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venerdì 24 ottobre 2014

Le balle di Burlando sull'alluvione:

Alluvione a Genova, le balle di Burlando: ecco i documenti e le interviste che lo sbugiardano

di Antonio Amorosi 


A Genova, mentre la città scende in strada per chiedere le dimissioni del presidente Pd della Regione Claudio Burlando - accusato per la gestione del torrente Fereggiano - spuntano due video inediti che gettano nuova luce sull’alluvione ligure. ll Fereggiano, che provocò il disastro del 2011 e quello di pochi giorni fa, è stato anche al centro del durissimo scontro tra Marco Travaglio e Claudio Burlando nell’ultima puntata di Servizio Pubblico, quella con l’uscita anzitempo dallo studio del condirettore del Fatto dopo un botta e risposta con Michele Santoro.

In settimana il presidente dell’associazione ligure Casa della legalità di Genova, Christian Abbondanza, scova nei documenti d’archivio della Procura della Repubblica del capoluogo che Burlando ha ricevuto nel 2007 - come Commissario delegato dal Governo e dalla Protezione civile - ben 9 milioni 763 mila euro per mettere in sicurezza il torrente. Ma gli interventi realizzati, poco prima dell’alluvione, si sono limitati a nuovi tombini, all’allargamento di una strada e nella realizzazione di parcheggi. 

È tutto nero su bianco. La proposta di tombinare era arrivata sul tavolo della Regione nel 2005, dal vicepresidente della Provincia di Genova - l’esponente del Pd Paolo Tizzoni - indagato poi per altre alluvioni del 2010. Ma l’idea era stata sonoramente bocciata dal settore ambiente regionale. Il suo massimo dirigente, Gabriella Minervini, con una serie di rilievi tecnici, anche questi acquisiti dalla Procura, si era opposta nel febbraio 2006 sostenendo che un intervento di tombinatura avrebbe aggravato la situazione mettendo in pericolo il territorio.

Solo nel febbraio 2007 è proprio Burlando, nella veste di Commissario, a nominare un suo dirigente di fiducia - Gian Poggi - per coprire il Fereggiano. Questi incarica la società del Comune di Genova, Aster, che disegna il progetto. E così si tombina il fiume realizzando strade e parcheggi. Abbondanza presenta un esposto in Procura indicando le responsabilità del presidente. E Il Fatto Quotidiano on line ancora ieri chiede spiegazioni a Burlando che replica: «Escludo di aver pensato con quegli interventi di mettere in sicurezza il Fereggiano». E continua: «Io non ho mai avuto una struttura commissariale... Né ho deciso le opere di copertura, che erano di competenza della Provincia».

Ma oltre alle carte scoviamo un video del 2010 in cui lo stesso Burlando afferma perfettamente l’opposto, contraddicendo le sue stesse parole. «E questo è il lavoro di messa in sicurezza e di copertura parziale del Fereggiano, uno dei torrenti più problematici ma anche con una viabilità più complicata» dice Burlando il 29 novembre 2010 mentre si aggira per il cantiere, immortalato da un video pubblicato sul sito della Regione Liguria e ancora oggi visibile. Burlando spiega anche che «qui abbiamo avuto decine di milioni di euro dalla Protezione Civile... e oggi praticamente si finisce il lavoro almeno di questo lotto con la posa delle travi e poi comincia la sistemazione superficiale. Alla fine avremo oltre la messa in sicurezza del torrente, le fognature rifatte, due corsie per ogni senso di marcia, di dimensioni giuste, due marciapiedi e circa 100, 120 parcheggi in più che da queste parti sono veramente un bene molto prezioso». Il 9 marzo 2011 c’è la conclusione lavori, il sopralluogo di Burlando come Commissario e un comunicato stampa della Regione che si attribuisce il merito dell’intervento. Poi la realizzazione del secondo lotto con le medesime modalità. 

Spunta anche un secondo video, sul canale YouTube dello stesso Claudio Burlando, girato 13 giorni prima della sua rielezione a presidente della Liguria nel 2010. Il presidente visita l’opera che fra l’altro è nello stesso quartiere dove è nato e cresciuto. «Bravo, bravo... che ha aggiustato un po’ via Pinetti, che c’era un casino con quelle macchine...» gli dice una signora. Burlando reagisce subito con un suo compagno di partito: «Le cose che contano sono queste qui che la gente vede». Strada e parcheggi, beni preziosi. Il Pd ha un forte consenso nella zona e nell’ansa dove scorre il Fereggiano, proprio in via Pinetti, vi è una storica Casa del popolo con circolo Arci e sezione Pd, cara ai militanti e a Burlando stesso. Ma nel novembre 2011 c’è il primo clamoroso disastro del torrente con 6 morti e oggi il nuovo.

I 9 milioni 763 mila euro erano destinati alla messa in sicurezza del torrente, non a parcheggi e cemento. In più per l’approvazione finale dell’opera risulta che il settore ambiente della Regione, che aveva inquadrato come pericoloso l’intervento, non sia stato neanche invitato alla Conferenza dei servizi che è l’organismo di verifica, tanto da viziarne alla radice la legittimità. Eppure l’opera è stata realizzata e il torrente ha esondato per l’ennesima volta con il disastro. «Se non sono prove queste non so che dire» commenta Abbondanza. Nel frattempo Burlando ha dichiarato ai giornali locali che «si può morire anche se ti investe un camion, non solo per l’alluvione».

Scoppia la coppia Giletti-Moretti? Ecco con chi è stato beccato Massimo...

Novella 2000, Massimo Giletti ha un flirt con una sua collega



Alla Moretti piace essere imboccata

Una nuova fiamma per Massimo Giletti? A quanto pare secondo quanto racconta Novella 2000 il conduttore de L'Arena avrebbe un'amicizia un pò troppo "intima" con una sua collaboratrice. Paparazzato in compagnia della collega, Giletti è apparso molto imbarazzato e negli scatti guarda in giro e muove le mani in modo nervoso. Lei invece si copre il volto coi capelli lunghi. Cosa dirà l'europarlamentare del Pd, Alessandra Moretti che da qualche mese è la compagna di Giletti? La coppia infatti è uscita allo scoperto ad agosto scorso. E' già tempo di crisi?

CELLULARI E SMARTPHONE SOTTO ATTACCO Così ci svuotano il conto corrente / I modelli a rischio

Attacco hacker agli smartphone: a rischio le app bancarie




Il conto in banca a rischio grazie al cellulare. Si moltiplicano senza sosta gli attacchi hacker agli smartphone. L'obiettivo degli hacker sono soprattutto le applicazioni bancarie.  Quelle che custodiscono i nostri soldi e con cui spesso operiamo sui nostri conti. Secondo uno studio della società di sicurezza Kaspersky Labs (in collaborazione con l'Interpol), come racconta affaritaliani, gli assalti dei pirati informatici ai sistemi del banking online tramite smartphone con sistema Android sono stati 588 mila, sei volte più rispetto a un anno fa. Dunque i dispositivi con sistema Android sarebbero quelli più esposti al rischio di attacco hacker.

Modelli a rischio - Tra agosto 2013 e luglio 2014, il 60% degli attacchi su Android sono stati progettati per carpire dati bancari o addirittura rubare denaro. Lo studio si è concentrato sul robottino verde perché è il sistema operativo installato sull'85% della telefonia mobile. La maggior parte degli utenti attaccati sono russi. Ma lo 0,34% riguarda quelli italiani. Si tratta pur sempre di 2 mila attacchi all'anno che si manifestano con l'arrivo di un semplice sms. Come difendersi? Innanzitutto proteggere i dispositivi Android con password sicure. In seguito tra le impostazioni dello smartphone non sbloccate l'opzione che consente di installare app da altre fonti che non siano riconosciute. Infine è fondamentale fornirsi di software antivirus e aggiornarli frequentemente.

LA CONFESSIONE DI SANTORO "Amico con Travaglio grazie al Cav..."

Servizio Pubblico, Michele Santoro: "Ho conosciuto Travaglio grazie a Moggi e Berlusconi"




"Caro amico ti scrivo così mi distraggo un pò". Comincia così l'ultima puntata di Servizio Pubblico. Le note di Lucio Dalla accompagnano il monolo iniziale di Michele Santoro che arriva sette giorni dopo l alite in diretta con marco Travaglio. Il teletribuno parla dell'amico Marco e afferma: "L'ho conosciuto tanti anni fa quando, da juventino, faceva un'inchiesta su Luciano Moggi prima che scoppiasse la bufera calciopoli. Mi ricordo che era una giornalista di razza e gli offrii una collaborazione che lui rifiutò per un contratto a Repubblica". A questo punto Santoro, sempre sulle note di Lucio Dalla rispolvera i vecchi temi anti-Cav per elogiare Travaglio: "Con Marco ci siamo rincontrati qualche anno dopo che lui aveva presentato l'Odore dei soldi, un libro-inchiesta contro Berlusconi. Ci siamo riavvicinati dopo l'editto bulgaro che fece fuori dalla Rai me, Luttazzi ed Enzo Biagi. Gli chiesi subito di collaborare con me". 

Il ritorno dell'anima anti-Cav - E qui arriva l'affondo contro il Cav: "Con la collaborazione con Travaglio ho cercato di porre fine, facendo di Marco al mia bandiere, al più spudorato dei conflitto d'interessi, quello di Berlusconi. Travaglio è per me qualcuno che rappresenta la libertà di pensiero e con lui ho seguito sempre una regola, 'non c'è nulla di cui non si può parlare nelle mie trasmissioni'. E nonostante quello che sia successo, credo che 20 anni fa non ho fatto un errore nel credere in Marco". Insomma a quanto pare tra i due la pace è fatta, almeno per ora. Da novembre infatti il programma dovrebbe passare nelle mani di Giulia Innocenzi e dovrebbero uscire di scena sia Santoro e Travaglio. Intanto Michele per tendere una mano al suo "caro amico" torna a parlare di conflitto d'interessi e di editti bulgari. Ma dopo il monologo di Santoro c'era attesa per il ritorno di Marco Travaglio. Il giornalista del Fatto ha fatto anche lui il suo sermone parlando di immigrazione dopo aver stretto la mano al teletribuno. Nessuna parola sulla lite con Santoro, ma solo un elenco di tuute le leggi sull'immigrazione varate in Italia negli ultimi anni. Insomma Travaglio è tornato al suo posto senza fiatare. Ma di certo il rapporto con Santoro pare ormai incrinato. 

giovedì 23 ottobre 2014

Paura per Jimmy Ghione: pugni e botte alla testa, aggredito con la troupe di Striscia la Notizia

Roma, Jimmy Ghione e troupe di Striscia la Notizia pestati alla Stazione Termini: tre arresti



Mentre l'inviato di Striscia la Notizia, Jimmy Ghione e la sua troupe effettuavano riprese televisive in via Giolitti, di fianco a Stazione Termini, sono stati aggrediti e rapinati. I tre, il giornalista e due operatori-registi, sono stati avvicinati da un gruppo di uomini, che dopo averli minacciati li hanno intimati a spegnere le telecamere.

La dinamica - I tre inviati di Striscia sono stati accerchiati e aggrediti da un gruppo di 8-10 persone, che li hanno colpiti al volto e alla testa. I malviventi hanno poi gettato a terra l'attrezzatura tecnica dei giornalisti, ai quali hanno anche sottratto le chiavi della macchina con la quale erano giunti all'Esquilino. Gli aggressori si sono allontanati, e le tre vittime sono andati al vicino Commissariato di Polizia del Viminale per denunciare l'accaduto e descrivere i criminali. I tre giornalisti sono poi stati portati in Ospedale per le necessarie cure, con conseguenti giorni di prognosi.

Le indagini - La Sala Operativa della Questura ha, quindi, diramato la descirzione alle pattuglie, che, non lontano dal luogo dell'accaduto, hanno individutato quattro persone somiglianti alle identificazioni fatte dalle vittime. Alla vista della Polizia, i malvivienti hanno cercato di scappare, ma sono presto stati raggiunti, fermati e identificati come colpevoli. Nelle tasche di uno dei quattro è, infatti, stata trovata la chiave dell'autobobile usata dai giornalisti.

Gli arrestati - Si tratta di due romani di 31 e 40 anni, un napoletano di 47 e un residente nella Capitale di 32 anni; i primi tre sono stati arrestati con l'accusa di violenza privata, danneggiamento e lesioni aggravate, mentre il quarto è stato solamente denunciato.

La City rinvia il summit sull'Italia per evitare la brutta figura a Renzi

La City rinvia il summit sull'Italia per evitare la brutta figura a Renzi


di Marcello Zacchè



Il Financial Times annulla all'ultimo momento l'appuntamento del 18 novembre a Roma. I finanzieri graziano il governo: gli concedono qualche mese per chiudere Jobs Act e riforme. Il summit internazionale sul «Futuro dell'Italia» organizzato dal Financial Times e in programma al Cavalieri di Roma il 18 novembre, è stato annullato.

E quasi in extremis: l'annuncio è arrivato ai partecipanti con una e-mail dell'altro ieri, martedì 21. Il convegno, di alto livello e giunto alla terza edizione, sempre a novembre, doveva essere un'occasione per il governo - massiccia la presenza in agenda - per dialogare in pubblico con banchieri e manager, pubblici e privati, di fronte a un selezionato e influente pubblico di investitori, osservatori, economisti, opinionisti. Così era stato nel 2012 a Milano, presente Mario Monti; così l'anno scorso a Roma, con Enrico Letta.

Ma quest'anno, a pochi giorni dal summit, l'organizzazione degli eventi di Ft non se l'è sentita di ospitare un terzo premier in tre anni che illustrasse con convinzione una terza svolta epocale nonché, per filo e per segno, il percorso di risanamento, crescita e riforme che l'Italia è pronta ad affrontare in fretta. Magari perché, come ha concluso lo scorso anno Letta, «gli italiani sono bravi, ma quando hanno una scadenza da rispettare diventano ancora migliori». No, non se la sono sentita. Sia per non portare anche a Renzi quel po' di malasorte che, a questo punto, era ragionevole temere; sia per non creare al governo l'imbarazzo dell'«annuncite» di fronte alla galassia del Financial Tim es , il più autorevole canale europeo di intermediazione tra i governi e il mercato. Mentre tra qualche mese Renzi potrebbe avere ben più voglia di intervenire; sia, infine, per non rischiare di raccontare chissacché agli investitori e poi magari, tra sei mesi, rivedere l'Italia alle urne.

Di certo, secondo una lettura fornita al Giornale da un superconsulente legale che conosce bene il rapporto in fieri tra il mercato e il governo Renzi, la concessione di altro «credito» perché le riforme come il Jobs Act vadano in porto ci sta tutta. L'atteggiamento di questa galassia verso Renzi e le sue mosse è giudicato generalmente buono. E a differenza dei più cattivelli cugini londinesi dell' Economist (quelli del gelato, per intendersi), Ft tende a perdonare di più, a bastonare di meno. Non a caso, tra gli invitati del summit per un panel con gli investitori, c'erano due super renziani da Leopolda come Andrea Guerra e Davide Serra. Ma il tempo sta scadendo: in un'orizzonte collocato tra la fine dell'anno e la primavera, o il premier conclude, o la luna di miele finirà.

Ufficialmente Renzi non era ancora confermato per l'edizione 2014 di «Ft Italy Summit». L'agenda prevedeva l'introduzione dei lavori del vicedirettore del Financial Times , John Thornhill, che sia nel 2012 con Monti, sia l'anno scorso con Letta, aveva esordito intervistando il premier di turno. Per questo l'assenza di Renzi potrebbe essere un segnale dell'opportunità di rinviare l'incontro e puntare a ospitare un premier più convincente e finalmente stabile tra qualche tempo. Le spiegazioni ufficiali non confermano, ma avvalorano questa ipotesi: nell'annunciare l'annullamento del convegno, anticipato dal sito web affaritaliani.it , l'organizzazione scrive ai partecipanti di «aver deciso di rinviare il summit all'anno prossimo nella convinzione di poter così migliorare il dibattito e aumentare la partecipazione di interventi internazionali». Nonché di rispondere meglio «al forte interesse pervenuto per capire di più la politica e l'economia italiane». Che, quindi, in questa fase non si sarebbero comprese così bene, par di capire. Seguono le «sincere scuse per il breve preavviso e per gli inconvenienti che tale annullamento può creare». Peccato. Per sentire (erano tra gli invitati dei vari panel ) Renato Brunetta contro Maria Madia e Giuliano Poletti su competitività, riforme e lavoro, o il governatore di Bankitalia Ignazio Visco dopo gli stress test bisognerà aspettare ancora.

Champions, tragedia greca per la Juve L'Olympiacos piega i bianconeri: 1-0

Champions League, l'Olympiacos schianta la Juventus: 1-0



Tragedia greca per la Juventus che in casa dell'Olympiacos perde 1 a 0. I bianconeri, in divisa blu questa sera, partono in affanno: al 4' buono spunto di Masuaku sulla sinistra, palla al centro per Mitroglou che da dentro l'area di rigore calcia sull'esterno della rete ma è sul ribaltamento di fronte che si fa vedere Morata, schierato titolare da Allegri, che con un grande spunto semina il panico in area, costringendo Botía a concedere il corner. Al 19 parapiglia in area su corner: Tevez la butta dentro ma è in fuorigioco. Al 35esimo però è l'Olympiacos che punisce i bianconeri: palla di Mitroglou per Kasami che arriva a rimorchio e piazza sul primo palo un sinistro dal limite dell'area sul quale Buffon non ha scampo. A fine primo tempo buona occasione per la Juve; lo schema su punizione di Pirlo funziona, ma in area Chiellini non riesce a girare in rete il buon suggerimento dalla tre quarti.

Secondo tempo - Inizia la ripresa e pronti via, la Juve rischia di nuovo: al 60' Kasami dal limite dell'area piccola, di sinistro, non trova la porta. Due minuti più tardi Tevez prova a darsi da fare tutto da solo, libera un destro dal lato corto dell'area, calcia a giro una bordata dai venti metri ma finisce alto sulla traversa. Al 64esimo occasionissima per la Juve: Morata si gira in area piccola e calcia una cannonata addosso a Roberto, lo stesso Morata che dieci minuti dopo, dalla stessa posizione manca l'appuntamento con il pareggio sparando addosso al portiere imbeccato da Tevez. Ed è l'argentino che pochi minuti dopo sbaglia un rigore in movimento. La Juve c'è ma è poco concreta, è di nuovo Morata ad impensierire Roberto che con un miracolo manda il pallone sulla traversa. La Juve perde e ora per i torinesi si mette davvero male: ai bianconeri, ultimi a tre punti assieme al Malmoe, con l'Atletico Madrid e Olympiacos a sei, servirà una mezza impresa per passare il girone.