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venerdì 22 aprile 2016

Caivano (Na): Caso Via Puccini Enzo Castricato, il figlio dell'eroe Pasquale, rompe il silenzio stampa: nessun aiuto da parte del Comune

Caivano (Na): Caso Via Puccini Enzo Castrigato,  figlio dell'eroe Pasquale, rompe il silenzio stampa: "nessun aiuto da parte del Sindaco Monopoli"


di Gaetano Daniele


Enzo Castricato

A rompere il silenzio stampa è Enzo Castricato, il figlio di Pasquale, l'eroe di Via Puccini, che nel tentativo di salvare un'inquilina del primo piano rimase coinvolto in una fortissima esplosione (cause ancora da accertare, si teme una fuga di gas). La brutta notizia è di qualche giorno fa, la signora Rita Grimaldi ricoverata in pessime condizioni non ce l'ha fatta, è deceduta appunto qualche giorno fa in Ospedale. 

Signor Castricato, perchè ha deciso di rompere il silenzio stampa?

Sono diverse settimane che ascoltiamo un sacco di sciocchezze sul caso di Via Puccini, sugli sfollati e sulla mia famiglia. 

Si spieghi meglio. 

Dopo lo scoppio e dopo la tragedia che ha visto coinvolte diverse famiglie, siamo stati completamente abbandonati dalle Istituzioni locali. Solo qualche formalità. 

Quindi lei sta dicendo che da quando è successo l'accaduto, la sua famiglia, la famiglia Castricato, non ha mai ricevuto nulla dal Comune di Caivano?

No. Nessun aiuto economico e soprattutto nessun aiuto morale. 

Signor Castricato, come stanno i suoi genitori? 

Mio padre per grazia di Dio è fuori pericolo, ma è ancora in una fase delicata. Mia mamma purtroppo aspetta ancora degli esami. Addirittura si parla di un secondo intervento alla gamba. 

Sig. Castricato, una delle signore coinvolte nello scoppio purtroppo non ce l'ha fatta, la signora Rita Grimaldi, proprio la signora che tentò di salvare suo padre, ormai definito l'eroe di Via Puccini. Come hanno reagito i suoi genitori alla notizia?

Il dolore per la perdita della signora Rita è fortissimo. Mio padre è molto triste, perchè saperla viva, di averla salvata, alleviava i suoi dolori. 

Sigor Castricato, si sente di aggiungere altro?

Un grazie di cuore a tutte le persone che in questi ultimi giorni ci hanno dimostrato affetto e solidarietà. 

Doppio schiaffo a Salvini e Meloni Silvio, no a Giorgia (con sorpresa)

Forza Italia conferma Bertolaso, ma Berlusconi ha anche un altro nome: doppio schiaffo a Meloni e Salvini



Con buona pace delle previsioni e dei rumors degli ultimi giorni, che davano per certo entro oggi un ripensamento di Silvio Berlusconi in favore di Giorgia Meloni come candidata sindaco del centrodestra unito a Roma, Forza Italia conferma (per ora) la decisione presa a febbraio: il candidato al Campidoglio è Guido Bertolaso. Non si esclude però un cambio di rotta verso Alfio Marchini, ipotesi sulla quale sin dall'inizio Berlusconi aveva mostrato interesse. 

Il leader del partito nella tarda mattinata ha convocato a palazzo Grazioli molti esponenti azzurri, da Renato Brunetta a Maurizio Gasparri allo stesso ex capo della Protezione civile. Si va avanti come stabilito, con il via libera a Bertolaso e la preparazione delle liste che saranno presentate il 29 aprile, ma non si esclude una convergenza dell'ultima ora su Marchini, come riferisce all'agenzia Agi Davide Bordoni, coordinatore romano del partito. "L'orientamento - spiega - è quello di rimanere su Bertolaso" ma "molti sondaggi dicono che ad un un eventuale ballottaggio Marchini avrebbe la meglio sulla Raggi, può essere dunque una ipotesi».

Meloni: "Beghe di partito interne" - "Meloni e Salvini sono nostri alleati - ha detto Brunetta al termine del summit -, ma avevano deciso insieme a Berlusconi di candidare Bertolaso lo scorso 12 febbraio, ed io rimango alla parola data". Se loro, ha aggiunto, "hanno cambiato idea, mi dispiace. Berlusconi ha ricevuto il mandato di sentirli per confermare, ovviamente, la decisione del 12 febbraio. Noi non abbiamo cambiato idea". Per ora, però, nessuna riunione è in programma. La Meloni ha escluso un faccia a faccia: "Io non ne ho notizia - ha detto la presidente di Fratelli d'Italia -. La questione è tutta interna a Forza Italia, non legata alla linea politica. Credo sia un problema interno tra varie anime del partito, una questione di piccolo cabotaggio. Sarebbe un peccato che Berlusconi si facesse trascinare dalle beghe di partito". Sulla stessa linea il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, deciso ad appoggiare la candidatura di Meloni: "Penso che Berlusconi abbia più che un barlume di lucidità, ma penso che sia circondato da gente che pensa solo alle poltrone e che se si presentasse alle elezioni non prenderebbe neanche un voto. Le beghe politiche ci hanno stufato e le lasciamo ad altri", ha aggiunto annunciando che la lista per le candidature alle amministrative di Roma "è sostanzialmente già pronta".

Bertolaso: "Non rinuncio, rilancio" - Bertolaso, ripete come un mantra la sua linea: "Se avessi solo la percezione che Berlusconi volesse staccare la spina, sarei il primo a ritirarmi. Ma non è così" e quindi "io non rinuncio, io rilancio" e "ho chiesto a Berlusconi di sparigliare la situazione, cambiare le carte", ha scritto su Twitter. "Quando i cittadini si rendono conto di chi sono e della mia esperienza mi dicono di non mollare".

Caivano (Na): Intervista al Consigliere comunale (PD) Arch. Luigi Sirico

Caivano (Na): Intervista al Consigliere comunale (PD) Architetto Luigi Sirico


di Gaetano Daniele


Architetto Luigi Sirico
Assessore Opere Pubbliche
Consigliere comunale

Architetto Sirico, lei è consigliere comunale a Caivano, da circa una settimana è stato nominato assessore ai Lavori Pubblici nel Comune di Afragola, perchè ha accettato e quali sono i suoi obiettivi?

Afragola è una città importante, non solo per numero di abitanti, ma soprattutto per il ruolo che potrà svolgere nell’ambito della città metropolitana di Napoli. Le infrastrutture pubbliche previste potranno determinare positivamente il destino di tutta la vasta area a nord di Napoli. Anche per questo il mio impegno sarà massimo e senza riserve. Con altrettanto zelo e passione continua il mio impegno istituzionale di consigliere comunale di Caivano. Non ho mai pensato di poter tradire la fiducia di coloro i quali mi hanno votato. Continuo a lavorare con immutata continuità, contando sulle mie modeste conoscenze e sulla ben più grande passione civile.

Architetto Sirico, Opere Pubbliche, cosa manca invece a Caivano?

Una visione strategica. Una idea di sviluppo. Fare opere pubbliche non è in se buono. Si possono fare anche opere inutili o addirittura dannose per l’ambiente e per i cittadini. Le buone opere sono quelle che soddisfano un bisogno reale dei cittadini, che siano sostenibili economicamente anche nel futuro, dal punto di vista gestionale e che soprattutto siano inquadrate in un orizzonte più vasto di trasformazione coerente e razionale della città. Io ho tentato negli ultimi mesi di dirottare l’attenzione politica dalle chiacchiere alla riflessione dell’idea di futuro che abbiamo di Caivano. Nell’ultimo consiglio comunale abbiamo discusso del nuovo PUC  (per intenderci il piano regolatore generale) e del piano di sviluppo commerciale, sulla base di un ordine del giorno scritto da me (basta dare uno sguardo anche distratto agli atti ufficiali del Consiglio Comunale). Nel prossimo consiglio comunale discuteremo della variante est, cioè del progetto di una nuova strada verso Acerra che consenta di liberare il corso dal traffico pesante, collegandoci direttamente all’asse mediano e di costruire in questo modo un nuovo asse attrezzato verso est. La proposta è firmata da me. Più in concreto dovremmo completare la scuola di via Rosselli, dovremmo pensare ad una nuova casa comunale e ad un nuovo stadio, trasformando l’esistente in un grande parco urbano. Ma soprattutto dovremmo riprendere una stagione di cura e manutenzione adeguata della città e uscire dalla logica emergenziale delle somme urgenze, che tanto danno fanno alla città e alle sue finanze. Il resto come al solito sono chiacchiere…

YARA, È QUASI FINITA Perché da oggi Bossetti è ancora più nei guai

Processo Yara, guai per Bossetti: la corte respinge le perizie su dna e telecamere, sì alle lettere con la detenuta



I giudici di Bergamo hanno rigettato tutte le perizie chieste dalla difesa di Massimo Bossetti, accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, ma hanno acconsentito ad alcune richieste integrative di prova documentale tra cui le lettere che l'imputato ha scambiato in carcere con una detenuta. Secondo gli avvocati doveva essere una giornata decisiva, per le sorti dell'operaio di Mapello, e forse lo sarà ma in negativo.

Il dna, le telecamere, i tessuti - In particolare, la Corte d'Assise ha respinto la perizia relativa al Dna trovatosi sugli indumenti della vittima 13enne. Una traccia genetica mista su cui, secondo la difesa, c'erano delle "anomalie", rendendo di fatto necessari ulteriori approfondimenti. Tesi non condivisa dall'accusa e ora anche dalla Corte presieduta da Antonella Bertoja. La Corte ha precisato in merito alla perizia relativa al Dna che l'approfondimento chiesto dai difensori "non è decisivo" così come non è decisiva la perizia relativa all'allineamento delle telecamere ritenuta "superflua". Per i giudici sono altrettanto "superflue" le perizie chieste su sfere e fibre trovate sul corpo della vittima "perché trascorso troppo tempo dalla morte della 13enne". In merito all'ultima perizia richiesta dalla difesa e dall'accusa di approfondimenti medico-legali, secondo la Corte "è già stato assodata l'impossibilità dato il tempo trascorso dal momento della morte a quello del ritrovamento di Yara di acquisire ulteriori elementi". Anche quest'ultima perizia dunque risulta per i giudici "superflua".

Le lettere (hard) con la detenuta - I giudici di Bergamo hanno invece concesso l'acquisizione delle lettere tra l'imputato e la detenuta Gina. Acquisizione di documenti che deve riguardare "tutte le lettere nella disponibilità delle parti". Sono stati ammessi come nuovi elementi di prova anche alcune slide fornite dai carabinieri relative alla indagine sulla morte della 13enne di Brembate, mentre sono state respinte altre richieste di prova documentale avanzate dai legali dell'unico imputato in carcere per il delitto di Yara.

IL TRACOLLO DI RENZI I numeri della fine di Matteo Un sondaggio dissangua il Pd

I numeri del tracollo di Renzi. Il sondaggio che dissangua il Pd



Ha esultato troppo presto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che a poche ore dal risultato del referendum sulle trivelle ha gongolato davanti alle telecamere per il mancato raggiungimento del quorum. La fotografia scattata dal sondaggio dell'istituto Ixé per Agorà su Raitre racconta di un vero e proprio tracollo per il Partito democratico, con il partito renziano in calo dell'1,3%, passando così dal 33,1% al 31,8%. Guadagna quindi terreno il Movimento Cinquestelle che grazie a un salto dello 0,9% sale dal 25,4% al 26,3%. Godono dell'onda positiva anche gli altri partiti di opposizione, come la Lega nord che sale dello 0,6% arrivando al 14,4% e Forza Italia che recupera mezzo punto percentuale, attestandosi al 10,4%. Cresce anche Sinistra italiana che dal 6,1% è passata in sette giorni al 6,4%. Chiude la settimana in negativo inveve Fratelli d'Italia, seppur con un minimo 0,1% che la rallenta al 3,9%. Piccolo balzo per Area Popolare, cioè Ncd e Udc, che arriva al 3,3%.

CHI HA L'AGEVOLAZIONE Bollo auto, come non pagare la regola che pochi sanno

Bollo auto, come non pagare la regola che pochi conoscono



C'è la possibilità di non pagare il bollo auto. Lo spiega il sito "laleggepertutti.it" ripreso dal sito dell'Adnkronos che ricorda come quando si trasferisce la proprietà di un'automobile di seconda mano, può accadere che l'amministrazione finanziaria continui a inviare le richieste di pagamento del bollo auto al venditore, in precedenza titolare del veicolo. Questo accade perché l'acquirente non ha formalizzato il passaggio di proprietà nei pubblici registri automobilistici come prevede la legge, nei 60 giorni successivi all'acquisto. Il venditore ovviamente non ha alcun obbligo di pagare il bollo per un veicolo che non è più di sua proprieta. La tassa tocca al nuovo proprietario che deve farsene carico a  a partire dall'anno successivo a quello in cui è stata effettuata la vendita o la cancellazione del veicolo. Per chiedere lo sgravio o, in caso di silenzio da parte dell'amministrazione finanziaria, al giudice basta dimostrare il passaggio di proprietà con un documento scritto avente data certa.


Se, dopo l'atto di vendita, l'acquirente non ha formalizzato il passaggio di proprietà al PRA, il venditore deve far dichiarare la "perdita di possesso" dell'auto che può avvenire in due modi: o con una richiesta da esibire al PRA tramite dichiarazione sostitutiva, vale a dire presentare l'atto di vendita dell'auto o, in caso di passaggio di proprietà al comune, la copia della carta di circolazione sul cui retro il pubblico ufficiale del comune ha autenticato le firme del venditore e dell'acquirente; oppure con un procedimento al giudice di Pace. Nel caso in cui, nonostante il passaggio di proprietà sia stato trascritto al Pra e il precedente proprietario dell'auto continuasse a ricevere la richiesta di bollo auto, questo potrebbe dipendere da un errore dell'ufficio. In questo caso bisogna dimostrare con documenl caso in cui, nonostante il passaggio di proprietà sia stato trascritto al Pra e il precedente proprietario dell'auto continuasse a ricevere la richiesta di bollo auto, questo potrebbe dipendere da un errore dell'ufficio. In questo caso bisogna dimostrare con documenti idonei (scritti cioè con data certa) l'avvenuto trasferimento della titolarità di mezzo per avere lo sgravio.

YARA, GIORNO CRUCIALE Bossetti, c'è l'ultima speranza un dettaglio può salvarlo

Bossetti, il giorno della verità: il dettaglio che può salvarlo



Massimo Bossetti, imputato a Bergamo per l'omicidio di Yara Gambirasio, potrebbe vedere ribaltato il proprio destino. Oggi è il giorno della verità. Una giornata cruciale in cui la corte d'Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja, dovrà dire sì o no alla perizia sul Dna richiesta dalla difesa. Il pilastro dell'accusa - la prova scientifica che per il pm Letizia Ruggeri inchioda Bossetti per l'omicidio della 13enne di Brembate - viene messa in forse dai legali, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che parlano di anomalie rispetto ai risultati scientifici raccolti sui leggings e sugli slip della vittima che riportano alla traccia genetica di 'Ignoto 1' identificato poi come Massimo Bossetti. Se i consulenti dell'accusa sostengono che il confronto è stato fatto a regola d'arte per i difensori non vi è alcun dubbio di come, nel corso del dibattimento in aula, "le stesse indagini sul Dna abbiano mostrato risultati anomali e contraddittori".  Per i legali di Bossetti c'è una palese incongruenza: il Dna mitocondriale (che identifica la linea di ascendenza materna) non corrisponde a quello dell'imputato. L'assenza del Dna mitocondriale invalida la prova e anche il Dna nucleare - nella traccia mista del Dna di Yara e di Ignoto 1 trovata sugli indumenti della vittima - presenta "numerosi problemi".

Gli scenari - Sarà la corte a decidere se respingere, accogliere in tutto o in parte la richiesta della difesa. Nel primo caso si andrebbe spediti verso la richiesta di ergastolo per Bossetti, in carcere dal 16 giugno 2014.  IOppure i giudici potrebbero concedere una perizia che di fatto consentirebbe per la prima volta l'accesso agli indumenti della vittima da parte della difesa. La scelta della corte di accogliere, in parte o in tutto, le richieste dei legali di Bossetti allungherebbe i tempi della giustizia e metterebbe in evidenza i dubbi della giuria rispetto a temi scientificamente complessi.  La nomina dei periti a cui affidare l'incarico farebbe slittare la sentenza di primo grado a dopo l'estate.

Le richieste della difesa - I difensori hanno chiesto anche una perizia medico legale per capire le cause, il momento esatto della morte e quanto il corpo della 13enne è rimasto nel campo di Chignolo d'Isola (dove fu trovato il 26 febbraio 2011); richiesto l'allineamento dell'orario delle tre telecamere (due di una ditta e la terza di un chiosco) che la sera della scomparsa di Yara (26 novembre 2010) inquadrano il presunto furgone del muratore di Mapello; altre perizie riguardano invece le fibre e le sferette metalliche trovate sul corpo e gli indumenti della vittima.