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martedì 10 febbraio 2015

Tsipras, sfida totale alla Merkel: vola a Mosca a chiedere aiuto a Putin

Eurogruppo, la Grecia chiede aiuto a Mosca





Più che una coincidenza, pare un tempismo politico perfetto. Mercoledì, al tavolo dell'Eurogruppo (il verticee dei ministri economici dell'Eurozona), si decideranno le sorti della Grecia. E nello stesso giorno, come riporta l'Huffingtonpost, il neo-ministro degli Esteri del governo Tsipras, Nikos Kotzias, volerà a Mosca a incontrare il suo omologo Sergej Lavrov. Un segnale, neanche troppo velato, ai partner europei che si aspettano per il prossimo vertice dei Paesi dell’Eurozona impegni precisi dalla Grecia, prima ancora di discutere delle proposte che il governo ellenico ha sollevato in questi giorni. L'apertura della sponda russa dà a Tsipras e al suo governo un’importante carta negoziale visto che un eventuale veto greco complicherebbe non poco ogni eventuale azione della Ue nei confronti di Mosca proprio mentre, sempre l’11 febbraio, è in programma il delicatissimo vertice di Minsk per tentare di sbrogliare la crisi ucraina.

L'ex ciclista Marino ora preferisce l'aereo: tour mondiale (a spese dei romani) per vendere la Capitale ai turisti

Marino in tour vuole sedurre i turisti e portarli a Roma

di Franco Bechis 



Il programma è da giro del mondo in ottanta giorni. Fine febbraio: Miami, per un workshop. Marzo, Berlino per l’International Tourisme Bourse, e ancora Miami per il Cruise Shipping. Il 17 marzo a Mosca per un altro workshop, e nella capitale russa bisogna restare qualche giorno e presentarsi anche al Moscow International Travel & Tourism Exhibition. I primi di aprile, viaggio in Brasile, a San Paolo per il World travel market Latin America. Poi il 14 aprile a New York, e il 16 a Chicago, per due workshop. A maggio a Dubai per l’Arabian Travel market. E poi a Francoforte. E infine a giugno tappa obbligata ad Hong Kong, per l’International travel Expo. Ignazio Marino ha deciso di girare il mondo per sedurre i turisti stranieri e spiegare loro le bellezze di Roma.Il sindaco della Capitale ha deciso di non badare a spese, e ha finanziato un tour da maratoneta per i primi sei mesi del 2015, dove dovrà infilare anche una più banale capatina a Milano per la Borsa Internazionale del turismo. La squadra di Marino toccherà almeno 4 dei cinque continenti (l’Australia se l’è dimenticata), nella certezza che il tour porti buoni frutti. Nella delibera dove si è deciso a girare il mondo Marino infatti scrive che questo programma “consentirà a Roma capitale di fidelizzare mercati già solidi e contemporaneamente di fidelizzare l’immagine sui mercati emergenti e potenziali, incrementando i flussi turistici verso la cttà di Roma e promuovendo la città anche come sede di congressi e convegni, con una evidente ricaduta economica positiva per Roma Capitale e per tutta la filiera del turismo territoriale.

Di certa al momento c’è solo la spesa per queste missioni internazionali molto particolari. Ma il sindaco di Roma ha una giustificazione per ogni tappa. Anche per quella che sembra c’entrare meno, come la visita alla Cruise Shipping di Miami. Secondo Marino è occasione irripetibile, perchè  è “la più importante manifestazione a livello mondiale per il settore della cantieristica riservata esclusivamenyte agli operatori del settore, dato che il settore crocieristico vede una stretta collaborazione fra Italia e Stati Uniti, anche grazie a importanti acquisizioni aziendali”. E allora si parte, in crociera!

Avviso choc di Samsung ai suoi clienti: "Attenti, il vostro televisore vi ascolta"

Samsung: attenti, la SmartTv vi ascolta





L'avviso fa pensare ai primi anni della televisione, quando i primi spettatori, soprattutto gli anziani, tenevano gran contegno nel guardare la televisione, conviti che "quelli dall'altra parte" potessero sentirli e vederli. Ma fa pensare anche a "1984" , il romanzo di George Orwell che ha "inventato" il "grande fratello". E' quello che il colosso delle telecomunicazioni Samsung ha rivolto ai suoi clienti nel supplemento alla policy di utilizzo delle SmartTv: prima di parlare di temi familiari o personali o comunque “sensibili”, spegnete la televisione. Perché ascolta (e riferisce). L’allarme sta rimbalzando da diverse ore sui siti di news a stampo più tecnologico: "Siate consapevoli che se le parole pronunciate includono informazioni personali o sensibili, queste informazioni saranno tra quelle acquisite e inviate a una società esterna per il fatto che state usando il riconoscimento vocale, quello che si attiva con il simbolo del microfono sul telecomando (simbolo che compare poi anche sullo schermo tv per avvisarci che la funzione è attiva) -, ma stupisce il fatto che il colosso tech con i nuovi termini d’uso abbia voluto mettere le mani avanti.

Panico tra i furbetti del lavoro: spuntano gli 007 anti-assenteisti

I datori di lavoro si difendono: chiamano gli investigatori privati per incastrare gli assenteisti






In questo periodo di crisi, nessuna azienda può permettersi di pagare uno stipendio a chi non lavora, o fa finta di lavorare. Un concetto che a prima lettura sembra brutale, che non viene però dai politici o dai ministeri, bensì dai liberi professionisti. La soluzione che i privati stanno da tempo adottando è l'utilizzo di investigatori privati, in quanto dicono di sentirsi "abbandonati dallo Stato".

Sorvegliare i sospettati - Le indagini sugli "infedeli, come riporta il Giornale, partono dall'analisi dei cellulari e dei profili social network, metodi quindi inizialmente molto semplici che già permettono di smascherare i furbetti. Marzio Ferraro, ceo dell'agenzia Phersej, afferma che il 40% delle indagini aziendali si concentra sull'assenteismo dei dipendenti. L'obbiettivo è trovare prove documentali che possono essere utilizzate per il giudizio dell'azienda, che provvederà al licenziamento o meno del dipendente. La stessa Cassazione ha ribadito che è legittimo licenziare un dipendente che, in malattia svolge attività non compatibili con la patologia stessa.

Dati interessanti - Il 90% dei casi di sospettato assenteismo, viene confermato dopo le indagini. I mandati per il controllo dell'assenteismo nel 2014 sono cresciuti del 7%. Nel settore pubblico, secondo i dati che arrivano dal ministero, le assenze sono calate del 5%; anche se, dal conteggio, rimane fuori la scuola pubblica, un settore ad alta densità. Il dato più interessante riguarda la differenza di rilascio di certificati medici dal 2011 al 2013: l'aumento del dato nell'amministrazione pubblica è del 27%, mentre per il privato solo del 1%. Per non parlare dei puniti, che solo solo 1 su 15 mila furbetti.

Popstar, divi di Hollywood e 3 big italiani Chi ha conti in Svizzera: i nomi dei vip

Lista Falciani, i settemila italiani con conti in Svizzera





Un'inchiesta esplosiva sulla lista Falciani, l'elenco dei centomila clienti che hanno depositato denaro  in Svizzera, nei forzieri della filiale elvetica della britannica Hsbc. Tra questi ci sono settemila italiani. L'elenco è nelle mani dell'Espresso e di altri 44 giornali in tutto in mondo E' stata svelata dall'International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), il network di giornalismo investigativo con sede a Washington. Dall'inchiesta è venuto fuori un dossier di oltre 100mila clienti di più di 200 paesi con 81mila conti censiti dall'Iban tra il 1998 e il 2007.  Si è scoperto così che settemila italiani, nel 2007 custodivano circa sei miliardi e mezzo di euro. Tra questi due Valentino: lo stilista e Valentino Rossi, poi ci sarebbe, stando alle prime indiscrezioni, anche Flavio Briatore. Al di là dei nomi dei clienti vip, emergono i rapporti "imbarazzanti" della filiale svizzera della banca privata inglese: mercanti d'armi, esportatori di diamanti di contrabbando, narcotrafficanti, sospetti finanziatori dei terroristi di Al Qaeda, tutti accomunati da un gigantesco sistema di evasione fiscale di massa. 

I nomi degli italiani - In particolare, "Valentino aveva negli anni '06-'07 oltre 100 milioni di euro sui conti della Hsbc; per l'ex patron del Billionaire, 73 milioni in nove diversi conti; mentre il Dottor Rossi aveva 23 milioni". Nota importante: la presenza di alcuni nomi nell'inchiesta, precisa il consorzio Icij, non significa automaticamente che abbiano commesso reati, o che non abbiano regolarizzato la loro posizione con i rispettivi governi. Il legale di Briatore, Philippe Oukra, ha spiegato: "Quelle cifre risalgono a più di 10 anni fa con la conseguenza che il signor Briatore non è in grado di confermare o negare i dettagli delle vostre asserzioni. Il signor Briatore può confermare che lui e alcune sue compagnie - alcune delle quali erano guidate dalla Svizzera - hanno tenuto alcuni conti bancari in Svizzera, in modo perfettamente legale e rispettando tutte le leggi e regolamenti fiscali". Sui cinque conti ancora aperti nel 2008 il legale ha risposto che "il signor Briatore non farà ulteriori commenti".

Da Hollywood alle case reali - Per quanto riguarda gli altri nomi ci sono il re del Marocco Moahmmed VI e quello di Giordania Abdallah, ma anche la modella Elle Macpherson, cantanti come Tina Turner e Phil Collins, il pilota di Formula 1 Fernando Alonso, gli attori John Malcovich, Joan Collins e Gad Elmaleh, la famiglia del potentissimo banchiere spagnolo del Banco Santander Emilio Botìn, morto nel 2014. 

L'inchiesta - L'inchiesta nasce da Hervé Falciani, l'impiegato informatico alla Hsbc di Ginevra che tra il 2006 e il 2008 ha ricopiato su cd-rom i dati di tantissimi clienti dalla banca consegnandoli alla Francia. Nel 2010 a sua volta Parigi ha "girato" la lista ad altri paesi. La Svizzera ha chiesto l'estradizione di Falciani che dovrebbe essere processato nel paese elvetico con l'accusa di spionaggio economico, sottrazione di dati e violazione del segreto bancario.

domenica 8 febbraio 2015

Bechis: da Mediaset ai bilanci, la verità sui ricatti a Berlusconi

Bechis: tv e bilanci, la verità dei ricatti a Berlusconi

di Franco Bechis 



Che sia più politica che sostanza, si capisce dai toni. Dopo avere lanciato il sasso all’indomani della rottura del patto del Nazareno, con quei due pugni allo stomaco di Forza Italia (stangata su tasse Mediaset e nuova legge sul falso in bilancio), il Pd ieri ha iniziato a nascondere la mano. Con un sasso nel pugno e un fiore stretto nell'altra mano è sceso in campo direttamente Matteo Renzi, che nella sua e-news ha fatto sfoggio di entrambi gli atteggiamenti. Forza Italia si rimangia il Nazareno? «Buon appetito», ha scritto Renzi in versione pugile: «Noi non abbiamo cambiato idea. Ho sempre detto che voglio fare accordi con tutti e che non ci facciamo ricattare da nessuno. Perché i numeri ci sono anche senza di loro». Poi ha allargato il sorriso e teso la mano: «Spero che dentro Forza Italia prevalgano il buon senso e la ragionevolezza. Se ciò non dovesse accadere noi continueremo a rispettare Berlusconi e il suo partito come rispettiamo tutti i partiti che ottengono i voti dei nostri concittadini: il nostro obiettivo non è parlar male dei nostri avversari, ma lavorare bene per l’Italia». 

La linea del capo del governo è soprattutto questa seconda, e il pugno gli serve semplicemente per non farsi trascinare dentro vicende e regolamenti dei conti tutti interni a Forza Italia. Secondo l’interpretazione che si coglie sia nella cerchia più stretta del premier, sia con qualche sarcasmo all’interno di Forza Italia, il patto del Nazareno non sarebbe archiviato. Ma i segnali politici lanciati nelle ultime ore hanno lo scopo di dare un altro messaggio a Berlusconi: «Se ti interessa riprendere il filo del dialogo, lo si fa con chi lo ha tessuto fino ad oggi: Dennis Verdini e Gianni Letta. Altrimenti ognuno per la sua strada, e auguri». Non è questione di scortesia la scelta degli ambasciatori di Renzi - in primis il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti - di rifiutare ogni contatto con altri possibili ambasciatori che si sono fatti avanti nelle ultime 24 ore, come Maria Rosaria Rossi e Giovanni Toti. I due chiamano al telefonino, lasciano messaggi in segreteria telefonica, contattano anche gli uffici. Lotti non si fa trovare e non richiama nemmeno. Fra gli azzurri il gesto viene interpretato maliziosamente come un atto di amore nei confronti di Verdini, che all’interno del suo partito viene accusato di essere fin troppo testa di ponte del premier. Ma al di là delle simpatie personali, il governo cerca soprattutto di non entrare anche solo dando filo ora a questo o a quel dirigente, in una confusa guerra satrapica interna al partito di Berlusconi.

Si tratta però di puri messaggi politici, e lo erano anche gli «avvertimenti» arrivati dall’esecutivo giovedì: né sulla tassa Mediaset, né sul falso in bilancio c’è qualcosa più di un annuncio. L’emendamento proposto al “milleproroghe” infatti contiene solo un principio generale, che può fare oscillare i costi amministrativi delle frequenze digitali sia per Rai che per Mediaset da un euro a 50 milioni. Il quantum però verrebbe deciso - sempre che l’emendamento venga approvato - da un successivo decreto del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi. Ieri il renziano Michele Anzaldi che aveva soffiato il giorno prima sul fuoco della norma-vendetta su Mediaset, ha gettato acqua sul fuoco (come si deve fare quando i messaggi sono solo politici), sostenendo che oggi Mediaset paga 13 milioni l’anno e che al massimo rischierebbe di doverne pagare qualcuno in più: 17,5 milioni. E usando la chiave politica gli ha replicato Augusto Minzolini: «Non importa che siano 5,10 o 50 i milioni in più da pagare. Quelli interessano Mediaset, non noi. Ma se il governo doveva intervenire sulla materia in un senso o nell’altro avrebbe fatto bene a farlo in un altro momento, non certo all’indomani della rottura del cosiddetto Patto del Nazareno. È una questione di stile e galateo politico». Anche il Mattinale di Renato Brunetta ha usato quella chiave: più della sostanza, la forma politica che avrebbe per Renzi il senso di dare questo messaggio: «Chi resiste, chi non accetta la regola fiorentina della sottomissione, sappia che ne pagherà le conseguenze». 

Però nelle stesse ore all’Economia si stavano svolgendo riunioni tecniche sul famoso decreto fiscale che contiene quella depenalizzazione per evasori e frodatori fiscali fino al 3 per cento dell’imponibile. Tutte le proposte di modifica della norma sono state cassate dai vertici del ministero, su imput del ministro Pier Carlo Padoan (e probabilmente dello stesso Renzi). Anche quello è un segnale politico, ed è di apertura verso Berlusconi. Di lui e del Nazareno Renzi ha bisogno, soprattutto in vista del Consiglio dei ministri del prossimo 20 febbraio. Quel giorno oltre al decreto fiscale approderà in consiglio un nuovo capitolo del jobs act, quello sulle formule contrattuali. E inevitabilmente tornerà a spaccarsi il Pd, con il premier che avrà necessità di una mano sia da parte di Angelino Alfano che da Forza Italia. Il Nazareno è magari congelato, più propriamente addormentato. Ma pronto ad essere risvegliato. 

Occhio, i Comuni sono in crisi nera Per far soldi ci massacrano di multe

Multe a raffica per sanare i conti dei Comuni: nel 2015 già si è arrivati al 20% in più





Riparte l’offensiva dei comuni sulle multe. Gli incassi stimati per il 2015, dopo una leggera flessione causa crisi, tornano a salire: in media l’incremento supera il 20% della cifra indicata per il 2014. È quanto emerge da un’indagine dell’Adnkronos sui bilanci dei comuni italiani. A pesare sulla contabilità delle amministrazioni resta il problema dell’evasione, con punte fino al 50% e incassi effettivi in media inferiori del 30% rispetto alle voci stimate. E ovunque, nelle grandi città e nei comuni più piccoli, la reazione è all’insegna di una strategia aggressiva: più autovelox, perché gli strumenti per il controllo automatico della velocità garantiscono un rapido incremento dei verbali, e più vigili in strada nelle ore di punta per il traffico. A Roma, si pianifica un inasprimento dei controlli, con il 20% degli incassi delle multe già ’impegnati' per il potenziamento delle attività di accertamento delle violazioni. A Milano, gli autovelox arriveranno a fruttare fino a 480mila euro al giorno. Nei comuni più piccoli, scendono i numeri assoluti ma sale, in proporzione, l’incidenza delle multe. A Bolzano sono stimati incassi pari a 38 euro a carico di ognuno dei 105.713 residenti. Nel 2014, incrementi record a Bergamo, 2.000 multe in più sul 2013; a Subiaco (Rm), il picco di incremento del gettito: +50% sull’anno precedente. Il governo, peraltro, si mostra consapevole del problema. Tanto che il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi è intervenuto più volte per ribadire che "non è tollerabile che si utilizzi la leva delle contravvenzioni per ripianare buchi di bilancio". Il ministro ha anche stigmatizzato la tendenza delle Amministrazioni comunali a gonfiare le spese di notifica per compensare lo sconto del 30%, previsto dalla legge per chi paga entro pochi giorni.