Allarme acqua inquinata dal rubinetto: una Regione nel panico: qui è vietato bere
Per anni 250mila persone hanno utilizzato acqua potabile inquinata da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), che si sono accumulate nel loro sangue e i cui effetti sulla salute sono ancora da determinare. Lo scrive il sito Il Fatto Alimentare che riporta il risultati del biomonitoraggio fatto dall’Istituto superiore di Sanità e della Regione Veneto che ha coinvolto un campione di 507 persone.
L'elenco - Il sito riporta ancha le lista della sessantina di Comuni interessati nelle province di Vicenza, Verona e Padova. La zona più colpita è quella compresa tra i comuni di Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo e Sarego, in provincia di Vicenza. Tra i cittadini esposti a questa contaminazione, il livello medio di Pfas nel sangue è di 14 ng/g, mentre tra quelli maggiormente esposti è di 70 ng/g.
I Pfas - I Pfas sono sostanze chimiche utilizzate principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti. L’azienda chimica indicata come responsabile dell’inquinamento da Pfas è la Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, che è specializzata nella produzione di molecole fluorurate per la farmaceutica, l’agricoltura e l’industria tecnica.
La Miteni - La Miteni, però, esclude la propria responsabilità, affermando che la presenza di Pfas “non può essere dovuta alla falda dello stabilimento Miteni. Un’area così vasta va necessariamente riferita al sistema di scarichi consortili a cui sono collegate centinaia di aziende del territorio. Miteni non produce più Pfos e Pfoa dal 2011, e ancora prima i reflui delle lavorazioni erano inviati a sistemi di trattamento esterni. Pfos e Pfoa vengono usati tutt’oggi da oltre duecento industrie del settore conciario e manifatturiero presenti nella zona che li acquistano sul mercato estero, imprese che sono allacciate agli stessi scarichi consortili a cui è allacciata Miteni”.