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venerdì 3 marzo 2017

Centrodestra unito? No, è la fine Ecco la foto del disastro / Guarda

Senza Berlusconi e Salvini il centrodestra è unito


di Salvatore Dama



Chiude il Nuovo centrodestra. «Dal 18 marzo l'esperienza del Ncd si conclude, adesso dobbiamo unirci con altri per riuscire a centrare l' obiettivo di dare finalmente una casa comune ai moderati liberali popolari italiani». Lo annuncia Angelino Alfano in un' intervista al Tg1. I moderati sono «quei milioni e milioni di italiani che non ci vogliono alleati con Salvini e con il Partito Democratico». Allora con chi? Il ministro degli Esteri guarda a quei partiti che aderiscono al Ppe. E dunque, principalmente, a Forza Italia. Purché Silvio Berlusconi molli i sovranisti al loro destino e resti ancorato solidamente al centro. Salvini è «inconciliabile con noi», insiste Alfano, «vuole uscire dall' Europa, noi vogliamo cambiare l'Europa difendendo le grandi conquiste di questi decenni a cominciare dalla pace e dalla sicurezza». La soluzione, conclude l' esponente di governo, è «costruire un sistema di comune difesa europea rispetto ai rischi che vengono dal fronte Sud del mondo, non scappare dall' Europa».

Mollare Salvini. Cosa che il Cavaliere sarebbe ben lieto di portare a termine. Se non dovesse fare i conti con i rapporti di forza. L'algebra del centrodestra gli dice che accordarsi con i centristi è cosa buona, ma non determinante. Perdersi la destra lepenista, invece, significa dire addio al 40 per cento, la soglia del premio di maggioranza sarebbe un miraggio.

Ma tutto è così prematuro. Non si sa se la legge elettorale cambierà o rimarrà quella indicata dalla Consulta. Non si sa la data del voto e neanche come finirà il congresso del Pd.

Dalla cantina dei nonni alle grotte sotterranee.


Il primo e unico impianto al mondo per la conservazione delle mele è stato realizzato 275 metri sotto le... 
Insomma, siamo al "carissimo amico". Ieri, al Tempio di Adriano, un tot di dirigenti di centrodestra si è confrontato sul tema delle primarie nel corso di un convegno organizzato dalla fondazione di Altero Matteoli. Tutti d'accordo: il motore del centrodestra deve essere l'unità. Condizione per celebrare le primarie. Peccato che all' appello mancassero Salvini e Berlusconi, i due che litigano. E non due qualsiasi.

Al tavolo c'erano Giorgia Meloni, Gaetano Quagliariello, Mario Mauro, Giovanni Toti, Raffaele Fitto, Massimiliano Fedriga. «Ho visto le polemiche suscitate da questa iniziativa in casa mia, ma sono corazzato», dice Matteoli. Secondo Repubblica, Berlusconi starebbe per dare il benservito agli ultimi ex An rimasti in Forza Italia. Indiscrezioni poi smentite dal Cav. «Noi siamo qui per confrontarci e mettere attorno allo stesso tavolo chi può ridare vita al centrodestra». Farlo attraverso le primarie. «Vogliamo che siano regolate per legge», spiega Meloni, «abbiamo presentato una proposta di modifica della legge elettorale a tal proposito».

Stessa musica anche da Raffaele Fitto: «Servono regole certe, dico no a primarie intese come scontro tra candidati, ma per un dibattito proficuo su temi concreti». Salvini non c'è, assente giustificato perché fuori Roma. A rappresentare il Carroccio è Fedriga: «Le primarie sono fondamentali, non si può prescindere dalla volontà popolare per indicare il candidato premier».

Che per la Lega deve essere Salvini, non Luca Zaia come propone Berlusconi. La precondizione per la scelta del leader è l'unità della coalizione, insiste Toti: «Dobbiamo capire come possiamo stare insieme. Le primarie non devono essere un braccio di ferro o una prova di forza, quel che conta è individuare il percorso per arrivare alle consultazioni aperte». Occorre capire, aggiunge il governatore della Liguria, «se sono un momento costitutivo o altro. Io tengo molto di più a individuare il percorso per arrivarci. I sondaggi ci dicono che siamo tra le prime coalizioni», grazie anche «ai tanti demeriti degli altri». Stesso invito a camminare uniti arriva da Mario Mauro, che mette in guardia dal rischio di «trasformare le primarie in una giocata al lotto». Occorre uscire, aggiunge l'ex ministro della Difesa, «dalla logica del manuale Cencelli». Oggi come nel '94, dice Gaetano Quagliariello, «l'unità del centrodestra è l'unica proposta di governo che l'Italia può avere. Di fronte a una sinistra che si divide e a un M5S che ha scelto di essere opposizione permanente, la nostra unità è una esigenza non solo per noi ma soprattutto per il Paese». Partiamo dai contenuti, propone Meloni, «facciamo uno sforzo per trovare un denominatore comune». E rilancia l'ipotesi della lista unica alle Comunali di Genova. Poi si toglie un piccolo sassolino: «Io sono stata tacciata di populismo, Berlusconi in una intervista ha messo in guardia dal pericolo del populismo, ma è stato il primo ad essere populista...».

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