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sabato 7 marzo 2015

L'identikit per scovare i pedofili La mappa: dove sono e come evitarli

La triste hit parade della Pedofilia: Europa vergognosa vincitrice





La realtà drammatica del fenomeno degli abusi sui minori rivela ogni anno dei numeri sconvolgenti. Quest'anno sono state scoperte 574.116 foto pedopornografiche di bambini dai 3 ai 13 anni, mentre i video sono 95.882. Il dramma aumenta in quanto dietro queste immagini ci sono stupri e sodomizzazioni. Questo è quanto emerge da rapporto annuale 2014 "Pedofilia- Crimini contro l'infanzia", redatto dall'associazione Meter dalla parte dei bambini-onlus di don Fortunato di Noto.

Europa triste vincitrice - Innanzitutto la pedopornografia è condivisa attraverso gli archivi telematici dei singoli utenti che mettono a disposizione i file in rete. Sono stati monitorati e denunciati i seguenti archivi: 353 Dropbox (5.496 foto, video 2.975), 36 iCloud (1.348 foto, video 3.873), 3 Box.com (6.676 foto e 1336 video). L'analisi dei dati indica come l'Europa sia «il continente col record negativo. Il 46,62% delle segnalazioni pone il “Vecchio Continente” in testa alla classifica, seguita da Africa (24,67%), America (16,98%), Asia (12,93%), Oceania (1,8%)». Il primo posto, nel 2013, era dell'Africa. Il numero dei siti segnalati negli anni è aumentato ma Meter invita a prestare attenzione: «Questo è il punto di partenza e non la fine, perché l'“offerta” pedofila ha scoperto un nuovo modo di comunicarsi rappresentato da altri canali che non sono necessariamente i siti. Oggi ci sono, infatti, i social network e gli archivi telematici».

La classifica - In Europa vince questa deplorevole classifica la Slovacchia con 764 (61,41%), seguita dalla Russia con 117 (9,92%), Montenegro 96 (8,14%), Lettonia 69 (5,85%), Groenlandia 32 (2,71%). «Da notare che la Germania, con 44 siti, ha il 3,73% delle segnalazioni e l'Italia con 14 (1,19%)». Il totale è di 1.179 segnalazioni. In Africa prevale la Libia con 701 (89,99%), Mauritius 77 (9,88%), Zambia 1 (0,13%). Il totale è di 779 segnalazioni. In America al primo posto c’è la Colombia con 492 (67,03%), poi la Georgia del Sud con 198 (26,98%) e gli Usa con 41 (5,59%). Il totale è di 734 segnalazioni. In Asia «la fa da padrone» il Giappone con 287 (70,34%), seguito da India con 113 (27,7%) e Micronesia 4 (0,99%). Totale: 408 segnalazioni.

L'identikit del pedofilo - I rischi di molestia e adescamento per minori su Facebook e Vkontakte sono in crescita. Questo perché il social network permette al pedofilo di fornire false identità eliminando differenze d'età o culturali che normalmente pongono limiti nelle relazioni tra minori e adulti. Inoltre, ricordiamo che Facebook richiede un'età minima di 13 anni, ma molto spesso i ragazzini di età inferiore riescono comunque ad accedere al social. Meter indica poi che sui social «si possono incontrare tre tipi di pedofili: il seduttore, che è molto affettuoso e fa molti regali al bambino ottenendo il silenzio del piccolo grazie alle sue capacità manipolatorie; l'introverso, che comunica pochissimo con i bambini e utilizza difficilmente approcci seduttivi; il sadico, ossia il pericoloso. È un pedofilo che trae piacere nel vedere soffrire fisicamente e psicologicamente: tende trappole e utilizza la forza per rapire e uccidere la vittima nei casi più estremi». E ancora, c’è «il voyeur pedofilo o telematico, che non abusa dei bambini ma usufruisce del materiale pedopornografico che trova in rete o tramite il commercio sommerso di foto e filmati».

Il 2015 sarà l'anno della grande invasione La profezia nera sull'ondata di immigrati

Immigrazione, il direttore di Frontex: "Nel 2015 un milione di sbarchi"





A parlare non è Matteo Salvini, nè la sua amica Marine Le Pen. Ma il direttore di Frontex, l'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea. Fabrice Leggeri spiega in una intervista alla vigilia della stagione estiva, che è quella più delicata per gli sbarchi dal Nord Africa, che ci dobbiamo preparare al peggio per l'anno che è appena iniziato. Che la "invasione" dello scorso anno sarà nulla rispetto a quel che ci attende nei prossimi mesi. "Nel 2015 dobbiamo essere preparati ad affrontare una situazione più difficile dello scorso anno. A seconda delle fonti - spiega - ci viene segnalato che ci sono tra i 500mila ed un milione di migranti pronti a partire dalla Libia". Leggeri ha toccato anche il tema della possibile presenza dell'Isis dietro il traffico dei migranti in Libia: "Dobbiamo essere coscienti dei rischi.  C'è preoccupazione tra gli Stati. Perchè se questo non accade ora potrebbe accadere in futuro".

Leggeri ha parlato anche del ruolo dell'Agenzia che guida nell'emergenza legata agli sbarchi: "Se si vuole che Frontex faccia più operazioni abbiamo bisogno di risorse e staff e dell'impegno degli Stati membri a rendere disponibili i loro mezzi", ha dichiarato, aggiungendo poi che "Frontex è una parte. Da solo non è sufficiente ad affrontare questo enorme problema. Ad esempio, la cooperazione con i Paesi terzi è molto importante". Alcune settimane fa una motovedetta italiana è stata minacciata da trafficanti armati durante un salvataggio vicino alle coste libiche. "Su questo abbiamo avuto anche uno scambio di vedute con gli Stati Ue" dice leggeri. "Ma questo non significa che domani non ci possano esser altri incidenti. E' vicino alle coste libiche che c'è il rischio".

C'è troppo cadmio in una partita di tonno scatta il ritiro dagli scaffali per una ditta

Allarme cadmio nel tonno all'olio di girasole, ritirato un lotto del marchio Insuperabile





Troppo cadmio in un lotto di scatolette di tonno, così i supermercati allertati stanno provvedendo a rimuoverle dagli scaffali. L'anomalia è stata riscontrata nelle confezioni del tonno a marchio Insuperabile all'olio di girasole. Sono confezioni da 3 scatolette ciascuna da 80 grammi, in scadenza nel 2019. La partita di tonno era già in commercio, inevitabile quindi che qualcuno abbia potuto acquistare qualche confezione del lotto L 52° A. Gli esperti consigliano di non consumare quel prodotto, vista l'alta concentrazione del cadmio, un metallo pesante che può essere dannoso se assunto in quantità elevate.

Occhio al 730 precompilato: costa di più Ecco la fregatura del nuovo Fisco del governo

730 precompilato, caos detrazioni e rincari: che fregatura il nuovo Fisco con Matteo Renzi

di Maurizio Belpietro 



Lo scorso anno, quando Matteo Renzi annunciò in campagna elettorale che avrebbe semplificato la vita di chi paga le tasse con il 730 precompilato, gli chiesi come avrebbe fatto con le detrazioni. Il presidente del consiglio liquidò la faccenda come se si trattasse di un dettaglio, ma la mia impressione fu che non solo non sapesse come risolvere la questione, ma nemmeno fosse a conoscenza di che cosa fossero le detrazioni e come funzionassero. «Il premier va di fretta e non si cura dei dettagli», mi rassicurò un suo collaboratore. Forse tutti gli uomini che hanno una visione si comportano così, lasciando ai funzionari la traduzione in pratica delle loro intuizioni. Però non occupandosi delle procedure necessarie a trasformare in realtà un’enunciazione poi si rischia un guaio ed è quello che sta succedendo proprio con la dichiarazione dei redditi precompilata.

Già tempo fa noi di Libero avevamo lanciato l'allarme, prevedendo la massima confusione. L'articolo del nostro Franco Bechis forse sarà stato giudicato eccessivamente pessimista, ma giunti alla vigilia dell’operazione di semplificazione del Fisco tutti i nodi vengono al pettine. Il primo è appunto quello delle detrazioni, che non essendo prevedibili (come fa l'Agenzia delle entrate a conoscere l'ammontare delle somme spese per il medico, per la colf o per il mutuo? È vero che tutto è registrato, ma l'elaborazione dei dati è complicata) rischiano di mandare a pallino il modello precompilato. Il contribuente infatti non trovando inseriti quei dati sarà costretto a ricorrere al commercialista o a un centro di assistenza fiscale, con tutto ciò che ne consegue. Per prima cosa pagherà, come è ovvio, e dunque non ci sarà il risparmio tanto atteso, e per seconda dovrà rinunciare all'immunità fiscale, ossia alla promessa che utilizzando la dichiarazione predisposta dagli uffici fiscali non avrà problemi con l'Agenzia delle entrate. Non essendo più vergine, ma essendo stato corretto da un commercialista, il modello rilasciato dal Fisco non è più immune dai controlli e perciò siamo alle solite, ossia al rischio di vedersi contestata la dichiarazione dei redditi.

Tuttavia i problemi non si fermano qui. Siccome con la nuova normativa è stata introdotta anche la responsabilità del commercialista che compila il modello da consegnare all'Erario, attribuendo dunque al professionista il rischio di pagare in solido con il contribuente, ragionieri e centri di assistenza fiscale sono sul chi va là e alcuni addirittura sono pronti a rifiutare la compilazione delle dichiarazioni dei redditi che possano presentare rischi. In tal caso l'italiano che paga le tasse si ritroverebbe abbandonato a se stesso, senza sapere a chi rivolgersi. Non è tutto. Gli studi professionali per tutelarsi dal pericolo di dover onorare sanzioni pesanti si sono attrezzati con una polizza di assicurazione, ma vista la complessità della materia (con il Fisco si rischia sempre, anche quando non si ha alcuna intenzione di evadere o di nascondere i propri redditi) il premio è assai salato. E ovviamente per il contribuente tutto ciò non è gratis, perché se il commercialista ha una spesa in più, questa alla fine ricadrà sulla parcella che il cliente si vedrà presentare.

Risultato, l'idea di far pervenire a casa una dichiarazione dei redditi già predisposta, senza complicare la vita degli italiani, è bella e apprezzabile, ma si scontra con la realtà e con un Fisco che ormai è comprensibile a pochi. Se il diavolo si nasconde nei dettagli, forse prima di lanciare l'operazione semplificazione sarebbe stato il caso di sfoltire la normativa fiscale. Perché è vero che all'estero il bollettino delle tasse arriva a casa senza costringere i contribuenti a faticare su numeri e documenti, ma negli altri Paesi le istruzioni per compilare la dichiarazione dei redditi sono composte di poche pagine, mentre da noi solo per spiegare che cosa bisogna fare ne servono settecento. Forse si doveva partire da lì, da un Fisco che per essere capito ha bisogno di un dizionario. Ma in tal caso più che di semplificazione forse si doveva parlare di rifondazione fiscale: buttare tutto ciò che c'è per prendere esempio dalla Svizzera o dagli Stati Uniti. Ma così facendo, pensate a quanta gente resterebbe senza lavoro. Di certo chi ha inventato la Delirium tax.

venerdì 6 marzo 2015

Caivano (Na), MONOPOLI: "Mai più eco-"balle" che mortificano il nostro Popolo"

Caivano (Na), MONOPOLI: "Mai più eco-"balle" che mortificano il nostro Popolo"




La nostra coalizione, nasce per evitare che a Caivano la malapolitica continui a "sgovernare" il Paese, procurando ferite mortali, come quelle delle piramidi di eco balle, che mortificano nel corpo e nello spirito il nostro popolo e il nostro territorio. Così il candidato Sindaco del Centro Destra, Simone Monopoli ai nostri microfoni, e nota: "Mai più dobbiamo tollerare scempi come questo, mai più dobbiamo permettere che partiti come il Partito Democratico possano gestire, come hanno fatto da 20 anni a questa parte, il nostro destino". Mai più!

Prof di ruolo licenziato, insegnava male A Treviso scoppia un caso nazionale

Treviso, professore di ruolo licenziato perché insegnava male: scoppia un caso nazionale





E' stato licenziato un professore dell'Istituto superiore Einaudi -Scarpa di Montebelluna, provincia di Treviso, per non aver saputo svolgere al meglio il proprio lavoro. Il caso è sicuramente più unico che raro, perché il docente in questione non è un precario o un supplente, ma un docente con cattedra. 

Il caso - La disavventura del prof, che probabilmente aprirà la strada ad altri casi analoghi, inizia nel 2007 con l'immissione in ruolo del docente per una cattedra di educazione tecnica. Lo scorso anno studenti e genitori hanno iniziato a segnalare al preside dell'istituto, Gianni Madallon, delle incongruenze nelle valutazioni: voti molto bassi in verifiche giuste, e voti alti altisonanti per compiti sbagliati. Il dirigente ha dunque avvisato l'ufficio scolastico regionale che ha inviato degli ispettori per verificare il lavoro del docente. L'iter è durato sei mesi, con la scelta di licenziare il docente. 

E' possibile licenziare -  Di casi analoghi non ce ne sono si può dire. A parte uno del 1987, in cui un'insegnante di Padova perse il lavoro per lo stesso motivo. Sicuramente è molto difficile licenziare per una mancanza nella qualità dell'insegnamento. Si può togliere il posto più facilmente a chi offende o minaccia un collega, il difficile viene nel dimostrare in un' aula di tribunale, quando quel docente accusato di imperizia ricorre alla magistratura, che non si riesce davvero a spiegare Platone. Stando alle stime, nelle scuole pubbliche italiane su oltre 650mila docenti di ruolo, il 3% (22mila docenti) sono inadeguati. 

Le leggi - In tutte le leggi è prevista la rimozione dall'incarico per inadempienza didattica. Si va dal Testo Unico sulle disposizioni legislative in materia d' istruzione del 1994 al decreto legge 150/2009, firmato dall' ex ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Tuttavia, al netto di un percorso normativo chiaro, i sindacati temono ora l' effetto del disegno di legge sulla Buona scuola. Tra i punti della riforma c' è, infatti, quello della valutazione per il corpo docente che peserà per ben il 70% sugli scatti salariali. "La valutazione –- spiega il segretario nazionale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo –- per come è stata presentata finora dal Governo, seguirà dei criteri molto discrezionali e poco oggettivi perché mancano dei parametri, affidando il giudizio sull' operato di un insegnante al preside, a due docenti mentor e a uno di staff. Si vuole migliorare la scuola ma si rischia l' effetto contrario – prosegue Pantaleo – dando il via a valutazioni e possibili procedimenti basati sull' onda dell' emotività. Questa scelta invece che affinare le potenzialità dell' istruzione italiana – conclude un segretario – potrebbe generare un meccanismo che priverebbe qualsiasi docente anche delle più basilari tutele contrattuali»"

Btp, risparmi e mutui e case: effetto Draghi sulle nostre tasche

Draghi, Bce e Quantitative easing, gli effetti sulle nostre tasche: btp e depositi in calo, mutui più leggeri

di Tobia De Stefano 



Allacciate le cinture, si parte. Lunedì la Bce immetterà sul mercato la prima ondata di liquidità da 60 miliardi con l’obiettivo dichiarato di far ripartire l’economia e scacciare definitivamente gli spettri della deflazione. Magari ci vorrà qualche mese, ma, parola di Draghi, si andrà avanti di questo passo. Dal 9 marzo fino a settembre del 2016 gli acquisti di titoli di Stato supereranno quota mille miliardi con ovvie conseguenze anche su prezzi e andamenti di Bot, Btp, bond, mutui e strumenti vari di liquidità. Insomma, anche sui risparmi degli italiani. Cosa fare? Conti di deposito. Una premessa: dimentichiamoci il 3-4% lordo che i conti di deposito, magari se vincolati, garantivano fino a non troppi mesi fa. Oggi i migliori rendono non più del 2% e con i tassi così bassi e il Quantitative Easing galoppante molto probabilmente scenderanno ancora.

Scarsi guadagni con i titoli di Stato. Lo spread ormai oscilla intorno a quota 100 punti e il rendimento del Btp decennale non supera l’1,35% lordo. Se solo si pensa che a inizio 2014 eravamo intorno al 4% si capisce come nel giro di un anno sia cambiato il mondo. «L’aspetto fondamentale - spiega l’analista obbligazionario di Banca Albertini Syz Angelo Drusiani - è la bassissima redditività di qualsiasi investimento sui titoli di Stato, in particolare sui bond dei paesi non virtuosi. Il decennale portoghese non va oltre l’1,80%, mentre i titoli di Stato greci superano il 9% ma vista l’indecifrabilità della situazione politica presentano eccessivi. E parliamo delle durate più lunghe, perché se dovessimo considerare quelle medio basse, allora scenderemmo sotto l’1%».

Insomma, grandi margini per chi volesse entrare ora non ce ne sono e anche in futuro il quadro non dovrebbe cambiare. «Guardando quanto è successo negli Usa (il Qe della Fed, ndr), questa fase dovrebbe continuare anche nei prossimi mesi. L’unica variabile può essere la decisione, probabilmente tra giugno e settembre, della Fed di alzare i tassi. In quel momento si potrebbe ipotizzare una sorta di contagio». E anche per chi volesse puntare sul mercato delle obbligazioni societarie la strada è tutt’altro che in discesa. «Il mercato corporate - continua Drusiani - offre rendimenti più interessanti, ma il problema è che le nuove emissioni partono da un importo minimo di 100 mila euro e quindi sono poco accessibili. Morale della favola: investire attraverso fondi di investimento o private banker oggi darebbe quella garanzia di diversificazione planetaria che oggi è ancora più importante». 

Mutui e case. Già da diversi mesi i costi sui mutui sono in calo e il trend dovrebbe continuare almeno per tutto il 2015. «Il grosso della discesa - spiega Roberto Anedda, direttore marketing di MutuiOnline.it - è alle spalle, ma sono prevedibili ulteriori limature. Oggi gli spread sono sotto il 2% e toccano la soglia minima dell’1,50% per il variabile e dell’1,85% per il fisso, in futuro questi picchi potrebbero diventare delle medie con i prodotti più convenineti che arriveranno fino all’1,30%». Ma tornare all’1% non è ipotizzabile. «Non credo si ritorni a certi livelli, il sistema economico anche se in ripresa non è solido come anni fa e gran parte delle richieste oggi riguardano la surroga (la possibilità di cambiare il vecchio mutuo con un nuovo prestito) che consente di risparmiare in media 30-40 mila euro a famiglia. In questo momento i migliori tassi fissi costano intorno al 3% e chi sostituisce un prodotto sottoscritto nel 2011-2012 con tassi intorno al 5-6% riesce a risparmiare migliaia e migliaia di euro (vedi la tabella sopra ndr)». E se riduci i tassi sui mutui e aumenti la liquidità sul mercato per forza di cose anche i prezzi delle abitazioni vanno su. Così come vanno su le attività finanziarie, per esempio le azioni. «La Borsa italiana - conclude Drusiani - è ancora la più interessante perché arriva da anni di grandi svalutazioni e perché diverse società hanno nell’export (altro effetto del Qe è l’indebolimento dell’euro ndr) la loro punta di diamante. Insomma, tutto il settore industriale è da tenere in grande considerazione».