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domenica 4 gennaio 2015

Bechis: veleni e ripicche a sinistra La brutta storia di soldi ed evasione che fa litigare De Benedetti e Soru

Renzi pizzica De Benedetti sull’Iva. Lui accusa Soru, è guerra a sinistra

di Franco Bechis 



Matteo Renzi, attraverso l’Agenzia delle Entrate guidata dalla fedelissima Rossella Orlandi, ha pizzicato Carlo De Benedetti evadere oltre mezzo milione di Iva. L’accertamento del fisco è stato fatto sulla società M&C (ricordate la Management & Capitali nel cui consesso avrebbe dovuto celebrarsi - e non accadde - il matrimonio De Benedetti-Berlusconi?), controllata dalla holding per spa di cui unico azionista è proprio l’Ingegnere. Mancavano all’appello 617mila euro di versamenti Iva relativi all’anno 2008, e il conto è stato subito presentato dal fisco. De Benedetti ha deciso di pagare, ma non è finita lì. Perché la scelta successiva rischia di scatenare una piccola guerra tutta interna alla sinistra italiana. L’Ingegnere ha infatti utilizzato un Dpr del 1972 rivalendosi sul partner commerciale con cui era stato stipulato il contratto privo di quel versamento Iva. E ha presentato una fattura da 617mila euro tondi a Tiscali Financial Services Sa, la società lussemburghese del gruppo Tiscali di Renato Soru, altro imprenditore Pd di riferimento, che sembra avere gradito assai poco la mossa. Mentre è in corso quel regolamento dei conti fra i due finanzieri di sinistra, la Orlandi non ha perso tempo, inviando a De Benedetti per le stesse società un’altra contestazione, questa volta relativa al 2009: 80mila euro di Iva non versata. La somma era meno rilevante, e alla fine l’Ingegnere ha deciso di pagare senza opporsi né rivalersi su chicchessia. Tanto non ha sborsato un euro: è riuscito a compensare con altri crediti che vantava dal fisco, e l’evasione Iva è finita in gloria…

sabato 3 gennaio 2015

Pensioni, il giallo dei pagamenti Non si sa quando arrivano gli assegni

Pensioni, il caso dei pagamenti: caos sulle date




E' caos nel governo sulla data per il pagamento delle pensioni. Un pasticcio creato con la legge di Stabilità, che ha introdotto un nuovo termine, il 10 di ogni mese, accanto a quelli abituali del primo del mese per i pensionati Inps e del 16 per quelli dell’ex Inpdap (pubblico impiego). Ma a gennaio non ci saranno problemi, assicura l’Inps con un comunicato. Il prossimo mese "non ci sarà nessuna novità sul calendario dei pagamenti ", afferma l’istituto di previdenza, ribadendo che "gli assegni verranno liquidati come sempre il primo del mese e il 16". La questione si presenterà però nei mesi successivi, per cui, sottolinea l’Inps, occorrerà trovare "una soluzione". Insomma dal primo febbraio non ci saranno più certezze. 

Chi riguarda - Il problema riguarda i soli pensionati che incassano più assegni, compresi quelli di reversibilità e invalidità, legati a carriere sia nel settore pubblico sia nel privato. Per loro, stando alla legge di Stabilità, la nuova data sarebbe il 10 del mese, con un forte ritardo per chi finora ha riscosso il primo. Tuttavia l’Inps assicura che "farà di tutto per non introdurre una nuova scadenza, che non sia il primo e il 16 del mese" ed evitare "di procrastinare il pagamento delle spettanze". La questione era stata nuovamente sollevata ieri dallo Spi-Cgil che sollecita una risposta al governo e al nuovo presidente dell’Inps, Tito Boeri. Lo stesso Spi sottolinea che a gennaio gli assegni previdenziali saranno più leggeri perché i pensionati italiani dovranno restituire allo Stato una parte della rivalutazione ricevuta nel 2014, calcolata inizialmente con un tasso provvisorio dell’1,2% e poi assestatosi in via definitiva all’1,1%. In questo modo, secondo i calcoli del sindacato, una pensione minima perderà 5,40 euro rispetto a dicembre 2014 mentre una pensione da 1.500 euro perderà 16,30 euro.

Roma, sesso di gruppo in sacrestia: finisce in manette il parroco dei Parioli

Sesso di gruppo in sacrestia: in manette il parroco dei Parioli




Aveva lavorato come parroco in Argentina, nella provincia di Salta nell'estremo nord occidentale del Paese. E qui che il sacerdote, all'epoca dei fatti, parroco in uno dei 23 dipartimenti amministrativi della regione, ha compiuto abusi sessuali su una serie di ragazzi, arrivando addirittura ad organizzare orge di gruppo. Ora il parroco, da alcuni anni riparato in Italia, è stato arrestato in una chiesa romana, lo scorso 31 dicembre, ma la notizia è trapelata solo nella tardissima mattinata del 2 gennaio. L'arresto è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile, perché era pendente su di lui un ordine di carcerazione emesso dalle autorità argentine. 

Marò, Latorre ricoverato a Milano E l'India conferma: Girone è un "ostaggio"

Marò, Latorre ricoverato a Milano e arriva la conferma: l'India tiene Girone in ostaggio




Massimiliano Latorre è stato ricoverato in un ospedale di Milano per accertamenti. Secondo le indiscrezioni, il marò sarebbe arrivato in ospedale ieri per il programma di recupero dopo l'ischemia che lo ha colpito alla fine dello scorso agosto. Intanto spuntano nuove inquietanti particolari sulla vicenda. Il ministero indiano degli interni si è espresso contro la concessione di un permesso natalizio per Girone perché considerava la sua permanenza in India l'unica garanzia per il ritorno di Massimiliano Latorre. Lo scrive oggi il quotidiano indiano "The Economic Times". Il ritorno di Latorre è atteso per il 13 gennaio. 

"Così è più facile fare le multe..." La nuova arma dei vigili per punirci

La Spezia, arriva il libretto per le multe “elettroniche”




Addio al libretto delle multe. Lo spauracchio degli automobilisti va in pensione. La tecnologia va avanti e il quaderno delle multe diventa digitale. Lo sostituisce un palmare che dialoga in wireless con una ministampante dotata di carta termica che l’agente 2.0 ha nel cinturone. L'esperimento di La Spezia, come racconta il Secolo XIX è destinato ad allargarsi. Completa la dotazione una specie di mouse che parla in tempo reale con le schede intelligenti della Mobilità e Parcheggi di Atc che gli automobilisti spezzini hanno sul parabrezza. 

Cosa cambia - In pochi minuti nel centro storico di Spezia una coppia di agenti riesce a controllare senza problemi una fila di auto verificando in tempo reale se possono sostare in quell’area oppure lo fanno abusivamente perché il proprietario è residente in altro quartiere. L’agente tira fuori il palmare. Lo punta sulla sul parabrezza e in un attimo gli dice tutto. Proprietario. Residenza. E tutte le notizie sensibili. Gli dice anche che quell’auto lì non ci può stare ed ecco che in un batter di ciglia si accende la spia lampeggiante verde sulla ministampante che l’agente ha in vita. 

Multa su carta termica - Qualche secondo e la multa esce su carta termica, la stessa per capire che viene usata per le schedine dell’Enalotto. "Le potenzialità di questi oggetti sono importantissime – dice Alberto Pagliai, comandante dei Vigili Urbani della Spezia al Secolo XIX – e consentono di aver notizie in tempo reale. Scattare foto. Fare filmati. Insomma un grande ausilio in più. Tutte le notizie che ci dà la centrale operativa con un collegamento radio le abbiamo direttamente sul palmare. Per questo ci permetterà di ridurre anche il personale nella centrale da due a un operatore in caso di necessità". E ha aggiunto: "Abbiamo fatto una sperimentazione nel corso di questi mesi e adesso l’utilizzo diventa metodico e sarà incrementato progressivamente fino alla completa sparizione di tutte le dotazioni cartacee".

Mario Giordano: "Sembra il Duce, ma è solo l'incredibile Matteo delle nevi"

Giordano: "Sembra il Duce, ma è solo l'incredibile Matteo delle nevi"

di Mario Giordano 



Eia Eia Renzi là. Agenzia Ansa-Stefani del 1 gennaio 2015, ore 9.45: «Il premier ha voluto iniziare di buon’ora sulle piste da sci di Courmayeur. Ha lasciato alle 9.30 la caserma degli alpini Perenni e si è diretto verso gli impianti di risalita». Qualche figlio di perfido Albione, imparentato con un gufo, potrebbe pensare che le 9.30 segue dalla prima non sono proprio la «buon’ora» per uscire di casa. Ma si tratta di nemici del popolo, che impareranno presto la lezione a suon di olio di ricino alla fiorentina. Del resto è noto: chi si ferma è perduto. Se avanzo seguitemi, se indietreggio prendete lo skilift. 

Eia Eia Renzi là. Agenzia Ansa-Stefani del 31 dicembre 2014, ore 14.56: «Il premier si è tuffato con stile sicuro in una non stop di discese durata più di tre ore. Giacca azzurra, occhiali a specchio e attrezzatura impeccabile, non hanno impedito agli increduli sciatori di riconoscerlo». La folla osannante pare abbia cominciato a gridare: marciare per non marcire, sciare per non poltrire. 

Eia Eia Renzi là. Agenzia Stefani del 31 dicembre 2014, ore 14.56. «Neanche il tempo per lui di mettere gli sci che già sui pendii innevati ai piedi del Monte Bianco è tutto un “hai visto Renzi?”. Il rituale del selfie non è stato negato a nessuno, anche il giovane fan più intraprendente è stato accontentato». Prendere nota, in questa circostanza, della generosa disponibilità di Sua Altezza Sciatrice. Chi ci dà la luce? Matteo Duce. Chi premia i bambini? Matteo con i guantini. Sui pendii innevati del Monte Bianco, come in un unico coro celeste, si leva il grido di battaglia delle nuove leve dei Figli della Boschi-Lupa: boia chi molla, hai visto Renzi? 

Eia Eia Renzi là. Agenzia Stefani del 1 gennaio 2014, ore 9.45. «Il premier ha trascorso la serata dell’ultimo dell’anno nella foresteria della struttura militare assieme ai familiari e non si è recato, come invece era previsto, al palaghiaccio di Courmayeur». Nessuno svago, nessun divertimento. Me ne frego. Dopo le polemiche sollevate dai giornali nemici del popolo (Libero) sulle vacanze estive a gratis in sontuosi hotel della Versilia, il premier questa volta è stato costretto a scegliere per sé e per i suoi familiari ben più modesta dimora, cioè la caserma degli alpini. Non sfuggirà, però, che Sua Altezza Imperiosa anche questa volta è riuscito nell’eroica impresa di farsi una bella vacanza, con famiglia al seguito, senza pagare un euro.

Eia Eia Renzi là. Agenzia Stefani del 1 gennaio 2015, ore 14.29. «Il premier si è presentato sulle piste da sci di Courmayeur indossando una giacca della nazionale azzurra olimpica di Sochi 2014». Nota per i redattori: si prega di evidenziare, nell’estensione dell’articolo di entusiastico appoggio alle prodezze sciistiche del nostro premier, che egli non solo è riuscito a non pagare l’hotel. Non ha pagato nemmeno la giacca a vento.

Eia Eia Renzi là. Agenzia Stefani del 31 dicembre 2014, ore 14.56: «Il premier ha pranzato in rifugio a quota 2.000 metri». A quota 90, purtroppo, era tutto esaurito.

Eia Eia Renzi là. Agenzia Stefani del 31 dicembre 2014, ore 20.53. «Il premier Renzi, che si trova a Courmayeur per un breve periodo di vacanza, ha incontrato il presidente della Regione Valle d’Aosta. All’incontro, svoltosi nella caserma degli Alpini Perenni, dove il presidente Renzi soggiorna, e durato circa un'ora, hanno anche partecipato i parlamentari valdostani». Il duce gigliato non riposa mai. La luce è sempre accesa. Il renzista non ama la vita comoda. Parola d’ordine: credere, obbedire e chiacchierare. Da evidenziare che la caserma, in cui Sua Altezza Montanara ha trovato ospitalità, è intitolata a Luigi Perenni, non a caso grande sciatore e militare, eroicamente scomparso nel ’43.

Eia Eia Renzi là. Agenzia Stefani del 1 genaio 2015, ore 14.29. «Il premier ha approfittato della giornata di sole per una sciata di diverse ore. Ha raggiunto le piste tramite l’ovovia di Dolonne e da lì ha sciato nella zona del Plan Chercuit, anche su percorsi mediamente impegnativi. Il premier Renzi, che è uno sciatore esperto, è accompagnato da un maestro del centro addestramento alpino». Si prega di mettere in luce, nell’articolo, l’obbedienza del sole che, a differenza dei gufi, risponde pienamente alle esigenze del premier, la capacità del medesimo premier nel passare tra i cerchi di fuoco e i paletti dello slalom («sciatore esperto», «percorsi impegnativi», citare l’agenzia Stefani di ieri sullo «stile sicuro») e non dimenticare la scelta virtuosa di salire in quota con l’ovovia. Del resto, come i matteo-balilla sanno bene: sci e ovetto, renzista perfetto.

Qualche figlio del gufismo nemico del popolo, a questo punto, cercherà probabilmente di negare l’evidenza dei fatti, dicendo che è impossibile siano stati emessi simili dispacci. E invece vi assicuriamo è tutto vero. Rigorosamente vero. Le frasi citate fra virgolette sono state infatti battute dall’Ansa, realmente, proprio con le esatte espressioni: «Neanche il tempo di mettere gli sci…», «Il premier ha voluto iniziare di buon’ora», «Il premier si è tuffato con stile sicuro…», «Giacca azzurra e attrezzatura impeccabile», «sui pendii innevati è tutt’un “hai visto Renzi?”», etc. Manca solo la foto a torso nudo, come fece Mussolini al Terminillo, e poi potremmo chiosare anche noi con orgoglio: «Questo nostro capo che sale la montagna a provarvi la faticata ebbrezza dello sci, è esempio al mondo intero: ammonimento ai giovanissimi, ai sedentari, a tutti coloro che agguantata una qualsiasi poltrona vi si addormono in placido sonno e odiano lo schiaffo del vento, il brivido del pericolo, il peso della dura salita». Lo scriveva un gerarca sulla rivista del Cai. Ma, se tanto mi dà tanto, c’è la possibilità che lo riporti oggi più o meno con le stesse parole anche qualche giornalone importante. Per non essere da meno, Eia Eia Renzi-là, ci mettiamo anche noi idealmente in coda sui pendii innevati per chiedere al premier un selfie a torso nudo, invitando tutti voi a imitare il suo stile sicuro, l’entusiastica dedizione e soprattutto le imprese ardimentose. Hotel e giacca a scrocco compresi, evidentemente.

Meteo, è in arrivo l'alta pressione Le previsioni per i prossimi giorni

Meteo, alta pressione in arrivo, a Gennaio farà più caldo




L'alta pressione proveniente dalle Azzorre porterà un ondata di tepore che scalderà, o almeno attenuerà, il freddo gelido di questi giorni. Temperature più miti di giorno si, ma ancora molto fredde e con gelate nella notte, stando a sentire perlomeno quel che afferma Ilmeteo.it. Dovrebbero esaurirsi, a quanto riporta il sito di previsioni metereologiche, le nevicate al Sud, come in Sicilia e Campania. Ancora una breve parentesi di brutto tempo al centro sud tra domenica e lunedì tra Abruzzo e  Molise dove pioverà e nevicherà ancora a bassa quota, poi il leggero aumento dei valori massimi fino a 11/12 gradi in pianura al centro-sud, ma anche al Nord ed infine il bel tempo per tutto il mese, dappertutto, salvo i locali e fatidici addensamenti. 

"Violenza sessuale su una minorenne" Ecco chi trema a Buckingham Palace...

Buckingham Palace, il principe Andrea a processo per violenza sessuale su una minorenne




Guai grossi a Buckingham Palace. Una vecchia accusa di abusi sessuali su una minorenne statunitense, di cui si era in parte persa memoria, coinvolge ora direttamente in un processo il principe Andrea, duca di York e terzogenito di Elisabetta II. Una donna ha sostenuto - riferisce il Guardian - in un aula di un tribunale in Florida di essere stata ripeturamente "forzata ad avere relazioni sessuali" come 'schiava sessuale' "con il principe (Andrea) quando era ancora minorenne (17enne)" a Londra, New York e sull’isola privata ai Caraibi del banchiere americano Jeffrey Esptein. Quest’ultimo sarebbe non solo accusato di aver abusato sessualmente della donna tra il 1999 ed il 2002, quando non aveva ancora compiuto 18 anni, ma di averla anche 'prestata' ad alcuni amici, tra cui il duca di York.

Inguaiato anche un principe del foro - La prima volta la storia era apparsa su Vanity Fair nel 2011 e all’epoca Andrea smentì di aver avuto rapporti con giovani donne legati ad Epstein. Buckingham Palace non ha voluto commentare gli sviluppi odierni ricordando che non lo fa mai quando riguarda "casi legali in corso". Un altro gnome noto è stato coinvolto nel caso: il principe del foro Usa, Alam Dershowitz, che ha definito l’accusa della stessa donna "completamente falsa". Andrea, 54 anni, ex pilota della Royal Navy, era già assorto agli onori della cronaca per la sua bollente relazione durata 18 mesi con l’attrice a luci rosse Koo Stark nel 1982 quando tornò da eroe dalla Guerra delle Falkland.

Ebola, dimesso il medico contagiato: "Voglio tornare in Sierra Leone"

Ebola, i medici italiani battono il virus: dimesso il medico di Emergency contagiato




È ufficialmente guarito il medico di Emergency contagiato da ebola. Lo ha comunicato il commissario straordinario dello Spallanzani, Valerio Fabio Alberti, in una conferenza stampa organizzata nell'ospedale. "Poco più di un mese fa, il 25 novembre", ha detto Alberti, "ci interrogavamo sulla sorte di questo straordinario medico, che come ha giustamente detto il presidente Napolitano si può annoverare tra le eccellenze italiane, e che ha messo a rischio la propria vita. Da allora non vi nascondo che abbiamo passato momenti duri, e oggi con soddisfazione e orgoglio possiamo annunciare ufficialmente la guarigione del paziente".  In conferenza stampa era presente anche il medico italiano guarito da ebola. Il medico, accolto da un applauso dei giornalisti, verrà dimesso oggi.

"Non sono un eroe" - Fabrizio Pulvirenti, originario di Catania, prestava servizio volontario in Sierra Leone nella lotta al virus ebola quando è rimasto anche lui contagiato. Fu indicato indicato come "paziente zero" da quell’alba del 25 novembre quando un velivolo dell’Aeronatica militare italiana con mille precauzioni e in rigidissimo isolamento l’ha riportato in Italia, fatto sbarcare a Pratica di Mare e poi in ambulanza, infilato in una speciale camera sterile trasparente, trasferito allo Spallanzani. "Sono stato curato non soltanto dal punto di vista professionale, ma con i colleghi dello Spallanzani si è creato un rapporto amichevole, di affetto", ha detto Fabrizio Pulvirenti. "E li ringrazio uno per uno abbracciandoli perché quello che è stato fatto per me credo sia davvero grande". "Dopo i primi giorni nei quali cercavo di guardare ogni sintomo con occhio scientifico, per mantenere la mente impegnata - ha raccontato - la luce della coscienza si è spenta, con un buco di circa due settimane delle quali non ricordo assolutamente nulla: i buoni propositi di mantenere la razionalità sono andati a farsi benedire e il medico è stato scalzato dal paziente, com’è giusto che sia. In questo momento io sono il paziente". "Ce l'abbiamo fatta, grazie al lavoro di un'equipe, che ci ha permesso per quasi 40 giorni di fare un lavoro nuovo, una sfida a cui eravamo preparati da anni. Abbiamo avuto due momenti di gravità, di preoccupazione, ma l’abbiamo affrontato e superato insieme", ha detto Emanuele Nicastri, a nome dello staff dei medici dello Spallanzani. Soddisfazione da parte del ministro Beatrice Lorenzin: "L’anno si apre con una bellissima notizia. È la dimostrazione - ha sottolineato il ministro - di quello che noi siamo capaci di fare".

Le cure - Della sua esistenza e vicenda gli italiani ne sono venuti a conoscenza il 24 novembre. L’Unità di crisi della Farnesina entra in azione, il medico di Emergency che da poco più di un mese era in Sierra Leone per assistere i malati di ebola, viene riportato in Italia. Bisogna allestire in maniera opportuna il Boeing 767 dell’Aeronautica militare inviato sul posto per prelevare Fabrizio e riportarlo in Italia in condizioni di assoluta sicurezza, ovvero nel massimo isolamento per evitare ogni possibile contagio dei militari incaricati della missione. E non sono certo immagini belle quelle che alle prime ore del 25 novembre arrivano dalla pista di Pratica di Mare, che mostrano la speciale barella che sembra una bolla di plastica dentro cui c’è Fabrizio. Nei primi giorni il paziente "è in stabili condizioni generali, è vigile e collaborante", dice il bollettino medico, pur in presenza di febbre e brividi e di "malessere generale e iperemia congiuntivale". Sintomi destinati a ’fluttuare'. Il paziente è seguito da 15 medici e 15 infermieri, i soli che ruotano in servizio occupandosi di lui. Niente visite, Fabrizio può comunicare solo per telefono con i suoi congiunti. Si comincia con un trattamento antivirale specifico ricorrendo a un farmaco sperimentale "non registrato in Italia e autorizzato con apposita ordinanza dall’Aifa su indicazione del ministero della Salute". Poi viene chiarito che il medico di Emergency "non è curato con un cocktail di farmaci ma con uno solo, un antivirale". Al paziente viene inoltre praticato il primo trattamento a base di "plasma di convalescenza", tradotto è il plasma di persone che hanno contratto l’ebola e sono guariti. Arriva dalla Spagna, è una straordinaria macchina di solidarietà, anche scientifica, quella che si è messa in moto. Nessuno lo conferma ufficialmente ma forse è anche il vissuto e la credibilità di una organizzazione come Emergency a contribuire all’innesco di questa catena che coinvolge anche imprese farmaceutiche e di infrastrutture.

Tornerà in Sierra Leone - «"Tornerò in Sierra Leone", ha assicurato Fabrizio Pulvirenti. "Prima devo ricostruire il mio tono muscolare - ha spiegato - poi voglio tornare in Sierra Leone per completare quello che ho iniziato". Alla domanda sul momento del contagio, il medico ha chiarito che "è impossibile ricostruirlo, ogni momento è buono quando si curano malati altamente contagiosi. Io ho seguito le procedure che ho eseguito decine di volte". 

Norman Atlantic arriva a Brindisi Il pm: "Dispersi non più di 10-15"

Norman Atlantic, Pm di Bari: "Dispersi non più di 10-15"




"Dei 499 passeggeri ufficialmente imbarcati, 477 sono stati salvati. Se sottraiamo gli 11 deceduti si arriva a un numero di dispersi che non supera le 10-15 unità a  seconda dell’attendibilità che si attribuisce alla lista di imbarco in nostro possesso". Lo ha detto il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, parlando con i giornalisti, a proposito del naufragio del traghetto della Norman Atlantic avvenuto domenica scorsa davanti alle coste albanesi. "I numeri certi si potranno sapere  - ha aggiunto - solo quando la Grecia si deciderà a darci una lista di imbarco attendibile, purtroppo hanno tempi molto, molto lunghi".

Profezie degli economisti: tutto sul 2015

Friedman, Roubini, Guerrera: le previsioni dei grandi economisti




Un altro anno di Purgatorio. Le previsioni di Alan Friedman per il 2015 sono tutt’altro che rosee, soprattutto per l’Italia e l’Europa a fronte di un’America che sta uscendo dall’incubo della crisi. Nel 2015, secondo l’economista, gli Usa avranno una crescita considerevole grazie soprattutto al recente crollo del petrolio, anche l’Asia ha davanti a sé un anno di sviluppo. Ma il Vecchio Continente è destinato a vivere altri mesi di stagnazione. Nel 2015, scrive Friedman sul Corriere della Sera, la gente non dovrebbe percepire una ripresa (anche se potrebbe esserci qualche lieve aumento negli investimenti e nei consumi). Il tasso di disoccupazione dovrebbe cominciare a scendere a metà o forse alla fine del prossimo anno ma “lo farà in modo talmente soffice che non si noterà”. Friedman dà qualche speranza per il 2016; se l’Italia riesce a ritrovare un po’ di domanda interna nel 2015 e se il governo riesce ad attivare senza compromessi tutte le riforme messe sul tavolo allora ci potrebbero essere delle speranza per il 2016.

Previsioni - Dello stesso parere Nouriel Roubini che insegna alla New York University ed è uno degli economisti più influenti. Anche per lui nel 2015 crescerà solo l’America che registrerà uno sviluppo intorno al 3%. Ancora stagnazione in Europa, bloccata dalle scadenze elettorali (le politiche in Grecia, poi le presidenziali in Italia, il voto per il Parlamento in Spagna e in Portogallo). Secondo Roubini ci sono troppe incognite che minacciano di squassare alle radici “la macchina dell’euro” e cita “a fianco di Syrixa e Podemos, la Lega e il M5S mentre a Lodnra c’è il rischio dopo le elezioni del referendum per l’uscita dall’Ue, non direttamente influente sull’euro ma un segnale politico preoccupante”. Anche Francesco Guerrera, caporedattore finanziario del Wall Street Journal a New York è ottimista sull’America merito soprattutto del crollo clamoroso del prezzo del petrolio Negli Stati Uniti le banche sono tornate a fare il proprio mestiere, e i consumatori sono usciti dall’incubo di debiti o e disoccupazione che li ha attanagliati per mezzo decennio. La “riscoperta” dell’America sta rinforzando il dollaro nei confronti dello yen. Niente di buono invece, per l'Europa, almeno per il 2015 non è prevista la ripresa tanto sperata. 

Assicurazione-auto, salasso nel 2015 Sesso, età, mestiere: chi paga di più

Assicurazione-auto, salasso nel 2015




Mentre non è ancora chiaro come e in che misura il ddl di Riforma del codice delle assicurazioni stradali modificherà i premi degli automobilisti italiani, è certo che per molti di loro l’anno nuovo sia già contrassegnato da rincari; secondo le rilevazioni del portale per la comparazione di assicurazioni auto Facile.it, saranno oltre un milione e mezzo gli italiani che, per aver provocato un incidente nel corso dell’ultimo anno, saranno costretti a pagare un premio assicurativo più elevato. Facile.it, che ha analizzato oltre 500.000 preventivi effettuati sul sito negli ultimi 30 giorni, ha rilevato come dopo il calo registrato nel 2014 sia tornata a crescere, sia pur leggermente, la percentuale di automobilisti penalizzati per aver causato un sinistro: oggi rappresentano il 4,09% degli utenti alle prese con il rinnovo della loro assicurazione, un anno fa erano il 3,67%.In numeri, si stima che a pagare un premio maggiore saranno 300mila italiani in più del gennaio 2014.  

Donne al volante... - Per quanto riguarda le differenze dal punto di vista socio-demografico si conferma la tendenza che vede le donne più maldestre (o più oneste, dipende dai punti di vista) rispetto agli uomini; mentre tra questi ultimi la percentuale di chi denuncia sinistri con colpa si ferma al 3,73%, cambieranno classe di merito ben il 4,76% del totale delle donne. A livello di età, è chiaro che i meno penalizzati dal cambio classe siano i più giovani (peggiorerà la propria condizione il 3,29% di chi ha meno di 30 anni), mentre la performance peggiore si registra tra i più adulti: oltre i 65 anni cambierà classe di merito il 5,40% degli automobilisti. 

Le professioni - Considerando invece la categoria professionale dichiarata in fase di preventivo, anche quest’anno sono i liberi professionisti a chiedere più spesso l’intervento della compagnia assicuratrice, e ad esserne penalizzati con un cambio di classe: tra di loro la percentuale arriva al 5,38%. Li seguono a ruota i medici e gli infermieri, anch’essi con una percentuale superiore al 5% (precisamente il 5,26%); i più prudenti sono (e sarebbe stato strano il contrario) i vigili urbani e gli appartenenti alle forze armate: tutori dell’ordine e delle strade, sono quelli che cambieranno meno di tutti la propria classe di merito.

Le regioni - Se si prendono in esame le differenze tra le regioni italiane, dopo il secondo posto registrato lo scorso anno la Toscana torna a riprendersi lo scettro di regione più “indisciplinata”. Qui, infatti, la percentuale di automobilisti che hanno dichiarato di aver causato un incidente nel 2014 è tornata a superare il 5% (è al 5,40%), seguita dalla regione Lazio, che l’anno scorso era terza (e adesso registra il 5,35% di cambi classe), e dalla Liguria che è terza con il 5,08% di cambi. Fanalino di coda la Calabria (solo il 2,40% degli automobilisti ha dichiarato di aver avuto un incidente con colpa) e la Puglia (2,59%). Come spiega Mauro Giacobbe, Amministratore Delegato di Facile.it, "tanto per chi ha causato incidenti quanto per chi, nello scorso anno, non ha fatto sinistri e quindi migliora la sua classe di merito, il confronto delle diverse offerte proposte dalle compagnie resta uno strumento indispensabile cui ricorrere in fase di rinnovo della propria polizza, visto che dalla comparazione è possibile ottenere un risparmio che arriva fino al 65%".  

venerdì 2 gennaio 2015

Così Bechis smaschera Napolitano: ecco cosa pensa (davvero) dell'euro

Napolitano alla fine ha capito quanto fa male l’euro all’Italia


di Franco Bechis 



C’è una parte non scontata nell’ultimo discorso di fine anno di Giorgio Napolitano, quello che il 31 dicembre 2014 ha preannunciato le sue dimissioni. La cito fra virgolette: “Tutti gli interventi pubblici messi in atto in Italia negli ultimi anni stentano a produrre effetti decisivi, che allevino il peso delle ristrettezze e delle nuove povertà per un così gran numero di famiglie e si traducano in prospettive di occupazione per masse di giovani tenuti fuori o ai margini del mercato del lavoro”. Purtroppo è vero. Non si può dire che i vari governi non abbiano davvero tentato tutte le possibili ricette di politica economica: Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta e ora Matteo Renzi le hanno davvero provate tutte. E non hanno funzionato mai, nemmeno in parte.

E perchè non hanno funzionato? Napolitano lo sa benissimo: perchè nell’Europa della moneta unica, con le regole stringenti dei trattati, l’Italia non può farcela. E’ un paese troppo diverso dagli altri, con una ossatura della sua economia che non ha paragoni nè con Francia, nè con Germania nè con Spagna. Il paese con 5 milioni di micro-imprese non è fatto per le rigidità di Maastricht e tanto meno del fiscal compact. Rischia la distruzione del credito con i meccanismi supinamente accettati di Basilea 2 e 3 per il sistema bancario. Ha una sola bandiera possibile: autonomia e flessibilità. Napolitano l’ha capito, e quell’osservazione l’ha tradito. Se nulla funziona, è perchè non può funzionare. Ma il presidente della Repubblica non ha avuto il coraggio necessario proprio a un passo dalla mèta. Arrivato al dunque ha ripetuto il solito trito slogan: “Nulla di più velleitario e pericoloso può esservi di certi appelli al ritorno alle monete nazionali attraverso la disintegrazione dell’Euro e di ogni comune politica anti-crisi”.

Napolitano se l’è cavata gettando una inutile palla frale braccia del premier: “L’Italia”, ha detto, “ha colto l’opportunità del semestre di presidenza del Consiglio europeo per sollecitare un cambiamento nelle politiche dell’Unione che accordi la priorità a un rilancio solidale delle nostre economie. Tra breve il Presidente del Consiglio Renzi tirerà le somme dell’azione critica e propositiva svolta a Bruxelles”. Sa bene il presidente della Repubblica uscente e sappiamo tutti che quella somma che tirerà Renzi sarà pari a zero. Perchè nasce da un equivoco di fondo, anzi da una e propria panzana, che rende inutile qualsiasi dimostrazione muscolare del premier italiano in Europa: checchè ne dica Renzi qui in Italia pavoneggiandosi, lui e il suo Pd le ultime elezioni europee le ha perse, non vinte con un risultato storico. In Europa non ha vinto il Pse cui aderiva Renzi, ma ha vinto il Ppe di Angela Merkel, che ha formato il governo e detta legge come prima nel vecchio continente. Renzi, che non si rende conto di avere perso, ha provato a fare cambiare le regole europee con un alleato inutile oltre che improbabile: Francois Hollande, altro socialista della cordata perdente. Avesse voluto fare cambiare qualcosa, bisognava sottrarre truppe ai vincitori delle elezioni: allearsi con qualche leader del Ppe, magari con lo spagnolo Mariano Rajoy, chiedendo poi a Berlusconi di seguirlo su quella strada. Per presunzione non l’ha fatto, e così Renzi è diventato irrilevante in Europa come i fatti dimostrano ampiamente.

Greta e Vanessa dal covo di Al Qaeda "Renzi, la nostra vita dipende da te"

Greta e Vanessa nel covo dei tagliagole: "Renzi la nostra vita dipende da te"




Su Yotutbe è apparso un video di soli 23 secondi registrato il 17 dicembre scorso che mostra le due volontarie italiane, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sequestrate in Siria il 31 luglio scorso. Le due sarebbero ostaggio dei qaedisti del fronte Jubath al Nusra e non dei rivali jiahdisti sunniti di Isis come si era pensato in un primo momento. Le due ragazze sono vestite di nero con un velo in testa e mostrano un foglio di carta con su scritta la data del 17 dicembre. Nell’audio, in inglese, una delle due rivolge un a "supplica al governo italiano" dicendo che la "loro vita è in grave pericolo" e che "il governo italiano ed i loro mediatori sono responsabili delle nostre vite". Da una fonte dei servizi di informazione e sicurezza è arrivato l'appello a mantenere il silenzio. La trattativa è "in una fase delicatissima: consentiteci di lavorare in silenzio", dicono. 

Rapite - Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria ad Alabsmo vicino ad Aleppo. Avevano fondato il Progetto Horryaty ed erano entrate il 3 giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo. Originarie una di Brembate, nel Bergamasco, e l’altra di Besozzo, nel Varesotto, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del ’progetto Horryaty’, le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire il da farsi. Marzullo, 21 anni, studia mediazione linguistica e culturale all’Università di Milano, dove ha cominciato a imparare l’arabo oltre all’inglese. Sulla sua pagina Facebook racconta la guerra, mette foto di bombe e bimbi dilaniati, descrive la sua esperienza in Siria: l’ultimo ’post’ risale al 16 luglio scorso. Il 20 settembre la notizia, mai confermata, che sarebbero state vendute due volte ad altri gruppi ma senza finire finite nelle mani degli jihadisti sunniti dello Stato Islamico (Isis). La notizia veniva dal quotidiano libanese ’Al-Akhbar’ (anti-israeliano e considerato vicino alle milizie sciite di Hezbollah), che ricostruisce come le due giovani siano state attirate con l’ingano nella «casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo» con il giornalista de Il Foglio, Daniele Ranieri, che riuscì a scappare.

Capodanno, 83% dei vigili in malattia E adesso a Roma scoppia la bufera

Roma, a Capodanno 83,5% dei vigili assenti per malattia, scontro con il Comune




La serata e la nottata di Capodanno si sono svolte senza intoppi per la mobilità e la sicurezza delle 600mila persone che hanno festeggiato l’arrivo del 2015 nelle strade della Capitale, a via dei Fori Imperiali e al Circo Massimo. Il servizio degli agenti della Polizia locale di Roma Capitale è stato garantito grazie al previdente ricorso all’istituto della pronta reperibilità, affinché si potesse disporre di un numero sufficiente di personale da impiegare nei servizi di viabilità finalizzati alla sicurezza stradale.

Le cifre - Nello specifico, si legge in un nota, sono state impiegate circa 470 unità, 240 dalle 18.00/19.00 (75 di reperibilità) e circa 230 dalle 24 (45 di reperibilità). Inizialmente, i servizi di Capodanno prevedevano di impiegare circa 700 unità, come nei precedenti anni, in turno straordinario. Ma la mancata adesione allo straordinario aveva indotto il comando del corpo a disporre una ridistribuzione di tutto il personale. Dopo il differimento dell’assemblea sindacale dei giorni scorsi, prevista proprio per ieri a ridosso della mezzanotte, già ieri pomeriggio era apparso chiaro che, a fronte della iniziale disponibilità di 1000 agenti (in servizio ordinario per il turno di seminotte) si sarebbe giunti progressivamente a 165 unità, per un totale di 835 assenze dell’ultima ora (-83,5%), motivate da malattia, donazione sangue, legge 104, legge 53 art. 19 ecc.. Inoltre, per il turno di notte dal numero iniziale di 300 unità previste si sarebbe arrivati a 185 unità, con 115 assenze riconducibili alle medesime motivazioni (percentuale di assenza del 38%). Ciononostante, proprio grazie alla reperibilità, è stato possibile garantire tutte le chiusure stradali, nonché governare l’afflusso e il deflusso dei tantissimi cittadini e turisti in strada a festeggiare.

Ma quali tagli, il Parlamento brinda: ecco chi verrà assunto (e strapagato)

Il Parlamento brinda: in arrivo altri 11 burocrati

di Antonio Castro 


E per fortuna che il corpaccione della macchina amministrativa della politica nazionale avrebbe dovuto dovuto sottoporsi ad una poderosa dieta dimagrante. All’Ufficio parlamentare di bilancio (i vertici sono stati nominati solo lo scorso 30 aprile), servono esperti e direttori. E per attrarre le menti migliori non si bada a spese.  I futuri compensi per gli 11 fortunati dirigenti (di prima e seconda fascia), andranno da un minimo di circa 60mila euro lordi l’anno (per i primi livelli + premio di risultato), a oltre 167mila euro (147mila + premio di risultato + 20mila euro di indennità aggiuntiva).

L'Authority - L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), in realtà è una vera e propria authority . La legge istitutiva parla di «organismo indipendente che ha il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo e di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee». In sostanza, l’Upb dovrebbe fare le pulci a ministeri, Palazzo Chigi e Istat. L’organismo di vigilanza è stato costituito nell’aprile 2014 e i tre consiglieri nominati con decreto dal presidente del Senato, Pietro Grasso e della Camera, Laura Boldrini, secondo quanto previsto «dalla legge rinforzata sul principio del pareggio di bilancio in attuazione delle normative europee sulla nuova governance economica».

E dopo una prima complicata fase di rodaggio, ora sembra entrare nella fase operativa. O meglio: dopo oltre 8 mesi cominciano ad uscire solo ora i prima bandi di assunzione e reclutamento. Infatti per essere operativo l’Ufficio ha bisogno di reclutare cervelli. O meglio di attrarli. Lo scorso 19 dicembre in Gazzetta Ufficiale sono stati pubblicati due bandi per “3 posti da direttore” e 8 da “Esperto senior”. La scadenza per presentare domanda (tra l’altro il sito dell’Upb non è ancora stato allestito e il bando è disponibile on line all’indirizzo http://www.parlamento.it/1151), è fissata per il 19 gennaio.

Organico - Si badi bene: la pianta organica definitiva dell’Upb, almeno sulla carta, è estremamente modesta: l’allegato del “Regolamento recante il trattamento giuridico ed economico del personale dell’Ufficio”, prevede appena 29 persone. Gli esperti senior saranno al massimo 14, gli esperti “normali” 13, i coadiutori appena 2. Poi bisogna considerare il direttore generale (che è però nominato a parte), e l’Upb per il momento di ferma qui.  A dire il vero si spera - con questo bando e gli altri che seguiranno per completare la dotazione organica prevista - di attrarre cervelli e cervelloni dalle varie amministrazioni di prestigio dello Stato (Corte dei Conti, ragioneria, Tesoro, Banca d’Italia, ecc). Con un qualche risparmio. 

E infatti il trattamento economico di provenienze ovviamente viene salvaguardato, e poi si offre un compenso a risultato e alcune indennità aggiuntive. E, sicuramente, la possibilità di entrare nel sancta santorum dei numeri della Repubblica Italiana. Si tratta - per chi fosse interessato a candidarsi anche se esterno all’amministrazione stataleo - di contratti triennali che potranno essere riconfermati «solo per un altro triennio», puntualizzano i bandi. Ma visto che al presidente Giuseppe Pisauro - professore ordinario (oggi fuori ruolo) di Scienza delle finanze alla Sapienza di Roma - e agli altri due consiglieri dell’Upb (la dottoressa Chiara Goretti e il professor Alberto Zanardi), viene delegato il compito di tenere sotto controllo i conti pubblici e di «analizzare e verificare» le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo, stupisce che sia pure in tempi di spending review sia stato accordato un budegt (circa 6 milioni per il 2015), tutto sommato modesto. E una dotazione di personale che è inferiore a quella di quasi tutti gli uffici a “diretta collaborazione” dei ministri.

Il controllore - Nelle intenzioni del governo l’Upb avrebbe dovuto essere il “controllore italiano” del nostro traballante pareggio di bilancio. E a questo neonato Ufficio viene chiesto (anche da Bruxelles) «di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee». Resta da chiedersi come con sole 33 persone si possa svolgere questo compito immane. Certo i tre membri del Consiglio dell’Upb potrebbero decidere di allargare l’organico, però visto che già ci sono voluti dei mesi solo per scrivere il Regolamento sulle retribuzioni forse è meglio concentrarsi sugli esperti (senior e non) da reclutare. Anche perché senza cervelli chi farà le”pulci” ai numeri partoriti dal governo? 

C’è almeno di buono - sbirciando il bilancio 2014 dell’Ufficio - che dei 6 milioni messi a disposizione dal Tesoro ad aprile per il funzionamento, l’Upb ne ha spesi solo 1,584 di milioni. E dal bilancio previsionale 2015 salta fuori quindi una restituzione al bilancio dello Stato di ben 2 milioni. Ma forse quei 2 milioni potevano essere impiegati per reclutare un plotone in più di “esperti senior”, sempre che si voglia che questo Ufficio funzioni veramente. E possa spulciare a fondo.

Come guadagnare soldi nel 2015: le dieci dritte di Buddy Fox in Borsa

Buddy Fox, l'oroscopo finanziario: dieci dritte per investire in Borsa nell'anno che verrà

di Buddy Fox


Il 2014 è finito e, come da tradizione, è il momento dei bilanci. Dodici mesi fa, esattamente in questi giorni, avevo fatto il mio oroscopo finanziario sull’anno che stava per iniziare. Vediamo com’è andata. Le previsioni azzeccate e le delusioni. Ricordando come avvertenza preliminare che il denaro si trasferisce da un’intuizione ad un’altra. Un anno fa quando Byron Wein (Blakstone) profetizzò l’indice S&P a 2.300 punti fu preso per pazzo. Oggi che l’obiettivo è vicino , ascoltando le previsioni molto ottimistiche dei colleghi, la sua previsione sembra quasi dettata da somma prudenza. Qui sotto le nostre previsione. E in grassetto come è andata.

Come è andata nel 2014: 
1) Piazza Affari: tutte le congiunzioni astrali di dodici mesi fa sembravano puntare su Milano, come regina del 2014. Basterà una piccola ripresa economica per scatenare il Toro, era scritto negli oroscopi. La ripresa non c'è stata. Rilanciamo nel 2015.

2) Usa: l’ultima revisione del Pil ha segnato un miglioramento a +4,1%. La locomotiva ha ripreso a sbuffare. Il pronostico parlava del ritorno del dollaro forte. Così è stato.

3) Giappone: Ventidue anni ha impiegato per risvegliarsi e non si fermerà proprio ora. Difficile immaginare un rialzo come quello del 2013, ma, come indicazione avevamo dato almeno 18,000 dell’indice Nikkei. Ci siamo arrivati Ora alziamo l'asticella.

4) L'Euro cade, ma non si rompe. Il calo delle quotazioni, potrà agevolare le esportazioni europee. La moneta unica sta calando come da previsioni, ed è solo l'inizio.

5) Il 2014 sarà l'anno del cavallo. E se fosse Pegaso? Possibile decollo per la borsa di Atene. Tramite Etf si compra Grecia e si vola sulle ali di Pegaso. Totalmente cannata. Riproviamo nel 2015

6) Materie prime: se l'economia riparte le materie prime potrebbero tornare a salire.Puntavamo su grano e frumento. Anche qui un buco nell'acqua.

7) I lupi di Wall Street: nel 2014 sono tornati e hanno molta fame, ma non di cibo: denaro e guadagni sono le prede. Rispetto a dodici mesi fa sono molti di più gli ottimisti, è infatti ipotizzabile uno S&P500 a 2,500 punti. Non ci siamo arrivati. Ma se prima nessuno ci credeva, ora ci sperano in molti. L'illusione sta diventando realtà. 

8) Apple: Fra i lupi più affamati di Wall Street c’è una vecchia conoscenza come Karl Icahn. Si era fatto conoscere già negli Novanta assaltando la Rjr Nabisco e poi facendola a pezzi. Ora si sta interessando ad Apple: vuole succhiare liquidità dalla polpa della mela L'anno scorso ero ribassista, quest'anno invece vado al rialzo. +42% per il gruppo fondato da Steve Jobs. Oggi tutti vogliono mangiare la mela.

9) Francia: Parigi è sempre Parigi. E’ l’ago della bilancia per l'Europa e l'Euro.

10) Azioni italiane: Fiat, Telecom, Bet, Esprinet e Ferrovie Nord Milano. Cinque titoli, scrivevo, che avrebbero acceso il turbo nelll’anno. La media fa +38%, contro il +1% dell'indice generale. Non male.

Dieci occasioni per il 2015:
1)"Fatta a mano" era lo spot che accompagnava il lancio della Ritmo in Usa, da loro chiamata "Strada" più di 30 anni fa. Tempi gloriosi per l'Italia e la Fiat. Renzi ci riprova. “Ritmo" è lo slogan ch ha adottato per svegliare l'Italia. Tassi ai minimi, Euro basso, petrolio in caduta e l'Expo: un poker per dare ritmo all'Italia. In in più il jolly Draghi. E' la volta buona. Si punta su Piazza Affari. Invadiamo con il made in Italy, o saremo invasi.

2) La pazienza è la virtù dei forti, e la Yellen ne ha molta. La stessa dote che si deve avere nel gioco dello shangai: ogni bastoncino equivale a un rialzo dei tassi, precisione e riflessione prima di ogni mossa. I bond non saranno l'investimento migliore, ma il crollo è ancora lontano.

3) Profilo, Mediolanum e Banca Generali : l'Italia è ricca e chi gestisce i risparmi farà buoni profitti.

4) Per i mercati potrebbe essere l’anno della colomba. In primavera, in vista della Pasqua, possibili sorprese: dal labirinto del quantitative easing potrebbe uscire vincente il Draghitauro, figura mitologica del rialzo: metà Draghi e metà Toro.

5) Yoox, Ratti, Stefanel: la moda che non ha bisogno dei russi.

6) Vix, probabile il ritorno di volatilità con oscillazioni degli indici del l 30%.

7) Ai mercati piacciono le ricorrenze. Il 10 marzo rivedremo il Nasdaq a 5,100? E questa volta non sarà bolla.

8) A Tokyo è nato un altro messia ed ha la faccia di Kuroda (governatore della Boj) che moltiplica gli yen. Potrebbe portare il Nikkei a 24,000.

9) Oro e Argento, ritorno di luce? Puntiamo su Nem e Cde possibili sorprese.

10) Be, Fnm, Ctic, Alerion, Fidia, Nokia e Prysmian: i magnifici 7 per il 2015.

Renzi e il San Silvestro a due facce Prima sugli sci, poi in caserma... / Foto

Renzi appare a Courmayeur per la sciata di inizio d'anno




Il presidente del Consiglio Matteo Renzi si trova a Courmayeur, per una breve vacanza. Il premier è stato avvistato mentre sciava sulle piste della località valdostana, da dove ieri sera si è tenuta la trasmissione di Rai Uno ’L’anno che verrà’. Orgoglioso si è detto il sindaco di Courmayeur per la sorpresa del presidente del Consiglio arrivato ieri sera con la sua famiglia. "Siamo tutti orgogliosi che il premier Renzi abbia scelto Courmayeur per qualche giorno di riposo con la sua famiglia", ha detto il primo cittadino Fabrizia Derriard. "Spero che possa trascorrere una vacanza tranquilla e serena con i suoi cari prima di riprendere il lavoro". "È stata davvero una piacevolissima sorpresa - ha aggiunto Derriard - che comunque non ha cambiato la normale quotidianità della cittadina. Non l’ho ancora incontrato, spero di poterlo fare prima che riparta".

Ospite in caserma - La giornata del premier è trascorsa tra tanti selfie, molto sci e poi pranzo in baita. Poi alle 10 Renzi con la famiglia ha lasciato le nevi di Plan Checrouit per tornare alla  Caserma Perenni degli alpini, dove soggiorna in questi giorni di vacanza e si è subito diretto alla funivia di Dolonne. Neanche il tempo per lui di mettere gli sci che già sui pendii innevati ai piedi del Monte Bianco, nei bar e nelle code alle seggiovie, era tutto un "hai visto Renzi?". Il premier, racconta l'Ansa, accompagnato da un maestro di sci e istruttore del Centro Addestramento Alpino, si è tuffato con stile sicuro in una non stop di discese durata più di tre ore, poi, prima del rientro in paese, un pranzo in rifugio a quota 2.000 metri. Giacca azzurra, occhiali a specchio e attrezzatura impeccabile, non hanno impedito agli increduli sciatori di riconoscerlo. Il rituale del selfie non è stato negato a nessuno così come gli auguri di Buon Anno. Anche il giovane 'fan' più intraprendente è stato accontentato: "Teo dammi un cinque!". 

Eruzioni, addio all'Ue e al Colle... Le 10 profezie (nere) del 2015

Saxo Bank e le 10 profezie sul 2015




Cosa possa accadere nel futuro è spesso un tema che scalda il dibattito tra gli economisti. L'anno che sta per cominciare di certo per l'Italia sarà un passaggio chiave. Il Paese stremato dal peso fiscale e da una crisi a cui il governo Renzi non riesce a porre rimedio non fanno ben sperare per il futuro. Così con l'avvicinarsi del 2015 gli economisti provano a capire se quello che sta per arrivare è un anno su cui scommettere oppure un altro periodo per difendersi da tempeste e movimenti sui mercati che possano svuotare le tasche. A fare una profezia sul 2015, come ogni anno, c'ha pensato Saxo Bank, banca danese specialista in investimenti, che puntualmente a dicembre redige un elenco di avvenimenti catastrofici che potrebbero verificarsi per l'anno a venire. Lo scopo, come ricorda Quifinanza, è di far testare agli investitori le proprie previsioni per il futuro e le conseguenze che eventi gravi e improvvisi potrebbero avere sui propri investimenti. Ma quali sono gli eventi catastrofici che potrebbero scatenarsi nel 2015? 

I cigni neri - "Il 2015 sarà un anno difficile, ma potrebbe, addirittura, essere l'anno da ricordare per averci fatto toccare il fondo", ha commentato l'edizione 2015 de "I Cigni Neri" Steen Jakobsen, chief economist di Saxo Bank. "L'inflazione è scesa ai livelli più bassi degli ultimi decenni, i tassi di interesse l'hanno seguita di pari passo e i prezzi dell'energia sono relativamente stabili. La mancanza di volatilità nei dati e nei mercati ha dato agli investitori un falso senso di sicurezza, che potrebbe portare ad un forte scompiglio del 2015. Abbiamo vissuto un'anteprima durante una caotica settimana nel mese di ottobre del 2014. Se il trend rimanesse lo stesso, per il 2015 possiamo già considerarci in coda per un giro sulle montagne russe". "Dopotutto, è bene ricordare che, sebbene le previsioni delineino scenari di mercato piuttosto estremi, nel corso degli anni, un certo numero di queste si sono avverate". 

Allarme in Russia - Secondo la prima delle 10 previsioni choc per il 2015 il crollo dei prezzi del petrolio e il peso delle tensioni geopolitiche renderanno le grandi aziende e il governo russo inadempienti nei confronti del debito estero. E così come nel 1998, il default potrebbe risolvere la situazione, oltre ovviamente a una soluzione diplomatica della questione Ucraina. 

Il vulcano - La seconda profezia riguarda il vulcano islandese Bardarbunga che potrebbe eruttare nel 2015, causando un enorme rilascio di biossido di zolfo e altri gas nocivi che offuscano i cieli d'Europa. L'eruzione potrebbe stravolgere i modelli meteorologici e creare timori per uno scarso raccolto in tutta Europa: i prezzi del grano raddoppiano proprio mentre la ricaduta reale del vulcano risulta più modesta di quanto temuto.

Giappone  - Un altro evento che potrebbe turbare gli equilibri dei mercati l'inflazione galoppante in Giappone. La Bank of Japan stampa incessantemente denaro, schiacciando la fiducia sullo Yen. Intanto la politica del suo primo ministro Abe importa inflazione, e il Giappone potrebbe perdere il controllo della sua moneta.

Draghi via dalla Bce - Alta tensione anche per i movimenti tellurici che potrebbero toccare l'equilibrio della Bce. Draghi, secondo le previsioni della banca svedese si farà da parte per consentire alla Banca Centrale Europea di procedere al Quantitative Easing con un nuovo presidente, Jens Weidmann della Bundesbank. A spingerlo verso l'Italia anche il presidente Napolitano, che lo vorrebbe nei giochi per la corsa al Quirinale. 

Corporate bond - Occhio anche ai corporate bond. Dopo un cambio di sentiment sulle obbligazioni ad alto rendimento, gli investitori diretti verso l'uscita nel 2015 scopriranno scarsa liquidità e un ripido calo dei prezzi. Con un washout massimo del credito ad alto rendimento, l'onda d'urto, secondo Saxo Bank, sarà così forte da scuotere le fondamenta della debolezza dell'economia europea. 

Attacchi hacker - Non ci sono buone notizie nemmeno per chi fa acquisti online. Nel 2015 si fanno sempre più aggressivi gli attacchi ai maggiori operatori di e-commerce, con onde d'urto che si spargono fino ai fornitori di servizi web e cloud. Amazon.com potrebbe subire un calo del 50% per un attacco al mercato che ne riduce la crescita.

Bomba cinese - Un'altra profezia riguarda la Cina che va alla ricerca di un modo per alleggerirsi dalle enormi pressioni deflazionistiche che sono il rovescio della medaglia di un boom del credito. Si unisce quindi al Giappone e agli altri paesi nella sua lotta per importare l'inflazione creando tensioni sui mercati. 

Allarme alimentare - E le profezie nere riguardano anche la tavola. Con i prezzi che subiscono la preoccupazione per il virus Ebola e il ritardo negli investimenti nelle regioni chiave di produzione dell'Africa occidentale, il mondo si ritrova a consumare molto più cacao di quanto ne sta producendo. Questo porta ad un prezzo record per il cacao sopra 5.000 USD per tonnellata nel 2015.

Slavina immobiliare - Arriverà una slavina anche sul fronte immobiliare. Il mercato del Regno Unito, in particolare nella città di Londra, comincia a entrare in crisi. In aggiunta, l'imminente rialzo dei tassi da parte della Bank of England vede il Regno Unito subire di un crollo immobiliare nel 2015 con una diminuzione dei prezzi fino al 25%. 

Gb fuori dall'Ue - Infine sul fronte politico e su quello internazionale, secondo Saxo Bank, il 2015 sarà l'anno in cui il Regno Unito avvierà la procedura per abbandonare l'Unione Europea. Secondo le previsioni l'UK Independence Party (UKIP) potrebbe conquistare il 25% dei voti nazionale alle elezioni generali del 7 maggio 2015 in Gran Bretagna, diventando clamorosamente il terzo partito in parlamento. L'UKIP potrebbe unirsi ai conservatori di David Cameron in un governo di coalizione e chiedere un referendum per rivedere l'adesione della Gran Bretagna nella UE nel 2017. 

Mobilità, fannulloni a casa: posto fisso addio nello Stato

Mobilità, licenziamento per scarso rendimento. Addio al posto fisso anche nello Stato




Addio posto fisso anche nel pubblico impiego. La rivoluzione del mondo del lavoro firmata da Matteo Renzi travolge anche i dipendenti dello Stato che avranno lo stesso trattamento di quelli privati: mobilità, licenziamenti per scarso rendimento, demansionamenti. Già a febbraio, anticipa il Messaggero ci sarà l'estensione anche agli statali delle regole sul licenziamento introdotte con il jobs act nel lavoro privato. In realtà, puntualizza Andrea Bassi, il licenziamento disciplinare nel pubblico impiego è già previsto per diversi motivi (condanne definitive con interdizione dai pubblici uffici, condotte particolarmente gravi e aggressive sul posto di lavoro), ora uno statale può essere licenziato anche per scarso rendimento, ovvero se in un biennio anche non consecutivo il lavoratore ottiene una valutazione insufficiente. L'articolo 13 della legge delega Madia conterrà i nuovi meccanismi per facilitare le procedure di licenziamento. Il punto dovrebbe essere quello di sostituire anche per gli statali la reintegra in caso di licenziamento illegittimo con un indennizzo crescente.

Licenziamenti collettivi - Nel pubblico impiego già esiste la mobilità per eccedenza di personale e per i lavoratori di amministrazioni che hanno esuberi, scatta la mobilità per due anni all' 80% della retribuzione. Se in questo periodo il dipendente non viene ricollocato in altra amministrazione o nella stessa, si legge sul Messaggero, il rapporto di lavoro viene sciolto. Scatta, insomma, il licenziamento.

Trasferimenti - Il decreto del ministro Marianna Madia prevede anche l'obbligo per i lavoratori, per non perdere il posto di lavoro, di accettare trasferimenti entro i 50 chilometri (sono escluse solo le mamme con figli fino a 3 anni e chi ha a carico soggetti portatori di handicap). E ancora: negli ultimi sei mesi di mobilità, sempre allo scopo di conservare il posto di lavoro, lo statale in esubero può accettare un impiego nella stessa o in un'altra amministrazione anche di mansione inferiore a quella precedentemente svolta, con due sole condizioni: il demansionamento deve essere di un solo livello e lo stipendio deve essere uguale.

giovedì 1 gennaio 2015

Dal Colle alle riforme: i piani dei leader per il 2015 Renzi ha una sola speranza (e non dipende da lui)

I piani di Matteo Renzi per il 2015: prendere tempo e sperare nella ripresa

di Tommaso Montesano 


I suoi fedelissimi sono sicuri: stanotte all’arrivo del nuovo anno il primo pensiero di Matteo Renzi non sarà tanto per l’imminente inizio della partita per il Quirinale, che pure assorbirà gran parte delle sue energie nel mese di gennaio, quanto per la tanto sospirata ripresa economica. «Negli ultimi anni ha vinto la sfiducia. Ma faremo di tutto per ridare speranza all’Italia», ha ripetuto anche nelle ultime ore del 2014 il presidente del consiglio.È la ripartenza che tarda ad arrivare il vero cruccio di Renzi. Al 2015 il segretario del Pd chiede soprattutto buone nuove su quel fronte. In questo senso ad aprire uno spiraglio, ieri, è stato l’Istat con la tradizionale nota mensile. Quel riferimento alla «fase di contrazione dell’economia italiana» che è destinata ad «arrestarsi nei prossimi mesi in presenza di segnali positivi per la domanda interna» non è sfuggito a Palazzo Chigi. E sono «ottimi», aggiunge Filippo Taddei, responsabile economia e lavoro del Pd e stretto collaboratore del premier, anche i «dati sulla fiducia delle imprese italiane a dicembre, nel manifatturiero, ma soprattutto nel commercio al dettaglio».

Un ottimismo che stride con i numeri relativi alla disoccupazione. «Le condizioni del mercato del lavoro», sentenzia l’Istat, «rimangono difficili, con livelli di occupazione stagnanti e tasso di disoccupazione in crescita». Fatto sta che Renzi è costretto a scommettere tutto sulla ripresa. Senza l’agognato miglioramento dello scenario economico, la sua immagine di rinnovatore - già appannata - rischia di sbiadire ulteriormente. Ma il rilancio dell’Italia passa giocoforza anche e soprattutto per un’inversione di tendenza sul fronte dell’agenda delle riforme. Italicum e riforme del bicameralismo e del Titolo V della Costituzione sono in ritardo. E stavolta «le riforme bisogna farle davvero», continua a ripetere Renzi. Per non parlare della partita del Jobs Act, destinata ad arricchirsi di un nuovo capitolo, quello dell’estensione delle nuove regole ai lavoratori statali. Il redde rationem avverrà in occasione dell’esame della riforma della Pa in discussione al Senato, ha promesso il presidente del consiglio, che si è detto favorevole al licenziamento dei «fannulloni» di Stato. Si vedrà. 

Prima di tutto, però, Renzi dovrà sbrogliare la matassa della successione di Giorgio Napolitano. Entro fine gennaio bisognerà individuare un candidato in grado di superare senza problemi le forche caudine del voto segreto. Al 2015, al di là delle dichiarazioni di facciata, il premier chiede un presidente della Repubblica che non ostacoli, in caso di necessità, il suo eventuale ricorso alle elezioni anticipate. Un nome, in sintesi, riconoscente (verso chi l’ha eletto) più che autorevole. Dal profilo non troppo marcato. In quest’ottica, visto da Palazzo Chigi, sono preferibili figure come Graziano Delrio o Roberta Pinotti piuttosto che nomi come quelli di Mario Draghi e Romano Prodi. E se Renzi ostenta noncuranza su ciò che gli riserverà il futuro sul versante della minoranza interna del Pd (anche se una limitata scissione a sinistra potrebbe addirittura giovargli nel progetto per la costruzione del «partito della Nazione»), l’altro cavallo di battagliasi chiama Unione europea. 

Il semestre di guida italiana del Consiglio Ue si chiuderà ufficialmente il 13 gennaio. Il sipario, però, di fatto è già calato. «Per noi è un motivo di grande gioia essere a Tirana per chiudere qui, simbolicamente, il semestre italiano», ha detto ieri Renzi dall’Albania. Il bilancio della presidenza italiana non è certo esaltante. Per questo Renzi è tornato ad agitare la bandiera del cambiamento a Bruxelles. «L’Unione europea è a un bivio e abbiamo bisogno di capire se l’Europa riesce a recuperare la sua anima e la sua identità». L’Unione deve essere «la casa della speranza, non dei vincoli». Il 2015, insomma, per Renzi deve portare al riequilibrio tra le priorità europee: «L’Europa sia, prima ancora che vincoli, spread e dati economici, cultura, identità e orgoglio». 

Il nuovo anno comincia col botto: benzina, birra e acqua, tutti gli aumenti

Birra, acqua e multe: i rincari del 2015




La Cgia di Mestre lancia l'allarme rincari. Sono già dodici le tasse previste in aumento per il 2015. I più penalizzati saranno gli automobilisti, le categorie professionali che quotidianamente utilizzano l’auto o il camion (taxisti, agenti di commercio, autotrasportatori) e, soprattutto, i lavoratori autonomi iscritti alla sezione separata dell’Inps (freelance). “I soggetti interessati da questi aumenti – fa notare il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – saranno in particolar modo gli automobilisti e tutte le categorie professionali che utilizzano quotidianamente un’auto o un camion, come i taxisti, gli agenti di commercio, gli autonoleggiatori o gli autotrasportatori. Oltre all’aumento del costo del carburante, dal 1° gennaio scatteranno il ritocco delle sanzioni in caso di violazione del codice della strada, il probabile aumento medio dei pedaggi autostradali fino all’1,5% e le tasse per le auto/moto storiche. Ma coloro che subiranno gli aumenti più preoccupanti saranno le partite Iva iscritte alla sezione separata dell’Inps. Per questi freelance l’aliquota passerà dal 27,72 al 30,72 per cento”.

La stangata - In particolar modo saranno colpiti formatori, ricercatori, informatici, creativi e altre categorie di consulenti, generalmente operanti al di fuori di Ordini e Albi professionali, che lavorano per imprese o enti della Pubblica Amministrazione. Secondo Bortolussi, comunque, per uscire dalla crisi è necessario rilanciare i consumi interni. “Sebbene sia stato confermato il bonus Irpef per i redditi medio-bassi e le bollette di luce e gas siano destinate a subire una leggera flessione, nel 2015 i consumi delle famiglie continueranno a ristagnare, attestandosi, secondo le previsioni, attorno ad un modesto +0,6 per cento. Seppur in aumento rispetto agli ultimi anni, con questi livelli di crescita torneremo alla situazione pre-crisi solo fra 10-12 anni. Se vogliamo uscire da questa fase di depressione dobbiamo assolutamente rilanciare la domanda interna attraverso un ripresa degli investimenti, una riduzione del carico fiscale e un conseguente incremento degli impieghi a favore delle famiglie e delle piccole imprese. Le decisioni economiche prese in questi ultimi mesi vanno nella direzione giusta, ma sono ancora troppo timide. Con un tasso di disoccupazione che nel 2015 è destinato a sfiorare il 13 per cento non abbiamo alternative: dobbiamo ridare slancio ai consumi interni”.

MAI PIU' UNO COSI' Crisi, Monti e politica corrotta? Napolitano si fa il monumento e scappa dalle sue colpe

Quirinale, il discorso di fine anno di Giorgio Napolitano: "Presto mi dimetto. Bene le riforme, no agli anti-euro"




"Negli ultimi tempi ho toccato con mano le crescenti limitazioni e difficoltà nell'esercizio dei miei compiti istituzionali, limitazioni legate all'età. Ho il dovere di non sottovalutare i segni dell'invecchiamento". Con queste parole Giorgio Napolitano saluta gli italiani nel suo ultimo discorso di fine anno da presidente della Repubblica. A 90 anni, è l'ultimo discorso del Re (Giorgio). Nessuna data, ma l'annuncio delle dimissioni arriva subito. E si tratta, chiarisce Napolitano, di una "valutazione personale, costituzionalmente rimessa al solo presidente, che non condiziona in alcun modo governo e parlamento né subisce condizionamenti da essi". L'addio ufficiale arriverà a metà gennaio. Il testamento del presidente è affidato a 20 minuti tra analisi politica e invito ai concittadini a "reagire alla crisi uniti. Il modo in cui ci risolleveremo lo determineremo tutti noi, con senso di responsabilità, dovere, legge. Senso della Nazione". Proprio come "la ricostruzione post-bellica", che rimise in piedi l'Italia. "Ciascuno faccia la propria parte al meglio. Io stesso ci proverò, nei limiti delle funzioni, dopo aver lasciato il mio incarico. Resterò vicino agli sforzi degli italiani, con infinita gratitudine per quel che ho ricevuto in questi quasi nove anni. E che il 2015 sia un anno fecondo per il nostro Paese, le nostre famiglie, i nostri ragazzi". 

Discorso disarmante - Il giudizio finale, però, non è positivo: indulgente con se stesso e con le proprie scelte (il rigorista Monti su tutti), mai critico con la politica (anche perché di fatto ha diretto lui i giochi negli ultimi 3 anni), fumoso sulle riforme, addirittura retorico sulla crisi economica e sociale. Di tutti gli otto discorsi di fine anno al Colle, questo è il meno memorabile, se non perché è l'ultimo.

Lo slogan: Bravo Giorgio - L'ammissione delle dimissioni vicine offre subito il pretesto al presidente uscente per invitare i partiti chiamati ad eleggere il suo successore a "una prova di maturità". In ogni caso, è l'invito di Napolitano, "si chiuderà la parentesi di una eccezionalità costituzionale", cioè la sua rielezione. "Ad aprile 2013, in una fase di grave sbandamento, la scelta della mia riconferma fu determinante per avviare la nuova legislatura e dare un governo. Si è evitato di confermare l'immagine di una Italia instabile che ci penalizza, e si è messo in moto il processo di cambiamento. E' positivo che ora si torni alla normalità e alla regolarità dei tempi di vita delle istituzioni".

Elogi alle riforme - La condizione per la sua elezione era "un'incisiva iniziative di riforma. Processo iniziato, e ora niente battute d'arresto". Renzi non viene mai citato, ma blandito sì quando si loda "l'importanza del superamento del bicameralismo paritario e la ridefinizione del rapporto stato-regioni". Quindi blinda il patto del Nazareno auspicando "sul più vasto programma di riforme, il dialogo con forme esterne alla maggioranza, anche per il varo di una nuova legge elettorale". 

La crisi - Sulle riforme economiche nessun commento particolare, al di là di un generico e scontato appello all'unità nazionale. Napolitano parla di "sgomento" e "diffuso e dominante assillo per le condizioni dell'economia, il calo del reddito e dei consumi, il degrado delle famiglie, il dilagare disoccupazione giovanile e la perdita di posti di lavoro". Una fotografia precisa, ma di una pochezza disarmante. Di risposte nemmeno l'ombra. E di autocritica men che meno, visto che gli anni della crisi sono stati gli anni di Napolitano presidente. Una crisi che il Quirinale non ha saputo gestire se non piazzando a Palazzo Chigi prima Monti e poi Letta, gli uomini in linea con Bruxelles e con i vertici europei. E se oggi, parola di Napolitano, "gli Usa conoscono una impennata", è proprio l'Europa la grande malata. E non è un caso. Tragicomico l'applauso a Renzi: "L'Italia ha colto l'opportunità del semestre per sollecitare cambiamento delle politiche dell'Unione, all'insegna del rilancio solidale delle economie". Telefonato l'attacco anche all'euroscetticismo di Lega e Movimento 5 Stelle: "Non c'è niente di più velleitario e pericoloso del richiamo al ritorno alle monete nazionali e alla disintegrazione dell'euro". 

 Gli esempi positivi - Si conclude con il richiamo alla lotta alla corruzione sull'onda di Mafia Capitale ("Dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società, e farlo insieme: società civile, politica, Stato. Solo riaffermando i propri valori morali, cultura e solidarietà la politica potrà riacquistare la sua centralità") e la citazione degli esempi positivi del 2014: "Fabiola Gianotti nuova responsabile del Cern, l'astronauta Samantha Cristoforetti, Fabrizio il medico di Emergency in Sierra Leone per combattere l'ebola a costo di esserne contagiato, o Serena Petrucciuolo che sulla nave Etna ha aiutato una profuga nigeriana a partorire la notte di Natale. Oppure i coraggiosi passeggeri italiani sul traghetto in fiamme nell'Adriatico. Dobbiamo essere orgogliosi di questi italiani", ha ricordato un commosso Napolitano. L'ideale conclusione tradisce una supponenza fuori luogo: "Ho fatto del mio meglio in questi anni lunghi e travagliati per sanare le ferite all'unità nazionale e ridarle l'evidenza perduta. Se ci sia riuscito, toccherà a chi vorrà analizzare il mio operato con serenità e spirito critico". Ma forse è lecito domandarsi fin da adesso se in nove anni di sua presidenza, con l'Italia precipitata in una crisi politica, economica e sociale senza precedenti, la colpa non sia anche di Napolitano.