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sabato 10 giugno 2017

ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ Un piano globale sulla demenza per spingere i governi all'azione

Un piano globale sulla demenza per spingere i governi all'azione


di Matilde Scuderi



Occorre dare una risposta globale alla demenza e bisogna farlo in fretta. Questo è il principio generale che sostiene da anni l'Alzheimer’s disease international (Adi) - la federazione internazionale di 85 associazioni Alzheimer di tutto il mondo, che intrattengono relazioni ufficiali con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) - e che finalmente è emerso quest'anno durante la 70esima Assemblea mondiale sulla sanità, concretizzandosi  nell'adozione da parte dell'Oms del 'Piano globale di azione sulla risposta di salute pubblica alla demenza 2017-2025'. Il 'Piano' mira a sollecitare i governi all'azione ponendo come obiettivo la maggiore consapevolezza della demenza, della riduzione dei rischi, della diagnosi e assistenza, del supporto ai familiari e ai caregiver, della ricerca e pone l'accento sulfatto  che migliorare la vita delle persone con demenza e dei loro familiari è una questione relativa ai diritti umani. Attualmente solo 29 dei 194 Stati membri dell'Oms - la metà dei quali in Europa - ha sviluppato un piano sulla demenza. Grazie al 'Piano globale' i governi verranno sollecitate a considerare la necessità di includere la demenza nelle proprie politiche sociosanitarie e assistenziali, anche perché tutti i Paesi dovranno riferire periodicamente all'Oms lo stato di avanzamento del Piano tra il 2017 e il 2025. Paola Barbarino, amministratore delegato di Adi, commenta: “I governi devono agire ora. Abbiamo un’occasione unica di cambiare in modo positivo e inclusivo la vita delle persone con demenza”. La demenza colpisce 50 milioni di persone in tutto il mondo, numero che sarà triplicato nel 2050. Ogni 3 secondi nel mondo una persona sviluppa la demenza. Più della metà delle persone affette da demenza vive in Paesi a basso e medio reddito, dove solo il 10 per cento dei malati riceve una diagnosi. “La demenza è l’unica condizione cronica senza una terapia risolutiva - sottolinea Glenn Rees, presidente di Adi - almeno l’1 per cento del costo della demenza dovrebbe essere investito nella ricerca”.

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In qualità di membro di Adi, la Federazione alzheimer Italia - che con il suo segretario generale Mario Possenti è stata l’unica organizzazione italiana presente a Ginevra per l’approvazione del 'Piano' - ha fornito il proprio contributo e punto di vista sulla bozza del documento, ritenendo che la sua adozione consentirà ai singoli stati lo sviluppo di politiche specifiche volte ad attenuare le conseguenze della demenza sul territorio.  “In Italia esiste un piano sulle demenze, ma attualmente senza stanziamento di fondi - commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia - che l’odierna storica decisione dell’Oms convinca il governo a destinare finanziamenti mirati alle sette aree di intervento previste. Come federazione di ben 47 associazioni su tutto il territorio italiano, abbiamo aumentato le azioni di sensibilizzazione negli ultimi due anni e, in particolare, abbiamo avviato il progetto di comunità amiche delle persone con demenza, partito da Abbiategrasso e ad oggi diffuso in otto città. Non ci fermeremo”. Il 'Piano' illustra sette aree specifiche di intervento:

1. Demenza come priorità di salute pubblica
Già nell’aprile 2012 Oms e Adi diffusero un 'Rapporto' che forniva una panoramica autorevole sull’impatto della demenza nel mondo e invitava i governi a considerare la demenza una priorità mondiale di salute pubblica. All’epoca, erano solo 8 gli Stati membri dell’Oms che avevano in atto un piano nazionale sulle demenze.

2. Consapevolezza e comunità amiche della demenza
I governi e le associazioni alzheimer dovrebbero lavorare insieme per aumentare la consapevolezza della demenza, che è la vera chiave per poter progredire.

3. Riduzione del rischio
Il rischio di sviluppare la demenza sarà di certo minore se entro il 2025 tutti i Paesi raggiungeranno gli obiettivi previsti dal Piano.

4. Diagnosi, trattamento e assistenza della demenza
Lo scorso anno il 'Rapporto mondiale alzheimer 2016', redatto da Adi e intitolato 'Migliorare l’assistenza sanitaria ai soggetti con demenza', invitava a un’azione comune per estendere l’assistenza sanitaria a tutte le persone con demenza nel mondo. Tra le azioni necessarie, il 'Piano' suggerisce agli stati l’importanza di misurare la qualità e i risultati dell’assistenza, di assicurare al malato che riceve la diagnosi di demenza almeno un anno di assistenza, gestita da un operatore specializzato, di sostenere le cure palliative.

5. Sostegno ai familiari e ai caregiver
Suggerendo programmi mirati, che prevedono per esempio l’assistenza in casa o il miglioramento dei trasporti, il documento sottolinea l’importanza di far vivere i malati il più a lungo possibile nella comunità e l’urgenza di sostenere i familiari nella vita quotidiana.

6. Sistemi informativi per la demenza
Per poter migliorare i servizi, tra gli indicatori della demenza è necessario inserire sia la qualità dell’assistenza sia l’esperienza di persone con demenza.

7. Ricerca e innovazione per la demenza
In tutto il mondo ricerca e innovazione nelle terapie farmacologiche e non farmacologiche, riferite alla demenza, sono seriamente sotto finanziate, soprattutto se si guarda al numero delle persone colpite e al costo che deve sostenere la comunità e le famiglie. È necessario che ogni stato investa di più.

Kate Swaffer, presidente di Dementia alliance international, affetta da demenza, spera: “Quelli di noi che vivono con la demenza hanno bisogno di questi piani per vivere il meglio possibile per il massimo tempo possibile”. 

Sapete chi è questa donna? Farà la storia: con un colpo di tosse fa venir giù l'Europa

Ha l'asma cronico per lo smog di Parigi. Se vince la causa sono guai per l'Europa



Clotilde Nonnez, 56 anni, ex ballerina del Crazy horse e ora insegnante di yoga, ha portato in Tribunale lo Stato francese colpevole di non aver abbassato il livello di polveri sottili a Parigi che le ha causato una gravissima forma di pericardite e l'asma bronchiale cronico che deve curare continuamente col cortisone. Un caso il suo che potrebbe costituire un precedente giuridico per tutti i Paesi dell'Unione europea. 

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La denuncia, riporta ItaliaOggi, è stata depositata al Tribunale amministrativo mercoledì 7 giugno dall'avvocato François Lafforgue, esperto in diritto ambientale e un palmares giuridico di cause vinte contro i grandi inquinatori del pianeta, dal colosso dell'agrochimica Monsanto alla Azf (Azote Français) di Tolosa fino alle amministrazioni locali che non hanno rispettato le leggi sullo smantellamento dell'amianto.

Lafforgue si dice convinto di vincere la causa. Negli allegati alla denuncia ci sono tutti i documenti dell'Oms che dimostrano come l'inquinamento dell'aria nelle grandi città del mondo provochi ogni anno 1,3 milioni di morti in seguito a malattie respiratorie e crisi cardiache e, soprattutto, un referto medico rilasciato alla Nonnez dai medici dell'ospedale pubblico Cochin il 6 dicembre scorso dopo un ricovero d'urgenza per crisi respiratoria, in cui c'è scritto nero su bianco che le condizioni dei bronchi e dei polmoni della paziente sono conseguenza diretta dell'inquinamento dell'aria. Per questo l'avvocato Lafforgue parla di precise responsabilità dello Stato francese più volte diffidato dalla Commissione europea proprio per la sua negligenza in materia ambientale. Se i giudici amministrativi di Parigi dovessero darle ragione il tema dei danni da polveri sottili e dell'obbligo giuridico dello Stato (anzi degli Stati dell'Ue) a risarcire i cittadini diventerebbe un dossier politico esplosivo. 

MAI COSÌ CALDO "Primavera africana", previsioni agghiaccianti: quali regioni d'Italia resteranno senz'acqua

Primavera mai così calda: dati agghiaccianti e rischio siccità



È da quando esistono le osservazioni meteorologiche, più o meno due secoli, che non si registrava una primavera calda come questa del 2017. I mutamenti climatici avanzano senza sosta. Lo ricorderanno anche gli agricolotori del centro e del nord del paese. Dalle statistiche di Cn-Isac il trimestre marzo-maggio è in eccesso di 2 gradi, record dal 1800 insieme al 2007. Anche in città come Parma, Torino, Bolzano e Modena. A guidare questa anomalia di caldo è stato marzo: il calore eccessivo ha spinto in avanti lo sviluppo della vegetazione esponendola a gravi danni per il ritorno del freddo (moderato) del 20 aprile. Maggio invece per certi versi è sembrato luglio, con vampate fino a 35 gradi nelle basse pianure emiliane e lombarde.

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Se questa primavere è fra le più calde di sempre, l'inverno non è stato da meno. Da gennaio 2017 ha piovuto e nevicato davvero poco. In Sardegna le precipitazioni sono state la metà del normale e si trova infatti a vivere una sensibile penuria d'acqua, ma se la Sardegna piange, il nord non ride. Come ripostato da La Stampa, in Emilia e in Triveneto l'inverno ha regalato poca neve in montagna. A Piacenza e Torino la precipitazione media è stata inferiore del 40% rispetto al solito. I fiumi emiliani che scendono dall'appennino sono già praticamente asciutti, il Veneto è tra le regioni più colpite dalla carenza idrica. Sulle dolomiti le riserve nevoso sono praticamente esaurite. L' ondata di tempo caldo e asciutto del prossimo fine settimana durerà fino a mercoledì prossimo con temperature intorno a 35 C, farà aumentare la siccità nel Settentrione e in Sardegna.

Queste anomalie climatiche sono vissute come fastidi temporanei, passeggeri. Spesso per le persone è una buona notizia, per anticipare qualche weekend di mare. Ma questi sono problemi seri, anticipatori di crisi climatiche ben più pericolose e peggiori delle attuali.

Retroscena (drammatico): come si è ridotto Renzi Telefonata a Berlusconi, "il

LA CONFESSIONE Legge elettorale, il retroscena sulla telefonata tra Renzi e Berlusconi: "Nel Pd ci sono tre big che non mi seguono"



Davanti agli occhi di Matteo Renzi c'era ancora il fumo delle macerie della riforma elettorale quando ha cominciato a squillare il suo telefonino e sullo schermo c'era il nome di Silvio Berlusconi. È il primo pomeriggio, la telefonata arriva nel momento più complicato per Renzi, costretto a seguire i lavori parlamentari dal suo ufficio al Nazareno, tempestando di messaggi i colonnelli in aula. Il Cav, come riporta la Stampa, è rimasto di fatto l'ultimo alleato ancora in piedi dall'accordo sulla legge elettorale.

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La telefonata prende da subito la piega dello sfogo renziano, il segretario del Pd sembra cercare conforto col Cav, o almeno un'ulteriore condivisione di vedute. Di sicuro Renzi è convinto che quello strappo era inevitabile: "Se andavamo sotto sulle preferenze e sul voto disgiunto era peggio. Rischiavamo una brutta figura...".

La figura in realtà non è stata proprio ottima, ma quel che Berlusconi non si spiega è come abbia fatto Renzi a farsi fregare in quel modo: "Guarda - gli ha risposto il segretario Dem - che nel mio partito in tanti erano contrari a quel tipo di riforma". I tre fedelissimi che più che remare contro, avrebbero tenuti i remi in barca: Matteo Orfini, Ettore Rosato e Lorenzo Guerini.

Sul prossimo futuro, non c'è altra scelta secondo Renzi se non il voto anticipato. Berlusconi gli avrebbe consigliato di insistere sullo stesso schema di riforma. Secondo Renzi però il banco è già saltato: "Bisogna spiegare al Paese che questo Parlamento non è in grado di fare più nulla". Resta ancora in piedi l'ipotesi di sfornare un decreto-legge, una forzatura per certi aspetti necessaria, ma insidiosa. Renzi ne avrebbe già parlato con Gentiloni, che naturalmente non avrebbe posto grossi ostacoli. Resta da convincere Mattarella, non proprio un dettaglio.

Capito il tabellone? La vigliaccata degli onorevoli: quanti soldi s'intascano per aver salvato Gentiloni

La rivolta dei deputati "precari": legge elettorale bocciata per 80mila euro



Più che per ragioni politiche il Tedeschellum è stato bocciato per una banalissima questione di soldi. Bocciato dagli onorevoli "precari" (del Movimento 5 stelle e del Pd) che non volevano perdere la loro poltrona causa voto anticipato a settembre. 

Perché è importante integrare la Vitamina D?

Recenti studi hanno rilevato una diminuzione dei livelli di Vitamina D nella popolazione europea. Le principali cause? Minore esposizione al sole ed impoverimento della dieta.



A temere per le loro tasche soprattutto i pentastellati che fatti due conti, riporta il Giornale, non possono che essere contenti di sedere ancora un po' in Parlamento. Lo stipendio di un parlamentare, sommando indennità, diaria e rimborsi vari, si aggira sui 13mila euro netti al mese. Ergo, se si arriva a fine legislatura (febbraio 2018), prenderanno altri sei stipendi, non poco: sono 80mila euro netti, anche qualcosa di più considerato l'assegno di fine mandato che aumenterà anch'esso.

Eppoi, diciamolo, per chi si è trovato in Parlamento quasi per caso, grazie a poche manciate di voti online è difficile lasciare la poltrona e i benefit dell'odiata casta...

venerdì 9 giugno 2017

Travaglio, svelato il contratto con La7. Le cifre pazzesche: quanto guadagna al minuto

Travaglio, il contratto con La7: 125mila euro all'anno, fanno 70 euro al minuto



Ma quanto guadagna Marco Travaglio a La7, dove è ospite fisso nel salottino di Otto e Mezzo di Lilli Gruber? Una domanda alla quale ha provato a dare una risposta Italia Oggi. Già, perché il tema è di stingente attualità ed è stato addirittura sollevato nel corso dell'assemblea dei soci di Cairo Communication, che si è tenuta lo scorso 8 maggio a Milano. In quell'occasione l'azionista Gola aveva sottolineato come "la costante presenza di certi giornalisti di parte come Travaglio deprimono, a mio giudizio, la qualità dei programmi di La7": Poi, a rincarare la dose, ci aveva pensato il socio Marino, il quale si era avventurato nel tema dei compensi: "Ho udito che Travaglio avrebbe compensi di 500mila euro all'anno per partecipare alla trasmissione Otto e mezzo".

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E in effetti, il direttore del Fatto Quotidiano, ha un contratto per le sue apparizioni a La7. Contratto le cui cifre sono nascoste da clausole di riservatezza. Comunque sia, nella stessa assemblea, Urbano Cairo ci ha tenuto a specificare che "il compenso di Travaglio, come ordine di grandezza, è circa la metà della metà della cifra da lei detta". Basta dunque armarsi di calcolatrice per capire che, in base alle cifre rivelate da Cairo, La7 paga 125mila euro l'anno a Travaglio per le sue ospitate.

Soldoni. Soldi veri. Basta infatti fare due calcoli. Travaglio è ospite dalla Gruber una volta a settimana, di solito il giovedì. Il programma dura all'incirca dieci mesi (per star larghi), numero che moltiplicato per quattro (le settimane per mese) fa un totale di quaranta ospitate. Stando sempre a queste cifre, insomma, Marco Manetta guadagna circa 3.125 euro a puntata. E, si ricorda, la puntata dura circa 45 minuti (anche qui, stando larghi). Ergo, la presenza di Travaglio ad Otto e mezzo vale circa 70 euro al minuto. Niente male.

Max Biaggi in rianimazione, la grande paura Le sue parole strazianti al papà in ospedale

Max in rianimazione dopo l'incidente: "Fratture costali e..."



"Anche stavolta l'abbiamo sfangata". Sono state queste le prime parole che Max Biaggi ha detto al padre Pietro, subito corso al suo capezzale all'ospedale San Camillo di Roma. L'ex campione del mondo di motociclismo è stato vittima di un terribile incidente sul circuito Sagittario di Latina, da dove è stato trasportato in elisoccorso nella Capitale. "Biaggi ha riportato fratture costali multiple. È arrivato cosciente ed ora per precauzione sarà ricoverato presso il reparto di rianimazione", ha commentato il direttore del pronto soccorso del San Camillo, Emanuele Guglielmelli. Il pilota romano, 45 anni, è giunto in ospedale alle 14.04. "La rete del 118 ha funzionato molto bene - ha aggiunto - siamo subito stati allertati come avviene in casi simili. Il paziente non ha mai perso conoscenza. Ha un trauma toracico importante e per questo motivo a scopo precauzionale lo porteremo nel reparto di rianimazione e la prognosi resta riservata". A chi gli chiedeva se Biaggi avesse riportato pure un pneumotorace il medico ha risposto: "C'è una piccola faldina che stiamo monitorando", aggiungendo che "se non ci saranno complicazioni" la prognosi è di "circa 30 regioni".

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Al San Camillo oltre al padre e alla madre di Biaggi sono accorse anche la sua attuale compagna Bianca Atzei, e la sua storica ex Eleonora Pedron, che uscendo dall'ospedale ha confermato: "Ho parlato con Max. Sta bene. Se la paura è passata? Sì, sì".