Bossetti, il giorno della verità: il dettaglio che può salvarlo
Massimo Bossetti, imputato a Bergamo per l'omicidio di Yara Gambirasio, potrebbe vedere ribaltato il proprio destino. Oggi è il giorno della verità. Una giornata cruciale in cui la corte d'Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja, dovrà dire sì o no alla perizia sul Dna richiesta dalla difesa. Il pilastro dell'accusa - la prova scientifica che per il pm Letizia Ruggeri inchioda Bossetti per l'omicidio della 13enne di Brembate - viene messa in forse dai legali, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, che parlano di anomalie rispetto ai risultati scientifici raccolti sui leggings e sugli slip della vittima che riportano alla traccia genetica di 'Ignoto 1' identificato poi come Massimo Bossetti. Se i consulenti dell'accusa sostengono che il confronto è stato fatto a regola d'arte per i difensori non vi è alcun dubbio di come, nel corso del dibattimento in aula, "le stesse indagini sul Dna abbiano mostrato risultati anomali e contraddittori". Per i legali di Bossetti c'è una palese incongruenza: il Dna mitocondriale (che identifica la linea di ascendenza materna) non corrisponde a quello dell'imputato. L'assenza del Dna mitocondriale invalida la prova e anche il Dna nucleare - nella traccia mista del Dna di Yara e di Ignoto 1 trovata sugli indumenti della vittima - presenta "numerosi problemi".
Gli scenari - Sarà la corte a decidere se respingere, accogliere in tutto o in parte la richiesta della difesa. Nel primo caso si andrebbe spediti verso la richiesta di ergastolo per Bossetti, in carcere dal 16 giugno 2014. IOppure i giudici potrebbero concedere una perizia che di fatto consentirebbe per la prima volta l'accesso agli indumenti della vittima da parte della difesa. La scelta della corte di accogliere, in parte o in tutto, le richieste dei legali di Bossetti allungherebbe i tempi della giustizia e metterebbe in evidenza i dubbi della giuria rispetto a temi scientificamente complessi. La nomina dei periti a cui affidare l'incarico farebbe slittare la sentenza di primo grado a dopo l'estate.
Le richieste della difesa - I difensori hanno chiesto anche una perizia medico legale per capire le cause, il momento esatto della morte e quanto il corpo della 13enne è rimasto nel campo di Chignolo d'Isola (dove fu trovato il 26 febbraio 2011); richiesto l'allineamento dell'orario delle tre telecamere (due di una ditta e la terza di un chiosco) che la sera della scomparsa di Yara (26 novembre 2010) inquadrano il presunto furgone del muratore di Mapello; altre perizie riguardano invece le fibre e le sferette metalliche trovate sul corpo e gli indumenti della vittima.
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