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martedì 21 marzo 2017

Dieci trappole nei conti correnti: la verità che non vi dice la banca

Le dieci trappole nei conti correnti. La verità che non vi dice la banca


di Giulia Cazzaniga



Se firmate ad occhi chiusi quelle clausole scritte in piccolo, rischiate di finire nella trappola. Imbracciate una lente di ingrandimento e leggete con attenzione. È l'unica arma contro la fregatura in agguato, se dovete sottoscrivere un contratto di una banca o di una finanziaria. Godete di un diritto fondamentale: il cliente può «portare con sé una copia di documenti importanti per comprendere le caratteristiche dell'operazione, dopo averla richiesta». Così scrive Banca d'Italia e prevede il testo unico bancario, quindi non lasciatevi mettere fretta per firmare. Ecco dieci clausole tra le tante a cui prestare particolare attenzione.

1. CLAUSOLA FLOOR
Se stipulate un mutuo a tasso variabile, occhio alle clausole "floor": «Stabiliscono un "pavimento", appunto, sotto cui il tasso di interesse non può scendere», spiega Anna Vizzari, esperta di banche e credito per l'ufficio studi di Altroconsumo. «In alcuni contratti, però, la clausola non è chiara e in tanti ci hanno chiamato chiedendo perché, pur con l'Euribor negativo, al posto che rate più leggere veniva applicato il valore zero».

Bankitalia ha sollecitato gli istituti colti in flagrante che applicavano un floor senza averlo previsto in contratto: restituite quanto fatto pagare in più. chiarificatori.

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2. CAMBI IN CORSO
Vincenzo Imperatore è autore di «Io so e ho le prove», il libro di rivelazioni di una gola profonda sulle malefatte delle banche. Documenta che molto spesso le banche applicano le cosiddette manovre massive: «Sono attività», spiega, «poco trasparenti, che innalzano in modo quasi impercettibile ad esempio il tasso di interesse». «Gli istituti "agiscono" di solito all'inizio del trimestre. Il cliente può contestare il cambiamento delle condizioni entro 60 giorni, ma il 97% dei correntisti non presta attenzione a questi aumenti e continua a pagare un tasso diverso da quello concordato».

3. FINANZIAMENTI
Se richiedete un prestito per acquistare un bene, fate massima attenzione. L'avvocato di Federcontribuenti, Marco Alberto Zanetti, racconta infatti che quando si firma un documento di credito al consumo ad esempio al centro commerciale, per comprare una lavatrice o un frigorifero, può succedere che «vengano fatte firmare delle clausole spesso contrarie al principio di buona fede, che liberano da ogni responsabilità la finanziaria». Si rischia quindi di dover pagare anche se per caso non si entrasse in possesso del bene. Zanetti consiglia: «Leggete bene la parte del contratto relativa al cosiddetto "rapporto con il convenzionato". O, in caso di patologie di vendita, l'unica strada per farvi valere sarà passare alle vie legali».

4. OBBLIGO DEL CONTO
C' è poi, spiega Vizzari di Altroconsumo, il caso di una clausola non scritta, ma che in tanti pensano lo sia. Quando si apre un mutuo, infatti, in banca fanno spesso capire che si debba aprire un conto corrente presso di loro. Niente di più falso: «Sul contratto non può essere scritto e la richiesta è illecita secondo il Codice del Consumo: è una pratica commerciale del tutto scorretta delle banche». Potete quindi aprire un mutuo con banca Zeta e avere un conto in banca Ypsilon.

5. ANATOCISMO
L'anatocismo è il meccanismo di calcolo degli interessi sugli interessi. Con le nuove norme dovremmo avergli detto addio, ma secondo Vincenzo Imperatore non è proprio così. «Le banche continuano a calcolare gli interessi sugli interessi con periodicità annuale e non più trimestrale. Gli interessi calcolati alla fine dell'anno solare, per esempio su uno scoperto di conto corrente, si potranno riscuotere non prima del primo marzo dell'anno successivo. Entro questa data il correntista ha due possibilità: o paga l'ammontare degli interessi passivi, o non li paga e se li fa addebitare sul conto.

In questo caso occorre che il cliente manifesti per iscritto questa sua volontà alla banca. A questo punto gli interessi passivi maturati fino al trentuno dicembre dell' anno precedente andranno ad aggiungersi al capitale e sulla somma risultante andranno a essere calcolati nuovi interessi. E dunque - avverte Vincenzo Imperatore - ci può essere il ritorno dell'anatocismo».

6. VENDITA COMBINATA
Le banche non vi possono costringere o indurre a comprare azioni, obbligazioni o altri prodotti di investimento per accedere al finanziamento, o per ottenere condizioni agevolate. È accaduto nelle banche venete, racconta l'esperta di Altroconsumo, ma è «una vendita combinata contraria alle regole».

7. I COSTI
Attenzione ai costi. Il Taeg e l'Isc sono certo due indicatori utili, ma non gli unici. Il Taeg si riferisce a mutui, anticipazioni bancarie, aperture di credito e altri finanziamenti, l'Isc alle aperture di conto corrente. Questi due indicatori, scrive Bankitalia, «non esauriscono tutte le voci di costo che potrebbero incidere sul rapporto: è il caso ad esempio dei costi variabili, legati all' andamento dei tassi o all' attivazione e utilizzo di specifici servizi o operazioni». È quindi bene sempre verificare nei documenti informativi, ad esempio sotto la voce «altre condizioni economiche».

8. QUESTIONARIO MIFID
Se state per fare un investimento, per valutare se il prodotto che la banca vi propone fa al caso vostro, sono obbligati farvi compilare il "questionario MiFid". Leggetelo bene. Come spiega la Consob nel suo sito diffidate degli intermediari che sottovalutano l'importanza della compilazione di queste pagine.

9. RITARDI
«Quando si sottoscrivono prestiti e mutui è importante verificare quale tasso di interesse verrà applicato in caso di ritardo e dopo quante rate l' intermediario potrebbe risolvere in anticipo il contratto e chiedere tutto al cliente», dice Vizzari di Altroconsumo: «In alcuni casi di presti che ci hanno segnalato, nel contratto c'è scritto che basta una rata di ritardo per richiedere indietro l'intera cifra».

10. ONLINE
«Esistono contratti per i conti correnti», continua l'esperta «che inseriscono clausole vessatorie sull'home banking: la banca esclude ogni sua responsabilità in caso di operazioni fraudolente online. Ma se qualcuno entra nel nostro conto online è la banca che deve garantire sistemi di sicurezza adeguati e dimostrare un eventuale comportamento scorretto del cliente, non il contrario».

Denunciato il signore delle pensioni: il grosso guaio con i soldi pubblici

Inps, Boeri denunciato alla Corte dei conti per danno erariale




A grandi responsabilità corrispondono anche grandi rotture di scatole per il presidente dell'Inps, Tito Boeri, denunciato dal Collegio dei revisori dei sindaci dei revisori dell'istituto di previdenza alla Corte dei Conti per danno erariale. Secondo quanto riporta il Fatto quotidiano, a Boeri viene contestata le nomine di due dirigenti di livello generale.

I due grattacapi per Boeri portano i nomi di Luciano Busacca, già suo capo di segreteria, nominato poi dirigente di prima fascia, e Massimo Antichi, collega e amico storico del presidente Inps con il quale ha condiviso anche la partecipazione al think-tank lavoce.info. Antichi è stato direttore generale all'Enpals fino al 2012, poi direttore dell'ufficio Studi e ricerche economiche della Commissione di vigilanza sui fondi pernsione (Covip) e membro di una serie di commissioni ministeriali. Mentre Busacca era stato messo a capo della segreteria tecnico-normativa, che di fatto esautorava il direttore generale, Gabriella Di Michele, dalle sue funzioni, Antichi era stato messo a dirigere il Centro studi dell'Inps oltre che fare l'Amministratore delegato di Sispi, società interna dell'istituto.

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Quelle due nomine sono costate all'Inps un aumento dei costi del lavoro di circa 340 mila euro, una cifra che secondo i revisori poteva essere evitata andando a pescare dirigenti tra le professionalità già presenti all'interno dell'istituto. E invece solo lo scorso febbraio, Boeri aveva spedito sei dirigenti di prima fascia a svolgere ruoli marginali di studio. Al Fatto la portavoce di Boeri avrebbe assicurato che tutte quegli spostamenti porteranno un calo dei costi del lavoro del 20%, oltre alla ricollocazione del personale nei posti più adeguati. 

IL RETROSCENA-BOMBA Che cosa non hanno detto  sulla Perego e il sondaggio

Perego e le donne dell'Est: spunta il retroscena: la cosa che ancora non si sa




Una cosa che non molti sanno, a proposito dell'ormai famigerato sondaggio giudicato "sessista" sulle donne dell'Est, è l'origine del servizio. In studio a Parliamone sabato, ribattezzato ormai "Non parliamone mai più", Paola Perego ha detto: "Su internet ho trovato un articolo che elenca i motivi per cui una donna dell'est è meglio di una donna italiana". Bene, TvBlog ha scoperto che la freddura è stata presa dal sito satirico OltreUomo.

La vicenda ha raggiunto vette davvero surreali. La notizia della cancellazione del programma da parte della Rai è stata ripresa dalla stampa straniera. La Bbc si è occupata della vicenda con un "Italian broadcaster cancels sexist show". Roba da perdere il sonno. 


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FANNO FUORI LA PEREGO La Rai chiude il suo show Il sospetto: vendetta politica 

Vendetta politica su Paola Perego: la decisione drastica della Rai



Costa cara a Paola Perego la gaffe sulle donne dell'Est. Dopo il sondaggio della discordia sui presunti vantaggi per un uomo italiano nel legarsi sentimentalmente con una donna che viene dal freddo, la Rai ha deciso di chiudere Parliamone sabato. Lo scrive lo stesso Lucio "Ai politici che hanno urlato", scrive, "purtroppo ora tocca ritornare a lavorare per davvero".

E subito partono retroscena e movioloni. Dietro la decisione della Rai qualcuno vede dietro una mossa anti-renziana. Presta non ha mai nascosto le simpatie per l'ex premier e le ha sempre esternate. E in questo momento Renzi non gode di tantissimo potere presso i piani alti di viale Mazzini. Nemmeno il suo rapporto con il dg Antonio Campo Dall'Orto sarebbe più idilliaco come un tempo.

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lunedì 20 marzo 2017

IMOLA, straordinario successo in terra romagnola per la scrittrice casertana Adriana Dell'Amico

IMOLA: Successone per la scrittrice casertana Adriana Dell'Amico


di Antonio Parrella


Avv. Adriana Dell'Amico

IMOLA - Da Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ad Imola (Bologna). "Vola" e "sbarca" in terra romagnola la cultura campana. E lo fa con una degna rappresentante l'avvocata ed emergente scrittrice casertana Adriana Dell'Amico che, nell'ambito delle giornate della legalità (19 e 20 marzo 2017), promosse dall'Istituto comprensivo N°5 "Sante Zennaro", in collaborazione con il Comune di Imola, ha presentato a Palazzo Tozzoni il suo libro dal titolo "Nessuno è nato Libero". Presente anche il Capitano dei Carabinieri Claudio Gallù. Un volume molto interessante. Un testo da leggere tutto d'un fiato per la sua suggestiva tematica. Un vero capolavoro. Un libro che ha riscosso in poche settimane un notevole successo sull'intero territorio nazionale, tanto da richiederne la ristampa. "Questo lavoro - sottolinea la dottoressa Dell'Amico ai nostri microfoni de il Notiziario sul web - è incentrato sulla figura di un parroco, don Nicola, che attraverso il suo cinquantennale sacerdozio percorre il suo ultimo anno di vita nella cura spirituale dei suoi parrocchiani. Tra le varie vicissitudini, che ogni giorno è costretto a vivere, il prelato cerca di dare una risposta al tema fondamentale dell'essere umano, ovvero al significato dell'amore. E spesso - prosegue la scrittrice - durante gli ultimi mesi, don Nicola si domanda se l'uomo possa essere veramente libero o se è immerso nella categoria filosofica della necessità, da cui non può svincolarsi". Dell'Amico affronta nel suo testo i temi spinosi che dal cinquecento in poi hanno diviso gli intellettuali di area mitteleuropea, dove la libertà veniva subordinata alla necessità, da quelli strettamente cattolici, dove il libero arbitrio rappresentava una tappa fondamentale per operare il bene sulla terra. L'autrice è conscia di barcamenarsi tra un'etica protestante di tipo borghese e un cattolicesimo rinascimentale e post-conciliare. Ed è proprio quella vita quotidiana che farà riflettere profondamente il nostro protagonista, fino a fargli ritenere che l'amore è degli angeli e noi uomini possiamo soltanto imitare quell'ombra platonica dell'amore divino, proiettato sul fondo della caverna in cui siamo rinchiusi. Intanto dopo le numerose eccellenti recensioni di "Nessuno è nato Libero", sia da parte della stampa che degli addetti ai lavori, la scrittrice casertana ha già in cantiere un nuovo lavoro. "Il mio nuovo libro - spiega Dell'Amico - analizza sempre le contraddizioni dell'animo umano. La trama è ambientata ai giorni nostri e tocca argomenti relativi alle guerre in atto, purtroppo, in questa epoca". E, in attesa dell'uscita del nuovo volume, la scrittrice proseguirà il suo tour per presentare "Nessuno è nato Libero" nelle varie regioni italiane.

Salute Pubblica Italiana, un controsenso? di Francesco Pellegrino

Salute Pubblica Italiana, un controsenso? di Francesco Pellegrino



di Francesco Pellegrino
per il Notiziario sul web


Dott. Francesco Pellegrino

Il tempo non si ferma ad ammirare la gloria del Sistema sanitario nazionale, se ne serve e passa oltre.
(parafrasando Francois-Renè di Chateaubriand)

Gli ultimi tempi vedono sempre più soggetti pubblici o privati esprimere critiche per il sistema sanitario nazionale italiano (SSN) con scopi più o meno diversi ma certamente concorrenti nell’affermare che questo SSN necessiti di una trasformazione.

Una fazione preme con estrema cruenza su ogni minimo segno di inefficienza per affermare che il diritto alla salute universale sia insostenibile e che viceversa necessiti di una radicale trasformazione in un sistema elitario assicurativo da cui essenzialmente scaricare la domanda di coloro i quali non contribuirebbero in maniera efficace e soprattutto differenziare le prestazione in base all’investimento che ognuno opera per se stesso.

Una fazione, allo stesso tempo, opera nel continuo imperversare in un sistema sanitario, dotato di una architettura funzionale ideale per l’incontro tra domanda ed offerta di salute, di cui questi attori descrivono ogni inefficienza in un progetto afinalistico tendente all’unico scopo del mal comune mezzo gaudio.

L’unico vero attore che manca ancora sulla scena della salute pubblica italiana, ma sta crescendo nella consapevolezza del suo ruolo vitale è l’Utente italiano. Questo soggetto è passato dal ruolo passivo di colui il quale subiva la prestazione sanitaria che sembra dovesse essere un dogma, quasi che il corpo non fosse il proprio e la malattia fosse donata sull’altare del sacrificio, ad iniziali consapevolezze e primi tentativi di aggregazione associativa dei nostri giorni.

E’ iniziata la rivoluzione dell’Utente sanitario italiano. Un rilevante ruolo in questa trasformazione la stanno avendo e la avranno sempre più le tecnologie multimediali che hanno permesso di attualizzare processi di connessione che varcano i confini del tempo e dello spazio di un decennio fa, rendendo il pazientenauta un esploratore dell’eden proibito del sapere o meglio della consapevolezza della salute.

L’utente velocemente inizia ad acquisire un linguaggio sempre più congruo per esprimere necessità di salute chiare e soprattutto in grado di riconoscere l’appropriatezza di risposte che gli vengono proposte.

Questo processo esponenziale ci porterà nel volger di pochi anni a dover trasformare l’offerta sanitaria del SSN indipendentemente dalle volontà di lobbies o luoghi comuni, imponendo certamente l’efficientamento dell’offerta di salute pubblica. Questi presupposti dovrebbero orientare gli stakeholders istituzionali a prepararsi alla trasformazione commisurandosi con utenti determinati e lucidi. L’onda andrebbe cavalcata partendo da una architettura funzionale del SSN ancora attuale e moderna nella sua core mission.

Al contempo, ritengo, che le inefficienze attuali, troveranno radicale trasformazione tendente all’efficentamento poiché l’utente evoluto sanitario premerà sempre più, con una domanda di salute che se insoddisfatta porterà inequivocabilmente alla inutilizzazione di quella offerta inadeguata proposta.

Per cui la tracciabilità di prestazioni sanitarie, il monitoraggio dell’adeguatezza delle stesse, la stessa tracciabilità di professionisti sanitari e del risk management correlato faranno sì che ci potrà essere un’epoca di transizione di grande confronto e probabilmente scontro per le diverse mozioni concorrenti, cui seguirà, come auspico, un’epoca sanitaria universale della fruizione ottimale e dell’esercizio armonico sanitario, presupposti che ci potranno far cogliere le migliori offerte di salute e soprattutto ambire a nuovi traguardi di salute comune.

Salvaguardiamoci dal glaucoma controllando la pressione oculare

Salvaguardiamoci dal glaucoma controllando la pressione oculare


di Matilde Scuderi



Aumenta la durata media della vita e con essa aumenta la diffusione a livello mondiale di patologie legate all'invecchiamento, che in passato avevano una epidemiologia contenuta mentre ai giorni nostri sembrano essere in rapida espansione. Tra queste non possiamo non annoverare il glaucoma, una malattia della seconda e terza età che aggredisce il nervo ottico e può addirittura condurre alla cecità, la cui crescita esponenziale ha portato  l'Associazione italiana per lo studio del glaucoma (Aisg) ha lanciare un vero e proprio allarme-glaucoma nel corso del suo primo congresso internazionale, poiché gran parte delle diagnosi arriva quando l'occhio è ormai compromesso e questo malgrado i grandi passi in avanti fatti dal nostro paese come l'inclusione di un paragrafo riguardante ipovisione e cecità nel piano nazionale di prevenzione (2014-2018), come ricordato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin in una lettera nel corso del congresso. “Autorevoli fonti internazionali - rivela il presidente Aisg Stefano Miglior - stimano che nel 2020 ci saranno in tutto il mondo oltre 80 milioni di pazienti colpiti dal glaucoma e in Italia la situazione sarà ulteriormente aggravata dall’aumento costante della durata media di vita e dalla maggiore incidenza della patologia tra le fasce più adulte della popolazione. La cura del glaucoma è molto costosa e incide già notevolmente sulla spesa sanitaria nazionale che, in prospettiva, verrà ulteriormente gravata dai costi socio-assistenziali di sostegno a una fetta così ampia di popolazione che non sarà più auto-sufficiente perché priva della vista”.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel mondo sono colpite dal glaucoma circa 55 milioni di persone e 25 milioni circa sono quelle che hanno perso la vista del tutto o in parte. La prevalenza del glaucoma è di circa l’1-2 per cento nei soggetti con più di 40 anni ma aumenta al 5 per cento in chi ha più di 70 anni. In Italia sono circa un milione le persone malate di glaucoma in terapia, ma si stima che almeno la metà non sappiano di averlo mentre 'lui' sta silenziosamente rubando loro la vista. Quando se ne accorgeranno almeno il 40 per cento della loro capacità visiva sarà perduta con gravi conseguenze dal punto di vista lavorativo, sociale e familiare. “Nella maggior parte dei casi la patologia - spiegano Beatrice Brogliatti e Roberto Carassa, membri del direttivo Aisg - è dovuta ad un aumento della pressione interna dell’occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista accompagnati da riduzione del campo visivo e da alterazioni della papilla ottica. Se non curata porta inevitabilmente alla perdita della funzione visiva. La sua prevalenza sale al 10 per cento della popolazione oltre i 75 anni”.

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Pur non essendo una malattia esclusiva dell’anziano, la prevalenza della malattia aumenta in maniera lineare con l’età e una percentuale di casi compare già a partire anche prima dei 40 anni. A questa età gli esperti suggeriscono di sottoporsi ad un controllo oculistico che comprenda la misurazione della pressione oculare. “Un momento ideale - spiegano i professori Luciano Quaranta e Luca Rossetti - è rappresentato dall’insorgenza della presbiopia, ovvero della visione sfocata da vicino, eppure solo il 21 per cento degli italiani ha eseguito un controllo della vista negli ultimi 5 anni. Altro fattore di rischio sono i precedenti familiari: tutti coloro con un familiare affetto da glaucoma dovrebbero sottoporsi a frequenti controlli, in quanto questa malattia oculare presenta forti caratteri di ereditarietà, l’anamnesi familiare è positiva tra il 5 e il 40 per cento”. Chi riceve la diagnosi di glaucoma cosa può fare per arrestare la progressione della patologia? Risponde a questa domanda Gianluca Scuderi, professore associato presso La Sapienza università di Roma e responsabile dell'unità operativa complessa (Uoc) di oculistica dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea: "Recentemente la prospettiva degli studi sul glaucoma è cambiata, poiché acquista sempre più credito l'idea che si tratti di una patologia neurodegenativa e che il suo agente eziologico non sia esclusivamente l'aumento della pressione oculare, non a caso è stato soprannominato Alzeihmer dell'occhio. Di conseguenza si stanno sviluppando farmaci ad azione neuroprotettiva da affiancare alla classica terapia ipotonizzante che, si spera, possano ritardare o arrestare la progressione della malattia. Esiste poi la possibilità di procedere per vie chirurgiche, in particolare nell'ultimo anno ho sperimentato con successo una nuova procedura chirurgica mininvasiva che consiste nel posizionare uno stent - un piccolo tubicino - all'interno dell'occhio per ridurne la pressione. Rispetto alle operazioni che si praticavano in passato le complicanze sono minori e i tempi di recupero sono notevolmente più brevi. Mi sento tuttavia in dovere di sottolineare che la prevenzione è la più efficace delle terapie contro il glaucoma, poiché si tratta di una patologia subdola i cui sintomi non sono evidenti per lungo tempo e il modo migliore per combatterla è effettuare periodicamente controlli dall'oculista".