Visualizzazioni totali

venerdì 31 luglio 2015

Renzi in alto mare costretto al voto Elezioni anticipate: ecco quando

Matteo Renzi e la crisi del Pd: ipotesi voto anticipato




La prova è arrivata giovedì sera al Senato. Il governo è andato sotto.  Un drammatico ko sulla riforma della Rai, con la minoranza del Pd che ha votato con Forza Italia, Lega e Movimento Cinque Stelle. Un asse che apre nuovi scenari politici. Nella conferenza stampa di oggi, dopo il consiglio dei ministri, il premier ha detto che “le divisioni del Pd devono essere gestite dentro il Pd. Se qualcuno vuole fare in altro modo lo dica, ma i numeri ci sono sia al Senato che alla Camera”. Dietro queste parole, però si nasconde una preoccupazione: quella di non riuscire a governare, di non avere i numeri soprattutto in vista degli appuntamenti di settembre per la riforma costituzionale del Senato. Ecco allora che si apre la strada del voto anticipato. Che Renzi può usare sia come carta per fare pressione sui suoi e provare a tenerli insieme o come vera e propria possibilità per uscire dall'impasse. La data giusta potrebbe essere quella del 2016, quando si voterà per il Comune di Roma (per il Pd saran dolori) per Milano e anche per la Sicilia. 

Il piano B - Con la sua minoranza, con un partito così fortemente diviso, Renzi sa che fa fatica ad arrivare al 2018 sperato. Il flop al Senato, tra l’altro, è arrivato proprio il giorno dopo il caso Azzollini quando la minoranza aveva accusato Renzi di non essere capace di dare una linea al gruppo. Ma ieri sono stati proprio loro a rompere le righe. Se il partito resta così scollato, se le divisioni prevalgono sull'esigenza di portare a casa il programma di governo, Renzi non riesce a portare a termine la legislatura. Per questo non è escluso che nei prossimi mesi (da settembre, dopo la pausa estiva che arriva come una manna salvifica) il premier usi l’arma del voto anticipato. Il ragionamento sarà in soldoni questo: se non restiamo uniti, si andrà alle urne.  

Nessun commento:

Posta un commento