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domenica 29 gennaio 2017

I segreti di una vita in salute si nascondono nel microbioma

I segreti di una vita in salute si nascondono nel microbioma



di Matilde Scuderi



Il microbioma, l'insieme di quasi 100 trilioni di cellule batteriche che si trova nel nostro apparato digerente, influenza moltissimo la nostra salute e durante il corso della nostra vita cambia e si modifica in modo sostanziale. Ne consegue che studiare il microbioma dei centenari e ultra-centenari potrebbe aiutare a capire perché certe persone e non altre vivono così a lungo, nonché fornire strategie per migliorare lo stato di salute e assicurare un vita e longeva alle nuove generazioni. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha analizzato i dati esistenti in letteratura nel mondo e realizzato uno studio che ha messo a confronto il microbioma di pazienti di differenti fasce di età, giovani adulti (30 anni in media), over 65 e due gruppi di individui super longevi reclutati in Emilia Romagna: 15 centenari (99-104 anni) e 24 super-centenari (105-109 anni).

“Il microbioma che colonizza il tratto gastrointestinale umano - spiega Patrizia Brigidi, autrice della pubblicazione e ricercatrice al dipartimento di farmacia e biotecnologie dell’Università di Bologna -rappresenta uno dei più complessi ecosistemi microbici a oggi identificati, in termini sia di concentrazione che di composizione. Il rapporto di simbiosi mutualistica del microbioma con l’uomo, impatta su numerose caratteristiche fisiologiche, metaboliche e immunologiche che possono avere un ruolo determinante sulla salute dell’ospite. Negli ultimi anni l’impiego di tecniche per il sequenziamento massivo del genoma del microbioma, ha consentito di studiare in maniera approfondita non solo la sua diversità filogenetica, ma anche di identificare e annotare diverse matrici di geni microbici che codificano numerose funzioni biochimiche e metaboliche, non codificate dal genoma dell’uomo. Si è inoltre dimostrato - conclude l’esperta - che il microbioma intestinale presenta una traiettoria specifica nel corso della vita dell'ospite, con profili composizionali e funzionali correlati all’età. I nostri studi sui centenari e semi-super-centenari hanno consentito di identificare cluster di microrganismi e di loro geni che sono caratteristici dell’invecchiamento estremo e correlati a diversi aspetti metabolici e infiammatori dei centenari, confermando così il ruolo del microbioma nel processo pato-fisiologico dell’invecchiamento e aprendo prospettive di rimodulazione di un microbioma funzionalmente compromesso mediante opportuni interventi dietetici, assunzione di fibre”.

Anche il microbioma invecchia. È stato dimostrato che, con l’avanzare dell’età, si riduce la diversità dei microrganismi che popolano l’intestino, aumenta la colonizzazione da parte di specie opportunistiche, con un ri-arrangiamento della popolazione saccarolitica e proteolitica, a favore di quest’ultima, e una riduzione dei ceppi batterici che producono acidi grassi a catena corta. Secondo quanto riportato dagli esperti, a causare queste modificazioni potrebbero essere alcuni cambiamenti (fisiologici o di stile di vita) tipici della terza età. La caduta o la mancanza di denti, l’alterata percezione del gusto o dell’olfatto potrebbero per esempio favorire un’alimentazione povera di fibre, che a sua volta provoca un calo della popolazione batterica in grado di estrarre questi nutrienti dai cibi. Oppure, la progressiva diminuzione dell’attività fisica potrebbe ridurre la motilità intestinale, e di conseguenza provocare una maggiore proliferazione di batteri opportunisti.

Quali i batteri hanno un effetto positivo sulla salute. Se si analizza la questione da un punto di vista co-evolutivo e dell’ecosistema microbico, si può ipotizzare che gli individui più longevi siano caratterizzati da un microbioma intestinale in grado di ristabilire con l’organismo un nuovo equilibrio ogni qualvolta si verifica un cambiamento fisiologico o nello stile di vita. È però fondamentale capire quali modificazioni del microbioma siano strettamente correlate all’avanzare dell’età, e quali invece siano legate alla 'nazionalità' dell’individuo, e quindi alla genetica, allo stile di vita, all’ambiente e alle abitudini alimentari. A questo scopo, sarà necessario confrontare i dati di sequenziamento del microbioma intestinale ottenuto da coorti di individui longevi sani reclutati in tutto il mondo, in modo da individuare eventuali analogie e chiarire come l’ecosistema microbico dell’intestino possa contribuire ad allungare la vita, ma soprattutto a conservare, più a lungo, una buona salute.

Il microbioma, nuova frontiera della ricerca scientifica. Il microbioma umano è l’insieme dei microbi che si trovano nel nostro corpo e dei loro geni formano un vero e proprio 'super-organismo' composto da cellule umane e non umane, dove le cellule batteriche sono 10 volte di più delle nostre: 100 trilioni contro 10 trilioni. Il microbioma, principalmente quello intestinale, si modifica in funzione della dieta, dell’attività fisica, delle medicine assunte e sempre più studi correlano la biodiversità del microbioma a stati patologici quali obesità, patologie cardiovascolari, malattie autoimmuni, depressione, patologie neurologiche, fino al processo di invecchiamento vero e proprio. La Società italiana di microbiologia (Sim) per diffondere la conoscenza di questi argomenti che si stanno rivelando di giorno in giorno più decisivi per capire come funziona il nostro organismo e la nostra salute ha patrocinato la nascita di www.Microbioma. it un progetto di comunicazione digitale e di informazione indipendente che punta a promuovere la divulgazione delle sempre più numerose ricerche sul micro bioma.

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