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sabato 10 giugno 2017

Caivano (Na): Il Guaio di essere opposizione / Video

 Il Guaio di essere opposizione 


di Gaetano Daniele



Ancora una volta a pagare il prezzo delle incompetenze altrui, dell’inefficienza di ditte vincitrici di appalti al rialzo o al ribasso, di un’amministrazione comunale incapace di gestire non solo le emergenze ma a quanto sembra anche la normalità, sono i cittadini di Caivano, e la cosa che fa più rabbia è ascoltare la migliore gioventù dire: "ora basta, andiamo via". 

Dal 2015 giorno in cui è iniziato il mandato dell'attuale Sindaco Monopoli, Caivano è caduto nell'immobilismo più assoluto. "Meglio quando si stava peggio". Chiacchiere e incompetenti messi nei posti chiave a scrivere e a decidere il futuro del Paese. Monopoli il riabilitatore. Ha riabilitato finanche tuthankamon. Alla faccia dei giovani e del futuro. Insomma, l'incompetente deve pur affidarsi a qualcuno. I risultati? sono sotto gli occhi di tutti i caivanesi compreso i sostenitori del Sindaco. Anche perchè non si può negare che in meno di due anni di consiliatura, si sono cambiate due giunte; consiglieri eletti in maggioranza passati all'opposizione; dimissioni del Sindaco poi ritirare; spazzatura ai primi piani delle abitazioni nonostante una Gara Europea; problema mensa; tasse ai massimi storici per colpa del dissesto finanziario; maggioranza spaccata che litiga un giorno si e pure l'altro per incarichi chiusi nel cassetto; ed infine? la colpa di tutto questo è delle passate amministrazioni. La colpa è dei bolsceviti, dei comunisti. Se non ci fosse da piangere, sarebbe da mettersi a ridere. Ma meglio restare in silenzio. Il fattaccio è molto grave. 


In breve, le buche, la spazzatura, l'ordinaria amministrazione, la manutenzione, il rilancio occupazionale, i droni, il reddito di cittadinanza (qua qua qua) attendono che il nodo tra il Sindaco Monopoli e Forza Italia, si sciolga quanto prima. Prima che sia troppo tardi. Prima che scada il mandato. Certo che fare l'opposizione a Caivano è dura. Addossarsi pure le colpe della maggioranza deve essere frustrante. 

"Vuoi la droga? Sesso orale". L'orrore degli immigrati a Rimini: ragazzine ridotte così. Immagini forti / Guarda

Rimini, parco Cervi: gli spacciatori offrono droga in cambio di sesso orale



Qui Rimini, parco Cervi. Una piccola oasi verde invasa da immigrati e spacciatori. Un parchetto dove le ragazzine, come dimostra questa fotografia, sono pronte letteralmente a tutto pur di avere una dose senza pagare. E quando si dice pronte a tutto significa pronte a offrirsi alle "risorse" che spacciano: sesso, in pieno giorno, in cambio di droga. Una vicenda orribile sulla quale alza il velo Il Resto del Carlino, che dà conto della rabbia e della paura dei residenti della zona: "Ci spaventa anche solo portare a spasso il cane", afferma uno di loro. E ora, i residenti, stanno organizzando una raccolta firme per chiedere che qualcuno intervenga.

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"Dopo i blitz delle forze di polizia l’anno scorso - racconta disperato un abitante del luogo - il parco era tornato pulito. Ma da qualche mese è diventato ancora peggio. Gli spacciatori hanno ormai occupato tutto lo spazio che va dall'Arco d’Augusto fino all'altezza della chiesa di Santa Rita. Dalle finestre li vediamo bene mentre vanno a prendere la ‘roba’ in mezzo ai cespugli o sotto le pietre. Vediamo i ragazzini italiani arrivare a frotte dal centro e fare gli ‘acquisti’". Ma questo è il meno. L'ultimo orrore, l'ultima frontiera, è il sesso.

"Sesso alla luce del giorno - spiega una donna -. L’altro pomeriggio sono scesa per portare a spasso il cane e c’era una giovane, secondo me non era nemmeno maggiorenne, era per metà sotto una coperta e faceva ‘qualcosa’ con uno dei ragazzi nordafricani del parco. ‘Per quello ti ho detto che voglio venti euro’, le ho sentito dire. Ho capito bene a cosa si riferiva". Ma diversi testimoni affermano che sono tante le ragazze che scambiano sesso con droga: "Hanno l’età delle mie figlie, mi sembra incredibile che possa accadere. Non hanno nessuna remora - continua - lo fanno in mezzo alla gente".

LA TRAGEDIA Choc in ospedale a Ferrara Partorisce in casa, l'orrore: dove ha messo il neonato

Ferrara, partorisce in casa e nasconde il feto nel freezer



Ha partorito prematuramente, a sei mesi e mezzo, ha nascosto il corpo del bambino nel freezer e ha fatto finta che non fosse successo niente. La donna di Migliarino, in provincia di Ferrara, è andata in ospedale solo quattro giorni dopo ed è stata ricoverata in gravi condizioni a causa di un'emorragia che aveva precedentemente giustificato dicendo di essere caduta. Il personale medico si è accorto dalle analisi che la signora poteva aver avuto un parto prematuro o un aborto, così hanno allertato le forze dell'ordine che hanno tentato di rintracciare il corpo del neonato. Giovedì 8 maggio,  dopo due giorni di coma, la paziente ha confessato di aver occultato il cadavere nel congelatore della casa dove viveva con il marito e sei figli. Pare, secondo Il Messaggero, che l'uomo non fosse a conoscenza della gravidanza. Le indagini sono ancora in corso, si pensa che il feto possa essere nato morto. Risulta, però, da alcune indiscrezioni, che la la coppia vivesse in uno stato di sciatteria.

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ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ Un piano globale sulla demenza per spingere i governi all'azione

Un piano globale sulla demenza per spingere i governi all'azione


di Matilde Scuderi



Occorre dare una risposta globale alla demenza e bisogna farlo in fretta. Questo è il principio generale che sostiene da anni l'Alzheimer’s disease international (Adi) - la federazione internazionale di 85 associazioni Alzheimer di tutto il mondo, che intrattengono relazioni ufficiali con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) - e che finalmente è emerso quest'anno durante la 70esima Assemblea mondiale sulla sanità, concretizzandosi  nell'adozione da parte dell'Oms del 'Piano globale di azione sulla risposta di salute pubblica alla demenza 2017-2025'. Il 'Piano' mira a sollecitare i governi all'azione ponendo come obiettivo la maggiore consapevolezza della demenza, della riduzione dei rischi, della diagnosi e assistenza, del supporto ai familiari e ai caregiver, della ricerca e pone l'accento sulfatto  che migliorare la vita delle persone con demenza e dei loro familiari è una questione relativa ai diritti umani. Attualmente solo 29 dei 194 Stati membri dell'Oms - la metà dei quali in Europa - ha sviluppato un piano sulla demenza. Grazie al 'Piano globale' i governi verranno sollecitate a considerare la necessità di includere la demenza nelle proprie politiche sociosanitarie e assistenziali, anche perché tutti i Paesi dovranno riferire periodicamente all'Oms lo stato di avanzamento del Piano tra il 2017 e il 2025. Paola Barbarino, amministratore delegato di Adi, commenta: “I governi devono agire ora. Abbiamo un’occasione unica di cambiare in modo positivo e inclusivo la vita delle persone con demenza”. La demenza colpisce 50 milioni di persone in tutto il mondo, numero che sarà triplicato nel 2050. Ogni 3 secondi nel mondo una persona sviluppa la demenza. Più della metà delle persone affette da demenza vive in Paesi a basso e medio reddito, dove solo il 10 per cento dei malati riceve una diagnosi. “La demenza è l’unica condizione cronica senza una terapia risolutiva - sottolinea Glenn Rees, presidente di Adi - almeno l’1 per cento del costo della demenza dovrebbe essere investito nella ricerca”.

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In qualità di membro di Adi, la Federazione alzheimer Italia - che con il suo segretario generale Mario Possenti è stata l’unica organizzazione italiana presente a Ginevra per l’approvazione del 'Piano' - ha fornito il proprio contributo e punto di vista sulla bozza del documento, ritenendo che la sua adozione consentirà ai singoli stati lo sviluppo di politiche specifiche volte ad attenuare le conseguenze della demenza sul territorio.  “In Italia esiste un piano sulle demenze, ma attualmente senza stanziamento di fondi - commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia - che l’odierna storica decisione dell’Oms convinca il governo a destinare finanziamenti mirati alle sette aree di intervento previste. Come federazione di ben 47 associazioni su tutto il territorio italiano, abbiamo aumentato le azioni di sensibilizzazione negli ultimi due anni e, in particolare, abbiamo avviato il progetto di comunità amiche delle persone con demenza, partito da Abbiategrasso e ad oggi diffuso in otto città. Non ci fermeremo”. Il 'Piano' illustra sette aree specifiche di intervento:

1. Demenza come priorità di salute pubblica
Già nell’aprile 2012 Oms e Adi diffusero un 'Rapporto' che forniva una panoramica autorevole sull’impatto della demenza nel mondo e invitava i governi a considerare la demenza una priorità mondiale di salute pubblica. All’epoca, erano solo 8 gli Stati membri dell’Oms che avevano in atto un piano nazionale sulle demenze.

2. Consapevolezza e comunità amiche della demenza
I governi e le associazioni alzheimer dovrebbero lavorare insieme per aumentare la consapevolezza della demenza, che è la vera chiave per poter progredire.

3. Riduzione del rischio
Il rischio di sviluppare la demenza sarà di certo minore se entro il 2025 tutti i Paesi raggiungeranno gli obiettivi previsti dal Piano.

4. Diagnosi, trattamento e assistenza della demenza
Lo scorso anno il 'Rapporto mondiale alzheimer 2016', redatto da Adi e intitolato 'Migliorare l’assistenza sanitaria ai soggetti con demenza', invitava a un’azione comune per estendere l’assistenza sanitaria a tutte le persone con demenza nel mondo. Tra le azioni necessarie, il 'Piano' suggerisce agli stati l’importanza di misurare la qualità e i risultati dell’assistenza, di assicurare al malato che riceve la diagnosi di demenza almeno un anno di assistenza, gestita da un operatore specializzato, di sostenere le cure palliative.

5. Sostegno ai familiari e ai caregiver
Suggerendo programmi mirati, che prevedono per esempio l’assistenza in casa o il miglioramento dei trasporti, il documento sottolinea l’importanza di far vivere i malati il più a lungo possibile nella comunità e l’urgenza di sostenere i familiari nella vita quotidiana.

6. Sistemi informativi per la demenza
Per poter migliorare i servizi, tra gli indicatori della demenza è necessario inserire sia la qualità dell’assistenza sia l’esperienza di persone con demenza.

7. Ricerca e innovazione per la demenza
In tutto il mondo ricerca e innovazione nelle terapie farmacologiche e non farmacologiche, riferite alla demenza, sono seriamente sotto finanziate, soprattutto se si guarda al numero delle persone colpite e al costo che deve sostenere la comunità e le famiglie. È necessario che ogni stato investa di più.

Kate Swaffer, presidente di Dementia alliance international, affetta da demenza, spera: “Quelli di noi che vivono con la demenza hanno bisogno di questi piani per vivere il meglio possibile per il massimo tempo possibile”. 

Sapete chi è questa donna? Farà la storia: con un colpo di tosse fa venir giù l'Europa

Ha l'asma cronico per lo smog di Parigi. Se vince la causa sono guai per l'Europa



Clotilde Nonnez, 56 anni, ex ballerina del Crazy horse e ora insegnante di yoga, ha portato in Tribunale lo Stato francese colpevole di non aver abbassato il livello di polveri sottili a Parigi che le ha causato una gravissima forma di pericardite e l'asma bronchiale cronico che deve curare continuamente col cortisone. Un caso il suo che potrebbe costituire un precedente giuridico per tutti i Paesi dell'Unione europea. 

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La denuncia, riporta ItaliaOggi, è stata depositata al Tribunale amministrativo mercoledì 7 giugno dall'avvocato François Lafforgue, esperto in diritto ambientale e un palmares giuridico di cause vinte contro i grandi inquinatori del pianeta, dal colosso dell'agrochimica Monsanto alla Azf (Azote Français) di Tolosa fino alle amministrazioni locali che non hanno rispettato le leggi sullo smantellamento dell'amianto.

Lafforgue si dice convinto di vincere la causa. Negli allegati alla denuncia ci sono tutti i documenti dell'Oms che dimostrano come l'inquinamento dell'aria nelle grandi città del mondo provochi ogni anno 1,3 milioni di morti in seguito a malattie respiratorie e crisi cardiache e, soprattutto, un referto medico rilasciato alla Nonnez dai medici dell'ospedale pubblico Cochin il 6 dicembre scorso dopo un ricovero d'urgenza per crisi respiratoria, in cui c'è scritto nero su bianco che le condizioni dei bronchi e dei polmoni della paziente sono conseguenza diretta dell'inquinamento dell'aria. Per questo l'avvocato Lafforgue parla di precise responsabilità dello Stato francese più volte diffidato dalla Commissione europea proprio per la sua negligenza in materia ambientale. Se i giudici amministrativi di Parigi dovessero darle ragione il tema dei danni da polveri sottili e dell'obbligo giuridico dello Stato (anzi degli Stati dell'Ue) a risarcire i cittadini diventerebbe un dossier politico esplosivo. 

MAI COSÌ CALDO "Primavera africana", previsioni agghiaccianti: quali regioni d'Italia resteranno senz'acqua

Primavera mai così calda: dati agghiaccianti e rischio siccità



È da quando esistono le osservazioni meteorologiche, più o meno due secoli, che non si registrava una primavera calda come questa del 2017. I mutamenti climatici avanzano senza sosta. Lo ricorderanno anche gli agricolotori del centro e del nord del paese. Dalle statistiche di Cn-Isac il trimestre marzo-maggio è in eccesso di 2 gradi, record dal 1800 insieme al 2007. Anche in città come Parma, Torino, Bolzano e Modena. A guidare questa anomalia di caldo è stato marzo: il calore eccessivo ha spinto in avanti lo sviluppo della vegetazione esponendola a gravi danni per il ritorno del freddo (moderato) del 20 aprile. Maggio invece per certi versi è sembrato luglio, con vampate fino a 35 gradi nelle basse pianure emiliane e lombarde.

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Se questa primavere è fra le più calde di sempre, l'inverno non è stato da meno. Da gennaio 2017 ha piovuto e nevicato davvero poco. In Sardegna le precipitazioni sono state la metà del normale e si trova infatti a vivere una sensibile penuria d'acqua, ma se la Sardegna piange, il nord non ride. Come ripostato da La Stampa, in Emilia e in Triveneto l'inverno ha regalato poca neve in montagna. A Piacenza e Torino la precipitazione media è stata inferiore del 40% rispetto al solito. I fiumi emiliani che scendono dall'appennino sono già praticamente asciutti, il Veneto è tra le regioni più colpite dalla carenza idrica. Sulle dolomiti le riserve nevoso sono praticamente esaurite. L' ondata di tempo caldo e asciutto del prossimo fine settimana durerà fino a mercoledì prossimo con temperature intorno a 35 C, farà aumentare la siccità nel Settentrione e in Sardegna.

Queste anomalie climatiche sono vissute come fastidi temporanei, passeggeri. Spesso per le persone è una buona notizia, per anticipare qualche weekend di mare. Ma questi sono problemi seri, anticipatori di crisi climatiche ben più pericolose e peggiori delle attuali.

Retroscena (drammatico): come si è ridotto Renzi Telefonata a Berlusconi, "il

LA CONFESSIONE Legge elettorale, il retroscena sulla telefonata tra Renzi e Berlusconi: "Nel Pd ci sono tre big che non mi seguono"



Davanti agli occhi di Matteo Renzi c'era ancora il fumo delle macerie della riforma elettorale quando ha cominciato a squillare il suo telefonino e sullo schermo c'era il nome di Silvio Berlusconi. È il primo pomeriggio, la telefonata arriva nel momento più complicato per Renzi, costretto a seguire i lavori parlamentari dal suo ufficio al Nazareno, tempestando di messaggi i colonnelli in aula. Il Cav, come riporta la Stampa, è rimasto di fatto l'ultimo alleato ancora in piedi dall'accordo sulla legge elettorale.

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La telefonata prende da subito la piega dello sfogo renziano, il segretario del Pd sembra cercare conforto col Cav, o almeno un'ulteriore condivisione di vedute. Di sicuro Renzi è convinto che quello strappo era inevitabile: "Se andavamo sotto sulle preferenze e sul voto disgiunto era peggio. Rischiavamo una brutta figura...".

La figura in realtà non è stata proprio ottima, ma quel che Berlusconi non si spiega è come abbia fatto Renzi a farsi fregare in quel modo: "Guarda - gli ha risposto il segretario Dem - che nel mio partito in tanti erano contrari a quel tipo di riforma". I tre fedelissimi che più che remare contro, avrebbero tenuti i remi in barca: Matteo Orfini, Ettore Rosato e Lorenzo Guerini.

Sul prossimo futuro, non c'è altra scelta secondo Renzi se non il voto anticipato. Berlusconi gli avrebbe consigliato di insistere sullo stesso schema di riforma. Secondo Renzi però il banco è già saltato: "Bisogna spiegare al Paese che questo Parlamento non è in grado di fare più nulla". Resta ancora in piedi l'ipotesi di sfornare un decreto-legge, una forzatura per certi aspetti necessaria, ma insidiosa. Renzi ne avrebbe già parlato con Gentiloni, che naturalmente non avrebbe posto grossi ostacoli. Resta da convincere Mattarella, non proprio un dettaglio.