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giovedì 29 dicembre 2016

Cosa facevano ai loro clienti (famosi): le sorelline erotiche senza limiti

Le sorelline erotiche: cosa facevano ai loro clienti (molto famosi)



Le chiamavano le "Kardashian del Canada", ora sono in carcere: grossi guai per le sorelle Kiran e Jyoti Matharoo, esplosive star di Instagram finite in manette con l'accusa di ricatto e truffa a sfondo sessuale. Le due ragazze sono state arrestate a Lagos, in Nigeria, dove avrebbero cercato di incastrare il miliardario locale Femi Otedola e altri uomini ricchi e famosi in Africa attraverso il sito web NaijaGistLive.com e vari account social. 

Garlasco, lo scienziato che salva Stasi "Sapete cosa ho scoperto sul delitto?"

Pasquale Linarello, il biologo che può salvare Alberto Stasi: "Le mie scoperte su quel dna trascurato"



Pasquale Linarello è il biologo forense che ha riscontrato la perfetta compatibilità del Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi con quello del nuovo indagato per l'omicidio di Garlasco: Andrea Sempio. Calabrese di origine, ufficiale del Ris dal '99 al 2002, attualmente dirige la sezione di Genetica forense del laboratorio "Genoma" di Milano.

"Ho confrontato i dati relativi alla perizia sulle unghie della vittima, che erano stati trascurati, con il profilo genetico che era stato estrapolato da un altro laboratorio. Un'agenzia investigativa milanese voleva infatti che eseguissi una comparazione con un profilo raccolto dal cucchiaino e dalla bottiglietta che un altro laboratorio aveva già analizzato. I due profili del cromosoma Y sono identici". Questo è ciò che il dottor Linarello ha dichiarato in un'intervista a Il Giorno. E ancora: "Devo precisare che il cromosoma Y non consente di individuare un singolo soggetto, bensì la linea maschile di una famiglia. A questo punto gli avvocati Giarda e Bocellari, i legali della famiglia di Alberto Stasi, mi hanno conferito un incarico formale comunicandomi che un profilo apparteneva a un nuovo soggetto".

In molti hanno espresso perplessità nei confronti di questo risultato, come il generale Garofano, ex comandante del Ris, e soprattutto i genitori di Chiara. "Quello che posso dire - ribatte Linarello - è che mi sono basato su dati grezzi e ho lavorato su quelli. In altre parole ho lavorato sui dati di partenza e il profilo ottenuto dalle unghie di Chiara Poggi è identico a quello ottenuto dal cucchiaino e dalla bottiglietta. Non è un dato conclusivo, ma il punto di partenza di un'attività d'indagine che andrà estesa e assolutamente integrata con altri elementi". 

"Il burqa alla Madonna perché..." Il delirio del prete filo-musulmano

Il parroco: "Ecco perchè ho messo il burqa alla Madonna"



Giuseppe arabo e la Madonna con il burqa. La storia del presepe della chiesa di Sant'Anna di Potenza, con tanto di foto inequivocabili, ha fatto il giro dei siti e dei giornali d'Italia. Artefice della "magata" il parroco, don Franco Corbo, di 75 anni. Il quotidiano Il Giornale è andato a scovarlo, chiedendogli motivo di tale originalità.

Lui non s'è scomposto: "Nessun sacrilegio, anzi la volontà da parte mia di ribadire come la religione possa e debba rappresentare uno strumento di dialogo con le altre fedi e con tutte le etnie distrutte o ridotte in miseria dall'egoismo della società occidentale". Alla domanda si dica sul serio, il don risponde serafico: "Con questa logica di "chiusura" migratoria Gesù oggi non potrebbe mai arrivare da noi, resterebbe in Palestina".

Qualcosa sfugge evidentemente al parroco di Sant'Anna. Gesù, duemila e rotti anni fa, nacque, visse e morì in Palestina. Neanche provò a venire in Europa: i romani lo fecero fuori per interposta persona lì sul posto. E il luogo dove nacque, oggi è occupato dagli arabi.

"Li paga per andare a votare prima" L'accusa (pazzesca) al Pd di Renzi

Elezioni anticipate, uno scivolo da 50mila euro per salvare il vitalizio



Andare a votare subito. Adesso. In primavera. Entro l'estate. In tv e sui giornali, politici tutti pronti a riempirsi la bocca con belle intenzione "per ridare voce agli italiani". Già. Peccato, però, che si andasse a votare prima dell'estate 2017, e in ogni caso prima della metà di settembre, il vitalizio degli onorevoli parlamentari verrebbe cancellato. E allora, come fare, per salvare capra e cavoli? L'idea che circola in ambienti parlamentari (che qualcuno attribuisce al Pd mentre dal Nazareno si affrettano a negare che il partito stia lavorando alla cosa) è quella di un rimborso che andrebbe a sostituire la pensione evaporata per quanti siedono per la prima volta in parlamento, qualora si andasse a elezioni anticipate. Secondo quanto riporta il giorno riprendendo alcune denunce dei 5 Stelle, potrebbe trattarsi di una buonuscita, di una sorta di "scivolo" intorno ai 50mila euro.

Una ipotesi che non ha alcun precedente nella storia della Repubblica. E che sarebbe davvero difficile riuscire a far passare in qualsivoglia modo, visto il clima avvelenato che persiste contro la politica anche dopo il referendum. Ma quando, appunto, si parla di politici, mai dire mai o impossibile.

Esclusiva / Il prete, il sesso e le orge in chiesa: saltano fuori anche i nomi dei Papi

Sesso e orge in chiesa, i dvd porno del parroco salvati con i nomi dei Papi



Video porno amatoriali girati anche in canonica, sesso estremo, violenze e orge: ore e ore a luci rosse, tutto conservato in decine di dvd etichettati con i nomi dei Papi. È l'ultima sconcertante scoperta dei carabinieri che stanno indagando su don Andrea Contin, il parroco della chiesa di San Lazzaro a Padova accusato di favoreggiamento della prostituzione e violenza privata e attualmente ospitato in una comunità fuori dal Veneto, forse all'estero.

Prima di Natale una perquisizione nell'abitazione del sacerdote aveva portato alla luce, in una stanza chiusa a chiave, oggetti per giochi sessuali come manette, collari in pelle, fruste, stivaloni con i tacchi a spillo e una videocamera per riprendere gli incontri sessuali. A denunciare il parroco una donna rumena con cui il sacerdote avrebbe avuto una lunga relazione è che ora lo avrebbe accusato di averla costretta a rapporti sessuali anche con altri uomini.

Sottosegretari e viceministri: i nomi Il "pizzino" di Gentiloni agli italiani

Sottosegretari e viceministri: tutti i nomi. Gentiloni, il messaggio nascosto



La partita sui sottosegretari e viceministri è praticamente chiusa. Il premier Paolo Gentiloni giovedì nel consiglio dei ministri convocato alle 9.30 presenterà la squadra di governo, di cui non dovrebbe far parte Ala di Denis Verdini. Il condizionale è d'obbligo finché non ci sarà l'ufficialità, anche se viene spiegato da fonti di maggioranza, che grossi colpi di scena non dovrebbero esserci, visto che "sarà largamente confermata la pianta che c'è". Insomma a parte qualche ultimo ritocco e qualche spostamento nei ministeri, sottosegretari e viceministri dell'esecutivo di Matteo Renzi dovrebbero essere quasi tutti riconfermati. 

Una posizione indigesta per il partito di Verdini che ha come conseguenza la rinuncia di Enrico Zanetti, viceministro di Scelta civica, tra i "rinnovati" dell'attuale esecutivo. "Non sono disponibile alla mia conferma quale viceministro al Mef - annuncia Zanetti - all'antipolitica delle conferme in blocco a prescindere, dei governi fotocopia dove l'unico che ha il coraggio di fare un passo indietro è Matteo Renzi, preferiamo la politica". Secondo il segretario di Sc da Gentiloni non è arrivato "nessun chiarimento politico" sulla "nostra piena partecipazione alla maggioranza di governo". Un "atteggiamento incomprensibile", dice Zanetti che lo ha portato ad uscire dalla squadra. 

Secondo le prime indiscrezioni quindi a essere rinforzato sarà il ministero dell'Istruzione con l'ingresso di Marco Rossi Doria, maestro di strada, o della deputata Silvia Fregolent. Claudio Amendola, sottosegretario agli Esteri, potrebbe diventare vice di Angelino Alfano. Scambio di dicastero per Filippo Bubbico (Pd) e Gioacchino Alfano (Ncd), l'uno passerebbe alla Difesa e l'altro all'Interno. Davide Faraone dovrebbe invece traslocare al ministero dei Trasporti. Confermati Sandro Gozi (Affari Europei), Antonello Giacomelli (Comunicazioni), Riccardo Nencini (Infrastrutture), Gennaro Migliore (Giustizia). Ancora incerta la casella della delega ai Servizi che potrebbe rimanere nelle mani di Gentiloni o essere affidata a Emanuele Fiano. Da coprire anche i due posti da sottosegretario alla presidenza del Consiglio lasciati vacanti da Tommaso Nannicini, che entrerà a far parte del Pd, e da Luca Lotti.

Nessun posto quindi è stato riservato alla costola di Forza Italia, che resta quindi fuori anche da questa tornata, non portando a casa alcuna legittimazione politica, così come era stata richiesta a più voce dagli stessi fedelissimi di Verdini. Gentiloni ha deciso di seguire la strada dell’unità del partito. Il metodo Mattarella quindi, anche in questa occasione, ha fatto da faro per sciogliere un nodo più che spinoso. I primi a osteggiare l’ingresso di Ala nel governo a guida Pd erano stati proprio i membri della minoranza Dem. Ora serve compattezza, viene spiegato, soprattutto in un momento in cui si stanno gettando le basi per la rinascita del Partito democratico. La prospettiva comunque resta quella delle elezioni al massimo a giugno e in questo periodo il governo Gentiloni non ha bisogno del fattivo contributo di Ala.

Mps prestava i soldi a questi ricchi, loro non li ridavano: chi sono / Foto

Da De Benedetti alla Marcegaglia: Mps prestava i soldi ai ricchi


di Nino Sunseri


Emma Marcegaglia 

Carlo De Benedetti

Don Luigi Verzè

Giuseppe Garibaldi


Fra i debitori che non hanno onorato i debiti verso il Montepaschi c'è anche Giuseppe Garibaldi. Incidenti che capitano alla banca più antica del mondo. Evidentemente anche in tempi non sospetti, a Siena sentivano il fascino della camicia rossa. Ma soprattutto rivelavano una certa reverenza nei confronti dei poteri forti. Preferibilmente in odore di massoneria.

Nell'archivio della banca c'è questa lettera dell'Eroe dei Due Mondi: «Signor Esattore mi trovo nell'impossibilità di pagare le tasse. Lo farò appena possibile». Correva l'anno 1863 e non sapremo mai il destino di quel debito.

C'è anche da dire che a Siena avevano una certa dimestichezza con i protagonisti del Risorgimento. Fra il 1928 e il 1932, infatti, la banca era entrata in possesso della tenuta di Fontanafredda che Vittorio Emanuele II aveva regalato alla Bella Rosina. Gli eredi se l'erano fatta espropriare per un debito non pagato. Un npl (non performing loans) in versione reale. Giuseppe Garibaldi e i nipoti della moglie del Re che non poteva diventare Regina. A Siena sono sempre stati molto trasversali nella scelta dei loro clienti. E anche le sofferenze rifiutano il monocolore. Così fra i clienti che non hanno rimborsato figurano la Sorgenia della famiglia De Benedetti e Don Verzè che, grazie anche all'amicizia con Silvio Berlusconi aveva fondato l'ospedale San Raffaele portandolo anche al dissesto con un buco di duecento milioni. Dagli archivi risultava anche, almeno fino all'anno scorso, una fidejussione di 8,3 milioni che il Cavaliere aveva rilasciato a favore di Antonella Costanza, la prima moglie del fratello Paolo. La signora aveva acquistato, per nove milioni, una villa da sogno in Costa Azzurra e poi aveva dimenticato di pagarla. A Siena, però, conoscevano bene la famiglia Berlusconi e si fidavano. Erano stati i primi a credere nella capacità imprenditoriali di Silvio e non se n'erano certo pentiti.

Non altrettanto bene però, sono andate le cose con il gruppo che fa capo a Carlo De Benedetti, l'eterno rivale del Cavaliere. Sorgenia, il gruppo elettrico guidato da Rodolfo, primogenito dell'Ingegnere, ha lasciato un buco da 600 milioni. Le banche hanno trasformato i debiti in azioni. Ora sperano di trovare un compratore. Il cuore di Sorgenia è rappresentato da Tirrenia Power le cui centrali sono localizzate in gran parte fra la Liguria e l'Italia centrale. Naturale che Mps fosse in prima linea nel sostenere l'investimento e oggi a dover contabilizzare le perdite.

Ma i problemi di Mps non si fermano alla Toscana e zone circostanti. La forte presenza in Lombardia attraverso la Banca Agricola Mantovana ovviamente l'ha portata in stretti rapporti d'affari con il gruppo Marcegaglia che ha sede da quelle parti. Fra l'altro Steno, fondatore dell'azienda siderurgica, era stato uno dei soci della Bam che aveva favorito l'ingresso di Siena. Tutto bene fino a quando al timone è rimasto il vecchio. Poi è toccato ai figli Antonio ed Emma. Complice la crisi economica, hanno accumulato un'esposizione di 1,6 miliardi che le banche hanno dovuto ristrutturare aggiungendo altri 500 milioni.

Ma a parte questi nomi eccellenti chi sono gli altri debitori che hanno mandato in crisi la banca più antica del mondo? La ricerca non è facile. Il gruppo dei piccoli azionisti del Monte guidato da Maria Alberta Cambi (Associazione del Buongoverno) ha cercato l'identità delle insolvenze. I dirigenti della banca si sono rifiutati di rispondere schermandosi con le regole della privacy. Qualcosa, però, hanno detto. Non i nomi ma almeno la composizione.

Viene fuori che il 70% delle insolvenze è concentrato tra i clienti che hanno ottenuto finanziamenti per più di 500mila euro. In totale si tratta di 9.300 posizioni e il tasso di insolvenza cresce all'aumentare del finanziamento. La percentuale maggiore dei cattivi pagatori (32,4%) si trova fra quanti hanno ottenuto più di tre milioni di euro. Ovviamente un tasso di mortalità così elevato sulle posizioni più importanti apre molti interrogativi sulla gestione. Anche perché la gran parte dei problemi nasce dopo l'acquisizione di Antonveneta. Prestiti concessi nel 2008 che finiscono a sofferenza nel 2014. Certo sono gli anni della grande crisi. Ma non solo. La scansione dei tempi dice anche un'altra cosa: Mussari e Vigni hanno concesso i crediti. Profumo e Viola hanno dovuto prendere atto che erano diventati fuffa.