Primavera mai così calda: dati agghiaccianti e rischio siccità
È da quando esistono le osservazioni meteorologiche, più o meno due secoli, che non si registrava una primavera calda come questa del 2017. I mutamenti climatici avanzano senza sosta. Lo ricorderanno anche gli agricolotori del centro e del nord del paese. Dalle statistiche di Cn-Isac il trimestre marzo-maggio è in eccesso di 2 gradi, record dal 1800 insieme al 2007. Anche in città come Parma, Torino, Bolzano e Modena. A guidare questa anomalia di caldo è stato marzo: il calore eccessivo ha spinto in avanti lo sviluppo della vegetazione esponendola a gravi danni per il ritorno del freddo (moderato) del 20 aprile. Maggio invece per certi versi è sembrato luglio, con vampate fino a 35 gradi nelle basse pianure emiliane e lombarde.
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Se questa primavere è fra le più calde di sempre, l'inverno non è stato da meno. Da gennaio 2017 ha piovuto e nevicato davvero poco. In Sardegna le precipitazioni sono state la metà del normale e si trova infatti a vivere una sensibile penuria d'acqua, ma se la Sardegna piange, il nord non ride. Come ripostato da La Stampa, in Emilia e in Triveneto l'inverno ha regalato poca neve in montagna. A Piacenza e Torino la precipitazione media è stata inferiore del 40% rispetto al solito. I fiumi emiliani che scendono dall'appennino sono già praticamente asciutti, il Veneto è tra le regioni più colpite dalla carenza idrica. Sulle dolomiti le riserve nevoso sono praticamente esaurite. L' ondata di tempo caldo e asciutto del prossimo fine settimana durerà fino a mercoledì prossimo con temperature intorno a 35 C, farà aumentare la siccità nel Settentrione e in Sardegna.
Queste anomalie climatiche sono vissute come fastidi temporanei, passeggeri. Spesso per le persone è una buona notizia, per anticipare qualche weekend di mare. Ma questi sono problemi seri, anticipatori di crisi climatiche ben più pericolose e peggiori delle attuali.
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