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sabato 1 agosto 2015

IL TESTAMENTO DELLA FALLACI Amarissima sorpresa per la sorella

Testamento Oriana Fallaci, la decisione del giudice: "Alla sorella non spetta nulla"




l gip di Firenze, Angelo Antonio Pezzuti, ha disposto l'archiaviazione dell'inchiesta relativa al testamento di Oriana Fallaci, la scrittrice e giornalista morta a Firenze il 15 settembre 2006, "perché il fatto non sussiste". L'inchiesta era partita nel luglio del 2011 a seguito di un esposto della sorella della scrittrice, Paola Fallaci, e di suo figlio Antonio, contro l'altro figlio Edoardo Perazzi, che nel testamento della Fallaci veniva nominato unico erede. Secondo Paola Fallaci, la firma della sorella in calce al testamento non sarebbe stata autentica. 

Il giudice, spiegano ora i legali di Edoardo Perazzi, gli avvocati Filippo Cei e Nicola Pabis Ticci, "disponendo l’archiviazione del procedimento per insussistenza dei fatti ascritti all’indagato, ha posto la parola fine alla querelle giudiziaria relativa alla pretesa falsificazione del testamento di Oriana Fallaci, di cui era stato accusato il nipote ed unico erede, Edoardo Perazzi". "Il procedimento si è svolto davanti al Tribunale di Firenze - ricostruisce una nota degli avvocati - a seguito di una denuncia-querela presentata dalla sorella di Oriana Fallaci, Paola Fallaci e dal secondo figlio di quest’ultima, Antonio Perazzi, esclusi dall’eredità della famosa scrittrice in favore dell’altro figlio, Edoardo; quest'ultimo vede dunque riaffermata la sua qualità di unico erede della scrittrice".

"Nel corso del procedimento sono state svolte ben due consulenze grafologiche - ricordano i legali - anche con l’ausilio di medici specialisti (oncologo, oculista e radiologo). Il giudizio unanime dei periti grafologi è stato di 'attribuibilità certa' del testamento alla mano di Oriana Fallaci. Al tempo stesso, gli specialisti interpellati hanno escluso che dall’esame della documentazione medica potesse desumersi alcun deficit cognitivo o neurologico della scrittrice, rimasta lucida e cosciente fino alle ultime ore di vita".

Immigrazione, il Pd spalanca le porte: da settembre lo "ius soli", ecco il disegno di legge

Immigrazione, il Pd spalanca le porte: da settembre lo "ius soli", ecco il disegno di legge




È stato presentato oggi alla commissione Affari costituzionali alla Camera il disegno di legge sullo Ius soli (in latino, diritto del suolo), ovvero sul diritto a ottenere la cittadinanza (in questo caso, italiana) per il fatto di esser nati in un determinato paese, indipendentemente da quale sia quella dei genitori. Il ddl è stato presentato dalla relatrice del Partito democratico Marilena Fabbri, e punta a unificare i 29 precedenti disegni di legge stesi in precedenza sotto il governo Letta. Il Pd, dunque, dal prossimo settembre, mira a spalancare le porte agli immigrati.

Meno di 12 - A differenza di quello canonico, che prevede che ricevano la cittadinanza i bambini che nascono su suolo nazionale in maniera per così dire automatica (come accade ad esempio in America), la versione di ius soli presentata dal Pd prescrive che ricevano la cittadinanza italiana i figli di stranieri nati in Italia solo se almeno uno dei genitori risiede su suolo nazionale senza interruzioni da almeno cinque anni prima della nascita del bambino. Oppure nel caso in cui uno dei due genitori anche se straniero sia nato in Italia e vi abiti da almeno un anno sempre senza interruzioni, dopo magari aver risieduto all'estero negli anni precedenti. In questi casi la cittadinanza italiana verrebbe assegnata nel momento esatto in cui si iscrive all'anagrafe il nuovo nato.

Fra i 12 e i 18 - I bambini che non posseggono questi requisiti, possono ottenere la cittadinanza se sono arrivati in Italia quando avevano meno di 12 anni e se hanno frequentato regolarmente per almeno cinque anni un percorso di istruzione "idoneo al conseguimento di una qualifica professionale", sempre su suolo italiano. Se i ragazzi sono invece arrivati in Italia fra i 12 e i 18 anni, potranno ottenere la cittadinanza se hanno risieduto per almeno sei anni in Italia, e dopo aver frequentato un ciclo di studi con annesso conseguimento del titolo conclusivo.

Le ombre - Immediatamente, dopo la presentazione del provvedimento, ci sono state le dimissioni dalla commissione della seconda relatrice, Annagrazia Calabria di Forza Italia, che ha affermato: "Ritengo impossibile condividere il testo base elaborato. Per questo ho deciso di rimettere il mio ruolo di correlatore del provvedimento e di proseguire dall’opposizione". In ogni caso si rimanda tutto a settembre, quando cominceranno i lavori sul disegno di legge.

Stuprano la volontaria che li accoglie Terrificante violenza di tre immigrati

Fiuggi, tre extracomunitari stuprano un'operatrice del centro di accoglienza che li ospitava




L'ultimo orrore di tre extracomunitari: sono stati arrestati con l'accusa di aver violentato un'operatrice di 48 anni del centro di accoglienza di Fiuggi, in provincia di Frosinone, che li ospitava. I presunti autori dell'aberrante violenza sono tre immigrati minorenni di origine egiziane. I carabinieri li hanno accusati di violenza sessuale di gruppo: secondo le indagini dell'Arma, i tre hanno prima immobilizzato e picchiato il responsabile della struttura, e poi si sono scagliati contro la donna, bloccandola a terra, e violentandola.

Notte di follia - Ma non è tutto. Ci sono altri particolari agghiaccianti relativi a questa vicenda, che vengono riportati da ilmamilio.it, quotidiano online locale. I tre, infatti, sarebbero stati denunciati anche per danneggiamenti, lesioni e, uno di loro, per tentato omicidio. Nella folle serata culminata nello stupro, i tre si sarebbero accaniti contro gli arredi della struttura che li ospitava per poi, come detto, scagliarsi contro gli operatori del centro (uno di questi ultimi è rimasto ferito ed è stato curato all'ospedale di Alatri).

Auto distrutta - Ferito anche uno dei giovani extracomunitari, che nel fare ritorno al centro avrebbe tentato di strangolare il titolare della struttura che lo ospita. E ancora, nel corso della notte, i tre si sarebbero accaniti contro la macchina del titolare della casa famiglia, danneggiando la carrozzeria e rompendone i cristalli. Infine, lo stupro contro una volontaria del centro che li ospitava.

venerdì 31 luglio 2015

Renzi in alto mare costretto al voto Elezioni anticipate: ecco quando

Matteo Renzi e la crisi del Pd: ipotesi voto anticipato




La prova è arrivata giovedì sera al Senato. Il governo è andato sotto.  Un drammatico ko sulla riforma della Rai, con la minoranza del Pd che ha votato con Forza Italia, Lega e Movimento Cinque Stelle. Un asse che apre nuovi scenari politici. Nella conferenza stampa di oggi, dopo il consiglio dei ministri, il premier ha detto che “le divisioni del Pd devono essere gestite dentro il Pd. Se qualcuno vuole fare in altro modo lo dica, ma i numeri ci sono sia al Senato che alla Camera”. Dietro queste parole, però si nasconde una preoccupazione: quella di non riuscire a governare, di non avere i numeri soprattutto in vista degli appuntamenti di settembre per la riforma costituzionale del Senato. Ecco allora che si apre la strada del voto anticipato. Che Renzi può usare sia come carta per fare pressione sui suoi e provare a tenerli insieme o come vera e propria possibilità per uscire dall'impasse. La data giusta potrebbe essere quella del 2016, quando si voterà per il Comune di Roma (per il Pd saran dolori) per Milano e anche per la Sicilia. 

Il piano B - Con la sua minoranza, con un partito così fortemente diviso, Renzi sa che fa fatica ad arrivare al 2018 sperato. Il flop al Senato, tra l’altro, è arrivato proprio il giorno dopo il caso Azzollini quando la minoranza aveva accusato Renzi di non essere capace di dare una linea al gruppo. Ma ieri sono stati proprio loro a rompere le righe. Se il partito resta così scollato, se le divisioni prevalgono sull'esigenza di portare a casa il programma di governo, Renzi non riesce a portare a termine la legislatura. Per questo non è escluso che nei prossimi mesi (da settembre, dopo la pausa estiva che arriva come una manna salvifica) il premier usi l’arma del voto anticipato. Il ragionamento sarà in soldoni questo: se non restiamo uniti, si andrà alle urne.  

Vigili urbani in moto senza casco L'ultimo scandalo romano

Roma, vigili urbani in moto senza casco




Roma è ormai una città allo sbando. Rifiuti, mezzi pubblici fantasma, l'aeroporto paralizzato. Non solo. Basta fare un giro in pieno centro per accorgersi di qualcosa di veramente incredibile. I vigili urbani girano in moto senza casco scortati dalle altre macchine del corpo. Almeno non sono in divieto di sosta come la Panda rossa del sindaco Ignazio Marino. Non servono altre parole, guardate questa sequenza e giudicate voi. 

Caivano (Na): Posto nello Staff del Sindaco Monopoli, chi sarà?

Caivano (Na): Posto nello Staff del Sindaco Monopoli, chi sarà?



di Angela Bechis 


Gaetano Daniele
Amministratore, il Notiziario sul web

Finalmente dopo anni si da la possibilità ad un giornalista di entrare a far parte di una squadra, Staff del Sindaco Monopoli, secondo lei chi sarà?

Chi sarà? Non lo so. Purtroppo non sono il Divino Otelma ma, sicuramente il 6 agosto conosceremo il modo ed il metodo adottato in questa nuova gestione e non solo, in questa nuova fase politica che non è delle migliori, considerando che, Monopoli, neanche 30 giorni dopo il suo insediamento, si è fatto ritrarre in bella posa con i militanti di Casa Pound, un'associazione di estrema destra. 

Perchè?

Guardi, se si è scelto di mettere una pietra sopra al passato, quindi la famosa e tanto decantata parola discontinuità, quel ruolo all'interno dello Staff del Sindaco Monopoli, mi auguro che lo vinca, secondo le regole democratiche, un giornalista di Caivano, estraneo alla politica. Non credo sia il caso di Monopoli, però conosciamo bene queste cose in politica come vanno (io do una mano a te tu dai una cosa a me), anche e soprattutto, per un ruolo all'interno dello Staff del Sindaco. 

Secondo lei è stato firmato un accordo politico?

Come le dicevo poc'anzi, non lo so.

Scherzosamente lancio un sondaggio, secondo lei chi è in Pool Position per la carica di addetto stampa?

Quello che penso io, importa poco, anche se una domanda al neo sindaco Monopoli la farei volentieri, si è data la possibilità ad un giornalista di entrare a far parte del suo Staff, e sarà ricompensato dei servizi resi con uno stipendio quasi da dirigente, ma il Sindaco Monopoli non disse di voler tagliare gli sprechi e di ridurre il numero dei dirigenti? Insomma, rispondendo scherzosamente alla sua domanda, un po come accade con il Festival di Sanremo, butto un nome a caso, secondo me, vince il dott. Giovanni De Cicco. 

Ma De Cicco non è di Cardito?

Che io sappia sì. Se fossi stato sindaco, non conosco la legge, ma avrei dato l'opportunità esclusivamente a giovani del territorio estranei alla politica, e ci sono. 

Terremoto a Palazzo Madama Renzi battuto sul canone Rai Il governo va sotto al Senato

Riforma Rai, il governo battuto al Senato sull'articolo 4 su canone e finanziamento Rai




Terremoto in aula. Il governo e la maggioranza vanno sotto: sono stati battuti al Senato in occasione delle votazioni su emendamenti della minoranza Pd, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, che sopprimono l’articolo 4 del ddl di riforma della Rai. L’articolo 4, ora soppresso, prevede la delega al governo per la disciplina del finanziamento pubblico della Rai. Ad ora, dunque, il canone Rai è più incerto. A presentare emendamenti soppressivi dell’articolo 4 sono state tutte le opposizioni, compresa la minoranza del Pd. Non solo quindi M5S e FI, ma anche Sel e Lega. Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ha sospeso la seduta, spiegando: "Devo valutare l'impatto e i possibili effetti".

Pallottoliere - Scatenata l'esultanza su Twitter di Renato Brunetta, dove ha cinguettato: "Governo battuto a Palazzo Madama su riforma Rai. Verdiniani o non verdiniani maggioranza non c'è più. Good morning Vietnam-Senato. Ciao Renzi". Così il capogruppo azzurro, che ha ottimi motivi per esultare: secondo le primissime ricostruzioni dall'aula, sarebbero 18 i senatori della minoranza Pd che hanno votato contro il governo, accompagnati da 2 senatori di Ala, il neonato gruppo di Denis Verdini (e sempre tra i verdiniani si sono fatte notare, eccome, le assenze: su 10, hanno disertato il voto in tre, e di quei tre che hanno votato in due avrebbero votato contro). Infine, sempre tra le fila del Pd, erano 12 i senatori assenti.

Gli altri articoli - Per quel che concerne l'iter della riforma, in mattinata era stato approvato in Senato l'articolo 1, che prevede tra le altre l'impossibilità di nomina come membro del Cda di un componente del governo in carica o di chi abbia ricoperto tale incarico nei 12 mesi precedenti alla nomina (sono state accolte le istanze in tal senso dei grillini). Successivamente è stato approvato l'articolo 3 relativo all'attività gestionale di Viale Mazzini: tra le novità, introdotta la responsabilità dei componenti degli organi delle società partecipate. L'articolo, nel dettaglio, prevede che "l'amministratore delegato e i componenti degli organi di amministrazione e controllo della Rai sono soggetti alle azioni civili di responsabilità".