I datori di lavoro si difendono: chiamano gli investigatori privati per incastrare gli assenteisti
In questo periodo di crisi, nessuna azienda può permettersi di pagare uno stipendio a chi non lavora, o fa finta di lavorare. Un concetto che a prima lettura sembra brutale, che non viene però dai politici o dai ministeri, bensì dai liberi professionisti. La soluzione che i privati stanno da tempo adottando è l'utilizzo di investigatori privati, in quanto dicono di sentirsi "abbandonati dallo Stato".
Sorvegliare i sospettati - Le indagini sugli "infedeli, come riporta il Giornale, partono dall'analisi dei cellulari e dei profili social network, metodi quindi inizialmente molto semplici che già permettono di smascherare i furbetti. Marzio Ferraro, ceo dell'agenzia Phersej, afferma che il 40% delle indagini aziendali si concentra sull'assenteismo dei dipendenti. L'obbiettivo è trovare prove documentali che possono essere utilizzate per il giudizio dell'azienda, che provvederà al licenziamento o meno del dipendente. La stessa Cassazione ha ribadito che è legittimo licenziare un dipendente che, in malattia svolge attività non compatibili con la patologia stessa.
Dati interessanti - Il 90% dei casi di sospettato assenteismo, viene confermato dopo le indagini. I mandati per il controllo dell'assenteismo nel 2014 sono cresciuti del 7%. Nel settore pubblico, secondo i dati che arrivano dal ministero, le assenze sono calate del 5%; anche se, dal conteggio, rimane fuori la scuola pubblica, un settore ad alta densità. Il dato più interessante riguarda la differenza di rilascio di certificati medici dal 2011 al 2013: l'aumento del dato nell'amministrazione pubblica è del 27%, mentre per il privato solo del 1%. Per non parlare dei puniti, che solo solo 1 su 15 mila furbetti.
Nessun commento:
Posta un commento