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lunedì 20 marzo 2017

Siringhe in cella, la voce su Corona:  "Che cosa fa dentro a quella stanza"

Siringhe di botox in cella: pronto a tutto per essere perfetto quando uscirà..


di Azzurra Noemi Barbuto



La chirurgia plastica ha fatto il suo ingresso persino a San Vittore, ma soprattutto nell’ala maschile del carcere, dove si trova detenuto Fabrizio Corona, soprannominato “re dei paparazzi”. Sappiamo infatti che Pierfrancesco Bove, il chirurgo plastico di fiducia dell’eterno ragazzo più scapestrato d’Italia, si reca periodicamente in carcere per eseguire sul vanesio Fabrizio piccoli interventi di chirurgia estetica, come iniezioni di filler, botox, vitamine, al fine di distendere, tirare e gonfiare nei punti giusti il volto del giovane adone, che in questi mesi ha deciso di scaricare tensione e stress in un allenamento continuo nonché nella cura maniacale del suo corpo. Bove è stato avvistato entrare nel carcere milanese l’ultima volta venerdì scorso.

Insomma, non c’è dato sapere quando Corona uscirà da San Vittore, ma sappiamo che di sicuro ne verrà fuori in grandissima forma, pronto ad essere rilanciato sulle copertine di tutti i giornali di gossip. E chissà cosa direbbe di tutto ciò il suo salvatore, don Mazzi, che proprio a noi di Libero, lo scorso ottobre, a proposito di Fabrizio rilasciò questa dichiarazione: «Andrebbe preso a calci nel sedere a tutto spiano». Attenzione, potrebbe essere rifatto anche quello.

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Già immaginiamo Fabrizio, uscito di galera, conversare amabilmente con le sue ex, Nina e Belen, scambiandosi consigli di medicina estetica. L’esperienza e la pratica assidua non mancano a nessuno dei tre.

Non essendo consentito ai detenuti di ricevere in carcere i propri chirurghi plastici per sottoporsi a trattamenti di medicina estetica (beh, in effetti, non ci sono neanche precedenti, dato che a pochi salterebbe in mente in quella situazione di rendere le labbra più sporgenti), al medico di Corona è permesso l’accesso ufficialmente per trattamenti dermatologici.

La vanità un tempo era donna. Oggi è uomo. Corona ha scoperto che, come canta Paola Turci, il vero piacere è «farsi belli per sé», dato che per ora non lo vedrà nessuno, eccetto gli agenti della polizia penitenziaria, gli altri detenuti ed i suoi avvocati.

Fabrizio ha inaugurato un nuovo modo di vivere il carcere. Forse più sopportabile. Ha trovato un senso alla sua detenzione. Non importa quale esso sia, non esiste un significato più degno e più nobile di un altro. Ciò che conta è che esso ci faccia stare bene. Il senso di Corona è farsi bello in un ambiente dove la bellezza scarseggia.

Speriamo soltanto che, a furia di gonfiarsi, l’uomo non venga trasferito nel reparto femminile del carcere di San Vittore. Potrebbe suscitare le invidie delle altre detenute o dare il via ad una nuova prassi all’interno del sistema penitenziario: l’appuntamento fisso con il chirurgo plastico. È proprio vero che i tempi cambiano. Una volta i preti salvavano le anime dei detenuti. Oggi i chirurghi ne salvano i corpi.

L'incrocio in studio dall'Annunziata: Salvini umilia Giggino. E lui se ne va

In'mezz'ora, Salvini e De Magistris si incrociano in studio: volano parole grosse



A In mezz'ora di Lucia Annunziata gli ospiti erano due: prima Luigi De Magistris, poi Matteo Salvini. I due duellanti delle ultime settimane, dalla "calata" del leghista nel capoluogo partenopeo in poi. I due, nel corso della trasmissione, si incrociano per pochi secondi: Giggino in studio, Matteo in collegamento. E Annunziata chiede: "Almeno un saluto ve lo scambiate?". E il saluto arriva, ma al veleno.

Prima Salvini: "Saluto tutti, ci mancherebbe altro. Mi spiace però che Napoli sia amministrata da una persona come De Magistris, il quale come amministra questa città lo si è capito in questa mezz'ora. Uno che pensa più a Salvini che ai problemi della città...". La risposta di De Magistris? Laconica: "Lo saluto e mi appello all'articolo 27 della Costituzione". Annunziata dunque chiede di cosa si tratti, e il sindaco di Napoli risponde: "Non c'è bisogno che lo dica io di cosa si tratta".

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Dunque, ve lo spieghiamo noi. L'articolo 27 prevede che "la responsabilità penale è personale". In buona sostanza, De Magistirs, si difende e se ne lava le mani: con quella frase afferma che gli scontri a Napoli, nel giorno dell'intervento di Salvini, non sono stati sua responsabilità, così come al contrario gli era stato rinfacciato a causa delle dichiarazioni incendiarie che avevano anticipato l'arrivo del leader della Lega Nord. Poche parole tra i due, dunque, ma moltissima tensione. E la spiegazione di Giggino lascia parecchi dubbi...

Ma tant'è. Dopo la replica di De Magistris, riattacca a parlare Salvini. Altre critiche contro il sindaco di Napoli, il quale, innervosito, si alza e se ne va smozzicando un saluto. Colpito e affondato.

Milano Bimbi ridotti così alla festa dei profughi:  che cosa li costringono a fare / Guarda

Milano, i bambini alla festa dei profughi intonano Bella Ciao



Alla due giorni di festa per gli immigrati ospitati alla caserma Montello, c’erano l’assessore Majorino e mezza sinistra milanese. Poi c’erano i bambini arruolati per cantare “Bella Ciao” ai migranti. Lo hanno fatto davvero ieri mattina gli studenti della scuola media Rinnovata Puecher, che nel bel mezzo della festa hanno intonato l’inno partigiano.

Difficile cogliere il sillogismo tra l’esodo di questi disperati e i moti della Resistenza. Tanto che il genitore di un bambino si è sfogato con Libero: «trovo diseducativo affermare che nessuno è illegale, neppure i clandestini, e non approvo la scelta di assegnare una struttura destinata alle nostre forze dell’ordine a 300 immigrati, la maggior parte dei quali potrebbe non essere formata da profughi». Per questo non ha fatto partecipare il figlio al “concertino”. Interpellata, la professoressa Noemi Morrone, al contrario, difende la scelta: «Il nostro istituto è intitolato al partigiano Giancarlo Puecher, fa parte del nostro Dna. Il brano è parte del repertorio della banda, i ragazzi lo cantano sempre; è successo anche in occasione di Expo». Nella sua difesa d’ufficio l’insegnate spiega anche che «l’orientamento politico degli studenti è una loro scelta personale, ma a scuola continueremo a insegnargli l’Inno di Mameli e Bella Ciao».

La "bomba fiscale" su Beppe Grillo: "Questo come lo spieghi?" / Guarda

Bonifazi sul blog di Beppe Grillo: "Ci sono aspetti fiscali da chiarire. Vedremo..."




Al centro dell'attenzione politica c'è ancora il blog di Beppe Grillo. Tutto è iniziato da Matteo Renzi, che ha annunciato di voler querelare il leader del M5s per alcuni contenuti del sito. Da par suo, Grillo, in un maldestro tentativo di dissociarsi, ha spiegato di non considerarsi responsabile di ciò che compare sul suo blog se non è lui a firmare gli articoli. Caso chiuso? Non proprio. Già, perché ora arriva il "pizzino" di Francesco Bonifazi, il tesoriere del Pd e membro del Giglio Magico renziano, il quale su Facebook ha scritto: "Come funzioni il M5s è ogni giorno di più una incognita". Dunque, dopo un breve accenno al caso delle primarie di Genova, Bonifazi aggiunge: "Ma non vi scrivo per questo! È solo per dire che più studiano l'affaire della titolarità del blog (di Grillo, ndr) e più scopriamo cose interessanti. E per chi come noi sta particolarmente attento al profilo fiscale ci sono molte sorprese interessanti". Una "bombetta", insomma, quella sganciata dal tesoriere democratico: che cosa si nasconde dietro a quel "profilo fiscale"? E ancora: "Non arrivo a dire, come ha fatto Berlusconi, che Grillo ha evaso le tasse. Ma certo che su questa storia siamo ancora all'inizio. Sarà divertente. Noi come Pd siamo sotto attacco da mesi pur essendo totalmente in regola. Adesso - conclude Bonifazi - vediamo se anche il Beppe ha tutte le carte a posto. Vediamo, vediamo". Il messaggio è arrivato. E pare anche piuttosto minaccioso...

Di seguito, il post di Francesco Bonifazi:



Francesco Bonifazi
Sabato
Come funzioni il Movimento 5 stelle è ogni giorno di più una incognita. Tanto per cominciare per gli iscritti a questo movimento: avete visto cosa è accaduto a Genova? Povera candidata vittoriosa e umiliata dal diktat del capo.
Ma non vi scrivo per questo! È solo per dire che più studiamo l'affaire della titolarità del blog e più scopriamo cose interessanti. E per chi come noi sta particolarmente attento al profilo fiscale ci sono molte sorprese interessanti. Non arrivo a dire come ha fatto Berlusconi che Grillo ha evaso le tasse. Ma certo che su questa storia siamo ancora all'inizio. Sarà divertente. Noi come PD siamo sotto attacco da mesi pur essendo totalmente in regola. Adesso vediamo se anche il Beppe ha tutte le carte a posto. Vediamo, vediamo

NAPOLI UNA TRUFFA DEVASTANTE  Bancomat, l'ultima frontiera:  a cosa devi fare attenzione

Napoli, l'ultima truffa: il macchinario che ti ruba la tessera



L'ultima truffa al bancomat? Arriva da Napoli, dove nell'ultima settimana è stato segnalato un boom di denunce. Il copione è sempre lo stesso, ma il modo in cui vi rubano il denaro marca una novità rispetto al passato. La truffa si concretizza nei bancomat allestiti all'interno delle banche, nel momento in cui la vittima abbandona l'istituto. Ma procediamo con ordine. Per accedere alla banca e allo sportello, la vittima striscia il bancomat nell'apparecchio esterno che apre le porte. Dunque, allo sportello, preleva. Ma quando deve uscire dalla banca, la vittima non trova il solito bottone apri-porta, ma un'altro apparecchio dove introdurre la tessera. Ed è questo apparecchio l'epicentro della truffa: già, perché il macchinario restituisce una tessera scaduta, che spesso la vittima non riconosce. E per assicurarsi che la vittima non riconosca lo scambio di tessera, i truffatori si appostano davanti all'istituto, fingendo di dover prelevare e mettendo fretta alla vittima, in modo che infili subito la tessera nel portafogli. Per inciso, il macchinario "legge" il codice della tessera, con il quale poi i truffatori prelevano.



domenica 19 marzo 2017

Si spacca il M5S? Disastro a un passo Incubo scissione, c'è il simbolo / Foto

Si spacca il M5S? Disastro a un passo. Incubo scissione, c'è pure il simbolo




Nel simbolo, il nodo di una rete, a simboleggiare i cittadini che si vogliono attivare col nuovo progetto politico. I colori, giallo e blu, richiamano quelli dello scudo simbolo della città di Parma. "Chi si vuole impegnare in una politica libera, inclusiva, moderna e attiva - spiegano i fondatori - ha un punto di riferimento in cui riconoscersi". Dopo la costituzione nei mesi scorsi del Gruppo di maggioranza in Consiglio comunale, oggi al Modulo Eco di Piazzale della Pace, sono stati presentati il simbolo e la Carta dei valori di Effetto Parma, "atto di nascita" del nuovo soggetto politico che concorrerà alle elezioni amministrative della città sostenendo la candidatura a sindaco di Federico Pizzarotti. All’incontro erano presenti Federico Pizzarotti, Marco Bosi, Cristiano Casa, Andrea Medioli, Paola Ranieri e Leonardo Spadi. "Oggi a Parma - spiegano i fondatori - nasce una forza politica che è punto di riferimento cittadino e al tempo stesso concreto esempio di una politica rigenerata, costruita con le persone e non sugli interessi. Una politica che è un servizio, non un mezzo".

Lontano dall’antipolitica, Effetto Parma punta ad un’ aggregazione sugli stessi valori, peraltro già cari anche al Movimento - dalla sostenibilità ambientale alla politica come servizio civile- ma sostenendo d’europeismo e spirito di inclusione. A Genova, ha spiegato il sindaco di Parma Pizzarotti - che nei mesi scorsi disse polemicamente addio al M5s a suo avviso molto cambiato dalle origini- è già attivo un gruppo che si riconosce in questa carta dei valori. "Il Movimento 5 Stelle aveva aggregato tutto e il contrario di tutto, c’è gente che è tornata sia al Pd che a Fratelli Italia- ha spiegato Pizzarotti interpellato sul tema - Aveva obiettivi troppo vaghi come la lotta alla casta, obiettivi non riconducibili a nessun ideale e sentimento. In questi mesi invece noi abbiamo lavorato per creare un ideale, un sentimento". "Effetto Parma - ha concluso Pizzarotti - non è incentrato su di me: poi inevitabile che la mia figura ci sia, ma non credo - ha concluso - in uomo solo al comando".


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TERREMOTO IN VATICANO Orge, truffe... e casse vuote Le cifre horror per il Papa

Terremoto in Vaticano: casse vuote. Orge, truffe... le cifre horror per il Papa




Con l'avvicinarsi delle scadenze per le dichiarazioni dei redditi degli italiani, aumentano come mai prima d'ora le preoccupazioni dei vescovi italiani. Eh sì perché quest'anno i contribuenti potrebbero non essere generosi come in passato nei confronti della Chiesa Cattolica, alle prese con una delle più gravi crisi di fiducia con i fedeli. Secondo quanto riporta il Giorno, i sondaggi fatti finora per sondare l'umore dell'opinione pubblica non raccontano nulla di buono per la Cei.



Il crollo previsto delle firme nella casella per l'8 per mille è legato alla "cattiva gestione del denaro" secondo il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis. Con tutti i casi di cronaca che hanno visto preti e vescovi protagonisti di truffe e uso dissennato del denaro per piacere personale, gli italiani hanno deciso di voltare le spalle al Vaticano e non firmare più per cedere un pezzo delle proprie tasse alla casse dei vescovi: "Il punto più baqsso da dieci anni a questa parte" ha detto don Ivan.