I RISVOLTI DEL CASO VATILEAKS Emanuela Orlandi, la famiglia chiede il dossier segreto custodito in Vaticano: 34 anni dopo, la tragica verità?
Tra tre giorni saranno 34 anni da che è scomparsa Emanuela Orlandi, uno dei casi più spinosi nella storia vaticana. E proprio ora la famiglia fa una mossa che potrebbe, come sottolinea Il Corriere della Sera, portare "a risultati clamorosi": presenta un'istanza di accesso agli atti per poter visionare i documenti conservati dalla segreteria di Stato. E non solo, chiede un'audizione con il segretario Pietro Parolin per conoscere "in che modo e da chi è stata seguita la vicenda".
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In buona sostanza, per la prima volta nella richiesta che verrà depositata oggi, lunedì 19 giugno, in Vaticano, si parla esplicitamente di un "dossier" custodito in Vaticano. Una circostanza che è emersa nel corso del processo Vatileaks ma che, finora, era stata tenuta riservata. Eppure, di quel carteggio - viene specificato nel ricorso - hanno parlato più fonti, le quali sono arrivato ad elencare la natura di alcuni scritto. L'ultimo mistero di una vicenda che pare non avere termine.
A dare battaglia è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che aveva 15 anni quando scomparve. Lui, infatti, non ha mai smesso di cercare la verità. E un appiglio, fondamentale, per trovarla, come detto, è arrivato da Vatileaks: dal 2012, si era infatti tornati a parlare con insistenza di un dossier dedicato esclusivamente alla scomparsa della ragazza. Un plico che potrebbe contenere resoconti di attività inedite almeno fino al 1997. E proprio su questo, ora, si cerca di fare leva per risolvere uno dei grandi misteri italiani: chi ha ostacolato la ricerca della verità sulle sorti della figlia del commesso della Casa Pontificia?
Nell'istanza si fa esplicito riferimento ad "alcune fonti che riferiscono dell'esistenza presso la segreteria di Stato del dossier con dettagli anche di natura amministrativa dell'attività svolta dalla segreteria di Stato ai fini del ritrovamento". E tra gli atti elencati già acquisti dalla procura, se ne cita uno, datato 22 aprile 1994, nel quale si ammetteva che "tutta la dolorosa vicenda fu seguita a fondo direttamente dalla segreteria di Stato". Ecco perché, dunque, viene ritenuto fondamentale il colloquio con Parolin: lui è espressione del nuovo corso vaticano, scelto da Papa Francesco in persona al posto di Tarcisio Bertone. Un prelato che potrebbe parlare e offrire una svolta, storica, e decisiva, sul mistero di Emanuela.