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mercoledì 5 aprile 2017

Boschi, la clamorosa frase rubata:  "Io aspetto sempre che tu..." / Foto

Il forzista Romani a Boschi: "Attendiamo sempre quella vostra rispostina..."




Ogni tanto in superficie arriva qualcosa. Ma giusto qualcosa, che poi sparisce sottotraccia. Qualcosa che indica come il dialogo tra Pd e Forza Italia, che nelle prime fasi del governo Renzi aveva preso le forme ufficiali del Patto del Nazareno, esista tuttora, quando pure, ufficialmente, tra i due partiti pare esservi la normale dialettica tra maggioranza e opposizione. E invece...

Oggi, martedì 4 aprile, a Montecitorio s'è svolta la commemorazione di Donato Bruno, con la presentazione di una raccolta di suoi interventi alla Camera dei Deputati tra il 1996 e il 2013. presenti, politici di tutti i partiti, all'uscita dalla Sala della Regina il capogruppo di Forza Italia al senato, Paolo Romani, è passato accanto a Maria Elena Boschi sussurrandole un misterioso quanto intrigante "restiamo sempre in attesa della vostra rispostina...".
Impossibile sapere a cosa esattamente Romani si riferisse, ma la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio deve aver inteso quel che c'era da intendere, visto che a sua volta, dopo aver prestato attenzione alla richiesta di Romani, ha fermato il passo e ha risposto con voce bassa al capogruppo Fi, promettendogli un ulteriore aggiornamento sulla risposta richiesta.

martedì 4 aprile 2017

"Gas e strage in Siria, colpa di Obama" La strage dei bimbi e l'accusa di Trump

Siria, attacco col gas di Assad. La Casa Bianca: "Colpa di Barack Obama"



Un orrore in Siria: Bashar al-Assad bombarda col gas. Questo il terrificante sospetto, che assomiglia molto a una certezza. Il bilancio del raid aereo avvenuto martedì in Siria è di almeno 58 morti, tra cui 11 minori, ma, come riporta l’Osservatorio nazionale per i diritti umani, potrebbe aggravarsi perché vi sono oltre 170 feriti e intossicati, alcuni dei quali in gravissime condizioni. L’attacco si è verificato nella città ribelle di Khah-Sheikhoun, nel nord-occidentale della provincia di Idlib, da parte del regime di Assad. Dopo l’attacco chimico, gli aerei da guerra hanno continuato a bombardare, colpendo l’area di un centro medico. Le immagini che hanno iniziato a circolare online mostrano il personale sanitario che accorre in soccorso dei bambini. Secondo alcune testimonianze, gli intossicati presentano vomito e schiuma alla bocca. Per l'Unicef, oggi, "è morta la civiltà".

I sintomi manifestati dalle persone colpite, come detto, sono riconducibili all'utilizzo di armi chimiche. Le vittime però per gli attivisti sono già almeno cento, oltre 400 i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni, e questo riporta anche il sito della tv araba Al-Arabiya che cita la Direzione sanità di Idlib. Stamani il sito di notizie vicino all'opposizione Shaam aveva parlato di bombe al cloro, ma per la Direzione sanità si tratterebbe invece di gas sarin, entrambi vietati a livello internazionale. Bombardate anche alcune strutture sanitarie in zona, come riferito dall'agenzia di stampa Dpa.

Damasco, da parte sua, ha subito smentito l’utilizzo di gas: "L'esercito siriano non le usa e non le ha usate perché non le ha". In realtà, da un’indagine condotta dall'osservatorio delle armi e delle Nazioni unite erano emersi attacchi con l'uso di gas chimico. La Francia è stata la prima ad intervenire: il ministro degli Esteri francese Ayrault, disgustato da questo attacco che potrebbe minare la sicurezza internazionale, ha chiesto una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell'Onu, mentre il Cremlino ha sottolineato come la Russia sia estranea ai fatti: “Nessun aereo russo ha condotto raid su Idlib”.

Il presidente della Turchia, Erdogan, ha discusso al telefono del raid aereo con il presidente della Russia, Vladimir Putin, la cui nazione soltanto ieri è stata colpita di un attacco terroristico. "Un attacco disumano del genere è inaccettabile", ha comunicato Erdogan. I due hanno voluto ribadire quanto sia importante mantenere la tregua in Siria e rafforzare la cooperazione antiterrorismo. Martedì a Bruxelles si è aperta la conferenza internazionale di due giorni sulla Siria, in cui si spera che i donatori promettano di versare miliardi di dollari per aiutare i rifugiati siriani.

Durissimo l'intervento della Casa Bianca di Donald Trump, che condanna l'attacco, definito "atto intollerabile", per poi sostenere che le conseguenze sono imputabili alla precedente amministrazione, quella di Barack Obama, che "non fece nulla" dopo che Assad varcò la cosiddetta "linea rossa" fissata proprio da Barack. Parole, durissime, pronunciate dal portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, nel corso del suo briefing quotidiano con la stampa. La Casa Bianca ha poi escluso un cambio di regime in Siria, opzione definita "non fondamentale" poiché il governo di Assad, ha concluso Spice, "è una realtà politica".

Tulliani ci sfotte, latitante a 5 stelle: ecco la sua donna a Dubai / Guarda

Giancarlo Tulliani beccato a Dubai: shopping e una misteriosa compagna



È il latitante italiano più in vista del momento, Giancarlo Tulliani, non fosse altro per lo stretto rapporto che lo lega all'ex presidente della Camera Gianfranco Fini. Il fratello di Elisabetta, compagna e madre dei figli dell'ex terza carica dello Stato, ormai da settimane si trova negli Emirati Arabi per sfuggire al mandato di cattura spiccato dalla procura di Roma nei suoi confronti. E Dubai è sicuramente tra i luoghi migliori al mondo, tra quelli con cui non esiste un accordo di estradizione con l'Italia. Clima caldo tutto l'anno, lusso, mare, shopping.

Certo, non è il luogo più lontano o nascosto di questo mondo. E così, il settimanale Chi in edicola domani, mercoledì 5 aprile, esce con alcune foto di Tulliani mentre, in compagnia di una bella e misteriosa compagna fa shopping in uno dei mall a 5 stelle dell'Emirato. Tulliani, pur da fuggitivo, non ha certo abbandonato il suo stile di vita precedente: vive in un residence tutto marmi di recente costruzione, ha (come riporta sempre Chi) l'autista e veste casual ma elegante: le foto del settimanale lo immortalano in camicia blu e mocassini scamosciati in tinta, con un prezioso orologio al polso. 

Formazione e sensibilizzazione contro la ‘corruzione in sanità’

Formazione e sensibilizzazione contro la ‘corruzione in sanità’


di Matilde Scuderi



Una recente indagine del Censis ha svelato quali sono le criticità per il futuro del paese secondo gli italiani. Ebbene,  il 27,3 per cento del campione ritiene che al primo posto ci sia la corruzione e gli effetti che ne derivano. Si tratta dunque per la maggioranza della popolazione di un problema più urgente del terrorismo internazionale e del riscaldamento globale, indicati come primari rispettivamente dal 23,1 e dal 20,3 per cento dei partecipanti all'indagine. Questa opinione non solo è condivisa anche dai dirigenti delle strutture sanitarie - che nel 98,7 per cento dei casi ritengono che la corruzione sia uno dei maggiori problemi che affliggono il Paese - ma trova un riscontro effettivo nella realtà: nel 2016 sono stati infatti scoperti dalla guardia di finanza appalti assegnati in maniera irregolare per un valore di 3 milioni e 400mila euro, un valore che è oltre tre volte superiore a quello del 2015. Inutile specificare che dietro molte di queste assegnazioni si nascondono pratiche clientelari e di corruzione.

Nell’ambito del progetto 'Curiamo la corruzione' promosso da Transparency international Italia, dal Censis, dall'Istituto per la promozione dell'etica in sanità (Ispe sanità) e dal Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità (Rissc), e giunto al termine del secondo anno di attività, nelle 4 aziende sanitarie locali (Asl) pilota di Bari, Melegnano, Siracusa e Trento si stanno sperimentando buone pratiche e strumenti innovativi di contrasto alla corruzione nel sistema sanitario. Tre sono gli strumenti su cui si concentrano gli interventi nelle Asl pilota: i patti di integrità, la piattaforma per le segnalazioni di illeciti da parte dei dipendenti (whistleblowing) e la formazione etica. I patti di integrità sono accordi tra l’amministrazione aggiudicatrice e le società che partecipano a gare d’appalto pubbliche per garantire l’astensione da pratiche di corruzione e una corretta esecuzione del meccanismo di gara.

In base ai dati appena rilevati, questo strumento risulta già diffuso nel 79,4 per cento delle strutture sanitarie, ma il progetto prevede l’introduzione in via sperimentale di forme di monitoraggio da parte della società civile associate all’applicazione dei patti di integrità nelle Asl pilota di Melegnano e Bari. La figura del segnalante (o whistleblower) è stata introdotta in Italia con la legge 190/2012, senza che però sia stato stabilito un efficace sistema di tutele. Su questo si è intervenuti con un disegno di legge specifico, che è fermo da mesi al senato, nonostante una petizione popolare firmata da oltre 55mila cittadini perché la legge venga discussa quanto prima. Per garantire la tutela del segnalante, e in particolare l’anonimato di chi vuole riportare potenziali illeciti, le 4 asl pilota del progetto 'Curiamo la corruzione' hanno introdotto una piattaforma informatica per le segnalazioni. Ad oggi sono state ricevute 27 segnalazioni relative soprattutto alle nomine e all’esecuzione di servizi.

La formazione e la sensibilizzazione del personale interno alle strutture sanitarie vengono segnalate dal 51,9 per cento dei responsabili della prevenzione della corruzione delle strutture sanitarie tra le misure più efficaci per contrastare la corruzione. I partner del progetto hanno attivato 15 corsi di formazione e sensibilizzazione rivolti al personale e ai dirigenti delle Asl pilota cui hanno partecipato più di 900 dipendenti. Dalle attività del progetto 'Curiamo la corruzione' è scaturita una petizione popolare per un sistema sanitario nazionale più trasparente, integro ed equo. Con la petizione, che può essere visionata e sottoscritta sul sito del progetto (www.curiamolacorruzione.it), i partner intendono dimostrare quanto gli italiani tengano al proprio sistema sanitario e chiedere che venga finalmente messo al riparo da corrotti e malfattori. A sostenere fin da subito il coinvolgimento della società civile Altroconsumo e Cittadinanzattiva. 

A Roma, presso il Tempio di Adriano, si terrà la seconda Giornata nazionale contro la corruzione in sanità cui parteciperanno tra gli altri i ministri Beatrice Lorenzin e Marianna Madia. Nel corso della giornata verranno presentati i risultati del secondo anno di attività del progetto: l’indagine sul livello di percezione della corruzione, l’analisi del rischio e degli sprechi economici e le raccomandazioni scaturite dal Tavolo di lavoro pubblico/privato Inoltre, in tutto il territorio, presso oltre 20 strutture sanitarie, verranno allestite postazioni dove verranno distribuiti i materiali del progetto e sarà possibile ergere muri simbolici contro la corruzione. Collaboreranno alle iniziativa anche Altroconsumo, l’Associazione italiana medici (Aim), Cittadinanzattiva, il Segretariato italiano giovani medici (Sigm) e il Segretariato italiano studenti di medicina (Sism).

"Veniamo lì e...", sfregio a casa di Salvini: l'ultima vergogna dei teppisti comunisti

I centri sociali di Napoli si danno appuntamento a Pontida il 22 aprile



Non ci sarebbe più motivo ragionevole di parlare ancora dei militanti della sinistra antagonista di Napoli dopo gli scontri dello scorso marzo durante la visita di Matteo Salvini nel capoluogo campano. Archiviata quella pagina di devastazioni, i sinistri napoletani rischiavano di ripiombare nel dimenticatoio più profondo. Finché almeno non si sono fatti venire un'idea sensazionale: continuare a sfottere Salvini, unico motivo per cui la stampa italiana trova ancora interesse a scrivere del gruppo Insurgencia.

Dopo il grande successo mediatico di marzo, i compagni di Insurgencia avevano promesso di sfidare Salvini e i leghisti direttamente a Pontida, luogo simbolo per il Carroccio nel quale da trent'anni festeggia il suo evento più "sacro". La grande prova di coraggio dei compagni si consumerà il 22 aprile con un concerto, sulle note anche del pregiatissimo inno Gente do sud, del bassista dei 99 posse, Massimo Jovane.

Un gran bello sforzo, considerando che di leghisti quel giorno non ci sarà traccia, visto che saranno impegnati a prescindere in qualcosa di più interessante, oltre che distratti dai preparativi per il congresso. A sostenere l'iniziativa non potevano mancare esponenti della lista De Magistris, come Eleonora De Majo che al Corriere della sera ha provato - con discutibile successo - a spiegare che ci vanno a fare dieci napoletani sul prato leghista per eccellenza: "Andiamo per dire che il mondo è di tutti e non devono esserci luoghi simbolo". De Majo arriva tardi, avrebbe dovuto spiegarlo ai suoi compagni che non avendo di meglio da fare, a marzo avevano occupato il Salone d'Oltremare pur di non farlo usare a chi aveva fatto regolare richiesta. Ma potrà mettersi l'anima in pace, perché di leghisti sfaccendati a occupare il prato non dovrebbe trovarne, se seguiranno il suggerimento di Salvini di non accettare provocazioni come queste.

"Niente soldi, Forza Italia chiude" Berlusconi, parte l'ultima lettera

Forza Italia, l'ultimatum del tesoriere Messina: "Grave stato di insolvenza"



Il futuro di buona parte dei senatori e deputati di Forza Italia era già traballante, adesso è quasi del tutto compromesso. E in gioco non c'è solo la carriera personale di parlamentari e consiglieri comunali, ma lo stesso avvenire del movimento di Silvio Berlusconi che in bilancio ha sviluppato una voragine abissale da circa 100 milioni di euro. Come riporta Repubblica, se fosse un'azienda qualunque, Forza Italia sarebbe a un passo dal "grave stato di insolvenza", a un pelo dal portare i libri in tribunale.

Due mesi fa era partito l'ultimatum del tesoriere Alfredo Messina che invitava i 50 deputati, 43 senatori e un'ottantina di consiglieri comunali a mettersi in regola con i versamenti al partito. La missiva è rimasta lettera morta, visto che più o meno un terzo di loro ha messo mano al portafogli per versare il dovuto per il triennio 2014-2016: 25 mila euro per la candidatura del 2013, mille per l'adesione a FI, 800 al mese di contributo per i parlamentari e 500 per i consiglieri comunali. Chi più chi meno ha fatto lo gnorri - c'è chi deve anche 60 mila euro mai versati - sfidando così la minaccia del numero due di Mediolanum - e quindi del Cav - di perdere il diritto a ogni carica elettiva dentro e fuori il partito.

Ancora pochi giorni e Messina tornerà all'attacco con l'offensiva finale, l'ultima disperato tentativo dopo che già i toni perentori di pochi mesi fa del Cav erano stati serenamente ignorati. "Nei prossimi giorni - ha scritto il tesoriere ai dirigenti morosi - sarò in grado di trasmettere la situazione di tutti perché siano assunte le conseguenti determinazioni". Arrivano i conti definitivi, insomma, i cui pagamenti sarebbero già scaduti il 28 febbraio. E se anche quest'ultimo appello sarà ignorato, Forza Italia potrebbe ritrovarsi stavolta a rinunciare del tutto alla sua struttura, già ridotta all'osso. E non si parli al Cav di "ricapitalizzazione": al di là dei limiti di legge, in famiglia hanno già fatto capire a Silvio che altro denaro nelle casse di Forza Italia non deve essere più versato.

PUTIN, REAZIONE BRUTALE Stamattina, gesto clamoroso: asfaltati i jihadisti / Foto

Putin, la reazione è brutale: il gesto che stamattina asfalta i terroristi



La lezione di Vladimir Putin ai terroristi e all'Occidente: lunedì sera il presidente russo è andato alla stazione della metropolitana di San Pietroburgo per deporre dei fiori alla memoria degli 14 morti dell'attentato che potrebbe avere matrice islamista. Dopo il ritrovamento di una seconda bomba inesplosa, tutta la rete sotterranea della città russa è stata chiusa per le operazioni di bonifica. Ma questa mattina, a meno di 24 ore dalla strage, ecco la decisione dello Zar: tutto riaperto, corse regolari, nessuno spazio per il dolore pubblico né tanto meno la paura. San Pietroburgo e la Russia ricominciano a vivere, pensando già a come prevenire altri attentati e colpire il terrorismo interno (Cecenia) e internazionale (il presunto kamikaze sarebbe un 22enne russo di origini kirgise, con legami con i jihadisti siriani). Con l'aiuto, magari, del presidente americano Donald Tump, che ha telefonato al Cremlino per porgere le sue condoglianze offrendo il sostegno del governo Usa. Lo ha riferito la Casa Bianca, aggiungendo che i due leader "si sono detti d'accordo sul fatto che il terrorismo deve essere sconfitto in modo deciso e rapido".