Il Parlamento brinda: in arrivo altri 11 burocrati
di Antonio Castro
E per fortuna che il corpaccione della macchina amministrativa della politica nazionale avrebbe dovuto dovuto sottoporsi ad una poderosa dieta dimagrante. All’Ufficio parlamentare di bilancio (i vertici sono stati nominati solo lo scorso 30 aprile), servono esperti e direttori. E per attrarre le menti migliori non si bada a spese. I futuri compensi per gli 11 fortunati dirigenti (di prima e seconda fascia), andranno da un minimo di circa 60mila euro lordi l’anno (per i primi livelli + premio di risultato), a oltre 167mila euro (147mila + premio di risultato + 20mila euro di indennità aggiuntiva).
L'Authority - L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), in realtà è una vera e propria authority . La legge istitutiva parla di «organismo indipendente che ha il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo e di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee». In sostanza, l’Upb dovrebbe fare le pulci a ministeri, Palazzo Chigi e Istat. L’organismo di vigilanza è stato costituito nell’aprile 2014 e i tre consiglieri nominati con decreto dal presidente del Senato, Pietro Grasso e della Camera, Laura Boldrini, secondo quanto previsto «dalla legge rinforzata sul principio del pareggio di bilancio in attuazione delle normative europee sulla nuova governance economica».
E dopo una prima complicata fase di rodaggio, ora sembra entrare nella fase operativa. O meglio: dopo oltre 8 mesi cominciano ad uscire solo ora i prima bandi di assunzione e reclutamento. Infatti per essere operativo l’Ufficio ha bisogno di reclutare cervelli. O meglio di attrarli. Lo scorso 19 dicembre in Gazzetta Ufficiale sono stati pubblicati due bandi per “3 posti da direttore” e 8 da “Esperto senior”. La scadenza per presentare domanda (tra l’altro il sito dell’Upb non è ancora stato allestito e il bando è disponibile on line all’indirizzo http://www.parlamento.it/1151), è fissata per il 19 gennaio.
Organico - Si badi bene: la pianta organica definitiva dell’Upb, almeno sulla carta, è estremamente modesta: l’allegato del “Regolamento recante il trattamento giuridico ed economico del personale dell’Ufficio”, prevede appena 29 persone. Gli esperti senior saranno al massimo 14, gli esperti “normali” 13, i coadiutori appena 2. Poi bisogna considerare il direttore generale (che è però nominato a parte), e l’Upb per il momento di ferma qui. A dire il vero si spera - con questo bando e gli altri che seguiranno per completare la dotazione organica prevista - di attrarre cervelli e cervelloni dalle varie amministrazioni di prestigio dello Stato (Corte dei Conti, ragioneria, Tesoro, Banca d’Italia, ecc). Con un qualche risparmio.
E infatti il trattamento economico di provenienze ovviamente viene salvaguardato, e poi si offre un compenso a risultato e alcune indennità aggiuntive. E, sicuramente, la possibilità di entrare nel sancta santorum dei numeri della Repubblica Italiana. Si tratta - per chi fosse interessato a candidarsi anche se esterno all’amministrazione stataleo - di contratti triennali che potranno essere riconfermati «solo per un altro triennio», puntualizzano i bandi. Ma visto che al presidente Giuseppe Pisauro - professore ordinario (oggi fuori ruolo) di Scienza delle finanze alla Sapienza di Roma - e agli altri due consiglieri dell’Upb (la dottoressa Chiara Goretti e il professor Alberto Zanardi), viene delegato il compito di tenere sotto controllo i conti pubblici e di «analizzare e verificare» le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del governo, stupisce che sia pure in tempi di spending review sia stato accordato un budegt (circa 6 milioni per il 2015), tutto sommato modesto. E una dotazione di personale che è inferiore a quella di quasi tutti gli uffici a “diretta collaborazione” dei ministri.
Il controllore - Nelle intenzioni del governo l’Upb avrebbe dovuto essere il “controllore italiano” del nostro traballante pareggio di bilancio. E a questo neonato Ufficio viene chiesto (anche da Bruxelles) «di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee». Resta da chiedersi come con sole 33 persone si possa svolgere questo compito immane. Certo i tre membri del Consiglio dell’Upb potrebbero decidere di allargare l’organico, però visto che già ci sono voluti dei mesi solo per scrivere il Regolamento sulle retribuzioni forse è meglio concentrarsi sugli esperti (senior e non) da reclutare. Anche perché senza cervelli chi farà le”pulci” ai numeri partoriti dal governo?
C’è almeno di buono - sbirciando il bilancio 2014 dell’Ufficio - che dei 6 milioni messi a disposizione dal Tesoro ad aprile per il funzionamento, l’Upb ne ha spesi solo 1,584 di milioni. E dal bilancio previsionale 2015 salta fuori quindi una restituzione al bilancio dello Stato di ben 2 milioni. Ma forse quei 2 milioni potevano essere impiegati per reclutare un plotone in più di “esperti senior”, sempre che si voglia che questo Ufficio funzioni veramente. E possa spulciare a fondo.
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