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lunedì 9 maggio 2016

Allarme acqua inquinata dal rubinetto: la Regione nel panico: qui è vietato bere

Allarme acqua inquinata dal rubinetto: una Regione nel panico: qui è vietato bere


Per anni 250mila persone hanno utilizzato acqua potabile inquinata da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), che si sono accumulate nel loro sangue e i cui effetti sulla salute sono ancora da determinare. Lo scrive il sito Il Fatto Alimentare che riporta il risultati del biomonitoraggio fatto dall’Istituto superiore di Sanità e della Regione Veneto che ha coinvolto un campione di 507 persone.

L'elenco  - Il sito riporta ancha le lista della sessantina di Comuni interessati  nelle province di Vicenza, Verona e Padova. La zona più colpita è quella compresa tra i comuni di Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo e Sarego, in provincia di Vicenza. Tra i cittadini esposti a questa contaminazione, il livello medio di Pfas nel sangue è di 14 ng/g, mentre tra quelli maggiormente esposti è di 70 ng/g.

I Pfas -  I Pfas sono sostanze chimiche utilizzate principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti. L’azienda chimica indicata come responsabile dell’inquinamento da Pfas è la Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, che è specializzata nella produzione di molecole fluorurate per la farmaceutica, l’agricoltura e l’industria tecnica.

La Miteni - La Miteni, però, esclude la propria responsabilità, affermando che la presenza di Pfas “non può essere dovuta alla falda dello stabilimento Miteni. Un’area così vasta va necessariamente riferita al sistema di scarichi consortili a cui sono collegate centinaia di aziende del territorio. Miteni non produce più Pfos e Pfoa dal 2011, e ancora prima i reflui delle lavorazioni erano inviati a sistemi di trattamento esterni. Pfos e Pfoa vengono usati tutt’oggi da oltre duecento industrie del settore conciario e manifatturiero presenti nella zona che li acquistano sul mercato estero, imprese che sono allacciate agli stessi scarichi consortili a cui è allacciata Miteni”.

Niente più soldi per salvare i conti Renzi trema (ma i correntisti di più)

Niente più soldi per salvare i nostri conti, Renzi trema (i correntisti di più)


di Francesco De Dominicis



L' allarme è passato in sordina, ma a palazzo Chigi il «segnale» è arrivato forte e chiaro: il fondo di tutela dei conti correnti bancari è senza soldi. Quel mezzo miliardo di euro di dotazione iniziale del Fitd corre il rischio di essere prosciugato dai risarcimenti agli sbancati, vale a dire i titolari delle obbligazioni subordinate dei quattro istituti salvati a novembre. L' allarme è stato lanciato giovedì da Salvatore Maccarone, che del Fondo interbancario di tutela dei depositi è presidente. Maccarone, nel corso di un seminario organizzato dall' Abi, ha spiegato che il prosciugamento del fondo è un effetto del decreto approvato la scorsa settimana dal governo, quello sugli indennizzi agli «sbancati». Le norme di palazzo Chigi hanno stabilito, infatti, che sia proprio il Fitd a rimborsare i risparmiatori. Operazione che costerà non meno di 320 milioni di euro.

Facciamo due conti. Oggi il Fondo ha una dote di 500 milioni e quindi, al termine dei rimborsi, il saldo potrebbe essere prossimo a zero. Il problema è che il fondo funziona come una carta prepagata: viene alimentato un po' alla volta (250 milioni a semestre fino al 2024) e con una ricarica extra in caso di emergenza. Ecco, il punto è proprio questo: se una banca fosse messa in liquidazione o portata al fallimento pilotato (risoluzione), il fondo - che per statuto e sulla base di regole europee deve rimborsare i conti e i depositi bancari fino a 100mila euro - si troverebbe, in partenza, a secco (o quasi). Un' ipotesi, quella della liquidazione, guardata con enorme preoccupazione dal premier Matteo Renzi. Ieri il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, è stato esplicito sul rischio «contagio» allo sportello, perché «se una banca chiude quella vicina potrebbe esserne infettata».

L' inquilino di via Venti Settembre ha spiegato che «quando si prendono misure su singole banche non bisogna mai dimenticare l' impatto sul resto del sistema». Come dire: occhio, gli istituti non possono essere lasciati fallire. E in effetti negli ultimi mesi, un pezzetto dopo l' altro, è stato costruito un articolato meccanismo di protezione delle banche del Vecchio continente. Qualche attrezzo funziona, altri meno. Quel che è certo è lo stato di salute degli istituti di credito italiani: non se la passano benissimo, nonostante le rassicurazioni del governatore della Banca d' Italia. I salvataggi di Etruria, Marche, Chieti e Ferrara, le difficoltà del Monte dei Paschi di Siena e il caso «Nord Est» (Veneto Banca e PopVicenza) sono lì a dimostrare che il sistema scricchiola. Il governo è intervenuto a più riprese: prima con le garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs), poi più recentemente con norme ad hoc per accelerare il recupero crediti da parte delle banche.

Non solo. L' esecutivo è intenzionato a solverare addirittura il paracadute usato alla fine degli anni '90 per evitare il fallimento del Banco di Napoli: stiamo parlando della Sga, una società, ora tornata nella piena disponibilità del Tesoro, che potrebbe essere utilizzata per alleggerire i bilanci bancari dai prestiti non rimborsati. Anche i banchieri si stanno muovendo: hanno creato il fondo Atlante ( già intervenuto nell' aumento di capitale di Vicenza) nel quale un ruolo di peso (finanziario e politico) è giocato dalla Cassa depositi e prestiti, a cui palazzo Chigi e Tesoro hanno chiesto uno sforzo non ordinario per evitare crisi sistemiche; all' orizzonte, poi, c' è l anascita di un secondo fondo d' emergenza «per interventi preventivi» e gestito parallelamente dallo stesso Fitd. Se tutto fosse sotto controllo, come sostiene Bankitalia, non sarebbe stato sfoderato questo poderoso armamentario.

LA NOMINA DA FAZIO Renzi fa il nome del ministro: chi va al posto della Guidi

Matteo Renzi va da Fazio e nomina il ministro che prende il posto della Guidi / Chi è


Il vuoto lasciato dalle dimissioni di Federica Guidi dopo lo scandalo dell'inchiesta sul petrolio, sarà colmato dopo diverse settimane da Carlo Calenda, da poco meno di due  mesi rappresentante italiano alla Ue. Sarà lui il nuovo ministro dello Sviluppo economico. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi, durante la trasmissione di Fabio Fazio su Rai tre "Che tempo che fa". Il premier ha detto che "in settimana Calenda giurerà al Quirinale" .

L'annuncio - “Uno che già governava la macchina. Lo faccio rientrare da Bruxelles, giurerà in settimana al Quirinale”. Calenda è stato viceministro alle attività produttive sia nel governo Letta che in quello di Renzi. Poi era stato nominato a gennaio capo della missione diplomatica italiana a Bruxelles.

domenica 8 maggio 2016

L'ultima beffa sulle nostre pensioni quanto prendi e quando ci andrai

L'ultima beffa sulle pensioni: quanto prendi e quando ci andrai


di Francesco Pellegrino



E' sempre più lontano per i trentenni/quarantenni di oggi il traguardo della pensione. Come riporta Repubblica riceveranno solo in base a quanto versato. Per questa fascia di età si profila un'uscita anche oltre i 75 anni paventati dal presidente Inps Boeri. Due regole lasciano perplessi: la prima è che chi guadagna di più, può lavorare meno. La seconda è che se la speranza di vita aumenta l'età della pensione si allontana, ma se diminuisce resta uguale.

Se un post-1996 vuole andare in pensione anticipata (tre anni prima del requisito), non può farlo se la pensione stimata è inferiore a 2,8 volte l' assegno sociale, dunque 1.250 euro lorde. E se è al di sotto dei 670 euro, cioè una volta e mezza il livello minimo, allora non può uscire nemmeno con la pensione di vecchiaia. Ergo: deve lavorare 6-7 anni in più, nel primo caso, 4-5 nel secondo. Arrivando anche a 76 anni.

D' altro canto la realtà ha sempre battuto le stime anche più ottimistiche: dal 1976 al 2014 la speranza di vita è cresciuta in media di 3,4 mesi ogni due anni, passando da 80 a 85 anni, mentre lo scenario più spinto dell' Istat è di 3,1 mesi. Se insomma uniamo i criteri stringenti di reddito prima descritti alla longevità sprint, il traguardo dell' uscita dal lavoro si sposta sempre più in là. Con un' assurdità contenuta nella legge Sacconi del 2010 (il decreto 78 all' articolo 12, comma 12 ter): se la speranza di vita cresce l' età pensionabile aumenta, ma se decresce resta uguale.

Purghe in Rai, a settembre cambia tutto Chi sono i tre big della tv silurati

Purghe in Rai, a settembre cambia tutto Chi sono i tre big della tv silurati


Cambia tutto nel palinsesto Rai. E i primi a farne le spese saranno i due conduttori che non sono dell'area centrosinistra: Bruno Vespa e Nicola Porro. Porta a porta infatti "non sarà più l'unico spazio di approfondimento serale" e Virus "non ci sarà più, stiamo lavorando a un altro programma affidato a Nicola Porro". Antonio Campo Dall'Orto, riporta il Giornale, ha in mente un'altra tv di Stato. Da settembre poi non ci sarà più nemmeno Ballarò, la storica trasmissione di Rai 3. Ancora non è chiaro se sparirà del tutto o solo il suo conduttore Massimo Giannini dopo il flop mostruoso di questa ultima edizione.

Intervistato da Giovanni Minoli il direttore generale ha di fatto confermato - dopo il rincorrersi di molte voci - che silurerà i i tre giornalisti. Partiamo Vespa. La vicenda dell'intervista al figlio di Riina che ha scatenato una serie di polemiche "obbliga a una profonda riflessione". Per l'azienda dice "è stato un vulnus". Ergo: Vespa da settembre non sarà più il solo titolare dell'approfondimento di seconda serata del primo canale. Insomma, non ci saranno più quattro serate per Porta a Porta. E non solo il talk sarà ridimensionato ma avrà una supervisione, un controllo preventivo che sarà affidato alla nuova squadra capitanata da Carlo Verdelli, Francesco Merlo e Pino Corrias.

Per Nicola Porro si profila invece la chiusura di Virus, il talk di RaiDue arrivato alla terza edizione. Secondo il dg il programma non ha trovato una giusta identità e quindi va ripensato. Non è chiaro se gli sarà affidato un nuovo programma e se avrà lo stesso spazio. Per Ballarò il dg esclude che a sostituire Massimo Giannini saranno chiamati Andrea Vianello o Alessandro Cattelan.

Canone in bolletta, l'Enel ammette: caos totale, ecco cosa succederà

Canone Rai, l'Enel ammette: caos totale, cosa succederà


di Francesco Pellegrino




Canone della Rai in bolletta a luglio? Non è detto. Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, in una intervista al Messaggero parla della situazione ancora caotica del pagamento del balzello sulla tv. "Si può ancora fare", premette. Manca ancora "un passaggio formale". "Il nostro ciclo di fatturazione", continua Starace, "è di due mesi. A luglio si riceveranno le bollette che noi prepariamo a maggio. C' è ancora qualche giorno di margine, credo che si possa riuscire". 

E' un fatto che la gestione sarà "molto complessa, soprattutto i primi mesi. Già oggi il 5 per cento delle telefonate che ricevono i nostri call center sono per il canone. Questo 5%, una volta che questo farà la sua comparsa sulla bolletta, potrà diventare il 50% o addirittura il 70%. Noi ci stiamo preparando molto seriamente".

Comunque questa vicenda per l'Enel è una patata bollente: "Fare l'esattore per la Rai non è un ruolo per me entusiasmante", confessa, ma "non potevamo dire non lo vogliamo mettere in bolletta, perché se prendete l'ultima pagina della bolletta elettrica e leggete quello che c'è dentro, trovate di tutto. Il canone tv è una delle cose più odiate, ma anche pagare lo smantellamento delle centrali nucleari credo non sia piacevole per nessuno".

Caivano (Na): In diretta televisiva alle ore 11 su Capri Event la messa di lunedì 9 maggio in onore di Maria SS. di Campiglione

Caivano, in diretta televisiva alle ore 11 su Capri Event la messa di lunedì 9 maggio in onore di Maria SS. di Campiglione


di Antonio Parrella



Lo Sponsor Alessio Vanacore: “Vogliamo dare la possibilità ai cittadini infermi e ai fedeli e devoti che non possono raggiungere il Santuario di seguire la santa messa, che sarà officiata dal vescovo di Aversa, Angelo Spinillo”


CAIVANO - Ritornano tra fede e tradizione i festeggiamenti in onore della Madonna di Campiglione, patrona principale di Caivano, organizzati dai padri carmelitani con il patrocinio del Comune, ai quali partecipano i fedeli di tutta la diocesi di Aversa. Anche quest’anno il cartellone prevede un folto programma religioso e civile E così, dopo il prologo con il pellegrinaggio dei fedeli delle varie parrocchie del territorio al santuario di via Fiore, il programma religioso è decollato ieri, sabato 7 maggio 2016, con la benedizione della statua della Madonna, presieduta da padre Cosimo Pagliara, priore del Santuario. Oggi, domenica 8 maggio, in occasione della Festa della Mamma, si è svolta, invece, la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di San Severo, Lucio Renna. E domani, lunedì 9 maggio, ad officiare la santa messa sarà il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo. La messa sarà trasmessa in diretta sull’emettente televisiva Capri Event (canale digitale 271 e 618). L’evento è stato reso possibile grazie alla sensibilità  della ditta  Vanacore, che ha offerto la trasmissione religiosa per dare la possibilità ai caivanesi  infermi, agli ammalati ed a fedeli e devoti impossibilitati a partecipare di persona all’importante e atteso appuntamento con la Madonna di Campiglone. Semaforo verde anche per il programma civile, decollato con il concerto di sabato del maestro Enzo Di Domenico, sempre offerto dalla ditta Vanacore, mentre oggi domenica si è svolta sfilata per le strade cittadine delle bande musicali delle città di Calitri e di Curti e la XXI edizione della “Passeggiata dei cicloamatori” e la corsa per i bambini “Baby Kurren Kurren”, organizzata dall’Atletica Caivano. Martedì, invece, si terrà lo spettacolo canoro “Talent Show (ore 22), ancora offerto dalla ditta Vanacore, mentre mercoledì (ore 22) ci sarà il gran finale con la consueta manifestazione pirotecnica.