Visualizzazioni totali

sabato 17 gennaio 2015

Dopo la farsa delle primarie in Liguria Cofferati straccia la tessera del Pd

Dopo la farsa delle primarie in Liguria, Cofferati molla il partito





Sergio Cofferati se ne va dal Pd sbattendo la porta. Sconfitto dalla renziana Raffaella Paita alle primarie liguri del centrosinistra, l'ex leader della Cgil ha convocato una conferenza stampa nel foyer del Teatro Carlo Felice di Genova per spiegare le ragioni di questa decisione alla quale sarebbe arrivato dopo una lunga discussione con i suoi collaboratori e con quella parte di dirigenti del Pd genovese e ligure che lo avevano sostenuto alle primarie. Cofferati la notte dell’11 gennaio scorso, quando era stato reso noto il risultato definitivo delle consultazioni liguri aveva dichiarato: "Prendo atto dei risultati ma non li riconosco, e chiedo l’intervento della commissione di garanzia su tutte le segnalazioni di di voti del centrodestra e di voti eterodiretti di comunità di stranieri. Soltanto quando la commissione di garanzia si sarà pronunciata avremo il quadro definitivo. Oggi le primarie non sono affatto concluse".

Gli altri nodi - Sul tavolo ci sono questioni di merito, sul voto, ma anche di prospettiva politica sul cammino di un partito, il Pd, che guarda al centro e pensa ad alleanze con formazioni come l'NCD. "Inaccettabile il silenzio di Renzi e del mio partito sulle primarie in Liguria", ha detto Cofferati durante la conferenza stampa. "In questa situazione non posso restare". "In questa situazione, per rispetto ai cittadini che mi hanno votato, alle mia convinzioni e ad una parte importante della mia vita, in un partito che non dice nulla su quanto accaduto in Liguria io non posso più restare", ha ribadito l’europarlamentare. "È decisione per me difficile e dolorosa", ha aggiunto, "perchè sono uno dei 45 fondatori del Pd. Vi lascio immaginare con quale fatica sono arrivato a questa conclusione".

Le primarie - "Ho preferito non aspettare", ha spiegato Cofferati, "perchè il quadro quantitativo è abbastanza chiaro. Mi ero convinto durante la campagna che si preparavano comportamenti difformi da quelli che dovrebbero riguardare le primarie. Ho sempre sostenuto l'utilità di questo strumento, che ha larghe pecche e si deve rivedere alla radice, ma continuo a pensare che devono essere mantenute cambiando le modalità con le quali vengono fatte. Quelle di oggi hanno alterato i modi di farle e rappresentare le cose". Poi, Cofferati ha aggiunto: "Sono 13 i seggi incriminati con due fatti gravi: il modo anomalo con cui hanno partecipato al voto alcuni stranieri e l'inquinamento attraverso il voto sollecitato e ottenuto del centrodestra, che si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra: così non ci sono più le primarie, visto che una parte vuole entrare pesantemente in casa altrui. Mi stupisce che solo io ho fatto ricorsi per violazioni delle regole e mi ha colpito tanta approssimazione di un ministro, Pinotti se non si è capito, sulle regole interne del partito a cui appartiene".

Le telefonate segrete tra Renzi e Silvio Amato in pole: così Matteo vuole fregarci

L'offerta di Renzi a Berlusconi per il Colle





Il toto-Colle entra nel vivo. Dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano, scatta la corsa per la poltrona del Quirinale. L'asse tra il Cave Renzi per la scelta del prossimo Capo dello Stato va avanti. Secondo quanto raccontano alcune indiscrezioni raccolte da Affaritaliani da fonti dem, Matteo Renzi avrebbe proposto a Silvio Berlusconi - durante uno dei tanti colloqui telefonici che ci sono stati in questi giorni - una terna di nomi per il Quirinale: Pier Carlo Padoan, Sergio Mattarella e Anna Finocchiaro.

I nomi - Il ministro dell'Economia sarebbe in cima alle preferenze del premier, in particolare visto il suo standing internazionale e soprattutto perché, nonostante l'incidente sulla norma fiscale 'salva-Berlusconi', i rapporti personali tra lo stesso Padoan e il leader del Pd sarebbe "ottimi". Non solo, il titolare di Via XX Settembre sarebbe ben visto anche dall'ormai ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Ma Berlusconi su questa terna avrebbe espresso la sua preferenza per Sergio Mattarella, restando fermamente convinto però che la scelta più adeguata sarebbe quella di Giuliano Amato. 

La trattativa - Mattarella, sostenuto apertamente nel Pd dai Popolari di Fioroni, avrebbe anche il pieno sostegno dell'Ncd di Alfano. Pronto comunque ad appoggiare anche gli altri due nomi fatti da Renzi a Berlusconi. La senatrice Anna Finocchiaro sarebbe la scelta più "politica" e ha come punti di forza quello di essere donna. Secondo indiscrezioni circolate nella capitale, il presidente del Consiglio avrebbe escluso dalla lista per il Colle gli ex segretari di partito come Walter Veltroni, Piero Fassino, Dario Franceschini e Pierluigi Bersani. Al momento il nome di Romano Prodi tra i fedelissimi di Renzi viene giudicato "fuori dai giochi". Ma "Mortadella" comunque resta in allerta...

Berlusconi vuole la pace con Alfano Scatta il vertice: ecco cosa si diranno

Quirinale, Berlusconi pronto ad incontrare Alfano





Il toto-Colle entra nel vivo e i partiti cominciano le grandi manovre. Dialoghi, cene e incontri per trovare un accordo sul nome del prossimo inquilino del Colle. Forza Italia serra i ranghi e prova a giocare la partita per il Quirinale compattando il partito. Così Raffaele Fitto a sorpresa ha preso le difese di Renato Brunetta, accusato da Renzi di essere un "fannullone" sul fronte delle riforme. Il Cav ha ascoltato le ragioni di Fitto e ha messo da parte i dissidi degli ultimi mesi riscoprendo una nuova unità dentro il partito. L’ex ministro è rivalutato al rango di prezioso consigliere e ha consigliato al Cav di spingere il piede sull'acceleratore per dare l'approvazione del decreto fiscale prima del 20 febbraio. Questo sarebbe il segnale per saldare il patto del Nazareno e dare il via ad una trattativa seria per il Colle. 

Incontro Silvio-Alfano - E in questo clima di reunion, il Cav guarda anche ad Angelino Alfano con cui vorrebbe ritrovare un rapporto ormai logoro e cercare una strada comune per piazzare in modo compatto i voti per il Colle. Così dopo mille titubanze ha finalmente accettato di incontrare Alfano e una delegazione Ncd. Si vedranno all’inizio della prossima settimana: martedì o, più probabilmente, il giorno successivo. L’obiettivo è di coordinarsi, di unire le forze parlamentari per non fare la fine dei Curiazi, con Renzi in veste di Orazio.

Previsto un weekend di neve e pioggia Scopri che tempo farà nella tua regione

Previsto un weekend di neve e pioggia Scopri che tempo farà nella tua regione





Per il weekend arriva la neve. Su Alpi e Appennini, ma anche a quote più basse. Secondo il sito www.ilMeteo.it la perturbazione che in queste ore sta raggiungendo il Nord richiamerà venti meridionali più miti, carichi di umidità e che addosseranno le nubi e le precipitazioni sulle Alpi e Prealpi, precipitazioni che in queste zone saranno copiose, abbondanti e prevalentemente a carattere nevoso sopra i 1000/1200 metri, ma con quota in calo nella giornata di sabato 17 gennaio. 

La pioggia invece interesserà i settori di pianura e sarà moderata o forte sulla Liguria e alta Toscana, debole altrove. Domenica, mentre al Nord il tempo migliora, il maltempo si sposterà verso il Centro e il Sud con piogge anche su queste regioni e nevicate sugli Appennini sopra i 1300/1600 metri. Inoltre la prossima settimana parecchie le nubi previste sulla nostra Penisola. Le precipitazioni risulteranno generalmente deboli o localmente moderate, soprattutto sulle regioni centrali e meridionali, per il freddo invernale dovremo ancora aspettare. 

Sgarbi lo aizza e Cruciani "bestemmia" in diretta: "Papa Francesco? Bullo di periferia. E' come un..."

Giuseppe Cruciani, la "bestemmia" in diretta: "Papa Francesco come un clown e un bullo di periferia"





Chi segue La Zanzara di Radio24 non si sarà perso il recente siparietto. Protagonisti Vittorio Sgarbi e il conduttore Giuseppe Cruciani. Il primo, in un ardito parallelismo, sosteneva che se Cruciani avesse bestemmiato in diretta, pur senza arrivare a stragi e kalashnikov, avrebbe dovuto subire (scontate) e pesantissime conseguenze, non solo giudiziarie. Cruciani, da par suo, sosteneva che la questione fosse totalmente diversa: le vignette di Charlie Hebdo che hanno scatenato la furia islamista su un piano, l'eventuale bestemmia in diretta su un altro. Così Sgarbi si scatena: "E allora fallo! Bestemmia. Dai, bestemmia e vediamo cosa succede". Ovviamente, Cruciani si è astenuto dal farlo.

La frase del Papa... - Nella puntata di giovedì 15 gennaio, però, lo stesso Cruciani si è spinto ad un'affermazione che farà discutere. Nessuna bestemmia, per carità, ma una frase che dopo la provocazione di Sgarbi non è passata inosservata, affatto. Si discuteva delle (strane) parole del Papa, sempre legate alla strage nel Charlie Hebdo. Francesco, infatti, ha spiegato in un parallelismo altrettanto ardito che "se uno insulta la mia mamma, io gli do un pugno". Tutto l'opposto rispetto al cattolicissimo "porgi l'altra guancia". Una frase, quella del Papa, che per Cruciani è una "toppa clamorosa". Il conduttore de La Zanzara, infatti, ritiene che la boutade del Pontefice sia stato un macroscopico errore.

...e il giudizio di Cruciani - Ed è in questo contesto, mentre nel corso della trasmissione si continuava a discutere della frase del Papa, che Cruciani ha nuovamente detto la sua, con una frase, appunto, destinata a far discutere. "Quella frase - attacca Cruciani - è la dimostrazione di ciò che ho sempre detto, da uno o due mesi dopo l'elezione. Questo Papa è una sorta di clown. E' un personaggio divertente, uno che si mette al livello di un bullo di periferia e dice ao se mi tocchi la mamma ti tiro un pugno. Sarà pure il Papa - conclude Cruciani - ma non c'è la regalità, l'autorità, il carisma". Nessuna bestemmia, certo, ma Sgarbi, oggi, sarà un poco più soddisfatto...

La Kyenge ora si candida al Quirinale "Così i leghisti moriranno d'infarto..."

Cecile Kyenge a La Zanzara: "Vorrei un Capo dello Stato di colore o di origine straniera"





"Serve un presidente di colore al Quirinale". Nel toto-Colle entra a gamba tesa pure l'ex ministro Cecile Kyenge che in un'intervista a La Zanzara su Radio 24 parla del successore di Giorgio Napolitano e traccia il suo personale identikit per il nuovo Capo dello Stato: "Lo sogno tutti i giorni. Vorrei un nero come Presidente della Repubblica - ha detto l'esponente piddì - Al Quirinale vorrei un nero e con un presidente di colore tutti quelli della Lega morirebbero di infarto". 

"Serve un candidato di colore" - Ma per il momento di candidati di colore non ce ne sono. E questo la Kyenge lo sa bene: "Nelle varie rose di nomi che si fanno non vedo nessuno di colore o almeno uno di origine straniera, sarebbe un passo avanti - spiega l'europarlamentare dem - Sono sicura che adesso la mia pagina Facebook si riempirà di insulti". 

Toto-Quirinale, Renzi avverte i suoi: "Se ci sarà fallimento, Pd colpevole"

Direzione Pd, Matteo Renzi avverte i suoi: "Se ci sarà fallimento, Pd colpevole"





"La direzione del Pd è convocata in modo permanente fino all'elezione del presidente della Repubblica". Matteo Renzi durante la direzione dem prepara la road map per il partito in vista della corsa al Colle. "Nelle 24 ore precedenti al primo voto si deve arrivare a formalizzare la proposta del Pd riunendo i gruppi e i grandi elettori". "Questo passaggio - specifica Renzi - sarà preceduto da un giro di consultazione con gli altri partiti", con il tramite di "una delegazione composta da segretario, due capigruppo, due vicesegretari e presidente del partito". Ma ha assicurato che i primi ad essere sentiti saranno gli alleati di governo, come Scelta Civica e Area popolare. Era un passaggio atteso quello di Renzi, che di fatto apre le grandi manovre in vista del 29 gennaio, giorno in cui è convocato il Parlamento in seduta comune.

La partita per il Colle - ll premier ha voluto richiamare il partito alla responsabilità storica che lo attende: "O siamo in condizioni di fare quel che necessario o, se si fallirà come nel 2013, noi saremo additati come colpevoli". La direzione ha interrotto il segretario per un lungo e sentito applauso rivolto a Giorgio Napolitano, ringraziato da Renzi per come ha saputo interpretare il ruolo di presidente della Repubblica. Poi è arrivato l'avvertimento: "Niente ironie, niente demagogie, coinvolgeremo tutti. Se qualcuno si chiama fuori faremo senza di lui. Non accettiamo veti da nessuno". Logicamente non sono stati fatti nomi, anche se Renzi ha ribadito che il presidente dovrà essere "un arbitro rigoroso". Il premier ha anche aperto ad un dialogo con i parlamentari Cinque Stelle che devono "scegliere se vogliono essere parte del gioco istituzionale". Un'apertura apprezzata dal dissidente Pippo Civati che dice: "Per oggi va bene così, ma quando lo dicevo io mi davano del matto". Le parole del premier sembrano aver placato le richieste della minoranza dem, che ieri aveva chiesto di esplorare "nuove strade" rispetto al patto del Nazareno.