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sabato 10 giugno 2017

Retroscena (drammatico): come si è ridotto Renzi Telefonata a Berlusconi, "il

LA CONFESSIONE Legge elettorale, il retroscena sulla telefonata tra Renzi e Berlusconi: "Nel Pd ci sono tre big che non mi seguono"



Davanti agli occhi di Matteo Renzi c'era ancora il fumo delle macerie della riforma elettorale quando ha cominciato a squillare il suo telefonino e sullo schermo c'era il nome di Silvio Berlusconi. È il primo pomeriggio, la telefonata arriva nel momento più complicato per Renzi, costretto a seguire i lavori parlamentari dal suo ufficio al Nazareno, tempestando di messaggi i colonnelli in aula. Il Cav, come riporta la Stampa, è rimasto di fatto l'ultimo alleato ancora in piedi dall'accordo sulla legge elettorale.

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La telefonata prende da subito la piega dello sfogo renziano, il segretario del Pd sembra cercare conforto col Cav, o almeno un'ulteriore condivisione di vedute. Di sicuro Renzi è convinto che quello strappo era inevitabile: "Se andavamo sotto sulle preferenze e sul voto disgiunto era peggio. Rischiavamo una brutta figura...".

La figura in realtà non è stata proprio ottima, ma quel che Berlusconi non si spiega è come abbia fatto Renzi a farsi fregare in quel modo: "Guarda - gli ha risposto il segretario Dem - che nel mio partito in tanti erano contrari a quel tipo di riforma". I tre fedelissimi che più che remare contro, avrebbero tenuti i remi in barca: Matteo Orfini, Ettore Rosato e Lorenzo Guerini.

Sul prossimo futuro, non c'è altra scelta secondo Renzi se non il voto anticipato. Berlusconi gli avrebbe consigliato di insistere sullo stesso schema di riforma. Secondo Renzi però il banco è già saltato: "Bisogna spiegare al Paese che questo Parlamento non è in grado di fare più nulla". Resta ancora in piedi l'ipotesi di sfornare un decreto-legge, una forzatura per certi aspetti necessaria, ma insidiosa. Renzi ne avrebbe già parlato con Gentiloni, che naturalmente non avrebbe posto grossi ostacoli. Resta da convincere Mattarella, non proprio un dettaglio.

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