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domenica 9 aprile 2017

PORTOMAGGIORE MEGA-CACCIA ALL'UOMO Braccato Igor, killer di Brudio Ha ucciso un agente, è a piedi

Ucciso un poliziotto provinciale, un altro è ferito: sospetti su Igor il Russo



Si è scatenata un'imponente caccia all'uomo vicino Ferrara per braccare Igor Vaclavic, il presunto killer di Davide Fabbri, il barista ucciso a Budrio. Incappato alle 19 in un posto di blocco della polizia provinciale tra Marmorta e Molinella, in provincia di Bologna al confine con il Ferrare. L'uomo ha ingaggiato una sparatoria con due agenti, uccidendone uno, un altro invece è rimasto ferito gravemente. Vaclavic ha abbandonato l'auto e, ancora armato, è scappato a piedi trovando rifugio nella boscaglia. Sul posto stanno convergendo diverse pattuglie della polizia, compresi i reparti speciali.


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Sarebbe un volontario guardia pesca la vittima del conflitto a fuoco avvenuto nel Bolognese al confine con la provincia di Ferrara, mentre a restare ferita è stata una guardia provinciale di Ferrara. "Un nostro agente della polizia provinciale di Ferrara è ferito gravemente a un braccio - ha spiegato all’Adnkronos il presidente della Provincia Tiziano Tagliani - È rimasto ucciso un volontario guardiapesca, che era con l’agente".
L'ex militare russo è accusato anche di far parte della banda Pajdek, con la quale avrebbe rapinato e ucciso un pensionato di Aguscello, nel Ferrarese, Pier Luigi Tartari. Su Vaclavic pendono anche i sospetti su una serie di violente rapine a Mesalo, Coronella e Gaibanella.

Le ricerche della polizia sull'uomo sono ripartite la scorsa settimana, quando ha ucciso Davide Fabbri, il barista 52enne di Budrio, nel Bolognese. Vaclavic aveva fatto irruzione nel locale armato di fucile, che il barista aveva tentato di strappargli dalle mani, e una pistola, con la quale il barista è stato freddato.

Vaclavic avrebbe dovuto lasciare l'Italia da tempo, visto che su di lui pendevano diversi decreti di espulsione. Il primo a suo carico risale al 2010, seguito da un altro nel 2011, entrambi mai eseguiti. 

Schiaffo all'euro dallo Stato europeo Così hanno evitato una catastrofe

L'euro perde un altro pezzo: la Repubblica Ceca si sgancia


di Nino Sunseri



Praga come Berna. Il governo della Repubblica Ceca ha imitato la Svizzera tagliando il cordone ombelicale che legava la sua valuta all' euro. Niente più cambio fisso a 27 corone per un euro come negli ultimi tre anni. Dopo l' annuncio la moneta unica si è svalutata 3% a 26,6. Secondo gli esperti si stabilizzerà intorno a 26,1 Ovviamente il gesto compiuto dal governo del piccolo stato dell' est ha un signficato politico molto alto. Niente a che vedere con la Banca centrale svizzera che ha fatto un semplice calcolo di convenienza finanziaria

La decisione del premier Bohuslav Sobotka ha una forte valenza simbolica. Un' altra picconata alla costruzione europea. La Repubblica Ceca fa parte della Ue: vuol dire che la sua corona, prima o poi era destinata a finire nel calderone della moneta unica. Invece il governo di Praga ha deciso di riguadagnare la libertà di fluttuazione. Non è un gesto paragonabile alla Brexit però all' orecchio dei mercati suona come una nuova presa di distanza da Bruxelles.

La prospettiva svizzera sulle Obbligazioni.


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Ora tutta la partita è in mano ai francesi che votano fra due settimane. Al primo turno la vittoria di Marine Le Pen appare scontata. Bisognerà vedere il ballottaggio. L'anno scorso non andò benissimo. I candidati del Front Nationale Avevano vinto al primo turno ma poi sono stati battuti dal vecchio "patto repubblicano" che unisce gollisti e socialisti.

La missione della Le Pen questa volta non appare impossibile. Sia per la maturazione dell'elettorrato francese sia perchè Emmanuel Macron il suo più accreditato rivale non appare irresistibile La decisione della Repubblica Ceca per quanto il Paese sia marginale nell' ambito dell' economia della Ue sembra il canto del canarino nella gabbia. Indica l'avvicinarsi di un grande pericolo.

Tre anni fa la Banca centrale ceca aveva deciso di introdurre il cambio fisso con l'euro per evitare che un eccessivo rialzo della propria moneta inasprisse la deflazione. La Bce, come qualche anno prima la Fed, ha azionato nel 2015 il quantitative easing per tenere basso l'euro. La Banca di Praga ha risposto (muovendosi anche in anticipo) creando un ancoraggio artificiale. In questa maniera ha evitato la gelata sui prezzi.

«Bloccare il cambio però comporta dei costi - spiega Vincenzo Longo, strategist di Ig. Per questa ragione Praga ha deciso di lasciare fluttuare liberamente la corona dopo tre anni di interventi». In quattro anni l'istituto centrale ha acquistato 47,8 miliardi di euro. Tanto è costato mantenere il cambio fisso a 27. Adesso le sue riserve valutare ammontano a 110 miliardi di euro. Un tesoro sufficiente per dormire tranquilli.

Due anni fa la Svizzera si era dissanguata per bloccare il franco a 1,20. Poi, però, la speculazione ha vinto come sempre in questi casi. Se le divergenze fra le diverse economie diventano troppo grandi è impossibile tenere il cambio. E difatti negli ultimi anni i risultati della Repubblica ceca sono stati costantemente migliori dell'eurozona. I prodotto interno lordo è cresciuto del 2,3% nel 2016. Certo è calo rispetto al +3,5% del 2016, ma più in alto del +1,7% esibito dall' area euro.

Dal 2008 il confronto tra le due aree è ancora più ampio. Il Pil dell'area euro è riuscito a riportarsi in positivo (dopo il crollo del 2009) e oggi vale il 4,6% in più. Nello stesso arco temporale la Repubblica Ceca ha archiviato una crescita del 9,2%. Alla fine la piccola tigre dell' est si stancata delle lentezze del resto d'Europa e ha deciso di correre per i fatti suoi.

sabato 8 aprile 2017

"Se non lo fate in 90 minuti morirete" Trump, drammatico ultimatum ai russi

"Avete 90 minuti per ripararvi o fuggire", il drammatico ultimatum ai russi



"Riparatevi o fuggite". È stato questo il drammatico ultimo messaggio inviato da Donald Trump ai soldati russi di stanza nella base di al-Shayat, in Siria. Novanta minuti per scappare prima della pioggia dei 59 missili americani sulla postazione da cui le truppe del presidente Bashar Assad avrebbero fatto partire l'attacco con armi chimiche che ha fatto strage di civili a Idlib.

"Take shelter or flee", riferisce il New York Times. Era l'unico modo per evitare un "catastrofico" contatto diretto tra le truppe russe e i razzi Usa.  Quella linea diretta utilizzata da Trump e da Vladimir Putin ora è stata sospesa dal Cremlino come rappresaglia contro l'azione unilaterale del Pentagono. Un modo per frenare eventuali nuovi raid: troppo alto il rischio di innescare un conflitto militare e non più solo strategico-diplomatico tra Mosca e Washington. La nave da guerra russa nel Mediterraneo è il segnale che i rapporti tra le due superpotenze nucleari, per usare le parole del premier russo Dmitri Medvedev, "hanno toccato il fondo".

Napoli: Bagno di folla per l'associazione "Napoli in Sinergia" di Armando Coppola

Napoli: Bagno di folla per l'associazione "Napoli in Sinergia" di Armando Coppola all'Hotel Caracciolo


di Gaetano Daniele



Napoli - "Hotel Caracciolo". Più di mille persone prendono parte all'inaugurazione della nuova associazione "Napoli in Sinergia" del Presidente dott. Armando Coppola, già consigliere comunale della IV Municipalità. Un Successo. Nel corso del Convegno è stato proiettato un Video-Denuncia circa la situazione di degrado nel Centro Storico della Città. All'incontro, hanno preso parte l'On. Mara Carfagna, il parlamentare Paolo Russo, il Vice Presidente della Regione Campania, dott. Ermanno Russo ed il consigliere regionale, Armando Cesaro, oltre appunto agli interventi mirati del Presidente Armando Coppola. "Il nostro programma – spiega Armando Coppola – prevede una serie di proposte per una reale valorizzazione e riqualificazione di Napoli partendo dal centro storico, la nostra risorsa più importante. Mentre de Magistris afferma che è merito suo se oggi ci sono turisti a Napoli, studi internazionali e indipendenti lo smentiscono categoricamente. I turisti devono essere una risorsa a lungo termine, non ci si può soffermare a numeri che oggi ci sono e domani potrebbero non esserci. In quest’ottica riteniamo che sia di fondamentale importanza affrontare in maniera decisa i problemi della città, a cominciare dalla sicurezza passando per i temi della vivibilità e del decoro urbano». Insomma, "Napoli in Sinergia" è una grandissima realtà, ma soprattutto una fantastica opportunità di rilancio sociale del territorio. 

La classifica delle migliori colombe Non rovinatevi la Pasqua: quale scegliere

La classifica delle migliori colombe. Quale scegliere al supermercato



Come il panettone, la colomba ha origini lombarde e nasce come pane arricchito: gli ingredienti sono quelli, farina, zucchero, uoma e burro fatto lievitare naturalmente. Ma la colomba nella ricetta tradizionale, non ha le uvette e ha una glassa fatta con granella di zucchero e mandorle. Ovviamente, le colombe artigianali sono le migliori, ma se non si vuole spendere molto si può ricorrere a quelle industriali. La rivista Il Salvagente, riporta dissapore.com, ha stilato una classifica delle migliori colombe che si possono trovare al supermercato. Eccola. Al primo posto troviamo Le tre Marie, costa 13,90 euro al chilo e non contiene additivi. Al secondo posto c'è la colomba Bauli (5,40 euro al chilo, contiene aromi e conservanti), al terzo quella di Battistero (3,99 euro al chilo, contiene aromi), al quarto Balocco (4,50 euro al chilo, contiene aromi) e al quinto Motta (4,90 euro al chilo, contiene aromi e conservanti). Seguono Melegatti (4,90 euro al chilo, contiene aromi e conservanti), Paluani (4,65 euro al chilo, contiene aromi e conservanti nei canditi) e Maina (4,90 euro al chilo, contiene aromi). 

Occhio al Minniti "ammazza-Isis": l'Italia diventa Stato militarizzato

Italia, ministro Minniti dopo l'attacco di Stoccolma: "Dobbiamo far di tutto per tenere lontano i camion killer"



Continuano gli attentati in Europa e l’Italia non si sente affatto esonerata da possibili attacchi da parte di potenziali lupi solitari. Il livello di allerta è massimo e l'intelligence non smette di monitorare le realtà che risultano sospette: nell'ultimo anno ci sono state 355 espulsioni. All'indomani dell'attentato di Stoccolma, che si è svolto nella stessa modalità di quelli di Nizza, Berlino e Londra - un veicolo che si lancia a folle velocità contro la folla di persone nei centri delle città - l’Italia ha una sola priorità: tenere lontano i camion killer dalle zone considerate a rischio.

Ieri, durante un Comitato di analisi strategica antiterrorismo convocato d’urgenza e presieduto dal prefetto Franco Gabrielli, sono state predisposte, come riporta Il Messaggero, "difese passive con transenne e barriere new jersey, zone di rispetto e prefiltraggio" e blocco della circolazione dei mezzi pesanti. Il ministro Marco Minniti ha voluto ribadire l’impossibilità di intercettare eventuali attacchi realizzati senza alcun tipo di pianificazione: “Siamo in una fase complicata. Abbiamo una minaccia terroristica ad alta imprevidibilità. Si ruba il camion e con quel camion si ammazzano cittadini inermi”. Minniti, negli ultimi incontri al Viminale con gli 007 e le forze di polizia, ha parlato della possibilità di gesti emulativi e ha sottolineato come siano fondamentali il controllo del territorio e l’attività di prevenzione, oltre che le misure di restrizioni e dei blocchi della circolazione. 

Renzi, c'è un sondaggio da paura: "Al 9%", la cifra oltre ogni incubo

Renzi, il sondaggio da paura di Pagnoncelli: "9%", la cifra oltre ogni incubo



Vincerà le primarie, Matteo Renzi, ma lo farà nel disinteresse degli elettori, compresi quelli del Pd. Il sondaggio di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera fotografa al meglio il clima di stanchezza che si respira a sinistra. Dopo la prima tornata nei circoli l'ex premier e segretario è nettamente in testa (66,7%) su Andrea Orlando (25,3%) e Michele Emiliano (8%), ma non può sorridere pensando alla seconda tornata, quella del voto libero nei gazebo.

La sconfitta pesantissima al referendum costituzionale del 4 dicembre esigerebbe un bagno di folla elettorale, che però non ci sarà. Due elettori su tre (66%) conoscono il voto interno al Pd, solo uno su quattro (28%) si dice interessato. E anche tra i simpatizzanti del Pd appena il 63% si dice coinvolto dall'evento. Il 4,6% degli elettori ha annunciato che voterà in piazza, a cui si aggiunge un 3% di incerti: la stima parla di 2,2 milioni di votanti, contro i 2,8 del 2013, quando Renzi sconfisse Gianni Cuperlo.

Molto interessante il dato del sondaggio sulle intenzioni di voto. Tra i simpatizzanti del Pd il 72% voterebbe Renzi, il 17% per Orlando e il 4% per Emiliano. Drammatico invece il dato per il premier tra gli elettori fuori dall'area Pd ma interessati dalle primarie: il 29% non saprebbe chi scegliere, il 37% voterebbe per Orlando, il 25% per Emiliano e solo il 9% per Renzi. Un disastro per chi, oltre a essere segretario del partito, vorrebbe anche essere candidato premier. Per diventarlo, non guidando più il partito di maggioranza relativa, servirebbe attirare voti extra. Tra 2013 e 2014 era questa capacità il vanto di Renzi. Oggi non lo è più.