Salvaguardiamoci dal glaucoma controllando la pressione oculare
di Matilde Scuderi
Aumenta la durata media della vita e con essa aumenta la diffusione a livello mondiale di patologie legate all'invecchiamento, che in passato avevano una epidemiologia contenuta mentre ai giorni nostri sembrano essere in rapida espansione. Tra queste non possiamo non annoverare il glaucoma, una malattia della seconda e terza età che aggredisce il nervo ottico e può addirittura condurre alla cecità, la cui crescita esponenziale ha portato l'Associazione italiana per lo studio del glaucoma (Aisg) ha lanciare un vero e proprio allarme-glaucoma nel corso del suo primo congresso internazionale, poiché gran parte delle diagnosi arriva quando l'occhio è ormai compromesso e questo malgrado i grandi passi in avanti fatti dal nostro paese come l'inclusione di un paragrafo riguardante ipovisione e cecità nel piano nazionale di prevenzione (2014-2018), come ricordato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin in una lettera nel corso del congresso. “Autorevoli fonti internazionali - rivela il presidente Aisg Stefano Miglior - stimano che nel 2020 ci saranno in tutto il mondo oltre 80 milioni di pazienti colpiti dal glaucoma e in Italia la situazione sarà ulteriormente aggravata dall’aumento costante della durata media di vita e dalla maggiore incidenza della patologia tra le fasce più adulte della popolazione. La cura del glaucoma è molto costosa e incide già notevolmente sulla spesa sanitaria nazionale che, in prospettiva, verrà ulteriormente gravata dai costi socio-assistenziali di sostegno a una fetta così ampia di popolazione che non sarà più auto-sufficiente perché priva della vista”.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel mondo sono colpite dal glaucoma circa 55 milioni di persone e 25 milioni circa sono quelle che hanno perso la vista del tutto o in parte. La prevalenza del glaucoma è di circa l’1-2 per cento nei soggetti con più di 40 anni ma aumenta al 5 per cento in chi ha più di 70 anni. In Italia sono circa un milione le persone malate di glaucoma in terapia, ma si stima che almeno la metà non sappiano di averlo mentre 'lui' sta silenziosamente rubando loro la vista. Quando se ne accorgeranno almeno il 40 per cento della loro capacità visiva sarà perduta con gravi conseguenze dal punto di vista lavorativo, sociale e familiare. “Nella maggior parte dei casi la patologia - spiegano Beatrice Brogliatti e Roberto Carassa, membri del direttivo Aisg - è dovuta ad un aumento della pressione interna dell’occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista accompagnati da riduzione del campo visivo e da alterazioni della papilla ottica. Se non curata porta inevitabilmente alla perdita della funzione visiva. La sua prevalenza sale al 10 per cento della popolazione oltre i 75 anni”.
Pur non essendo una malattia esclusiva dell’anziano, la prevalenza della malattia aumenta in maniera lineare con l’età e una percentuale di casi compare già a partire anche prima dei 40 anni. A questa età gli esperti suggeriscono di sottoporsi ad un controllo oculistico che comprenda la misurazione della pressione oculare. “Un momento ideale - spiegano i professori Luciano Quaranta e Luca Rossetti - è rappresentato dall’insorgenza della presbiopia, ovvero della visione sfocata da vicino, eppure solo il 21 per cento degli italiani ha eseguito un controllo della vista negli ultimi 5 anni. Altro fattore di rischio sono i precedenti familiari: tutti coloro con un familiare affetto da glaucoma dovrebbero sottoporsi a frequenti controlli, in quanto questa malattia oculare presenta forti caratteri di ereditarietà, l’anamnesi familiare è positiva tra il 5 e il 40 per cento”. Chi riceve la diagnosi di glaucoma cosa può fare per arrestare la progressione della patologia? Risponde a questa domanda Gianluca Scuderi, professore associato presso La Sapienza università di Roma e responsabile dell'unità operativa complessa (Uoc) di oculistica dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea: "Recentemente la prospettiva degli studi sul glaucoma è cambiata, poiché acquista sempre più credito l'idea che si tratti di una patologia neurodegenativa e che il suo agente eziologico non sia esclusivamente l'aumento della pressione oculare, non a caso è stato soprannominato Alzeihmer dell'occhio. Di conseguenza si stanno sviluppando farmaci ad azione neuroprotettiva da affiancare alla classica terapia ipotonizzante che, si spera, possano ritardare o arrestare la progressione della malattia. Esiste poi la possibilità di procedere per vie chirurgiche, in particolare nell'ultimo anno ho sperimentato con successo una nuova procedura chirurgica mininvasiva che consiste nel posizionare uno stent - un piccolo tubicino - all'interno dell'occhio per ridurne la pressione. Rispetto alle operazioni che si praticavano in passato le complicanze sono minori e i tempi di recupero sono notevolmente più brevi. Mi sento tuttavia in dovere di sottolineare che la prevenzione è la più efficace delle terapie contro il glaucoma, poiché si tratta di una patologia subdola i cui sintomi non sono evidenti per lungo tempo e il modo migliore per combatterla è effettuare periodicamente controlli dall'oculista".
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel mondo sono colpite dal glaucoma circa 55 milioni di persone e 25 milioni circa sono quelle che hanno perso la vista del tutto o in parte. La prevalenza del glaucoma è di circa l’1-2 per cento nei soggetti con più di 40 anni ma aumenta al 5 per cento in chi ha più di 70 anni. In Italia sono circa un milione le persone malate di glaucoma in terapia, ma si stima che almeno la metà non sappiano di averlo mentre 'lui' sta silenziosamente rubando loro la vista. Quando se ne accorgeranno almeno il 40 per cento della loro capacità visiva sarà perduta con gravi conseguenze dal punto di vista lavorativo, sociale e familiare. “Nella maggior parte dei casi la patologia - spiegano Beatrice Brogliatti e Roberto Carassa, membri del direttivo Aisg - è dovuta ad un aumento della pressione interna dell’occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista accompagnati da riduzione del campo visivo e da alterazioni della papilla ottica. Se non curata porta inevitabilmente alla perdita della funzione visiva. La sua prevalenza sale al 10 per cento della popolazione oltre i 75 anni”.
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