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mercoledì 26 aprile 2017

SI SPOSERÀ A NAPOLI Questa coppia fa la storia: è il primo matrimonio trans Italia, cambia tutto / Guarda

Alessia e Michele, primo matrimonio trans: svolta in Italia, così cambia tutto


Alessia Cinquegrana sarà la prima trans a unirsi in matrimonio in Italia. Il suo "genere" è scritto nero su bianco sulla carta d'identità e la novità sta proprio nel fatto che non è stata costretta a subire l'intervento chirurgico per cambiare sesso. Insomma, si tratta di una svolta clamoroso nel riconoscimento dei diritti civili e un precedente per tutte quelle persone che si trovano nella sua stessa situazione. "Il giorno 27 aprile alle ore 12 - comunica una nota l'Associazione trans Napoli - presso il municipio del Comune di Aversa, si unirà in matrimonio civile, con una cerimonia officiata dal sindaco, la nostra associata Alessia Cinquegrana".


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"È la prima donna in Italia che, dopo aver avuto la riattribuzione di sesso senza doversi sottoporre all'intervento demolitivo, può felicemente coronare il suo sogno d’amore e unirsi in matrimonio con Michele Picone, dopo 11 anni di vita insieme - spiega la fondatrice dell'associazione Loredana Rossi al Corriere - Una favola a lieto fine". Ileana Capurro, presidente Atn aggiunge: "Il matrimonio della nostra iscritta rappresenta un momento importante della storia della comunità transessuale e un cambiamento atteso da anni da tutte quelle persone transessuali che, non potendo o volendo sottoporsi alla pratica del bisturi per forza richiesta in passato, venivano private dei loro diritti civili.Una violenza. Oggi, anche grazie agli interventi giurisprudenziali, è stato raggiunto un concreto traguardo di totale equiparazione e finalmente le persone transessuali, da noi sostenute possono liberamente scegliere il percorso più adeguato quindi, anche senza intervento demolitivo ricostruttivo, per ottenere la rettifica del genere ed il cambio del nome all'ufficio di stato civile".

MONTECARLO E GUAI L'avvocato di Fini lo frega in tv "Sì, è vero, lui...", sbugiardato Agguato in diretta, il disastro

Fini, la bomba da Giletti. Il suo avvocato: "Sì, lui ha...". Bugia svelata in diretta tv



Una bugia svelata in diretta tv, e per giunta dal proprio avvocato. Per Gianfranco Fini si mette male: il calvario dell'Arena di Giletti domenica pomeriggio (che ha messo in croce prima la sua compagna Elisabetta Tulliani, poi Giancarlo e infine proprio l'ex leader di An) ha avuto come degna conclusione l'uscita (improvvida?) del suo legale Michele Sarno. Ospite in studio e in evidente difficoltà di fronte al fuoco incrociato, l'avvocato ha ammesso come ha ricordato anche Il Tempo che Fini, allora presidente della Camera, nel luglio 2010 aveva lasciato i suoi incarichi istituzionali per recarsi a Montecarlo insieme alla compagna Elisabetta. Motivo della trasferta? Supervisionare i lavori di ristrutturazione dell'appartamento che il cognato Giancarlo, questa è l'accusa dei pm, aveva acquistato da Alleanza nazionale tramite due società offshore riconducibili ai fratelli Tulliani e grazie ai soldi del re del gioco d'azzardo Francesco Corallo, oggi accusato di associazione a delinquere finalizzata al peculato, al riciclaggio e alla sottrazione fraudolenta delle imposte.

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Fini, fino a oggi, aveva sempre smentito di essersi recato a Montecarlo e interessato alla questione, scaricando di fatto tutto sulle spalle del cognato e della compagna. Eppure contro di lui pesano e molto le parole di un immobiliarista, Luciano Garzelli, incaricato dai Tulliani di seguire la ristrutturazione: "Il signor Tulliani mi chiamò da Roma, era inizio luglio (2010, ndr), mi disse che il presidente Fini con la sua compagna erano stati nell'appartamento il giorno prima e che per una perdita d'acqua il parquet si era sol levato". E una mail di Garzelli al legale di Tulliani, inviata il 19 ottobre 2010 e ritrovata dai finanzieri nell'appartamento romano di via Conforti dove vivono Fini ed Elisabetta, ribadisce: "La prego di informare il suo cliente Giancarlo Tulliani di restare calmo e tranquillo perché, tra le altre cose in mio possesso, c'è anche la registrazione di una sua telefonata di luglio 2010 con la quale si evidenzia che il giorno prima, un noto personaggio, e non cito il nome che il Tulliani mi ha fatto, insieme a sua sorella, non avrebbe potuto DORMIRE nell'appartamento a causa di un problema al parquet". 

"C'è un albero su Marte", la scoperta inquietante Gira questa foto pazzesca della Nasa / Guarda

"C'è un albero su Marte", la scoperta. Gira questa immagine della Nasa 



I cacciatori di Ufo si sono scatenati dopo aver analizzato alcuni filmati realizzati dalla Nasa su Marte in cui si vede chiaramente quello che ha tutta l'aria di essere un albero. Nei video sembra di vedere un tronco tra le rocce e da parte sua la Nasa ha spiegato che l'immagine è stata presa da Mastcam sulla Mars rover Curiosity on Sol 1647 lo scorso marzo.

La scoperta se venisse confermata dimostrerebbe che la vita su Marte c'è stata o è possibile. Del resto, proprio la Nasa ha più volte ipotizzato la presenza di acqua (e quindi di vita) sul pianeta rosso. 


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Il Po si sta spostando, terremoti, dighe e piene Analisi horror: "40 km in un giorno", fin dove arriverà

Il fiume Po si sta spostando verso Nord: nel 1570 si spostò di 40 chilometri



Da secoli il fiume Po ha cominciato la sua marcia inesorabile verso nord. Il percorso visibile oggi dalla via d'acqua più lunga d'Italia è frutto di diversi terremoti, oltre che dell'intervento dell'uomo, che lo hanno fatto slittare per diversi chilometri. Un giorno lo spostamento è stato addirittura di 40 km, era l'11 novembre 1570 quando la foce del fiume si spostò ai confini di Chioggia e del veneziano. Come ricorda il Giornale, un terremoto di magnitudo 5.4 sconvolse il ferrarese, causando un innanzalmento dei 15 centimetri del livello del terreno. Così come cinque anni fa, quando tra il 20 e il 29 maggio in Emilia il suolo si è abbassato di un paio di centimetri vicino la zona di Finale Emilia.

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I segni dei vecchi percorsi sono ancora ben visibili, come quelli evidenti del paleoalveo dei Barchessoni, a Mirandola, in provincia di Modena. Sorvolando quelle zone è possibile notare delle spianate più scure, il letto del vecchio fiume, affiancate da tratti più chiari, cioè i vecchi argini.

Gli studi che si sono spinti in epoche ben più remote, come l'ultimo periodo glaciale, il wurmiano fra 100mila e 10mila anni fa, dimostrano che il Po percorreva un tratto ben più lungo: da Piacenza verso Mirandola e Molinello, andando a sfociare vicino Cervia. I vari interventi dell'uomo hanno influenzato il corso del fiume, con la costruzione di argini più forti e più alti, anche di diversi metri.

E il futuro del Po è segnato da un incessante movimento verso il Settentrione. Un fenomeno legato alle diverse zone sismiche che attraversa il fiume, strette dall'innalzamento degli Appennini fino alla pressione che continua a esercitare la placca africana su quella europea. Un processo di "subduzione", dicono gli esperti, che continua a far scivolare il Vecchio continente sotto quello africano.

DOPO IL "NO" AL REFERENDUM Meglio chiudere che lavorare Alitalia, la follia dei dipendenti è il simbolo dell'Italia peggiore

Alitalia chiuda pure: noi voleremo con altre compagnie


di Giuliano Zulin



Come i mariti che, per vendicarsi delle corna della moglie, si tagliano i cosiddetti, il personale dell' Alitalia, per fare un dispetto all'azienda, si è tagliato il posto di lavoro. Il referendum che ha coinvolto i 12mila lavoratori dell'ex compagnia di bandiera ha visto prevalere i «No». No al licenziamento di quasi 1000 persone, no alla riduzione dell'8% della busta paga, no alla sforbiciata sulle ferie. Eppure questi sacrifici erano vitali: la società perde quasi 2 milioni al giorno. Non sa più volare. Forse i tagli non sarebbero nemmeno bastati per evitarci il crac fra due anni. Erano paragonabili a una scatola di aspirine per un malato grave. Niente...

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Piloti, hostess e personale di terra vogliono sfidare lo Stato, vogliono spillare ancora soldi al governo, dopo le decine di miliardi pubblici già buttate negli ultimi decenni. Con la vittoria del «No», il personale di Alitalia ha anche licenziato i sindacati, che avevano sottoscritto il pre-accordo, necessario per far partire una ricapitalizzazione da 2 miliardi. La compagnia non ha tanta liquidità in cassa. Anzi, è quasi finita. E le banche che fino adesso hanno aperto i cordoni della borsa per far un piacere al premier di turno, non sono più disposte a perdere soldi. I lavoratori dell' ex aviolinea di bandiera ora puntano proprio sulle banche per fare pressione sull'esecutivo in modo da continuare a sprecare come da tradizione. Unicredit ha già perso 500 milioni, Intesa e Generali sono esposte per altre centinaia di milioni. I rispettivi manager hanno fatto capire che però la festa è finita.

Solo una vittoria del «Sì» li avrebbe convinti a proseguire l'agonia, non iscrivendo a perdita secca i prestiti ad Alitalia. Peccato abbia vinto il «No». Domani il consiglio d'amministrazione della compagnia dovrebbe a questo punto deliberare la richiesta di amministrazione straordinaria speciale. Sarà nominato un commissario, in base a una legge già utilizzata per i casi Parmalat e Ilva, che bloccherà parecchie attività ordinarie (tipo il pagamento dei fornitori) garantendo comunque i posti di lavoro per due anni. Ma Alitalia non è Parmalat: è un' azienda particolare. Vola tutti i giorni, a tutte le ore, da una parte all'altra dell' Europa e del mondo. Non si può, per dire, fare a meno del carburante. Ci vorrebbe un acquirente subito.

Ryanair? Ma chi è disposto a comprare un'azienda che sta per fallire? Potrebbe anche prenderla. Ma a zero euro... La strada più giusta, a questo punto, sarebbe il fallimento. Gli italiani quasi non se ne accorgeranno: Alitalia rappresenta il 18% del mercato. E il personale può stare tranquillo: avrà due anni di cassa integrazione o altri ammortizzatori e poi scatterebbe l'indennità di disoccupazione. Meglio di così... Ma almeno lo Stato non brucerà più miliardi. Tanto noi continueremo a volare. Con altre compagnie.

Macron, è già scandalo Dove lo hanno beccato dopo il risultato elettorale

Emmanuel Macron, cena radical chic dopo il voto: scoppia la polemica



Macron un radical chic come Sarkozy? È la polemica che a poche ore dalla chiusura dei seggi per il primo turno delle elezioni presidenziali, ha investito il leader di En Marche. Oggetto dello scandalo la cena che lo stesso Emmanuel Macron si è concesso con la moglie e alcuni amici subito dopo la serata elettorale, quando era ormai certo che sarebbe arrivato al ballottaggio per l'Eliseo contro Marine Le Pen. Macron infatti ha festeggiato nella brasserie La Rotonde, a Montparnasse, la più radical chic di Parigi.

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Un episodio che ad alcuni ha riportato alla memoria la notte della vittoria elettorale di Nicolas Sarkozy nel 2007, quando il neo eletto presidente della Repubblica, celebrò da Fouquet, ristorante pluristellato sugli Champs Elysee. La differenza di livello tra i due ristoranti è notevole, un menu medio alla Rotonde si aggira attorno ai 50 euro, mentre da Fouquet il prezzo è più alto. Ma qualcuno ha polemicamente fatto notare l'analogia tra i due episodi. La cena insomma avrebbe restituito l’immagine di un leader elitario, lontano dai cittadini e che preferisce festeggiare con una ristretta cerchia di fortunati. I commensali erano l'economista Jacques Attali, l'attrice Line Renaud, l'attore Pierre Arditi, il presentatore Stephane Bern, lo scrittore Erik Orsenna, l'architetto Roland Castro e l'ex parlamentare europeo Daniel Cohn-Bendit. "Non prendo lezioni dai salotti parigini - ha risposto un Macron molto infastidito a Europe 1 - se non avete capito che era un piacere per me invitare i miei segretari, i miei agenti di sicurezza, politici, scrittori, donne e uomini che fin dall'inizio sono stati dalla mia parte, allora non capite la vita".

martedì 25 aprile 2017

Marcianise, anche il Vescovo di Aversa, S. E. Angelo Spinillo, partecipa alla VI edizione di “Amici in Festa”, dedicata alle persone diversamente abili

Marcianise, anche il Vescovo di Aversa, S. E. Angelo Spinillo, partecipa alla VI edizione di “Amici in Festa”, dedicata alle persone diversamente abili


di Gaetano Daniele



MARCIANISE - Una giornata di festa. Una giornata di solidarietà. Una giornata di amore. Una giornata di speranza. E’ stato davvero un grande successo per la VI edizione di “Amici in Festa”, organizzata da tantissimi volontari, che hanno accolto fin dalle prime ore del mattino del 25 aprile circa 500 diversamente abili, per dare loro un messaggio di speranza e per regalare momenti di mera spensieratezza, di gioia e serenità.




Tanto entusiasmo, trasmesso non soltanto con le parole, ma con i fatti. Con l’impegno delle organizzatrici, tra cui Antonietta Maiorino, Francesca Festa Michela Sparaco, che davvero hanno messo in campo senza soluzione di continuità tanta energia, determinazione, passione e amore verso il prossimo. Alla manifestazione hanno partecipato tra gli altri il vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo, e don Maurizio Patriciello, che ha officiato la santa messa con una toccante omelia, nella quale ha sottolineato con forza che “chi ha di più dalla vita, deve dare di più a coloro che ne hanno bisogno e che ci tendono una mano”.




Presenti anche alcuni imprenditori, tra cui Pasquale Maiorino e Antonio Licito, che hanno dato un concreto contributo per la buona riuscita della manifestazione e del nostro Blog Il Notiziario sul web.


Il Vescovo Spinillo ha sottolineato l’importanza di questi eventi. “Oggi - ha commentato Spinillo - il bel messaggio lo hanno dato soprattutto gli ospiti e tutti coloro che sono presenti alla manifestazione, che con il loro desiderio di vivere nelle loro disabilità testimoniano la voglia di vivere e la speranza di essere coinvolti nel bene più che grande che è l’amicizia. L’amicizia che crea davvero un clima sereno e gioioso, dove nessuno si deve sentire escluso, ma tutti dobbiamo camminare insieme con affetto e fraternità. Sempre”.


Durante la giornata, dopo il pranzo comunitario, anche momenti di puro relax con balli e con l’esibizione di un gruppo musicale e della cantante Marianna Mirymarty. Poi il gran finale con il taglio di una mega torta e con l’appuntamento alla prossima edizione. L'evento tutto è stato ripreso dalle nostre telecamere e da TeleCapri, con il grande supporto del Giornalista de "Il Mattino" Antonio Parrella, che a breve manderà in onda l'evento su TeleCapri. 


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