Visualizzazioni totali

mercoledì 8 luglio 2015

Colpo di Barbara, sì allo stadio del Milan Salasso per papà Silvio: quanto gli costa

La Fiera ha detto sì: il Milan avrà il suo stadio




Ciao ciao San Siro. Il Milan avrà il suo stadio, come alcuni dei più importanti club europei. La Fondazione Fiera Milano infatti, dopo sei mesi si analisi e valutazioni, ha rotto gli indugi e ha accettato la proposta della società rossonera, fortemente sostenuta da Barbara Berlusconi. L'impianto sorgerà a pochi metri dalla nuova sede del Milan al Portello.

Come riporta la Gazzetta dello Sport, Oltre a caricarsi in toto degli interventi di bonifica del sottosuolo (il club prevede una spesa dai 15 ai 20 milioni), il Milan ha notevolmente potenziato il cash da pagare a Fondazione Fiera Milano per l’affitto dei suoli proprio negli ultimi giorni. Dai 3,5 milioni all’anno per 50 anni, i rossoneri sono saliti fino a 3,95 milioni annui: 450mila euro in più per ogni stagione, 22,5 milioni in 50 anni che porta l’offerta totale a 217,5 milioni (bonifica compresa). L'avversario del Milan, il gruppo bergamasco Vitali con la sua proposta di realizzare una Milano Alta, si era fermato a una proposta da 3,7 milioni annui per un totale di 185 milioni.

Lo stadio del Milan  avrà una capienza di 48mila spettatori. Al suo interno ristoranti, un albergo e anche un liceo a indirizzo sportivo. Il tutto immerso nel verde e con un impatto visivo più simile a un palazzo che a uno stadio nel senso classico del termine. Data di consegna dei lavori è 2018-19. Mille i posti di lavoro creati e 500 persone assunte.

"Ho paura solo di Del Debbio" Renzi: "Vi spiego il perchè"

Renzi mette in guardia i suoi "Attenti a Del debbio"




Ha tenuto lezione ai suoi, Matteo Renzi. Perchè quelli del Pd (ma guarda?) non sanno comunicare (eccezion fatta per Maria Elena Boschi, che infatti è in pole position per una promozione tanto nel partito quanto nel governo). E, ovviamente, parlando di comunicazione, la lezione di "coach" Renzi è andata sui talk show, vere e proprie tribune politiche pressochè quotidiane. Il presidente del Consiglio non ha citato nè Santoro nè Floris, nè Giannini nè Paragone. Ma, come scrive il Corriere della Sera, si sarebbe soffermato in particolare su Paolo Del Debbio, che quest'anno ha ottenuto ottimi ascolti su Rete4. Ma c'è di più: "Anche una persona di grande cultura che usa un registro diverso dagli altri finisce per parlare alla pancia del Paese" ha detto di lui il premier. E dunque: Del Debbio come grillo o come Salvini, "pericolo" numero uno dal quale guardarsi con grande attenzione e circospezione quando si va in tv.

L'insulto del grande imprenditore "Greci poveri perchè non lavorano"

Caprotti: "Greci in crisi perchè lavorano poco"




Novant'anni tra qualche mese, lombardo, Bernardo Vaprotti è il fondatore storico dei supermercati Esselunga. Un'attività che fa cinquant'anni quest'anno. Ma lui, in realtà, figlio di una famiglia del tessile, lavora da quando era ragazzo. Uno, insomma, che sul lavoro ha l'autorità per dire la sua. E oggi l'ha detta sul caso Grecia, poche ore dopo la vittoria del "no" al referendum che ha spinto il Paese a un passo dal Grexit. "Penso che bisogna che si mettano a lavorare un po’. Vanno in pensione a 50 anni, come si fa?". Caprotti non crede a ripercussioni per l’Italia: "Noi qui abbiamo la Ferrari, abbiamo grandi aziende" dice intervistato da il corriere.it. La ricetta anticrisi però è semplice: "Anche in Italia abbiamo bisogno di lavorare di più. Non si può lavorare 1400 ore quando gli americani ne lavorano 1800".

Ecco quanto varrebbe la nuova dracma Per i greci una mazzata tremenda

La nuova dracma varrebbe tra il 25 e il 50% di un euro




Per passare ad una nuova Dracma occorre superare una serie di ostacoli. In primis, come scrrive il ssito leggo.it riportando il Financial Times, l'Organizzazione internazionale per la normazione dovrà dare alla nuova valuta greca un codice che possa essere identificato dai computer per elaborare pagamenti e operazioni su titoli e derivati.

Il codice di tre caratteri potrebbe essere GRN (Grecia nuovo) per distinguerlo dal precedente GRD (Grecia Dracma). In teoria la programmazione di un nuovo codice potrebbe essere realizzata in meno di 24 ore ma nella realtà per adeguare tutti gli strumenti utilizzati nelle operazioni valutarie occorre molto più tempo. Poi sarà necessario risolvere legalmente tutte le questioni legate a contratti finanziari sottoscritti in euro. E si tratterà di un lavoro lento, lungo e meticoloso.

Qualora la Grecia uscisse dall'eurozona, la nuova dracma greca finirebbe per essere scambiata tra i 25 e i 50 centesimi di euro. Ne è convinto, come riferisce Bloomberg, il miliardario Usa Wilbur Ross il quale in un'intervista alla CNBC ha detto che una «Grexit» costituirebbe davvero «un bel brutto haircut (taglio) per il popolo ellenico». «Tagliare il valore della moneta ridurrebbe automaticamente il valore delle pensioni e di tutto il resto», ha dichiarato Ross.

Niente oro, pieno di Btp: come investire in tempo di crisi

Grecia, dove investire in borsa durante la crisi di Atene: i consigli degli esperti




Dove investire i propri risparmi nel periodo della crisi più acuta in Grecia e con l'incertezza sull'esito delle trattative tra Atene e Bruxelles? Non esiste esperto di finanza disposto a dare una risposta definitiva, vista soprattutto l'unicità di una situazione finora mai verificatasi. Ma ci sono pochi e semplici consigli utli da poter seguire, considerando che nel corso delle prossime settimane, i mercati finanziari europei saranno caratterizzati da una forte volatilità, cioè da una variazione ampia e discontinua dei prezzi dei titoli e azioni quotati. Una situazione che sarà valida per il breve periodo, ma già nel medio gli esperti garantiscono che prevarrà la tendenza al rialzo. Per quanto la Grecia possa sprofondare in una crisi senza precedenti, sull'intero Pil dell'Ue pesa circa il 2% e gli ultimi dati indicano una ripresa più decisa da parte dell'economia europea. Il suggerimento di base è quello di diversificare i propri investimenti, non puntando solo ai mercati europei, ma valutando anche quelli di Stati uniti e Giappone.

Cibo ed energia - Se si è disposti a sopportare la volatilità iniziale dei titoli, Stefano March dell gestore finanziario Azimut suggerisce dalle pagine del Corriere della sera di guardare con attenzione a un'ampia gamma di investimenti. La diversificazione riduce i rischi di un'esposizione monosettoriale e permette di sondare il terreno nell'ambito alimentare, nelle utility e nei titoli petrolieri.

Società - Uno spazio da esplorare sono le obbligazioni societarie, come consigliano gli esperti del mercato londinese. Per quanto sottoposte a grande volatilità, ci sono obbligazioni nel mercato americano che garantiscono rendimenti alti a 6,5% annuo in un contesto di bassi default. Da evitare in questo caso il settore energetico, ancora instabile. Meglio quindi titoli nel settore media, telecomunicazioni e beni industriali. Lo stesso metodo può essere applicato in paesi emergenti, che però vivono in macroregioni stabili: tra questi ci sono India e Messico. Meglio evitare il Brasile, entrato in recessione, il Medio oriente, visto il calo del prezzo del petrolio e la Cina.

BOT - Per chi non ha voglia e interesse a rischiare in mercati meno conosciuti degli europei, tornano più convenienti di un tempo i titoli di stato. Il Quantitative easing della Bce di Mario Draghi portano stabilità a questo tipo di titoli e negli ultimi tre mesi sono tutti risaliti. Solo tre mesi fa il Btp a 10 anni era al 1,2%, oggi è al 2,4%. Sorte migliore per i Btp a 5 anni, quasi triplicati dallo 0,5 all'attuale all'1,35%. E sempre nel settore ci sono i titoli di stato di Paesi emergenti, che possono svalutare la propria moneta nei confronti dell'euro e offrire quindi extra rendimenti. Tra le scelte più consigliate ci sono Turchia, India, Sudafrica e Messico.

Beni rifugio - La crisi greca a sorpresa ha fatto calare il prezzo dell'oro, il bene rifugio per eccellenza. Volendo comunque investire in materie prime, gli esperti suggeriscono il rame, salito negli ultimi sette giorni del 2% e diretto verso un'ulteriore crescita nel prossimo trimestre.

Quarto allarme bomba in tre mesi La compagnia nel mirino dei terroristi

Allarme bomba su un volo Turkish Airlines fra Istanbul e Bangkok




Non corressero i tempi che corrono, si potrebbe pensare al gesto (o meglio ai gesti) di un pazzo maniaco monotematico. Ma i tempi sono quelli dell'Isis e del califfato a cavallo tra Siria e Iraq. Due Paesi che in comune hanno, oltre a fede e lingua, un pezzo di confine con la Turchia, primo avamposto d'Europa (più o meno) di fronte all'avanzata dei tagliagole di Al Baghdadi.

Troppi i fattori per prendere sotto gamba gli allarmi bomba di cui è rimasta vittima nelle ultime settimane la compagnia di bandiera turca Turkish Airlines. L'ultimo oggi, quando sullo specchio di una delle toilette di un Airbus A330 in volo tra Istanbul e Bangkok è stata trovata una scritta fatta col rossetto che annunciava la presenza di un ordigno nella stiva. Il velivolo, che si trovava a quota di crociera con 148 passeggeri, è sceso rapidamente per poi atterrare all'aeroporto di Delhi, in India. lee risccercche degli artificieri hanno poi dato esito negativo.

È la quarta volta quest’anno che la Turkish Airlines riceve minacce di bombe a bordo. Lo scorso 30 marzo un allarme bomba costrinse a un atterraggio d’emergenza a Casablanca, in Marocco, un volo della Turkish Airlines diretto da Istanbul a San Paolo, in Brasile. Nessun ordigno venne poi trovato sul velivolo. Due giorni dopo, il primo aprile, un altro allarme bomba obbligò un aereo della Turkish diretto a Lisbona a rientrare a Istanbul, da dove era partito. Anche in quell’occasione l’allarme si rivelò falso. Ancora, il 17 aprile, un volo della stessa compagnia aerea partito da Istanbul e diretto a Basilea, in Svizzera, fu costretto a invertire la rotta e a fare rientro all’aeroporto Ataturk, sempre per un (falso) allarme bomba.

martedì 7 luglio 2015

Giovedì 9 Luglio, Mons. Spinillo di nuovo su Facebook!

Giovedì 9 Luglio, Mons. Spinillo di nuovo su Facebook!


di Don Carlo Villano
per il Notiziario sul web





Mons. Angelo Spinillo torna a far visita alla comunità di fedeli 2.0: dopo l’ottimo riscontro fatto segnare dall’esordio del vescovo di Aversa sul web, risalente alla fine del maggio scorso, il nuovo appuntamento è fissato per giovedì prossimo, 9 luglio 2015, dalle 21:00 alle 22:30. Mons. Spinillo si collegherà in diretta sulla Pagina Ufficiale della diocesi, www.facebook.com/chiesadiaversa, per mettersi in dialogo con gli internauti, che potranno scrivere sulla Bacheca o inviargli messaggi in privato.