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sabato 18 luglio 2015

Il prelievo forzoso dal tuo conto: come difendersi, che banche evitare

Bail-in, prelievo forzoso per salvare le banche: come salvare il tuo conto corrente




L’accordo europeo sul bail-in è stato firmato nel giugno del 2013, dopo il salvataggio di Cipro. L’Italia ha recepito a luglio la Direttiva che diventerà operativa dal gennaio del 2016. Per i correntisti la novità sono rilevanti: viene introdotta la “compartecipazione” - nel caso di un dissesto - dei correntisti e degli investitori per pagare parte del debito e quindi evitare il fallimento. Ignazio Visco ha avvisato banchieri e correntisti: le nuove regole «non consentono d’ora in poi il salvataggio di una banca senza un sacrificio significativo da parte dei suoi creditori». Solo in un secondo momento potrà intervenire lo Stato (bail-out). Ecco un vademecum per evitare di restare “bruciati”.

Cosa rischio a lasciare i miei soldi in banca, sul conto o investiti? 

I depositi fino a 100.000 euro, sono protetti dal Fondo di garanzia dei depositi, ed esclusi dal rischio di bail-in. Questa forma di protezione tutela le somme detenute sul conto corrente o in un libretto di deposito e i certificati di deposito coperti dal Fondo di garanzia; non riguarda, invece, altre forme di impiego del risparmio, quali le obbligazioni emesse.

In caso di bail-in che succederà ai depositi che superano i 100.000 euro?

La parte che supera i 100.000 euro, i depositi delle persone fisiche e delle piccole e medie imprese riceveranno un “trattamento preferenziale”. Ma la direttiva europea - spiegano la Banca d’Italia e la nota esplicativa dell’Abi diffusa ieri - prevede che questa tipologia di creditori potranno dover «sopportare un sacrificio solo nel caso in cui il bail-in di tutti gli strumenti con un grado di protezione minore nella gerarchia fallimentare non fosse sufficiente a coprire le perdite e a ripristinare un livello adeguato di capitale».

Sono previste eccezioni?

I depositi al dettaglio «eccedenti i 100.000 euro possono essere esclusi dal bail-in in via discrezionale, al fine di evitare il rischio di contagio e preservare la stabilità finanziaria a condizione che il bail-in sia stato applicato ad almeno l’8% del totale delle passività della banca».

Quando scatterà la compartecipazione al rischio?

In Italia l’applicazione del bail-in è prevista a partire dal primo gennaio 2016.

E se una banca fallisce o entra in crisi nel 2015?

La svalutazione o la conversione delle azioni e dei crediti subordinati sarà applicabile già da quest'anno, «quando sia necessaria per evitare un dissesto».

Chi per primo, tra i risparmiatori, sarà chiamato a partecipare al salvataggio?

La direttiva europea prevede un ordine di priorità. I primi chiamati a partecipare saranno gli azionisti della banca; poi i detentori di altri titoli di capitale, come le obbligazioni; gli altri creditori subordinati; i creditori chirografari; le persone fisiche e le piccole e medie imprese titolari di depositi per l’importo sopra i 100.000 euro; infine il «Fondo di garanzia dei depositi, che contribuisce al bail-in al posto dei depositanti protetti». Insomma, l’intervento dello Stato per evitare il fallimento è l’ultima risorsa.

Se si investe in prodotti speculativi cosa si rischia?

Il bail-in si applica seguendo una gerarchia la cui logica prevede che chi investe in strumenti finanziari più rischiosi sostenga prima degli altri le eventuali perdite o la conversione in azioni. Solo dopo aver esaurito tutte le risorse della categoria più rischiosa si passa alla categoria successiva. In primo luogo, si sacrificano gli interessi dei “proprietari” della banca, ossia degli azionisti esistenti, riducendo o azzerando il valore delle loro azioni. In secondo luogo, si interviene su alcune categorie di creditori, le cui attività possono essere trasformate in azioni - al fine di ricapitalizzare la banca - e/o ridotte nel valore, nel caso in cui l’azzeramento del valore delle azioni non risulti sufficiente a coprire le perdite.

E chi possiede obbligazioni bancarie? 

Chi possiede obbligazioni bancarie potrebbe veder convertito in azioni e/o ridotto (in tutto o in parte) il proprio credito, ma solo se le risorse degli azionisti e di coloro che hanno titoli di debito subordinati (più rischiosi) si sono rivelate insufficienti a coprire le perdite e ricapitalizzare la banca, e sempre che l’autorità (in Italia la Banca d’Italia) non decida di escludere tali crediti in via discrezionale, al fine di evitare il rischio di contagio e preservare la stabilità finanziaria.

Il rischio riguarda solo i titoli che acquisterò in futuro o anche quelli già in mio possesso?

Le misure si applicheranno anche agli strumenti già emessi e già oggi in possesso degli investitori.

Come posso evitare il rischio di compartecipazione? 

Gli investitori devono cominciare a fare estrema attenzione ai rischi di alcuni investimenti fin dalla sottoscrizione. E le banche dovranno offrire principalmente - e come prima opzione - certificati di deposito coperti dal Fondo di garanzia in luogo delle obbligazioni, soggette a bail-in. Tutte le informazioni dovranno essere comunicate nel dettaglio, soprattutto al momento del collocamento di titoli di nuova emissione.

Quello che è dentro la cassetta di sicurezza si salva?

Le linee guida di Bankitalia chiariscono che non possono essere compresi nel bail-in «i beni della clientela o in virtù di una relazione fiduciaria, come ad esempio il contenuto delle cassette di sicurezza o i titoli detenuti in un conto apposito».

E se i soldi sul conto servono per pagare debiti, spese o tasse?

Sono esclusi dal rischio di bail-in i debiti verso i dipendenti, i debiti commerciali e quelli fiscali privilegiati dalla normativa fallimentare e anche i covered bond.

Se ho 200.000 euro liquidi in banca cosa rischio?

Sui primi 100.000 euro non verrà applicato alcuno prelievo in caso di dissesto dell’istituto di credito. Coi restanti 100.000 euro rischio di dover contribuire al salvataggio della banca.

E se nel conto che ho presso la banca in crisi posseggo 100.000 euro liquidi e 100.000 euro investiti in Bot o azioni o obbligazioni che non sono della banca in difficoltà? 

La soglia di garanzia vale a salvaguardare i 100.000 euro contanti sul conto corrente o sul conto deposito. I titoli di Stato, gli investimenti che non siano in azioni o obbligazioni della banca in crisi, non subiscono aggressione.

Cosa rischio se ho azioni o obbligazioni di una banca in difficoltà nel deposito titoli di una banca “sana”?

Sarò chiamato a partecipare al salvataggio della banca, con conversione e riduzione dei titoli in mio possesso.

Scontri al corteo contro gli immigrati Ma la polizia manganella gli italiani

Roma e Treviso, proteste contro gli immigrati: "Noi qui non li vogliamo"




L'Italia scende in piazza contro gli immigrati. Due i centri delle proteste: Treviso e Roma. Si parte dalla città veneta, da Quinto per la precisione, dove nelle notti scorse ci sono stati scontri, atti di violenza per dire "no" all'invasione. In mattinanta, la reazione dei centri sociali: alcuni antagonisti si sono recati sotto gli uffici della prefettura, tra urla e spintoni. I centri sociali hanno manifestato la loro solidarietà ai profughi arrivati nei giorni scorsi e che i cittadini non vogliono. Nel frattempo il sindaco di Quinto, Mauro Dal Zilio, ha spiegato che i profughi saranno condotti nell'ex caserma Serena, situata al confine tra Casier e Treviso.

Nella capitale - Dunque la protesta a Roma, dove la popolazione protesta contro il trasferimento imposto dal ministero dell'Interno, Angelino Alfano. L'accusa contro il leader Ncd è quella di "abuso di potere". I residenti di Casale San Nicola hanno sbarrato l'accesso a tre furgoni e a un suv del reparto mobile della polizia. I cittadini hanno bloccato la stada che porta alla scuola Socrate, dove dovrebbe arrivare il gruppo di profughi, una ventina. Cantando l'inno d'Italia, i residenti si sono opposti al passaggio della polizia. Le 250 famiglie del comprensorio interessate dal trasferimento ritengono l'edificio e la zona inadeguate all'accoglienza: troppi i 100 immigrati previsti su una popolazione di 400 persone. Presenti anche esponenti di CasaPound, tra manifestanti e polizia ci sono stati violenti scontri.

venerdì 17 luglio 2015

Del Debbio, la frase che gela il Cav Ma ora "scende in campo" Salvini...

Paolo Del Debbio gela Silvio Berlusconi: "Non mi candido a Milano, nessuna possibilità". Matteo Salvini in pressing sul conduttore


di Fabio Rubini 


Paolo Del Debbio ha detto «no». Non sarà lui il candidato sindaco per il centrodestra alle amministrative milanesi del prossimo anno. Intervistato da Radio 24 il giornalista Mediaset apparentemente non ha lasciato spazi a dubbi e interpretazioni: «Quante possibilità ci sono che mi candidi a sindaco di Milano? Zero. Come direbbe Monti - ha aggiunto Del Debbio - non è nella mia agenda. Non lo voglio fare, perché non è il mio compito, perché faccio un altro mestiere e son contento di farlo. Punto. Più chiaro di così che devo dire?».

Nel centrodestra però non hanno ancora perso tutte le speranze di convincerlo. Il pressing è continuo e l’ultima carta potrebbe essere quella di Berlusconi. Se una richiesta arrivasse direttamente dall’ex premier sarebbe difficile dire di no. Del Debbio, infatti, con le sue mezze uscite di pochi giorni fa, ha solleticato il palato del centrodestra che sul suo nome si è trovato incredibilmente compatto. Tutti lo vogliono, da Forza Italia (che eviterebbe di trattare con la Lega sul nome del candidato) ad Ncd passando per il sì pesantissimo del Carroccio. Proprio Salvini potrebbe giocare un ruolo importante nel convincere Del Debbio a cambiare idea. Il prossimo 15 agosto il leader della Lega terrà il tradizionale comizio a Ponte di Legno (la Pontida estiva del Carroccio) e per l’occasione ad intervistare Salvini ci sarà proprio Paolo Del Debbio. Un invito che sa tanto di investitura.

Certo la riottosità del volto televisivo Mediaset è reale. In un’epoca dove il sindaco è poco più di un amministratore di condominio, la sua visione «alta» dell’amministrazione rischierebbe di essere mortificata tra vincoli di bilancio, tasse e conti da far quadrare a ogni costo. Per contro è altrettanto vero che al momento quelle sulla sua candidatura sono state solo voci. Nessun leader è andato direttamente al sodo. E questo è quello che, come detto, potrebbe fare a breve Silvio Berlusconi che potrebbe replicare con Del Debbio il celebre «non puoi dire di no, mettiti una mano sulla coscienza» che nel 1997 convinse dopo non pochi dinieghi Gabriele Albertini a scendere in campo.

Nel dubbio, comunque, il centrodestra continua a lavorare a un piano B. La novità più dirompente, come riferito ieri, potrebbe essere quella dello scippo alla sinistra del commissario Expo Giuseppe Sala. Per il resto rimangono in pista i nomi di Corrado Passera (a oggi l’unico candidato ufficiale nell’alveo del centrodestra), di Claudio De Albetis presidente della Triennale, fino ad arrivare a quelli più politici di Paolo Romani e del guru economico della Lega Claudio Borghi.

Intanto sul fronte alleanze si devono registrare le parole di apertura nei confronti della Lega pronunciate ieri dal coordinatore regionale di Ncd Alessandro Colucci: «Le ultime dichiarazioni di Salvini dimostrano che i toni da campagna elettorale sono passati». Forza Italia, invece continua a chiedere le dimissioni di Pisapia. «Ormai è chiaro - ha spiegato il consigliere comunale Frabrizio De Pasquale - che Pisapia non è più in grado di decidere. Meglio affidare le urgenze a un commissario e dare la parola ai milanesi».

"FAZIO È UNA MER... PAZZESCA" La verità al veleno della Littizzetto

Luciana Littizzetto: "Fabio Fazio è una merda pazzesca, l'uomo più cinico che conosca"




Fabio Fazio? "Una merda pazzesca". Parole e musica di Luciana Littizzetto. Così la comica in un'intervista all'Huffington Post in cui il due presenta Minions, lo spin off di Cattivissimo me a cui presteranno le loro voci per il doppiaggio. L'intervista, sul sottile filo dell'ironia, è l'occasione buona per una sorta di regolamento di conti tra Lucianina e Fabio. Ad aprire le danze è Fazio, che si lamenta di avere addosso l'etichetta di buonista. Subito, Littizzetto lo gela: "Ma lui è una merda pazzesca! Tutti dicono che è buono ma non è vero! Io, guarda, smentisco nella maniera più totale: è l'uomo più cinico che conoscono". Risponde Fazio a stretto giro di posta: "Non è che sono cinico, sono ligure. E i liguri hanno un senso pratico delle cose, è inutile far finta...". Dunque, Fazio, argomenta contro chi lo accusa di buonismo: "Siccome in televisione le parole hanno un potere gigantesco, penso che bisogna usarle sempre con rispetto per la persona che hai di fronte e per chi ti ascolta. Buonismo - aggiunge - è una definizione stupida, nel senso che è una semplificazione stupida. Il contrario di buonismo cos'è, essere cattivi e cinici? Per poter avere che cosa, un titolo sul giornale il giorno dopo? Per poter costruire la tua carriera avendo fatto del male a qualcuno? Siamo pieni di sedicenti opinionisti che fanno carriera parlando male degli altri. Nella vita si può essere noti o perché costruisci o perché distruggi". A replicare, infine, è ancora la Littizzetto: "Distruggi sono me". E Fazio: "No, da te mi difendo". E Lucianina? Dopo avergli dato della "merda pazzesca" conclude rincarando: "La mammola...".

Nicolas Cage rovinato (e non è un film): perseguitato dal fisco, ha perso tutto

L'attore Nicolas Cage ha 96 milioni di debiti con il Fisco Usa: ora vive in affitto




L'attore Nicolas Cage, uno dei nostri attori preferiti, non ha più un soldo in tasca. Sembra difficile da credere che una star di Hollywood possa rischiare di finire per strada, ma la sfortuna per l'attore premio Oscar è stata crudele e con lei anche la vendetta del Fisco americano. Cage è ormai in bancarotta e ha venduto proprietà per circa 96 milioni di euro per saldare i debiti maturati con il Fisco per aver evaso milioni e milioni di dollari. Già nel 2008 Cage era stato costretto a vendere un castello in Baviera, poco dopo ha salutato case a Las Vegas, New Orleans e sparse per la California per un valore di circa 10 milioni. Aveva speso come un matto in gioielli, aerei e yacht. Ovviamente aveva anche dato sfogo alla sua passione per le auto sportive extralusso, comprando diverse Ferrari e una Lamborghini Miura già appartenuta allo Scià di Persia. Tutto venduto. E a dissanguarlo ci hanno pensato anche tre matrimoni con relativi divorzi. Secondo il quotidiano inglese The Sun ora Cage vivrebbe in affitto in un piccolo appartamento lontano dai quartieri più lussuosi, qualcuno lo avrebbe visto più volte a pranzo in un caffè vicino casa sua.

Province, "ad autunno sarà crac" Strade, scuole, stipendi: il caos

Province in default, in autunno a rischio strade provinciali, scuole superiori, disabili e stipendi




Le Province sulla carta non esistono più. Eppure sono in default e rischiano di creare più di un grattacapo agli italiani, mettendo a rischio la manutenzione di scuole e strade. E' ItaliaOggi a riferire dei conti horror degli enti: 2,145 miliardi di euro di risorse disponibili, 2,360 miliardi di uscite per la spesa corrente nel 2015, mentre dall'anno prossimo ci saranno tagli rispettivamente per 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi nel 2017. 

Scuole e strade a rischio - Secondo l'Upi, senza una nuova iniezione di liquidi da parte del governo in autunno non ci saranno più i soldi per il riscaldamento e la manutenzione di 5.127 scuole superiori, per mettere in sicurezza i 130mila km di strade provinciali, curare i disabili in carico alle Province, pagare gli stipendi ai dipendenti e le fatture ai fornitori. La proposta dell'Unione Province italiane è di mettere a carico dello Stato la spesa per il personale adibito a funzioni non fondamentali (costo complessivo: 1 miliardo di euro). In alternativa, utilizzare almeno la metà dei proventi da alienazioni patrimoniali per la spesa corrente o non versare al fondo di ammortamento dei titoli di stato il 10% dei proventi da alienazioni e destinare la somma risparmiata all'estinzione dei mutui. 

Ecco dove tagliare - In realtà, sottolinea ItaliaOggi, la legge Delrio impone a Stato e Regioni di sopprimere agenzie, consorzi, società in house a cui fossero state attribuite funzioni di organizzazione di servizi pubblici di rilevanza economica in ambito provinciale. Obbligo non rispettato, finora, e così partecipate ed enti inutili in attività hanno ricevuto oltre 3 miliardi mentre se la spending review colpisse le 35mila stazioni appaltanti (che il piano Cottarelli vorrebbe ridurre a 107) si potrebbero risparmiare 2 miliardi nel 2015 e addirittura 7 miliardi nel 2016.

Colpaccio-Salvini: incassa 2 mln di euro Come ci è riuscito (e come rosica Bossi)

Lega Nord, 2 milioni di euro al partito: meglio solo il Pd (ma Umberto Bossi non versa un cent)




La Lega nord di Matteo Salvini ha incassato due milioni di euro dalle donazioni volontarie di parlamentari e privati. Un risultato che piazza il Carroccio al secondo posto tra i partiti preferiti dagli italiani, preceduto solo dal Partito democratico. A guidare la classifica dei donatori leghisti, riporta il Fatto quotidiano, c'è il presidente del Copasir Giacomo Stucchi con 41.900 euro, lo segue il commissario della Lega in Lombardia Paolo Grimoldi con 32.880 euro, Roberto Calderoli con 30.660 euro, solo quarto in donazioni personali il segretario federale Matteo Salvini con 24 mila euro, quanto il capogruppo alla Camera Massimiliano Fedriga. Hanno fatto donazioni al partito anche i governatori di Lombardia e Veneto, Roberto Maroni e Luca Zaia, con 13.200 euro ciascuno, oltre che l'ex presidente della Regione Piemonte Roberto Cota con 10.548. Ma spicca un nome su tutti nell'elenco, più che altro per la sua assenza: Umberto Bossi non compare nella lista.