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martedì 11 ottobre 2016

Caivano (Na): Voce alla Politica Francesco Emione: "Salute pubblica? lo proponga in aula"

Caivano (Na): Voce alla Politica locale La parola all'Arch. Francesco Emione (Liberi Cittadini)



di Gaetano Daniele



Arch. Francesco Emione
Consigliere comunale (Liberi Cittadini)

Consigliere Emione, l'ex addetto stampa, molto vicino al primo cittadino Monopoli, apre ad un governo di salute pubblica, cosa risponde?

Se il sindaco ha mandato avanti il suo portavoce per cercare di comporre una nuova maggioranza, vuol dire che non ha più i numeri per andare avanti. Ciò è dimostrato anche dal fatto che sono tre mesi che non si convoca un consiglio comunale. E’ una resa incondizionata ed è la dichiarazione di fallimento ormai su tutti i fronti: amministrativo e politico. Ha sbagliato a ritirare le dimissioni senza avere l'unità della sua maggioranza. Questo è dilettantismo. Il sindaco non vuole andare in Consiglio Comunale per paura di essere messo in minoranza, anche dai franchi tiratori che si ritrova nelle sue fila. Se Monopoli vuole fare un governo con quanti, fino ad ora, ha insultato venga in Aula e lo dica chiaramente. Ma deve parlare lui, non i suoi galoppini. Poi valuteremo, nell'interesse di Caivano, ma senza patti sottobanco. Tutto alla luce del sole.

Consigliere Emione, Ambiente. La Ditta Buttol, sanzionata più volte in passato dal dirigente del V° Settore, dott. Vito Coppola e dal Sindaco Monopoli, nonostante la gara europea, non riesce a garantire il regolare servizio di raccolta al Paese, perchè?

Proprio una maggioranza dilettantistica ha determinato lo sbandamento dei funzionari. Monopoli ha vinto la campagna elettorale sui temi ambientali, ma non ha fatto nulla. La ditta fa ciò che vuole. L’assessore di alto profilo non si è visto proprio e pare che abbia anche qualche problema di credibilità. Fossi in Monopoli lo revocherei immediatamente.

Consigliere Emione, un suo alleato, l'Arch. Sirico del Pd, ha chiesto le dimissioni del Sindaco Monopoli, lei è del suo stesso parere?

Ho sempre chiesto al sindaco di andare a casa perché non può governare Caivano con una squadra di dilettanti al seguito. E lui si era anche convinto, poi gli hanno fatto ritirare le dimissioni lasciandolo in balia dei consiglieri comunali. Ora chiede aiuto, ma non lo fa nemmeno di persona. Dal canto nostro dobbiamo farci trovare pronti, con una compagine di governo credibile ed autorevole, senza i soliti protagonismi di partito.

LA APPENDINO A CASA? Bomba sul M5s, crolla tutto: quel grosso guaio milionario

Appendino a casa? Bomba sul Movimento 5 Stelle: guaio milionario, qui crolla tutto...



Finora a fare notizia è stata Virginia Raggi e i suoi travagliati primi mesi alla guida del Comune di Roma. Tra le due grilline elette sindaco alle ultime elezioni amministrative, Chiara Appendino si era guadagnata i galloni della giovane rampante e affidabile, un po' algida torinese, distaccata dalla caciara romana.

La luna di miele con gli elettori torinesi però sarebbe già finita, stando a quanto riporta l'edizione locale de La Stampa. La Appendino ha fatto decadere una trentina di delibere già approvate dalla precedente giunta Fassino, incluse 12 varianti urbanistiche per un potenziale incasso a favore del Comune di Torino di circa 20 milioni di euro. Quel denaro non entrerà nelle casse comunali e il Pd in Consiglio comunale è già partito con la gufata: "Se provvedimenti che generano entrate, come le varianti, vengono bloccati perché la nuova giunta è contraria, e non vengono sostituiti, è ovvio che il pareggio non si raggiunga".

Per i grillini quelle varianti avevano tutto un valore politico, un attacco diretto a chi secondo loro voleva speculare dismettendo vecchie aree industriali. Le preoccupazioni tra i grillini però non sono più nascoste. Chi borbotta, riporta Italia Oggi, è per esempio il vicesindaco Guido Montanari: "Dobbiamo tappare un buco che ci è stato lasciato in eredità - ha detto - altrimenti rischiamo il default e il commissariamento. Siamo al lavoro, ma il rischio di non chiudere il bilancio c'è".

SCANDALO SENZA FINE Baby squillo, un altro terremoto Manager e vip: ecco chi trema ora

Baby squillo, un altro terremoto: nuova inchiesta a Roma, per ora quattro indagati



Per ora sono quattro le persone indagate nell'ultima inchiesta di Roma sullo sfruttamento di due baby squillo, ma l'elenco potrebbe presto allungarsi e toccare nomi noti e notissimi della Capitale. Le accuse si reggono su due reati, contestati a vario titolo: sfruttamento della prostituzione minorile e atti sessuali con minori.

La storia si ripete, altre due adolescenti romane di 16 anni sono state sfruttate come squillo, così come era successo ad altre due coetanee scoperte tempo fa nel quartiere Parioli. Stavolta però le loro famiglie non erano complici dello sfruttamento, le ragazze sono riuscite a fare tutto di nascosto, finché qualche vicino dell'appartamento non si è insospettito. Più volte al giorno, riporta il Tempo, vedevano uscire le ragazze in abiti succinti, truccate pesantemente e con i tacchi alti. A prenderle c'era sempre un'auto, di giorno e di notte.

Le ragazze venivano scarrozzate un po' ovunque, da parcheggi bui e isolati ad appartamenti in pieno centro storico, fino ai paesi dell'hinterland romano. Chi le sfruttava le promuoveva come "merce". I clienti dovevano solo telefonare, indicare un indirizzo ed essere raggiunto da una delle ragazze o da entrambe contemporaneamente. Uomini che potevano essere padri delle ragazze, professionisti affermati e conosciuti nella Capitale, ma anche persone meno note disposte semplicemente a pagare per avere una minorenne disponibile a letto. 

Davanti ai giudici, le due hanno tenuto posizioni diametralmente opposte. Una ha confessato tutto quello che era costretta a fare. L'altra ha negato anche davanti all'evidenza.

Caivano (Na): Tizio, Caio e Sempronio si candidano alle prossime elezioni

Caivano (Na): Che satira tira... Tizio, Caio e Sempronio si candidano alle prossime elezioni comunali



di Gaetano Daniele



Innumerevoli i disagi rappresentati dai genitori in questi ultimi mesi, ai quali, nonostante le continue pressioni non si è riusciti ancora a porre rimedio, se non una risoluzione tampone ma che comunque fa acqua da tutte le parti. Un problema questo sentito da tutto il Paese, dalle fasce più deboli a quelle più alte. "La mensa merita la massima attenzione perchè si tratta dell'alimentazione e della salute dei nostri figli", dichiara una mamma di Ciavano. Il parlamentino Civico deve intervenire anche a rischio di sfatare un mito, il sogno di una Caivano felice e prospera. Ma i cittadini vengono prima di feste e festicciole. Insomma, dopo 12 mesi di disservizi, i cittadini si sono dovuti sentir dire da qualcuno che in merito ai diversi problemi che attanagliano il Paese, bisogna rivolgersi ai dirigenti e non alla politica. Ambiente: Spazzatura che da oltre 12 mesi non viene raccolta adeguatamente. Un controsenso. La Ditta Buttol, sanzionata più volte non solo si aggiudica la Gara Europea, ma continua a non offrire la regolare raccolta rifiuti al Paese, costringendolo al collasso, all'epidemia, alle malattie respiratorie dove appunto tantissimi bambini asmatici lamentano in questi ultimi 12 mesi. Politiche Sociali: Come vengono gestiti i fondi e quali sono le cooperative che collaborano. Scuola: Quali sono le Cooperative che gestiscono alcuni plessi, e con quale criterio vengono chiamati ad insegnare?. Non va. Ma a tal proposito vogliamo illustrarvi le proposte del nuovo gruppo politico "Ve lo faccio così", rappresentato da Tizio, Caio e Sempronio. Prego, quali sono le vostre proposte?

Tizio: La prima cosa che farò se sarò eletto lo comunicherò a tutti i caivanesi, e questo non è poco in un Paese Democratico. Poi farò tagliare tutta l'erba alta dai marciapiedi. Il decoro urbano prima di tutto, pertanto, farò appendere vicino ad ogni palazzo un Arbre Macique profumato alla lavanda, in modo che il Popolo possa dire che siamo un'amministrazione profumata. 

Caio: La mia proposta per la Buona Scuola e far suonare la campanella in orario, perchè non è possibile assistere a tutto quel traffico. 

Sempronio: Quando una ditta di raccolta rifiuti è in difficoltà, bisogna aiutarla, anche economicamente come stiamo facendo, perchè anche se paghiamo la tassa sui rifiuti più alta d'europa, si può ancora sperare in un aumento. Bisogna realmente capire il perchè, ma soprattutto fare squadra, proporrò ai cittadini di tenersi la spazzatura in casa fino a quando non ci saremmo messi d'accordo sulle spartenze! In più faremo assumere un piromane per spegnere i roghi tossici, chi più di un piromane sa come accendere e quindi anche spegnere un rogo?

Scherzi a parte, dopo aver ascoltato le proposte di Tizio, Caio e Sempronio, non possiamo far altro che ricordare ai tanti lettori caivanesi, che forse sotto sotto sono tutti uguali?

"Come sbatterò Hillary in galera" Trump-Clinton, un duello brutale

"Come sbatterò Hillary in galera": un duello brutale



Dopo il cosiddetto "pussygate", il video-leak che ha inguaiato Donald Trump, il secondo, attesissimo, confronto televisivo tra il candidato repubblicano e Hillary Clinton. Una guerriglia, una battaglia a suon di colpi bassi, astio, accuse e rancori. Le scintille, va da sé, soprattutto sulle accuse di sessismo a Trump e sul mail-gate della Clinton.

Tra i fendenti più duri, quello di The Donald: "Se fossi io a fare le leggi saresti in galera". Una sorta di promessa ad Hillary: se verrò eletto, ti sbatto in cella. Promessa poi esplicitata: "Se dovessi vincere dirò all'attorney general di nominare un magistrato ad hoc per indagare su ciò che ha fatto". Hillary si è messa sulle difensive: la scelta di gestire le email su un server privato ai tempi in cui era segretario di Stato è uno dei temi su cui è più vulnerabile. Da par suo ha negato che ci sia alcuna prova che le mail siano state oggetto di attacchi hacker. Trump la ha provocata, la Clinton ha tentato in tutti i modi il battibecco, apparendo in difficoltà.

Incalzato sul sext-tape, Trump si è difeso affermando che quelli, ripresi fuorionda, erano "discorsi tra uomini". Dunque ha riconosciuto di "non essere fiero" di ciò che ha detto ma ha sostenuto che non è ciò che conta per gli elettori in un'epoca in cui "hai l'Isis, guerre terribili e massacri nel mondo". E ancora, si è scusato, per poi definire "chiacchiere da spogliatoio maschile" quelle della clip incriminata. Dunque, il rilancio: "Bill Clinton fece anche di peggio". E ancora, contro Hillary: "Io sessista? Lei attaccò le donne abusate dal marito". Il tutto poche ore dopo che The Donald aveva ricordato lo "stupro di Bill", un vecchio e controverso caso.

A quel punto, oltre al sesso, la Clinton ha tirato fuori pure Vladimir Putin: "Non c'è mai stata una così grande ingerenza russa sul voto", ha affermato. La candidata repubblicana ha accusato Trump di avere forti legami economici e politici con Mosca e Putin. Il diretto interessato ha negato, salvo poi ammettere che l'alleanza con il Cremlino renderebbe più semplice la guerra all'Isis.

Oltre ai fatti, la mimica: il nervosismo dei corpi, le voci che si sovrapponevano, a indicare una forte e reale sensazione di antipatia tra i due. Per inciso, il dibattito è stato il più twittato nella storia: ha superato il record di 17,1 milioni di tweet del primo duello. Spaccati gli analisti sul "vincitore" del duello: alcuni si schierano con Trump, altri con Hillary. Il primo istant poll della Cnn ha dato la democratica in vantaggio con il 57 per cento.

Nobel per l'economia a Hart e Holmstrom Premiata la loro "teoria dei contratti

Nobel per l'economia a Hart e Holmstrom. Premiata la loro teoria dei contratti



Il quarantottesimo premio Nobel per l'Economia è stato assegnato al britannico Oliver Hart e al finlandese Beng Holmstrom per i loro studi sulla teoria dei contratti. "I vincitori di quest'anno hanno sviluppato la teoria dei contratti, uno schema esauriente per analizzare molte diverse problematiche dell'architettura contrattuale, come la retribuzione basata sulla performance per i top manager, le deduzioni e le coretribuzioni nelle assicurazioni e la privatizzazione delle attività del settore pubblico", ha sottolineato la giuria della Real Accademia di Svezia.

Tali teorie, ha affermato ancora la giuria, "non si sono rivelate importanti solo per l'economia ma anche per altre aree, dal diritto costituzionale alla teoria fallimentare: ora abbiamo uno strumento teoretico per analizzare i contratti sia in termini finanziari che di allocazione". È stata inoltre ricordata l'assoluta innovatività delle teorie di Hart sui contratti incompleti, avviate negli anni '80. Hart, nato nel 1948, insegna economia all'università di Harvard. Holmstrom classe 1949, è docente di economia e management presso il Massachusetts Institute of Technology. I due divideranno il premio da 8 milioni di corone (826 mila euro), che lo scorso anno era stato vinto da un altro britannico, lo scozzese Angus Deaton, per i suoi lavori sulla povertà.

La Bignardi sul suo stipendio (e Renzi) Senza vergogna: sì, lo ha detto davvero

Daria Bignardi senza vergogna: "Rai 3 non è renziana. Tagliarmi lo stipendio? Non è giusto parlarne"



Alle prese con una vertiginosa crisi d'ascolti e con beghe e screzi tutti interni a Rai 3, la zarina Daria Bignardi getta benzina sul fuoco, o almeno ci prova. "Cambiare solo le cose facili non sarebbe stato serio", spiega la direttrice di Rai 3 in un'intervista a Repubblica. Poi si va subito al sodo, a Politics di Gianluca Semprini, sempre più in basso negli ascolti: "Non chiuderà. Se ho sbagliato a cancellare Ballarò? Ma no, Politics sta sperimentando un nuovo formato e un nuovo volto, gli serve tempo (...). Detto questo, non va bene che gli ascolti siano diminuiti e dopo la prima pontata ci siamo lavorando".

Quando le rimproverano il calo d'ascolti, la Bignardi ribatte spiegando che "sono in crescita costante e vanno già meglio dell'anno scorso: quasi mezzo punto in più settimanale nonostante il punto in meno del martedì sera. E ancora devono arrivare Rischiatutto, il programma sulle nuove unioni civili che si intitola Stato Civile, Pif e Virginia Raffaele in primavera".

Uno dei passaggi più interessanti dell'intervista è quando ricordano alla direttrice l'accusa - difficilmente smentibile - secondo la quale sarebbe una ultrà renziana. Bignardi risponde: "Non capisco cosa voglia dire". Dunque cita una serie di format, e aggiunge: "I programmi possono essere buoni o meno buoni, non renziani o meno renziani. A me molti sembrano buoni, al pubblico pure, dicono le risposte". Insomma, la Bignardi e la sua rete, a parere della direttrice, non sarebbero renziane.

Infine, una battuta sul suo stipendio da 300mila euro, superiore al tetto di 240mila euro previsto dalla nuova legge. Quando se lo taglierà? "Beh, non posso tagliarlo io e non sarebbe serio ne discutessi io - risponde la Bignardi -. Ho accettato per spirito di servizio e curiosità intellettuale. Se vuole la mia, questa campagna non è una buona cosa per tutti i profili professionali, né per la competitività dell'azienda, e quindi neanche per chi paga il canone. E vorrei ricordare che per la prima volta i direttori di rete hanno contratti a termine. Ma mi adeguerò alle regole, come ho fatto finora e com'è giusto".