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sabato 2 aprile 2016

Bossetti, colpo di scena al processo Perché spunta il nome del figlio

Bossetti, colpo di scena al processo. Spunta il nome del figlio



In aula il prossimo 15 aprile, alla ripresa del processo a Massimo Bossetti, in carcere con l'accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, deporrà il più grande dei tre figli del muratore di Mapello. Riporta il Giorno che la Corte presieduta da Antonella Bertoja ha ammesso una cinquantina di testi, resta da ascoltarne una decina e fra questi c'è, oltre al primogenito di Bossetti, anche una fisioterapista che dichiarò di essere stata importunata nel centro sportivo di Brembate la sera del 26 novembre del 2010, quando Yara scomparve, un tecnico della Vodafone, due testimoni scelti dalla difesa fra amici e conoscenti dell'imputato.

La prossima udienza potrebbe chiudere l'istruttoria dibattimentale. Ma ci sono due elementi da considerare: il primo è che la difesa chiederà una perizia sul Dna rimasto sugli indumenti della vittima, risultato assolutamente compatibile con quello dell'imputato. Il secondo è che la Corte si esprimerà deve sulla richiesta dei difensori di una perizia sull'autocarro di Bossetti. 

Francesco Totti in ginocchio da Pallotta: "Fatemi restare, gioco gratis". La risposta: umiliante

Francesco Totti in ginocchio da Pallotta: "Fatemi restare, gioco gratis". La risposta: umiliante



Una umiliazione, senza troppi giri di parole. Francesco Totti avrebbe fatto recapitare a Boston al patron romanista James Pallotta la sua proposta: "Gioco gratis, ma fatemi restare". In pratica, il Capitano della Roma in ginocchio dal presidente che forse lo vedrebbe bene dietro una scrivania, ma di sicuro lontano dal campo. A quasi 40 anni, però, e dopo più di 20 onoratissime stagioni in giallorosso, Totti ha ancora voglia di giocare. Da qui, la sua proposta che sarebbe una strepitosa mossa di marketing sia per il club sia per se stesso (magari con un escamotage: devolvere lo stipendio in beneficenza). Ma Pallotta sarebbe irremovibile e gli avrebbe già risposto con un secco no: il contratto in scadenza non sarà rinnovato. Meglio "ambasciatore" che "Pupone". 

Pesce d'aprile? - Dopo qualche ora arriva la replica di Pallotta, che parla di un "pesce d'aprile" ma che non scioglie tutti i dubbi: "Non sono affari vostri i discorsi tra me e Totti". C'è da abboccare?

C'è un dossier segreto su Regeni: foto e nomi, l'accusa-ribaltone

"C'è un dossier segreto su Regeni". La spifferata: ecco chi pedinava Giulio



Quelli che nelle prime fasi delle indagini sull'omicidio di Giulio Regeni, ora stanno diventando sempre più certezze. Secondo il quotidiano egiziano Al-Akhbar, tra i principali del Paese, i servizi segreti del Cairo sarebbero stati da tempo sulle tracce del giovane ricercatore ucciso in circostanze ancora da chiarire. La stampa egiziana sostiene che il prossimo martedì sarà consegnato nelle mani del procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, un "esaustivo dossier" da parte di una "delegazione della sicurezza egiziana". Nel fascicolo ci sarebbero anche i risultati delle indagini compiute da apparati egiziani sui numerosi incontri di Regeni con ambulanti e sindacalisti al Cairo.

Il dossier - Il quotidiano Al-Akhbar, citando fonti della sicurezza egiziana, sostiene che nel fascicolo ci sono "molti documenti e informazioni importanti", come per esempio foto e "tutte gli innumerevoli rapporti, i segreti dei suoi incontri con i lavoratori e i responsabili di alcuni sindacati, sui quali conduceva ricerche e studi". Finora il governo di Al-Sisi ha sempre sostenuto l'estraneità di soggetti in qualche modo legati alla sicurezza egiziana nella tragedia del giovane italiano.

Quest'imam vuole il Califfo in Italia Chi lo ha invitato e quando arriva

Quest'imam porta il Califfo in Italia. Noi lo invitiamo: quando arriva


di Andrea Morigi



Ha predicato per anni la conquista di Roma da parte dell' islam. Ora il kuwaitiano Tareq Suwaidan viene a minacciarci proprio in Italia. Per dieci giorni consecutivi, dal 7 al 17 maggio, sarà in tournée da Como a Reggio Emilia, secondo il programma diffuso dall' Associazione Islamica Italiana degli Imam e delle Guide Religiose. Lo hanno scritto e fatto circolare in arabo, nel tentativo di evitare interferenze fino all' ultimo.

Ieri però il sito web La nuova Bussola Quotidiana ha intercettato il messaggio postato su Facebook e li ha smascherati grazie alla traduzione di Valentina Colombo, docente di Geopolitica dell' Islam presso l' Università Europea di Roma. «Ci sarebbe da scrivere un libro su Suwaidan», esordisce l' esperta, che intanto ieri ha tenuto una lezione sul personaggio, dichiaratamente membro dei Fratelli Musulmani, dopo averne illustrato le invettive che lo hanno reso famoso. «Vi sono sul web numerosi filmati dei sermoni durante i quali Suwaidan annuncia il prossimo ritorno del Califfato e lo traduce con "leadership"», sottolinea la studiosa, osservando che «quello che si appresta a tenere in Italia è appunto un corso di leadership per musulmani». Sembra decisamente un invito a restaurare il Califfato.

Magari Suwaidan vorra usarci la cortesia di spiegare bene se per caso vi siano differenze fondamentali fra il suo programma di conquista e quello dei tagliagole dello Stato islamico. Sempre che la Repubblica italiana decida di concedergli il visto e fargli attraversare la frontiera. 

Dati gli sponsor che vanta, Suwaidan ha ottime possibilità di riuscirvi. L' associazione che organizza la sua visita in Italia figura fra i partner dell'Ucoii e vanta un proprio rappresentante al tavolo del ministero dell' Interno che riunisce varie comunità e associazioni musulmane. Un po', Roma l' hanno già conquistata. Pare quindi che per ora sia caduto nel vuoto l' appello che Libero aveva riecheggiato ben sette anni fa. Per tutelarci, alcuni studiosi e accademici francesi ci avevano avvertito del pericolo, scrivendo all' ambasciatore italiano a Parigi e al ministro dell' Interno per informarli che «il suo Paese è stato fatto oggetto di minacce specifiche da parte di un' istituzione musulmana francese, l' Unione delle Organizzazioni islamiche di Francia (Uoif)».

Tutto nasceva da un raduno fondamentalista che si era tenuto l' 11 aprile 2009 nella cittadina di Le Bourget, a poca distanza dalla capitale francese. È là che Suwaidan aveva preso la parola sul tema «il profeta Maometto: un modello per l' umanità». In particolare, il suo messaggio puntava su una famosa profezia, riferita negli hadith.

Al culmine del suo discorso, l' oratore aveva invitato a dare compimento a quanto anticipato da Maometto: la conquista di Roma, destinata a seguire la presa di Costantinopoli del 1453, che si concluse con un bagno di sangue e l' imposizione della legge coranica per circa mezzo millennio.

Senza essere stati direttamente coinvolti come il nostro, numerosi Paesi, fra i quali gli Stati Uniti, il Regno Unito e perfino il Belgio, hanno vietato a Suwaidan l' ingresso sul loro territorio nazionale a causa delle sue posizioni antisemite, come la seguente: «Tutte le madri della comunità islamica - non solo quelle palestinesi - dovrebbero allattare i propri figli con l' odio verso i figli di Sion. Li odiamo, sono i nostri nemici. Dobbiamo instillare questo nei cuori dei nostri figli sino a che sorgerà una nuova generazione che li cancellerà dalla terra». Non lo vogliono fra i piedi nemmeno i sauditi, che nell' ottobre 2013 non gli hanno consentito di compiere il pellegrinaggio e, nel giugno 2014, hanno vietato la vendita dei suoi libri. Qui da noi, invece, la guerra santa lancia la sua offensiva a maggio.

Alessandra Moretti attacca, Belpietro la demolisce così: zittita su tutta la linea in diretta da Floris / Video

Belpietro demolisce Alessandra Moretti in diretta a La7: "Dice sciocchezze"



"Moretti, ma perché parla di cose che non conosce?": bastano poche parole a Maurizio Belpietro per demolire le sicurezze di Alessandra Moretti. Il direttore di Libero e la rappresentante del Pd sono stati ospiti di Giovanni Floris a DiMartedì. Si parlava di pensioni d'oro e riforma Fornero e in studio la Moretti spiegava: "Il Parlamento ci ha provato più volte, la Corte costituzionale è intervenuta bocciando l'iniziativa politica. Belpietro che critica tanto, era sostenitore di quel governo grazie al quale abbiamo dovuto fare la legge Fornero, perché eravamo in default". "Moretti, ma perché parla di cose che non conosce? - replica Belpietro - Dice spesso delle sciocchezze, è nota per aver detto in campagna elettorale che i pensionati che non arrivano a fine mese possono ospitare gli immigrati in casa loro". "Questa è una balla", prova a ribattere la Moretti. "No, è un video che si trova sul Corriere della Sera", la zittisce il direttore di Libero.


Il ministro e il fidanzato Boschi: perché non lascio

L'intercettazione, il ministro e il fidanzato, parla la Boschi: perché non mi dimetto



Dopo un giorno di polemiche, parla lei direttamente. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che è stata indirettamente coinvolta nello scandalo dell'intercettazione che ha portato alle dimissioni del ministro Federica Guidi.   "L’emendamento ’Tempa Rossà lo rifirmerei domattina: è compito mio, del mio lavoro di ministro, di portare avanti tutti gli emendamenti del governo che vengono presentati" ha dettiili, ministro delle Riforme Costituzionali, intervenendo a Bologna all’incontro promosso dal Pd dell’Emilia Romagna ’La Riforma che cambia l’Italià, organizzata dal Pd dell’Emilia Romagna sulla Riforma e il referendum Costituzionale. 

La difesa di Renzi - Nel suo ultimo giorno di viaggio americano, Matteo Renzi rintuzza le critiche, saluta con toni affettuosi Federica Guidi, difende Maria Elena Boschi e tira la frecciata. Da questo governo, per un caso di opportunità, ci si deve dimettere - spiega - da altri governi non lo si è fatto. Riferimento più che esplicito al suo predecessore Enrico Letta, il cui ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, finì nelle peste, anche lei, per una «telefonata inopportuna», ma non si dimise. Ecco allora il presidente del Consiglio tracciare la linea: noi abbiamo  criteri ben più rigidi di chi potrebbe aver voglia di farci la morale. Quanto a quell’emendamento alla Finanziaria dello scorso anno, innanzitutto sia chiaro che  "il progetto Tempa Rossa e sacrosanto, ed è da portare avanti". Quindi l’aver Maria Elena  Boschi firmato quell’emendamento rientra nella linea politica del governo. Di più: il ministro per i rapporti con il Parlamento firma tutti gli atti di questo tipo per suo ruolo istituzionale. Pertanto, sarebbe assurdo se anche nel caso specifico non l’avesse fatto.

Operazione siluro: "Mandare via Renzi" Il piano preciso: come, quando e chi

M5S e Lega, mozione di sfiducia contro il governo Renzi. Appello alla minoranza Pd: "Votatela anche voi"



C'è l'occasione per mandare a casa Matteo Renzi e il governo. La fornisce il Movimento 5 Stelle, che presenterà una mozione di sfiducia contro tutto l'esecutivo in seguito alle dimissioni del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. E sulla sfiducia i grillini potrebbero trovare il supporto della Lega Nord, delle opposizioni unite e, questa è la speranza, anche della minoranza anti-renziana del Pd, decisiva al Senato.

Di Maio: "A casa il governo delle lobby" - "Questo è un governo che fa le leggi e gli emendamenti per il compagno di un ministro. Questo è un governo inadeguato, un governo che pensa non solo agli interessi della lobby ma proprio a quelli personali, familistici. Se c'è una questione di opportunità politica sul caso del ministro Guido, allora c'è un caso di opportunità politica sull'esistenza di questo governo", ha spiegato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, annunciando la mozione di sfiducia "collettiva" perché, dice, "è in discussione tutto il governo, un governo inadeguato".

Salvini: "Scriviamola insieme" - "Presenteremo una mozione di sfiducia al governo, votatela con noi - aggiunge Di Maio, membro del direttorio M5S, rivolgendosi non solo alle opposizioni, ma anche alla minoranza del Pd - e mandiamo a casa Renzi". A chi gli fa notare che alla Camera non ci sono i numeri per mandare a casa il governo, dice: "Ora decideremo se presentare la mozione alla Camera o al Senato. Tenete presente che in questo momento il governo è molto debole e noi vogliamo che vada a casa in massa. Ci aspettiamo che chi combatte questo governo da dentro il Pd voti la mozione". "Come Lega siamo pronti a votare la mozione di sfiducia al governo anche domani - è la risposta a stretto giro di posta del segretario federale leghista Matteo Salvini -. Ma vogliamo scriverla insieme".