Terremoto nel Pd, il big si ribella. Renzi e il petrolio, l'accusa terribile
intervista a cura di Luca Telese
Presidente, l'ha stupita l' intercettazione della Guidi?
«Per nulla».
Perché?
«Non è un episodio isolato o un frutto del caso. È una intercettazione che nasce da una scelta politica sbagliata».
Addirittura?
«Sì. Non a caso noi la combattiamo da mesi».
Perché?
«La mia tesi è facilmente dimostrabile mettendo in fila tutto quello che è accaduto».
E cosa è accaduto?
«C' è stato un regalone del governo ai signori del petrolio».
«Regalone ai petrolieri» è una frase che fa venire in mente le manette.
«Per nulla. Non parlo di fattispecie giudiziarie, non so e non voglio nemmeno sapere cosa c' è dentro l' inchiesta».
Su cosa si basa il suo giudizio, allora?
«Sulle scelte politiche compiute dal governo e messe nero su bianco con il decreto Sblocca italia, che io da ora per comodità chiamerei direttamente lo "sblocca-trivelle". Così almeno i cittadini capiscono a cosa serviva».
Michele Emiliano, governatore sulla Puglia, è un politico che ama dare battaglia. Ho iniziato a raccontare di lui quando, da magistrato, si candidó a sindaco di Bari. Di solito la politica triturava i non professionisti - soprattutto a sinistra - mentre lui riuscì ad essere eletto, portare a termine il secondo mandato, diventare segretario regionale del Pd e poi presidente di Regione. Mesi fa, quando nessuno lo considerava importante, Emiliano intuisce l' importanza dei quesiti No-triv e diventa uno degli animatori principali della campagna referendaria. Lavora in sordina, non ha timore di mettersi contro il governo che era espressione del suo stesso partito, costruisce la coalizione di nove regioni in cui ci sono i principali governatori di destra e di sinistra. Sfida il muro della noncuranza dei media, e adesso che lo inseguono testate di ogni segno e colore riscuote le cambiali del suo investimento politico. Tutti dicono che la scommessa lo incorona come oppositore di Renzi. Lui, come leggerete tra poco, nega. Ma in politica, negare, non sempre è una smentita. Nel suo j' accuse contro il governo, Emiliano accusa Renzi di essere al servizio delle lobby del petrolio. Nessuno, nel Pd, si era mai spinto così oltre.
Emiliano, cosa cambia dopo il Guidi-gate?
«C' è la possibilità di una presa di coscienza».
Cioè?
«Bisogna andare a votare tutti il 17 aprile».
Perché?
«È in ballo l' eliminazione di un regalo scandaloso ai petrolieri».
Lei sta facendo a Renzi un' accusa durissima.
«Una critica politica».
Essere lo strumento di lobbies economiche???
«Il Pd dovrebbe dare priorità alle esigenze dei cittadini».
I critici del referendum dicono che il quesito non decide nulla.
«Balle. Il referendum è stato uno strepitoso successo. I quesiti, che erano sei, hanno già vinto, perché hanno costretto Renzi a riscrivere la legge per disinnescarli».
Ne è rimasto solo uno.
«Però è di importanza vitale. Il governo Berlusconi, e poi Monti, avevano vietato le ricerche e le estrazioni entro le 12 miglia dalla costa».
E poi?
«È stata introdotta una deroga per le richieste già avanzate. Poi Il Mise, il ministero della Guidi, lavora su questa norma e tira fuori una mostruosità: solo in Puglia 12 richieste di estrazione al largo. Tra gli orrori che questa norma avrebbe partorito c' era una piattaforma al largo di Polignano a mare. Ma si rende conto? Come se mettessero una raffineria davanti a Copacabana».
E lei cosa ha fatto?
«Ho cercato il ministro. Ma la Guidi, su questo tema, si è rifiutata di incontrare sia me che gli altri governatori».
Non le ha mai risposto?
«Mai. Un comportamento di una gravità inaudita».
Lei parlava con qualcuno.
«Con la sottosegretaria Vicari. Un giorno ci lasciammo con un appuntamento: ci vediamo tra una settimana con il ministro. Sparita».
Continui il racconto.
«Lo Sblocca Italia è stato concepito nel ministero con la logica e i modi che ho illustrato, però - dal loro punto di vista - fanno un errore enorme».
Ossia?
«Il testo che avevano preparato non conteneva le norme per imporre le "opere connesse"».
Cioè?
«Si accorgono - per esempio - che a Tempa Rossa non possono fare quello che vogliono senza passare per le regioni. Le compagnie insorgono, non vogliono impicci».
È così che nasce l' andamento Guidi-Gemelli.
«Era un emendamento per fregare la Puglia. Fu concepito quella notte, in quel modo, e - giustamente - Vendola lo impugnó subito davanti alla Corte Costituzionale».
Così provate la via dei quesiti.
«Quando noi facciamo il referendum il governo cerca disperatamente di scongiurare il voto».
È diventato un massimalista ambientalista, Emiliano?
«Per nulla. Sono un pragmatico non ideologico che fa quello che ritiene il meglio per la sua regione». Cioè bloccare tutto?
«Bloccare quello che è sbagliato». Mi faccia un esempio.
«Provo a immaginare l' impatto ambientale del gasdotto che deve collegare Taranto a Viggiano».
È contrario al gasdotto?
«Non in linea di principio. Ma di certo se si pretende di farlo senza che la regione sappia né come, né dove né quando sarà costruito».
Ma in quale caso lei direbbe sì?
«Non sono un uomo che decide in nome delle ideologie. Ad esempio, se in cambio si pagasse la bonifica dei siti contaminati. Certo non gratis per aiutare i petrolieri».
Chi difende il decreto obietta che c' è un interesse strategico nazionale.
«L' attività estrattiva equivale al 10% del fabbisogno. La differenza di costo fra quello che compriamo all' estero e quello che compriamo in Italia non c' è. Il petrolio italiano lo paghiamo a prezzo di mercato. Però le compagnie pagano royalties moderate».
Bisognava alzare le tariffe?
«Io so che finché c' era la Guidi avevano una ministra che non ragiona come uno statista ma come una imprenditrice della Ducati energia».
È una sua impressione?
«No, è quello che lei stessa scrive al Corriere della sera, spiegando che le regioni sono solo impicci e seccature».
Lei voleva assecondare i no di principio?
«In Francia, non in Africa, per queste opere è prevista una procedura di dibattito pubblico sul territorio».
Quindi meglio che la Guidi non ci sia più?
«Dal punto di vista politico è un bene: adesso serve un' idea diversa».
E Renzi?
«Si è dovuto rimangiare le trivellazioni nelle 12 miglia».
E poi?
«Il titolo unico secondo cui il governo faceva questo altro favore ai lobbisti: se io ti do il permesso di ricerca ti devo dare automaticamente anche il permesso di estrazione se trovi il petrolio».
Dicono che chi investe tanto deve avere certezze.
«Se assumi il punto di vista del petroliere. Se hai quello dei cittadini, devi capire se era utile o dannoso, se costa tanto o poco. No?».
Come sono i rapporti col premier?
«Con Renzi non ho mai parlato da quando sono presidente della Regione».
Non ci credo.
«Giuro. Con tutti i ministri ho sempre avuto ottimi rapporti. Con lui da otto mesi silenzio».
Se lo sentisse stasera cosa gli direbbe?
«Bisognerebbe anzitutto lanciare una legge sulle modalità di partecipazione dei territori alle scelte strategiche».
Per farlo star male?
«Di fronte a questa ira di Dio che è stato lo Sblocca Italia serve un segnale».
Faccio un altro test. Il gasdotto Tap non lo vuole vero?
«Dipende. Se il gasdotto servisse a finanziare la bonifica della diossina dell' area dell' Ilva...».
Non lo vuole.
«Possiamo decidere dove deve arrivare? Discuterlo con chi lo fa? A che condizioni?».
Mi faccia un esempio.
«Vorrei avere una parte di fornitura a costo calmierato per riconvertire e sostenere le industrie. Sono cose che si fanno in tutto il mondo, dove non c' è subalternità agli interessi».
Pensa di perdere o vincere?
«Vinceremo in tutta Italia. Non so se raggiungerà il quorum. Spero di sì».
Dicono che questa battaglia Emiliano la fa per diventare leader.
«Non ho mai preso iniziative autonome. Sono stato avviato a questa vicenda dal presidente della Basilicata Pittella, Renziano doc».
Ha scelto lei?
«Ha votato il Consiglio regionale della Puglia all' unanimità».
Non è una sfida per la leadership del Pd?
«Sono l' unico tra quelli che hanno votato Renzi che in questo momento non ha una relazione politica con lui. Ma le istituzioni vengono prima delle ambizioni e delle beghe di partito».
Lei lo critica da quando ha disertato la Fiera del Levante per andare a vedere la Pennetta in America.
«Eravamo tutti contenti per quella finale, io ho solo detto che ero obbligato a stare in fiera. Vero, peraltro».
Non pensa che le sue critiche dispiacciano a Renzi?
«Non so se ci rimane male, ma non importa: l' articolo 97 della Costituzione che definisce il principio di imparzialità vale per me come per lui».
Il Pd ha un problema di rapporto col Sud?
«L' Italia ha un problema con il Sud».
Si sente un capopopolo?
«Mi circondo di bastian contrari che mi vogliono così bene da dirmi di no, quando non sono d'accordo. È una ricchezza».
Cosa pensa dell' alleanza con Verdini?
«Ringraziando Dio non ho il problema di Verdini».
Cosa la preoccupa di più?
«Se i petrolieri sono liberi di decidere loro quando chiudere i pozzi. Bisogna spendere decine di milioni di euro, e se non li obblighi loro non lo fanno».
Ma le pare normale che sei governatori del Pd siano contro il premier dello stesso partito.
«Questo fa parte della nostra tradizione. È una nostra ricchezza».