fiscale: il governo ha confermato la totale deducibilità dalla base imponibile Irap del costo del lavoro per gli assunti a tempo indeterminato, con variazione però rispetto al Dl sul bonus Irpef. I soggetti Irap privi di autonoma organizzazione avranno diritto a un credito d'imposta del 10% sull'Irap. Misura quest'ultima che "neutralizza" l'aumento delle aliquote dal 3,5% al 3,9% e che avrebbe esposto milioni di autonomi con partita Iva al rischio di pagare più tasse.

Split payment - Nota dolente è l'entrata in vigore dall'1 gennaio 2015 dello split payment, il meccanismo per cui l'Iva dei fornitori della Pubblica amministrazione verrà versato all'Erario direttamente dalle singole amministrazioni. L'ingorgo è dietro l'angolo: il sistema infatti non si applica ai compensi per prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte e per i soggetti con i rimborsi delle eccedenze Iva. Occhio, avverte il Sole, perché senza l'ok della Commissione Ue dal 30 giugno 2015 potrebbe scattare un aumento dei carburanti per "coprire" i 988 milioni di euro previsti (ma non sicuri) dalla lotta all'evasione dell'Iva.

Partite Iva - Niente agevolazioni del nuovo regime dei "minimi" per le partite Iva (aliquota del 15% e soglie diversificate a partire da 15mila euro) i soggetti con redditi di lavoro dipendenti e assimilati prevalenti rispetto ai redditi oggetto di agevolazione. Si salva chi ha redditi sotto i 20mila euro.

Fondi pensione e previdenza - Crediti d'imposta del 9% e del 6% per i fondi pensione e le casse di previdenza, a fronte però di un aumento delle tasse sui rendimenti dall'11,5% al 20% per i fondi e dal 20% al 26% per le casse.

Bonus bebè e 80 euro - Confermato e "strutturale" il bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 26mila euro. Capitolo bonus bebè: l'assegno di 960 euro all'anno per ogni figlio avuto o adottato dall'1 gennaio 2015 verrà erogato solo se l'Isee familiare non supera i 25mila euro.

Pensioni, tetto sugli assegni più alti - Tetto alle pensioni: gli assegni non potranno essere più alti di quanto sarebbe stato liquidato secondo le regole precedenti alla riforma Fornero. Niente penalizzazioni per chi anticipa il pensionamento prima dei 62 anni (a patto che abbia 42 anni di contributi), ma solo per chi maturerà l'anzianità contributiva per l'accesso alla pensione al 31 dicembre 2017.

Mobilità nelle Province - Dichiarato in esubero il 50% dei dipendenti delle province e il 30% di quelli delle città metropolitane. Le liste di chi "resta" deve essere consegnata dagli enti entro l'1 aprile 2015. Lo stipendio attuale per tutti i dipendenti è garantito fino al 2017, poi scatterà la "disponibilità" di due anni con taglio del 20% in busta paga. Le cessazioni partiranno dal 30 aprile 2019.

Partecipate - A proposito di tagli alla spesa, il governo chiude le micro-società partecipate che hanno più amministratori che dipendenti e le "aziende doppione".

Tagli alle Regioni (e alla Sanità) - Alle Regioni vengono tagliati 4 miliardi di euro. Un provvedimento che quasi sicuramente avrà ripercussioni sulla Sanità, visto che questa voce ricopre l'80% delle uscite delle Regioni. Piove sul bagnato, visto che i 4 miliardi si sommano ai 2,3 già tolti nei mesi scorsi.

"Lui m'ha impedito di portarli a casa" Marò, ecco chi è il big sotto accusa

Vinod Sahai: "Potevo portare a casa i marò ma il ministro mi ha fermato"




"Potevo far tornare i marò in Italia ma il ministro mi ha fermato": l'accusa arriva da Vinod Sahai,rappresentante degli oltre 200mila indiani che vivono in Italia ed è pubblicata da Il Giornale in edicola oggi, sabato 20 dicembre. In sostanza, il mediatore afferma di aver più volte prima con il ministro di Monti Giampaolo di Paola e poi con Federica Mogherini di aver proposto una soluzione extragiudiziale alla vicenda dei marò ma di essere stato bloccato dal primo e ignorato dalla seconda.  La proposta italiana che attualmente è sul tavolo del governo indiano potrebbe prevedere di far rientrare i marò in patria in attesa del processo a Delhi. Un giudizio in un Paese terzo oppure il processo immediato con condanna da scontare in Patria. Ma questa stessa soluzione era stato prospettata svariati mesi dagli indiani d'Italia e non è mai stata presentata per il niet o per il disinteresse di Roma. Lunedì Sahai torna a Delhi per la riunione annuale delle comunità indiane all'estero. "Lo spazio - dice il mediatore a Il Giornale - c'è ancora ma vanno lasciati da parte i politici. Ci vorrebbe un incontro tra il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e il suo omologo indiano che posso favorire. E' meglio che in questa fase parlino i militari per poi arrivare alla Corte suprema".  In India Sahai è conosciuto come l'uomo che apre tutte le porte e nel mese di maggio aveva inviato una e-mail alla Mogherini in cui spiegava che aveva preparato un'ìstanza alla Corte suprema indiana per autorizzare una soluzione extragiudiziale che riportasse a casa Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.  Ma non ha mai ottenuto risposta. Secondo il suo racconto gli aveva risposto il ministro della Difesa di Monti e lui si era già attivato ma poi è stato stoppato. Il motivo? Secondo quanto scrive Il Giornale il governo Monti temeva di fare brutta figura nel caso la vicenda si fosse risolta con l'aiuto degli indiani d'Italia.

Cresce il pubblico del blog il Notiziario sul web: "330 mila visualizzazioni in meno di 7 mesi"

Cresce il pubblico del blog il Notiziario sul web: "330 mila visualizzazioni in meno di 7 mesi"

A cura di Massimo Veronesi 

Gaetano Daniele, amministratore de il Notiziario sul web

Il 29 Maggio 2014, ringraziavamo il pubblico de il Notiziario sul web, per l'ottimo successo ottenuto: 480 mila click di blogger associate alle 660 mila visualizzazioni di Google+. A distanza di 7 mesi circa, il Notiziario sul web, registra una crescita notevole: 559 mila click di blogger, e le 855 mila visualizzazioni di Google+. "330 mila click-visualizzazioni" in meno di 7 mesi di attività. Leggono il blog e Google+, circa 1800 lettori al giorno. 

L'Amministratore, Gaetano Daniele: "Grazie ancora per la fiducia che mi accordate quotidianamente". La vostra fiducia nel preferire e leggere il blog, il Notiziario, sono la forza che alimenta le mie idee. L'enorme successo de il Notiziario sul web e Google+, è dovuto, al di là del duro lavoro quotidiano dei tanti collaboratori del blog, che fanno sì, che le notizie prendono forma, a voi lettori, grazie di cuore. 

Un grande successo, un trionfo. Il Notiziario sul web di blogger, supera le 558 mila click, con il supporto di Google+ che raggiunge le 855 mila visualizzazioni. Un grandissimo successo targato Gaetano Daniele. Questo l'ulteriore commento a freddo dell'Amministratore del blog, Gaetano Daniele: "Un grazie di cuore a tutti i lettori de il Notiziario su web, un ringraziamento a titolo personale ad ogni singolo lettore. I vostri click - continua l'amministratore Gaetano Daniele - sono la forza che alimenta le mie idee. L'enorme successo - rimarca l'amministratore del blog - è dovuto soprattutto ai lettori che, giorno dopo giorno si affidano al blog, il Notiziario sul web, per informarsi di fatti che vanno dalla Politica allo Sport, dalla Cronaca al Gossip. Un sentito ringraziamento va anche ai tantissimi collaboratori de il Notiziario che con la loro passione contribuiscono ad arricchire fatti e notizie". Grazie!. 

Lecce, in mostra 40 ritratti della società italiana tra '600 e '700

Lecce, in mostra 40 ritratti della società italiana tra '600 e '700

di Carlo Franza 


Nel Palazzo Ducale dei Castromediano di Cavallino di Lecce, la mostra Ritratto e figura. Dipinti da Rubens a Cades. Curata da Francesco Petrucci, Conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia, la rassegna, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cavallino, grazie all’impegno dell’onorevole Gaetano Gorgoni e alla collaborazione del Principe Fulco Ruffo di Calabria, si pone in continuità ideale ed è una prosecuzione in termini didattici e storico-artistici delle precedenti mostre Dipinti del Barocco romano da Palazzo Chigi in Ariccia e Dipinti tra Rococò e Neoclassicismo da Palazzo Chigi in Ariccia e da altre raccolte, tenutesi a Cavallino nel 2012 e nel 2013. La mostra presenta 40 ritratti di principi, cardinali e figure di spicco della società italiana tra Seicento e Settecento, oltre a filosofi, santi, artisti e figure popolari, suddivisi in due sezioni, in gran parte formate da opere inedite o mai esposte al pubblico. Oltre a dipinti provenienti da importanti musei e istituzioni pubbliche (Ariccia, Palazzo Chigi; Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Palazzo Corsini; Roma, Accademia Nazionale di San Luca), vengono presentate anche opere poco note appartenenti a collezioni private, caratterizzate da qualità molto elevata e firmate dai massimi ritrattisti attivi tra primo Seicento e fine Settecento. 

Nella prima sezione sono riuniti “ritratti reali”, raffiguranti personaggi di cui si conosce in molti casi l’identità e che gli artisti ritrassero dal vero, cogliendone la fisionomia e la psicologia. Accanto a questa produzione esiste una ritrattistica più intima e individuale, che prende avvio dalla ritrattistica naturalistica di tradizione caravaggesca. Sono comprese in questa sezione anche “teste di carattere”, cioè studi fisiognomici di volti, nati come studi autonomi o in funzione propedeutica a composizioni più grandi di soggetto sacro e profano. Alcuni ritratti sono riconducibili piuttosto a tipologie sociali, spesso di estrazione popolare, che a personaggi individuabili, e sono realizzati seguendo modelli reali, in parte trasfigurati, sconfinando spesso nella pittura di genere. La seconda sezione è costituita da “ritratti ideali e allegorici”, raffiguranti personaggi realmente vissuti, ma le cui effettive fisionomie non sono note e furono create dagli artisti sulla base di testimonianze scritte o di interpretazioni iconografiche consolidate. Rientrano in questa tipologia ritratti di santi, come san Pietro o san Paolo, o ritratti di filosofi dell’antichità. Se il fine dell’arte barocca è quello di educare, convincere e commuovere attraverso gli strumenti della tecnica e dell’immaginazione, facendo ricorso all’allegoria e alla metafora celebrativa, i ritratti di pontefici, monarchi e principi eseguiti nel corso di due secoli rientrano appieno in tale categoria estetica. Sono “ritratti monumento”, destinati a eternare i personaggi in posa, destando ammirazione e nel contempo soggezione, a essere un monito per chi li ammira, nell’esaltazione del prestigio e del potere assoluto di una sola classe sociale: l’aristocrazia. 

Ambientazioni opulente e fastose, ostentate senza alcuna remora morale, la ricchezza della materia e il gusto per il particolare decorativo, furono chiamati a collaborare al fine di esprimere le esigenze di prestigio e un potere che doveva sembrare caduto dal cielo, per volontà divina. Interessante è la presenza dell’unico ritratto dal vero sino ad oggi rintracciato di San Camillo de Lellis,per la prima volta esposto al pubblico e riferibile ad un ignoto pittore caravaggesco (secondo Röttgen identificabile con Antiveduto Gramatica), specializzato in teste di uomini celebri, nella cui bottega lavorò il Caravaggio appena giunto a Roma. Tra i dipinti più ragguardevoli il Ritratto di vecchio della (Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Corsini, Roma), modello per la figura di Gaspare nella Adorazione dei Magi del Museo del Prado, opera di Pietro Paolo Rubens, recentemente restaurato e portato all’attenzione degli studi e un inedito “Ritratto di uomo” di stretto ambito di Anton van Dyck, forse realizzato da un seguace genovese (collezione privata). Di notevole interesse iconografico ed artistico il Ritratto di Padre Niccolò Riccardi di Andrea Sacchi, ritenuto sino ad oggi perduto.

Tra i ritratti ideali si segnala un Filosofo astrologo del periodo riberesco di Luca Giordano e un Sant’Andrea riferibile al periodo veneziano dello stesso artista, qui particolarmente influenzato da Tintoretto e da Tiziano. Inedito anche un Giobbe di Mattia Preti, opera mai esposta al pubblico, come pure una delicatissima Madonna di Carlo Maratta. Di grande sensualità è una nordica Maria Maddalena del pittore tedesco Ignazio Stern e un monumentale Venere e Adone di Francesco Trevisani (Collezione Lemme), l’opera profana di maggior respiro del grande pittore veneziano. Spiccano per qualità nell’ambito della pittura del ‘700 un sontuoso Ritratto di gentiluomo di Francesco Solimena e un San Filippo Neri di Corrado Giaquinto, proveniente da collezione privata inglese, anch’esso presentato in anteprima in questa occasione, oltre a virtuosistiche “teste di carattere” di Jacopo Chimenti detto L’Empoli e di Pietro Paolini, “figure allegoriche” di Andrea Casali, Giuseppe Maria Crespi, Marco Benefial, Giuseppe Cades. Oltre a quelle già citate in mostra figurano opere di Marcello Bacciarelli, Pietro Bellotti, Louis Gabriel Blanchet, Bernardino Capitelli, Carlo Cesi, Guglielmo Cortese, Placido Costanzi, Ercole Ferrata, Giovan Battista Gaulli, detto “il Baciccio”, Artemisia Gentileschi, H. Douglas Hamilton, Pier Francesco Mola, Antonio Odazzi, Pasqualino Rossi, Giusto Sustermans, Ferdinand Voet. Mostra storica di grande prestigio con opere eccelse che danno sicura misura della valenza del ritratto tra '600 e '700.

L'oroscopo dei viaggiatori per il 2015 Dove vai in vacanza? Dipende dal segno...

Oroscopo 2015, il viaggio adatto ad ogni segno




Il sito di viaggi low cost, Zingarate, ha stilato l'Oroscopo del Viaggio 2015, in cui ad ogni segno zodiacale è associato il viaggio adatto per l'anno a venire. Eccoli tutti:

Ariete - Gli astri parlano chiaro, il 2015 è l'anno d'oro per l'Ariete ed è quindi il momento giusto per organizzare il viaggio della vita. Che ne di un viaggio epico on the road? Il Salar de Uyuni, in Bolivia, si ricopre durante la stagione delle piogge di una pellicola d'acqua che lo trasforma nello specchio più grande del mondo.

Toro - Gli astri prevedono un 2015 tranquillo e al riparo da novità impegnative. Vi consigliamo di cavalcare l'onda e godervi viaggi rilassanti e poco avventurosi, ma non per questo meno interessanti. Questo sarà l'anno in cui approfondirete le vostre conoscenze di street food in giro per l'Europa, affinerete il palato sulle strade del vino o della grappa, coccolerete il vostro senso estetico alla scoperta dei migliori riad di Marrakech o delle terme di Budapest.

Gemelli - Ai Gemelli le stelle consigliano prudenza, ma il 2015 è anche l'anno delle nuove sfide. Complice la smania di movimento e la curiosità, nel 2015 esplorerete nuovi cammini. Se siete particolarmente avventurosi e anche ben allenati camminerete lungo l'Appalachian trail oppure alla scoperta di entusiasmanti percorsi dietro l'angolo. 

Cancro - Al Cancro il 2015 porta fortuna e forza, ovvero tanta energia per vedere i posti che gli piacciono davvero. Il Cancro subisce il fascino del passato e del malinconico. Ti vediamo già a caccia di luoghi abbandonati, alla scoperta dei mosaici romani in una città turca lungo l'Eufrate, i Mosaici di Zeugma o ad Aveyron, il paese francese dove fare un viaggio nel passato.

Leone - Al Leone le stelle raccontano storie di fortuna e stabilità. Il 2015 è il momento giusto per dare fondo a tutta la vostra voglia di glamour. A Parigi degusterete il meglio del gourmet nei ristoranti più belli ma anche economici della Ville Lumière ed i migliori cocktail nei bar segreti dove si entra solo conoscendo la parola d'ordine. Se vi piace il campeggio vi dedicherete al glamping, come il campeggio glamour in una yurta in Norvegia.

Vergine - Per la Vergine il 2015 è l'anno in cui tagliare i rami secchi e dedicarsi con devozione alle piccole cose che fanno stare bene. Gli astri suggeriscono la scoperta d luoghi magici e segreti come St Paul, il paesino nascosto nel cuore di Parigi. Se avrete la possibilità di fare un viaggio Oltre Oceano, la California sarà il posto giusto per voi: visiterete il concept store ispirato a Wes Anderson in una vecchia pompa di benzina o i motel e i diner vintage della West Coast.

Bilancia - Oltre alla stabilità tanto attesa, durante il 2015 avrete un'inusuale tendenza all'adattabilità e all'elasticità mentale. E' il momento giusto per viaggiare come non avete mai fatto prima d'ora: imparerete a farlo da soli o in gruppo e scoprirete luoghi insoliti e cucine esotiche dell'Asia. Di ritorno dalle vacanze alcune delle stranezze che ancora non conoscete del Giappone vi sembreranno molto più familiari.

Scorpione - Segno caratterizzato da positività nel 2015. Prima dell'inizio di agosto, la fortuna non sarà ancora dalla vostra parte: meglio aiutare gli astri visitando Istanbul e le colonne di Hagia Sophia e gli altri posti fortunati del mondo. Da agosto in poi vi dedicherete all'adrenalina e ai viaggi da brivido che vi piacciono tanto, scalando la cima del Monte Hua Shan in Cina dove una serie di sentieri ripidissimi collegano le 5 vette sacre cinesi.

Sagittario - Le stelle lo dicono a chiare lettere: voi Sagittario siete viaggio-dipendenti. Nel 2015 vi immaginiamo come novelli Don Chisciotte lungo le strade di La Mancha, tra mulini a vento e colline brulle, oppure in India alla scoperta degli angoli meno conosciuti del paese.

Capricorno - Anche al Capricorno gli astri regalano tanta rinnovata energia, ottime news al lavoro ed armonia. Ma si sa, siccome l'equilibrio si vede da sé ma non arriva da solo, vi consigliamo di battere il ferro finché è caldo con un po' di sano trekking spirituale. Visiterete l'eremo di San Bartolomeo in Legio in Abruzzo o l'incredibile tempio del Valadier a Frasassi. Chi si sente in vena di voli internazionali potrà visitare il Tempio dorato di Dambulla con le immagini dei Buddha affrescati nei millenni e sorseggiare tè verde in una bio-farm dello Sri Lanka.

Acquario - Per l'Acquario il 2015 non è un anno facile, almeno fino a settembre quando, con il beneplacito degli astri, potrete realizzare qualche sogno. Avete sempre sognato un safari? Nella seconda metà del 2015 potrete addirittura dormire in un lodge in Sudafrica con enormi vetrate dove si affacciano gli animali selvatici. Se questo vi sembra un po' troppo, niente paura, potrete visitare i fiordi più belli della Norvegia oppure il paese svedese che sembra fatto con i Lego.

Pesci - Nel 2015 la necessità dei Pesci di lavorare su se stessi e trovare la concentrazione necessaria si farà ancora più impellente. Solleticherete le vostre intuizioni filosofiche al Giardino della Speculazione Cosmica ed entrerete in contatto con il vostro lato spirituale davanti alle Moschee più belle dell'Iran. Quando il vostro mood non sarà dei più solari potrete visitare le città più belle con la pioggia, perché il grigio non è necessariamente un colore da evitare.

Classifica dei lavori che fanno ingrassare (e quelli che fanno dimagrire)

La classifica americana: ecco quali sono i mestieri con il più alto rischio di obesità




L'American journal of preventive medicine ha pubblicato, nei giorni scorsi, la classifica del rischio obesità in base all'occupazione. Come riportato dal Corriere della Sera, sono dati molto importanti negli Usa, dal momento che lavoratori in buona forma fisica significano, per il datore di lavoro, un risparmio medio del 9% in spese sanitarie e assenze per malattia.

I dati - Il tasso di obesità, cioè la probabilità di diventare sovrappeso, supera il 40% per poliziotti, pompieri e guardie giurate: sono questi i mestieri più a rischio, seguiti (35,6%) dai lavoratori del sociale e dagli uomini di chiesa. Dopo i primi, i mestieri più colpiti sono infermieri, terapisti, architetti, ingegneri, autisti e camionisti. I più virtuosi, invece, sono gli economisti, gli scienziati e gli psicologi, con un tasso di obesità del 14% circa: poco sopra stanno artisti, attori e reporter, poi cuochi e baristi.

Vuoi vedere dal vivo la finale a Sanremo? Ecco quanto devi pagare per una poltrona

Festival di Sanremo, seguire la finalissima all'Ariston costerà 660 euro




In un modo o nell'altro seguire il Festival della Canzone Italiana, in onda dal 10 al 14 febbraio  ha il suo bel costo, e se i 113,50 euro del canone Rai vi sembrano troppi per un anno di tv, date un'occhiata ai prezzi delle serate del teatro ligure. Per presenziare all'Ariston e seguire Sanremo comodamente seduti in teatro, i prezzi vanno dal centinaio ai 660 euro. Precisamente vi costerà 100 euro la galleria nelle prime 4 serate, 320 nella finalissima, i prezzi del biglietto aumentano per la platea dove costerà 180 euro per sera fatta esclusione per la finalissima dove si arriva a 660 euro. Optando per l'abbonamento, disponibile per la sola galleria il costo rsta quello degli ultimi 5 anni, ovvero 672 euro.  A chi si domanda la ragione, semplice perché Sanremo è Sanremo...

Anche i francescani sono in rosso: buco milionario nei conti, rischio crac

Francescani in rosso: buco milionario, rischio crac




Investimenti sbagliati, controlli insufficienti operazioni finanziarie dubbie e i frati francescani rischiano il crac. In una lettera pubblicata sul sito dei frati e ripresa dal Messaggero, il ministro generale, padre Michael Perry scrive: "La Curia generale si trova in una situazione di grave, sottolineo grave, difficoltà finanziaria, con un cospicuo ammontare di debiti". Da un'indagine interna avviata a settembre sulle attività finanziarie dell'economato degli stessi francescani, è emerso che "i sistemi di vigilanza e di controllo finanziario della gestione del patrimonio dell'Ordine erano o troppo deboli oppure compromessi, con l'inevitabile conseguenza della loro mancanza di efficacia rispetto alla salvaguardia di una gestione responsabile e trasparente". Inoltre "sembrano esserci state un certo numero di dubbie operazioni finanziarie, condotte da frati cui era stata affidata la cura del patrimonio dell'Ordine, senza la piena conoscenza e il consenso né del precedente né dell'attuale Definitorio generale".

Secondo il superiore generale dei francescani "la portata e la rilevanza di queste operazioni hanno messo in grave pericolo la stabilità finanziaria della Curia generale. Queste dubbie operazioni vedono coinvolte persone che non sono francescane ma che sembra abbiano avuto un ruolo centrale nella vicenda". Per questo si è anche deciso di chiedere l'intervento delle autorità civili. Intanto Perry ha chiesto a "tutti i Ministri provinciali e Custodi la loro comprensione e un contributo finanziario per aiutarci a far fronte all'attuale situazione, che implica anche il pagamento di cospicue somme di interessi passivi".

Infine padre Michael, consapevole dell'impatto che questa vicenda avrà su tutti, ha richiamato tutti all'esempio di "Papa Francesco nel suo appello alla verità e alla trasparenza nelle attività finanziarie sia nella Chiesa che nelle società umane".

Le auto blu e la bufala sui tagli: dovevano restarne 93, ce ne sono mille

Auto blu, bufala sui tagli: dovevano restarne 93, ce ne sono ancora mille. Marianna Madia: "Colpa dei rinvii"




Non avranno dimezzato il numero dei parlamentari o i loro stipendi ma almeno hanno iniziato a tagliare le auto blu che secondo il Codacons ci costano un miliardo di euro l'anno. Questa era la speranza della scorsa primavera quando il governo Renzi aveva annunciato che le auto dovevano essere massimo 5 per ogni ministero, per un totale di 93, compresa quella del premier. Speranza che si è tramutata nell'ennesima beffa, dato che a fine 2014 ad oltre sei mesi dal decreto, come segnala Il Messaggero sono ancora più di mille: ben 1.163. Ma il ministro della pubblica amministrazione Marianna Madia, annuncia un'accelerazione, affermando che finalmente è arrivato il decreto attuativo e quindi dovranno mettersi in regola entro i prossimi due mesi, gli enti che attualmente hanno a disposizione fino a cinquanta auto, entro giugno quelli fino a cento macchine ed entro fine 2015 quelli con oltre un centinaio di vetture. I risparmi 2015 ammonteranno così a 43 milioni. Conferma inoltre la distribuzione delle auto in questione: le amministrazioni con meno di cinquanta dipendenti potranno avere a disposizione solo un'auto, quelle con un numero di addetti tra i cinquantuno e i duecento potranno contare su una coppia, quelle con più di duecento ma sotto i quattrocento tre auto fino a un massimo di cinque veicoli per quelle con oltre seicento lavoratori. Le cause della "solita" lentezza burocratica vengono additate al fatto che gran parte delle auto blu ministeriali non possono essere vendute, così come proposto da Matteo Renzi, perché sono affittate con contratti in leasing che se dovessero essere interrotti prima della scadenza porterebbero al pagamento di grosse penali.

Cornuti sì, ma quanto guadagnano Ecco gli incassi degli arbitri italiani

Arbitri, ecco quanto guadagnano quelli italiani

di Francesco Paolo Giordano 


I più bravi se lo possono permettere: girano in Ferrari, vestono abiti firmati e ogni domenica scendono in campo per il campionato. Ma preferiscono la discrezione: non sono calciatori ma arbitri, non devono (ma qui il condizionale è preferibile) essere al centro dell’attenzione, ma limitarsi a far rispettare le regole. I direttori di gara della nostra Serie A potrebbero essere habitué del jet set, visto il lauto stipendio che spetta a quelli più in carriera: c’è chi, in un anno, riesce a raggiungere la somma di 200.000 euro lordi, solamente grazie al loro lavoro di fischietti. Che si accompagna alla professione autonoma, slegata dal mondo del calcio, esercitata da ogni giacchetta nera.

Bisogna ricordare che non tutti gli arbitri riescono a guadagnare una cifra del genere: dipende dall’esperienza accumulata. È in base alle gare dirette in carriera che cambia l’indennità fissa stagionale. Gli internazionali guadagnano 80mila euro, gli arbitri che hanno fischiato in almeno 70 gare di A percepiscono 70mila euro, 45mila euro per chi ha all’attivo almeno 25 gare di A e 3mila euro per i debuttanti nel massimo campionato. Infine, agli assistenti vanno 23mila euro annui. A queste somme, vanno aggiunti i compensi per ogni singola partita di campionato. Un arbitro guadagna 3.800 euro a gara, cifra che si riduce a 1.080 per gli assistenti e a 800 per il quarto uomo. Per la Coppa Italia, il tariffario varia a seconda dell’importanza della partita: dai mille euro dei primi turni si arriva ai 3.800 della finale, quanto una gara di Serie A. È la Federcalcio a versare i contributi agli arbitri, in quanto l’Aia, l’Associazione Italiana Arbitri, è la settima componente della Figc. In più, gli internazionali hanno la possibilità di arbitrare match gestiti dall’Uefa, dove il tariffario è ancora più remunerativo: 4.800 per ogni gara fischiata, 5.800 se la partita riguarda la fase finale di una manifestazione. 

La questione dei compensi per gli arbitri ritorna dopo l’ultimo Consiglio Federale: è stato approvato il budget 2015 della Figc (ma gli arbitri, insieme ad allenatori e calciatori, si sono astenuti dalla votazione), ma è stato previsto un passivo di 10 milioni di euro. «Ampiamente coperto dalle nostre risorse interne», si è affrettato a dire il presidente Tavecchio. Il segno meno è dovuto alla decurtazione dei contributi Coni decisa ad ottobre: si è passati dai 62,5 milioni di euro del 2014 agli attuali 40,1. Per questo, il numero uno della Federcalcio ha prontamente annunciato: «Ci sarà una riduzione dell’8% della spesa arbitrale, che su circa 50 milioni a disposizione equivale a 4 milioni di euro». La cura non è ancora definita, ma il paziente è già disteso sul lettino. Però, in fin dei conti, buona parte della spesa per gli arbitri viene destinata alle categorie minori: in Italia, ogni anno, si disputano 700.000 partite. Una stagione di Serie A, dal punto di vista del pagamento degli associati Aia, costa circa quattro milioni di euro, cinque se si considerano anche Coppa Italia e Supercoppa. 

Nello stesso Consiglio, è stato deciso di costituire un gruppo di lavoro che valuti l’introduzione della goal-line technology, il sistema per evitare i gol fantasma, già adottato nei Mondiali brasiliani. In Inghilterra lo usano già, in Germania arriverà a breve. Il presidente dell’Uefa Michel Platini è sfavorevole all’utilizzo della tecnologia sui campi di calcio, ma il fronte a favore sta raccogliendo sempre più consensi. Tra cui lo stesso Tavecchio, convinto anche da alcuni suoi sponsor, come Galliani, furioso per la mancata concessione del gol fantasma di Rami in Milan-Udinese dello scorso 30 novembre. Se si dovesse continuare su questa strada, la Figc potrebbe decidere di abolire gli arbitri di porta, che fin qui non hanno mai convinto fino in fondo. Il loro impiego costa alla Federcalcio, ogni anno, 1,6 milioni di euro. L’installazione della goal-line technology invece, come ha ribadito Carlo Tavecchio, sarebbe esclusivamente a carico delle società, e costerebbe tra i 200.000 e i 250.000 euro a stadio.

venerdì 19 dicembre 2014

Beffa sulle pensioni: via più tardi Ecco quando potrete lasciare il lavoro

Pensioni, dal 2016 si lascerà il lavoro 4 mesi più tardi




Dal 2016 si andrà in pensione quattro mesi più tardi. Età anagrafica per la pensione di vecchiaia e anni di contribuzione per quella anticipata saranno aumentati di quattro mesi. E' - come ricorda Il Giorno l'effetto del collegamento, previsto dalla riforma, tra incremento dell'aspettativa di vita e requisiti pensionistici. Per il 2015 saranno confermati i requisiti già validi: l'età pensionabile delle donne lavoratrici private e quelle autonome (commercianti, artigiane) rimane fissata rispettivamente a 63 anni e 9 mesi e a 64 anni e 9 mesi. L'età delle dipendenti pubbliche e quella degli uomini, rimarrano quelle del 2013 fissate a 66 anni e tre mesi. Restano invariati i requisiti della pensione anticipata che ha sostituito la vecchia pensione di anzianità: 42 anni e 6 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e sei mesi per le donne.

Il quadro - Ma come  dicevamo, il 2016 sarà un anno di stretta previdenziale. L'obiettivo della riforma Fornero è quello di fissare una soglia di età uguale per tutti, ma a questo traguardo arriveremo nel 2018, quando la soglia minima uniforme sarà almeno di 66 anni. Oggi lo è per i dipendenti pubblici di entrambi i sessi: nel 2016 è fissato un nuovo scalino. Il principio ispiratore è quello secondo cui a mano a mano che si vivrà più a lungo si dovrà lavorare di più e si alzerà quindi l'età pensionabile. Il primo adeguamento c'è stato nel 2013 ed è stato di 3 mesi. Il secondo partirà dal 2016: i quattro mesi in più di lavoro sono stati certificati dal decreto che - come scrive iIl Giorno - attende la pubblicazione. Ecco quindi il quadro per il 2016: le lavoratrici private passeranno da 63 anni e 9 mesi a 65 anni e 7 mesi; 64 anni e 9 mesi a 66 anni e anni e un mese per quelle autonome. 

Arriva la multa sul termosifone, cosa cambia: le sanzioni

La multa del termosifone: le sanzioni per chi non installa valvole termostatiche




Entro il 31 dicembre 2016, così come previsto dal decreto di recepimento della direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica, scatterà l’obbligo, per tutti gli italiani che risiedono in condomini con riscaldamento centralizzato, di installare su ciascun termosifone del proprio appartamento le valvole termostatiche con i contabilizzatori di calore. Che permetteranno di risparmiare, ma avranno anche costi d'installazione piuttosto alti e sanzioni altrettanto pesanti. Le valvole di fatto sono meccanismi di termoregolazione che permettono una suddivisione del calore nelle diverse stanze dell'appartamento, consentendo di escludere automaticamente il termosifone una volta che la camera ha raggiunto la temperatura desiderata in base al livello impostato, da 0 a 5. I contabilizzatori o ripartitori di calore sono, invece, apparecchiature che quantificano il calore effettivamente consumato. Grazie a questo intervento di risparmio energetico, si prevede di consentire un risparmio medio annuale tra il 10% e il 30% del totale del combustibile utilizzato da ogni condominio.

Costi e sanzioni -  Secondo una simulazione fatta dal Sole 24 Ore, per un appartamento di 80 mq dotato di 6 caloriferi servono 1.055 euro di spesa per installare le valvole termostatiche (in media si tratta di un'operazione che costa 120 euro a calorifero), compresi i costi per adeguare le pompe di circolazione dell'impianto condominiale da portata fissa a variabile. I condomini che non osserveranno la legge saranno soggetti ad una sanzione amministrativa compresa tra i 500 e i 2500 euro, a seconda delle disposizioni adottate dalle singole Regioni.

L'intervista/La ricetta anti-terrorismo di Dambruso per fermare gli infiltrati tra gli immigrati

Stefano Dambruso: "Ecco come possiamo battere il terrorismo"

Intervista a cura di Francesco Borgonovo 



Stefano Dambruoso, deputato di Scelta civica e questore della Camera, è uno dei maggiori esperti al mondo di terrorismo. Nel 2003, Time lo inserì nella lista degli «eroi moderni» per il suo impegno contro al-Qaeda. Nei suoi libri ha raccontato - e previsto - casi come quello australiano. 

Lei spesso nei suoi libri ha parlato dei cosiddetti "lupi solitari". 

"Stiamo sempre parlando di persone che appartengono a un’area di musulmani radicali di seconda o terza generazione. E si tratta di soggetti solitari, che non sono inseriti in una cellula associativa con una strategia preordinata, diversamente dal fenomeno che abbiamo conosciuto durante il ventennio di al-Qaeda. Sono soggetti che agiscono grazie a un impulso personale, che trovano confermato in tutta la prateria web del radicalismo islamico. Un impulso che sfogano nella loro pericolosa jihad individuale. Stiamo parlando di percentuali minime, che non appartengono all'intera area musulmana e che oggi possono trovare sul web ragioni di autoreclutamento. Sul web trovano tutte le conferme alle ragioni che li hanno spinti a cercare quel tipo di stimolo, di impulso". 

E' quello che lei ha definito terrorismo "homegrown". Perché questi soggetti si radicalizzano?

"Da noi è più diffusa la seconda generazione di musulmani. In altri Paesi siamo già alla terza generazione. Si tratta di persone che sono arrivate in Europa, in Italia, Inghilterra o Francia e che hanno mandato i loro figli nelle scuole di questi Paesi. Uno su mille avverte il disagio della mancata integrazione. E questa percentuale minima non può essere la testimonianza del fatto che ci siano cattive politiche di integrazione. Certo, queste politiche possono essere migliorate, ma le percentuali di individui radicalizzati sono troppo basse per poterle associare a cattive politiche di accoglienza".

Lei ha scritto che l'immigrazione irregolare può rappresentare un pericolo per via delle "incontrollate infiltrazioni estremistiche". 

"L'immigrazione irregolare presenta due fenomeni. Da un lato costituisce un parziale finanziamento al terrorismo da parte dei gruppi che la organizzano ad esempio in Nord Africa e in Egitto. Ci sono trafficanti di esseri umani che pagano il pizzo agli islamisti locali. Le associazioni terroristiche non sono in grado di organizzare l'immigrazione, come quella che vediamo per esempio a Lampedusa. Ma sono presenti sul territorio in cui operano i trafficanti di esseri umani. Poi c'è il fatto che, con decine e centinaia di migliaia di immigrati irregolari, può aumentare il rischio che qualcuno viva il disagio della cattiva accoglienza. E a quel punto possa decidere di passare all'auto immolazione facendosi saltare da qualche parte. Ma anche in questo caso il problema è legato ai singoli e non a gruppi criminali". 

C'è chi vive il disagio della cattiva accoglienza. Ma c'è anche il caso di Mohammed Game, che nel 2009 fece esplodere una bomba artigianale a Milano davanti a una caserma. Lui era, o sembrava, integrato. 

"Era integrato. Ma poi viene licenziato. E a quel punto non ha appigli o comunque strutture a cui rivolgersi in una fase di difficoltà personale. Come molti, è andato in moschea, sperando di trovare maggior aiuto nella preghiera. Ma ha trovato anche un imam, o comunque un predicatore, che lo ha indotto a compiere un sacrificio personale. Si è trovato in una situazione di fragilità e non ha trovato altro aiuto se non nella pratica terroristica. Fortunatamente è un caso su migliaia di persone che vivono in una situazione di disagio". 

Le percentuali sono basse, però lei ha parlato anche di rischi per l'Italia, in particolare per città come Milano, Napoli e Roma, dove è maggiore la concentrazione di musulmani. Dove può verificarsi una situazione come quella vista in Australia? 

"Obiettivamente può accadere davvero ovunque, appunto perché non stiamo parlando di organizzazioni con una base specifica. Questo non ci deve allarmare, ma dobbiamo sapere che abbiamo di fronte un fenomeno che esiste. E che va fronteggiato con misure diverse rispetto alla prevenzione classica, che continua a funzionare contro piccoli gruppi. I quali esistono ancora ma non sono strutturati come lo fu al-Qaeda per un ventennio". 

Proprio dagli stessi qaedisti - lei ha citato l’ideologo Abu Musab al-Suri e il portavoce Azzam al-Amriki - sono venuti appelli al terrorismo fai da te, dopo la morte di Bin Laden. 

“Proprio perché il fenomeno si diffonde grazie alla forte presenza sul web di retoriche jihadiste, qualche leader ha cercato di impadronirsene in termini assolutamente propagandistici, giusto per attribuire alla sua chiamata qualunque episodio sul modello di quello avvenuto in Australia”.

Anche l’Is, qualche mese fa, ha invitato i musulmani a uccidere gli infedeli ovunque e con ogni mezzo. 

“Questo appello ha avuto un peso in episodi che sono occorsi uno dietro l’altro in Canada. Prima un estremista ha investito due soldati uccidendone uno. Poi un altro ha dato l’assalto al parlamento uccidendo un militare. Ma ormai l’Isis non è più una organizzazione, è appunto uno Stato. Ha occupato uno spazio più grande di intere regioni italiane. Stiamo parlando di territori che posseggono strutture proprie come banche, amministrazioni locali e risorse naturali come il petrolio che sono nella disponibilità dei nuovi gestori della cosa pubblica. Che in questo caso sono gli uomini dello Stato islamico”.

Pensa che la comparsa sulla scena dello Stato islamico e tutta l’attenzione che ha ottenuto sui media possano stimolare l’azione di altri “lone fighters”?

“Assolutamente sì. Ci sono persone che si legano allo Stato islamico non solo perché vivono un disagio personale in una società a cui non sentono di appartenere, nonostante gli abbia dato i natali e delle possibilità di crescita. C’è anche un aspetto che definirei romantico, che spinge molti ventenni ad andare a immolarsi per una giusta causa. Come i nostri nonni andavano negli anni Venti in Spagna a combattere per un ideale che sentivano proprio”.

Come si fa a combattere questo tipo nuovo di terrorismo? 

"Sono aumentati gli strumenti di monitoraggio. Il controllo sul web si è molto perfezionato rispetto al passato. A livello europeo, nel semestre di presidenza italiana, nel gruppo dell'antiterrorismo si è discusso dell'introduzione di nuove norme. Per esempio quella che punisce l'autoreclutamento. E quella che punisce come attività terroristica il solo fatto di essere andati a combattere in una organizzazione come l'Isis - chiaramente terroristica - in un territorio diverso da quello europeo. Si tratta di due estensioni della penalizzazione. Nel caso dell'autoreclutamento, stiamo parlando di gente che viaggia solo sul web, e magari non fa alcuna attività organizzativa concreta. Mentre il fatto di partecipare a una guerra con una organizzazione criminale, ma all'estero, è estensiva del concetto di terrorismo internazionale. Normalmente, per punire qualcuno si richiede un minimo di collegamento con il territorio in cui poi verrà processato. La settimana scorsa, in Germania, abbiamo avuto il primo esempio di un cittadino tedesco processato per aver combattuto in Siria con lo Stato islamico. Il terzo elemento su cui si è riflettuto a livello europeo è l’introduzione, come misura di prevenzione, del ritiro del passaporto ai soggetti in procinto di partire per la Siria. In questo caso però ci si è trovati a riflettere su un dato che ha sollevato qualche perplessità. In Canada è stato ritirato il passaporto al soggetto che poi è andato ad attaccare il Parlamento. Ci si è chiesto se sia utile mantenere sul territorio persone che hanno un profilo di aggressività. Poi, parallelamente ai nuovi strumenti legislativi da introdurre per punire queste forme di condotta fino ad oggi non punibili con i nostri codici, ci sono altre iniziative”. 

Quali? 

“Iniziative e programmi di recupero sociale dei cittadini europei che hanno deciso di andare a combattere in Siria. Che puntano a far scoprire loro i valori di una società -
quella occidentale - in cui non si riconoscono. E’ uno degli obiettivi di questa campagna di deradicalizzazione che è stata promossa durante la presidenza italiana del semestre europeo. E’ un obiettivo difficile, certo, ma già la Germania, la Francia e la Danimarca hanno esempi avanzati di questo tipo di progetti”.

Abbiamo parlato dell’Europa. Ma per l’Italia, concretamente, che cosa si può fare?

“Si può finalmente creare l’ufficio di coordinamento nazionale delle Procure che si occupano di antiterrorismo, così come esiste la Direzione nazionale antimafia. Questa esigenza si avverte da anni, ma per ragioni prevalentemente politiche questo coordinamento non è mai stato creato. Anche se, dopo l’11 settembre, siamo arrivati ad affrontare il terrorismo islamista che ha natura transnazionale e impone un coordinamento fra l’azione sulle cellule presenti in Italia e quelle presenti all’estero. In oltre dieci anni, però, i suggerimenti degli esperti non sono mai stati ascoltati dal legislatore. Oggi abbiamo una rara possibilità: quella di portare a termine la creazione di un ufficio unico di coordinamento. C’è una proposta di legge pendente presso la commissione Giustizia che prevede l’estensione al terrorismo delle prerogative della Direzione nazionale antimafia, nella consapevolezza della diversità dei due fenomeni, ma anche tenendo presente la vicinanza riscontrata fra questi. Specie nei rapporti internazionali. Speriamo che sia la volta buona”.

Beppe Grillo all'assalto di Napolitano: "Dimissioni? Re Giorgio deve costituirsi"

Beppe Grillo all'assalto di Napolitano: "Dimissioni? Lui deve costituirsi"




"Le dimissioni di Napolitano? Lu non deve dimettersi, deve costituirsi": sono dure le parole di Beppe Grillo sul presidente della Repubblica, che oggi ha definito "imminente" la conclusione del proprio mandato. Nel corso di una conferenza alla stampa estera, il leader del Movimento Cinque Stelle ha aggiunto: "Stiamo dentro una struttura dei partiti dove ci hanno messo in un angolo, si sono alleati grazie al Presidente della Repubblica. Dovevamo governare noi che avevamo preso il 25%, perché non ci hanno dato l’incarico?". E ancora: "E' una persona che ha gravissime responsabilità. Ha firmato qualsiasi cosa, si è chiuso nell'ombra e si è inventato le larghe intese per allungarsi la carriera".

Il prossimo presidente... - Beppe Grillo ha tracciato l'identikit del prossimo presidente della Repubblica ideale: "Deve essere una persona che non firmi qualsiasi cosa, una persona di buon senso, normale e al di fuori degli schieramenti politici". Secondo Grillo, le condizioni dell'Italia sono pessime: "Questo paese ogni giorno che passa peggiora, mentre i partiti parlano di cose che non hanno più senso: parlano del presidente o della Corte Costituzionale o della Legge elettorale. E intanto stiamo peggiorando in tutti i campi". Grillo ha ribadito che, a suo parere, "l'Italia deve uscire dall'euro il prima possibile", e ha rivendicato il ruolo del suo movimento: "Noi stiamo proteggendo la democrazia. In Germania, in Francia, in Grecia stanno venendo su delle destre che non fanno i banchetti, vanno con i bastoni: noi non siamo razzisti, la destra ha lucrato sugli immigrati. Noi andiamo in mezzo alla gente, noi siamo la gente". Poi l'affondo su Romano Prodi: "Basta, non se ne può più. Sceglieremo un nostro candidato con le Quirinarie". 

Marò, l'erroraccio di Matteo Renzi che mette nei guai Latorre e Girone

Marò, l'erroraccio di Renzi che mette nei guai Latorre e Girone




Ancora un "erroraccio" nella complicata vicenda marò. Se Salvatore Latorre e Massimiliano Girone sono ancora oggi ostaggi della giustizia di Nuova Delhi la colpa questa volta è di Matteo Renzi. Dagospia che riporta infatti un retroscena su quello che accadde il 15 novembre scorso, quando il premier e il presidente indiano Narendra Modi si sono appartati per discutere appunto sulla questione marò. Al termine dell'incontro il presidente del Consiglio italiano sottolineò con i giornalisti che era importante evitare le polemiche sui marò per non mettere a repentaglio i molti rapporti con l’India. Quello che Renzi non disse è che Modi lo incoraggiò a seguire la strada delle trattative informali, quelle che vengono condotte attraverso i servizi segreti. Cosa che l’Italia ha puntualmente fatto, con l’impegno costante del sottosegretario Marco Minniti e del capo dell’Aise, Alberto Manenti. Un "erroraccio" secondo Dagospia. Renzi si sarebbe infatti fatto fregare perché la giustizia indiana però è indipendente dal governo e i due marò restano nei guai. In pratica il presidente del Consiglio Renzi è caduto in una mezza trappola e si è perso tempo prezioso per sollevare invece un arbitrato internazionale su tutta la vicenda, strada che ovviamente è incompatibile con quella dei negoziati riservati.

Nomi azzurri per la corsa al Colle: "No alla Severino, ecco chi vogliamo"

Forza Italia, Giovanni Toti: "La Severino non va bene per il Quirinale"




Dopo l'annuncio delle "imminenti dimissioni" di Giorgio Napolitano, Giovanni Toti parla del prossimo presidente della Repubblica. L'eurodeputato di Fi e consigliere di Berlusconi ne ha parlato oggi a Un Giorno da Pecora, il programma di Rai Radio2 condotto da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro. C'è anche il patto per il Colle in quello del Nazareno? “Il Patto del Nazareno è una cosa seria. E non comprende l'elezione del Presidente della Repubblica”. 

I nomi - Accettereste Romano Prodi come nome per il Quirinale? “Lo escludo assolutamente, per noi no”. Berlusconi ha detto che voleva Amato. “Lui è un moderato che ha un curriculum di tutto rispetto. Il Presidente non ha fatto il suo nome per bruciarlo”. E la Severino? “Ritengo che la Severino abbia fatto parte di un governo che abbia fatto danni a questo paese, non mi pare possa esser una candidata”. E Casini? “Un centrista che viene dalla nostra area politica”.

Condizioni di Salvini al Sud "Ecco cosa voglio da chi mi seguirà"

Matteo Salvini presenta "Con Salvini", il movimento per il Sud




Si chiamerà "Con Salvinì" il movimento a trazione leghista per il centrosud che Matteo Salvini lancerà ufficialmente domani in una conferenza stampa alla Camera. Lo ha detto lo stesso leader del Carroccio al Tg2. Per Salvini "al sud non vogliono vecchi simboli, vogliono che si rompa con il passato". Così il leader del Carroccio vuole porre dei paletti per costruire una struttura solida al sud. Salvini punta al coinvolgimento diretto di giovani, professionisti, imprese. 

Porte chiuse ai riciclati - Insomma, sembrerebbe essere la società civile prima ancora che qualunque gruppo organizzato, il motore di questo nuovo progetto a cui il segretario ha lavorato quasi in completa autonomia, con l’aiuto solo di un pugno di fedelissimi. Salvini vuole chiudere le porte a quelli che lui stesso ha definito gli infiltratì o i riciclati. Blindare il nuovo soggetto rispetto ai tanti che ambirebbero a salire sul carro del Salvini vincitore è stato il lavoro principale del leader leghista, il cui timore parrebbe essere più quello di "mischiarsì con situazioni che considera già bruciate piuttosto che non quello di raccogliere abbastanza consensi". 

Le condizioni - Anche perché il nuovo soggetto con Salvinì si configurerà, almeno secondo quanto trapelato finora, come una struttura snella che non avrà bisogno necessariamente di appoggiarsi su apparati già esistenti. Giù dal carro, quindi, almeno per il momento, tutti gli ex e i vari movimenti, partiti e partitini che puntano sulla nuova Lega: intanto il segretario porta avanti il suo movimento, tempo per le alleanze fino alle elezioni poi ce n’è sempre. Una cosa è certa, guardando i sondaggi se la Lega dovesse sfondare al Sud potrebbe davvero pensare di prendersi la leadership del centrodestra. 

giovedì 18 dicembre 2014

Sì al commercio di ovuli non fecondati: dall'Europa la svolta / Siete d'accordo?

Via libera dall'Europa alla commercializzazione degli ovuli non fecondati




Un ovulo umano manipolato ma non fecondato può essere brevettato a fini industriali o commerciali. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Unione europea, secondo cui "un organismo non in grado di svilupparsi in essere umano non costituisce un embrione umano ai sensi della direttiva sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. Pertanto -afferma la Corte in una nota- le utilizzazioni di un organismo del genere a fini industriali o commerciali possono essere, in linea di principio, oggetto di brevetto".

Il caso Brustle - La decisione di oggi in parte ribalta quanto stabilito dalla Corte nel 2011, quando con la sentenza nel caso Brustle la Corte aveva stabilito che "la nozione di embrione umano comprendeva gli ovuli umani non fecondati" dal momento che "tali ovuli erano tali da dare avvio al processo di sviluppo di un essere umano". Questo quindi li rendeva non brevettabili. Chiamata però dall’Alta Corte di giustizia del Regno Unito a stabilire se tutti gli ovuli siano in grado di dare adito a un processo di sviluppo di essere umano, la Corte Ue ha oggi chiarito che questo non necessariamente avviene in tutti i casi.

Non è un embrione - "Il solo fatto che un ovulo umano attivato per partenogenesi inizi un processo di sviluppo non è sufficiente per considerarlo un embrione umano", sostengono i giudici della Corte. Di conseguenza, quando si può dimostrare che da un ovulo non potrà derivare un essere umano, allora l’uso di tale ovulo è brevettabile a fini industriali o commerciali, conclude la Corte. Il caso era partito da un ricorso della multinazionale biotech International Stem Cell Corporation, che ritiene appunto che gli ovuli da essa usati nei suoi processi industriali non siano in grado di svilupparsi in esseri umani.

Fondi pensione, Irap, sgravi e autonomi Tutte le mosse del governo: cosa cambia

Fondi pensione, Irap e sgravi agli autonomi, cosa cambia




I fondi pensione e le casse di previdenza potranno beneficiare di un credito d’imposta per gli investimenti; lo sconto potrà portare alla sterilizzazione dell'incremento delle aliquote sui rendimenti. La commissione Bilancio del Senato ha approvato l’emendamento alla legge di stabilità, presentato dal relatore, Giorgio Santini. Con la manovra (stamattina si scioglieranno gli ultimi nodi) l'imposizione è passata dal 20% al 26% per le casse di previdenza e dall'11% al 20% per i fondi pensione. Con le modifiche sarà possibile avere uno sconto pari all’aumento, per gli investimenti, a partire dall’anno d’imposta 2015. Il taglio ai patronati viene ridotto a 35 milioni di euro, dai 150 milioni previsti.

Autonomi - Le imprese senza dipendenti potranno usufruire di un credito di imposta del 10% a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014. La misura riguarda 1,4 milioni di automi che, non avendo dipendenti, non possono dedurre dall’Irap il costo del lavoro e sarebbero dunque penalizzati dall’aumento dell’aliquota Irap dal 3,5% al 3,9% previsto dalla legge di stabilità. Considerato che il credito d’imposta è fruibile l’anno successivo a quello di maturazione, la misura determina un effetto finanziario negativo di 163 milioni di euro per il 2015 e altrettanti per il 2016 e il 2017. 

Partecipate - Novità anche per le partecipate locali: vanno chiuse o accorpate le società partecipate che hanno meno di 10 dipendenti o più amministratori che dipendenti e quelle con fatturato sotto i 100mila euro. Sanzioni in caso di mancato taglio sia all'amministrazione sia ai dirigenti.

Quella voce che gira a sinistra: nuovo patto Renzi-Berlusconi

Patto del Nazareno, accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: Italicum in vigore dall'1 settembre 2016


di Claudio Brigliadori 


C'è una voce che gira a sinistra: congelare la legislatura per tutto il 2016 e andare al voto nella primavera del 2017, tra due anni abbondanti. Sarebbe questo il contenuto del "nuovo" Patto del Nazareno tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, uniti da obiettivi comuni: neutralizzare, o far rientrare, i frondisti di Pd e Forza Italia, tranquillizzare chi teme le urne anticipate e raffreddare il clima di guerra latente intorno al nome del nuovo presidente della Repubblica. Il timing in Parlamento è rischiosissimo: entro il 20 gennaio dovrà arrivare il via libera alla legge elettorale in Senato e quasi contemporaneamente potrebbe scattare l'iter per l'elezione del successore del dimissionario (sì, ma quando?) Giorgio Napolitano. Già tra Montecitorio, Palazzo Madama e social network girano parole chiave del tipo #melina, #ricatti e #minaccia, giusto per capire il clima poco sereno che regna tra dem e azzurri. Forza Italia, per bocca di Renato Brunetta, vorrebbe legare i due temi, Italicum e toto-Colle. Il Pd, spiega il capogruppo alla Camera Roberto Speranza, non ci sta affatto. Ma a placare i bollenti spiriti potrebbe arrivare, ora, la nuova intesa tra i due leader. 

Il Nazareno reloaded - Secondo Repubblica, la stretta di mano sarebbe arrivata un paio di sere fa, in gran segreto. Denis Verdini, lo sherpa del Cavaliere, avrebbe incontrato nuovamente Renzi e il suo braccio destro Luca Lotti a Palazzo Chigi. Accordo sui contenuti del "Nazareno reloaded": sì all'Italicum e poi sul Colle. Il problema, come detto, erano i tempi. Passata la legge elettorale, molti temono che Renzi voglia forzare la mano, eleggere un presidente della Repubblica disposto a sciogliere subito le camere (magari Romano Prodi?) e consegnare la vittoria al segretario del Pd. Per questo molti forzisti vorrebbero bloccare tutto, col rischio di ripetere grosso modo quanto accaduto nel 2013, con l'ingorgo tra Palazzo Chigi e Quirinale: allora c'era in ballo la scelta del premier, oggi le elezioni, ma poco cambia. E dunque, ecco l'incontro a metà strada posticipando l'entrata in vigore effettivo dell'Italicum. Renzi la voleva far scattare l'1 giugno 2016, Berlusconi il 31 dicembre dello stesso anno. Ha vinto il compromesso: 1 settembre 2016, che considerando i tempi tecnici rende impossibile tornare alle urne prima del 2017. Se il premier, incassata la riforma della legge elettorale e la scelta del nuovo presidente, vorrà poi sparigliare e far cadere il suo governo, dovrà accettare il rischio di farsi votare dagli italiani con il Consultellum, la legge elettorale uscita dalla bocciatura del Porcellum da parte della Corte Costituzionale. Un rischio per lui, ma anche per tutti gli altri (compresi quelli nel Pd).

Clamorosa telefonata a Benigni dopo "I dieci comandamenti": "Ciao Roberto, sono il Papa". Ecco cosa si sono detti

Papa Francesco telefona a Benigni, ecco cosa gli dice




Papa Francesco ha chiamato Roberto Benigni dopo il successo televisivo - quasi un miracolo con oltre dieci milioni di spettatori - dei Dieci Comandamenti. Pare che il pontefice, come scrive il Giornale, abbia telefonato al comico per ringraziarlo, per aver portato sul grande schermo un tema così importante. Monsignor Vincenzo Paglia, che lo ha sentito, racconta: "Roberto era molto commosso al telefono, mi ha detto che anche per lui si tratta di un miracolo di ascolto da parte della gente". 

Ma forse Benigni era commosso anche per la telefonata di Bergoglio. Un alto prelato ben informato dice: "E' molto molto probabile che Francesco lo abbia chiamato". E alcune persone vicine al regista confermano la conversazione "affettuosa" tra i due. Di sicuro lo show è piaciuto moltissimo in Vaticano: "Un grande spettacolo", commentano i cardinali, "lui è bravissimo ed è stata un'ottima scelta occuparsi di un tema così bello vicino a Natale". 

MULTE, LA SENTENZA CHOC Sì al super vigile 24 ore su 24: ecco perché può cambiare tutto

Multe, la sentenza choc a Parma: "I vigili possono farle anche fuori servizio" 




I vigili potranno fare multe 24 ore su 24. Anche fuori dall'orario di lavoro, sette giorni su sette. Un cittadino di Parma che, nel lontano agosto 2009, era stato multato da un agente della polizia municipale fuori dall'orario di servizio. La "vittima" aveva presentato ricorso e nei giorni scorsi, dopo tre anni di sentenze il giudice civile del Tribunale di Parma ha scritto la parola fine, confermando la contravvenzione. E stabilendo che gli agenti possono accertare le infrazioni stradali anche quando sono fuori servizio, quindi ventiquattro ore su ventiquattro. La decisione del tribunale parmense, che evidentemente apre scenari "preoccupanti" per gli automobilisti, è stata accolta con sorpresa anche dallo stesso comune di Parma, che con un comunicato lo scorso fine settimana ha informato i propri cittadini.

La sentenza choc - "L'esito era tutt’altro che scontato - si legge nella nota - e la sentenza è stata accolta non senza sorpresa. Probabilmente sarà una di quelle cause che fanno giurisprudenza, tanto che ha attirato l’attenzione anche di qualche giornale nazionale. Il Tribunale di Parma, con sentenza n. 892/2014, ha decretato che gli agenti della Polizia Municipale possono accertare le infrazioni stradali anche quando sono fuori servizio, quindi 24 ore su 24, purché ciò avvenga sul territorio di loro competenza".

Il caso e le conseguenze - La storia, che potrebbe cambiare per sempre il "mondo delle multe", risale, come racconta Today, addirittura all’agosto 2009, quando un agente della polizia municipale di Parma, fuori dall’orario di servizio, aveva assistito a una grave infrazione e aveva annotato il numero di targa di un auto che aveva commesso un'infrazione su una carreggiata. Da lì è arrivata la sanzione. Ora dopo anni di cause legali è arrivato il verdetto: la sanzione è valida anche se registrata fuori dall'orario di lavoro. La sentenza rischia di essere una "slavina" per milioni di automobilisti.