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martedì 3 gennaio 2017

Nasce il Primo Festival Italiano della Cinegustologia Dal 5 Gennaio a Trevico la Prima Edizione Dedicata a Ettore Scola

Nasce il Primo Festival Italiano della Cinegustologia Dal 5 Gennaio a Trevico la Prima Edizione Dedicata a Ettore Scola




Il 5 Gennaio 2017 parte a Trevico (la città natale di Ettore Scola) il primo Festival italiano della Cinegustologia, un nuovo modo di fruire il cinema attraverso le analisi del gusto ideato da Marco Lombardi, docente di Cinema ed Enogastronomia in alcune delle principali Università italiane, dallo IULM di Milano alla Sapienza di Roma, dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Conferenze, degustazioni, laboratori, proiezioni, spettacoli e visite guidate saranno gli ‘ingredienti’ delle quattro giornate del Festival (5-8 Gennaio 2017) che coinvolge l’alta Irpinia (anche Vallesaccarda, la città Ecogastronomica e Zungoli, che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia) e parta da Trevico, il centro abitato più alto del Mezzogiorno peninsulare. Un borgo medievale dell’alta Irpinia, incastonato tra Campania e Puglia a 1094 metri di altezza, che ha dato i natali (il 10 Maggio del 1931) ad Ettore Scola, che ha celebrato il suo legame con la città nel film “Trevico - Torino - Viaggio nel Fiat-Nam”, divenuto un simbolo negli anni 70’ delle narrazioni cinematografiche dell’emigrazione dei giovani meridionali verso le grandi fabbriche del Nord.

Oggi ad oltre 40 anni da quella pellicola del 1973, una delle grandi testimonianze dell’impegno civile del cinema di Scola, e ad un anno esatto dalla morte del regista irpino (il 19 Gennaio 2016) la sua città natale lo celebra dedicando interamente alle sue opere il primo Festival italiano della Cinegustologia, con un fitto programma di eventi cinegustologici che, grazie alla collaborazione con i Comuni di Vallesaccarda e di Zungoli, saranno una straordinaria vetrina delle eccellenze enogastronomiche e paesaggistiche dell’intero territorio irpino della Baronia, ma saranno anche e soprattutto un modo per offrire ai più giovani  e non solo la possibilità di vedere alcuni grandi capolavori della storia del cinema italiano. Una storia che Ettore Scola ha attraversato per oltre quarant’anni (è datato 1964 il suo esordio alla regia), dirigendo alcuni dei più grandi attori del cinema italiano come Vittorio Gassman, Sophia Loren, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Giovanna Ralli, Alberto Sordi e Massimo Troisi, ma anche grandi attori internazionali come Gerard Depardieu e Jack Lemmon.

Iniziano i saldi: le date città per città (e dritte per non farsi fregare in negozio)

Iniziano i saldi: quando, dove e come non farsi fregare



Ieri ufficialmente sono iniziati i saldi. Si parla da Basilicata e Sicilia, oggi la Valle d’Aosta e il 5 gennaio tutte le altre regioni. Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia, in occasione dei saldi invernali 2017, spenderà 344 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature e accessori per un valore complessivo di 5,3 miliardi di euro.

Dopo un Natale così così, commenta Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio, "la speranza passa ora per i saldi. Non saranno però saldi col botto. La nostra stima, euro più euro meno, è che gli italiani spenderanno mediamente come nell’anno precedente". 

Le vendite di fine stagione, sottolinea ancora, "saranno sempre una straordinaria opportunità per i consumatori ma, per noi commercianti, non saranno sufficienti a colmare un gap di consumi fortemente condizionato da un andamento sempre più incerto e altalenante. C’è da dire che, nonostante i timidi segnali di fiducia registrati a dicembre, gli eventi terroristici e di natura socio-politica non aiutano a far trovare una stabilità di cui tutti abbiamo bisogno per affrontare al meglio il futuro e confidare nell’uscita del nostro Paese dalla crisi".

L'INTERVISTA - Poliziotti eroi, parla l'esperto "Li conosco, cosa succederà ora"

Poliziotti eroi, Corrado Ziglio: "Li conosco, cosa succederà ora"


intervista a cura di Lucia Esposito



Due poliziotti italiani uccidono Amis Amri, il terrorista di Berlino. Durante un controllo di documenti si imbattono nel tunisino che, dopo aver vagato tra la Germania, l'Olanda e la Francia era arrivato davanti alla stazione di Sesto San Giovanni. Ha urlato: "Bastardi" e poi ha sparato. Ha ferito il poliziotto Cristian Movio, 36 anni ma l'agente in prova Luca Scatà, ha sparato e lo ha ucciso. C'è chi dice: Sono degli eroi e chi minimizza: Hanno fatto solo il loro dovere. L'Italia si divide e scoppia la polemica sull'opportunità di diffondere i loro nomi e sul rischio ritorsioni. Il professor Corrado Ziglio dell'Università di Bologna è un antropologo delle professioni, ha vissuto per mesi come un poliziotto, è salito sulle volanti, è entrato nei commissariati da Bolzano a Siracusa, ha passato intere giornate negli uffici immigrazione e in quelli dell'anticrimine. Da ventidue anni si occupa di formazione dei poliziotti e, dice scherzando, "con loro ho mangiato quintali di pizza e bevuto ettolitri di birra". Dopo aver visto da dentro il mondo della polizia, ha scritto due libri sulle attività operative degli agenti e per sei anni ha insegnato alla Scuola Superiore di Roma dove si formano i funzionari. Insegna anche alla Scuola per il controllo del territorio di Pescara: da qui passano tutti gli uomini e le donne delle volanti, delle sale operative, dei reparti prevenzione crimini. Ha l'approccio scientifico dello studioso ma il linguaggio chiaro e semplice di chi tutto quello che teorizza l'ha vissuto e lo vive ancora.

Professore, ma i due poliziotti che hanno ucciso il terrorista sono eroi o hanno fatto solo il loro dovere?

"Tutti i poliziotti hanno un fortissimo senso del dovere e quando dicono che hanno solo fatto il loro lavoro, lo pensano veramente".

Ma era il caso di far conoscere i loro nomi?

"Ho qualche dubbio. Forse c'è stata un po' di imprudenza dettata dalla dimensione dell'orgoglio per l'operazione che era stata portata a termine".

Al di là delle minacce di ritorsioni che sono arrivate, da un punto di vista professionale che cosa succederà? 

"Dipende dai loro superiori, da come li gestiranno".

Che cosa potrebbe accadere?

"Potrebbero montarsi la testa, cambiare il loro modo di pensare. Potrebbero diventare dei giustizieri".

In che senso dei giustizieri?

"Potrebbero sviluppare atteggiamenti sopra le righe rispetto al protocollo che ogni poliziotto deve osservare. Ed è per questo che dico che molto dipende da come saranno gestiti dai loro superiori".

I due agenti sono stati attaccati anche perché sui loro social sono state trovare frasi razziste e foto col saluto romano.

"Di questo non so nulla, me lo dice lei".

Come lo spiega?

"In tutti gli ambienti ci sono persone di diverse ideologie, ma non cambia molto".

Come mai da professore di Scienze della Formazione è entrato in contatto con il mondo della polizia?

"È stato l'allora questore di Bologna che, dopo i fatti drammatici della Uno Bianca decise di risollevare l'immagine della Polizia con una grande intuizione: capì che bisognava partire dalla formazione. Mi chiese di tenere dei corsi. Ma io prima di strutturare il progetto chiesi di vivere la vita dei poliziotti e così ho trascorso diversi mesi con loro".

Su cosa lavora?

"Soprattutto sui processi di deterioramento professionale".

E quali sono?

"I poliziotti si trovano tutti i giorni davanti alle brutture della vita. Per loro è importantissima la formazione intesa non solo come l'insieme delle competenze professionali e dei protocolli da applicare, ma bisogna lavorare sulla loro emotività".

Quali rischi corrono?

"L'interiorizzazione di un processo subdolo che è il cinismo". 

Sì, ma il poliziotto deve essere un duro. Almeno nell'immaginario collettivo lo è.

"Esiste quello che chiamo il cinismo buono e che hanno anche i medici. È necessario per svolgere una determinata professione. Se il chirurgo sviene quando vede il sangue, non può operare. È quel giusto distacco necessario per non farsi travolgere dalle emozioni. Ma poi c' è un cinismo cattivo che è quello che atrofizza i sentimenti anche negli altri ambiti".

La vita professionale che condiziona quella privata.

"Esatto. Quella dei poliziotti è la categoria più colpita da divorzi e separazioni. Questo è un dato sociologico. Conosco molte mogli, compagne e fidanzate di agenti e spesso mi riferiscono di quanto sia diventato scortese, insensibile, freddo il proprio uomo".

Che cosa lamentano i poliziotti che ha conosciuto?

"La solitudine. Nel senso che se anche accadono cose pesanti, non ne possono parlare. Ho raccolto centinaia di testimonianze. È vero ci sono gli psicologi, ma se li metti al corrente di un tuo problema rischi che ti ritirino l'arma e il tesserino e vieni sospeso dal servizio".

Soffrono per il nostro sistema giudiziario che spesso rimette in libertà soggetti che hanno faticato a prendere?

"Sono molto equilibrati. Capiscono la differenza dei ruoli. Molti si lamentano perché non sono sufficientemente gratificati. Non solo da un punto di vista economico perché hanno stipendi oggettivamente bassi, ma anche sul piano della soddisfazione personale. I propri superiori tendono a non gratificare e così gli agenti traggono la loro soddisfazione nell'aiutare gli altri".

Durante i corsi di formazione che consigli dà ai poliziotti? 

Non dispenso consigli. Pongo delle questioni e sollecito una riflessione. "Cito per esempio il quadrato dello psicanalista Bion e spiego che ogni contesto professionale è pieno di sostanze tossiche come le invidie e le gelosie dei colleghi, ma anche quelle che ciascuno di noi porta con il proprio carattere. Se non si riconoscono queste tossicità si trovano delle vie di fuga".

Quali?

"La prima porta a non assumersi le proprie responsabilità A questo ci penserà qualcun altro, la seconda che spinge a trovare un capo espiatorio Non è colpa mia, la terza che spinge a valorizzare solo se stessi e l'altro collega con cui si lavora, e la quarta che induce all'attesa del Messia. Si aspetta che arrivi qualcosa dall'alto che cambi tutto. Ma in questo modo si rischia di consumare tutta la vita professionale facendo il giro dei quattro cantoni. Non ci si schioda Si passa da una via di fuga all'altra Non indico soluzioni, ma voglio solo che acquisiscano consapevolezza".

Poi cos'altro spiega?

"Ho creato l'immagine della farfalla".

Perché?

"Spiego che per volare alto professionalmente abbiamo bisogno di quattro ali come una farfalla. L'ala delle competenze, quella della comunicazione perché bisogna saper gestire anche verbalmente la propria professionalità e quella della consapevolezza del ruolo. Spesso i poliziotti, come gli insegnanti e i medici, dimenticano la loro funzione sociale. Nella formazione iniziale non sono sufficienti le nozioni di deontologia, ci deve essere consapevolezza dell' enorme ruolo sociale che svolgono".

La quarta ala?

"È quella del carattere".

Ma quello mica si può cambiare?

"Certo che sì. Bisogna solo avere consapevolezza del proprio carattere. E ci sono autorevoli studi che dimostrano come, a condizionare la vita professionale, sia proprio l'aspetto caratteriale".

Quale tratto caratteriale permette di avere successo?

"Se lavori in squadra o dirigi una squadra non puoi avere un caratteraccio. Maltrattare i tuoi collaboratori o umiliarli davanti a tutti, per esempio, non puoi farlo perché rovini le professionalità degli altri".

Lei che da studioso ha vissuto come un poliziotto qual è stata l'emozione più forte che ha provato?

"Le ho provate tutte. Loro vivono tutti i sentimenti. Anche lo stupore per le cose che fanno".

Ha mai avuto paura?

"Mi sono trovato in situazioni pericolose. Come entrare in una gioielleria dopo un furto senza sapere se dentro c'erano ancora i ladri oppure no".

Cosa la colpisce?

"La creatività e l'umanità. E il fatto che nonostante la distanza geografica usino le stesse espressioni, come una vera tribù. Fare il poliziotto a Bolzano non è come farlo a Napoli, eppure in Trentino come in Campania, i poliziotti usano frasi come il pesce puzza dalla testa. E poi ci sono tradizioni che vanno avanti da anni".

Per esempio?

"A Napoli e a Siracusa a Natale i poliziotti vanno nelle case dove c'è povertà, portano giochi e cibo. Così controllano il territorio attraverso la costruzione del consenso".

L'islamico si sfoga contro la Madonna: lo arrestano e sbrocca, cosa ha detto

L'islamico si sfoga addosso alla Madonna: lo arrestano e sbrocca, cosa ha detto



Ha mandato in frantumi con un bastone la teca contenente una statua della Madonna e ha incendiato il presepe allestito nel cortile della parrocchia della Madonna del Rosario, sita  in via Guglielmi a Foggia. I carabinieri della Compagnia di Foggia hanno arrestato B. M., cittadino del Gambia di 25 anni, in regola con i documenti di soggiorno, per danneggiamento, incendio e resistenza a Pubblico Ufficiale. È accaduto nel primo pomeriggio di ieri. L’immigrato, inoltre, ha opposto ferma resistenza ai Carabinieri, intervenuti su segnalazione del parroco, i quali sono riusciti comunque a bloccarlo e trarlo in arresto. Lo straniero, in preda a una visibile e accentuata alterazione psicofisica, ha cercato di giustificare il suo gesto con la sua appartenenza alla fede musulmana e per tale ragione ha voluto distruggere i simboli cristiani. L’uomo, che ha agito in maniera autonoma e isolata, è stato associato nel carcere di Foggia in attesa del giudizio di convalida.

Grillo, la svolta sugli avvisi di garanzia Sospetto malizioso: c'entra la Raggi

Grillo garantista Avviso di Garanzia? niente espulsione automatica



Svolta garantista per Beppe Grillo. E chissà che non c'entrino i timori per una imminente, nuova bomba giudiziaria su Virginia Raggi. Il garante del Movimento 5 Stelle fa sapere sul suo blog che "la ricezione, da parte del portavoce (tradotto: eletto, ndr), di informazioni di garanzia o di un avviso di conclusione delle indagini non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso, sempre salvo quanto previsto al punto 5". Vale a dire, a differenza di quanto accaduto in passato non si prenderanno provvedimenti (dalla sospensione alla espulsione) contro gli esponenti grillini raggiunti da avvisi di garanzia.

Il nuovo "Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle" martedì verrà votato online. "I portavoce, quando ne hanno notizia, hanno l'obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito, dell'esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato", si legge ancora nel testo Cinque Stelle. "È sempre rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei Probiviri o del Comitato d'appello (e non comporta alcuna automatica presunzione in tal senso) la valutazione della gravità di fatti che configurano i c.d. reati d'opinione ipotesi di reato concernenti l'espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale".

Berlusconi, il suo piano diabolico Il retroscena: "Cosa farà con Renzi..."

Berlusconi, piano diabolico con Renzi: "Quando si vota e che farò con lui"



Chi chiedeva, anche all'interno di Forza Italia, elezioni anticipate dopo il trionfo del No al referendum costituzionale dovrà mettersi l'anima in pace. Ogni velleità di anticipare il voto è stata spenta da Silvio Berlusconi che, durante una cena nella sua villa ad Arcore con alcuni fedelissimi, ha detto con una certa convinzione che Sergio Mattarella non ha nessuna intenzione di sciogliere le camere prima del prossimo autunno. I motivi principali, riporta il Corriere della sera, sono due: da un lato c'è la situazione balcanizzata nel Pd che non permette una linea comune sul da farsi, dall'altro l'imminente presidenza del G7 di maggio a Taormina, un impegno che mal si concilierebbe con un governo così in stretta scadenza.

Berlusconi non ha nessuna intenzione di mollare la presidenza del partito, visto che: "non vedo ancora leader", sarà ancora lui a dettare l'agenda per i prossimi mesi e chi sperava in una riscossa del centrodestra basato sull'alleanza Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia dovrà ancora una volta pazientare. Il Cav è sicuro che l'Italia è destinata a seguire la linea politica già applicata in Germania da anni, dove una larga coalizione governa il Paese. Da qui ne deriva la necessità di una legge elettorale basata sul proporzionale, che allontani l'ipotesi dell'exploit di Lega o M5S.

La tanto attesa sentenza della Consulta del prossimo febbraio potrebbe consegnare al Parlamento una legge di fatto proporzionale, senza il doppio turno e senza premio di maggioranza. Una base più che ottima per Berlusconi da addattare a un sistema sempre più simile a quello tedesco: un proporzionale con sbarramento al 5%. A quel punto un'alleanza post voto tra Forza Italia e Partito democratico sarebbe la via più naturale, almeno secondo il leader forzista.

"L'Italia è troppo fragile, nel 2017..." Quella voce tremenda dal governo

La voce tremenda dal governo: "Nel 2017 rischi e incognite, Italia troppo fragile"


Carlo Calenda

"Dobbiamo metterci in sicurezza con un piano straordinario". A lanciare l'allarme è il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, che intervistato dal Corriere della Sera si prende la scena facendo capire come i prossimi mesi potrebbero avere risvolti drammatici: "Il 2017 sarà un anno pieno di incognite e di rischi. Le democrazie occidentali vivono il loro peggior momento dagli Anni 30 del Novecento, i valori della società aperta su cui sono fondate appaiono minoritari, quando non addirittura sconfitti. E l'Italia affronta questa fase con una fragilità finanziaria, economica, politica, sociale e istituzionale che viene da 25 anni perduti. Per questo gli effetti della crisi da noi sono stati drammaticamente peggiori rispetto agli altri Paesi europei".

Per questo, spiega il ministro, "dobbiamo ragionare come sistema Paese, tutelare in modo più netto gli interessi nazionali, avviare una vera politica di inclusione sociale per contrastare il populismo. Anche prendendoci tutti gli spazi di bilancio che servono". Il concetto suona più o meno come un disconoscimento dell'operato dell'ex premier Matteo Renzi: "Non possiamo più tentare di esorcizzare la gravità della situazione con l'ottimismo, o nascondere la complessità dei problemi, cedendo alla logica del Truman Show che i populisti, 5 Stelle in testa, provano ad imporre".

Per il titolare del Mise "nella maggior parte dei casi gli investimenti esteri portano crescita ma dovremo comunque essere pronti a una tutela più assertiva degli interessi e degli asset economici nazionali strategici nei confronti dei partner, anche europei, che spesso usano in modo più coordinato e aggressivo di noi il sistema Paese". Il tema sul tavolo è quello della scalata dei francesi di Vivendi a Mediaset. "Dobbiamo ricostruire una rete fatta di grandi aziende, pubbliche e private, e di istituzioni finanziarie capaci di muoversi all'occorrenza in modo coordinato, tra di loro e insieme al governo". Su Mediaset, spiega ancora, "abbiamo deciso di operare con la moral suasion, non ci sono piaciute le modalità dell'operazione". Il caso Monte Paschi invece "è diverso. La Germania ha usato 241 miliardi di euro per ricapitalizzare le sue banche, e ora protesta per un'operazione che rispetta totalmente le regole, mentre blocca il completamento dell'Unione bancaria", accusa. Altra stilettata agli falchi tedeschi arriva sull'Ue: "Dovremmo prenderci tutti gli spazi di bilancio che i mercati, e non la Commissione europea, ci consentono per mettere in atto un piano straordinario di rilancio economico e sociale che abbia al centro un massiccio piano di investimenti pubblici e privati. L'anno giusto è il 2018, dunque la prossima legge di bilancio". Il che presuppone un governo che riesca a vivere almeno fino alla fine del 2017.