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domenica 29 gennaio 2017

Così 40 anni fa Silvio divenne "Cav" Che cosa e a chi scrisse / Guarda

Berlusconi: la lettera che 40 anni fa scrisse per diventare "Cavaliere"



E' ancora Cavaliere, non è più Cavaliere. Il dibattito, seppur un po' stancamente, prosegue dopo che, in seguiti alla condanna ricevuta in via definitiva, a Silvio Berlusconi è stato revocato il titolo di cavaliere della Repubblica. Ma in realtà, lui Cav resta comunque, dato che può fregiarsi (basta guardare su Wikipedia" di diversi altri Cavalierati.

Già, ma quando e come il leader di Forza Italia assunse quel titolo col quale sarebbe poi stato indicato per gli anni a venire da amici e no? Era il 1977 e lui già da anni costruttore di successo, decise di auto-perorare la sua causa scrivendo una lettera in terza persona all'allora ministro dell'Industria e del Commercio, il democristiano Carlo Donat Vattin. Una lettera che è stata recuperata e pubblicata dal settimanale Oggi e ripresa dal sito di news e gossip dagospia.com. Eccola nella sua forma integrale. Quaranta anni esatti dopo, descrive in modo obiettivo berlusconi come poche altre cose.

"Ideatore e realizzatore di Milano 2, l'unità urbana che per prima in Italia è stata realizzata completa di tutte le opere di urbanizzazione, e la prima città al Mondo in cui è stato affrontato e risolto il problema delle auto. Conosciuto all'estero e spesso invitato per conferenze e consulenze su temi di carattere urbanistico, specialmente per il nuovo modo da lui ideato di progettare le città, tenendo conto della presenza della automobili. Si continua infatti a progettare nel 1977 come nel 1877, senza tener conto del mutamento avvenuto per l'invasione delle macchine.

Il dottor Berlusconi, nato a Milano, è di antichissima famiglia milanese. Milanista dalla nascita e calciatore in erba, avendo disputato campionati con le squadre giovanili, laureato in legge col massimo dei voti all'Università statale di Milano, premio Giannino Manzoni per la pubblicità, ha avuto una carriera che ha del favoloso. È entrato a far parte di una impresa di costruzioni come addetto commerciale. In brevissimo tempo diventa direttore generale.

Forma poi una équipe con la quale si fa promotore di realizzazioni importanti, come una città di 4 mila abitanti a Brugherio e un'altra di 10 mila abitanti, da tutti oggi ammirata, quale Milano 2. Il dottor Berlusconi è oggi consulente internazionale delle più importanti società immobiliari del mondo, con la equipe di giovani architetti - l'architetto Ragazzi e altri - è chiamato anche da governi stranieri e comunità municipali che lo invitano a realizzare nuove città o centri urbani satellite.

Il dottor Berlusconi è un uomo di una proverbiale riservatezza: sono pochissimi fra gli stessi abitanti delle sue città a conoscerlo. Amico personale di Agnelli, Ursini, Merzagora, Borghi e Fabbri, stimato presso tutti gli ambienti finanziari e nell'ambiente bancario, è un lavoratore infaticabile e trascorre molte ore della notte al lavoro.

Stupisce i suoi collaboratori per l'infaticabile lena che lo anima, tiene le fila di tutti i suoi progetti, che entusiasticamente crea senza lasciare alcuno in sospeso. Uomo di solida cultura per il suo buongusto, mette un'impronta di signorilità in tutte le sue realizzazioni.

Amante dell'arte, possiede un'importante collezione di dipinti del Cinquecento e del Settecento. Sono molti coloro che per il suo dinamismo e la sua concretezza lo paragonano a Rizzoli, ai Mondadori. Dotato di un'eccezionale carica umana e di un'istintiva simpatia, è un trascinatore di uomini, è un grande realizzatore".

Feltri: "L'Europa impari da Trump" La frase "terminale" sugli islamici

Feltri: onore a Trump, pensa al suo Paese e ci indica la via


di Vittorio Feltri



Non aveva ancora finito di annunciare i nuovi provvedimenti e già erano scattate le feroci critiche dei suoi stolti detrattori, numerosi sia in patria sia a livello internazionale. Qualunque cosa decida di fare, Trump è travolto da polemiche pretestuose, ispirate a pregiudizio. Ma il presidente per fortuna dà l'impressione di infischiarsene bellamente delle voci stridule che lo insultano e va avanti imperterrito per la propria strada, lungo la quale gli elettori non gli risparmiano applausi.

Onore all'uomo che dimostra di essere coerente tra quello che diceva durante la campagna elettorale e quello che mette in pratica, iniziative coraggiose e di buon senso. Mi riferisco in particolare al blocco per alcuni mesi delle immigrazioni dai Paesi islamici, dai quali partono migliaia di persone dalla reputazione dubbia, gente che non offre garanzie di comportarsi nel Paese ospitante secondo regole democratiche.

Nella massa di islamici provenienti dal Medioriente, come abbiamo verificato anche in Europa, c'è di tutto, terroristi compresi che mirano a sovvertire l'ordine costituito piegandolo ai precetti religiosi del Corano, in omaggio al quale è lecito violare ogni codice penale occidentale.

In altri termini, la civiltà musulmana non è compatibile con quella cristiana. Ecco perché Trump, superando le teorie dell' accoglienza cieca in voga tra i progressisti di mezzo mondo, ha imposto la chiusura momentanea delle frontiere a chiunque non sia in linea con le leggi statunitensi, precisando che la precedenza vada ai cristiani, la cui cultura non è in attrito con quella statunitense. Il discorso di Donald è condiviso da una moltitudine anche di europei alle prese con una immigrazione incontrollata che ha prodotto guai seri, tra i quali attentati sanguinosi e seriali. A mali estremi, estremi rimedi.

Non c'è alternativa. E Trump, uomo concreto e abituato a risolvere i problemi e poco incline a perdere tempo in discussioni oziose, non ha esitato a vietare l' ingresso negli Usa a coloro che per motivi ideologici minacciano la convivenza pacifica dei cittadini americani.

È un provvedimento radicale ma saggio, l'unico in grado di limitare il pericolo di sopraffazioni e di scontri sanguinosi. Opporvisi con argomenti fumosi, astratti e di tipo pseudo etico è una fuga dalla realtà destinata a produrre una catastrofe, già in atto, per altro. Nel ribadire di essere pienamente d'accordo con la politica terra terra di Trump tesa a difendere gli interessi nazionali, ci auguriamo che, esaurito l' effetto scandalo alimentato dai cretinetti di sinistra, anche l'Italia la adotti a costo di mandare al diavolo l'Europa e le sue disposizioni che tanti disastri ci ha «regalato».

Due parole merita anche la disputa sul muro che separa gli Usa dal Messico. Un muro che fu ideato e in parte costruito dalla amministrazione Clinton, portato avanti da Bush e perfino da Obama.

Che male c'è se Trump prosegue nell'opera? La questione dei muri è addirittura ridicola. Nessuno si domanda perché da certi Paesi la gente scappa e non c' è anima che si preoccupi di intervenire affinché ciò non accada. Ma tutti, o quasi, se la prendono con chi si tutela contro le invasioni barbariche che un tempo si combattevano con le armi e che oggi invece si incentivano con l'accoglienza a spese dei contribuenti.

"TEATRO CAIVANO ARTE" Concerto di Beneficenza, Papaccioli: "Manifestazione di qualità"

"TEATRO CAIVANO ARTE" Concerto di Beneficenza, il dott. Giuseppe Papaccioli: "Manifestazione di qualità"



di Angela Bechis


Dott. Giuseppe Papaccioli

Grande partecipazione al concerto di beneficenza che si è tenuto sabato scorso alle ore 18.00 intitolato a "Lello e Ruocco". L'evento, diretto dal Maestro, Dilillo Francesco Saverio, ha fatto il tutto esaurito. 

"Le persone hanno risposto bene e ne siamo orgogliosi". Così l'imprenditore caivanese, Antonio Licito.

Una serata di musica all'insegna della solidarietà e del divertimento che ha visto avvicendarsi sul palco dell'Auditorium Caivano Arte, oltre al Maestro Dilillo, anche i solisti: Francesco Malapena, Enzo Errico, Giacomo Mosca e Gloria Vardaci. 

Presente anche il Dirigente Asl, Dott. Giuseppe Papaccioli, già Sindaco di Caivano, che nota: "E' stata una bellissima Manifestazione. Un evento di qualità. Complimenti agli organizzatori, Antonio Licito e Pasquale Salzillo. Grande partecipazione anche della Società Civile, che risponde sempre attenta quando si tratta di beneficenza e solidarietà. Che gli organizzatori vadano avanti su questi temi di sensibilizzazione". 

I segreti di una vita in salute si nascondono nel microbioma

I segreti di una vita in salute si nascondono nel microbioma



di Matilde Scuderi



Il microbioma, l'insieme di quasi 100 trilioni di cellule batteriche che si trova nel nostro apparato digerente, influenza moltissimo la nostra salute e durante il corso della nostra vita cambia e si modifica in modo sostanziale. Ne consegue che studiare il microbioma dei centenari e ultra-centenari potrebbe aiutare a capire perché certe persone e non altre vivono così a lungo, nonché fornire strategie per migliorare lo stato di salute e assicurare un vita e longeva alle nuove generazioni. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha analizzato i dati esistenti in letteratura nel mondo e realizzato uno studio che ha messo a confronto il microbioma di pazienti di differenti fasce di età, giovani adulti (30 anni in media), over 65 e due gruppi di individui super longevi reclutati in Emilia Romagna: 15 centenari (99-104 anni) e 24 super-centenari (105-109 anni).

“Il microbioma che colonizza il tratto gastrointestinale umano - spiega Patrizia Brigidi, autrice della pubblicazione e ricercatrice al dipartimento di farmacia e biotecnologie dell’Università di Bologna -rappresenta uno dei più complessi ecosistemi microbici a oggi identificati, in termini sia di concentrazione che di composizione. Il rapporto di simbiosi mutualistica del microbioma con l’uomo, impatta su numerose caratteristiche fisiologiche, metaboliche e immunologiche che possono avere un ruolo determinante sulla salute dell’ospite. Negli ultimi anni l’impiego di tecniche per il sequenziamento massivo del genoma del microbioma, ha consentito di studiare in maniera approfondita non solo la sua diversità filogenetica, ma anche di identificare e annotare diverse matrici di geni microbici che codificano numerose funzioni biochimiche e metaboliche, non codificate dal genoma dell’uomo. Si è inoltre dimostrato - conclude l’esperta - che il microbioma intestinale presenta una traiettoria specifica nel corso della vita dell'ospite, con profili composizionali e funzionali correlati all’età. I nostri studi sui centenari e semi-super-centenari hanno consentito di identificare cluster di microrganismi e di loro geni che sono caratteristici dell’invecchiamento estremo e correlati a diversi aspetti metabolici e infiammatori dei centenari, confermando così il ruolo del microbioma nel processo pato-fisiologico dell’invecchiamento e aprendo prospettive di rimodulazione di un microbioma funzionalmente compromesso mediante opportuni interventi dietetici, assunzione di fibre”.

Anche il microbioma invecchia. È stato dimostrato che, con l’avanzare dell’età, si riduce la diversità dei microrganismi che popolano l’intestino, aumenta la colonizzazione da parte di specie opportunistiche, con un ri-arrangiamento della popolazione saccarolitica e proteolitica, a favore di quest’ultima, e una riduzione dei ceppi batterici che producono acidi grassi a catena corta. Secondo quanto riportato dagli esperti, a causare queste modificazioni potrebbero essere alcuni cambiamenti (fisiologici o di stile di vita) tipici della terza età. La caduta o la mancanza di denti, l’alterata percezione del gusto o dell’olfatto potrebbero per esempio favorire un’alimentazione povera di fibre, che a sua volta provoca un calo della popolazione batterica in grado di estrarre questi nutrienti dai cibi. Oppure, la progressiva diminuzione dell’attività fisica potrebbe ridurre la motilità intestinale, e di conseguenza provocare una maggiore proliferazione di batteri opportunisti.

Quali i batteri hanno un effetto positivo sulla salute. Se si analizza la questione da un punto di vista co-evolutivo e dell’ecosistema microbico, si può ipotizzare che gli individui più longevi siano caratterizzati da un microbioma intestinale in grado di ristabilire con l’organismo un nuovo equilibrio ogni qualvolta si verifica un cambiamento fisiologico o nello stile di vita. È però fondamentale capire quali modificazioni del microbioma siano strettamente correlate all’avanzare dell’età, e quali invece siano legate alla 'nazionalità' dell’individuo, e quindi alla genetica, allo stile di vita, all’ambiente e alle abitudini alimentari. A questo scopo, sarà necessario confrontare i dati di sequenziamento del microbioma intestinale ottenuto da coorti di individui longevi sani reclutati in tutto il mondo, in modo da individuare eventuali analogie e chiarire come l’ecosistema microbico dell’intestino possa contribuire ad allungare la vita, ma soprattutto a conservare, più a lungo, una buona salute.

Il microbioma, nuova frontiera della ricerca scientifica. Il microbioma umano è l’insieme dei microbi che si trovano nel nostro corpo e dei loro geni formano un vero e proprio 'super-organismo' composto da cellule umane e non umane, dove le cellule batteriche sono 10 volte di più delle nostre: 100 trilioni contro 10 trilioni. Il microbioma, principalmente quello intestinale, si modifica in funzione della dieta, dell’attività fisica, delle medicine assunte e sempre più studi correlano la biodiversità del microbioma a stati patologici quali obesità, patologie cardiovascolari, malattie autoimmuni, depressione, patologie neurologiche, fino al processo di invecchiamento vero e proprio. La Società italiana di microbiologia (Sim) per diffondere la conoscenza di questi argomenti che si stanno rivelando di giorno in giorno più decisivi per capire come funziona il nostro organismo e la nostra salute ha patrocinato la nascita di www.Microbioma. it un progetto di comunicazione digitale e di informazione indipendente che punta a promuovere la divulgazione delle sempre più numerose ricerche sul micro bioma.

Il 'fegato grasso' nei bambini? Stato di salute con l’ecografica

Il 'fegato grasso' nei bambini? Stato di salute con l’ecografica


di Eugenia Sermonti



Novità diagnostiche per una malattia sempre più frequente nell’infanzia, il ‘fegato grasso’: una tecnica del tutto non invasiva consente di vedere se il fegato del bambino abbia iniziato a perdere funzionalità divenendo meno elastico e sviluppando fibrosi epatica. La novità consiste proprio nella possibilità di misurare l’elasticità dell’organo, che è direttamente correlata alla presenza o meno di fibrosi. L’esame, basato su una nuova metodica elastografica, somiglia a una semplice ecografia ed è totalmente non invasivo, quindi si può ripetere nel tempo. L’utilizzo di questo esame permette dunque di evitare metodiche più invasive come la biopsia, particolarmente ‘pesanti’ specie su pazienti pediatrici. L’uso dell’elastografia sui piccoli pazienti è stato promosso da una ricerca condotta tramite una partnership tra Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, coordinata dal professor Valerio Nobili, direttore Malattie Epato-Metaboliche del nosocomio pediatrico e dal professor Antonio Gasbarrini, direttore dell’Area Gastroenterologia del Gemelli con il supporto tecnico della dottoressa Lidia Monti del dipartimento immagini del Bambino Gesù. Lo studio è stato pubblicato di recente sulla rivista americana ‘Radiology’ e vede come primo autore il dottor Matteo Garcovich dell’UOC Medicina Interna Gastroenterologia e Malattie del Fegato del Policlinico A. Gemelli.

La malattia. Nei bambini dei paesi occidentali la steatosi epatica e la steatoepatite (fegato grasso) può colpire fino al 20-40% dei bambini obesi, come segnalato dalle ultime linee guida americane per lo studio del fegato grasso in ambito pediatrico. Il 25-40% di questi bambini va incontro a una progressione di malattia nel corso di pochi anni, con un rischio aumentato di sviluppo di diabete mellito e delle complicanze legate all'epatopatia. Rispetto alla fine degli anni '80 la prevalenza del fegato grasso è aumentata di quasi 3 volte nella popolazione pediatrica, per cui è lecito aspettarsi per il futuro prossimo una vera e propria ‘epidemia’ secondaria allo sviluppo precoce di tutte le malattie metaboliche (diabete, cirrosi epatica, complicanze cardiovascolari e coì via). Una delle conseguenze più subdole e pericolose del fegato grasso nel breve-medio periodo è la formazione di fibrosi epatica, ovvero di un tessuto cicatriziale nell’organo, che compromette la sua funzionalità. Nei bambini, essendo la malattia del fegato presente solo da alcuni anni, è raro trovare sintomi legati a una ridotta funzione epatica. Nella maggior parte dei casi si rilevano segni di sofferenza epatica tramite le analisi del sangue che evidenzino un aumento delle transaminasi (enzimi epatici). Nella pratica clinica è importante escludere che ci sia fibrosi epatica in tutti i bambini che presentino valori alterati persistenti (per oltre 6 mesi) delle transaminasi e degli altri indici di ‘citonecrosi epatica’ come le gamma-GT. Accertare la presenza o meno di fibrosi epatica è molto importante perché la prognosi delle malattie del fegato è strettamente legata alla presenza della fibrosi. La fibrosi epatica nel corso degli anni può andare incontro a evoluzione fino alla cirrosi epatica e agli scompensi da insufficienza epatica. Fino a pochi anni fa l'unico modo per attestare la presenza di fibrosi epatica era l'utilizzo della biopsia epatica che presenta ovvi limiti legati all'invasività della procedura e quindi alla impossibilità di ripetere l'esame nel tempo. Le metodiche elastografiche permettono di valutare la presenza della fibrosi epatica in maniera non-invasiva e, soprattutto, di ripetere l'esame più volte nel corso del tempo per monitorare la progressione di malattia o l'efficacia delle terapie.

Lo studio.  Nello studio sono stati arruolati solo bambini (età media 12.6 anni; range 8-17 anni) con diagnosi di steatoepatite accertata tramite biopsia epatica. Si tratta di bambini quasi sempre sovrappeso o obesi. Per verificare la presenza di fibrosi gli esperti del Policlinico A. Gemelli hanno utilizzato l’elastografia, una tecnica in grado di valutare la perdita di elasticità del fegato, basandosi sul presupposto che lo sviluppo della fibrosi alteri l'elasticità complessiva dell'organo. I valori di ‘rigidità’ definiscono il grado di fibrosi epatica. In particolare gli esperti dell’Università Cattolica hanno utilizzato l’Elastografia real-time 2D-Shear Wave, tecnica di recente introduzione integrata in apparecchiature ecografiche tradizionali, che offre il vantaggio di visualizzare contemporaneamente l’immagine anatomica ecografica del fegato per la corretta selezione della zona da valutare. L’esame – della durata di non più di 5 minuti - si fa dunque con una speciale apparecchiatura ecografica implementata con software e programmi di ultima generazione. Finora la validità della tecnica è stata dimostrata ampiamente su pazienti adulti, mentre mancavano studi sulla popolazione pediatrica. La ricerca dei gastroenterologi del Gemelli e del Bambino Gesù promuove la tecnica anche per i bambini. La tecnica si è dimostrata precisa e altamente riproducibile anche quando utilizzata da due diversi operatori. Lo studio ha dimostrato l’efficacia e la riproducibilità della metodica nella diagnosi non-invasiva della fibrosi epatica di grado lieve e di grado moderato in un’ampia coorte di bambini e adolescenti affetti da fegato grasso. L’utilizzo di queste metodiche non invasive potrà in futuro ridurre drasticamente l’utilizzo della biopsia epatica per la diagnosi e il follow-up di questa importante causa di epatopatia in ambito pediatrico.

Gorbaciov, profezia agghiacciante: Apocalisse, "mondo pronto per la guerra"

Gorbaciov, parole agghiaccianti: "Il mondo si sta preparando a una guerra"



"I leader politici sembrano confusi, senza una guida. Ma nessun problema è più urgente della loro militarizzazione e della nuova corsa agli armamenti. Fermare questo disastro deve essere la nostra priorità perché la situazione attuale è troppo pericolosa". A lanciare l'allarme, attraverso il prestigioso settimanale americano Time, è Michail Gorbaciov, l'ultimo segretario della storia del Pcus e l'uomo che, di fatto, ha guidato per mano l'Unione Sovietica alla sua dissoluzione.

Il riferimento, ovvio, è allo smistamento di truppe Nato in Europa orientale, sul confine russo, che ha riportato le lancette degli equilibri mondiali ai tempi della Guerra Fredda, una tensione latente che Gorbaciov ha conosciuto sulla propria pelle. Dai politici ai commentatori, spiega, "è come se il mondo si stesse preparando per la guerra". Quant'è lontano il biennio 1985-86, quando con il presidente americano Ronald Reagan firmò il patto di non proliferazione nucleare decretando di fatto la fine degli armamenti e il tramonto, anche solo parziale, dell'Apocalisse atomica.

"Oggi invece la minaccia sembra ancora reale. Le relazioni tra le grandi potenze nucleare sono peggiorate con gli anni, i fabbricanti di armi e i loro sostenitori si stanno fregando le mani". Un patto anti-terrorismo, continua Gorby, è importante ma non basta. Serve, spiega, "una intesa sugli armamenti nucleari ma anche sulla difesa missilistica e sulle strategie militari". Nel mondo moderno, è il suo auspicio, le guerre dovrebbero essere dichiarate fuorilegge perché "nessuno dei problemi globali può essere risolto con una guerra. Non la povertà, non l'inquinamento, non le migrazioni né la crescita della popolazione o la fine delle risorse naturali". Il compito di dire basta ai conflitti bellici, conclude Gorbaciov, spetta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e l'iniziativa deve patire da Donald Trump e Vladimir Putin, che hanno la responsabilità di gestire l'80% degli arsenali atomici mondiali. Difficile che accada. Sicuramente non accadrà ora.

Clamoroso regolamento di conti in aula: toga brutale in faccia al ministro / Foto

Clamoroso in tribunale a Milano: Davigo (Anm), attacco brutale al ministro



Clamoroso in un aula di tribunale a Milano. Si inaugura l'anno giudiziario 2017 e a rompere il clima di sobria festa e rispetto istituzionale ci pensa Piercamillo Davigo, il magistrato di Mani Pulite oggi presidente dell'Anm, il sindacato delle toghe. Il suo attacco al ministro della Giustizia Andrea Orlando, anche lui in aula, è violento: "Io certamente non voglio essere ricordato come colui che ha abdicato alla difesa dell'indipendenza della magistratura, signor ministro. Spero che lei non voglia essere ricordato come quello che ha provato a violarla".

La risposta di Orlando non si è fatta attendere ed è altrettanto dura, anche se più morbida nei toni: "Ho trovato singolare il fatto che si contesti l'utilizzo del decreto per modificare l'età pensionabile e poi si contesti contemporaneamente il fatto di non aver usato il decreto per correggere quel presunto sbaglio, ma questa è una questione di forma. Io non credo che si stia attentando all'autonomia della magistratura perché si modifica l'età pensionabile, perché allora non mi saprei spiegare perché l'Anm non ha protestato quando si decise a suo tempo di portare l'età pensionabile da 70 a 75 anni. Se modificare l'età pensionabile significa scegliersi i giudici, allora questo vale tanto quando si abbassa l'età pensionabile, quanto quando si alza". Davigo ha accusato il governo di voler scegliere "chi fa il giudice in Italia". Orlando ha precisato: "Francamente credo che si tratti di una questione che attiene alla dimensione organizzativa, quindi è fondata l'esigenza di far fronte alle scoperture di organico: questo rilievo lo colgo e lo affronto. Non mi pare che si possano chiamare in causa questioni di carattere costituzionale, o altrimenti vanno chiamate in causa sempre, anche quando magari la misura è più gradita all'insieme della categoria".